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Autore: _BestFriends    29/04/2013    1 recensioni
Non seppi dire se fu a causa dell'alcool assunto poco prima, o che altro.
Ma fu così che mi ritrovai a pochi centimetri di distanza dal suo viso e
in particolare dai suoi occhi, dannatamente profondi.
"C'è.. c'è una cosa che vorrei fare.. da un po'.." riuscii a dire
continuando ad osservarla, incapace di resistere al suo sguardo magnetico.
"Che cosa?" rispose semplicemente lei, facendo lo stesso.
Le presi il volto tra le mani, accorciando quella lieve distanza che c'era
ancora tra noi, mentre i nostri respiri si univano sempre di più in uno solo..
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis' POV:

Rialzai lo sguardo dal noioso libro che stavo fissando fino a qualche secondo prima fingendo di leggere qualcosa per puntarlo sulla ragazza che era seduta al mio fianco, gli occhi erano chiusi. Pensai che magari quel che avevo appena creduto di sentire potesse essere soltanto frutto della mia immaginazione e non l'avesse detto davvero: da tutto il tempo in cui la conoscevo, ero più che sicuro di non ricordare una volta in cui mi avesse mai rivolto delle scuse prima d'allora.. come del resto non avevo mai fatto nemmeno io con lei.

"Che hai detto?" tuttavia, non le chiesi di ripeterlo soltanto per avere la conferma che avesse detto ciò che mi era sembrato di sentire.. sapevo che se l'avesse davvero detto, se si fosse davvero scusata, il fatto di dover ammettere di averlo fatto per una seconda volta l'avrebbe infastidita. E infatti fu ciò che accadde..

"Hai sentito più che bene, Tomlinson. E in ogni caso non ho nessuna intenzione di ripetertelo. Ora.. le vuoi queste ripetizioni sì o no? Potrei avere altro da fare magari, che utilizzare il mio tempo per dare ripetizioni a te." "E che potresti avere d'altro da fare? Riordinare la tua stanza? Ne dubito Lovez, non la incasineresti mai.. troppo perfettina per farlo.. comunque se proprio dobbiamo, queste regole della grammatica inglese sono così noiose!"

"Sai, invece magari qualcosa di meglio da fare che stare qui a cercare di farti capire qualcosa quando tu non riesci a rimanere concentrato nemmeno per due secondi ce l'avrei. Ne farei molto volentieri a meno di doverti dare queste ripetizioni anche io, ma purtroppo mi è stato imposto. Piuttosto.. me la togli una curiosità?"

"Se non riguarda queste stupide regole senza senso o la scuola in generale.. spara!"

"Punto primo.. un senso ce l'hanno eccome, altrimenti non le avrebbero riportate su un libro di grammatica direi. Punto secondo.. ma come sei riuscito a passare l'anno precedente? Se già a soli tre mesi dall'inizio della scuola ti ritrovi questi voti, non voglio immaginare quali avrai a fine anno scolastico.."

"Oh Lovez, Lovez, Lovez.. piccola ignara e innocente Lovez.. pensavo sapessi che sei davvero l'unica in tutta la scuola a non aver ancora ceduto al mio immenso fascino disarmante!"

"..Ti sei portato a letto anche le professoresse?!"

Il suo tono sconcertato ma allo stesso tempo accompagnato da un pizzico di fastidio mi fece scoppiare a ridere, prima di annuire divertito. La bionda rimase qualche secondo in silenzio, prima di alzarsi e dirigersi in fretta verso la porta d'ingresso in corridoio.

"E ora dove vai?" mi alzai anche io, cercando invano di raggiungere la ragazza che ormai stava già uscendo di casa a piuttosto passo svelto. Quando arrivò all'altezza del cancello esterno voltò leggermente il capo verso la direzione in cui mi trovavo, ma il suono che arrivò dalle sue labbra non fu più di un lieve sussurro.

"Me ne torno a casa, Tomlinson. Dio mio.. fai davvero schifo."

La guardai voltarsi e proseguire verso la direzione della strada che portava a casa sua, mentre la sua figura scompariva poco a poco nella bassa nebbia che si era formata un paio d'ore prima.. forse inventarsi quel tipo di motivazione era davvero stato esagerato. Rientrai in casa e presi la giacca e la sua felpa, che aveva dimenticato una seconda volta appoggiata allo schienale della sedia, per poi uscire dinuovo.

Dopo circa dieci minuti di camminare, raggiunsi casa sua e suonai. Quando la porta fu aperta, una Lovez che non avevo mai visto prima mi si presentò davanti: gli occhi ridotti a due fessure contornati da un rossore piuttosto evidente e le guance ancora umide. Ci furono alcuni minuti di silenzio mentre la osservai, fino a quando non decisi di porci fine porgendole la sua felpa che fino a quel momento avevo tenuto ancora tra le mani.

"L'hai dimenticata.. dinuovo.."

"Oh.. grazie."

"Comunque.. hai lasciato delle ripetizioni in sospeso, lo sai?"

Non sapevo il motivo preciso per la quale lo dissi, ma qualcosa dentro di me nel vederla in quello stato mi spinse a voler restare. Lei, in tutta risposta, sbuffò, ma dopo qualche attimo di riluttanza si spostò di lato per permettermi di entrare.

"Lo faccio giusto perché mi è stato imposto, sappilo."

"Lo stesso vale per me."

Salimmo in camera sua e iniziò a spiegare qualcosa di incomprensibile alle mie orecchie circa le disequazioni fratte; passò si e no una mezz'oretta, quando notai che un'altra lacrima rigò la guancia della bionda seduta all'altro angolo del letto sul quale ci eravamo accomodati.

"Hey.. che hai?"

Probabilmente non aveva ancora realizzato che mi fossi accorto della situazione, infatti si sbrigò a passarsi la manica della felpa che indossava sul viso per poi abbassare il volto guardando un punto imprecisato del pavimento.

"Niente. Allora, ti è venuto l'esercizio?" la sua voce era bassa, ma non abbastanza da coprire i singhiozzi che cercava di nascondere inutilmente.

"No.. ma non sei credibile Lovez, hai qualcosa.. me lo dici cosa?"

"Ma che devo dirti Tomlinson?! Ti dico che sono stufa. Stufa di essere usata da tutti soltanto a causa del mio buon rendimento scolastico, stufa che le persone mi parlino soltanto per poi chiedermi se possono copiare da me nei compiti in classe, stufa di essere soltanto un giocattolo per gli altri. Sono stufa di essere trattata di merda da te, che non sai nulla di quel che mi riguarda. Non sai com'è avere una sorella maggiore che soltanto per avere qualche soldo in più passa in un letto diverso ogni fottuta notte e che se riesce torna a casa anche più tardi del solito per fare qualche servizio 'extra', non sai com'è aver perso tua madre quando avresti più bisogno di lei perché tuo padre alcolizzato una sera ha deciso di toglierle la vita.. tu non sai niente, niente di me. E ti permetti di giudicarmi, di trattarmi di merda.. di usarmi, come tutti gli altri. Fingete che vi importi, ma poi alla fine non frega un cazzo a nessuno di quello che mi ha portato a concentrarmi maggiormente sulla scuola o di qualsiasi altra cosa che mi riguarda. Non frega un cazzo a nessuno, nemmeno a mia sorella. E dire che.. tutto quello che vorrei sarebbe soltanto un abbraccio.."

Restai ad ascoltare parola per parola ciò che la ragazza di fronte a me disse, alzando notevolmente il tono di voce, al momento rotto dai singhiozzi, da quello che utilizzava solitamente. Non avevo la minima idea di cosa fare o cosa dire in una situazione simile.. ma aveva ragione, io non sapevo tutte quelle cose di lei e non le avrei nemmeno lontanamente immaginate. In un certo senso però, potevo capirla per quanto riguardava il fatto che si sentisse usata dagli altri: era la stessa cosa che capitava a me.. la maggior parte delle persone, ad esclusione di Harry e poche eccezioni, parlava con me soltanto per raggiungere la popolarità di cui io ero già in possesso, ma una volta raggiunto il loro scopo per loro non ero più utile ad altro.

"Quindi.. qui devo elevare alla seconda la x oppure no?"

"Sei.. davvero un insensibile."

All'udire quella frase, mi resi conto un po' troppo tardi che ciò che avevo fatto non era affatto la cosa più adatta in un momento simile.. ma fu quando mi tornarono in mente le ultime parole che aveva pronunciato tra i singhiozzi poco prima che capii che forse non era troppo tardi per poter rimediare. Mi alzai e la seguii bloccandola prendendole un polso, per poi farla voltare verso di me e stringerla tra le mie braccia. Rimanemmo così per un tempo che non seppi definire, nessuno dei due disse nulla e fu.. piacevole. Quando ci staccammo, un insolito sorriso era dipinto sulle sue labbra.

"Grazie.."

"You're welcome!"

Il suo viso assunse improvvisamente un'espressione a dir poco sorpresa, e fu li che realizzai di aver appena rischiato di far andare tutto a monte.. mi limitai comunque ad un alzata di spalle.

"A quanto pare qualcosa oggi l'ho imparato, visto Lovez?"

"Visto, Tomlinson.." il sorriso di poco prima tornò ad illuminare il suo viso e non potei fare a meno di sorridere anche io di conseguenza, contagiato da lei. Era strana quella situazione, penso anche per lei.. non avevamo mai trascorso del tempo senza discutere per i tre quarti della conversazione.. ed ora ci stavamo addirittura sorridendo l'un l'altra..



Ok sì, siamo in un ritardo pazzesco.. ma ora eccoci qui! C'è da dire che questo capitolo è piuttosto importante per il seguito della storia: Laura infatti, dopo aver mantenuto tutto dentro per davvero troppo tempo, decide di sfogarsi con Louis che dapprima reagisce in un modo come dire.. alla Louis.. insomma come al solito.. ma poi si pente e la stupisce, abbracciandola. Inoltre, quest'ultimo si lascia sfuggire un ringraziamento in inglese, lingua di qui in teoria non conosce nulla.. che nasconda qualcosa o come dice lui è solo merito del pomeriggio di studi con Laura? Volevamo inoltre farvi sapere che stiamo pensando di fare anche un trailer per questa storia, ma purtroppo abbiamo alcuni problemi al momento.. vi faremo comunque sapere più avanti! Detto questo.. grazie per aver letto e se vi va recensite, ci farebbe davvero piacere un vostro parere sul capitolo e sulla storia in generale!

  
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