Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: ehydarlin    27/04/2013    12 recensioni
(dal capitolo 3)
«Posso chiederti una cosa?» disse guardandomi con i suoi occhi blu oceano.
«C-certo.» dissi un attimo in soggezione dai suoi occhi.
«Perché sei andata così tante volte in prigione?» Louis mi guardava troppo intensamente...
Ecco la domanda che non doveva mai rivolgermi. Sicuramente non gli avrei mai detto che c’ero tornata così tante volte in carcere per cercare di trovare Niall.
«Solamente, mi beccarono più volte…» finsi palesemente.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Rachel.












Alzai riluttante un occhio. L’odiosa luce che penetrava dalla finestra mi aveva svegliata, e mi accorsi felicemente che Louis era avvinghiato a me come una cozza. Aveva dormito con me per tutta la notte.

Cercai di uscire dal letto con più grazia possibile, date i miei modi da elefante nei movimenti…

Mi alzai e andai in cucina e sistemai la camera da pranzo con tutti i rimasugli di pop-corn che ieri sera ci eravamo tirati a vicenda. Alla fine avevo ceduto alla faccia da cucciolo di Niall.

Presi del latte, biscotti e feci colazione e, per qualche motivo, pensai alla ragazza del sogno. La stessa del bar. Dovrei tornare al bar, per lavorare, e la sera andare a lezione.

Che palle!

Sentii che la porta di casa si stava aprendo e un sospiro appena si chiuse. “Oh… Sophie.”

Inzuppai un biscotto e mentre me lo portavo alla bocca mi avviai verso l’ingresso proprio dietro la porta della cucina.

«Bentornata, straniera.» dissi scherzosamente prima di vederla continuando a masticare il biscotti. «Dove hai dormit-» mi bloccai subito vedendola.

Aveva le mani strette a pugno con quelli che sembravano ciocche di capelli impigliati tra le dita, i capelli tutti scomposti, come se si fosse passata le mani tra essi varie volte. Gli occhi arrossati e gonfi che non smettevano di sgorgare lacrime.

«Sophie!» sussurrai esterrefatta, e non appena i nostri sguardi si incrociarono lei scoppiò in un pianto libero. Doveva sfogarsi per tutto quello che le stava succedendo.

Non aspettai oltre. Mi avventai su di lei e la strinsi forte, e appena lei si accorse del mio gesto avvolse le sue braccia dietro la mia schiena, continuando a piangere sulla mia spalla.

Per quanto tempo siamo rimaste in quel modo? Secondi? Minuti? Ore? Non lo so, ma era davvero straziante vederla così disperata… vedere così disperata una ragazza come Sophie!

«Meg…» mormorò una volta tranquillizzata mentre eravamo sedute sul divano e ancora abbracciate l’una all’altra.

«Dimmi.» Non avevo la minima intenzione di lasciarla. Per niente al mondo.

«Mi taglieresti i capelli?» mi chiese con un filo di voce.

Tagliarle i capelli? Siamo già a questo punto? Questo spiega i capelli tra le sue mani e i suoi capelli arruffati.

Io potrei tagliarle i capelli?

«Vorrei non farlo…» sussurrai. Veramente, non avrei davvero avuto il coraggio di tagliarle i capelli, anche se prima o poi ci dovrà essere qualcuno che lo dovrà fare.

«Per favore» mi pregò lei stringendomi ancora di più a sé.

Mi veniva da piangere. Sophie… no… non può essere. Perché proprio a lei?

Deglutii e lei si staccò da me e andò in cucina a fare chissà cosa…

Dopo poco tornò con in mano le forbici che sono sempre stato nello stesso cassetto delle posate.

Posso farlo? Ho paura… come posso IO ad avere paura? Non ho il diritto di avere paura… eppure ce l’ho.

«Per favore» mi implorò ancora porgendomi le forbici.

Con mano tremante le impugnai e dopo che ebbi fatto un sospiro, Sophie si diresse verso il bagno, davanti allo specchio sopra il lavandino.

Si sedette su uno sgabello dopo averlo posto davanti allo specchio e chiuse gli occhi.

Non posso farlo, Sophie!

Tenevo ancora le mani lungo i fianchi con le forbici in una mano e l’altra che si stringeva a pugno, facendomi quasi male da sola.

«Per favore» disse ancora una volta Sophie tenendo gli occhi chiusi.

Perché è tanto difficile? Non sopporterei vederla con i capelli corti…

Ma lo devo fare per lei… per Sophie. Voglio che stia bene. “Oh, ti prego.”

Chiunque ci sia lassù… fa’ in modo che Sophie stia bene. Per favore!

«Okay…» sussurrai con un nodo alla gola.

Passai la mano tra i suoi capelli, come facevo da piccola, usando le dita come spazzola.

Non c’erano nodi, eppure quando terminai di passare le dita per quell’unica ciocca… dei capelli mi rimasero impigliati tra le dita. Non avevo tirato, non c’erano nodi. Ma erano rimasti tra le mie dita.

Mi veniva da piangere… ma non potevo farlo. Non di fronte a Sophie. Dovevo essere forte per lei.

C’era troppo silenzio in quel bagno. Così tanto silenzio che mi facevano male le orecchie.

Deglutii, e il silenzio che ci avvolgeva, lo amplificò più di quanto abbia sperato.

Presi una ciocca e ci portai le forbici vicino. Bastava che chiudessi la mano in un pugno, e le avrei tagliato i capelli… ma è così difficile!

«Per favore» Capii dal suo tono di voce che stava trattenendo le lacrime.

Per Sophie.

Strinsi le dita, e le tagliai un piccolo pezzo di capelli facendolo cadere per terra. Vidi che le spalle di Sophie si rilassarono quasi impercettibilmente.

Presi un’altra boccata d’aria e tagliai un’altra ciocca. Poco per volta. Fino a tagliarle i capelli a pochi centimetri.

Si mise un cappellino di lana per coprire la testa. Faceva così male guardarla così.

«Grazie.»

Mi rivolse un sorriso, ed era un sorriso vero.

Se io fossi stata al posto di Sophie sarei riuscita a sorridere così? Se io fossi stata al posto di Sophie, avrei preso le sue stesse decisioni e sarei riuscita a vivere nonostante la consapevolezza di ciò che potrebbe aspettarmi?

La risposta molto probabilmente è no. Non ci sarei riuscita.

«Non devi andare a lavoro?» Una voce dietro di me mi fece svegliare dai miei pensieri.

«Oh… ti sei svegliato.» sorrise dolcemente Sophie a Louis dietro di me. «Buongiorno.»

«Buongiorno a te, Sophie.» Ricambiò il sorriso. Non sembrava turbato dal cappellino di Sophie e dalla sua – ormai logica – rasatura.

«Vuoi che ti accompagni a lavoro, allora, Megan?» si rivolse verso di me.

«Mmh.» mugolai annuendo.

«Andiamo, altrimenti farai tardi.» si avviò verso la mia direzione, ma invece che venire verso di me andò da Sophie e la baciò su entrambe le guance.

Si fermò però poco di più per un semplice saluto. Vidi le labbra di Sophie incurvarsi in un sorriso.

Cosa le ha detto?

«Ciao, Sophie.» la salutò lui prendendomi per mano e, poco prima di uscire, la salutai anche io, osservando ancora il suo volto incorniciato da un sorriso. Il suo meraviglioso sorriso.

Scendemmo per le scale, e una volta in strada gli chiesi: «Vuoi far sorridere anche me?» chiesi curiosa.

«Che cosa intendi?» domandò di rimando sorridendo alla mia domanda.

«Cosa hai detto a Sophie?»

«Mmh… siamo curiose oggi, eh.»

«Dai… cosa le hai detto?»

«Che cosa pensi che le abbia detto?»

“Oh… siamo cocciuti oggi?”

«Non lo so… è proprio per questo che te lo sto chiedendo!»

«Indovina.» alzò un sopracciglio.

Ma vuole fare l’antipatico? È così frustrante!

«Sei un antipatico!»

«Un antipatico che ami…»

«Colpo basso, Louis!» lo ammonii non riuscendo a nascondere un sorriso. «Beh… non posso ribattere. Però rimani comunque un gran antipatico!»

«E tu una grande parrucchiera.»

«Le hai detto che sono una brava parrucchiera?»

«No.»

«Ah, Louis! Smettila con questo gioco, non è divertente.»

Lui sorrise. «Ho semplicemente detto che il nuovo taglio le dona e che Matt sarà felice di vederla così bella.»

Rimasi sorpresa dalle sue parole. Ha detto veramente questo?

Abbassai lo sguardo.

Lui era riuscito a farla sorridere con un solo scambio di parole, mentre io, ho solo cercato di non piangere, mentre non riuscivo a rimanere tranquilla…

Louis si fermò improvvisamente, e io subito dopo.

«Cos’è quello sguardo?» chiese lui.

Gli rivolsi uno sguardo interrogativo. «Perché? Che sguardo ho?»

Lui piegò leggermente la testa da un lato sorridendo dolcemente guardandomi.

«Stai pensando che non sei riuscita a far sorridere Sophie.»

Non era una domanda. E ha colpito in pieno.

“Bingo!”

Sospirai e mi voltai dandogli le spalle tenendo la testa bassa.

Sentii che mi abbracciò da dietro, lasciandomi dei piccoli baci sul collo che mi fecero venire dei deliziosi brividi per tutta la schiena.

«Lo so…» sussurrò. «Sono un uomo da sposare.»

Mi irrigidii all’istante. “Oh, non hai idea di quanto ti voglia sposare!”

«Assolutamente.» bisbigliai appoggiando le mie braccia sulle sue che intanto mi stavano stringendo sul ventre.

«Mmh… mi sono fermato proprio nel posto giusto!»

Aprii gli occhi mentre lui mi stava facendo girare verso sinistra e poi indicò l’entrata di un negozio di… gioielli.

“Oddio.”

«Andiamo…» mi prese per mano e mi portò all’interno del negozio.

Venimmo accolti da una ragazza tutta tette e culo, imbrattata di matita nera e mascara che sembrava fosse appena stata vittima di una rissa e il rossetto rosso che accentuava il botulino che sicuramente si era fatta.

Che gente che esiste!

Andai a vedere le collane che erano esposte verso l’entrata del negozio. Una più scintillante dell’altra, e una più costosa dell’altra.

Alzai lo sguardo dalla bigiotteria per cercare qualcosa di interessante e la vidi. La ragazza del sogno. Ma che cazz…?

Era esattamente come me la ricordavo.

Mora con delle piccole meches rossicce ramate, occhi grigio-verdi, la stessa maglietta con scritto sopra “Be what you want to be” che aveva anche il giorno prima al bar di Matt.

Lei alzò lo sguardo e i nostri occhi si incrociarono, ma fu lei quella che lo distolse per prima e si allontanò da me guardando gli accessori che erano esposti alle sue spalle.

«Ehi, Meg… vieni qui.» mi chiamò Louis poco lontano da me.

Mi avvicinai e guardai curiosa ciò che aveva in mano.

«Vediamo come ti sta…» alzò una catenina davanti a noi. «Girati.»

Obbedii. Non ero riuscita a vedere il ciondolo della collana…

Louis mi scostò i capelli da un lato, in modo che scendessero dalla spalla destra. Mi allacciò la collana attorno al collo, e poi mi raccolse i capelli con una mano pefar appoggiare totalmente la catenella sulla pelle ed evitare che i capelli si impigliassero.

C’era un piccolo specchio davanti a noi e osservai il ciondolo all’altezza del mio petto.

Era a forma di goccia color verde smeraldo con varie incisioni che riflettevano la luce del lampadario al di sopra delle nostre teste.

«Riflette il colore dei tuoi meravigliosi occhi.» sussurrò Louis portandomi i capelli dietro alle orecchie, continuandomi a dare lievi baci sul collo, mentre i nostri sguardi si incrociavano nello specchio. «Sì… direi che debba proprio comprarti questa collana.» Si alzò e, slacciandomi la collana, si girò per andare verso la cassa.

“No… continua a baciarmi!”

Mi prese la mano e mi accarezzò dolcemente le nocche, provocandomi l’ormai familiare brivido sulla schiena.

La commessa Solo-Tette sorrise a Louis e incartò quello che dovrebbe essere un regalo da parte di lui nei miei confronti.

La commessa ringraziò e, una volta datale un sorriso di sola buona educazione, Louis mi prese il mento e mi lasciò un bacio a fior di labbra.

Sorrisi. Per qualche strano motivo mi sentivo timida in quel momento…

Prese il sacchetto e andammo verso l’uscita, fino a quando sentimmo un scoppio. Come un petardo, come… uno sparo.

Senza nemmeno rendermene conto mi abbassai finendo in ginocchio a terra e mi presi la testa fra le mani. Che cazzo stava succedendo?

Alzai lo sguardo e davanti a me c’era un uomo imbardato di nero, con il passamontagna che gli copriva tutta la faccia, fatta eccezione per gli occhi, con una pistola puntata verso l’alto.

Tutto era a rallentatore.

Mi sembra che l’uomo abbia detto qualcosa, o meglio… urlato qualcosa, ma non riuscii a capire. Il terrore mi stava invadendo.

Appena ripresi un minimo di coscienza per quello che stava succedendo, sentii qualcosa premermi sulla schiena. Louis mi teneva al riparo tra le sue braccia. Guardai la sua espressione verso l’uomo che aveva sparato. Era spaventato, e non saprei proprio cosa pensare in un momento del genere!

Presero a rompere tutte le vetrine e mettere i gioielli in vecchi sacchi.

“Devo fare qualcosa. Ma cosa!”

Per qualche irrazionale motivo, riuscii a svegliare le mie gambe dallo stato comatoso in cui erano cadute e mi alzai.

Uno degli uomini che erano entrati e stavano svaligiando la gioielleria, appena mi vide in piedi che li stavo fissando, con meno terrore possibile, mi urlò: «Torna a terra, mocciosa!»

Ho avuto a che fare con gente del genere in prigione, ma non ero mai riuscita ad avere la meglio su di noi… ma credo che questo dettaglio me lo tenga per me.

«State facendo la cosa sbagliata. La polizia arriverà tra poco.» cercai di rimanere il più tranquilla possibile, ma ero talmente agitata che non riuscii neanche a sentire la mia stessa voce.

L’uomo che mi aveva urlato poco prima sorrise maligno, mentre l’altro continuava a immettere nei sacchi tutta la merce che poteva trovare.

«Credo che tu non sia nella posizione adatta per parlare, dolcezza.» marcò quello che doveva essere un vezzeggiativo. Accarezzò la parola “dolcezza” facendomi venire la pelle d’oca. «Rachel.» fece un segno con la testa guardando qualcosa – o meglio, qualcuno – alle mie spalle.

Mi voltai…

Era esattamente come l’ultima volta.

Era esattamente come l’avevo visto l’ultima volta.

Era esattamente come l’avevo sognato.

Lei… lei mi stava puntando una pistola. Avrebbe sparato? Sicuramente.

Come nel sogno, tutto si oscurò, solo io e – come si chiamava? – Rachel.

Era tutto esattamente come l’avevo sognato. Lei con la pistola, io… incapace di muovermi.

Ma c’era qualcosa di diverso rispetto al sogno. Il suo sguardo.

Uno sguardo perso, devastato, pieno di rimorsi.

Rachel… perché stava facendo questo se era così tormentato il suo sguardo… perché stava facendo questo se era così innocente nel suo sguardo?











Fireflies

Okay... sono in ritardo, quindi dovrete accontentarvi di un minuscolo spazio autrice lol

Il capitolo è lungo, più degli altri, e ci sono un paio di cose molto importanti per i prossimi capitoli.

Poi volevo chiedervi una cosa... ma vi piace la storia? No, perché con 83 seguiti, 50 preferiti e 17 ricordati, solo in 8 hanno recensito...

Boh, vabbè, era solo per sapere una vostra impressione.

non saprei proprio cosa dire, anche perché devo fare in fretta. Non ho ancora risposto alle recensioni. Domani o stasera tardi rispondo A TUTTI.

Scusate ancora.

Non so se vi interessa, ma il nome della ragazza del sogno si legge reicel. Okay... mai inglisc is veri uel!

Devo andare, se avete domande, di qualunque genere, non siate timidi! Potete trovarmi su twitter su @niallersbreath.
alla prossima c:

PS: se cliccate sul titolo dello spazio autrice vi esce una canzone c:

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: ehydarlin