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Autore: bik90    29/04/2013    6 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Eleonora aveva finito da poco di giocare a tennis ed era uscita dagli spogliatoi dopo una doccia. L’allenamento era andato discretamente bene, ogni tanto Angelo aveva dovuto riportarla alla realtà quando si distraeva. E i suoi pensieri erano tutti rivolti a Martina. Aveva provato un certo disagio dopo averle detto di non essere più vergine, ma non aveva saputo identificarne l’origine. Quando poi se n’era andata, si era sentita improvvisamente sola nonostante non fosse la prima giornata che trascorreva in solitudine sul tetto dell’istituto. Una goccia di pioggia le colpì il naso mentre camminava. Alzò lo sguardo verso il cielo e sbuffò notando le nuvole.
Fammi almeno arrivare a casa, pensò dirigendosi verso il motorino parcheggiato fuori i campi.
Stava per mettere in modo e andare via, quando notò una Fiat 500 azzurra parcheggiarsi proprio di fronte a lei. In quel momento si sentì un tuono in lontananza.
<< Cosa vuoi, Suena? >> domandò non appena la vide uscire dall’auto << Non riesci più a fare a meno di me? >>.
Lo strano sorriso compiaciuto che aveva l’altra non prometteva niente di buono. Eleonora la osservò avvicinarsi mentre una leggera pioggia iniziava a cadere e serrò involontariamente la mascella pensando a quando l’aveva vista allontanarsi con Martina a bordo.
<< Ti ho cercata molto, sai Domenghi? >> rispose l’altra con tono di sfida.
Era vero, per tutto il pomeriggio non aveva fatto altro girare a vuoto per la città cercando il suo motorino e alla fine l’aveva trovato.
<< Devo sentirmi onorata? >>.
Veronica continuava a esibire quello strano sorrisetto. Nulla di quello che avesse detto Eleonora in quel momento, l’avrebbe scalfita.
<< Che diavolo vuoi? >> sbottò la più piccola spazientita << Sto andando a casa, se non l’avessi notato >>.
<< Mi sono scopata Martina >>.
Quelle parole ebbero l’effetto di un pugno in pieno viso. Eleonora si sentì pervadere da una folle rabbia che la portò a stringere i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi e far diventare bianche le nocche. Dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo per non saltarle addosso e prenderla a schiaffi. Non sapeva per quale motivo, ma le dava enormemente fastidio quello che le aveva appena detto e anche quella sua aria appagata che esibiva con strafottenza. Gliela avrebbe cancellata volentieri dal viso con una soddisfazione incredibile. Serrò la mascella provando ad assumere un’aria indifferente senza un risultato decente. Martina si era lasciata toccare da quella ragazza, aveva permesso che lei sfiorasse la sua pelle, che la baciasse, che le accarezzasse i seni e non solo quello. A quella costatazione, avvampò di colpo. Tutto l’odio che provava in quel momento non era per il fatto che la più piccola avesse fatto del sesso con una persona del suo stesso sesso, ma che l’avesse fatto proprio con Veronica Suena.
Perché non l’hai fatto con me?, si ritrovò a pensare improvvisamente senza rendendosi conto di dove la conducessero le sue riflessioni, Perché hai scelto lei e non me? Perché mi fa così male saperlo?
<< Dovrebbe interessarmi? >> mormorò sentendosi scossa da un moto di rabbia abbassando lo sguardo.
Veronica si permise di guardarla a lungo prima di parlare.
Certo, pensò con soddisfazione, Perché lei è innamorata di te, altrimenti non avrebbe sussurrato il tuo nome.
Quella considerazione le fece sentire una sgradevole sensazione all’altezza dello stomaco ma la scacciò subito facendo subentrare la soddisfazione per quanto quelle parole avessero ferito l’altra. Non aveva ancora compreso di essere innamorata di Martina, altrimenti non avrebbe avuto quella reazione.
<< Non mi interessa chi ti porti a letto, Suena >>.
Evitò di usare il termine scopare sapendo che le avrebbe dato fastidio sentirlo. Immaginava un atto sessuale della più piccola come qualcosa di dolce e delicato, non rude e rozzo come lo stava facendo sembrare Veronica.
<< Sicura? >> si limitò a dire la ragazza dai corti capelli lasciandola con quella domanda e rimettendosi in auto.
 
<< Martina, scendi! Sono sotto casa tua! >>.
Aveva urlato quelle parole per telefono riattaccando subito dopo. Pioveva forte, tirava vento e faceva freddo; Eleonora era bagnata come un pulcino. Quando Veronica era andata via, la prima cosa che aveva pensato di fare era di recarsi dall’altra ragazza per dare sfogo alla rabbia immotivata che provava. Mentre guidava la sua vespa, era scoppiato il temporale che l’aveva costretta a rallentare ma non a fermarsi per cercare un riparo. Era zuppa fino alle ossa, i capelli erano incollati alla fronte e alla testa, la corta gonna del completo da tennis era fradicia e grondava acqua. Si era fiondata sotto il portone del palazzo di Martina tremando sia per il freddo che per la frustrazione che provava e attendeva che scendesse. Per l’insoddisfazione che provava, diede un calcio al casco che aveva poggiato ai suoi piedi osservandolo rotolare lontano da lei.
<< Eleonora, che hai? >> chiese la più piccola apparendo.
<< Sei una stronza! >> gridò immediatamente l’altra scaraventando il suo rancore contro Martina << Sei solo una grandissima stronza! >>.
<< Ma che ti prende? >> rispose la ragazza dai capelli rossi senza comprendere << Sei tutta bagnata, calmati un attimo! >>.
Allungò una mano per prendere la sua ma Eleonora si scostò come se potesse farle del male.
<< Non mi toccare! Stronza! >>.
<< La smetti? >> ribatté esasperata Martina << Vieni un attimo sopra così ti asciughi! Non fare la stupida! Diluvia! >>.
<< Non mi devi toccare, ho detto! >> tuonò la più grande spostandosi sotto la pioggia << Come hai potuto farlo? >>.
<< Ma di cosa parli? Non stare sotto la pioggia, avvicinati per ripararti almeno un po’ >>.
<< Hai fatto sesso con quella! >>.
Martina rimase paralizzata da quelle parole capendo a cosa si stesse riferendo. Non voleva che lo scoprisse, doveva rimanere una cosa solo sua. Non riguardava nemmeno Veronica dal suo punto di vista. Era lei che aveva avuto un orgasmo, era lei che aveva sussurrato il nome di Eleonora mentre raggiungeva l’apice del piacere; non l’altra.
<< Chi…chi… >> mormorò esitante sentendosi a disagio.
<< Me l’ha detto lei, complimenti bimba! >> rispose la più grande << Hai scopato con una che non ha perso tempo a venirmelo a raccontare e chissà a quante altre persone l’avrà detto! >>.
È venuta a gioire con te, pensò Martina, Perché mi ha sentita e ha compreso cosa provo veramente. Porca puttana!
<< Se anche fosse >> iniziò cercando di riprendere il controllo della situazione << Si può sapere a te cosa interessa? >>.
Eleonora la fissò negli occhi colma di una rabbia che non aveva mai provato. Neanche lei sapeva rispondere a quella domanda.
<< Hai capito cosa ti ho detto? Ti sta sputtanando! >>.
<< Non è questo il punto >> riprese la più piccola riportando l’attenzione sul punto che considerava cruciale << Perché te la stai prendendo così tanto? >>.
<< Io…io non lo so! >> esclamò la diciottenne esasperata << Non lo so! Perché l’hai fatto? Perché sei andata con lei? >>.
Tremava come non le era mai accaduto e le lacrime si mischiavano alla pioggia che le colpiva il viso. Mai Martina l’aveva vista così vulnerabile e sentì una fitta al cuore per come stava soffrendo. Le si avvicinò sperando che non la rifiutasse come prima. Le faceva una grande tenerezza.
<< Ele… >> sussurrò con calma.
<< Rispondimi cazzo! Perché l’hai fatto? Perché mi fa così male? >>.
<< Smettila di urlare adesso! È solo colpa tua! >>.
Eleonora fece un passo avanti nella sua direzione ma poi si fermò titubante. L’altra allora le afferrò entrambe le mani saldamente per non permetterle di allontanarsi di nuovo e si alzò sulla punta dei piedi fino a sfiorarle le labbra con un bacio. Per un solo attimo raggiunse la felicità sentendo d’aver finalmente appagato il suo desiderio; poi quando aprì gli occhi e si ritrovò di fronte a quelli dell’altra, comprese d’aver agito d’impulso. Eleonora si staccò da lei con uno sguardo misto a incredulità e dubbio. Si portò una mano sulla bocca arretrando.
<< Ele…aspetta un… >>.
La più grande però, non la fece terminare di parlare. Nonostante il temporale, riprese il casco e si allontanò col suo motorino.
 
L’aveva baciata. Martina l’aveva appena baciata.
Non riusciva a pensare ad altro. Quegli occhi, quelle labbra…era durato un solo secondo ma era stato bellissimo. Ed era forse proprio questa considerazione che la faceva sentire così stranita. Aveva tratto piacere da un bacio con una ragazza, una persona del suo stesso sesso. Non era possibile. Fino a quel momento non si era mai sentita attratta dalle femmine, le sue amiche non le avevano mai fatto nessun effetto particolare ed era capitato che si fossero viste nude. Nemmeno su Valentina e Ambra aveva mai fatto degli strani pensieri. Perché allora le accadeva tutto quando era con Martina? Ogni volta che la fissava, temeva di perdersi nella profondità del suo sguardo, nella bellezza del suo viso, nella perfezione di ogni singolo dettaglio. Entrò in casa e, dopo aver mormorato un saluto, si chiuse in bagno. Si spogliò, rimanendo nuda, fissandosi allo specchio prima di entrare nella doccia. Tremava ancora e la sua pelle nel toccarla era fredda. Aspettò che l’acqua diventasse calda prima di lasciarla correre sul corpo e rimase immobile sentendo i muscoli, tesi per quello che era accaduto, iniziare a sciogliersi.  Era una piacevole sensazione. Fece un respiro profondo incominciando a provare sollievo; poi improvvisamente le parole di Veronica le rimbombarono nella testa facendole nuovamente male. Senza preavviso, scoppiò in lacrime mordendosi il labbro inferiore per non gemere e poggiò la fronte sulle mattonelle chiudendo gli occhi. Ripensò a Martina, a quel gesto così inaspettato eppure allo stesso tempo così desiderato e a quanto le desse fastidio il pensiero che fosse stata toccata da un’altra persona. Si rannicchiò per terra prendendosi le ginocchia con entrambe le mani lasciando che il getto dell’acqua calda continuasse a colpirla. Desiderava solo che quella sensazione sparisse presto e che tornasse tutto come prima. Martina l’aveva baciata ma non significava niente, nessuno le aveva viste e poteva aver avuto un attimo di confusione. Quelle parole suonarono false anche alle sue orecchie. Lei la voleva, la desiderava da impazzire e immaginarla con qualcun altro le faceva solo salire il sangue al cervello. Nello stesso momento, però, comprese che non avrebbe mai potuto averla a meno che non avesse fatto delle rinunce nella sua vita. Ed Eleonora non era pronta a farle. Quella consapevolezza la colpì come se la stessero schiaffeggiando in pieno viso. Dopo alcuni minuti in quella posizione, decise di alzarsi. Chiuse il telefono della doccia uscendo e indossando l’accappatoio. Starnutì un paio di volte e si guardò allo specchio mentre si passava una mano tra i capelli.
No, non poteva davvero permettersi di essere diversa da quello che era. Nemmeno Martina sarebbe bastata a compensare tutto ciò che avrebbe perso.
Non sono innamorata di lei, si disse cercando di essere decisa, Non mi innamorerò mai di Martina o di una ragazza. Io non sono così.
Ricordava che quando Ambra aveva iniziato a contraccambiare i sentimenti di Valentina, le si erano rivoltati tutti contro dai parenti agli amici. Erano stati pochi quelli che l’avevano accettata e questo aveva fatto stare male anche l’altra ragazza che invece, dopo un primo momento di rifiuto da parte dei genitori, l’avevano accettata per quello che era veramente. Non voleva viverlo anche lei. Non sarebbe stata capace di sopportarlo. I suoi cugini, i suoi zii, i suoi nonni, sua madre stessa non l’avrebbero presa bene; poteva solo lontanamente immaginare la reazione di Davide e degli altri amici. Non avrebbe retto un possibile allontanamento, un’occhiata di troppo mentre camminava per strada, una frase detta sottovoce nei corridoi scolastici. Aveva fatto parlare di sé solo in positivo; i voti scolastici, i meriti sportivi, le buone amicizie, se fosse iniziato a essere diverso, avrebbe dovuto assistere inerme al suo sgretolarsi e non credeva che sarebbe riuscita a rialzarsi. Non era forte come faceva credere a tutti. Prese il cellulare sbloccandolo e cancellò tutte le chiamate di Martina che vi trovò. Tornò a guardare la sua immagine riflessa nel vetro e si sentì immensamente triste.
Ti prego, pensò senza rivolgersi a qualcuno in particolare, Ti prego non farmela piacere. Non farmi stare così, non voglio tutto questo.
Senza accorgersene aveva stretto così tanto il bordo del lavandino da farsi male alle dita. Sobbalzò nel sentire di nuovo l’iphone squillare ma, nel leggere il nome sul display, le scappò un sospiro di sollievo.
<< Ciao >> disse attivando la conversazione.
<< Ehi Ele >> rispose Davide dall’altra parte << Come è andata a tennis? >>.
<< Bene, ho preso tutta la pioggia di questo mondo mentre tornavo >>.
Il ragazzo rise e alle orecchie dell’amica risultò confortante. Non era arrabbiato con lei, con Davide andava tutto bene. Aveva bisogno di quella certezza.
<< Sei la solita sfigata! >> esclamò lui << Mica ti senti male? >>.
<< No, tranquillo >> fece Eleonora << Credo…credo di stare meglio adesso >>.
<< Meno male, chiudo che mio padre mi sta chiamando per la cena >>.
<< Okay, a domani >>.
 
<< Molarte, devo mettere assente sul registro o Domenghi sta arrivando? >> domandò la professoressa di storia mentre faceva l’appello.
Davide spostò lo sguardo dal paesaggio fuori la finestra alla donna e scosse il capo.
<< No, prof >> rispose << Eleonora ha la febbre. Non viene oggi >>.
L’altra si limitò ad annuire continuando il suo compito e non vide il ragazzo sbuffare. Odiava stare da solo al banco per cinque ore anche se era la settimana dello studente, ma non poteva nemmeno prendersela con l’amica. Quando la mattina lo aveva chiamato, aveva compreso subito che c’era qualcosa che non andava dalla voce. Le mandò un messaggio per sapere come stesse e si rimise il cellulare nella tasca del jeans. Sicuramente non sarebbe andata a scuola neanche il giorno successivo e lui aveva un disperato bisogno di studiare con qualcuno geografia astronomica per recuperare. Se fosse rimasto da solo a casa, era sicuro che non avrebbe combinato niente a parte tentare un nuovo record a qualche videogioco. Si guardò intorno e lo sguardo gli cadde su Lavinia, un paio di banchi più avanti di lui, anche lei sola. In fretta rimise il libro e il quaderno nello zaino e si avvicinò alla ragazza.
<< Seguiamo i corsi insieme? >> le propose sedendosi.
L’amica gli sorrise e annuì.
<< Anche Paola ha la febbre >> disse riferendosi alla sua compagna di banco << Poverina, è da domenica che non si sentiva bene >>.
<< Oh, già >> mormorò il ragazzo cui poco interessava dell’altra ragazza << Ti andrebbe di studiare insieme oggi pomeriggio? >>.
A Lavinia s’illuminarono gli occhi a quella proposta riflettendo sul fatto che sarebbero stati soli quel pomeriggio e sperò con tutta se stessa che Davide fosse disposto a intraprendere una storia con lei. Era il suo desiderio più grande ma doveva essere cauta. Nei cinque anni di liceo, l’amico non aveva mai frequentato nessuna ragazza con l’intenzione di iniziare un qualcosa di serio, per lui erano solo amicizie un gradino più in basso rispetto ad Eleonora. Magari stavolta poteva essere diverso, forse lei era quella che avrebbe smosso la situazione. Non si era sottratto al suo bacio, anche se era rimasto alquanto sorpreso.
<< Volentieri >> disse infine.
<< Perfetto, allora vieni da me dopo pranzo! >>.
 
<< Oh mio Dio, oh mio Dio! >> esclamò Simona dopo che Martina le ebbe raccontato gli ultimi avvenimenti.
Era intervallo e nessuno si curava del fatto che la ragazza avesse urlato.
<< Shh, sei impazzita? >> la rimproverò l’altra sempre più rossa in viso.
<< Quando avevi intenzione di dirmelo? Cioè, è accaduto ieri e me lo racconti solo oggi?! >>.
<< Smettila, dai! >>.
<< Marty è vero, che ci fai tu alle ragazze? >> la canzonò Simona tentando di tirarle su il morale << Chi l’avrebbe mai detto che Eleonora Domenghi avesse quella reazione? L’hai stregata, è nelle tue mani ora! >>.
<< Certo >> rispose Martina sarcastica << Ti rendi conto di quello che è successo? Non avrei dovuto agire così d’impulso, non con lei! >>.
<< Ehi, calmati. È una cosa che prima o poi sarebbe accaduta. Lo sai anche tu e finalmente forse lei si è resa conto dei suoi sentimenti, no? Certo che Veronica è stata proprio una stronza>>.
L’amica scosse il capo per nulla convinta riguardo alla prima affermazione. Quella notte non era riuscita a chiudere occhio, le tornava sempre alla mente il bacio che aveva dato ad Eleonora. E allora una parte di sé era contenta e rabbrividiva di piacere represso mentre l’altra si sentiva in colpa e aveva paura di averla persa per sempre. Il fatto che avesse ignorato tutte le chiamate che le aveva fatto e i due messaggi, non era un segnale positivo dal suo punto di vista.
<< Appena esce dalla classe prova a parlarci. Come si dice, la notte porta consiglio >> continuò Simona come se le avesse letto nella mente.
Questa volta Martina annuì seguendola nel corridoio. Doveva parlarle, doveva fare qualcosa per aiutarla a prendere confidenza con quei sentimenti nuovi che si agitavano in lei. Non sarebbe stato facile, soprattutto per una ragazza come Eleonora, accettare quello che provava ma la più piccola voleva starle accanto in quel percorso e non lasciarla ad affrontare tutto sa sola. Poteva capire il senso di smarrimento iniziale eppure non poteva imporsi di non volere qualcosa che invece il suo corpo bramava. Si appoggiò alla parete di fronte alla sua aula e si voltò in direzione di quella della più grande. Vide uscire Davide e un senso di panico la colse improvvisamente. Se gli avesse raccontato quello che era accaduto? Aveva visto di cosa era capace quando si arrabbiava e non le era piaciuto per niente. Nel vederlo, però, passarle tranquillamente accanto senza degnarla di una sola occhiata, si permise di tirare un sospiro di sollievo mentre cercava l’altra ragazza.
<< Penso che oggi non sia venuta >> mormorò Simona.
<< Già >>.
La stava evitando? Era per quello che non era andata a scuola quella mattina? Quello che era successo tra loro le aveva provocato un tale senso di ribrezzo da spingerla a rifiutarla fino a quel punto?
<< Io so dove abita >> proclamò l’amica << E tu oggi pomeriggio passerai da lei per parlarle >>.
<< Cosa? Come fai a sapere il suo indirizzo? >> esclamò Martina.
<< Questa estate >> spiegò Simona arrossendo leggermente << Ho visto Davide fermarsi a casa di Eleonora. È una villetta col cancello bianco, non puoi sbagliarti >>.
<< Immagino che tu passassi di lì per caso >> malignò ridendo la ragazza dai capelli rossi.
<< Ti giuro che non lo stavo seguendo! >>.
<< Certo >> rispose Martina senza farsi scappare l’occasione di poter prendere in giro l’amica per una volta.
Simona le diede una leggera spinta e scappò via.
<< Lo sai che ho ragione io! >> fece l’altra inseguendola.
<< Piuttosto, ti sei fatta sentire con Veronica? Ma dico, come si permette ad andare spifferare quello che avete fatto? Fossi in te gliene canterei quattro! >>.
<< La vedo dopo la scuola >> disse l’amica rientrando in classe << Preferisco parlarle di persona di quello che ha fatto >>.
 
All’uscita da scuola, dopo aver salutato Simona, Martina si diresse verso l’auto di Veronica con calma. L’altra ragazza era al volante e le mostrò un sorriso mentre saliva.
<< Ciao Marty >> la salutò dandole un bacio sulla guancia << Com’è andata a scuola? >>.
<< Cosa ti è saltato in mente? >> fece la più piccola guardandola con sguardo duro << Andare da Eleonora e raccontarle di… >>.
Non riuscì a terminare la frase iniziando a sentire una forte rabbia nei confronti dell’altra.
<< Oh >> disse Veronica << E’ venuta a dirtelo? Non pensavo che lo facesse >>.
<< Perché sei corsa da lei? Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere? >>.
La più grande le prese il mento con una mano alzandoglielo per poterla guardare negli occhi.
<< Non provare a scaricare la colpa su di me >> le rispose a denti stretti << Non ero io quella che pensava ad un’altra mentre aveva un orgasmo >>.
Quelle parole ferirono profondamente Martina.
<< Stronza >> mormorò con un filo di voce sentendo le lacrime iniziare a formarsi.
<< Non potrai mai averla, te ne rendi conto? Non è come noi. Lei non ti capirà mai >>.
Questa volta Veronica le accarezzò una guancia in modo gentile.
<< Non… >>.
<< E’ così, Martina. Io posso darti tutto mentre Eleonora non ti guarderà mai per quello che sei veramente, per quello che senti e provi >>.
La ragazza dai capelli rossi gemette sentendo una fitta all’altezza dello stomaco.
<< Non dovevi farlo! >>.
<< Non ti amerà mai! >> esclamò l’altra afferrandola.
<< Non è vero, non è vero! >> urlò la più piccola divincolandosi dalla sua presa << Lasciami, non è come dici tu! >>.
<< E’ così, Marty >> le sussurrò stringendola << Lasciala perdere >>.
Doveva assolutamente allontanarla dalla diciottenne affinché si legasse a lei. Se Eleonora avesse compreso la natura dei suoi sentimenti per Martina, avrebbe potuto cercare di riprendersela e doveva evitare che questo accadesse. Quando era andata a riferire cosa era successo alla ragazza dai capelli biondi, aveva compreso che ciò che provava la più piccola non era a senso unico. C’era però ancora la possibilità che Eleonora non capisse e che l’altra se la lasciasse alle spalle. Doveva sfruttare quell’occasione e allontanarle. La tenne ferma contro di sé baciandole una tempia. Martina scoppiò in lacrime ben sapendo che quelle parole potevano rivelarsi vere. Eppure lei non poteva fare a meno di desiderarla ed era sicura che da qualche parte nel cuore della più grande ci fossero gli stessi sentimenti. Non voleva lasciarla andare, non voleva che tornasse alla sua solita vita in cui faceva sesso con Davide senza alcun tipo di emozione. Desiderava farle vedere quanto potesse essere bello fare l’amore con la persona giusta, sentirsi invadere da un piacere così forte da credere che sarebbe potuto bastare per sempre e guardarsi negli occhi felici e appagati.
<< Non…non voglio… >> bisbigliò tremando.
Con uno strattone si liberò dalle mani di Veronica e uscì dall’auto correndo il più veloce possibile verso casa.
 
  
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