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Autore: Rakyr il Solitario    18/11/2007    2 recensioni
Una storia che avevo scritto per il giornalino scolastico, ma mai terminata...non aspettatevi granché.
Genere: Avventura, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II


La porta tarlata si aprì senza problemi davanti al trio che, entrato nell’atrio della casa in rovina, tentò di scrollarsi di dosso la tetra pioggia e si scoprì il capo, tirando indietro il cappuccio del mantello.
Il primo si lisciò i capelli color ebano ed ammirò con i suoi occhi verdi l’atrio, che sembrava tutt’altro che in sintonia con l’aspetto esteriore della decrepita villa.
Fissò lo sguardo poi sui suoi due compagni, che come lui avevano ormai vent’anni e con i quali aveva fondato la sua modestamente proficua professione di ammazza vampiri.
Il loro lavoro di solito non era abbondante, però bastava a pagare le spese dell’attività, oltre che a sfogare un po’ la voglia di combattere che i tre amici avevano.
Guardò Daniele, non molto alto, con vivaci occhi castani e capelli dello stesso colore, mentre esaminava vari oggetti, tentando di valutarne il prezzo, e alcuni lucchetti. Quel ragazzo aveva una precisione nei movimenti incredibile, sapeva scassinare praticamente tutto ciò che si poteva toccare e il suo talento nel lancio dei pugnali più di una volta gli aveva salvato la pelle.
Rick invece, esperto di storia antica e moderna dagli occhi azzurri e dai capelli neri, man mano aveva appreso l’arte della spada ed aveva la mira infallibile di un cecchino con le armi da fuoco.
Un uomo dalla chioma candida si sporse dalla lucida balaustra sullo splendido atrio –Ben arrivati nella mia umile dimora, spero che il comitato d’accoglienza sia stato di vostro gradimento…- Rick distolse l’attenzione da un quadro dall’incerta datazione, mentre Dany rimetteva nella custodia il grimaldello. Tutti e tre portarono le mani alle armi, Ed cercò la boccetta, e fu sollevato nello scoprire che era ancora attaccata alla cintura.
-Cosa vuoi?- chiese aspro il moro
-Darvi il mio personale benvenuto…- lanciò un paio di gemme per terra di fronte al capogruppo, che le fissò sorpreso, se erano vere probabilmente erano il diamante ed il rubino più grandi del mondo.
Dopo qualche secondo di indecisione si chinò a raccogliere quelle sfere scintillanti, erano della grandezza di un uovo e sembravano avere una luce intrinseca, anche se non omogenea, che li rendeva del tutto unici ed insoliti.
Appena le toccò tuttavia gli parve di sentire in sé una pulsazione estranea e la orrenda sensazione di artigli che gli ghermissero il cuore e la mente, cercando di strappaglieli via dal corpo.
-Che diavoleria è mai questa?!- esclamò terrorizzato da quella esperienza, cadendo indietro, seduto di fronte alle pietre.
-Davvero patetico…non riesci nemmeno a sopportare il tuo vero io-
Ed non ebbe neppure il tempo di capire cosa volesse dire con quella frase insolita poiché il vampiro  saltò veloce giù dalla balaustra, cercando di colpire il ragazzo in quel momento di confusione. Tuttavia il veloce scatto aereo si trasformò in una rovinosa caduta quando un pugnale ed una pallottola d’argento gli paralizzarono le braccia.
La pallottola perforò il muscolo e si andò a conficcare nel legno del corrimano, mentre il pugnale rimase profondamente infisso nel braccio, spuntava solo una minima parte della lama e l’impugnatura, il sangue macchiò la candida camicia di seta.
Quell’intervento fu sufficiente a Ed per saltare indietro, dall’altra parte della stanza rispetto ai suoi amici.
-Semplice argento? Offendete le mie capacità…- disse in tono sarcastico mentre il foro della pallottola si chiudeva ed i muscoli lacerati tornavano integri e l’altra ferita si risanava man mano il coltello usciva, quando lo ebbe estratto del tutto lo lanciò con una forza tale da conficcarlo nella parete di legno massiccio fino all’elsa, per poi estrarre uno splendido stocco, antico ma conservato alla perfezione.
Dany saettò verso il nemico, portandosi alle sue spalle con aggraziate piroette ed acrobazie, per poi puntargli le daghe luminose alla gola, mentre Rick gli piantò un proiettile in fronte, in seguito Dany aprì uno squarcio sanguinolento sulla gola del mostro, che pareva un grottesco sorriso insanguinato.
Il collo e la fronte tornarono intatti dopo pochissimo tempo, e con un movimento agile sferzò l’acrobata, lanciandolo poi contro la porta con la forza dell’impeto, per poi svanire.
Riapparve dietro al cecchino, colpendogli solo di striscio la schiena e lanciandolo contro lo sventurato compagno con un pugno ben assestato.
Ed fremeva d’ira, aveva maltrattato i suoi compagni, li aveva umiliati e lo aveva insultato perché non aveva capito il significato delle gemme.
-Muori, dannato!- urlando a squarciagola estrasse le spade, iniziando a farle danzare.
Schiocchi metallici, carne squarciata, veloci tecniche in punta di spada, nessuno dei due pareva avere la meglio, anche se l’infaticabile vampiro era riuscito ad aprire alcune ferite, perlopiù marginali, sul corpo del giovane, che ora ansimava –Non sei niente male- si asciugò il sangue che gli colava dall’angolo della bocca e trasse un profondo respiro
–Tuttavia devo ucciderti- il dannato finse di essere stato ferito nei sentimenti, portandosi le mani al cuore e facendo una smorfia addolorata per poi mettersi a ridere senza gioia, l’ammazza vampiri faticò a sopprimere un sorriso divertito, una preda con un po’ di senso dell’umorismo, caso insolito per un vampiro.
La battaglia ricominciò, ora era chiaro però che il ragazzo non poteva reggere il confronto ancora a lungo.
Anche lui lo capì e fece un balzo indietro per portarsi fuori portata, conficcando le lame nel pavimento ligneo, per poi portarsi alla bocca la fiaschetta, bevendo un po’ del contenuto senza però ingerirlo prima di rimetterla a posto, dopodiché estrasse le spade e soffiò il contenuto in maniera omogenea sull’argento, per poi sorridere crudele.
Stava stuzzicando il suo avversario.
Il vampiro si lanciò su di lui, tese il braccio in un affondo e…
-Aaahh…il mio braccio! Brucia! Dannato bastardo!- il braccio rotolò per terra, insanguinando i tappeti per poi incenerirsi, la ferita era irreparabile, anche se la pelle si stava cicatrizzando del braccio non rimaneva molto, era stato troncato da un fendente letale all’altezza della spalla –Morirai per questo!- il demone tentò di colpirlo con un pugno, gesto che gli costò la mano sinistra.
Il ragazzo fu grato a Dio per avergli dato la prudenza di portarsi dietro quella boccetta.
-Come diavolo hai fatto?!- si lamentò il vampiro, continuando ad alternare imprecazioni e bestemmie in varie lingue che aveva appreso in vita –Talvolta una visita al Vaticano è d’obbligo, lì l’acqua santa è eccellente- disse il giovane, ansimante, per poi portare le lame ricurve delle katana al collo dell’essere accasciato prono a terra nel suo stesso sangue –Le tue ultime parole?- avvertì dei movimenti dietro di lui, probabilmente i suoi compagni stavano rinvenendo –Siate maledetti a vivere come hanno vissuto i vostri predecessori!- il suo sguardo folle si fissò su Ed –E che tu possa soffrire le pene più atroci scoprendo la tua origine- un colpo netto gli tolse la testa dalle spalle, il cadavere si mutò in cenere
-Ed…-
-Che hai Dany, ancora paura?-
Alzò il medio, per poi guardare ancora fuori dalla finestra –Guarda fuori e dimmi se non ho delle allucinazioni-
Le catapecchie erano vivaci case di pietre con il tetto di paglia e la strada asfaltata un sentierino sassoso…
-Dove diavolo siamo finiti?!- urlarono in coro
  
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