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Autore: Mary_B    28/04/2013    6 recensioni
Una foto.
Chi avrebe mai detto che di loro due sarebbe mai rimasta solo una foto.
Di sicuro non i loro migliaia di fan.
Di sicuro non i loro genitori.
Di sicuro non i loro amici.
Di sicuro non Louis e neanche Sydney.
La vita è folle, e ciò che è sicuro un giorno è dubbio il giorno dopo.
Quindi a che servono le certezze se sono solo momentane?
E allora bisogna buttare tutto in aria e giocare d'istinto, ma, ad un passo dal matrimonio con il perfetto Principe Azzurro, chi sarebbe mai così stupida da farlo?
Io un nome ce l'ho in mente, e voi?
-Seguito di "I Should Have Taken The Chance"-
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't Wanna Take It Slow'
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Small Bump
Oh, you're just a small bump unknown, you'll grow into your skin.
With a smile like hers and a dimple beneath your chin.
Finger nails the size of a half grain of rice,
And eyelids closed to be soon opened wide
A small bump, in four months you'll open your eyes.
-Small Bump, Ed Sheeran-
A Bridget e Lilith
 
Londra, otto anni prima
 
<< Conto su di te per l'intervista con Pippa Middletone, Syd. Tutto il mondo ti ama, quindi usa il tuo charme e tira fuori qualcosa di buono >> Syd annuì segnando sull'iPad l'impegno per il diciassette gennaio venturo << E poi, ce la fai ad andare alla sfilata di Topshop? >> le chiese Alexandra
<< Quand'è? >>
<< Cinque gennaio >>
<< Oh, no. Io e Louis torniamo da Parigi il dieci. Hai qualcun altro da mandarci? >>
<< Mmm... ci sarebbe Kelly. Speriamo non ci imbarazzicome l'ultima volta >> quando Syd era arrivata a BQ London due anni prima, Alexandra parlava sempre al singolare: "non farmi perdere tempo", "non annoiarmi" e "non mentirmi". Pian piano, a fatica, Syd era riuscita a conquistare la sua fiducia e adesso Alexandra parlava al plurale includendola sempre nei suoi piani
<< Comunque, quando torni dal tuo Natale a Parigi, c'è da organizzare la festa di primavera, e visto che la settimana scorsa sei stata eletta "Dipendente dell'anno" alla BQ Night, tocca a te organizzarla. Ricorda che... >> Syd non seppe mai cosa avrebbe dovuto ricordare, perché un conato di vomito la fece correre nel bagno privato dell'ufficio di Alexandra. Preoccupata, questa la seguì e le tenne i capelli finché non ebbe finito. Dopo averla fatta sedere su uno dei divanetti bianchi e avrle dato un bicchiere d'acqua, Alexandra scoppiò 
<< Si puoi sapere che cazzo hai? Sono almeno due settimane che fai avanti e indietro dal cesso! Fatti curare, porca puttana! Dio, e succedesse una cosa del genere a un evento ufficiale? Saremmo fottuti... Syd, non è che sei... >>
<< Incinta? >> Syd mandò giù un altro sorso d'acqua << Ne sono quasi sicura, ormai. Sono in ritardo di settimane e... beh, il vomito l'hai visto anche tu >>
<< Oh Dio, Syd! >> Alexandra si mise una mano sul cuore e si lasciò cadere di fianco a lei << Che casino... devi subito correre dal medico e liberarti di questa situazione
scomoda >>
<< "Questa situazione scomoda"? Alex, sono mesi che io e Louis proviamo ad avere un figlio! >>
<< Che cosa? >> Syd sospirò e bevve un altro sorsetto
<< Abbiamo avuto un falso allarme quando eravamo in Perù in tour. Il test era positivo, e mi sentivo malissimo. Era l'ultima tappa del tour così aspettammo due settimane, il tempo di tornare in Inghilterra, e corremmo dal medico. In realtà, era solo stress, ma io e Lou ci eravamo affezionati all'idea di avere un bambino tutto nostro, quindi abbiamo deciso di provarci, è da Maggio scorso che ci diamo dentro come dei pazzi. Oggi ho l'appuntamento dalla ginecologa per vedere se è un falso allarme anche questo e ho prenotato il viaggio a Parigi, così se avrò la risposta che voglio avere, glielo dirò nella nostra città, altrimenti abbiamo altre due settimane per provarci. Ovviamente non lo sa nessuno, solo la mia ginecologa e tu, quindi acqua in bocca >> Alexandra rimase immobile e in silenzio religioso per cinque minuti buoni, quando si risvegliò dalla sua catalessi ebbe solo tre parole da dirle
<< Tu sei pazza >>
<< Lo prendo come un complimento >>
<< Sul serio, Sydney! Non hai neanche vent'anni e vuoi avere un figlio con un cantante! Certo, vi amate alla follia e tutto, ma la metà del tempo lui non sarà neanche a casa >>
<< Ce la posso fare >>
<< E l'Università? >>
<< Può aspettare, tutto può aspettare >>
<< La Columbia University ti ha offerto una borsa di studio che, a momenti, ti paga pure i pasti. Lì insegnano i tuoi docenti preferiti e tu vuoi mettere tutto da parte per un folle piano di due ragazzini innamorati? >>
<< Non siamo due ragazzini, Alex! Ho passato tutta la mia vita circondata da persone che si pentono di non aver colto le opportunità a loro tempo, io non farò lo stesso >>
<< Aspetta qualche altro anno, Syd! Louis sarà sempre lì per te >>
<< Alex, tu non puoi capire. Hai mai amato qualcuno così tanto da sentirti soffocare, da non avere la forza di alzarti dal letto con lui perché sai che potresti non vederlo per un sacco di tempo, da sentirti la persona più fortunata della fottutissima Terra solo perché lui, fra sette cazzutissimi miliardi di persone, ha scelto te, ama te, vuole te? >> Alexandra scosse la testa << E allora non credo che capirai perchè vogliamo avere un figlio >>
 
 
 
 
 
<< Lo vedi, Syd? È proprio qui >> la dottoressa MacCormack indicò una sagoma sullo schermo della macchina per ecografie (macchinario dal nome sconosciuto a Syd e, più o meno, tutti coloro che non hanno studiato medicina). Syd piangeva silenziosamente, cercando di reprimere l'istinto che le diceva di sporgersi e toccare quello stupido schermo
<< È vero? >> la dottoressa rise
<< Decisamente, sì. Sei pronta? >> Syd annuì
<< Di quant'è? >>
<< Sette settimane circa, direi. Quando lo dirai a Louis? >>
<< In taxi, probabilmente... anzi, conoscendomi non resisterò e cederò in aereo >> la dottoressa rise di nuovo. Era questo che piaceva a Syd di lei: ancora prima di essere un medico, era una donna, una persona che capiva cosa provassero le sue pazienti. Le stampò tantissime foto, calmò le sue deliranti preoccupazioni e le augurò buon viaggio. Syd uscì dal Princess Grace Hospital con le foto al sicuro in una busta da lettere strette al petto. 
Solo un giorno.
 
 
 
 
 
 
<< Che te ne pare? >> Syd alzò lo sguardo dal libro di Peppa Pig che stava leggendo al piccolo Sam per concentrarsi su Ethan. Non vivevano più insieme da anni, ma il loro rapporto era rimasto immutato e si aiutavano a vicenda in situazioni difficili come le riunioni di famiglia mensili a cui erano costretti a partecipare. Louis era un abituè ormai, e quella sera non era stato l'unico ospite a casa di Ben e Rachel: Ethan aveva portato con sé Elliot, un compagno d'Univeristà con cui stava insieme da un po'; le cose si stavano iniziando a fare serie fra di loro, Ethan aveva conosciuto i genitori di Elliot e lui voleva a tutti i costi conoscere la famiglia King. Inutile a dirlo, aveva fatto colpo su Rachel ma lasciava sempre perplesso Ben che non riusciva ad accettare che suo figlio fosse gay. In quel momento, lui e Louis stavano parlando animatamente di calcio seduti a tavola mentre Ben sfogliava per finta una rivista quando in realtà li stava ascoltando attentamente, Rachel stava preparando le cose per il dessert in cuicna e Ethan si era avvicinato di soppiatto alla sorella
<< L'ho già conosciuto, ricordi? Mi piace, si veste bene, è intelligente, adora il gelato di Kevin ed è assolutamente cotto di te, cosa vuoi di più? >>
<< Non lo so, è che lui è così... >>
<< Aperto? Beh, i suoi genitori sapevano che lui fosse gay ancora prima che se ne rendesse conto in prima persona, direi che questo aiuta >>
<< Forse è troppo gay >>
<< Ethan! Questa è una cosa che potrei dire io, visto che quando ce l'hai fatto conoscere ci ha portati in un bar con il karaoke e ha cantato "Diva" di Beyonce >>
<< Vedi? Io non l'avrei mai fatto >>
<< Tu non avresti neanche fatto Outing se non fosse stato per Aiden >>
<< Non è vero! >>
<< Sì che è vero. Sei solo spaventato e confuso perché credevi che dopo Aiden non ci sarebbe stato nessun altro >>
<< Forse... >>
<< Ethan... sono passati due anni, Aiden non avrebbe mai voluto che tu rimanessi così legato a lui >> Ethan abbassò lo sguardo verso Sam che stava giocando con la collana della sorella
<< Ci pensi mai ai figli? >> chiese Ethan all'improvviso
<< Che cazzo c'entra? >> rispose lei
<< Non lo so, ti ho solo chiesto se ci pensi mai >>
<< Sì, ci penso, anche molto. E tu? >> Ethan scosse la testa
<< Era Aiden a volerne adottare cinque, uno da ogni continente. Il solito pazzo >> Syd rise
<< Lo so, la femmina australiana l'avrebbe chiamata Sydney >> Ethan scoppiò a ridere 
<< Non è così divertente, cazzo! >> sbottò Syd che aveva perso il sorriso
<< Invece sì, perchè dovevi farle da madrina di battesimo >> 
<< Non me l'aveva detto questo! >> Ethan continuò a ridere vedendo lo sguardo disgustato della sorella << Sarebbe stato patetico e banale e... la smetti di ridere?!?! >>
<< Scusa, è stato più forte di me. Syd, farò io il padrino di battesimo a tuo figlio, vero? >>
<< Mettiti in fila, King: ci sono già Harry e Breezy >> Syd sorrise sentendo le braccia di Louis stringerle le spalle, lui le baciò la testa e la strinse a sè << Il terzo potrebbe toccare a
te >>
<< Terzo? Quanti ne vuoi? >> domandò Elliot prendendo in braccio Sam
<< Fin quando la signora non si stanca >> rispose semplicemente lui
<< Signorina >> lo corresse Syd << Dovrai uccidermi prima di sposarmi, Tomlinson >>
<< Perché? Non credi nel matrimonio? >> chiese Elliot
<< Per l'amor del cielo, no! I miei genitori sono divorziati e risposati, perché disturbarsi a organizzare feste, cerimonie e cazzate del genere quando poi non si è in grado di rispettare una promessa fatta a Dio? >>
<< Mia sorella è molto religiosa >> spiegò Ethan << Ma il matrimonio proprio... >>
<< Le promesse fatte a Dio sono le più importanti e, allo stesso tempo, quelle più infrante. Non voglio fare un passo del genere sapendo che potrei vacillare >>
<< Voi due non vi amate alla follia e cose del genere? >> domandò Elliot
<< Certo che sì! Sei mai stato a un matrimonio, Elliot? "Prometto di esserti vicino nella salute e nella malattia, nella povertà e nella ricchezza, di amarti e onorarti ogni giorno della mia vita finchè morte non ci separi", e se io avessi dei dubbi durante la mia vita? >>
<< Beh, prometti di rimanere al fianco della persona che ami, non di non dubitare mai >> le fece notare lui. Louis sorrise vedendo Syd diventare rossa, tipico segno di battaglia sull'orlo di scoppiare
<< Hey, tesoro >> le sussurrò nell'orecchio << Non c'è alcuna fretta, nessuna pressione. Se non vuoi, non ci sposeremo. Mi basti tu, non ho bisogno di anelli e firme su documenti, voglio solo te. A me lo puoi promettere? >> lei annuì e abbassò gli occhi verso la mano di Louis che era scivolata inconsciamente verso la sua pancia. Chissà se lui se lo sentiva dentro che finalmente ce l'avevano fatta, proprio come se l'era sentito lei nei giorni precedenti. Probabilmente il vomito era stato un bell'indizio che lui non aveva, le piaceva, però, immaginare che lui potesse sentire suo figlio dentro di lei con quel semplice tocco.
Perché mettersi pressione addosso con un matrimonio quando tutto era perfetto così? 
 
 
 
 
 
 
<< La smettete di guardarci male? >> sbottò Syd 
<< Io non ti sto guardando, sto guardando la fottutissima strada ghiacciata meglio di una pista di pattinaggio >> si difese Harry alla guida di quella monovolume a sei posti che di solito usavano i One Direction per spostarsi in giro per la città. In effetti, c'erano tutti e cinque i One Direction, ma c'era anche Syd, tutti diretti all'aeroporto di Heathrow
<< Siete due asociali di merda >> li accusò Niall seduto di fianco a Syd e Lou << Tutti andiamo in Australia a festeggiare Natale e Capodanno e loro vanno a Parigi per la ventottesima volta >>
<< Settima >> lo corresse Louis 
<< Perchè, cazzo? Non è che non vi lasciamo privacy quando andiamo in vacanza insieme >> protestò Zayn
<< Abbiamo voglia di stare da soli >> cercò, invano, di spiegare Syd << Quando ci rivedremo sarà tutto più chiaro >>
<< Sei una stronza >> affermò Liam
<< Grazie, lo prendo come un complimento >> Louis rise davanti alla faccia sconvolta di Liam
<< Riderei anche io, se non mi distraessi troppo dalla strada >> disse Harry con un sorrisino divertito
<< È messa così male? >> chiese Niall
<< Vedi tu: ha nevicato per tre giorni, sono le dieci di sera, tutta la neve sciolta si è ghiacciata e ci mancano ancora dieci km minimo >> rispose Harry
<< Fai con calma, Styles, le ragazze sono partite adesso da casa di Kaya >> l'informò Syd leggendo un messaggio dal suo BlackBerry
<< Della serie "Non abbiamo un volo fra tre ore" >> scherzò Zayn
<< Il solito ansioso >> lo prese in giro Liam. Zayn lo mandò a quel paese e alzò il volume della radio. Bruno Mars cantava quanto volesse essere un Bilionario, Niall canticchiava con la radio, Zayn giocava a Fruit Ninja sull'iPhone, Liam batteva il piede a ritmo e Syd ascoltava il ritmo del cuore di Louis appoggiata al suo petto. Harry era così concentrato sulla strada da non sentire neanche le parole di Syd
<< And in that moment, I swear, we were infinite >> 
<< Cazzo! >> urlò Harry, Niall mise subito una mano sul petto di Syd per evitare che sbattesse contro il sedile davanti, proprio come Zayn fece con Liam. Louis non capì neanche cosa fosse successo, ma all'improvviso la macchina iniziò a girare su sè stessa senza controllo nonostante Harry stesse provando in tutti i modi a sterzare. Syd strillò quando uscirono dalla carreggiata oltre il guard rail e iniziarono a cadere e cadere e cadere...
 
 
 
 
 
 
 
<< Sydney, mi senti? >> 
No, non sento niente..
<< Sydney, stringimi la mano se mi senti >>
Mano? Quale mano? Chi sta parlando? Chi sei? Dove sono? Dov'è Louis? E il bambino? Dov'è il mio bambino? È con me, vero? È ancora dentro di me, giusto? Dove altro può essere? È solo un agglomerato di cellule, ma diventerà un bimbo, un bellissimo bimbo. Avrà gli occhi di Louis, me lo sento
<< Sydney, per favore >>
Oh, vaffanculo stronzo! Non vedi che sto dormendo?
<< La mano, Sydney >>
La mano? Ah, giusto, te la devo stringere. Non è che sei un fan fanatico, vero? Ecco fatto, contento?
<< Ok, perfetto. Sydney, ho bisogno che tu apra gli occhi, adesso >>
E che palle! È venerdì sera, non hai di meglio da fare, cazzone?
A fatica Syd aprì gli occhi, ma non era a Parigi, dove doveva essere, a meno che l'hotel dove aveva prenotato avesse le luci a neon e il soffitto bianco. Confusa, si guardò attorno e vide un uomo in un camice bianco sorriderle 
<< Ciao Sydney, sono il dottor Christie. Sai dove sei? >> 
Flebo alla mano destra, fastidioso tubicino al naso, monotono bip al suo fianco, braccio immobilizzato, gamba insensibile, mal di testa atroce 
<< Ospedale >> gracchiò lei, il dottore annuì
<< Sai perchè? >> in un lampo rivisse quei fottutissimi sesanta secondi in auto, il ghiaccio, la caduta, le urla...
<< I ragazzi, dove sono? Dov'è Louis? >> l'ansia la colpì all'improvviso, il bip che registrava il suo battito cardiaco accelerò 
<< Calmati, Sydney, ti prego. Se ti agiti, ti dovrò sedare di nuovo. Respira con me, con calma >> Syd seguì il respiro del dottor Christie, il bip tornò al suo ritmo normale. Lui le sorrise e le mise una mano sul braccio sinistro, libero da fasciature << Sydney, tu e i tuoi amici avete avuto un brutto incidente due giorni fa, l'auto dietro di voi ha chiamato i soccorsi, siete stati ricoverati qui, al Princess Grace >>
<< Come stanno gli altri? >> il dottore iniziò a snocciolare una lista infinita di diagnosi per ognuno dei ragazzi, ma fu l'ultima a farla scoppiare a piangere disperata << Louis ha un emoragia celebrale, abbiamo dovuto metterlo in coma farmacologico >> il respiro e il battito del cuore di Syd impazzirono di nuovo << Sydney, starà bene, non ti devi preoccupare adesso, ti devi concentrare su di te >> la porta della camera di Syd si aprì, la dottoressa MacCormack entrò con un bicchiere d'acqua che le fece bere con calma
<< Lucas, potresti lasciarci da sole, per favore >> la sua non era assolutamente una domanda, il dottor Christie uscì, la dottoressa MacCormack si sedette sul bordo del letto di Syd e le prese la mano << Sydney, lo so che non è il momento migliore per dirtelo, ma sono due giorni che aspetto il tuo risveglio. Syd, con un incidente del genere siete fortunati di essere sopravvissuti tutti e sei, davvero, però... il bambino... aveva solo sette settimane, non ce l'ha fatta >> 
E quello fu abbastanza per farla svenire
 
 
 
 
 
 
 
Ti prego, Signore, salvalo. È tutto quello che ti chiedo, salvalo. Ho bisogno di lui come una persona normale ha bisogno dell'ossigeno. Farò qualunqe cosa, ma ti prego... mi hai già portato via un figlio, non portarmi via il mio amore, non potrei vivere.
Syd pregava, pregava da giorni, da quando si era svegliata e aveva trovato Alexandra di fianco al suo letto: era corsa al Princess Grace appena aveva saputo, ed era l'unica, oltre ai medici, a sapere del bambino. Aveva provato a consolarla, non c'era riuscita.
Rinuncerò a tutto, alla poesia, al mio lavoro, alla mia vita se necessario. Salvalo.
Si erano svegliati tutti, avevano pianto insieme rivivendo l'incidente, e facevano a turni vicino al letto di Louis in terapia intensiva. Avevano passato ore a spiegare a Harry che lui non aveva nessuna colpa, ancora non sembrava convinto
Cosa devo fare? Dimmelo e lo farò
Nessun incontro con gli psicologi era servito in quella settimana, loro parlavano e lei guardava fuori dalla finestra. Le sue amiche e la sua famiglia cercavano di farle avere una qualunque reazione, era inutile
Fallo vivere e ti giuro che... rinuncerò a lui. È il meglio che posso offrirti, la parte migliore di me. Fallo vivere e giuro che me ne andrò, lo lascerò da solo, non ne saprà più niente di me. Non portarmelo via adesso, te ne supplico
 
 
 
 
 
 
 
<< And who art thou? said I to the soft-falling shower,
Which, strange to tell, gave me an answer, as here translated:
I am the Poem of Earth, said the voice of the rain,
Eternal I rise impalpable out of the land and the bottomless sea,
Upward to heaven, whence, vaguely form'd, altogether changed, and
yet the same,
I descend to lave the drouths, atomies, dust-layers of the globe,
And all that in them without me were seeds only, latent, unborn;
And forever, by day and night, I give back life to my own origin,
and make pure and beautify it;
(For song, issuing from its birth-place, after fulfilment, wandering,
Reck'd or unreck'd, duly with love returns.) >> Syd sospirò chiudendo la sua copia di "Foglie d'erba" di Walt Whitman, "The voice of the rain" era l'ultima poesia, gliel'aveva lette tutte ma Louis continuava a non muoversi. I medici dicevano che si sarebbe dovuto svegliare fra poco, a lei non sembrava di vedere differenze
<< Parlami, Louis >> lo supplicò sentendo le ennesime lacrime cadere << Ti prego, sono io, sono Syd, ho biogno di te. Per favore >> Syd singhiozzò stringendo la sua mano. Non ce la faceva più, aveva bisogno di Louis. 
E Louis aveva bisogno di lei, ebbe un modo tutto suo di farglielo sapere.
Russare.
Syd alzò lo sguardo su di lui, stava decisamente russando
<< Louis... Tomlinson, svegliati, cazzo! >> quasi l'urlò, funzionò, però, perchè Louis aprì gli occhi
<< Syd... ho sognato che m'insultavi >> lei scoppiò a piangere di nuovo e premette il pulsante del letto per chiamare i medici che arrivarono in neanche trenta secondi portandola via. 
Grazie, grazie, grazie Signore. 
Passò un'ora a sorridere per la prima volta da una settimana, ci mise un'ora a ricordarsi di quelle promesse.
Addio Louis
 
 
 
 
 
 
<< Glielo dovrai dire >> sentenziò Alexandra guardando Syd ranicchiata nel letto, lo sguardo spento 
<< Non ora, ha bisogno di tutte le forze che ha per riprendersi >> mormorò lei
<< Ha il diritto di sapere >>
<< E lo saprà, prima che parta >>
<< Parta per dove, Syd? >>
<< Ho accettato la borsa di studio della Columbia, ad Agosto mi trasferisco a New York con Mick >>
<< Sei pazza, vero? Non puoi lasciarlo adesso >>
<< Tu non sai niente, Alexandra. Non parlerai mai a nessuno di questa storia, o giuro che ti farò rimpiangere il giorno in cui sei nata >>
<< Sydney, avrà bisogno di te >>
<< Sarò sempre con lui >> bisbigliò prima di chiudere gli occhi.
 
 
 
Londra, sette anni dopo
 
 
 
 
<< Come hai potuto? >> urlò Louis. Syd piangeva da metà della sua storia in modo irrefrenabile, lui era semplicemte furioso << Era mio figlio tanto quanto era tuo e tu hai deciso di non dirmerlo! >>
<< Non ce l'ho fatta! Io volevo, te lo giuro, ci ho provato tante di quelle volte... >>
<< Sette anni, Syd! Sette fottutissimi anni e non una parola >>
<< All'epoca non avresti retto anche questo colpo >>
<< Credi che lo possa reggere meglio adesso che viene fuori da una stronza come Alexandra Waldorf, Sydney? >>
<< Mi dispiace! >>
<< Non me ne fotte un cazzo, porca troia! Era mio figlio! Lo volevo quel bambino! >>
<< Lo so, lo so, lo volevo anche io >>
<< Dio, io ho... ho passato giorni a sperare che tu mi chiamassi e mi dicessi di avercela fatta, che fossi incinta e tu... ti sei tenuta tutto per te >>
<< Ti stavo portando a Parigi per dirtelo, Louis! >>
<< Ragazzi, per favore, respirate un attimo, cerchiamo di risolvere la situazione in modo civile >> s'intromise Liam. Zayn, da un lato, cercava di tenere fermo Louis, dall'altro, Niall stava trascinando Syd il più lontano possibile da Louis
<< Stanne fuori, Liam! >> urlò Louis << Non sono cazzi tuoi >>
<< Invece sì, perchè riguarda te e riguarda lei, quindi riguarda me >>
<< Sei una troia! >> tutti rabbrividirono a quelle parole dette da Louis << Hai sempre e solo portato problemi nella mia vita! Vorrei non averti mai conosciuto, Sydney Viola Sparks! Sai solo distruggere tutto quello che tocchi! Hai distrutto me, hai distrutto Aiden a suo tempo, hai distrutto te stessa e hai trascinato giù nel baratro chiunque ti stesse vicino >>
<< Basta, ti prego >> lo supplicò lei nascondendsi il viso fra le mani
<< Quattro cose, solo quattro fottutissime cose ho voluto nella mia vita: fare musica, salute per la mia famiglia, te e nostro figlio. Come hai osato portarmelo via? >>
<< Cosa avrei dovuto fare, Louis? Guardarti negli occhi appena svegliato dal coma, con una gamba rotta, cinque centimetri di fasciatura attorno la testa e tre costole incrinate e dirti "Oh, Lou, sai stavamo per diventare genitori ma ho perso il bambino. Che dici, proviamo con il secondo?" >>
<< Meglio di questo schifo, Sydney! Io ti... io ti odio con tutto il cuore. Come ho anche solo potuto pensare che le cose fra di noi potessero tornare come prima? Sei solo una bambina viziata e odiosa e... Smettila di piangere, cazzo! >>
<< Cosa vuoi che faccia, Louis? Credi che non abbia sofferto ogni fottutissimo giorno? Credi che stia bene? Credi che sia felice? Volevo solo evitarti tutto questo >>
<< Non dovevi scegliere al mio posto, cazzo! Lo sapeva Alexandra Waldorf, la donna che più odi al mondo dopo tua madre, e non io! A chi lo hai detto, avanti? Breezy? Amber? Nick? >>
<< Ti ho detto che non lo sa nessuno, cazzo! Mi ascolti o parlo al vento, porca puttana troia? >> 
<< Modera il linguaggio, signorina >> la richiamò Rachel
<< Stanne fuori, mamma, non sono cazzi tuoi >> strillò Syd asciugandosi le lacrime con le mani 
<< State mettendo su un casino assurdo per una cosa stupida >> affermò lei << Non aveva neanche tre mesi, che ne volete sapere di cosa sia perdere un figlio, stupidi ragazzini? L'avevo detto a quella MacCormack, al tuo medico >> Syd si voltò verso la madre per la prima volta da quando aveva aperto bocca 
<< E come gliel'avresti detto, scusa? Tu come facevi a saperlo prima di sta sera? >> chiese Syd
<< A dimostrazione di quanto sia immatura: eri priva di sensi quando sei arrivata al Princess Grace, qualcuno doveva firmare l'autorizzazione per l'operazione, così la dottoressa MacCormack venne da me, perchè sono tua madre, nonostante tu ti rifiuti di riconoscerlo da anni. Firmai i moduli e ti portarono in sala operatoria, fine delle storia >> Syd si liberò della presa di Niall attorno alla vita e si avvicnò a sua madre con fare assassino 
<< Tu sapevi cosa stavo passando e non hai mosso un dito. Mi hai guardata marciare nell'inferno e partire per New York sapendo che avevo perso un figlio sei mesi prima senza neanche mai parlarmene. Che razza di madre sei, Rachel? Chi è l'immatura qui: la ragazza di ventotto anni che ha nascosto una gravidanza all'ex fidanzato o la donna di cinquantasei che ha lasciato sua figlia soffrire? >> Rachel rimase immobile. Il tono di Syd era duro e pieno d'odio, gli occhi in fiamme << Per me sei morta, Rachel. Non voglio mai più vederti, nè te, nè quel coglione di tuo marito. E tu >> Syd puntò un dito contro Alexandra che sobbalzò e perse il suo sorriso divertito << Visto che siamo in vena di confessioni non richieste, lo vogliamo dire perchè tu e tuo marito vi siete lasciati? No, non è stata colpa mia, è stato un favore che ti ho fatto: mi hai chiesto di postare quelle foto di lui con la sua amante perchè volevi lasciarlo dato che le cose non andavano più bene fra di voi. Qual era quel piccolo problemino che ti porti dietro, Alex? Aiutami a ricordare, non era per caso sterilità? >> un mormorio si diffuse per tutta la sala, Syd cercava di trattenere le lacrime eppure godeva nel vedere la sofferenza negli occhi del suo vecchio capo. Alexandra si avvicinò a lei con fare minaccioso, Syd non si mosse 
<< Bambina viziata. Tutto quello che eri e tutto quello che sarai. Stupida ragazzina, rimarrai sola, ed è quello che ti meriti. Mio marito sapeva dei miei problemi di salute, ben più gravi di un aborto. Hai avuto paura e ti sei nascosta dietro a delle preghiere, dietro al tuo Dio. In caso te ne fossi dimenticata, Dio vuole solo la felicità per i propri figli, ma non è quello che piace fare a te. No, tu sei la martire per eccellenza: "Mia madre tradiva mio padre, si è sposata con un coglione, ero vittima di bullismo, sono quasi morta in un incendio, ho perso la carica di Miss Cheshire, ho perso il mio bambino, ho dovuto lasciare il mio fidanzato perchè sono una Santa mancata, sto con uno che non sa neanche quand'è il mio compleanno, il mondo è tanto cattivo con me ma io sono tanto buona, lo giuro". Sei patetica, davvero. E sei pure una dannata piagnona! Datti una scrollata, Sparks, il mondo non gira attorno a te, quindi vai a farti fottere, ti assicuro che non mancherai a nessuno >> la mano di Syd fu più rapida della sua mente, scattò verso l'alto e colpì Alexandra in pieno viso, Louis l'afferò per la braccio e la spostò di lato per difenderla dal colpo di Alexandra 
<< Vattene >> sibilò Louis << Lasciala stare, sono cose fra di noi >> Alexandra rimase sconvolta
<< Ti rendi conto di cosa ti ha fatto, idiota? >> domandl lei
<< Ti rendi conto che la amo lo stesso, qualunque cosa mi faccia? Quindi, gira a largo, non farti mai più vedere >> Alexandra scosse la testa sconsolata
<< Folli innamorati, vi ucciderete a vicenda >> finalmente Alexandra se ne andò, pian piano se ne andarono tutti, rimasero solo Louis, Angelina, Rick, Syd, Ethan, Breezy, Harry e gli altri ragazzi dei One Direction, Syd tremava violentemente, Louis aveva ancora le dita strette attorno al suo polso, di sicuro sarebbero rimasti i lividi. Fu Angelina la prima a parlare, e non disse qualcosa di piacevole 
<< Voi due siete perfetti l'uno per l'altra: sapete dare a tutti tutto ciò che vogliono tranne il vostro cuore. È finita, Louis >> lui non profferì verbo e la guardò uscire dalla sala, Syd fece cenno a Breezy di seguirla, lei obbedì silenziosa. Poi, fu il turno di Rick
<< Domani andrò ad Heathrow, salirò su quel fottuto aereo e ti aspetterò. Se non ci sarai, sarà finita, Syd. Farò impachettare le tue cose e le manderò a casa di Nick, non ti cercherò più e il matrimonio, ovviamente, salterà. È una tua scelta, posso andare oltre questa storia e al tuo tradimento ma dovrà essere per sempre, sul serio >> Syd annuì una sola volta e Rick se ne andò a testa bassa e chiuse la porta alle sue spalle
<< Ragazzi, potreste... >> Louis non dovette neanche concludere la domanda, tutti se ne andarono e li lasciarono soli. Syd non aveva neanche il coraggio diguardarlo negli occhi, guardava in basso e sentiva il mascara scivolare sulle guance. Louis frugò nella tasca dei jeans e tirò fuori un fazzoletto di stoffa, le alzò il mento e, con delicatezza, le ripulì il viso
<< Sono scoppiato, avrei dovuto portarti fuori per parlarne >> mormorò seguendo la linea dello zigomo destro
<< Avrei dovuto dirtelo prima di partire >> bisbigliò lei
<< Quando sei partita, ho passato mesi a chiedermi cosa avessi fatto di sbagliato. Sono sopravvissuto, è questo il problema >>
<< No, assolutamente no. Lo sai cosa ne penso delle promesse fatte a Dio >>
<< Infrangibili, ricordo, ma l'hai infranta, no? >>
<< E guarda cos'è successo... >>
<< Sydney... non sono Rick, io non ce la posso fare ad andare oltre >> lei annuì e prese il fazzoletto dalle sue mani per asciugare le sue di lacrime << Avrei potuto perdonarti tutto ma questo è troppo, troppo dolore. Come posso fidarmi di te dopo di questo? >>
<< Non puoi >> Syd scoppiò a piangere di nuovo, lui l'abbracciò e la cullò al suo petto << I sound my barbaric yawp over the roofs of the world... credo di averla capito solo ora cosa vuol dire >>
<< Può essere ogni cosa che vuoi, un urlo di dolore o di gioia. Ti è sempre piaciuto Walt, Lou >>
<< Mi sei sempre piaciuta tu >>
<< Non ci vedremo più, vero? >>
<< Non per ora, no. Tornerai da Rick? >>
<< Non lo so. Se tornerò da lui, Louis... >>
<< Lo so, Syd, lo so. Solo una cosa... >> Louis sollevò di nuovo il mento di Syd, chiuse gli occhi e si chinò sulle sue labbra.
Syd aveva baciato Louis più volte di quante un essere umano potesse ricordare: da ubriaca, da sobria, da brilla, da drogata e da addormentata anche. C'era stato quel primo bacio con il gioco della bottiglia e c'era stato quell'ultimo in ospedale il giorno in cui Syd era partita e Louis era stato dimesso, ma nessuno fu come quello: dolce, triste, bagnato di lacrime e pieno di rimorso. Lungo, ma non abbastanza per loro. Passionale e casto allo stesso tempo e doloroso, dannatamente doloroso
<< Louis, io... >>
<< Non lo dire, ti prego, non ce la farei. Cederei >> Syd annuì e si allontanò da lui, le loro mani, che si erano strette durante quei pochi istanti di Paradiso, cercarono di rimanere legate fino all'ultimo momento, alla fine Louis dovette lasciarla andare, proprio come aveva fatto lei con lui anni prima, ma mentre la guardava uscire con gli occhi lucidi il presentimento che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui loro si sarebbero mai visti fu forte, così forte da essere certezza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
<< Peyton, potresti spedire questa lettera? >> Peyton annuì prendendo la busta bianca che sua figlia le porgeva. Era passata una settimana, Rick era tornato a New York senza Sydney e lei aveva passato quei sette giorni da sola, chiusa in camera. Aveva preso in affitto una casa nell'Upper West Side, aveva prenotato un altro volo di sola andata per l'America e aveva raccolto i cocci della sua vita, pronta per ricominciarne una nuova
<< Ti vedremo ancora, vero? >> le chiese Peyton
<< Certo che sì! Insomma, è con Louis che abbiamo deciso di tagliare i rapporti per un po' >>
<< Un po' quanto? >> Syd guardò la sua valigia aperta sul letto e piena di vestiti di mille colori, un po' come il suo cuore: spalancato e sanguinante
Te la sei andata a cercare...
Oh, taci, fottuta coscienza del cazzo!
Syd scosse la testa: sentire una voce in testa era già preoccupante, ma due era un'invito a nozze per ogni psichiatra del mondo
<< Non lo so, Peyton. Dagli il suo tempo, prima o poi riusciremo a guardarci negli occhi >>
<< Cosa farai a New York? >> 
<< La vita va avanti, ho fatto di peggio >>
<< Sono preoccupata per te e lo è anche tuo padre >>
<< Non c'è niente di cui preoccuparsi, P! Starò bene, sono una donna adulta, posso gestire una situazione del genere, ok? >>
<< E tua madre? >> Syd chiuse con forza la valigia
<< Mia madre biologica è morta, sei tu la mia unica madre >>
 
 
 
 
 
 
 
Quante lacrime ci sono nel corpo di un essere umano? Al momento, nel corpo di Louis non c'era più neanche una goccia, ne aveva versate troppe in quei giorni ma sentiva di non essere ancora soddisfatto. 
Harry bussò leggermente alla porta ed entrò con in mano una tazza di tè fumante
<< Ciao, ti ho portato la colazione >>
<< Che ore sono? >> chiese Louis mettendosi a sedere nel letto 
<< Le dieci del mattino >> rispose Harry sedendosi di fianco a lui e dandogli la tazza
<< Grazie >> Harry si strinse nelle spalle
<< È l'unica cosa che posso fare per aiutarti >>
<< Non è vero, mi stai aiutando un sacco >>
<< Vorrei sapere cosa dirti, ma non lo so, non l'ho mai voluto un figlio >> Louis bevve un sorso di tè
<< È partita? >> Harry annuì, sapeva benissimo a chi si riferisse Louis
<< Ieri sera, biglietto di sola andata >>
<< L'ha lasciato? >>
<< Sì >>
<< L'hai vista? >> 
<< Sì >>
<< Come sta? >>
<< Male, cerca di resistere, si vede che crollerà >>
<< Breezy è rimasta qui o andata a New York? >>
<< È rimasta a Londra, Syd non l'ha voluta >>
<< Te ne occuperai tu quando crollerà, vero? >> 
<< Ci proverò, se mi lascerà avvicinare >> rimasero in silenzio qualche altro minuto, poi il telefono squillò e Harry si alzò. Giusto prima di uscire, si voltò verso Louis e gli tirò una busta bianca che aveva tenuto nella tasca dei jeans per tutto il tempo 
<< È arrivata sta mattina, per te >>
<< Grazie >> Harry corse in sala e chiuse la porta alle sue spalle. Louis aprì la busta curioso, probabilmente era del veleno in polvere inviatogli da Angelina. La prima cosa che vide fu un biglietto lavanda con poche parole scritte sopra
Ho solo queste, sono del giorno prima dell'incidente. Sette settimane.
Erano le foto di un'ecografia.
Louis si sporse verso il comodino e prese il portafoglio, trovò subito ciò che cercava, una foto di Syd addormentata sui morbidi cuscini del letto di Louis, dietro aveva scritto la poesia di Blake del ponte a Parigi, quella che aveva capito solo adesso dopo tanti anni. Prese una delle foto e la piegò insieme a quella di Syd prima di rimetterle nel portafogli.
Ecco, adesso la famiglia era completa.
 
 
 
 
 
 
<< Ho un cazzo di cartello luminoso attaccato alla schiena? >> Nick scosse la testa bevendo un sorso di caffè << E allora perchè tutto il fottutissimo Starbucks mi sta
fissando? >>
<< È una vera goduria sentirti imprecare, hai talento, ragazza. Comunque, perchè tutti sanno cos'è successo. Come hai intenzione di mettere a tacere la cosa? >>
<< Non farò niente, non voglio che la memoria di mio figlio venga infangata da trame e bugie >> sentenziò Syd aggiungendo altro zucchero al caffè 
<< E con la storia di Rickoglione Van Golden? >>
<< È finita, nessun matrimonio, ecco tutto quello che dirò >>
<< Hai messo su un bel casino, tesoro >>
<< Me ne sono accorta. Devo andare a fare shopping, fra parentesi. Mi mancano cose come un letto, un tavolo, una sedia, una libreria e delle lenzuola color lavanda >>
<< Perchè lavanda? >>
<< È il mio colore preferito, ormai il letto è tutto mio e ci metto le cazzo di lenzuola che voglio >>
<< Hai bisogno di un decoratore d'interni, posso chiedere a Jolene, quella che ha arredato casa nostra >>
<< Se riesce a farmi avere una macchina del caffè entro sera, la riempirò d'oro >>
<< Giusto, come farai con il tuo oro? Tu e Rick avevate il conto in comune >>
<< Rick ha già trasferito la mia parte del mio patrimonio sul mio vecchio conto corrente >>
<< Di la verità, ti senti molto più povera, eh? >>
<< Decisamente, recupererò in poco tempo, però, mi conosci >>
<< Te la senti di tornare a lavoro o vuoi rimanere a casa un altro po'? >>
<< Non ce la faccio più a stare chiusa in quell'appartamento vuoto, ho bisogno di tornare alla mia vita normale, Nick. Ti prego, non mi trattare come se fossi malata >> 
<< Certo, ma se hai bisogno sai che puoi contare su me e Sadie, giusto? >> Syd annuì e mandò giù una generosa sorsata di caffè. 
Poteva farcela, doveva farcela.
 
My Corner
Ce l'ho fattaaaaaaaaaa!!!!!
Ho scritto di notte, non sto scherzando.
Così, eccolo qui, il famoso capitolo del famoso incidente!
Innanzitutto, avrete notato la mia dedica a inizio capitolo: Bridget è una delle mie più care amiche, ha perso la sua bambina a sette mesi di gravidanza, Lilith, quindi mi è sembrato giusto dedicare questo capitolo, che parla della sofferenza di perdere un figlio, a loro due.
Quindi, sì, Louis e Syd stavano cercando di avere un figlio, e ce l'avevano anche fatta, ma l'incidente ha scombussolato tutto.
Syd aveva appena perso il bambino e ha fatto quello che ci si può aspettare da una persona credente come lei che sta soffrendo così tanto: ha pregato Dio per salvare almeno Louis.
Ha promesso di rinunciare a tutto ciò che amava di più: il suo lavoro da blogger, le sue poesie e Louis, la parte migliore di sè.
Peccato che non abbia avuto il coraggio di dire a Louis cosa fosse succeso, c'ha pensato Alexandra.
Syd ha anche saputo come vendicarsi, in modo piuttosto crudele, oserei dire.
E Rachel ha ufficialmente vinto il premio di peggior madre del mondo.
Louis è rimasto sconvolto da questa storia, e ha detto a Syd che per un bel po' non la vuole vedere.
Quel "Bel Po'" sembra essere un "Per Sempre".
Avete capito cosa stava per dire Syd quando si sono salutati, vero? 
(Lo spero, altrimenti quel pezzo perde un tot di romanticismo!!
hahahahahahahahahaha)
Poi, "The Voice of the Rain", l'ultima poesia di "Foglie d'erba", eccola qui:
E tu chi sei? chiesi alla pioggia che scendeva dolce,
e che, strano a dirsi, mi rispose, come traduco di seguito:
sono il Poema della Terra, disse la voce della pioggia, 
eterna mi sollevo impalpabile su dalla terra ferma e dal mare insondabile, 
su verso il cielo, da dove, in forma labile, totalmente cambiata, eppure la stessa,
discendo a bagnare i terreni aridi, scheletriti, le distese di polvere del mondo,
e ciò che in essi senza di me sarebbe solo seme, latente, non nato;
e sempre, di giorno e di notte, restituisco vita alla mia stessa origine, la faccio pura, la abbellisco; 
(perchè il canto, emerso dal suo luogo natale, dopo il compimento, l'errare,
sia che di esso importi o no, debitamente ritorna con amore.)

E, infine, Syd cerca di riprendere la sua vita normale, a New York, senza nessuno dei suoi amici,
che dite? Ce la farà?
Adesso è tutto più chiaro, vero?
Il perchè Syd ha tagliato i ponti con tutti, perchè fosse così passiva e vuota,
e adesso impreca pure! 
Ok, ho scassato le palle abbastanza per questa settimana,
cosa ne pensate?
Ci sentiamo fra due settimane!
xoxoxoxoxoxoxo
Mary

 
  
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