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Autore: MagieSinisterForum    17/11/2007    0 recensioni
La raccolta di fanfictions (23 tra one-shot e flash-fic) che state per leggere nasce quasi per gioco, su un forum, “Magie Sinister” (http://magiesinister.forumcommunity.net/), dedicato al mondo di Harry Potter in generale e a Severus Piton in particolare. Gli utenti del forum, che sono poi anche gli autori (ben 13 persone) dei vari racconti, un pomeriggio chiacchieravano placidamente sul rapporto del loro beniamino, Severus, con il cibo e le bevande. (http://magiesinister.forumcommunity.net/?t=5055779) Perché è così (almeno nei libri) magro? Non gli piace mangiare? O non ha mai tempo per nutrirsi come si deve, tra una lezione e una sessione di spionaggio? Oppure, magari, si priva dei peccati di gola per punirsi dei troppi rimorsi? Secondo l’idea di base, in ogni fanfictions Severus Piton doveva mangiare o bere qualcosa (non importava cosa e, come vedrete, in alcuni casi, il gesto di mangiare diventa mera metafora), oppure desiderare un cibo e, anche nel caso in cui lo si fosse lasciato a digiuno, l’autore doveva rendere, anche solo implicitamente, la propria idea del rapporto di Piton con il cibo.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grifondoro e Serpeverde camminavano nel corridoio dirigendosi verso l’aula di Storia della Magia per affrontare la prima lezione dell’anno, i nuovi arrivati che non avevano mai assistito ad una lezione di KP erano vagamente intimoriti perché i compagni p

Genere: introspettivo, drammatico

Personaggi: Piton, Voldemort e Mangiamorte vari

Era: Harry a Hogwarts

Ritardi e ritorni (Starliam)

Il rumore delle risate e dei festeggiamenti si spense di colpo. Tutti si erano voltati verso l'entrata, dalla quale il nuovo arrivato aveva appena fatto il suo ingresso. Rimase un attimo immobile, come per abituarsi a quell'accoglienza a dir poco glaciale. I suoi occhi erano fissi sull'occupante dell'alto scranno che, a un capo della lunga tavolata rettangolare, sovrastava tutti i commensali.
- Vieni avanti, Severus. Ti stavo aspettando.
L'uomo si avvicinò lentamente, nel silenzio opprimente della sala. Arrivato di fronte al suo signore, si inginocchiò e chinò il capo, sempre senza dire una parola.
- Sai che io sono sempre stato molto magnanimo con i miei Mangiamorte... anche quando non se lo meritano. Ebbene, prima di punirti voglio quindi darti la possibilità di spiegarti. Qual è stata la ragione del tuo ritardo?
- Mio signore...
Severus aveva iniziato a parlare con voce sicura, ma resa bassa dal fatto di avere ancora il capo chinato.
- No. Alzati in piedi e parla davanti a tutti. Anche loro meritano delle spiegazioni.
La voce glaciale lo aveva interrotto, con la rabbia che trasudava da ogni sillaba. Era evidente che avrebbe dovuto faticare non poco per convincerlo. Non importava. Ci era abituato. Si alzò in piedi con calma e rimase a fissare il suo signore negli occhi, senza degnare gli altri occupanti della tavola di un solo sguardo.
- Mio Signore, devi scusarmi per aver preso questa iniziativa senza consultarti, ma come tu puoi comprendere, non ce n'è stato il tempo.
Mi ero accorto da tempo, come tutti gli altri, che il Marchio stava diventando sempre più scuro, e mi stavo preparando con gioia al momento in cui sarei tornato al suo cospetto. Ma quando mi è giunta la tua chiamata, la scuola di Hogwarts e i suoi occupanti si trovavano in una situazione particolare. Forse ho peccato di presunzione, ma ho pensato che ti avrei reso un utile servizio rimanendo per un po' a raccogliere informazioni. Senza contare che se fossi sparito subito avrei fatto insospettire il vecchio Silente, mentre così ho la sua completa fiducia; in quanto si è convinto che sono qui solo su suo ordine.
Sul volto scarno e pallido di Voldemort si dipinse un sorriso glaciale.

- Molto bene, Severus. Più tardi avrò bisogno di un colloquio con te in privato. Ci sono molte... molte cose... che necessitano di un chiarimento. Ma possono aspettare. Per il momento godiamoci questo banchetto. In fondo è l'inizio di una nuova epoca per noi, no? Codaliscia!
L'ometto seduto alla sinistra di Voldemort sollevò di scatto la testa.
- Vattene in fondo al tavolo, fai sedere Severus.
Codaliscia si alzò sempre tenendo la testa bassa, cercando di evitare lo sguardo di fuoco di Piton.
Dal momento che si trovava alla destra di Voldemort, per poter raggiungere il posto alla sua sinistra fu costretto a fare tutto il giro della grande tavola. Una regola mai detta ma inderogabile vietava infatti nel modo più assoluto, di passare dietro la schiena del Signore Oscuro. Tutti dovevano rimanere, in ogni istante, ben visibili. Di nuovo sentì gli sguardi di tutti su di sè, mentre si avviava al posto che gli era stato destinato.
C'era ancora il piatto di Codaliscia; Severus lo scansò con una smorfia di disgusto e si sedette. Non aveva bisogno di nascondere le emozioni negative che Minus suscitava in lui: non era una presenza gradita a nessuno di loro.
In silenzio, si servì di qualche pezzo di carne di agnello dal vassoio davanti a sè, mentre il chiacchiericcio ricominciava, vivace come se non fosse mai stato interrotto. Notò che nessuno gli rivolgeva la parola, come se non fosse mai arrivato. Voldemort aveva detto qualcosa agli altri, prima che lui entrasse? Sicuramente. L'Oscuro Signore non aveva osato dire di più davanti agli altri per poter continuare a giocare ancora un po' a fare il padre-padrone premuroso e indulgente. 14 anni di lontananza erano troppi, anche per i seguaci più accaniti. Non voleva correre neanche il minimo rischio di perdere la loro fiducia; anche un solo Mangiamorte un po' meno convinto degli altri, allo stato attuale delle cose, poteva rappresentare un pericolo.
Non sapeva che cosa sarebbe accaduto "dopo", ma poteva facilmente immaginarlo. Anche se adesso Voldemort sembrava di buonumore, aveva visto il luccichio rabbioso nei suoi occhi. Non sarebbe stato facile riuscire a convincerlo, stavolta. A suo favore c'era il fatto che dopo anni passati a contatto con lui, sapeva quali argomenti sollevare. L'unica cosa che interessava a Voldemort era il successo. Il suo successo, tutto il resto non contava. Qualunque azione potesse contribuire al successo, per lui era ben accetta. Sarebbe riuscito a dimostrargli che il suo ritardo di due ore era servito a portargli grossi vantaggi?
Ridacchiò distrattamente a una battuta su Silente (o era su Moody?) che aveva fatto il Mangiamorte alla sua destra.
Sì, ci sarebbe riuscito: avrebbe dovuto riuscirci, se voleva sperare di rimanere vivo. Per anni si era allenato e si era preparato per questo momento. La sua mente era impenetrabile, la sua resistenza al dolore molto alta. Ma questo, ovviamente, non poteva evitargli di sentirsi un fremito dentro. Paura, agitazione, insicurezza. Sapeva che prima o poi questo sarebbe successo, e si era preparato mentalmente. Ma non poteva fare a meno di temere quella che poteva essere la conclusione del loro "colloquio". Il fatto che fosse sempre riuscito a convincere Voldemort non significava che ci sarebbe riuscito anche stavolta, per quanto fosse preparato. Deglutì e prese un altro boccone. La carne era saporita e cotta al punto giusto, proprio come piaceva a lui. Ma al momento non riusciva proprio a godersela, così come non si era mai goduto aclun pranzo o rinfresco offerto dal "suo" signore. Il cibo aveva un'ampia parte nei rituali dei Mangiamorte, così come vino e alcool in genere. Spesso non mancavano anche altri tipi di sostanze, per esaltare l'aggressività e l'eccitazione. Per Piton, dover mangiare e bere in allegria con quella gente era sempre stato difficile, ma mai come ora. Poche ore prima era successa una cosa indescrivibilmente crudele, e invece di urlare la sua rabbia al responsabile (come avrebbe voluto tanto fare) doveva ridere e scherzare. E sperare che lo lasciasse vivo ancora un po'. Inghiottì un altro boccone, seguito da un sorso di vino bianco frizzante.
Voldemort e Lucius, intanto, commentavano gli avvenimenti di quella sera, congratulandosi per ciò che era successo e rammaricandosi per ciò che, invece, non era potuto accadere. Avrebbe dovuto partecipare alla conversazione, per farsi vedere interessato.
- E' un peccato che mi sia sfuggito. Avrei potuto farla finita una volta per tutte. A ripensarci, avrei potuto ordinare a Codaliscia di tagliargli la gola. Così avrei avuto tutto il sangue che mi serviva e mi sarei sbarazzato di lui in un momento solo. Sì, tagliargli la gola. Come si fa con gli agnelli...
Il boccone di agnello che Severus stava masticando, sembrò improvvisamente inchiodarsi al suo palato. Piton dovette prendere un respiro profondo prima di riuscire a deglutire.

Lucius scoppiò in una risata profonda, di gola, assolutamente sincera, subito seguito da Voldemort. Severus si unì a loro, iniziando a pensare al possibile svolgimento del suo colloquio privato con il Signore Oscuro.
- Il vecchio Silente si deve essere proprio rimbambito, non si è accorto di nulla per mesi!
Altra risata.
Avrebbe potuto dire senza problemi come era stato scoperto Barty Crouch e che fine aveva fatto.
- Sì, e tutti gli altri? Incredibile come gliela abbiamo fatta sotto il naso!
Altra risata.
Ma avrebbe taciuto del ritorno di Sirius Black.
- Avrei proprio voluto vedere la faccia di Silente!
Risata.
Avrebbe potuto dire che Silente pensava di ricostituire l'Ordine. Lo avrebbero saputo comunque.
- Proporrei un brindisi. Per il nostro fidato amico, che ha permesso materialmente la mia rinascita, tessendo con grande maestria questo inganno per mesi e mesi. Purtroppo ci ha lasciati, ma tutti noi gli dobbiamo molto.
Tutti si alzarono in piedi e tesero i bicchieri colmi di buon vino.
Brindisi.
Ma non avrebbe detto niente di ciò che era successo in infermeria.
Finito il brindisi, diversi Mangiamorte si avviarono a tornare alle loro case. Mantelli addosso e maschere sul volto, si salutavano stringendosi la mano, congratulandosi per il ritorno dell'Oscuro. Piton salutò Lucius e Aletto, vedendo con la coda dell'occhio Voldemort che si alzava.
Ecco, era arrivato il momento. Respirò a fondo, ricacciando indietro i sentimenti di paura che in quel momento non gli servivano.
Gli ultimi due Mangiamorte erano già usciti dalla porta, quando Piton si voltò verso il Signore Oscuro.
- Severus... vieni.

  
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