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Autore: Sinnheim    29/04/2013    1 recensioni
Haruka ha ricordato la sua vita precedente, e ora è afflitta dalle domande: perchè ha potuto ricordare se non gli era concesso? Perchè solo lei e non anche Michiru? Troverà le sue risposte, e con quelle anche i guai. Le guerriere Sailor dovranno affrontare una nuova, terribile minaccia, ben più grande di quelle già affrontate. Tutte le speranze sono riposte nel'essenza del Bene. Sequel di "La Fine di una Vita, L'inizio di un Sogno"
Versione 2.0, revisionata ed arricchita.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Nuovo personaggio | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la fine
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- Questa storia fa parte della serie 'Song of Storm'
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CAPITOLO 2: FIGLIA DELLA TEMPESTA

 

Haruka inforcò la sua moto e partì velocemente: Usagi sarebbe venuta in macchina con Mamoru che aveva chiamato subito dopo il messaggio di Setsuna; diede mano pesante all’acceleratore e raggiunse il tempio nel giro di dieci minuti. “Tutta questa storia non mi piace...” Pensò la bionda mentre parcheggiò la moto proprio davanti alla scalinata che tante volte aveva salito con le altre guerriere: le evocava ricordi di battaglie ormai passate, facendola rabbrividire ogni volta. “Tutte le volte che sono venuta qui era sempre successa una disgrazia.” 

Si incamminò verso i gradini con fare ansioso, e notò una macchina che si stava avvicinando velocemente. “Michiru.” Trovò parcheggio poco distante, poi la violinista scese e prese per mano Hotaru per attraversare la strada; quando furono vicine si guardarono negli occhi e si dissero tutto quello che c’era da dire: il mare era in tempesta, il vento era impetuoso. La piccola era pallida e nauseabonda: quando un pericolo si avvicinava Hotaru era in grado di percepirlo, ma non l’avevano mai vista così sofferente, Haruka iniziò a preoccuparsi sul serio.
“Vieni nanerottola, ti porto io fino in cima.” 

Si fece prendere in braccio senza nessun sforzo e senza lamentarsi; lentamente le tre salirono le scale e arrivarono al tempio: ad attenderle c’erano già Rei, Ami e Makoto, all’appello mancavano loro, Minako, Artemis, Usagi, Luna e Mamoru. Le salutarono con ritrovato entusiasmo, dopotutto non erano sole in quella situazione scomoda e sapere ciò le faceva stare meglio; dopo alcuni minuti arrivò anche il gruppo mancante e rimasero in attesa. “Dov’è Setsuna?” Chiese Rei impaziente alle Outer, ma ovviamente non potevano saperlo. “Stai calma Rei. Se lo sapevano ce lo avrebbero detto.” Disse Ami pacata e tranquilla, ma l’amica continuò a borbottare. Improvvisamente una figura fece capolino dalle scale accompagnata da quella che sembrava essere proprio la guerriera di Plutone: era poco più alta della vita della guardiana del Tempo, portava un paio di jeans e una felpa blu con cappuccio che teneva calato sul viso nascondendolo; Setsuna le teneva una mano sulla spalla, quasi per darle forza e confortarla e si avvicinarono al gruppo. 

“Salve a tutti. E’ bello vedervi.” I presenti le rivolsero il loro saluto, ma l’attenzione era rivolta tutta verso quell’ospite che non conoscevano. “Ehm, ciao anche te!” Provò ad allacciare discorso Minako, ma la figura incappucciata ostentò il suo silenzio, tanto che la guerriera di Venere si sentì parecchio a disagio; Haruka continuava a fissarla con curiosità mista a prudenza: sentiva che era proprio quella persona la causa delle sue percezioni di pericolo e sicuramente Michiru pensava la stessa cosa; Hotaru strattonò un poco la mano della violinista e le sussurrò a bassa voce poche parole cariche di paura. “Mamma Michiru... quella ragazza che sta vicino a mamma Setsuna mi fa stare male...”

Le due guerriere incrociarono lo sguardo ed ebbero la loro conferma. “Tranquilla tesoro, se c’è mamma Setsuna vuol dire che non è una persona cattiva, ok?” La bambina annuì poco convinta, la guerriera di Plutone ricominciò infine a parlare. “Allora... vi starete chiedendo chi è la nostra ospite.” Tutti le rivolsero lo sguardo con interesse. “Si chiama Noa, viene dal XXX secolo come Chibiusa. Ha tredici anni ed è qui perché... beh, ci serve il suo aiuto.” I presenti la guardarono incuriositi, poi Makoto prese parola. “Aiutarci a far cosa?” Setsuna si avvicinò ancora con Noa al seguito e cominciò a fornire le dovute spiegazioni. “Dunque... mettetevi comodi. Sarà una storia lunga da raccontare.” Sempre più perplessi e preoccupati, il gruppo trovò la postazione che meglio trovavano comoda, poi la guerriera di Plutone ricominciò a parlare. “Questa storia riguarda noi... e lei.” Indicò la ragazzina che restava nel suo muto silenzio. 

“Dovete sapere che all’alba dei tempi vi erano due forze in eterno conflitto: Caos e Bene. Lo sappiamo bene, visto che fortunatamente siamo riusciti a sconfiggere Caos di recente. E sappiamo benissimo anche che Caos non può essere mai del tutto sconfitto, così come il Bene non può del tutto scomparire.” Annuirono tutti: i ricordi erano ancora vivi nei loro cuori. “Noi abbiamo solo ‘attenuato’ quello che era Caos, in realtà egli è ancora vivo e potente. Non possiamo alterare il suo stato d’esistenza. L’unico che può farlo è il Bene nella sua essenza, poiché è il suo opposto; è nella loro natura, nella loro stessa esistenza lo scontro per la supremazia di uno o dell’altro. Ma stiamo comunque parlando di soggetti astratti, che fisicamente sono inconsistenti. Come potevano combattersi allora?” Tutti la fissarono in attesa di sapere di più, erano come rapiti. “Dovevano creare esseri materiali, che potessero incarnare il loro potere, e questi esseri si sarebbero battuti per l’una o l’altra fazione. Nacquero così due pianeti gemelli: uno negli antri più bui dell’universo, l’altro proprio qui, nel nostro sistema solare, nascosto poi agli occhi di tutti per azione delle prime guerriere Sailor. Avevano infatti intuito che l’ubicazione di questo pianeta doveva essere a tutti i costi celato all’umanità, proprio perché custode dell’essenza del Bene. Ogni mille anni questi pianeti si risvegliano: le essenze prendono consistenza e generano un campione: nel nostro caso, solo la guerriera Sailor più adatta può essere scelta come emissario del Bene, la più forte e la più pura. La figlia della tempesta.” A quel punto della storia, Haruka e Michiru stavano iniziando a capire e iniziarono a sudare freddo. “Si narra che il Bene si presenti alla prescelta assumendo le sembianze di un drago etereo di cristallo: per questo negli antichi testi viene chiamato il ‘Drago Custode’. Dovete sapere che chi vince lo scontro, determina lo stato in cui vivrà l’Universo nei successivi mille anni: se vince il Bene, si vivrà un esistenza serena e pacifica, come quella che sta vivendo il XXX secolo. Se vince Caos... tutto cade nelle tenebre, i malvagi sottomettono le masse, ogni cosa viene dominata dal male. Questo Haruka lo sa bene... vero sorella?”

Si girarono tutti di scatto verso la guerriera di Urano con aria interrogativa: la ragazza aveva sgranato letteralmente gli occhi e non riusciva a capire come faceva a sapere. Improvvisamente Noa si alzò in piedi, e per la prima volta parlò. 

“Haruka ha ricordato la sua vita precedente. Ha visto cosa successe mille anni fa.” Michiru guardò la compagna sbigottita, tanto che la bionda abbassò lo sguardo. “Demoni nomadi attaccarono le allora principesse del sistema solare esterno. Ti sei mai chiesta perché nel giro di sedici anni diventarono così forti da costringere te e le tue compagne a compiere quel sacrificio così estremo?” Haruka la guardò non più con curiosità ma con odio: quei ricordi erano come un frutto velenoso, ogni morso la portava pian piano a perdere conoscenza, a perdere la vita. “In quel periodo cadeva la battaglia tra Caos e Bene. I loro figli, come le sostanze che li ha generati, potevano e possono generare a loro volta esseri malvagi o benevoli al loro servizio. Ora capisci Haruka? Quei tre demoni furono reclutati dal campione di Caos, che li rese fortissimi.” 

La guerriera di Urano iniziò a tremare: detestava farsi vedere da tutti in quello stato, ma il dolore era troppo da sopportare: anche le fortezze crollano. “Perché non mi hai detto niente?” Chiese Michiru in pena per l’amata, ma la ragazza non ripose, il resto del gruppo non aveva opinioni da esprimere, era tutto terribilmente assurdo. Noa continuò: “Tutti i nemici che avete affrontato. Nehellenia, Galaxia... tutti nello stesso periodo, uno dopo l’altro. Perché? Perché nella battaglia avvenuta nel tempo che Haruka ha ricordato, il campione del Bene perse. Il Silver Millennium fu distrutto, e voi sconfitte.” Tutto divenne chiaro, Setsuna riprese il discorso. “Ed ora siamo qui. Il ciclo tra poco si ripeterà, ma c’è un problema: qualcosa, o qualcuno, ha alterato gli eventi. Come mille anni fa, anche questa volta Caos si è svegliato prima del Bene. Questo significa che il campione del male è già sul piede di guerra mentre il campione del Bene non è ancora nato. Nel XXX secolo, questo combattimento è già avvenuto e per nostra fortuna il Bene ha vinto. Il campione del futuro è venuto qui per salvarci da Caos. Sto parlando di Noa.” Tutti si voltarono verso la ragazzina che non si scompose minimamente davanti a tutti quegli sguardi; Haruka era rimasta in silenzio in preda ai ricordi e alle domande, così prese parola. “Ma come ho fatto a ricordare? Perché proprio io?” Noa si voltò verso di lei e abbozzò una sottospecie di sorriso. 

“Sono stata io. In questo modo sei consapevole di quello che potrebbe succedere se non vi preparerete a dovere e puoi preparare le altre a ciò che vi aspetta.” Ami rimase in silenzio tutto il tempo, ma c’era qualcosa che le sfuggiva in tutta quella storia. “Ehm, chiedo scusa...” Il gruppo le prestò attenzione. “Setsuna ha detto che solo la Sailor più forte e pura poteva diventare il campione del Bene, poi l’ha chiamata ‘figlia della tempesta’. Che cosa intendeva? E poi, la qui presente Noa è solo una bambina, come può essere tanto potente?” Annuirono tutti alla sua domanda ben ragionata, dopotutto Ami prima di parlare rifletteva molto. Fu Noa a risponderle. “Domanda giustissima. Sono piccola è vero... ma ho gloriosi natali per così dire. Sapete dove si trova Empireo, il mio pianeta? Tra i pianeti di coloro che mi hanno fatta nascere, di coloro che tra voi esseri viventi dotati di semi di stella sono alcuni dei più forti dell’Universo. Io sono figlia della tempesta.” Si girò verso Haruka e Michiru mentre lo diceva, scatenando un reazione di incredulità generale. “Oh no, ehi, non vorrai mica dire che...” Disse Haruka con un filo di voce. Noa si tolse il cappuccio e tutti smisero di respirare. 

“Io nasco dalla furia del vento e del mare. Voi che avete il cuore puro, voi custodi dei talismani, voi che siete cadute sul campo di battaglia in passato, siete morte nel presente e siete pronte a morire per il futuro. Io sono vostra figlia guerriere di Urano e Nettuno.”

  
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