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Autore: ThreeRavensBlondie    26/04/2013    0 recensioni
E' cominciato un nuovo anno scolastico a Londra, e per Jamie, un quindicenne come gli altri, tutto sembra nella norma. Ma qualcosa di strano va lentamente formandosi.
Può l'esplosione di un ospedale psichiatrico francese essere collegato con gli oscuri eventi britannici?
Spero vi piaccia. La storia e i personaggi sono frutto della mia immaginazione, vi prego di non copiare.
Genere: Generale, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                     Loreley Brookes




La mattina del 15 settembre, Jamie si alzò circa cinque ore prima dei giorni in cui era in vacanza. Aprì l’armadio e scelse con cura la divisa più pulita per la scuola, visto che alla fine dell’anno scolastico precedente non si era neanche preoccupato di mettere gli abiti usati in lavatrice. Indossò il maglione a tema scozzese blu e i pantaloni abbinati blu notte. Sistemò il cravattino bianco e nero attorno al collo e strinse così forte per il nervoso che per poco non si strozzò.
Poi prese la borsa e vi infilò le materie che avrebbero avuto quella mattina: due ore di Inglese, una di Algebra, una di Biologia e l’ultima di Francese.
Bella roba, pensò Jamie, avere lo zaino pesante già il primo giorno. Ma dopotutto, era necessario se non volevi farti prendere di mira da quelle carogne di professori.
Poi corse verso la cucina e prese un’invitante mela verde dalla ciotola di frutta poggiata sul tavolo.
«Sei pronto? » chiese la mamma, finendo il caffè in un sol sorso.
«Si, credo di si » rispose Jamie addentando la mela.
«Faresti bene a studiare sodo, quest’anno. Frequenti il secondo anno di liceo e non puoi gingillarti » gli ricordò il papà, mentre leggeva il quotidiano, con la sua solita cravatta stravagante del giorno prima.
«Lo so, lo so! Non serve che me lo ricordiate tutte le volte. Ditelo anche a lei, ogni tanto » si lamentò il ragazzo, indicando la sorella che smise di mangiare i suoi corn flakes appositamente per dire:
«Loro non mi dicono niente perché sanno che non sono stupida »
«Leslie! Fai colazione e zitta » la rimproverò sua madre.
Lei fece una smorfia e torno a imboccarsi con cucchiaiate piene di cereali.
«Avete sentito? Hanno trovato altri due dei dispersi » disse il papà, indicando la televisione accesa.
Il ragazzo si avvicinò al televisore, si accucciò sulla sedia libera più vicina alla TV e ascoltò attentamente, curioso:
«E’ stato trovato tra le 4.30 e le 5.00 del mattino due dei pazienti dispersi del Saint-Rèmy, l’ospedale psichiatrico esploso due giorni fa in Francia. Sono stati avvistati tra le macerie Ramòn Barret -20 anni- e Alice Duér-51-, entrambi morti per il trauma contundente delle macerie. Ma aspettiamo l’autopsia per verificare la causa delle morti. Ancora dispersi François Làcroix e Deith Le Blanc.. Si cerca inoltre il criminale che ha innescato la bomba nel manicomio..Nel caso notaste due persone che somigliano loro vagamente, contattate immediatamente TeleMondoNews70..  »
 
Ricomparvero di nuovo le foto segnaletiche dei due rimasti.
«Visto? Non sono andati lontano, sono entrambi sotto le macerie! » disse Jamie.
«Certo, ma speriamo che sianovivi, sotto le macerie! » rettificò il papà.
«Io non la vedo come te, papà. Sono matti spericolati: potrebbero far del male alle persone.» intervenne Leslie, con voce solenne «Non mi dispiacerebbe affatto se, ecco, venissero soppressi.»
«Leslie! Ma come puoi dire una cosa simile?!» esclamò il papà, indignato «Saranno pazzi, ma sono pur sempre esseri umani!»
«Ma infatti dico solo che…»
Zip!
Un rumore acuto fece ammutolire la ragazzina e avvisò che la mamma aveva spento la tv.
«Muoviamoci, o facciamo tardi » disse, incominciando a lisciare i capelli del figlio.
Liberatosi subito dalla presa della madre, Jamie si mise la borsa in spalla e si chiuse il portone alle spalle; salutò il padre e attese che la madre e la sorellina salissero sull’auto.
Poi la mamma fece partire la macchina e dopo circa un chilometro fece scendere Leslie alla scuola media ‘St. Mary Mead’, dove saltellò felicemente riunendosi alle sue amichette, che, a parere di Jamie, avevano l’aria parecchio idiota.
Poi, 700 metri più avanti, Jamie salutò la madre, scese dall’auto e varcò il cancello del liceo. Era stipato di studenti.
Quelli di prima stavano tutti ammucchiati vicino ai portoni, timorosi di entrare. Al contrario, gli anziani di quinta erano fuori dal cancello.
Poi Jamie li avvistò: seduti sul basso muricciolo di pietra all’interno del cortile c’erano i suoi compagni di scuola.
Kenny gli venne incontro e lo salutò cordialmente. Bit, invece, si limitò a fare una squallida risatina. Poi arrivò anche Hazel Rufles, una ragazza bassa con i capelli castani corti sempre raccolte in due codine e dei grandi occhi verdi.
«Ciao Jamie! » esclamò Hazel saltellando davanti a lui.
Hazel era la sua migliore amica e, un po’ come con Kenny, si conoscevano dall’inizio della scuola media. Sempre allegra e socievole, ma spietata quando viene criticata. Ma erano aspetti di lei che la facevano essere davvero simpatica.
Poi vide Moona Hanson, una ragazza dai capelli ramati corti fino alle spalle, tante lentiggini in faccia e l’apparecchio in bocca discutere animatamente con Eddie Douglas, un ragazzo nero con gli occhiali  e i corti capelli castano scuro. Tutti li chiamavano secchioni, termine da loro disprezzato. Ma in realtà era proprio così: erano i primi della classe in tutte le materie, parlavano di scuola anche nelle vacanze, studiavano tutto il giorno, perfino dopo cena. Jamie e i loro compagni sospettavano che tra loro ci fosse qualcosa, nonostante la rivalità nei voti. Moona era spesso presa in giro da Bit, ma quest’ultimo non osava mai avvicinarsi a Eddie, visto che suo padre era il famoso sergente di Scotland Yard, William Douglas.
Riconobbe anche Raily Bicket, un ragazzino lunatico con la fissa sugli alieni e il suo amico Stan Zenith, un tipo buffo con i capelli neri lunghi alle spalle legati in un bizzarro chignon.
Poi vide Olivia Crane e Angie Dover, una mora e l’altra bionda con i capelli ricci che si dichiaravano le più invidiate dell’intera scuola, quando invece venivano soprannominate da tutti a loro insaputa ‘le due zitelle’.
 Erano tutti là, cresciuti rispetto all’anno prima, ma sempre con le stesse facce spossate e amichevoli –quasi tutte- di sempre.
Quando suonò la campanella, la folla di studenti entrò dentro l’enorme liceo. Poi Hazel indicò la classe in cui erano incisi su una targhetta argentata i due segni ‘2°G’.
« Siamo qui, siamo qui! Bit, dove vai? Siamo in quest’aula qua!» gridò vedendo che il ragazzo stava andando ancora avanti.
Entrarono.
La classe era più luminosa di quella dell’anno precedente, c’erano più banchi e accanto alla lavagna c’era un video proiettore.
« Accidenti!» mormorò Riley, strabuzzando gli occhi.
Kenny stava chiaramente per imprecare di sorpresa quando vide il proiettore ma venne bloccato in tempo da Jamie con una gomitata. Era stato l’unico ad accorgersi che il professor Cavendish di Inglese era già seduto alla cattedra.
« Salve, ragazzi» disse con la sua solita voce pacata e lenta.
Tutti presero posto –Jamie si sedette accanto a Hazel e Kenny vicino a Bit- e risposero:
«Buongiorno, professore »
«Sono felice di vedere che siete molto cresciuti, e spero che lo siate anche mentalmente. Questo sarà un anno molto duro, ci sarà da lavorar sodo, i pigri possono anche prendere i bagagli e uscire di qui..»
Bit, fece per prendere un bagaglio invisibile e si alzò dalla sedia con aria sconfitta. Il professore si voltò a guardarlo e lui, quando vide che quasi tutti ridacchiavano , si rimise a sedere compiaciuto sulla sedia con le braccia incrociate e la faccia da idiota.
«Grazie, signor Farren.» sbottò il prof «Ora, abbiamo una novità quest’anno. Al vostro percorso si aggiungeranno due nuovi ragazzi, salutate Zeke e Loreley » e con la mano fece cenno ai due nuovi studenti di entrare.
Così fecero, e si fermarono di fronte alla lavagna.
«Presentatevi, su » li incitò il professore.
«Io sono Zeke Lennox» disse con voce monotona il primo. Era un ragazzo molto alto, aveva una spruzzata quasi invisibile di lentiggini sul naso lungo e gli occhi grigi. I capelli castani scalati erano nascosti sotto al berretto e Jamie, ebbe l’impressione che non se lo sarebbe mai tolto.
«Mi chiamo Loreley Brookes! » fece la seconda con voce dolce, sorridendo. Jamie la guardò con tanto d’occhi e sentì un piacevole calore salirgli alle guance. Non era male, anzi, era molto carina. Aveva i capelli castano mogano lisci e lunghi fino al petto in contrasto con la pelle tenue e gli occhi azzurri le illuminavano il volto. Era abbastanza magra e di statura alta più o meno come Jamie.
Bit  sghignazzò, cosa che non passò inosservata al professore, che subito disse:
« Hai una battuta da fare, Farren? Facci fare una sana risata a tutti!»
Loreley non aveva ancora perso il suo sorriso smagliante.
«Niente di personale, prof, è solo che.. » riuscì a stento a trattenere le lacrime «i manici di scopa sono nello sgabuzzino al piano di sopra.. se Brookes vuole unircisi!»
Poi scoppiò a ridere e parecchi alunni gli andarono dietro ridacchiando. Olivia e Angie sbraitarono di risate come due galline. Kenny, Jamie e Hazel furono gli unici che non risero.
Jamie guardò Loreley di scatto e vide che il suo raggiante sorriso si stava spegnendo lentamente.
La ragazza fissò Bit che ancora ghignava. Quando smise di ridere posò lo sguardo su di lei e vide che lo fissava intensamente con un’espressione ferma. Lui incominciò a guardare ovunque, tranne che il suo volto. Era forse imbarazzato?
«Bene, potete sedervi » concluse Cavendish.
Zeke, senza dire niente e senza guardare nessuno, barcollò fino al banco in fondo alla stanza e si sedette osservandosi le mani.
«Puoi sederti qui, se ti va » disse Jamie a Loreley che sentendosi chiamata smise di fissare Bit e rispose:
« Si, grazie!» e prese posto accanto a lui. Jamie le fece un sorriso compiaciuto che lei ricambiò.
Il professore si mise ad accatastare delle schede sulla cattedra, quando Jamie decise di attaccare discorso con Loreley, che stava sistemando l’astuccio sul banco.
«Va tutto bene? Io sono Jamie e lei è Hazel »
Loreley si voltò e sorrise a tutti e due:
«Piacere!»
«Non prendertela per quello che ha detto Bit Farren, è un cretino, si diverte a fare il fanatico e a prendere in giro tutti » le spiegò Jamie.
« Sì, me ne ero accorta. Non sopporto per niente quel genere di persone» dichiarò lei.
« Neanche io, solo Kenny è suo amico.. Tutti cercano di entrare nelle grazie di Bit, ridendo alle sue battute o dandogli sempre spago. Ma pare che l’unico che lo compiaccia sia Kenny» replicò Jamie, indicando il ragazzo accanto a Bit.
«Oh, capisco » fece lei, soffermandosi a guardare Kenny, che si accorse di essere osservato e ricambiò lo sguardo di Loreley. Lei lo distolse violentemente, la pelle chiara tinta di un leggerissimo rosa.
La lezione trascorse tranquillamente parlando di che cosa era successo di interessante durante le vacanze. Avevano parlato tutti quanti. Tutti tranne Zeke e Loreley.
«Signor Lennox, vuoi dirci dove hai passato la tua estate?» chiese il professor Cavendish voltandosi verso di lui.
«Sono andato a Singapore per il lavoro di mio padre e poi ci siamo trasferiti qui dall’Irlanda del Nord » rispose lui, strascicando la voce e non muovendosi di un millimetro.
« Oh, bene» fece Cavendish «E tu, signorina Brookes, dove hai viaggiato?»
«Ehm..» incominciò lei, con voce spezzata «Veramente non sono stata da nessuna parte. Come Zeke, anche io mi sono trasferita da poco»
«E dove abitavi prima?» continuò il professore, curioso.
«Qui da queste parti..» rispose lei, vaga, osservando il soffitto.
Bit sbuffò, cosa che non passò inosservata a Loreley, che lo fulminò nuovamente con lo sguardo.
Fortunatamente, il professore non assegnò nessun compito.
La professoressa Gascoyne di Algebra, passò direttamente dai saluti di buon ritorno a svolgere compiti in classe.
«Dunque, sarete arrugginiti, immagino. Qualche equazione parametrica vi olierà la memoria. Kenny, fammi il favore di distribuire queste fotocopie a tutti» disse.
Kenny si alzò lentamente, prese le fotocopie indicatogli sulla cattedra e incominciò a distribuirle incominciando dalla sua fila per poi andare in quella di Jamie.
Quando posò la scheda sul banco di Loreley, lei alzò gli occhi e intercettò lo sguardo del ragazzo. Lui la fissò a lungo. Poi si accorse che stava lì rigido e immobile come un palo e si sbrigò ad andare alla fila di Riley.  Loreley chinò la testa e un sorrisetto le sfiorò le labbra.
‘Incominciamo bene’ pensò Jamie, seccato.
Conclusa la lezione di Algebra con la prof. Gascoyne, suonò la campanella dell’intervallo e tutti gli studenti si scaraventarono fuori dai banchi.
Jamie si fiondò alla macchinetta delle merendine seguito a ruota da Hazel.
Una volta preso lo snack si voltò verso l’amica e disse:
«Simpatica, quella Loreley, non trovi?»
«Io ho notato più che altro come lei e Kenny si sono guardati. Ma hai visto? Si sono mangiati con gli occhi! » esclamò Hazel, sgranando gli occhi.
«Non ci ho fatto caso... A proposito, dov’è lei?» disse, guardandosi attorno e affrettandosi a cambiare discorso.
«E’ rimasta in classe.. Senti, io vado da lei, non mi piace che rimanga sola il suo primo giorno di scuola. Voglio farci amicizia!» fece Hazel, avviandosi in classe. L’amico la seguì.
Non appena varcarono la soglia dell’aula si presentò loro davanti la seguente scena:
Loreley era seduta al proprio banco e non mangiava. Kenny si avvicinò a lei traballante e si sedette al posto di Jamie. Loreley avvampo’ guardandolo. La mandibola di Jamie si contrasse.
«Io sono Kenny. Tanto piacere.. ehm, Loreley, giusto?» disse lui incerto, porgendole la mano.
Lei non la prese subito, ma la guardò con tanto d’occhi.
Jamie sperò con tutto il cuore che lei non afferrasse la mano del ragazzo, e pregò un aiuto dal cielo. Magari una navicella spaziale sarebbe atterrata proprio sopra Kenny e l’avrebbe risucchiato via, così Jamie sarebbe potuto andare da Loreley e passarci un po’ di tempo insieme.
 La ragazza si accorse di star fissando la mano del compagno da parecchi attimi, quindi distolse lo sguardo per incontrare quello di lui, che sorrise.
Lei ricambio il sorriso e finalmente strinse la mano:
«Sì, piacere!»
Jamie non capiva perché tra proprio tutte le ragazze che c’erano nella classe, Kenny si dovesse interessare proprio a quella nuova.
«Vieni, andiamo a sederci più in qua, così li lasciamo un po’ da soli» gli propose Hazel, che sembrava molto felice del fatto che Kenny stesse baccagliando Loreley, spingendo l’amico ai banchi dietro la loro fila.
Incominciarono a mangiare e a chiacchierare, ma nel frattempo, ascoltavano con tanto di orecchie la conversazione tra i due ragazzi, soprattutto Jamie.
«Dimmi un po’..» incominciò Kenny «Stai nelle vicinanze?»
«Oh, sì. A un paio di isolati da qui..» rispose lei, sorridendo.
«Hai fratelli o sorelle?»
«Sono figlia unica.»
«Accidenti, anche io!» esclamò Kenny, con parecchio – forse troppo- entusiasmo.
Jamie sbuffò. Kenny era molto bravo a fare il ruffiano.
«Ti piace fare qualcosa in particolare, fuori dalla scuola?» continuò il ragazzo, incrociando le braccia. A quel punto, le intenzioni di Kenny non potevano non essere chiare a Loreley.
«Bé, sì. Mi piace disegnare, ballare... » disse lei , arrossendo debolmente «..mangiare il gelato all’amarena.. »
«Cioccolato e amarena sono i miei gusti preferiti! Un’altra cosa in comune, eh?» esclamò lui, alzandosi.
Lei lo seguì con lo sguardo.
«Senti» fece lui «ti andrebbe di fare un giro per i corridoi prima che  finisca la ricreazione?»
«Volentieri!» disse Loreley, alzandosi anche lei e avviandosi verso la porta.
Sfortunatamente, una brutta sorpresa la attese: Bit, che stava oltrepassando la porta, le fece uno sgambetto, facendola cadere distesa per terra.
«EHI!» gridarono Jamie e Hazel alzandosi contemporaneamente.
«Amico, ma che fai?!» chiese Kenny chinandosi per aiutare la ragazza a rialzarsi.
Ma contro le sue aspettative, lei lo scansò rialzandosi velocemente in piedi e, con i pugni stretti si rivolse a Bit.
«Qual è il tuo problema?! Cosa ti ho fatto? Perché mi tratti così?»
Lui era palesemente sorpreso, ma cercò di nasconderlo deridendola ad alta voce.
«Sei tu il mio problema. Ma ti sei vista? Sei ridicola! E tu, Kenny, come puoi andarle dietro? Se ti interessa sprecare il tuo tempo con questa qua, sei stupido pure tu. Ho sbagliato a credere che tu fossi quello più intelligente in questa classe.»
«Ma falla finita.» disse Loreley voltandosi e avviandosi fuori dalla classe «Kenny, andiamo a fare quel giro? Sta per suonare la campanella..»
Ma Kenny non si mosse, rimase lì impalato vicino a Bit, sfregandosi il braccio sinistro con la mano destra e guardando per terra. Non sentendolo venire, Loreley si voltò e lo guardò.
«Kenny..? » fece lei, la voce tremò.
« Vedi, Brookes, anche lui si è accorto quanto tu sia ridicola» intervenne Bit, ghignando.
Questo era davvero troppo, pensò Jamie, e Hazel sembrò pensare la stessa cosa perché si portò una mano alla bocca.
Si aspettavano entrambi che Loreley scoppiasse in lacrime e scappasse e, francamente, non l’avrebbero biasimata. Ma invece, sorprendendo Bit ancora una volta, fece un sorriso stiracchiato poi si cinse in modo piuttosto bizzarro il busto con le braccia, come se avesse freddo, e se ne tornò a posto pestando i piedi a terra. Reazione piuttosto strana.
Non poteva farsi umiliare così. Assolutamente no. 
Jamie si alzò e si posizionò di fronte a Bit:
« Hai esagerato stavolta, Bit»
« E se non m’importasse, Parker?» ribatté quello, inarcando un sopracciglio.
«Che cosa ti ha fatto di male? Niente! E’ appena arrivata e noi dovremmo farla sentire a suo agio, non maltrattarla! E poi non fai ridere nessuno, sappilo. Sei solo un pagliaccio!» fece Jamie, scaldandosi.
« Parker, forse non hai ancora ben capito come funzionano le cose qui: io faccio tutto quello che voglio. Posso benissimo dare fuoco ai libri, posso rompere i vetri delle finestre, posso prendere Brookes e sbatterla sulla cattedra» a quelle parole, Loreley gli scoccò uno sguardo di fuoco « oppure posso prendere te, Parker, e spaccarti la faccia a suon di pugni»
Kenny sussultò, ma non osò alzare gli occhi. Jamie, tuttavia, rimase indifferente.
« E’ il primo giorno, e non voglio problemi a causa di un perdente come te. E tu, Kenny, pensavo fossi più furbo, invece sei solo un burattino demente.» e detto questo, si sedette vicino a Loreley, seguito da Hazel che lanciò uno sguardo sprezzante a Kenny e a Bit.
«Tutto bene? » le chiese lui.
«Sì, grazie per quello che hai fatto » disse lei, rivolgendogli un sorriso.
Lo stomaco di Jamie parve sciogliersi e scaldarsi. Era proprio graziosa, decisamente graziosa. Hazel parve leggergli nel pensiero e si irrigidì, guardando altrove.
La lezione di francese successiva andò decisamente peggio delle altre. La professoressa Royal volle che tutti si alzassero e dicessero cosa avevano fatto quell’estate in lingua francese.
«Cavolo, è una faticaccia!» sussurrò Hazel, preoccupata, ascoltando Riley fare una figuraccia dopo la sua pessima esibizione davanti alla classe.
«Già.. è difficile anche per me che me la cavo piuttosto bene in francese» mormorò Jamie.
Quando toccò a lui tutti ridacchiarono: quell’estate non aveva ripassato niente di niente e andò malino. La professoressa aveva un’aria leggermente disgustata quando lo rimandò a posto. Aveva accostato parole a vanvera cercando di formare almeno una frase di senso compiuto, ma non ebbe molto successo.
«Non sei andato malissimo, dai!» lo consolò Hazel.
«Stai scherzando, vero? Avrò ripetuto dodici volte très bien, e poi ho detto porquoi  nella risposta al posto di parce que !» disse lui, prendendosi la testa tra le mani.
Hazel gli diede una pacca sulla spalla.
 Poi passarono a Loreley. Jamie ebbe la netta sensazione che non avrebbe fatto una bella figura neanche lei.
Povera Loreley, tre figuracce in una sola mattinata. Un record, forse.
E invece, accadde tutto il contrario di ciò che pensavano.  La ragazza parlò fluidamente e usò perfino la ‘r’ alla francese così che tutti la fissarono sbalorditi, Bit compreso, che ora la fissava a bocca aperta, troppo intensamente per rendersene conto. Kenny, che aveva tenuto gli occhi bassi per tutta l’ora, li alzò e fissò la compagna con un’espressione incredula, quasi di rimorso per quanto accaduto durante l’intervallo.
«Merci beacoup!» dichiarò la professoressa, alla fine del resoconto di Loreley, così colpita che non riusciva a smettere di lanciare sorrisi a quella che ora –a quanto pareva- era diventata la sua alunna preferita.
«Però!» esclamò Hazel, rivolgendosi a Loreley «Hai lasciato tutti di stucco, complimenti!»
«Non sono stata poi così brava!» rispose Loreley, sedendosi.
‘E’ anche modesta, per la miseria’  pensò Jamie, meravigliato.
Quando la campanella suonò, tutti si alzarono in fretta e furia, precipitandosi fuori dalla porta.
«Ricordatevi che la prossima volta incominceremo ad usare i libri di testo!» gridò la professoressa, con nessuna speranza che qualche alunno l’avesse sentita.
All’uscita, Jamie e Hazel avvistarono Loreley in mezzo alla folla, che si  avviava verso i cancelli.
« Dì un po’, Loreley, com’è che parli così bene il francese?» chiese Jamie avvicinandosi a lei.
«I miei genitori vollero farmi prendere diversi corsi per imparare le lingue straniere: francese, tedesco, italiano e cinese. Sono costati molto, ma direi che ne è valsa la pena, no? » rispose lei velocemente, camminando più piano per stare al passo con Jamie.
«Altroché » intervenne Hazel , spuntando in mezzo fra Jamie e Loreley, ignorando l’irritazione che passò sul volto dell’amico «sei fenomenale! Dovevi vedere come Kenny e Bit ti guardavano!»
Loreley sorrise radiosa.
Era bello che una persona sorridesse così tanto, pensò Jamie.
«Senti, che ne dici se oggi pomeriggio andiamo insieme a prenderci un gelato? Così facciamo amicizia, ci conosciamo un po’ meglio» propose Jamie, con molto più coraggio di quanto si aspettasse.
Poi vide l’espressione un po’ delusa di Hazel.
«Anche Hazel!» si affrettò ad aggiungere «Saremo solo io, te ed Hazel. Nessun altro!»
«Ma sì. Perché no? » accetto lei, annuendo.
«Sì, anche io non ho problemi! Ti passo a prendere io, Loreley? Dove stai? » si offrì Hazel, soddisfatta.
«Oh no, tranquilla.. Sto vicino, verrò a piedi! Un po’ di moto, d’altronde mi farà bene. Non mi muovo da così tanto tempo.. » fece Loreley  accelerando il passo «Bene, io giro di qui. Ci vediamo oggi allora »
«Sì! Alle quattro e mezza da Gluttony » confermò Jamie, guardandola salutarli con la mano e sparire dietro la via.
Jamie e Hazel si rincamminarono verso le loro case, non molto distanti da lì.
«E’ simpatica.. no?» disse Hazel.
«Certo. E’ un po’ timida, ma deve solo adattarsi» fece Jamie.
«Non capisco perché Bit sia così scemo. E’ appena arrivata e deve fargli quelle cose» fece lei.
«E Kenny allora? Si fa trascinare da Bit in qualsiasi situazione! Si fa sfuggire una ragazza così carina..» esclamò Jamie, e la compagna si voltò immediatamente verso di lui, fermandosi.
«Ti piace?»
Lui, arrossendo appena, rispose velocemente «Non.. non ho detto questo. Ho solo detto che è carina..»
«Va bene» sbottò Hazel, in modo abbastanza secco «Sono arrivata a casa. Ci vediamo oggi, Jamie»
Jamie la guardò allontanarsi. Era una sua impressione o si era irritata un po’ alla fine della conversazione?
«Valle a capire, le donne» sbuffò il ragazzo, riprendendo a camminare.
 
 
 
«Com’è andata a scuola?» chiese la mamma, mentre cucinava uova e pancetta.
«Tutto ok» risposero all’unisono Jamie e Leslie.
«Mamma, oggi esco a prendere un gelato» dichiarò Jamie.
Sentì la madre smettere di muovere la padella e voltarsi verso di lui.
«Con quel Kenny? Ti ho detto che..»
«No, mamma, non con Kenny. Con Hazel!» rispose in fretta il ragazzo.
«E perché sei arrossito?» chiese Leslie, a voce alta, indicando le guance calde del fratello.
«Non sono arrossito. Spostati, Leslie» fece lui, spingendo la bambina da parte per mettersi a sedere.
«Ooooh, capisco» fece la sorellina, continuando a trotterellargli dietro «Jamie ha appuntamento con un’altra ragazza»
Ora il rumore fu chiaro e forte: la mamma lasciò andare la padella sbattendola sui fornelli. Poi prese Jamie per un braccio, lo trascinò in salotto, lo buttò sul divano e gli si sedette accanto:
«Chi è? Una nuova amica? Quanti anni ha? E’ inglese? Il mio piccolo Jamie si è preso una cottarella!»
Leslie scoppiò in una fragorosa risata, ricomparendo dalla cucina.
«E’ solo un’amica, si chiama Loreley, NON MI SONO PRESO UNA COTTA! Mamma, fatti gli affari tuoi!» esclamò tutto d’un fiato. Poi si alzò e andò a guardare la tv dove stavano trasmettendo novità agghiaccianti dalla strage del manicomio francese.
E’ stato trovato il cadavere di François LaCroix, schiacciato dal peso del muro esploso. Secondo l’autopsia, gli organi e le ossa erano compressi in modo grave, il signor LaCroix è  morto in pochi minuti per emorragia interna.
Riguardo i risultati dell’autopsia del signor Ràmon Barret, di anni ventiquattro, è stata scoperta una coltellata ai livelli dello stomaco. Non è stata individuata subito perché la morte lo deve aver raggiunto in pochi secondi e una volta defunto il sangue non ha avuto modo di uscire.
«E’ stato sicuramente un paziente» dice il dottor Umbriel, specializzato nella cura dei pazienti «Quei tipi di ferite sono causate da bisturi per operazioni. Bisturi che possediamo solo in questo ospedale, visto che il prossimo è distante circa sette chilometri da qui»
La signorina Deith Le Blanc, ventenne, non è ancora stata trovata, ma tutto l’ospedale è stato setacciato da cima a fondo. E’ possibile che Deith sia scappata? I gendarmi stanno ancora indagando.
«Non escludiamo il fatto che possa essersene andata. La forestale sta setacciando i boschi e i laghi qui vicino, ma stiamo ancora cercando tra le macerie. E’ difficile dire se Deith sia viva o morta, ma è probabile che si trovasse proprio accanto alla bomba nel momento dell’esplosione. In quel caso, sarebbe a dir poco impossibile ritrovare il corpo della ricercata, visto la notevole potenza rilasciata dall’esplosivo…»
Incominciati anche gli interrogatori tra i parenti delle vittime, fatto alquanto complicato visto che la famiglia di Deith Le Blanc si è trasferita da tempo…’
«Dannazione!» sbraitò la mamma verso il televisore «La polizia non è capace di fare un bel nulla! E’ una sola, e loro sono più di un centinaio!»
«La troveranno, mamma, tranquilla.» fece Jamie, più come auto-rassicurazione che come ammonimento.
«Speriamo la ritrovino morta. Almeno non ci sarà più tutta questa preoccupazione.» commentò Leslie, sprezzante.
«Leslie! Ma che modi sono?» gridò la mamma.
«Infatti, Leslie! Immagina se ci fossi tu al loro posto.. anzi, a dire il vero già ci sei, visto che sei totalmente tocca.» la schernì Jamie.
La mamma parve rasserenarsi e incominciò a ridere con il figlio, mentre la ragazzina uscì dalla stanza sbuffando.
  
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