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Autore: Francine_92    27/04/2013    2 recensioni
[Questa storia fa riferimento a "il principe mezzosangue" ed a "i doni della morte" interpretati in modo molto differente dagli originali.]
“Guardami.” Hermione, che stava con la testa china e continuava a piangere, sollevò il viso specchiandosi negli occhi di Draco. “Sopravvivremo a tutto questo.” allungò la mano destra per stringere il braccio di Hermione, portandoselo vicino alle labbra e posando poi quest'ultime sulla cicatrice che Bellatrix le aveva inciso. Hermione a quel gesto parve calmarsi e smise di piangere. Draco le lasciò il braccio e lei ne approfittò per fare lo stesso; usò entrambe le mani per sollevare la manica della camicia di Draco, scoprendone il Marchio Nero e si chinò a baciarlo. Poi si allontanò e tornò a guardare il giovane serpeverde negli occhi color ghiaccio, che già avvertiva il cuore più leggero e colmo di una gioia mai provata. “Ci prenderemo cura l'uno dell'altra e saremo sempre pronti a sanare le nostre cicatrici, me lo prometti?”
“Te lo prometto, Hermione.”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Movieverse, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Gli incontri avvengono quando arriviamo a un limite,

quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente.

-Coelho.

 

Piccolo litigio.

 

Per due giorni la strega non aveva ricevuto nessuna notizia dal giovane serpeverde. L’ansia la stava mangiando viva e per di più non poteva parlare di nulla con Ron ed Harry. Mentire ai suoi amici era davvero pesante per una come lei, ma aveva giurato a Draco che sarebbe stata zitta e lei era una persona che manteneva le promesse.

Quando ormai credeva che Malfoy avesse cambiato idea o che peggio, le avesse mentito e volesse togliere di mezzo anche lei oltre che Silente, quest’ultimo l’aveva tirata da un braccio, un pomeriggio, trascinandola in uno dei tanti vicoli ciechi e stretti presenti ad Hogwarts. Hermione lì per lì si era decisamente spaventata e stava già cercando di urlare, quando Draco, che l’aveva stretta a sé in modo che la schiena di Hermione aderisse al proprio petto, premette la propria mano sulla sua bocca, impedendole di fiatare.

“Sht, sono io.” disse e il suo respiro caldo si infranse contro l’orecchio della strega, provocandole una serie di brividi piuttosto piacevoli.

“Ti sembra il modo di presentarti?” riuscì a dire lei, quando Draco allontanò la mano fredda dalle sue labbra rosee e calde.

“Non avevo molta scelta. Stai sempre in giro con quei due. In quel momento eri sola e com’è che si dice? Ora o mai più.”

Draco si allontanò appena da Hermione e poggiò la schiena contro il muro e la strega fece lo stesso, sull’altro lato, rimanendo immobile davanti a lui.

“Mio padre mi ha avvisato che ci sarà anche Bellatrix, entrerà da un Armadio Svanitore presente nella Stanza delle Necessità. Ce n’è uno uguale da Magie Sinister.”

“Primo, non mi hai ancora detto chi è il Principe Mezzosangue. Secondo, cosa cambia questa novità?”

“Il Principe Mezzosangue è Piton, l’ho scoperto l’anno scorso. Non credere che quel libro possa aiutarti contro Lord Voldemort, perché sarebbe del tutto inutile. Le vostre ricerche sono inutili, quindi puoi anche dire ai tuoi due schiavetti di smetterla di mettere a soqquadro tutta la biblioteca.”

Hermione tacque. Piton era l’autore di quegli incantesimi e quelle formule presenti su quel libro? E Malfoy come l’aveva scoperto?

“Ora se vuoi lasciar perdere la cosa, gradirei che ti concentrassi su di me.”

“Sono molto concentrata su di te, Malfoy. A quest’ora avrei già dovuto dire tutto ad Harry e Ron e avrei dovuto trovarmi nell’ufficio di Silente per comunicare la faccenda a lui stesso!” rispose seccamente.

Draco incrociò le braccia al petto e digrignò i denti prima di parlare, serrando le mascelle.

“Allora va!” urlò. “Vattene se è quello che vuoi!”

Hermione sobbalzò su se stessa, quell’urlo l’aveva spaventata e colta di sorpresa. Draco con uno scatto tirò un pugno al muro davanti a sé, a pochi centimetri dal viso di Hermione.

“Credi che sia uno scherzo?! Bellatrix è più che un problema, è un incubo! Tu non la conosci!”

“Calmati...”

“Calmati?! Ho sbagliato a chiederti aiuto, pensavo che una persona capace e intelligente come te avrebbe capito e mi avesse davvero aiutato. Invece sei solo brava a giudicare come tutti gli altri!”
“Non mi pare di averti giudicato, Draco!” anche Hermione alzò la voce stavolta e Draco si stupì, ma quello che lo fece veramente rimanere di stucco, fu il suono della voce della strega mentre pronunciava per la prima volta il suo nome.

Il ragazzo dai capelli color platino iniziò a rilassare i muscoli ancora tesi per i nervi e allontanò il pugno dal muro; alcune gocce di sangue colarono sul pavimento ed Hermione se ne accorse.

“Vieni, ti medico la ferita.” disse piano.
“Non è un tuo problema.”

“Stai zitto per una volta.” i loro occhi si incontrarono nuovamente, Draco deglutì e non poté negare ai suoi occhi di posarsi sulle labbra di Hermione. Ella se ne accorse e arrossì distogliendo lo sguardo e allontanandosi da quel piccolo vicolo. Draco la seguì, e senza dire una parola, si lasciò guidare nel bagno occupato dall’ormai rinomata Mirtilla Malcontenta. La grifondoro credeva che lì non sarebbe entrato nessuno; di certo era molto più sicuro degli altri bagni.

 *

“Hermione si comporta in modo strano ultimamente.”
“Harry, Hermione è sempre strana. Non è una novità!” rispose Ron.

“Sì, ma stavolta è diverso. Non si impegna nemmeno nelle ricerche su quel maledetto libro ed è sempre pensierosa.”

“Mi è sfuggito il momento in cui vi ho detto che avevate il permesso di parlare.” Piton comparve dietro di loro con aria minacciosa e scandì bene quella frase, facendo sobbalzare i due ragazzi. L’ex professore di Pozioni, che quest’anno aveva ottenuto la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, si allontanò ed Harry fece cenno a Ron di seguirlo, avrebbero ricopiato quel tema sugli gnomi in un’altra stanza; così entrambi lasciarono la sala grande e si diressero verso la sala comune.

“Io proverei a chiederle se c’è qualcosa che non va, sinceramente.” disse Harry mentre saliva le scale. Ron dietro di lui sbuffò e cercò di opporsi. “Harry, quella mi mangia vivo appena oso rivolgerle la parola!” “Sappiamo entrambi che dà più retta a te che a me!” Harry lo guardò con aria di supplica e Ron si lasciò convincere. Avrebbe parlato con la loro amica, facendo così contento Harry. In fondo l’amico aveva ragione.

*

“Hai un po’ di sangue qui.” Draco avvicinò la mano al viso di Hermione e passò il pollice sulla sua guancia, togliendo una goccia del proprio sangue da quest’ultima. Hermione stavolta arrossì vistosamente e Malfoy, che se n’era accorto, sorrise compiaciuto.

“Grazie per avermi medicato la ferita, allora.”

“Figurati.” non riuscì a dire altro che quell’unica parola. Aveva il cuore che le batteva all’impazzata. Draco rimpianse di non aver accettato le lezioni di legilimens da sua padre, avrebbe davvero voluto sapere cosa passava per la testa della mezzosangue in quel preciso momento. Ma poi un altro pensiero si impossessò di lui.

“Mancano solo cinque giorni. Questa domenica…”
“Non pensarci, andrà tutto bene. Ci sono io.”

“Ti sto mettendo in pericolo.”

“Non sono solo una sporca mezzosangue? Se dovesse capitarmi qualcosa, dovresti solo esserne contento!” scherzò lei con l’intenzione di far ridere il giovane Malfoy, ma lui la guardò con uno sguardo cupo, tutt’altro che divertito.

“Per me la linea di sangue è solo una stronzata. Le prese in giro che ti ho rivolto durante gli scorsi anni, erano dovute solo all’educazione che mi hanno dato i miei genitori. Io sono cresciuto, adesso sono in grado di pensare con la mia testa. Non sono più un bambino. E sinceramente parlando, Granger, sei molto più bella di qualsiasi purosangue.”

Hermione rimase piacevolmente sconvolta da quella confessione e si morse imbarazzata il labbro inferiore. Draco la guardò e sentì una morsa stringergli il cuore. Era così bella nella sua ingenuità. Avrebbe preso volentieri il suo viso, così delicato, tra le mani e l’avrebbe baciata seduta stante, se solo non avesse avvertito il proprio Marchio Nero bruciare.

  
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