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Autore: Angel_Sayuri    16/11/2007    2 recensioni
Raccolta di one-shot su coppie diverse
1. Risacca (SasukexSakura)
2. Elevation (SasukexIno)
3. The rage of the victim (OrochimaruxAnko) La lucertola si stava dimenando come un'ossessa, cercando di liberarsi dalla presa che l'aveva completamente immobilizzata, e, Orochimaru lo sapeva, se solo avesse potuto avrebbe urlato.
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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*Sayuri entra in scena agitando la manina*

Salve pucciosi lettori! Grazie per le recensioni che mi avete lasciato, vi lovvo e non mi stancherò mai di ripetervelo ^O^

 

-Risposta alle recensioni su "Frozen":

-Rory_chan: La drabble m'era uscita così, senza un perché, ed era una cosuccia senza chissà quali pretese, ma sono contenta che a qualcuno sia piaciuta! Thanks :3

-Sakura Haruno: Magari fosse successo! XD Però mi sa che quella non è una cosa molto da Sasuke (Tsk! Questi maschi insensibili e freddi è_é. Però lo adoro ._.). Grazie per aver messo la fic tra i preferiti :*

 

-Risposta alle recensioni su "Elevation":

-Queen_of_hearts: Ti rispondo qui visto che ultimamente la mia casella di posta elettronica fa un po' di casini. Jess, grazie per la tua mail chilometrica di complimenti, ma non esagerare che poi rischio di crederci.

DOVEVO scrivere una SasuIno e poi dedicartela. Era un dovere morale U__u però adesso piantala di spedirmi mail piene di doushinji, fanfics e immagini VM18 sul SasuIno, mi ingolfi la posta! 

Per Natale posto una one-shot/flashfic su questo pairing, te lo prometto è__é anche perché "Elevation" mi dà l'impressione...non so...di essere incompleta...non riesco bene a spiegarmi. E' come se mancasse un pezzo che avrei dovuto scrivere. E cavolo, se lo scriverò! Le cose incomplete mi danno i nervi! è__è

Mi chiedo anch'io quale macchiavellico piano avesse in mente Sasuke per scoprire quando Ino aveva le sue cose XD (non dovrei ridere, ho scritto una scemenza °-°).

Kiss tesora :**** 

-lala chan: Grasssssie lala (scusa se prendo subito confidenza^^). Temevo di aver scritto una fanfic leggermente...beh, insomma...(la commedia scolastica non penso che sia il mio genere) ma visto che dici che non è così...ti credo! ^^ Altre SasuIno? *indica la precedente risposta* 

E se mi dici quando sarà il tuo compleanno... 

-suzako: Ebbbbasta con le fanfic in cui Sasuke che fa sempre la parte del figo e tutte gli sbavano dietro! è_è

In verità all'inizio la storia era un qualcosa del genere ma, rileggendola, mi sono addormentata con la testa sulla barra spaziatrice per quanto era noiosa, così ho deciso di cambiarla. E l'ironia ci voleva, duh u_u 

Grazie per la recensione :* 

-_Rael_89: Ohhhhhh....[tono commosso e meravigliato ON] un' altra fan di Ino ;__; *tocca con il dito lo schermo del computer nella speranza di trasmettere un po' di solidarietà a Rael*

Io...vabbé..per utilizzare un eufemismo...amo, adoro, venero Ino Yamanaka! La sposerei, giuro.

Se dovessi scegliere tra lei o Sasuke...beh, sceglierei Sasuke, ma ciò non significa che la scelta non sarebbe stata ardua e sofferta.

Anzi, no, col cavolo, sceglierei Ino! 

Ma Sasuke...;__;

No! Ino! è__é

Non divaghiamo...grazie per la recensione! Prometto che, sempre per questa raccolta, ci saranno altre coppie che ti prenderanno alla sprovvista [cit.], uh uh uh (*Sasori si guarda in giro terrorizzato dopo aver sentito un brivido freddo alla schiena*). 

E sì, ho capito che la fic ti è piaciuta XDD anche se non ne ho ben chiari i motivi °__°

-SakuraChan92: Ma no! Non leggere che poi ti fai venire il sangue amaro! E col sangue amaro ti viene l'ulcera (*regala cornini antisfiga a SakuraChan*). E se ti viene l'ulcera diventi triste. E se diventi triste anche io, da grande filantropa, divento triste ;___;

Avevo messo pure un'avvertenza solo per te, guh ;_;

Tié, adesso beccati l'OroAnko! Spero che ti piaccia.

Kiss :3

-Mimi18: Fonzie era un grande! Quale donna non lo adorava? Mi ricordo ancora il suo "tocco magico", quello che faceva partire il juke box impallato....altro che Chuck Norris! °_°

Davvero le battute ti hanno fatto ridere? Non erano scontate ;__;? *abbraccia Mimi*

Per l'occhio nero, è solo Naruto che si fa troppe seghe mentali XD Sasuke aveva solo risposto con un semplice "...mh..." e lui è riuscito a tirar fuori tutta la storia della rissa con dei carcerati alti due metri XD

Anche se Sakura, quando si arrabbia, fa paura pure ai succitati criminali °__°

Eccoti l'OrochimaruAnko...che ne pensi? Ammetto che il centro di tutto è Orochimaru...credo di non aver dato abbastanza spazio ad Anko...*coccola personaggio*

-sasusaku4life: Ti prego, niente fake nei miei commenti, Dio (?) ha inventato i forum per provocare inutili discussioni ^,^ 

Ho finito. Non ho niente da dire sulla storia, se non che non rientra propriamente nel genere romantico (insomma, si sta parlando di Orochimaru, mica di Romeo in calzamaglia). A voi le conclusioni.

Alla prossima!

                                                                          Sayuri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"The rage of the victim"

 

 

La lucertola si stava dimenando come un'ossessa, cercando di liberarsi dalla presa che l'aveva completamente immobilizzata, e, Orochimaru lo sapeva, se solo avesse potuto avrebbe urlato.

La coda s'era staccata, in un inutile tentativo di fuga, e si agitava poco più in là dal corpo, ancora in preda a degli spasmi.

Piano, quasi con delicatezza, la punta del bastoncino, temperata dalla lama del kunai, sfiorò la pelle gelida del rettile, provocando un piccolo taglio.

L'animale si dimenò, se possibile, ancora di più.

Orochimaru poteva quasi sentire, sotto alle sue dita, il furioso palpitare del cuore, il sangue che scorreva veloce.

Involontariamente sorrise -un sorriso che somigliava più ad una smorfia- di fronte alle gocce vermiglie che fuoriuscivano dal taglio.

Con un gesto fluido e rapido, tranciò completamente la zampa dell'animale.

Lo vide accartocciarsi su se stesso -in una posa che faceva seriamente dubitare che le sue piccole e sottili ossa fossero ancora intatte- distendersi, tremare convulsamente per poi rannicchiarsi di nuovo.

Aveva morso Orochimaru al dito ma, a parte un piccolo semicerchio rosso di pelle irritata, non aveva ottenuto niente.

Ed era quello che Orochimaru amava più di ogni altra cosa.

Non il sangue, non il dolore che provocava.

Amava sentire il destino di una vita nel suo pugno e il bearsi degli inutili tentativi di ribellione della vittima.

Era

Inebriante

Quella

Sensazione

Di

P o t e r e

"Sei disgustoso."

La bambina che aveva parlato lo stava guardando intensamente con i suoi grandi occhi castani, il ribrezzo impresso nel volto infantile.

Orochimaru alzò la testa, rivolgendo il suo sguardo su di lei, ma non sembrava che la vedesse veramente. 

Era come se davanti a lui ci fosse il  n u l l a.

"Tu e i tuoi schifosi esperimenti."

Tsunade disse quelle parole con rabbia e puro disprezzo, quasi a voler provocare una qualsivoglia reazione in quel bambino che, da quando erano entrati a far parte della stessa squadra, se ne stava sempre in disparte.

Era il suo silenzio, la cosa più inquietante.

La sua crudeltà nei confronti di tutti, persone o animali non importava, rimaneva sempre senza risposta.

Si ricordava ancora di quella volta.

Era giunta con lieve ritardo al campo d'addestramento e vi aveva trovato Jiraya, svenuto, livido in viso, con varie ferite da kunai su tutto il corpo, e Orochimaru.

Stava schiacciando la gamba del compagno con il piede, in prossimità di un brutto taglio al ginocchio, e sembrava incantato da quel liquido, dal fatto che ne uscisse in quantità inversamente proporzionale alla pressione che esercitava sull'arto.

Ed era il sangue la cosa che Tsunade ricordava più chiaramente.

Era  d a p p e r t u t t o.

Tutto era  r o s s o.

Terreno, alberi, erba, Jiraya.

Perfino il cielo aveva deciso si donare alla propria alba una sfumatura tendente a quel dannato colore.

Non si ricordava la risposta che Orochimaru diede al maestro Sarutobi, quando questo gli chiese il perché di quello scontro.

Semplicemente perché non diede alcuna risposta.

Stette zitto a guardare indifferente il maestro.

Era come se davanti a lui ci fosse solo il  n u l l a.

La stessa espressione che aveva adesso, guardandola. Non sembrava minimamente toccato dalla sua presenza, dalle sue parole.

Di fronte alla mancata reazione del suo compagno di squadra, la bimba arricciò, strafottente, le labbra.

"Guarda che lo dico al maestro cosa hai combinato." Poggiò le mani sui fianchi, facendo ondeggiare vezzosamente i lunghi codini biondi.

Faceva sfoggio di una sicurezza che non aveva. Provava paura e repulsione per Orochimaru, ma riusciva a non darlo a vedere. 

La lucertola, nel frattempo, approfittando della distrazione del suo aguzzino, era sgusciata via, cercando di utilizzare al meglio le tre zampe sane rimaste.

Orochimaru trasse velocemente dalla tasca un kunai e lo lanciò contro il rettile, spaccandogli il cranio.

 

Finito il divertimento.

 

****

 

Una sola domanda.

"Ti fa male?"

Anko non sapeva cosa rispondere. Probabilmente provava dolore, ma aveva raggiunto quella soglia che raramente si oltrepassa. Quella soglia in cui perdi la percezione del tuo corpo e tutto incomincia a farsi più sfocato, più ovattato. Quella in cui i tuoi nervi cominciano a non sopportare più la mole di dolore e smettono di svolgere la propria funzione.

Avvertì a stento la presa di Orochimaru farsi più salda intorno al braccio, la sua bocca che si avvicinava all'orecchio.

"Ti-fa-male?"

Tra le lacrime, lei osservò da vicino il suo viso che in quel momento più che mai le era estraneo. Gli occhi dorati, che somigliavano a due voragini, ridevano.

Una figura, che per tutto quel tempo era rimasta in un angolo del laboratorio, si avvicinò a loro due. Il coprifronte, che brillava sotto la poca luce proveniente dall'unica lampadina appesa al soffitto, indicava che era uno dei jounin di Oto.

"Orochimaru-sama, la ragazza è la prima che è riuscita a sopravvivere." Sembrava stupito. Anko lo era ancora di più. 

"E probabilmente sarà l'unica, vista la situazione dei numeri quattro e sette."

Di fronte a quella affermazione ovvia, Orochimaru lanciò al sottoposto uno sguardo quasi annoiato, quello che riservava a chi non meritava la sua attenzione, e tornò a concentrarsi su di lei.

Le prese la manica della casacca e la strappò con forza, aprendo uno squarcio nella stoffa che andava dal seno sinistro fino a scoprirle tutta la schiena. 

Perché?

Anko iniziò a sentire freddo; e con il freddo tornava il dolore lacerante al collo. Tutto il suo corpo stava cominciando nuovamente a funzionare a dovere, nonostante lo shock che lo aveva quasi spezzato. Anko apprezzò quella capacità di non farsi abbattere completamente dal dolore, almeno sul piano fisico. 

Orochimaru stava passando le sue dita sul collo, su quelle tre sagome incise nella pelle, sagome di cui lei non riuscì a distinguere chiaramente la forma. 

Perché a me?

Involontariamente sospirò di sollievo al contatto freddo della sua mano contro il collo arrossato.

Infine lui si alzò lasciandola sul pavimento Sembrava felice. Molto. La guardò come se stesse guardando un jutsu particolarmente difficile che gli era riuscito.

Anko pensò che era così. Che era una cavia, un esperimento come i tanti altri che aveva visto lasciare quel laboratorio avvolti in un lenzuolo bianco, nei brevi istanti di coscienza che riusciva a strappare ai sedativi. 

Era il mio sensei, io mi fidavo.

Anche messa nero su bianco nei propri pensieri quella frase, nella sua ingenuità, le risuonava terribilmente infantile.

 

****

 

L'avrebbe dovuto prevedere, come prevedeva un qualsiasi attacco nemico ai suoi danni. Anko aveva sempre avuto un basso limite di sopportazione ma, dopo tutti quegli anni vuoti di qualsiasi sentore di ribellione, pensava che avesse imparato a conviverci, come si convive con una vecchia ferita che non si è mai rimarginata.

Era sopravissuta al segno maledetto, sarebbe potuta sopravvivere anche al ricordo.

Ma.

Troppa rabbia.

"Fallo."

La mano di Anko che reggeva il kunai non vacillò, ma Orochimaru era sicuro che non avrebbe mai sferrato il colpo.

"Fallo."

Questa volta un tremito impercettibile le percorse il braccio. Anko aveva un difetto che poteva rivelarsi fatale per un ninja: esitava. E in guerra non c'è né spazio né tempo per questo. Esitare significa trovarsi un pugnale nel cuore perché non si è stati capaci di uccidere il nemico.

E, anche se lei non avesse avuto questo difetto, non sarebbe stata comunque capace di ucciderlo.

Era come avere una lucertola nel proprio pugno.

Le prese il kunai, come se fosse stata una bambina che reggeva un oggetto pericoloso tra le mani, e si avvicinò a lei, aspettando una qualsiasi reazione. Anko ebbe la chiara impressione di essere fiutata da una tigre.

La guardò negli occhi così espressivi da non riuscire a nascondere il pensiero.

Io mi fidavo.

 

Gli inutili tentativi di ribellione di Anko non erano divertenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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