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Autore: Hunterwolf    26/04/2013    2 recensioni
una scuola dentro un castello, posizionato su una scogliera ammazzo al mare... il mare che tinge i suoi occhi, che tanto hanno sofferto, ma che finalmente hanno trovato un posto nel mondo. Il passato sta dov'è giusto che stia, il presente ha molte più strade da percorrere... un insegnate con la sua classe percorrerà vita scolastica del tutto fuori dalla norma, affaccia su un cielo senza tempesta.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crocodile, Nuovo personaggio, Smoker, Supernova, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Settembre. Inizio di un nuovo anno scolastico nell’antichissima scuola “ Grand Line”. Più che una scuola, era un enorme castello medievale, costruito su una scogliera a picco, e circondato dall’oceano blu, fondato almeno 200 anni prima e messo a disposizione di tutti i ragazzi del mondo ; le torri portavano i segni dei secoli, e le mura sembravano più vecchie del tempo stesso, ma nulla in tutti quegli anni era riuscito a buttarlo giù. Non era un semplice istituto scolastico, era un college con tanto di casate, dormitori e grandi giardini interni per il tempo libero.
Il castello era collegato alla terra ferma tramite un ponte di pietra nera, ornato con edera e rose selvatiche, ed oltre quel ponte c’era una cittadella marittima, anch’essa medievale, per i ragazzi e per i rifornimenti della scuola.
Agli studenti servivano sei anni per prendere il diploma alla Grand Line, ma nulla era più appagante che esser passato per quei corridoi, pieni di cultura e dei volti dei grandi della storia.
Il primo giorno di scuola era un lunedì di sole, con una piacevole brezza estiva, i ragazzi arrivavano da ogni dove, armarti di bagagli e tanta buona volontà, e gli studenti del primo anno si preparavano per essere smistati nei loro dormitori.
Di solito, non arrivavano nuovi insegnati, ma lui era un’eccezione : arrivò con una moto Guzzi california, nera e blu, dal taglio feroce ed intimidatorio ; frenò davanti ad un enorme portone di legno scuro e con rinforzi e borchie di metallo, sorvegliato da due guardie armate di lunghe spade, con giacche militari di colore scuro, bottoni rossi, che formavano una “v” sul petto, e lacci laterali collegati ai bottoni. Spense il motore e si tolse il casco nero che gli ricopriva tutta la testa, sotto quello, c’erano capelli neri corti e scompigliati, gli occhi blu oltremare erano intensi come le acque dell’oceano, e l’occhio destro inciso da una cicatrice vecchia di anni, che partiva dalla palpebra e terminava allo zigomo destro. Doveva essere piuttosto giovane, forse sulla trentina, il corpo era muscoloso, nervoso e sembrava scolpito dalle mani di un grande artista.
Si guardò attorno e scese dalla moto, il terreno era liscio al contatto con le suole dei suoi stivali e le pietre brillavano al sole con una strana luce oscura ; non aveva l’aria di un professore, dato che indossava una giacca da aviatore nera, con il colletto e le maniche di pelle bianca, i pantaloni blu erano stretti alla vita con una cintura di cuoio marrone e gli stivali gli arrivavano fino alle ginocchia.
Prese il suo mezzo e lo parcheggiò vicino alla porta, slacciò dalla sella un sacco da viaggio e se lo mise a tracolla, poi diede una lettera ad una delle due guardie.
-Prima volta ??- chiese quello, porgendo il pezzo di carta gialla al suo collega, che lo analizzò attentamente.
-Si. Primissima volta.- rispose il professore, aprendosi il giubbotto e allentandosi la cravatta bianca, sotto un gilé marrone e una camicia rosso cremisi.
-Va bene, entrate pure.- disse l’atro, ed, assieme all’atra guardia, aprì il pesante portone verso l’interno, usarono una sola mano e lo spinsero con una facilità estrema.
-Benvenuto alla Grand Line !!- sciamarono all’unisono, e il prof entrò senza troppi indugi.
L’entrata era un’ immensa sala di pietra dorata, dal fascino antico e raffinato : sul pavimento c’era inciso lo stemma della scuola, uno scudo a punta, ornato di edera, con all’interno un albero di quercia secolare e una stella protettrice. Alle pareti, invece, era appesi gli stemmi delle quattro casate scolastiche, tutti scudi a punta, con un animale diverso e un colore particolare : Black Wolf, stemma nero con un lupo ululante su una mezza luna. White Tiger, stemma d’argento con una tigre albina impennata. Red Hawk, stemma rosso con un falco irato, con una freccia stretta negli artigli. Blue Owl, stemma blu con un gufo osservatore su un ramo invernale.
Tutto quello fece nascere un certo stupore nel nuovo insegnante, ma si interruppe quando vide un uomo seduto sui gradini di una scala al fondo della sala, con le spalle rivolte ad una vetrata, da cui filtravano i raggi solari e proiettavano la sua ombra sul pavimento. L’uomo lo stava guardando da un po’, con occhi d’acciaio indagatori e freddi, un sigaro tra le labbra, le mani nelle tasche dei pantaloni neri e la camicia nera slacciata fino al petto, con una cravatta bianca che superava il livello della camicia, sul chiodo di pelle bianca c’era cucito, sul lato destro, lo stemma della casata Black Wolf. Neanche lui aveva l’aria di un insegnate normale, i capelli argentei scompigliati e lo sguardo rabbioso ne erano la prova.
-Ti sei incantato ?- chiese irritato, forse lo stava aspettando da troppo tempo.
-Forse. Voi chi siete ?-
-Non mi piace che mi si rispondi ad una domanda con un’altra domanda…- commentò aspo, scendendo le scale ed avvicinandosi al nuovo arrivato ; le suole dei suoi anfibi bianchi produsse un suono che ruppe bruscamente il silenzio della sala, e quando gli arrivò davanti, al livello dei suoi occhi blu, lo squadrò da capo a piedi, non tralasciò neanche un dettaglio e poi si tolse il sigaro dalla bocca.
-Mi chiamo John Smoker, insegno filosofia e materie antiche e sono il responsabile della casata del lupo nero. Tu ?-
-Zero Warrior. Ho inviato il mio curriculum in questo college, e qualche giorno fa mi è arrivata la lettera d’ammissione.-
Prese la lettera e la diede a Smoker, ma lo fermò e gli porse la mano in gesto di saluto, sfoggiando un mezzo sorriso.
-Non posso che dire… salve.-
-E io non posso che rispondere… altrettanto !!-
Si strinsero le mani come due veri uomini, poi l’albino strinse le dita della mano destra in un pugno e fecero un saluto più “moderno”. Dopo gli fece cenno di seguirlo su per le antiche scale di pietra scura, e lo portò in un corridoio con molte vetrate trasparenti, ornate con disegni di piante e guerrieri.
-Certo che questa è una scuola molto antica…- commentò Zero togliendosi la giacca da aviatore e sistemandosi meglio la cravatta e il gilé, voleva fare una buona impressione ai suoi colleghi.
-Si, direi di si.- rispose con voce roca e profonda, ma si fermò un momento e lo guardò sereno.
-Non c’è bisogno che vi fate bello. In questo posto importa più quello che avete dentro il corpo di quello che avete fuori.-
Quelle parole lo colpirono molto, non aveva mai conosciuto una persona così ; Zero sorrise e si allentò di nuovo la camicia e la cravatta rosso cremisi.
-Avete ragione Smoker !!-
-E poi… conciato come un vero professore, sembrate un damerino, peggio un cagnolino ammaestrato, detto in tutta sincerità.-
Il nuovo prof rimase di stucco, paralizzato e ghiacciato dalla freddezza di quel essere umano, e pensare che sembrava uno a posto.
-Grazie per la schiettezza…-
-Figurati, io dico sempre la verità, a costo di sembrare un ice burg.-
“Voi… siete un… ice burg… è diverse…” pensò Zero con un lieve intento omicida negli occhi blu.
Smoker se ne accorse, ma non fece una piega, frugò nella tasca interna del suo chiodo e prese un sigaro nuovo e un accendino, lo accese e aspirò una bella boccata di fumo grigio dolciastro.
Arrivarono ad una grossa porta di legno nero, che sembrava scavata nella roccia della parete, rinforzata con metallo argenteo lucente ; l’albino prese una chiave dalla tasca dei pantaloni e l’aprì con due giri netti : l’interno era molto luminoso, ampio, le vetrate verde chiaro e c’era un buon odore di pietra umida ; al centro della stanza a cupola c’era un grosso tavolo circolare con un foro nel mezzo, e in quel momento, alcune persone si trovavano in quel luogo.
-Ehi, Smoker !!!- esclamò uno di quelli, un uomo giovane con i capelli arancione, all’indietro, gli occhi verdi smeraldo, una giacca blu brillante a quadri e dei pantaloni bianchi.
-Ciao Drake, è arrivato il nuovo collega.- disse posando, amichevolmente, il braccio destro attorno alle spalle di Zero.
-Ah, tu devi essere Zero Warrior !! Io sono Francis Drake, insegno scienze e chimica !!-
Il nuovo arrivato si sentì un po’ in imbarazzo, e il suo volto si tinse di un colore rossastro ; non era abituato ad una simile accoglienza, così amichevole e calorosa, come se quelli lo conoscessero da sempre, da una vita intera.
-Piacere mio, Drake… ma vi chiamate come quel pirata del ‘500…- cercò di dire, trattenendo a stento l’emozione, e i due colleghi di mise a ridere.
-Se lui fosse un pirata… dovrebbe insegnare navigazione. Non vi pare logico, Zero ?- domandò un altro insegnate, con voce tagliente e macabra, se ne stava con la schiena appoggiata ad un muro vicino alle vetrate e li guardava neutro, con quei suoi occhi gialli, attraverso degli occhiali rettangolari, con la montatura nera.
-Sempre gentile tu, eh Crocodile ??- la voce di Smoker si era fatta quasi irata, mentre quello si avvicinava a Zero.
-Non sembri contento di rivedermi.- commentò Crocodile con aria di sfida, portandosi una mano sulla giacca da militare, molto simile a quelle che portavano le guardie del castello : era nera, i bottoni d’oro luccicavano e avevano lo stesso motivo a “v”, ma il colletto e i polsini erano decorati con disegni bianchi, sulle spalle aveva dei rinforzi, anch’essi bianchi, e completavano il tutto dei pantaloni bianchi e degli stivali alti di cuoio scuro.
-Mai visto un professore con una tenuta da soldato…- commentò Zero con occhi confusi, a quanto pareva, le assurdità in quella scuola erano all’ordine del giorno.
-Spiritoso, questa è la divisa della casata della tigre bianca. Sono Stone Crocodile , faccio psicologia e criminologia.-
-Allora dovreste vestire come un detective.- non gli mancava lo spirito, ma questo fece alzare con rabbia un sopracciglio a Stone, mentre gli altri due erano scoppiati a ridere come matti.
-Mi fa piacere che voi siate così divertente, Zero Warrior.- commentò una voce alle loro spalle, un uomo alto e robusto, vecchio con un bel paio di baffi a mezza luna e un completo giacca e camicia color argento, sulle spalle portava una specie di mantello con i polsini e il colletto rosso, e la testa era avvolta da una bandana blu scuro.
-Voglio tirate ad indovinare… voi siete il preside…- la voce del nuovo arrivato in quel momento, tornò seria e formale, ma non riuscì a trattenere quel espressione stupita, che gli si era incollata alla faccia da quando era entrato nel castello.
-Edward Newgate, ovvero… il tuo datore di lavoro !! Benvenuto tra di noi, e fai sempre del tuo meglio per gli studenti- il sorriso, che il  preside sfoggiò, era talmente largo che gli occhi gialli, gia molto piccoli, quasi scomparivano ; Zero abbassò la testa, era passato troppo tempo da quando qualcuno l’aveva trattato con riguardo, aveva dimenticato cosa volesse dire “gentilezza nei confronti di qualcuno”… Smoker fu il primo ad accorgersi della sua malinconia, e gli strinse il braccio attorno al collo, come se volesse strangolarlo.
-Allora ?!? Nulla da dire ??- chiese l’albino, mentre Zero cercava di liberarsi dalla presa d’acciaio di quel teppista.
-Grr..razie !!- disse contento, sorridendo, ma mescolando a quello una smorfia di dolore.
-E per cosa ?- domandò Crocodile confuso, alzandosi gli occhiali neri ; Smoker sorrise e lo lasciò andare, e finalmente Zero riuscì a respirare di nuovo.
-Era da troppo tempo che non incontravo gente come voi, insomma, così… umana. Quindi grazie, veramente !!-
-Non sappiamo quello che ti è capitato prima di venire qui, e neanche ci interessa. Tu sei qui ora, il resto lascialo dov’è giusto che stia. Quello non è altro che il passato…- l’albino gli posò la mano destra sulla spalla e lui ci si aggrappò felice. In fondo, non era stato una brutta idea, mandare il curriculum alla Grand Line.
  
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