Serie TV > Distretto di polizia
Segui la storia  |       
Autore: Fellik92    29/04/2013    1 recensioni
TEORICA piccola raccolta di shot, vari momenti, in ordine cronologico, dalla settima serie fino alla nona-decima. riguarda SOLO i Lucanna, e UNA SHOT ESCLUDE L'ALTRA. teorica perchè purtroppo sono fin troppo simili tra loro, quindi forse le successive non ci saranno. Come sarebbe andata se in quel preciso momento, le cose si fossero risolte diversamente da come è andato realmente in onda?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

fine distretto 7, gravidanza non proprio gradita di Anna. Nessun episodio particolare, solo la prima frase è dall'ultimo della suddetta serie. 


se.. se Anna non avesse perso il bambino?

“Oh, qualsiasi cosa tu deciderai di fare - qualsiasi! - io ci sarò! capito?” Le parole di Luca, per quanto fossero di circostanza, erano ben più che sincere, Anna lo sapeva bene. E l’avevano accompagnata sempre,  da quando gliele aveva dette dopo essersi ripreso dal leggero shock che la sua confidenza gli aveva causato. Certo se lo aspettava: era ovvio che quella gravidanza fosse una sorpresa, e nemmeno molto gradita date le circostanze. Ma era successo, e lei sapeva bene che sarebbe bastata poca attenzione in più per evitare ogni problema, e si ritrovava a pensarci sempre, pure con un vago senso di colpa nei confronti di Vittoria. Era con aria di scuse che la guardava, senza in realtà vederla, in quel letto d’ospedale dopo la minaccia di aborto:  lei che con Giuseppe desiderava più di qualsiasi altra cosa avere un figlio, rischiava di perdere quella creaturina innocente che quasi per miracolo portava in grembo, e lo faceva con enorme gioia. Mentre per anna quella pancia ancora piatta pesava come un grande fardello, un segreto sporco e inconfessabile.

E la frase di Luca l’aveva confusa ancora di più: che cos’era giusto fare? Che poteva fare?  Le tre soluzioni trovate le vorticavano in testa continuamente:  tenerlo, abortire o darlo in adozione? Doveva decidere alla svelta, anche perché presto le alternative si sarebbero ridotte a due automaticamente. Sdraiata sul letto, con un cuscino stretto sulla pancia, ci pensava senza però riuscire a prendere una decisione: tutto le sembrava giusto e sbagliato al contempo. Tenerlo le avrebbe fatto male, non sarebbe mai stata in grado di dargli tutto l’amore di cui avrebbe avuto bisogno. Ma separarsi da lui (o lei) dopo 9 mesi che l’aveva tenuto dentro di sé le sembrava ancora più tremendo, non sarebbe certo riuscita a separarsene, lo sapeva bene.  Non le restava che abortire. Eppure le sembrava così sbagliato! Non era mica stato il piccolo a chiederle di venire al mondo, e lei sapeva benissimo che non le ci sarebbe voluto molto per evitare quella situazione. E pure le parole che Luca le aveva rivolto la sera a casa avevano avuto il potere di farla sembrare stupida, benché lui non ne avesse avuto l’intenzione:“eppure vi conoscevate da poco! Pensavo che prendeste precauzioni! Sei giovanissima, è ovvio che le probabilità che succedesse fossero altissime”
“Oh, Luca, lo so!! E infatti è sempre stato così, ma lui.. insomma, non sempre.. e poi ci sono gli incidenti di percorso, lo sai!”
“e appunto per questo potevi pensare a prendere qualcosa tu, che è pure più sicuro”
“a pensarci dopo è facile. TI prego, non parliamone più, già mi sento una stupida, adesso non è che possa tornare indietro”
E lui si era scusato, abbracciandola e cullandola piano, mentre lei piangeva.
Un bussare leggero interruppe il flusso dei suoi pensieri, riscuotendola dal torpore nella quale era caduta. Alzò appena il volto per invitare Luca ad entrare.
“pensieri?” domandò lui sedendosi accanto.
“già. Più ci penso e più non so cosa fare” sbuffò Anna mettendosi seduta. Non era la prima volta che ne parlavano, e finivano sempre con il dire le stesse identiche cose, per cui Luca sospirò:
“senti, leggevo delle cose al computer.. sai, erbe e cose simili con proprietà particolari.. ce ne sono alcune che aiutano e favoriscono il ciclo, e sono controindicate in gravidanza, in quanto in grado di provocare un aborto spontaneo.. se il tuo problema è l’aborto terapeutico, insomma..” lasciò la frase sospesa: per quanto non condividesse l’idea dell’aborto in generale, non era una scelta sua.
“Erbe di che tipo?”
“non so, l’unica che ricordo è il prezzemolo, le altre avevano nomi strani. Ma se vai in erboristeria e chiedi qualche cosa che favorisca il ciclo e cose simili sapranno certamente aiutarti. Però, se vuoi, mi informo meglio” “ma no! È terribile! È esattamente come un aborto terapeutico, così lo ammazzi proprio!” Anna era scandalizzata: come poteva farle una proposta del genere? Proprio Luca, poi? Però lui le sorrise:
“beh, se reagisci così hai già scelto, no?” commentò. Lei aprì la bocca per ribattere, ma la richiuse subito senza dire nulla: rifletteva sulle parole dell’amico. Effettivamente Luca aveva ragione: se di abortire non se ne parlava e di darlo in adozione non se la sentiva, l’unica era tenerlo. E poi lei li aveva sempre amati, i bambini! Senza parlare, assorta nei suoi pensieri, aveva portato la mano ad accarezzare il ventre ancora piatto mentre Luca la osservava. Alzò lo sguardo per fissarlo in quello dell’amico:
“Ma se lo tengo tu mi aiuterai?” domandò quasi implorante.
“Che domande sono? Certo che ti aiuterò, Annì! Vedrai, saremo dei genitori perfetti!” ma si rese conto troppo tardi della gaffe, e fu con un certo imbarazzo che provò a porvi rimedio: “voglio dire, insomma.. Tu sarai una madre favolosa, e io non è che gli farò da padre, ecco, però..” ma Anna ridacchiò e lo zittì con un abbraccio:
“non sarai il padre di sangue, forse, ma sicuramente quella è la figura che verrai ad essere per lui.. o per lei!”
Anche Luca sorrise, e la strinse forte, ma solo per un attimo:
“dai, vieni di là che è pronta la cena! E tu devi mangiare per due!”
*
“Dai Anna ti vuoi muovere!?”
“Arrivo, arrivo!! Che ansia, ci tieni più tu di me a quest’ecografia!”
Luca rise: effettivamente sembrava proprio così, non sarebbe mai potuto essere più esaltato nemmeno se fosse stato figlio suo. Però è come se fosse tuo figlio, diceva una vocina dentro di lui. E a conti fatti tu sarai veramente il suo papà, continuava la stessa voce. E anche Anna gli ripeteva la setessa cosa. In fondo sapevano esattamente che sarebbe stato proprio così: Luca avrebbe amato quel bambino più di qualsiasi cosa e ne avrebbe avuto una cura straordinaria. Anna sapeva benissimo (e glielo ripeteva sempre per scherzare) che se fosse stato possibile, sarebbe stato proprio Luca a portare avanti la gravidanza, partorire ed allattare.
Quel giorno a lavoro si erano presi entrambi un paio d’ore di permesso, sperando bastassero. Più che altro per Luca e per i suoi doveri di commissario, perché Anna era stata obbligata all’ufficio denunce da quando aveva comunicato il suo stato di gestante, e a dire il vero Luca continuava a premere perché rimanesse a casa a fare la maglia, prendendosi la maternità che le spettava. Ma ovviamente Anna non voleva sentire ragioni e lavorare finchè le fosse stato possibile.
Prima di loro in ospedale c’erano solo un paio di persone: se la sarebbero sbrigata relativamente alla svelta. “oggi allora scopriamo che cos’è!” esclamò allegramente Luca, era retorico, ovviamente: lo sapevano benissimo Ed erano decisamente agitati entrambi. Non avevano preferenze, l’unica cose ara che non vedevano l’ora, Luca soprattutto, di poter cominciare a comprare vestitini, arredare la cameretta, comprare giocattoli e quant’altro, nonostante Anna cercasse di opporsi un po’ : non voleva un figlio o figlia super viziato! Ma l’amore incondizionato che Luca mostrava per quella creaturina la riempiva di gioia: sarebbe decisamente stato facile e bello crescere insieme quel piccolo. Anche se certo sarebbero sorti non pochi problemi quando lei avrebbe trovato un uomo disposto ad accettare lei e il figlio. Dopotutto aveva solo 25 anni! Non poteva pensare di rimanere sola per una vita intera. Comunque, ci avrebbe pensato quando sarebbe stato il momento.
La porta si aprì, e dietro una coppietta felice che usciva intravidero il dottor Fiorentini. Luca mugugnò qualcosa di indistinto: on gli piaceva molto quel dottore per il semplice fatto che, sapendo che lui non era né il padre del piccolo né tanto meno il fidanzato di Anna, si prendeva la libertà di provarci spudoratamente con lei. Anna ridacchiò al lamento dell’amico e gli fece una leggera carezza:
“dai, lo sapevi benissimo che ci sarebbe stato lui”
“Ma la volta scorsa c’era la sua collega. Perché non possiamo fare con lei anche questa volta? Lui non piace, cambiamo dottore!!”
“si può sapere che problemi hai con lui?”
“che ci prova con te!!”
“eh, e allora? Che fastidio ti dà?”
“tu sarai madre e … e lui non va bene, ecco!” stava iniziando ad innervosirsi, e Anna decise i lasciare cadere il discorso, quindi tacque e gli posò la testa sulla spalla. Lui, per tutta risposta, le prese la mano, e rimasero così fino al loro turno.
“ma chi abbiamo qui!! Buongiorno Anna” esclamò il dottore non appena Luca si fu chiuso la porta alle spalle. Lei ricambiò il saluto lanciando un’occhiata ammonitrice all’amico.
“tutto a posto? Nausee? Fastidi?” continuò il dottore mentre cambiava la carta al lettino.
“le nausee sì, ma si stanno un po’ attenuando. Non ho avuto fastidi particolari, se escludiamo le voglie più strane ad orari improponibili”
“tipo?”
“tipo mais tostato alle 4 di notte”
“complimenti, questo è ancora più strano degli involtini primavera che mi sono capitati una volta!” commentò il dottore. Poi addolcì il tono: “per il resto? Anche fuori dalla gravidanza?”
Ma luca si schiarì rumorosamente la gola, scoccandogli un’occhiata minacciosa e, al contempo, rendendo una mano di Anna tra le sue, con fare vagamente possessivo.
“tutto bene, grazie, ma potremmo cominciare, dottore? Sa, avrei bisogno di finire alla svelta..” disse anna frettolosamente. Non voleva che Luca si irritasse, poi l’avrebbe dovuto sopportare lei e non era certa di poterlo sopportare, anche se le attenzioni del dottore la lusingavano. Assecondandola, il dottor Fiorentini le fece cenno di accomodarsi sul lettino e scoprirsi la pancia. Rabbrividì appena quando le versò il gel freddo.
“Se è ben girato, oggi dovremmo riuscire a vedere il sesso. Lo vuoi sapere o preferisci la sorpresa?” chiese ancora il medico rivolto alla sola Anna. Ma fu Luca a rispondere:
“Lo vogliamo sapere, grazie”, assicurandosi di calcare bene quel plurale. Ogni mese gli sembrava sempre più difficile riuscire a soffocare un po’ quelle fastidiose attenzioni che il dottor Fiorentini dedicava ad Anna, e ancora di più lo inquietava ed  innervosiva il fatto che la  sua Anna sembrava fin troppo attratta, come una falena dalla luce. Possibile che si ritrovasse quasi a livello preadolescenziale, mi piace perché è carino, mi tratta bene, io piaccio a lui e me lo fa capire ? certo, comprendeva che quella fosse una sfera e una serie di fasi che lei, con il suo passato, aveva saltato e ora si ritrovava a dover recuperare, ma pensava che la batosta di Giorgio e la notizia della gravidanza la tenessero buona per un po’. Invece, a quanto pareva, non vedeva l’ora di recuperare quegli anni persi in fatto di storie, compagni e quant’altro. E certo stava recuperando nel peggiore dei modi.  Si riscosse dai suoi pensieri piuttosto rapidamente, non appena il dottore posò il joy-stick  sul crescente pancione di Anna e sul monitor comparve il piccolo, accompagnato da un suono attutito che, ormai lo sapevano, corrispondeva al battito cardiaco del feto.  Il sorriso di Anna e Luca si allargò e si scambiarono uno sguardo rapido ed emozionato prima di tornare a riempirsi gli occhi di quell’immagine  nemmeno poi così chiara.
“ve lo dico subito o dopo?” domandò Carlo, lasciando vagare lo sguardo tra i due che esclamarono, contemporaneamente, un impaziente “subito!”
“è una bambina!” comunicò. “e sta crescendo molto bene! Certo, da qui mi sembra un po’ piccola, però sono assolutamente convinto che sia solo costituzione: è nella norma esatta del quarto mese. In ogni caso, se volete stare più tranquilli possiamo fare la conta dei cromosomi e qualche altro esame, ma per quello che penso io sarebbe superfluo.”
Anna e Luca si guardarono e lui, lasciando cadere ogni barriera ed ostilità, si rivolse al dottore con una punta d’ansia nella voce:
“perché dottore? C’è qualcosa che non va? la bimba potrebbe avere dei problemi o qualcosa di strano? Malattie, malformazioni?”
“non posso assicurarvi che sia completamente sana, questo dall’ecografia non si vede, ma vi dico una cosa: se il feto sviluppa delle difficoltà o incontra dei problemi che gli impediranno di vivere allora non nasce e si ha un aborto spontaneo. Ora, siamo al quarto mese ed è difficile che avvenga tanto facilmente.  Però se dobbiamo parlare di malattie come trisomia 21 o altre genetiche, questo non lo si può sapere, c’è l’amniocentesi, qualche altro esame oppure la nascita.”
“che dici, lo vuoi fare?” chiese Luca ad Anna.
“beh, penso di sì.. insomma, se ci fosse qualcosa che non va, saperlo prima potrebbe essere utile” finì lentamente lei.
“è un esame invasivo? L’amniocentesi?” probabilmente, se lo fosse stato, Luca non le avrebbe permesso di farlo. Ma il dottore li tranquillizzò subito:
“affatto. Con l’ecografo valutiamo la posizione del feto e del sacco amniotico, e con una siringa si procederà ad un piccolo prelievo, 20 cl, di liquido amniotico, che poi sarà analizzato. In pochi giorni avrete i risultati e si può valutare la presenza o meno delle malattie genetiche”
“si, facciamolo! Voglio essere sicura e, in caso, prepararmi prima” disse Anna.
“D’accordo. Rivestiti pure, io vedo quando c’è posto per  fare l’esame. Dovrai venire sempre qui da me, ce la caveremo velocemente. Però mi raccomando, dopo l’esame riposo assoluto per due giorni! E per altri 5 non affaticarti troppo! Niente viaggi, passeggiate, pesi, faccende e cose simili, chiaro?”
E mentre Luca aiutava Anna a pulirsi dal gel, il dottor fiorentini aveva già fissato sia l’appuntamento per l’esame che per l’ecografia il mese successivo, rassicurando ancora una volta i due. Qualche minuto dopo, Anna e Luca erano già in macchina, diretti al commissariato. Non parlavano molto.
“pensi abbia qualche problema? Nel senso.. sarà sana oppure no?” domandò lei accarezzandosi il ventre.
“non lo so, Anna.. il tipo dice che secondo lui non c’è da preoccuparsi. È il suo lavoro, lo dovrebbe sapere, no?”
“ma tu non ti fidi molto di lui, però..”
“solo perché non mi piace. E non mi piace perché ci prova con te, non per altro.. professionalmente dovrebbe essere capace, no? Altrimenti come fa ad essere lì?”
“ha detto che è piccola..”
“ma che risulta comunque nella norma. Dai, stai tranquilla! Sarà bellissima e sanissima! Vedrai, l’esame ce lo confermerà”.
Anna continuava a non sembrare particolarmente convinta, ma decise di rimandare le paranoie.
*
Il pancione di 8 mesi le limitava tremendamente i movimenti, e se anche le piaceva essere coccolata e viziata da Luca, non era proprio il tipo di persona in grado di stare ferma molto a lungo. La sera, però, era talmente distrutta da accettare di buon grado di essere spedita a letto o sul divano: gambe e schiena doloranti e piedi gonfi la perseguitavano, quello era comunque uno dei prezzi da pagare. In ogni caso sapeva benissimo che qualsiasi sofferenza sarebbe stata ripagata dalla nascita della piccola. Non la spaventava per niente la prospettiva delle notti in bianco, dei pannolini, pappe, pianti, ciucci… sapeva benissimo quanta felicità le avrebbe portato quel fagottino, e se per caso le fosse sorto un qualche dubbio, le sarebbe bastato vedere Giuseppe e Vittoria e la loro piccola Nina, già di qualche mese e già mascotte del commissariato.
Un bussare leggero la riscosse e Luca, sorridendo, entrò nella camera con una tazza fumante in mano.
“non mi starai viziando un po’ troppo?”  sorrise Anna accoccolandosi contro di lui.
“Ma io sto viziando la piccoletta, non te!” esclamò Luca, accarezzandole il pancione. Non vedeva l’ora che nascesse, era evidente anche senza bisogno che lo ripetesse ogni mezz’ora. Aveva già comprato tanti vestitini e scarpine, aveva già verniciato di un tenue rosa la stanza che fino ad allora era stata adibita a studio e ripostiglio e da quel momento destinata alla piccola, aveva montato diverse mensole e riempite con animali di pezza, sul pavimento era già stato sistemato un grande e morbido tappeto lilla, un carillon e una lampada erano posati su un cassettone già pieno di creme, pannoloni e cose varie. Insomma, mancava soltanto il fasciatoio, il lettino e davvero poco altro, ma avevano già in programma di andare a comprare tutto il giorno successivo.
“l’unica cosa che le manca ormai è il nome, sai?” disse Luca. sapeva che teoricamente doveva essere una scelta della sola Anna, ma lei aveva voluto coinvolgerlo. Si erano letti già un’infinità di libri, ma ancora non erano riusciti a decidersi.
“lo so, puntavo a farcela entro la nascita. Comunque non capisco che hai contro il nome Lucia!”
“ho che conosco una Lucia insopportabile!”
“e io ne conosco una adorabile! E poi che cosa vuol dire? Il nome non fa affatto la personalità!”
“non si sa mai! Per esempio, conosco un sacco di persone che si chiamano Giulia e che sono..”
“.. tutte uguali e tutte troie, oche e stupide, e il fatto che siano tante e non una fa una prova, lo so, me l’hai già detto! non sono per niente d’accordo, ma fa lo stesso. Non la voglio chiamare Giulia. Nessun nome con la g!”
“aspetta, hai sentito?” disse Luca di colpo. Si sciolse dall’abbraccio  e si spostò per poggiare delicatamente un orecchio sul pancione di Anna:
“che devo dire alla mamma?.. sei sicura?.. va bene, sentiamo che dice!” si rialzò e si rivolse all’amica:
“dice che le piacciono tanto i nomi dei fiori” comunicò. Ma Anna alzò un sopracciglio:
“oh, ma certo. Mughetto? Tulipano? Primula? Non ti scordar di me? Calla? Ma perché non Ibisco! O Pasqualotto!” Luca ridacchiò e poi si rivolse al pancione:
“in affetti, amore di zio, se sono nomi di fiori e non di persone c’è un motivo!” rimasero in silenzio qualche istante, poi Anna parlò:
“che ne dici di Silvia?”
“Silvia? Mmm.. ne conosco una un po’ zoccola, ma altre invece che sono davvero delle buonissime persone. Mi piace come nome. E a te piace, piccoletta?” E la piccola scelse proprio quel momento per assestare due calcetti , facendo ridere entrambi.
“direi che è d’accordo pure lei! Silvia, aggiudicato!” esclamò Anna mentre Luca tornava a prenderla tra le braccia.
“Senti, io pensavo ad una cosa” cominciò serio Luca poco più tardi. Lei non disse nulla e aspettò che riprendesse e finisse il discorso. “che ne dici se la riconosco? Insomma, a me non dispiacerebbe affatto e.. beh, già la sento come se fosse mia.. lo so che non sono il vero padre e non lo sarò, però non penso che sia rilevante, ecco.. tutti adottano, oggi. E sì, insomma, io sarei contento, ecco..”
“Oh, Luca, io non è che non voglia! Credimi, è una cosa dolcissima, ma ci hai pensato bene? Così diventeresti padre a tutti gli effetti, legalmente parlando, anche. Potrebbe precludere qualsiasi futura relazione sia a me che a te. E poi, quando sarà grandina e chiederà perché ti chiama zio e non papà anche se avete lo stesso cognome? Oppure, assumendo che ti chiamerà papà, quando chiederà perché io e te non dormiamo insieme? O perché non la facciamo un fratellino?”
“sì, Anna, io ci ho pensato.. e ho pensato che a questa piccoletta vorrò un bene assurdo, e che per me sarà comunque una figlia, anche se biologicamente non lo è, anche se non porta il mio cognome, e non mi importa se mi preclude qualsiasi relazione futura perché ho lei e ho te, io voglio stare solo con voi. Ma certo capisco che per te possa essere problematico quando.. quando troverai qualcuno, se legalmente io risulto il padre di tua figlia.” Aveva un’espressione tanto triste, mentre diceva l’ultima parte, che Anna si sciolse e gli prese una mano tra le sue.
“senti, ci penseremo, ok? Decideremo con tranquillità, ci ragioniamo sopra per bene e poi vediamo! Ok?” Luca si dichiarò d’accordo, ma nessuno dei due aggiunse nient’altro, ancora per un po’. Poi parlò anna:
“tornando al discorso nomi.. com’è che conosci così tante ragazze? Zoccole, per giunta? Guarda che io e Silvia siamo gelose, eh!” ma lui scoppiò a ridere e, per tutta risposta, le mise in mano la tazza con la camomilla, ormai non troppo calda, dicendole di bere. E mentre lei eseguiva, si rese perfettamente conto di tutta la verità che c’era dietro le sue parole, seppure dette in tono scherzoso: era tremendamente gelosa!! Dopotutto, forse, l’idea di Luca non era poi così male.
*
“dai Anna spingi!! Spingi! Manca poco, su!” la incoraggiavano l’ostetrica, le infermiere e il dottore. Ma lei era stremata, sudatissima e si sentiva quasi svenire dal dolore. Luca, lì accanto, soffriva quasi quanto lei: vederla stare così male e non potere fare nulla per aiutarla era tremendo.
“Dai Anna, sta per arrivare la contrazione! Spingi fortissimo!”
Ma lei non ne poteva più. Luca le tamponò la fronte con un fazzolettino tenuto nell’unica mano libera: all’altra era saldamente aggrappata Anna.
“lo so che fa male” le bisbigliò. “Ma fallo per Silvia! Ha bisogno di te adesso. Sforzati ancora un pochino!”
“Anna, la testa già si vede. Con una bella spinta quando c’è la contrazione è fuori. Dai che poi è finita! Un ultimo sforzo, Sei pronta? Al 3!” le disse l’ostetrica. Anna annuì e strinse i denti. Spinse più di quanto glielo poterono permettere le forze che ormai non aveva più, e proprio quando stava per mollare un vagito risuonò nell’aria.  Anna e Luca fecero appena in tempo a vedere un piccolo corpicino che subito la bimba fu avvolta in una copertina e, poco dopo, messa sul petto di Anna. Lei rideva e piangeva insieme, mentre guardava quel visetto, pure Luca era commosso. Non aveva voluto essere lui a tagliare il cordone ombelicale, l’aveva detto da subito, ma avevano deciso di conservarlo in caso di futura necessità.
“è bellissima!” disse emozionato, rivolto ad Anna. “è una piccola meraviglia!”
“ve la porto via qualche istante” disse l’infermiera avvicinandosi. “La laviamo, pesiamo, facciamo i primi esami e poi vediamo se si attacca al seno! Tra poco sarà tutta vostra”
Anna, riluttante, le porse quel fagottino.
“Non c’è bisogno di fare quella faccia, tra poco ve la portiamo pulita e profumata e ve la lasciamo! Avrete anni e anni per godervela!” rise l’infermiera prendendo la piccola Silvia. E mentre loro due sparivano, Anna fu riportata nella sua stanza.
*
“ecco qua la scricciola! 2 kg e 850 g di perfetta meraviglia!” disse l’infermiera entrando nella stanza di Anna con la bimba tra le braccia. Lei era sdraiata sul letto, esausta e spossata, ma con un’aria incredibilmente felice. Luca le stava accanto, altrettanto felice.
“2 kg e 8? Ma è piccolissima!” esclamò preoccupato
“sì, è molto piccola. La tutina le sta enorme, infatti. Però non ha nulla che non vada, e sono cose che capitano.. possiamo avere neonati di 5 kg come dei bimbi prematuri di due etti, ed entrambi  vivono serenamente. Ora, vogliamo vedere se questa piccolina mangia?” La bimba era già in braccio ad Anna, che si era scoperta un seno mentre Luca guardava in giro con lieve imbarazzo.
“tienila così.. ecco.. avviciniamola.. dovrebbe attaccarsi, ora… ecco, infatti”
La piccola Silvia stava poppando serenamente, tenuta delicatamente tra le braccia della sua mamma.
“Ora vi lascio soli. Dopo fatele fare il ruttino e.. beh, godetevela! Tornerò più tardi per cambiarla. E congratulazioni, è una bimba stupenda!”
Vittoria, Giuseppe, Ugo, Raff, Ale, Ire, Antonio ed Elena, la nuova arrivata, erano tutti nel corridoio davanti la stanza di Anna. Erano un po’ troppi, lo sapevano, ma non vedevano l’ora di vedere la piccola! Ale spingeva una carrozzina con un enorme fiocco sopra: era l’unica cosa che Anna e Luca non avevano ancora comprato, e questo perché Vittoria aveva detto loro esplicitamente che ci volevano pensare loro, altrimenti non rimaneva più nulla da regalare! Ugo bussò:
“possiamo?” chiese allegro
Sorridendo, Anna e Luca li invitarono ad entrare. La piccola aveva finito da poco la sua pappa, ed era in braccio ad Anna, stranamente quieta, anche se sveglia.
“vediamo un po’ questa piccola Silvia Gori!” esclamò Antonio.
Anna e Luca si scambiarono uno sguardo rapido e sfuggente.
“Gori? Qui non c’è nessuna Silvia Gori! Qui c’è una piccola, meravigliosa Silvia Benvenuto.. fa lo stesso?” rispose l’uomo con l’ombra di un sorriso. Gli altri rimasero di sasso. Guardavano confusi la piccola e loro due.
“Luca l’ha riconosciuta, anche se tecnicamente non è figlia sua. Sappiamo benissimo tutti che è come se lo fosse. Lui mi aiuterà a crescerla come un vero papà, e questa sarà la figura che verrà ad essere per Silvia. Beh, abbiamo deciso di darle un padre a tutti gli effetti. Vi presento nostra figlia” spiegò Anna. Aveva gli occhi lucidi, e come lei anche Luca.
“è da un po’ che ci pensavamo, poi abbiamo deciso definitivamente qualche giorno fa. Quando sarà sufficientemente grande da capire le diremo tutto. E.. beh, la nostra vita da scapoli è finita!” concluse Luca ridacchiando imbarazzato.
“Oh, ragazzi, non potete capire che gioia mi date!” proruppe Antonio abbracciando di getto Luca. Anche gli altri si riscossero e presero ad abbracciarli e congratularsi con loro. Pure Raffaele. Certo, questo metteva il fermo definitivo alle sue speranza con Anna, ma avrebbe digerito la delusione. Vittoria ed Elena erano commosse.
“sentite, ma ce la fate vedere la nostra nipotina?” chiese invece Ale. Tutti risero, Anna e Luca si guardarono, poi lui tese le braccia per prendere la bimba:
“vieni qui, Silvia, ti presentiamo gli zii! Eccoli qua.. amore di papà!”
Anna sorrise, mentre tutti si lasciavano andare in esclamazioni e versetti, sciolti davanti a quella piccola creatura, avvolta in una tutina rosa e bianca troppo grande per lei. Come avevano potuto pensare a non darle il nome di Luca perché “avrebbe precluso qualsiasi futura relazione”? si chiese. Sapeva che poi erano stata parole sue, ma a poco tempo di distanza le trovava incredibilmente stupide. Non ci sarebbe stata più nessuna futura relazione. Futura. Quella importante, era quella presente.
“Luca Benvenuto è innamorato della qui presente Anna Gori?”
“sì.” 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Distretto di polizia / Vai alla pagina dell'autore: Fellik92