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Autore: annabll    27/04/2013    1 recensioni
Sebastian a queste parole scattò in un baleno verso la ragazza, come preso da un impeto di ira, e, quando le fu così vicino da farle sentire il suo fiato sulla pelle, le sussurrò..... Per un secondo aveva dimenticato completamente Brittany. Per un secondo aveva dimenticato di avere di fronte un nemico. Per un secondo tutta la sua forza era svanita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Brittany Pierce, Kurt Hummel, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Santana/Sebastian
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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II CAPITOLO

 

 

“ Come sarebbe a dire che non lo porteremo alla polizia?” urlò Kurt riferendosi chiaramente alla registrazione. Santana rimase ammutolita: non aveva più tanta voglia di smascherare Sebastian, anche se una parte di lei aveva ancora bisogno di vendetta. Aveva avuto modo di pensare a cosa era successo tra di loro, o meglio, a cosa non era accaduto. Inizialmente aveva avanzato l’ipotesi che lui intendesse raggirarla con i suoi soliti giochetti; per lei non era una novità il poter essere attratta da un ragazzo, le era già capitato in passato, ma per lui  “era altamente improbabile” pensò, e poi aveva sempre avuto un debole per Blaine. Ma d’altra parte quell’intesa, quella tensione tra i due, che non era possibile fosse generata solo dai propri sentimenti, era improponibile da fingere, non sarebbe riuscito nemmeno all’attore più capace di tutti i tempi. Da tutti questi pensieri lei non poteva essere altro che confusa, dato che ad aggiungersi a tutto ciò c’era anche il problema Brittany, quell’ingenua e fragile ragazza della quale era innamorata.        “Non ci abbasseremo al loro livello; poi possiamo batterli anche senza espedienti” rispose Blaine. Will sembrava dargli ragione annuendo, in modo tale che Kurt si rassegnasse, pur alzando gli occhi al cielo e sospirando. All’improvviso la porta dell’auditorium si spalancò, provocando un rumore tanto cupo quanto assordante, che catturò l’attenzione di tutti i presenti; dopo una manciata di secondi comparve Tina, presa da uno dei suoi soliti attacchi isterici, di solito causati dall’assenza di suoi assoli nelle esibizioni ufficiali. Questa volta però sembrava diversa: era molto pallida, con le guance rigate dal pianto; i suoi passi erano incerti, quasi come se fosse una bambina che cammina per la prima volta. Passò un minuto interminabile di silenzio, prima che Tina si decidesse a parlare, prima che ci informasse di cosa era accaduto a Karofski.



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Sebastian aveva lo sguardo fisso fuori dalla finestra. I suoi occhi verdi sembravano di ghiaccio; non riusciva a muovere un solo muscolo, ma dentro si sentiva bruciare come non mai, sentiva un grosso peso che gli opprimeva il cuore, che gli impediva la respirazione, che sembrava lo stesse privando della vita, e, in quel momento, lui desiderava che accadesse. Le sue orecchie sentirono la voce di un’infermiera chiamare qualcuno a gran voce, ma quasi non se ne rese conto, come se anche l’udito stesse svanendo con tutti gli altri sensi. Santana lo vide lì, mentre cercava la stanza di Dave per fargli visita. Si fermò ed indugiò un attimo, non sapendo se proseguire nella sua ricerca o se fermarsi e assicurarsi che Sebastian stesse bene. La coscienza prevalse e la portò ad avvicinarsi all’usignolo. Appena gli fu dinnanzi la vide, ma senza guardarla, con uno sguardo agghiacciante e distaccato. L’orgoglio gli impediva di piangere, “e in questo” pensò la ragazza “siamo molto simili”. Senza dire una parola, spontaneamente, gli gettò le braccia al collo e lo strinse in un forte abbraccio; lentamente anch’egli posò le sue mani sulla vita sottile della ragazza, chiuse gli occhi per assaporare meglio il profumo di ciliegie dei capelli di Santana. Quando fu evidente che l’abbraccio si stesse protraendo troppo a lungo, si separarono e Sebastian la implorò “ ti prego, andiamo a prendere un caffè”.










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“nella mia vita ho fatto solo del male; vorrei cominciare a giovare alle persone” cominciò a confidarsi l’usignolo, mentre Santana ascoltava attentamente. Ogni tanto era distratta da quell’odore di cornetto caldo tipico di un bar, che magari a prima mattina può sembrare piacevole, ma di tardo pomeriggio è stomachevole. “ cosa intendi dire con ciò?” affermò la ragazza sporgendosi per ascoltare meglio la risposta. “ ho fatto del male anche a David, tanto da aver contribuito in qualche modo a ciò che gli è capitato! Ma tutto ciò mi ha dimostrato quanto sia breve la vita e che bisogna viverla in pieno, senza avere rimpianti”. “con questo vuoi dire…” cominciò Santana, subito interrotta dall’interlocutore: “ con questo voglio dire che provo qualcosa per te e che evidentemente anche tu sei attratta da me, altrimenti non saresti qui…”. Santana, irritata dalla conclusione del discorso del ragazzo, si alzò di scatto, lasciò la mancia al cameriere e uscì dal bar. Sebastian la seguì a ruota, urlandole: “ l’unica cosa che sai fare è fuggire. Pensavo che fossi una tosta”. “ Oh ma io sono una tosta . . . però dimentichi che ho anche una ragazza” replicò ormai seccata. “ lo so, ma per la tua ragazza non provi ciò che provi per me. Ammettilo a te stessa e cerca con me di capire cosa c’è tra di noi” continuò lui. Lei, con fare aggressivo e di sufficienza, lo provocò: “ tra di noi non c’è nulla! Ora te lo dimostrò!”; gli si avvicinò repentinamente, affondò le dita nelle sue guance, non poi così scarne come possono sembrare da lontano, e posò le labbra sulle sue, esercitando una pressione sempre maggiore. Sebastian, sconvolto dal turbinio di emozioni che provava e dalla loro intensità, ricambiò il bacio, stringendo a sé la ragazza, come un bambino stringe il suo giocattolo preferito la notte, per addormentarsi. Le loro labbra si separarono alla stessa velocità con la quale si erano unite, si guardarono negli occhi increduli, come per cercare sicurezza nell’altro che ciò fosse accaduto sul serio. A quel punto Santana fu la prima a rompere il silenzio: “ Visto? Non ho provato niente di niente..”, lo disse come se tentasse in primis di convincere se stessa, ma Sebastian non se ne accorse, non essendosi ancora ripreso del tutto dal bacio; non riuscì a dir nulla, bensì stette lì a guardarla andar via.

  
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