Genere:
introspettivo, drammatico
Personaggi:
Piton, Voldemort e Mangiamorte vari
Era: Harry
a Hogwarts
Ritardi e
ritorni (Starliam)
Il rumore
delle risate e dei festeggiamenti si spense di colpo. Tutti si erano voltati
verso l'entrata, dalla quale il nuovo arrivato aveva appena fatto il suo
ingresso. Rimase un attimo immobile, come per abituarsi a quell'accoglienza a
dir poco glaciale. I suoi occhi erano fissi sull'occupante dell'alto scranno
che, a un capo della lunga tavolata rettangolare, sovrastava tutti i
commensali.
- Vieni avanti, Severus. Ti stavo aspettando.
L'uomo si avvicinò lentamente, nel silenzio opprimente della sala. Arrivato di
fronte al suo signore, si inginocchiò e chinò il capo, sempre senza dire una
parola.
- Sai che io sono sempre stato molto magnanimo con i miei Mangiamorte... anche
quando non se lo meritano. Ebbene, prima di punirti voglio quindi darti la
possibilità di spiegarti. Qual è stata la ragione del tuo ritardo?
- Mio signore...
Severus aveva iniziato a parlare con voce sicura, ma resa bassa dal fatto di avere
ancora il capo chinato.
- No. Alzati in piedi e parla davanti a tutti. Anche loro meritano delle
spiegazioni.
La voce glaciale lo aveva interrotto, con la rabbia che trasudava da ogni
sillaba. Era evidente che avrebbe dovuto faticare non poco per convincerlo. Non
importava. Ci era abituato. Si alzò in piedi con calma e rimase a fissare il
suo signore negli occhi, senza degnare gli altri occupanti della tavola di un
solo sguardo.
- Mio Signore, devi scusarmi per aver preso questa iniziativa senza consultarti,
ma come tu puoi comprendere, non ce n'è stato il tempo.
Mi ero accorto da tempo, come tutti gli altri, che il Marchio stava diventando
sempre più scuro, e mi stavo preparando con gioia al momento in cui sarei
tornato al suo cospetto. Ma quando mi è giunta la tua chiamata, la scuola di
Hogwarts e i suoi occupanti si trovavano in una situazione particolare. Forse
ho peccato di presunzione, ma ho pensato che ti avrei reso un utile servizio
rimanendo per un po' a raccogliere informazioni. Senza contare che se fossi
sparito subito avrei fatto insospettire il vecchio Silente, mentre così ho la
sua completa fiducia; in quanto si è convinto che sono qui solo su suo ordine.
Sul volto scarno e pallido di Voldemort si dipinse un sorriso glaciale.
- Molto bene, Severus. Più tardi avrò bisogno di un colloquio con te in
privato. Ci sono molte... molte cose... che necessitano di un chiarimento. Ma
possono aspettare. Per il momento godiamoci questo banchetto. In fondo è
l'inizio di una nuova epoca per noi, no? Codaliscia!
L'ometto seduto alla sinistra di Voldemort sollevò di scatto la testa.
- Vattene in fondo al tavolo, fai sedere Severus.
Codaliscia si alzò sempre tenendo la testa bassa, cercando di evitare lo
sguardo di fuoco di Piton.
Dal momento che si trovava alla destra di Voldemort, per poter raggiungere il
posto alla sua sinistra fu costretto a fare tutto il giro della grande tavola.
Una regola mai detta ma inderogabile vietava infatti nel modo più assoluto, di
passare dietro la schiena del Signore Oscuro. Tutti dovevano rimanere, in ogni
istante, ben visibili. Di nuovo sentì gli sguardi di tutti su di sè, mentre si
avviava al posto che gli era stato destinato.
C'era ancora il piatto di Codaliscia; Severus lo scansò con una smorfia di
disgusto e si sedette. Non aveva bisogno di nascondere le emozioni negative che
Minus suscitava in lui: non era una presenza gradita a nessuno di loro.
In silenzio, si servì di qualche pezzo di carne di agnello dal vassoio davanti
a sè, mentre il chiacchiericcio ricominciava, vivace come se non fosse mai
stato interrotto. Notò che nessuno gli rivolgeva la parola, come se non fosse
mai arrivato. Voldemort aveva detto qualcosa agli altri, prima che lui
entrasse? Sicuramente. L'Oscuro Signore non aveva osato dire di più davanti
agli altri per poter continuare a giocare ancora un po' a fare il padre-padrone
premuroso e indulgente. 14 anni di lontananza erano troppi, anche per i seguaci
più accaniti. Non voleva correre neanche il minimo rischio di perdere la loro
fiducia; anche un solo Mangiamorte un po' meno convinto degli altri, allo stato
attuale delle cose, poteva rappresentare un pericolo.
Non sapeva che cosa sarebbe accaduto "dopo", ma poteva facilmente
immaginarlo. Anche se adesso Voldemort sembrava di buonumore, aveva visto il
luccichio rabbioso nei suoi occhi. Non sarebbe stato facile riuscire a
convincerlo, stavolta. A suo favore c'era il fatto che dopo anni passati a
contatto con lui, sapeva quali argomenti sollevare. L'unica cosa che
interessava a Voldemort era il successo. Il suo successo, tutto il resto non
contava. Qualunque azione potesse contribuire al successo, per lui era ben
accetta. Sarebbe riuscito a dimostrargli che il suo ritardo di due ore era
servito a portargli grossi vantaggi?
Ridacchiò distrattamente a una battuta su Silente (o era su Moody?) che aveva
fatto il Mangiamorte alla sua destra.
Sì, ci sarebbe riuscito: avrebbe dovuto riuscirci, se voleva sperare di
rimanere vivo. Per anni si era allenato e si era preparato per questo momento.
La sua mente era impenetrabile, la sua resistenza al dolore molto alta. Ma
questo, ovviamente, non poteva evitargli di sentirsi un fremito dentro. Paura,
agitazione, insicurezza. Sapeva che prima o poi questo sarebbe successo, e si
era preparato mentalmente. Ma non poteva fare a meno di temere quella che
poteva essere la conclusione del loro "colloquio". Il fatto che fosse
sempre riuscito a convincere Voldemort non significava che ci sarebbe riuscito
anche stavolta, per quanto fosse preparato. Deglutì e prese un altro boccone.
La carne era saporita e cotta al punto giusto, proprio come piaceva a lui. Ma
al momento non riusciva proprio a godersela, così come non si era mai goduto
aclun pranzo o rinfresco offerto dal "suo" signore. Il cibo aveva
un'ampia parte nei rituali dei Mangiamorte, così come vino e alcool in genere.
Spesso non mancavano anche altri tipi di sostanze, per esaltare l'aggressività
e l'eccitazione. Per Piton, dover mangiare e bere in allegria con quella gente
era sempre stato difficile, ma mai come ora. Poche ore prima era successa una
cosa indescrivibilmente crudele, e invece di urlare la sua rabbia al
responsabile (come avrebbe voluto tanto fare) doveva ridere e scherzare. E
sperare che lo lasciasse vivo ancora un po'. Inghiottì un altro boccone,
seguito da un sorso di vino bianco frizzante.
Voldemort e Lucius, intanto, commentavano gli avvenimenti di quella sera,
congratulandosi per ciò che era successo e rammaricandosi per ciò che, invece,
non era potuto accadere. Avrebbe dovuto partecipare alla conversazione, per farsi
vedere interessato.
- E' un peccato che mi sia sfuggito. Avrei potuto farla finita una volta per
tutte. A ripensarci, avrei potuto ordinare a Codaliscia di tagliargli la gola.
Così avrei avuto tutto il sangue che mi serviva e mi sarei sbarazzato di lui in
un momento solo. Sì, tagliargli la gola. Come si fa con gli agnelli...
Il boccone di agnello che Severus stava masticando, sembrò improvvisamente
inchiodarsi al suo palato. Piton dovette prendere un respiro profondo prima di
riuscire a deglutire.
Lucius scoppiò in una risata profonda, di gola, assolutamente sincera, subito
seguito da Voldemort. Severus si unì a loro, iniziando a pensare al possibile
svolgimento del suo colloquio privato con il Signore Oscuro.
- Il vecchio Silente si deve essere proprio rimbambito, non si è accorto di
nulla per mesi!
Altra risata.
Avrebbe potuto dire senza problemi come era stato scoperto Barty Crouch e che
fine aveva fatto.
- Sì, e tutti gli altri? Incredibile come gliela abbiamo fatta sotto il naso!
Altra risata.
Ma avrebbe taciuto del ritorno di Sirius Black.
- Avrei proprio voluto vedere la faccia di Silente!
Risata.
Avrebbe potuto dire che Silente pensava di ricostituire l'Ordine. Lo avrebbero
saputo comunque.
- Proporrei un brindisi. Per il nostro fidato amico, che ha permesso
materialmente la mia rinascita, tessendo con grande maestria questo inganno per
mesi e mesi. Purtroppo ci ha lasciati, ma tutti noi gli dobbiamo molto.
Tutti si alzarono in piedi e tesero i bicchieri colmi di buon vino.
Brindisi.
Ma non avrebbe detto niente di ciò che era successo in infermeria.
Finito il brindisi, diversi Mangiamorte si avviarono a tornare alle loro case.
Mantelli addosso e maschere sul volto, si salutavano stringendosi la mano,
congratulandosi per il ritorno dell'Oscuro. Piton salutò Lucius e Aletto,
vedendo con la coda dell'occhio Voldemort che si alzava.
Ecco, era arrivato il momento. Respirò a fondo, ricacciando indietro i
sentimenti di paura che in quel momento non gli servivano.
Gli ultimi due Mangiamorte erano già usciti dalla porta, quando Piton si voltò
verso il Signore Oscuro.
- Severus... vieni.