Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Laura Anita Winchester    27/04/2013    2 recensioni
Temptation è una dei "preferiti" ovvero il giocattolo di Lucifero. E' una dei migliori nel suo campo e lavora sempre da sola. Quando arriverà Storm, un altro demone le cose incominceranno a cambiare... ci sarà una vera e propria caccia all'uomo.
Castiel è un angelo caduto privilegiato dal fatto di essere appena scampato all'Inferno e alle "cure" di Lucifero, ma ha fatto una promessa e sa che quella non sarà l'ultima volta che vede un demone...
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Temptation si rifugiò nella sua camera d’albergo, assicurandosi di non essere seguita dall’angelo.
Diamine, che le stava succedendo?
Ricordi, maledettissimi ricordi.
Si guardò allo specchio e detestò ciò che vide.
La ragazza con gli occhi rossi e i capelli scompigliati non poteva essere lei.
Non doveva essere lei.
Andò in bagno e si sciacquò il viso, cancellando le tracce delle ultime lacrime.
Sospirò e si raddrizzò, cercando di apparire più sicura di se stessa.
Doveva distrarsi e dimenticare.
E lei sapeva come fare.
 

- Quindi l’hai lasciata sola – commentò Lucifero.
Storm inginocchiato con il volto basso confermò.
Perché te l’ha detto un angelo – sibilò il demone.
- Perché ho scoperto che quell’angelo è suo fratello – lo corresse.
Lucifero gli diede le spalle – Pensavo che fosse morto.
- E’ sopravvissuto all’insurrezione. E ora vuole capire se sua sorella è davvero un demone o se può tornare al Paradiso.
Lei è mia! – urlò Lucifero, facendo tremare le pareti dell’edificio attorno a loro.
Storm si alzò – Signore, ci pensi bene. E se diventasse una doppiogiochista? Sarebbe meglio perderla – commentò, poi quando vide che Lucifero stava per colpirlo continuò – Dispiacerebbe anche a me perdere la mia collega, ma… a questo punto, possiamo giocare d’astuzia e portarla fino in fondo con noi.
Lucifero si sedette dietro la sua scrivania ridendo – A quanto pare, sei davvero intelligente come dicono.
 

Temptation camminò per le strade di New York e svoltò nei vicoli meno popolati.
Tra la sporcizia e il fetore degli escrementi, finalmente trovò ciò che cercava.
Un’insegna luminosa indicava la presenza di un night club che aveva appena aperto.
Alzò il volto a scrutare il cielo.
Il tramonto era ormai finito da un pezzo e la luna si stagliava gloriosa nella notte senza stelle.
Posò la mano sulla porta, che doveva essere chiusa, ed entrò.
Due buttafuori la fermarono, ma lei sorrise in modo provocante – Voglio vedere il vostro capo.
- Bellezza, non è posto per te – rispose uno dei due buttafuori.
Lei si passò una mano tra i capelli – E invece credo proprio di sì.
La lasciarono entrare, sotto l’influenza della sua mente, e si diresse verso l’ufficio del capo.
Una folla di uomini, seduti attorno ai tavoli, attendevano l’arrivo delle ballerine con drink e soldi tra le mani.
Spalancò la porta dell’ufficio del proprietario e sorrise – Salve.
- E lei chi è? – chiese l’uomo con un paio di occhiali da sole e i piedi sulla scrivania.
Si avvicinò sporgendosi in avanti – Vorrei lavorare per lei, solo per questa notte. Niente soldi, voglio solo divertirmi.
L’uomo si tolse gli occhiali e la squadrò, poi si alzò per avere una maggiore visione del suo corpo.
- Sei uno sbirro?
Rise – Ti sembro uno sbirro?
L’uomo la fissò a lungo poi annuì – Vai dietro nei camerini e mettiti qualcosa. Tanto poi dovrai toglierlo.
Lei annuì e uscì dirigendosi nel retro.
Alcune ballerine la fissarono, bisbigliando tra di loro.
Lei scelse un completino bianco con scarpe del medesimo colore.
- Chi sei?
Guardò il riflesso della ragazza dietro di lei, mentre si specchiava per controllare i risultato – Mi chiamo Temptation. Non vi preoccupate ragazze – disse voltandosi e prendendo il possesso delle loro menti – Voglio solo divertirmi un po’, non rubarvi la piazza. Voi non date fastidio a me e io non lo darò a voi.
Diede le spalle alle altre e tornò a finire di truccarsi.
Temptation si avvicinò ad una postazione vuota, dandosi giusto un po’ di trucco per non sembrare una ragazza per bene.
Scivolò con le compagne fuori dal camerino e sentì la musica ripetitiva prendere il possesso del suo corpo.
   
 
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