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Autore: Waterproof    27/04/2013    8 recensioni
Dal XII capitolo:
"Harry, vaffanculo." Borbottai, voltandomi per andarmene.
"Ci andrei, ma ci vai spesso tu. Mi toccherebbe condividere con te anche quel posto."
Ora gli spacco la faccia.
*
"
Mi stai toccando il sedere, Styles? " Domandai, scostando violentemente la sua mano.
" Io posso. "
" Ah, sì? E chi lo dice? " Incrociai le braccia al petto, aspettandomi una risposta esauriente.
" Questo. " Sussurrò, indicando il segno rosso sul collo.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premetto che quando ho scritto la scena finale ho riso come un'idiota ahahahahah. A proposito, ma voi ci credete alla Larry Stylinson?

Capitolo 6.







Ripresami dallo shock iniziale, morsi violentemente il labbro dell’assalitore, allontanandolo con un pugno e correndo sul versante opposto. Sollevai un ginocchio e tentai di togliere una scarpa, facendo lo stesso anche con l’altra, affrettandomi a ritornare in mezzo alla gente.

Chi diamine era?

Cercai Josh con lo sguardo, trovandolo poi seduto su uno sgabello accanto al bancone. Mi avvicinai a lui, ansimante e lo tirai verso di me. Louise ci fissò stranita, ma non potevo perdere tempo.
<< Edward. Dov’è? >> Rantolai, cercando di riprendere fiato. Me lo indicò con un cenno del capo, e quando mi voltai lo notai in mezzo alla pista, completamente sudato.
Okay, non poteva essere stato lui.
Con la coda dell’occhio notai anche Harry, sottobraccio con quella ragazza di prima. Ma qualcuno mi aveva baciata. Qualcuno di alto, a giudicare dal fatto che il mio pugno aveva colpito lo stomaco.
Probabilmente.
<< Abbey, che succede? >> Chiese allarmato Josh, prendendomi le mani.
<< Niente, niente. Me ne vado in camera. Buonanotte. >>
Mi allontanai prima che potesse dire qualsiasi altra cosa. Schivai delle persone, facendomi strada nel bel mezzo della pista da ballo improvvisata a suon di gomitate prima di raggiungere la scalinata che percorsi velocemente. Altrettanto rapidamente diedi un’occhiata alle mie spalle, ed incontrai lo sguardo della persona per cui avevo messo in scena quel teatrino assurdo e a dir poco ridicolo. Mi ero vestita come una sgualdrina, avevo abbandonato il mio accompagnatore in mezzo a quella gente – non che si stesse annoiando, dovevo dire – e uno sconosciuto mi aveva baciata. C’erano almeno una trentina di ragazzi a quella festa: come avrei potuto anche solo immaginare di trovare chi mi avesse sbattuta contro il tronco di un albero per cercare di infilarmi la lingua in gola?
Le uniche cose che ricordavo, erano il suo profumo e delle spalle larghe, che avevo afferrato con la speranza di non cadere per l’improvviso strattone che mi aveva dato per portarmi in quel boschetto.
Guardandomi intorno, mi avviai verso la mia stanza, nella quale entrai strisciando quasi. Abbassai la zip del vestito e lasciai che cadesse ai miei piedi prima di indossare un paio di shorts e una canotta per andare a dormire. Mi struccai velocemente e mi lasciai cadere sul letto, cercando di non pensare ai gemiti che venivano dalla stanza accanto.
 
Quando quel mattino mi risvegliai, ero sola. Era domenica, certo, niente lezioni, ma erano solo le… Undici?!
Come avevo fatto a svegliarmi così tardi?! Avevo da tutta la vita una sveglia biologica che mi costringeva ad alzarmi alle otto del mattino, pur avendo dormito solo tre ore, e invece, adesso ero sola. Mi misi in piedi e mi gettai sotto la doccia, e nel mentre sentii la porta di camera nostra sbattere.
Chiusi il rubinetto e mi misi in ascolto, curiosa. Sandy era con qualcuno.
<< Io ed Harry pranziamo insieme. Credo gli ci vogliano delle calorie per reggere quello che gli aspetta oggi pomeriggio. >> Ridacchiò, insieme a quella che doveva essere la sua cara amica Karen.
<< Cosa farai con la tua compagna di stanza? >>

Ecco, esatto. Mentre voi due vi date da fare, io cosa mi invento? Gioco coi lego?

<< La convincerò. Basta poco. E poi mi deve un favore. >> Rispose, ed io inarcai un sopracciglio. << Ieri doveva uscire con Edward, le ho prestato un vestito. >>
Ma un po’ di umanità! Insomma, non le avrei chiesto mai più niente. Tornai alla mia doccia, incurante delle stupidaggini che quelle due si stavano raccontando. Quando terminai, mi vestii in fretta e legai i capelli in una treccia a lato, per far fronte al caldo.
Persi una mezz’oretta buona in quel bagno, giusto per provocare Sandy che continuava a bussare per poter fare la doccia. Ero pronta già da un po’, ma far finta di non sentirla era troppo divertente.
Lentamente abbassai la maniglia ed uscii, evitando si sorriderle. Pensare che avrebbe potuto anche solo toccare le mie lenzuola… Che schifo.
Raccolsi le mie cose e le misi in borsa, prima di armarmi anche di macchina fotografica ed avviarmi alla porta. Quando la spalancai, mi trovai davanti un Harry pronto a bussare. Gli rivolsi un cenno e mi allontanai, notando una busta bianca nelle sue mani.

Le calorie.

La smorfia disgustata non dovette passargli inosservata, ma nel caso fece finta di sì, perché riuscii a scansarlo senza troppe cerimonie.
<< Non toccate il mio posto. >> Intimai, camminando lungo il corridoio.
<< Potresti vantarti della cosa: pensa, un uomo è passato nel tuo letto. >> Ghignò, ricalcando il dito nella piaga. Decisi di tenergli il gioco.
<< Quale uomo scusa? >> Mi voltai di nuovo e ripresi a procedere, incurante del suo ammonimento.
<< Vedi di non perderti di nuovo! >>
<< Non chiamerò te, stavolta! Addio, Styles. >> Lo salutai con un gesto della mano e svoltai l’angolo, avviandomi verso camera di Louise. Cercai di ricordare il numero della sua camera, ma fu difficile dato che improvvisamente mi tornò alla mente il bacio della sera prima.
Fu Louise stessa a riscuotermi dai miei pensieri, picchiettandomi sulla spalla.
<< Andiamo? >> Annuii, seguendola. Conosceva Londra meglio di me, avrebbe di certo saputo dove si trovava il mercato.
La seguii a ruota all’interno del campus e anche fuori, ascoltando quello che aveva da dirmi circa la sua città d’origine, i suoi due fratellini, la madre Doris che cercava in tutti i modi di rifilarle torte di zucca per il fine settimana, il padre Anthony che la chiamava di notte per assicurarsi che fosse in camera sua e non in compagnia di qualche “decerebrato, menomato”. Una famiglia abbastanza particolare. Fu quando chiese della mia che mi irrigidii, cambiando discorso.
Prendemmo la metrò e scattammo qualche foto in giro, prima di arrivare a Camden Market. Non ci ero mai stata in vita mia, e mi pentii amaramente: era un turbinio di colori, gente e culture. C’era di tutto. Louise mi guidò per le stradine scoscese, fermandosi di tanto in tanto di fronte a qualche bancarella per provare accessori stupidi ed inauditi.
stabilimmo di prenderci da mangiare, essendo ormai ora di pranzo, e ci accomodammo in un ristorante italiano lì sulla strada. Ordinammo lasagna e gelato, decidendo di pregustare le pietanze di una nazione che speravo di visitare presto.
<< Allora, come va con Josh? >> Chiesi, maliziosa. La vidi arrossire e non potei fare a meno di ridacchiare, soddisfatta.
<< Siamo amici, Ab. >> Mormorò, rompendo a metà un grissino e mangiucchiandone un po’. << Poi si vedrà. E’ intelligente, dolce. Mi piace, anche se lo conosco da poco. >>
<< Io lo conosco da un paio di settimane, ma lo trovo un ragazzo a posto. >> Commentai, sorridendo.
<< Anche Harry è simpatico. >> Fece e quasi il grissino non mi andò di traverso. Avevo sentito bene? Era posseduta? Ah, giusto. Harry Styles detestava solo ed esclusivamente me. Sospirai, affranta.
No, non affranta.
Io semplicemente non capivo il motivo di tanto odio nei miei confronti. Io lo detestavo perché lui mi detestava e non perdeva occasione di rinfacciarmi gli aspetti più bui e orribili della mia vita.
<< L’altra sera alla festa qualcuno mi ha baciata. >> Confessai, per cercare di sviare il discorso, ancora. Solo che scelsi male l’argomento.
Dannazione a me e alle mie scarse capacità d’attenzione quando cercavo una via di fuga da possibili discorsi scomodi. Puntualmente ne trovavo uno peggiore, come in quel momento.
<< Oh! >> Sembrava entusiasta, al contrario di me. << Aspetta, perché qualcuno? Non sai chi è? >>
Scossi il capo e ringraziai il cielo per aver donato molto cervello a quella ragazza. Tuttavia, ne aveva dato poco a Styles, e questa cosa andava aggiustata. Sempre che si potesse.
No, non si poteva.
Bene.
Smisi di parlare con me stessa e con Dio e mi dedicai a Louise, che curiosa mi fissava dall’altro capo del piccolo tavolo.
<< Ma com’è possibile? Non lo hai visto? Lo conosci? >>
<< Mi ha baciata al buio, nel boschetto, e no, no. >> Risposi una ad una a tutte le sue domande. << Però ricordo il profumo e la consistenza del suo stomaco. >>
<< Eh? >>
<< Gli ho dato un pugno per allontanarlo e sono scappata. Poteva essere un maniaco, o peggio ancora, Colin! >>
Il mio volto assunse un’espressione disgustata, mentre ripensavo al volto del brufolone. Quel ragazzo era inquietante. Avevo incrociato il suo sguardo più volte e il sorriso macabro e la leggera bava scorsa dalle sue labbra mi avevano fatta rabbrividire.
Però, se ci pensavo bene… No, la sua saliva ricca di sostanze non identificate non mi aveva lavato la faccia, e poi non era poi così alto. E soprattutto, ero certa che il suo stomaco fosse gelatinoso, e non duro come quello del ragazzo che avevo colpito.
<< Ti è piaciuto? >>
<< E’ durato esattamente quattro secondi, Louise. E l’ho colpito, non può essermi piaciuto. >>

O forse sì.

Insomma, se lasciavo perdere tutta la questione del maniaco, potevo tracciare nella mia mente l’immagine di un bel ragazzo, alto, muscoloso.. E poi profumava. Le labbra erano morbide, perché i miei denti vi erano praticamente sprofondati dentro quando le avevo morse.
Ma restava il fatto che fosse un depravato.
Scossi il capo, attirando l’attenzione del cameriere, che ci portò le nostre pietanze.
<< Potresti cercare nel campus per vedere se riesci a trovare il profumo di quel tipo, almeno saprai se è del nostro corso oppure no. >>
<< Geniale! >> Esultai, ingoiando un pezzo di lasagna. << Solo che dovrei entrare nella camera di dieci ragazzi. >>
<< Cinque stanze, non sarà difficile. Chiederemo aiuto a Josh. >> Pianificò tutto, e mentre mangiavo seguivo con attenzione le sue idee.
Quando tornammo al campus era ormai pomeriggio inoltrato, all’ombra di qualche albero c’era qualcuno che leggeva e qualcuno di più temerario se ne stava sotto il sole ad abbronzarsi.
Salutai Louise e andai a posare la borsa in camera, ma quando fui davanti alla porta temetti di poter trovare qualcosa mentre entravo.
Inspirai ed espirai, prima di decidermi ad aprire. Forse avrei dovuto bussare, ma cavolo, quella era camera mia! Mi pentii subito di aver tentato quel gesto temerario, perché l’immagine di Harry Styles praticamente nudo – eccezion fatta per quella tovaglia di spugna avvolta intorno alla sua vita – era appena uscita dal bagno. Deglutii, cercando di impedire ai miei occhi di vagare sulla figura slanciata e muscolosa del mio nemico.

Vi odiate.

Qualcosa zittì la mia coscienza, probabilmente i miei ormoni. Okay, era sempre di Styles che stavamo parlando, dopotutto. Si era portato a letto tutto il campus e mezza scuola, e solo ora mi rendevo conto del perché.
<< Lo spettacolo è a pagamento. >> Ghignò, raggiungendo i suoi vestiti. Le gocce d’acqua del dopo doccia colarono sul pavimento, ma in quel momento non vi feci caso, perché troppo impegnata a non guardarlo. Notai con sollievo che il mio letto era intatto, ma Sandy dov’era?
Mi lasciai cadere su di esso, allungando le gambe e sfilandomi le converse. Mi coprii gli occhi con un braccio, aspettando che quell’essere si vestisse, ma non accennava a farlo. Così, quando mi decisi a dire qualcosa, lui mi precedette.
<< Sei uscita con quei cosi? >> Domandò, indicando un punto sul mio corpo. Seguii la linea immaginaria disegnata dai suoi occhi fino ad arrivare alla mia pancia. Oh, no, più sotto.
<< Questi cosi sono degli shorts. >> Spiegai, indicandoli.
<< Non credo proprio, a me sembrano mutande. >> Perché il suo tono era così accusatorio?
A lui non doveva importare come mi vestissi, soprattutto quando indossavo un paio di innocenti – e dico ultrapudici – shorts. Ma neanche avessi avuto indosso un tanga e stessi correndo nel campus sbraitando come una cagna impazzita, a lui avrebbe dovuto interessare.
<< Fatti miei. >> Mormorai infine, lasciandomi cadere di nuovo sul letto. << Ora potresti vestirti? >>
Credevo la mia domanda fosse retorica, invece lui, quasi divertito, si mise a sedere di fronte all’unica scrivania della stanza, senza distogliere lo sguardo dal mio.
<< Nuda tu, nudo io. >>
<< Io sono coperta! >> Ribattei.
<< Be’, anche io. Non puoi negarlo. >> Disse, calmo.
Okay, dovevo tenere i nervi saldi. Premetti due dita sugli occhi, provocandomi del dolore, poi lo fissai insistentemente.
<< Vestiti. >>
Il mio tono era davvero poco convincente, dato che i miei occhi all’ultimo momento avevano deciso di abbandonare una determinata angolazione per iniziare a discutere con gli addominali del riccio.

Shh, ormoni. Cuccia.

<< Harry! >> La civetta fece il suo ingresso in camera, stringendo un sacchetto tra le dita.
Altre calorie?
Preferii non saperlo.
Mi alzai istintivamente dal materasso e feci per uscire, quando mi sentii trattenere per un braccio. Quella presa mi era familiare..
<< Harry, che vuoi? >> Borbottai, strattonandolo. Mi lasciò andare prima di pararsi di fronte a me. Deglutii, zittendo ogni basso istinto.
<< Metti qualcosa di più decente. >> Scandì bene ogni singola parola, facendomi sussultare. Fu un attimo, perché tornai in me per rispondergli a dovere.
<< Ho due domande da farti, Styles. >> Iniziai, mentre vedevo lui mettersi a braccia incrociate dinanzi a me. << La prima è: che cazzo importa a te di come mi vesto? La seconda: prima mi dai della verginella, poi della svergognata >> anche se non lo aveva detto esplicitamente, era sottinteso lo pensasse e a me dava fastidio anche il rumore del suo cervellino in moto <<… Si può sapere cosa dovrei fare per essere normale? Per far sì che tu non mi rompa più le palle? >>
<< Muori. >> Rispose semplicemente, e fu un attimo.
Gli fui addosso come una belva.
 
 





HOLAAAAA
No, vabbè, forse quella risposta Harry poteva evitarsela, ma.. AHAHAHAHAHA
Questa è solo la prima parte: vi starete chiedendo in tutto ciò Sandy cosa fa… Ebbene, pascola con un montone alla ricerca dell’oro perduto.
Nah, non è vero. Sandy è lì, vigile. Magari si sta godendo il sedere di Styles, chi lo sa. Battona.
Vi ringrazio per l’attenzione, siete magnifiche :*
Alla prossima,
A.
A proposito, vale ancora la legge dello spoiler per messaggio privato ;)





  
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