Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Berkano    27/04/2013    0 recensioni
Fu in quel momento che sentì la porta aprirsi di colpo e il vento e la neve entrarono dalla porta, le luci si spensero, il suo respiro si fece più agitato e il cuore si mise a battere più velocemente, fece un passo indietro fissando l'ombra che emergeva dal bianco della tormenta.
“Buonasera Mr. Eric Hammond” il ragazzo non fiatava non riusciva a riconoscere nessun lineamento nel buio di quell'individuo, nemmeno la voce, ma la figura misteriosa sembrava conoscere il suo nome e perfino il suo cognome.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eric era seduto ad un tavolo della caffetteria, era il solo cliente data l'ora tarda e la tormenta che imperversava fuori dal locale.

L'unica cosa visibile dai vetri larghi e spessi che contornavano il locale era la nebbia bianca formata dai fiocchi di neve sbattuti dalla forza del vento.

Le uniche persone presenti oltre a Eric erano la cameriera e il cuoco, entrambi concentrati a guardare la televisione dove l'uomo del meteo stava elencando i vari disastri successi in giro nel paese e annunciando che quella situazione sarebbe durata per tutta la notte.

Tanti saluti all'idea di andarmene entro stanotte” pensò Eric tra sé e sé mentre finiva di sorseggiare il suo caffè caldo, l'idea di passare la notte con il cuoco e la cameriera, entrambi scorbutici e che avevano incominciato a imprecare contro la tv e l'uomo del meteo, non era una prospettiva interessante.

Sospirando diede l'ultima sorsata al caffè caldo appoggiando la tazza di ceramica vuota sul tavolo.

Il ragazzo non doveva avere più di trent'anni, era vestito in maniera casual: dei jeans blu, una maglietta nera a maniche lunghe con sopra un felpone di lana blu scuro.

Il tempo passava eccessivamente lento, Eric tentò, alzando la voce, di attirare l'attenzione della cameriera e del cuoco ancora incantati verso la televisione, per fare una nuova ordinazione, ma inutilmente.

Nessuno dei due si mosse “Capisco che hanno avuto una giornataccia e che passare la notte nel luogo in cui lavorano magari non gli entusiasma ma Diavolo, è possibile ignorare in questa maniera i clienti?” pensò il ragazzo ripetendo più volte ad alta voce di nuovo un “Scusate!?” Nulla, nessun segno di vita.

Si alzò e si diresse verso di loro, ma nel tragitto si bloccò. Notò che erano immobili come statue, non sbattevano nemmeno le palpebre, sembravano quasi congelati o sospesi nel tempo.

Era una situazione surreale, si avvicinò ulteriormente e fece come nei cartoni animati: passò ripetutamente la mano aperta davanti agli occhi, niente nessun segno di vita, e fece un balzo all'indietro spaventato“Ma cosa sta succedendo qui? Prima la tormenta, poi questo, poi...”

Fu in quel momento che sentì la porta aprirsi di colpo e il vento e la neve entrarono dalla porta, le luci si spensero, il suo respiro si fece più agitato e il cuore si mise a battere più velocemente, fece un passo indietro fissando l'ombra che emergeva dal bianco della tormenta.

Buonasera Mr. Eric Hammond” il ragazzo non fiatava non riusciva a riconoscere nessun lineamento nel buio di quell'individuo, nemmeno la voce, ma la figura misteriosa sembrava conoscere il suo nome e perfino il suo cognome.

Su su signor Hammond, non faccia quella faccia sorpresa” la luce in quel momento ritornò mostrando i lineamenti di un uomo sulla quarantina con i capelli corti color castano e qualche accenno di color grigio sui lati della nuca; era vestito con un abito elegante color blu e la cravatta rosso porpora “Ma chi accidenti è?” pensò Eric squadrandolo.

Chi...chi è lei? Come fa a sapere il mio nome? Ci conosciamo?” Chiese con voce agitata e titubante il ragazzo.

L'uomo misterioso chiuse dietro di sé la porta impedendo all’aria tagliente e al freddo che stava pizzicando la pelle delle guance del ragazzo di entrare.

Può chiamarmi Mr. Brightside signor Hammond, sono qui per fare quattro chiacchiere con lei, se non le dispiace” Accennò un sorriso indicando con la mano uno dei tavoli mentre con dei movimenti tranquilli si apprestava a sedersi in quella posizione.

Eric era incerto nei movimenti e sospettoso nel parlare con quell'uomo misterioso, dopotutto non capiva se fosse un sogno, magari si era addormentato al tavolo sentendo la notizia che la tempesta si sarebbe prolungata per tutta la notte “Ma anche se fosse un sogno, che male potrebbe farmi” pensò tra sé e sé mentre prendeva posto di fronte allo sconosciuto.

Signor Hammond immagino possa sembrare una situazione strana, ma non potevo aspettare oltre per prendere contatto con lei”.

Eric lo interruppe bruscamente :“Prendere contatto per quale motivo?”.

L'uomo riprese la parola con un tono gelido :”So da cosa sta scappando e il tempo a nostra disposizione è poco”.

Gli occhi castani di Eric si bloccarono confusi e curiosi sugli occhi verdi di Mr. Brightside :”Non sto scappando assolutamente da niente, sono semplicemente...”.

L'uomo lo interruppe prima che potesse finire quasi sapendo già :”Rimasto bloccato dalla tormenta in questo luogo sperduto dimenticato da Dio” Mr Brightside prese per qualche secondo fiato per poi riprendere a parlare “E mi dica signor Hammond, per quale motivo uno scrittore come lei pluripremiato e che ha il suo enorme appartamento nel pieno centro di New York si trova qui in una caffetteria dispersa in un qualche dove che non sa nemmeno lei?”.

Eric rimase per un primo momento spaesato, come poteva quell'uomo sapere tutte quelle cose sul suo conto e invece lui non sapere niente di questo Mr. Brightside? Perse solo qualche secondo in questo pensiero per poi riprendere incalzando con un tono più alterato e ostile.

Sono solo venuto a prendermi un caffè qui in questa caffetteria e so dove ci troviamo, ci troviamo...” Vuoto, ma come poteva essere, aveva guidato l'auto doveva aver percorso miglia e miglia per poter arrivare in quel posto, come non poteva sapere dove si trovasse.

Visto signor Hammond? Mi dica quale è il ricordo più lontano che ha di questa giornata”

Eric ormai era completamente confuso, non capiva ma non ci mise molto a rispondere alla domanda :”Io che scendo dalla mia macchina per entrare qui dentro per bermi un caffè”.

Mr. Brightside rispose :”Interessante, mi dica invece, come vanno i suoi lavori? E' già all'opera su un nuovo libro?”.

Il ragazzo lo guardava sempre di più in maniera confusa :”Si, o almeno credo, siamo sicuri che non sia tutto un sogno Mr. Brightside e che tutto quello che sta succedendo non sia reale?”.

L'uomo lo apostrofò con un sorriso scettico che pareva di più una smorfia :”Molto bene signor Hammond, stiamo facendo progressi vedo” Fece un sospiro :”Mi dica ultimamente come si sente: è felice o triste?”.

Fel...tris...normale” Rispose balbettando Eric sempre più confuso, per poi ricevere subito una risposta tagliente da Mr. Brightside “Normale vuole dire tutto e niente signor Hammond, il normale è una concezione di routine del soggetto, quindi lei non mi ha risposto” Fece una breve pausa per poi riprendere :“Ma credo che nel profondo lei sappia la risposta”.

Credo di essere triste Mr. Brightside” disse tutto ad un fiato inconsciamente Eric e a quella affermazione la caffetteria incominciò a tremare leggermente per qualche secondo. Le luci si spensero e quando la corrente ritornò la caffetteria smise di tremare, lasciando a Eric la possibilità di notare di non essere più nella stanza principale della caffetteria, ma in un'altra stanza.

La stanza era quadrata con tutti i muri bianchi, era molto alta, almeno tre metri e lui si ritrovò seduto su una sedia davanti alla quale ce n’era un’altra, su cui sedeva Mr. Brightside, ma era diverso, aveva un camice bianco e scriveva su un taccuino.

E' tornato con noi signor Hammond?” chiese con voce cordiale ma fredda il dottore.

Credo di sì Mr. Brights...” S'interruppe per poi riprendere con tono più sicuro :“Dottor Klaine”.

Mi chiama ancora come il personaggio del suo nuovo libro signor Hammond” Disse il dottore.

Si, mi scusi, quanto tempo è passato dall'ultimo attacco?” chiese con uno sguardo triste.

Due giorni” Rispose il dottore :”Siamo riusciti a fermarla prima che potesse fare qualche sciocchezza seria, ma almeno noto dei miglioramenti, prima dovevamo tenerla continuamente sotto osservazione senza mai staccare gli occhi da lei”.

Eric lo interruppe prima che potesse continuare nel discorso :“Ma almeno sono passati due giorni dottore”.

Già sono passati due giorni, ci sono degli evidenti miglioramenti sul lato dell'aggressività, ma non noto miglioramenti sui lati mnemonici e delle allucinazioni, devo sempre intervenire direttamente e entrare nella sua allucinazione in qualche modo”.

Libro...non allucinazione, lei era nel mio libro dottore, nella mia immaginazione” Disse il ragazzo con voce triste e malinconica, come se le ultime cose elencate risvegliandolo dalla sua fantasia gliele avesse rubate il suo interlocutore.

Capisco signor Hammond, ma oggi sono Mr. Brightside e domani potrei essere un altro personaggio della sua fantasia, capisco che la depressione non è facile da affrontare, soprattutto per un uomo con una storia clinica come la sua, ma rifugiarsi nel suo mondo fantastico allontanandosi dalla realtà dei fatti non la può aiutare ad affrontare il vero problema”.

Però mi sta aiutando sul discorso degli attacchi, mi sta aiutando ad affrontare meglio la mia situazione, una cosa alla volta no doc?” Disse Eric accennando un sorriso di cortesia :“La prego non mi tolga la possibilità di scrivere, la supplico”.

Questo non lo farò mai signor Hammond, non siamo in un carcere e tanto meno non siamo degli aguzzini, però mi deve promettere che cercherà di lavorare anche su questo lato se vuole guarire completamente”.

Certo dottore” Disse Eric.

Mi dica: come mai la caffetteria? Come mai la tempesta?” Disse con voce gentile il dottor Klaine, anche se aveva già capito l'analogia della situazione descritta nel racconto.

La tavola calda credo perchè mi ricorda quando sono andato una volta con mia moglie e mio figlio in vacanza e ci siamo fermati in una caffetteria, la tempesta...la tempesta lo sa perchè dottore” Disse Eric fissandolo nei occhi con sguardo assente e triste.

L'incidente, vero?” disse il dottore con occhi ricchi di compassione dicendo quelle parole.

Già l'incidente” apostrofò abbassando lo sguardo Eric.

Credo che nel suo libro lei stia elaborando il suo trauma, la caffetteria è la sua cella senza sbarre, che le fa vedere con delle finestre, che sono le vetrate del locale, tutta la tragedia di quella tormenta di neve nella quale lei ogni volta rivive la disgrazia che le ha frantumato l'esistenza”.

Eric continuava a guardare il pavimento senza fiatare.

Lo sa quale sarà il prossimo capitolo del suo libro vero?” Chiese il dottore facendo capire che conosceva di già la risposta.

La tormenta” Disse di malavoglia Eric senza staccare gli occhi dal pavimento.

Esatto la tormenta, quando riuscirà a scrivere quel capitolo credo che saremmo in dirittura d'arrivo per la guarigione signor Hammond” disse accennando un sorriso cercando di infondere della speranza al suo paziente.

Grazie dottor Klaine” disse Eric guardandolo per qualche secondo negli occhi.

Bene, il tempo a nostra disposizione è finito, ci vediamo domani alla solita ora” sorridendo il dottore si congedò accompagnando Eric nella sua stanza.

Arrivato nella sua stanza, Eric si precipitò subito alla scrivania ed incominciò a scrivere:

Eric era seduto al posto di guida, al suo fianco, al posto del passeggero c'era sua moglie e dietro suo figlio che giocava con una macchinina giocattolo facendo dei versi che imitavano i rombi del motore. Gli erano sempre piaciute le automobili”.

Eric si fermò qualche secondo guardando dalla finestra della sua stanza il bellissimo giardino pieno di fiori profumati sottostante, mentre un pensiero affiorava “Sono ancora vivi in questo momento nel mio libro, posso cambiare la storia volendo, posso salvarli”.

Una frase in quel momento gli affiorò nella testa squarciando di nuovo la realtà.

E' proprio vero: un libro può salvare la vita”.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Berkano