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Autore: Claire Marie Blanchard    30/04/2013    3 recensioni
Harry James Potter non era tornato per finire gli studi di Hogwarts, ma intraprese la sua carriera di Auror.
Ginevra Molly Weasley, nonostante il dolore per la perdita del fratello Fred, decise che era ora di rialzarsi in piedi, di mostrare alla sua famiglia la sua resilienza*, in modo da essere un esempio.
Ronald Bilius Weasley imitò Harry, affermando di voler combattere contro quelli che erano gli alleati degli assassini di suo fratello.
E poi fu il turno di Hermione Jean Granger. La quale, come da copione, scelse di finire gli studi alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, conseguendo anch’ella i M.A.G.O., insieme alla più piccola di Casa Weasley.
Aveva lasciato Ron poco prima di andare in Australia per recuperare i suoi genitori e restituire loro la memoria, dopo aver capito che il loro era solo un amore fraterno.

Prequel di "More e muschio".
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Sapori e profumi'
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Disclaimer: I personaggi della saga di Harry Potter non mi appartengono. Tutti i loro diritti sono riservati a Joanne Kathleen Rowling. Inoltre, questa storia è stata ideata, scritta e pubblicata senza alcun scopo di lucro.

Premessa: ciò che state per leggere è il prequel della mia shot More e muschio che, a questo punto, consiglio di leggere in un secondo momento. La storia si svolge dopo la guerra, al settimo anno di Hogwarts, ma sconvolge appieno l’epilogo della Rowling.
 
 
 
 
 
Note:
 
* = Il capitolo è stato ideato e scritto – come lo si può intuire dal titolo – ispirandosi alla storia de La Sirenetta. Non ho alcun diritto a riguardo: né sulla fiaba originale di Andersen, né sul lungometraggio Disney.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Parte Quarta – Parte del tuo mondo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L’estate era ufficialmente finita.
Le foglie avevano già assunto colori caldi che variavano, a seconda della loro tipologia e della loro posizione, variando dal giallo ocra al rosso cremisi, dall’allegro e vivace arancio al castano intenso.
Hermione amava ammirare le foglie cadere dagli alberi, e amava molto passeggiare per il parco e ricevere quell’accoglienza che, sebbene le condizioni climatiche avrebbero definito fresca, lei trovava calda.
Adorava quel profumo di cambiamenti, quel suono di leggeri fischi che il vento suonava – portando via con sé gli ultimi tepori estivi -, quel cielo roseo che salutava il sole splendente nelle prime ore serali, accogliendo la misteriosa luna della notte, con le stelle – le sue degne dame di compagnia.
Respirava, Hermione.
Respirava a pieni polmoni quel buonissimo profumo che Madre Natura aveva gentilmente e generosamente concesso agli esseri viventi.
Respirava, seduta su quel prato – ad occhi chiusi, con il mento appoggiato alle ginocchia alzate -, mentre cercava di non pensare a niente, se non a se stessa.
- Sapevo di trovarti qui.
La bruna aprì gli occhi, riconoscendo la voce di Ginny e sorridendo lievemente.
- Uno zellino per i tuoi pensieri – scherzò l’amica che, nel frattempo, le si sedette accanto.
Hermione stacco il mento dalle gambe, si voltò verso di lei e piegò la testa di lato, appoggiando sulle ginocchia la tempia destra per guardare la sua migliore amica negli occhi.
- Non ti chiedo nemmeno come hai fatto – le disse pacatamente.
- Sei la mia migliore amica, la sorella che non ho avuto… ti conosco da sette anni, ma è come se ti conoscessi da sempre – le spiegò la rossa.
Hermione sorrise ancora di più.
- È vero.
Ginny la osservò per un po’, senza dire una parola.
Si capivano già solo con uno sguardo.
Come due sorelle.
- Sai… a volte, mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se non avessi ricevuto la lettera di Hogwarts… - confessò la Caposcuola.
Ginny l’ascoltò seria.
- È comprensibile. Dopotutto, tu sei cresciuta in un mondo senza magia. Sarebbe strano se fosse stato il contrario.
Hermione sospirò, stendendo le gambe sul prato verde e asciutto e guardando dritto davanti a sé.
Ginny la osservò ancora, per poi stupirla.
- Come diresti tu? Sputa il ranocchio?
La bruna ridacchiò divertita davanti all’ennesimo tentativo di Ginny nel pronunciare un detto babbano corretto.
- Sputa il rospo… - la corresse.
- Ecco, sì. Quello!
Hermione non riusciva a guardarla negli occhi senza che lei non intuisse tutto. Anche se, con Ginny, spesso non c’era nemmeno il bisogno di parlare.
Si capivano già solo con uno sguardo.
Come due sorelle.
La riccia guardò negli occhi la sua migliore amica e, dopo un attento scambio di sguardi…
- Ho capito tutto – mormorò Ginny con aria consapevole.
Come volevasi dimostrare.
- Non puoi pensarlo seriamente – disse, poi.
Hermione, invece, annuì.
- Dopo tutto quello che hai affrontato in questi anni?! Hermione, ti credevo la strega più intelligente della nostra generazione!
Ma la Caposcuola non proferì parola.
- C’entra Malfoy in tutto questo? Ti ha offesa? Insultata? Umiliata? Guarda che a me serve solo una buona scusa per divertirmi un po’ e affatturarlo!
Hermione scosse la testa.
- No, Ginny. Niente di tutto questo.
- E, allora, cosa? Perché? Perché pensi di non essere all’altezza del mondo magico? Perché pensi di non essere adatta a questo mondo che, ti ricordo, è stato proprio lui a sceglierti!
La bruna chiuse gli occhi e sospirò di nuovo.
Ginny non si arrese, ma cambiò posizione, inginocchiandosi davanti alla sua migliore amica.
- Tu sei la strega più brillante degli ultimi vent’anni! Hai combattuto al fianco di Harry Potter! Hai sconfitto, insieme a lui e a mio fratello, Lord Voldemort! Hai un talento straordinario, perché ti ostini a negarlo? Ti rendi conto che, forse, io non sarei qui, se tu non avessi contribuito alla salvezza del mondo magico? Se tu non fossi stata una strega, a quest’ora Harry e Ron non sarebbero nemmeno vivi! Quante volte li hai salvati o li hai aiutati? Senza di te, non sarebbero sopravvissuti nemmeno al Tranello del diavolo, al primo anno… sempre se fossero arrivati da soli, fin lì!
Hermione non rispose, tirò solo fuori il suo walkman babbano, passò una cuffietta a Ginny – la quale fece per parlare, ma poi si bloccò e accettò l’offerta dell’amica – e fece partire una canzone, Part of your world*.
La ragazza le aveva detto che quella canzone era compresa in un cartone animato – o animale? –  la cui storia narrava di una sirena che desiderava far parte del mondo che c’era al di fuori del mare.
E capì di aver centrato in pieno.
Perché, nonostante gli eventi e gli atti svoltisi in quegli ultimi sette anni, a volte, Hermione Granger si sentiva come un pesce fuor d’acqua.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Blaise Zabini conosceva il suo migliore amico, Draco Malfoy.
E sapeva che, qualche volta, quest’ultimo abbandonava tutto e tutti, cercando di non lasciare traccia, per salire sulla Torre di Astronomia e rimanerci un po’ per riflettere.
Anche se mancava poco alla cena e l’aria fresca di quei primi giorni autunnali venne rafforzata dal calar della notte.
Sospirò e si avvicinò alla balaustra, posizionandosi di fianco all’amico.
- Brutti pensieri, Caposcuola Malfoy?
Il biondo sussultò lievemente, ma si tranquillizzò dopo aver constatato che si trattava di Blaise.
- No… solo pensieri.
Blaise annuì, continuando a guardare dritto davanti a sé.
- Sai… quando ho molto a cui pensare, ascolto della musica babbana.
Draco aggrottò la fronte e si girò verso l’amico, il quale continuò a parlare.
- Sì, proprio così. La Granger ha stregato una vecchia radio e ha inserito, ovviamente con la magia, tutte le canzoni che lei mi ha consigliato. I babbani creano ottima musica, lo sapevi?
Ma il biondo ghignò e non gli rispose.
- Chissà perché, ma alla fine ci ritroviamo a parlare sempre di lei, eh, Blaise?
- Forse, perché ho visto come la guardi…
Draco arrossì lievemente.
- Io non la guardo! – sbottò fintamente indignato.
- Oh, no. Hai ragione… la fissi! – continuò il moro.
- Che fesseria… - sussurrò il Caposcuola, con tono poco convinto.
Blaise ridacchiò divertito.
- Ti conosco, amico. E, poi, diciamoci la verità: la storia del sangue non regge più, ormai.
Draco annuì distratto, poi si irrigidì e si staccò dal freddo ferro della balaustra.
- Sai, Blaise, che cos’è che mi fa più incazzare? – chiese il ragazzo cercando di mantenere la calma.
- No, cosa? Il fatto che abbia più ammiratrici di te? – azzardò Zabini ironicamente.
- Mi fa incazzare il fatto di essere cresciuto in una famiglia di matti! – urlò – Mi fa incazzare il fatto di avere avuto un padre così idiota! Mi fa incazzare il fatto che mia madre non mi abbia lasciato crescere lontano da mio padre! Mi fa incazzare il fatto che sia cresciuto con l’idea che il sangue che mi scorre nelle vene sia sempre stato superiore ai babbani e ai mezzosangue, rendendomi conto troppo tardi che ci sono persone più pure, più meritevoli e con un sangue e un animo più puliti dei miei! – urlò andando avanti e indietro – Ecco cosa mi fa più incazzare, Blaise! – e finì tirando una pedata alla balaustra davanti a sé.
Il moro sospirò e attese che l’amico si calmasse e prendesse fiato.
- Hai finito? – chiese tranquillamente.
- Sì – rispose il biondo con un leggerissimo affanno.
- Ti sei sfogato abbastanza? – gli chiese nuovamente l’amico, sempre con tono pacato.
- Sì – rispose Draco.
- Possiamo andare a cena adesso? – gli chiese con tono speranzoso.
- Sì – gli rispose lui con rassegnazione.
- Bene! Perché sto morendo di fame!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Dopo aver mangiato come un uccellino anche quella sera, Hermione si avviò per il dormitorio giusto per rinfrescarsi e prepararsi al suo turno di ronda con Ernie.
- Ehi, Granger!
La ragazza si girò in direzione della voce di Zabini.
- Buona sera, Zabini!
Blaise le si avvicinò sorridente.
- Senti… quella canzone da undicenni, quella sdolcinata della sirena…
- Quella de La Sirenetta?
- Sì, quella… ecco, mi potresti spiegare la storia? No, perché sto cercando di fare colpo su una ragazza… lei, non essendo babbana, non sa nulla di queste cose e, allora, ho pensato: stupiscila con una bella storia da ragazzine più dolci delle caramelle di Mielandia!
La bruna ridacchiò annuendo.
- Quale versione della storia vuoi sentire?
- Perché? Quante ne esistono?
- Oh, ne esistono più di una… conosco almeno tre delle versioni, ma solo in una la storia finisce bene. In tutte le altre, la sirenetta muore.
Blaise la ascoltava interessato.
- Oh! Bene! Allora, raccontami solo questa versione. Voglio conquistarla, non spaventarla.
E iniziarono a camminare l’uno di fianco all’altro, mentre Hermione cominciava il suo racconto.
- D’accordo. Dunque, c’è questa sirena di sedici anni…
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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- Blaise! Blaise! Svegliati, Blaise!
Sentiva che qualcosa muoveva il suo letto.
Sentiva che qualcuno stava muovendolo nel suo letto.
Sentiva che in qualche modo il suo sogno stava finendo troppo precocemente.
- Ancora cinque minuti… - borbottò il moro, rifiutandosi di aprire gli occhi.
- No! Adesso! Muoviti! Avanti, svegliati! – disse Draco, cercando di non svegliare Theodore che dormiva nel letto di fianco a quello di Blaise.
Ma quest’ultimo non sembrava voler collaborare.
Il biondo assunse un’aria esasperata, sbuffò e con un colpo di bacchetta lo scoprì dalle coperte.
Il compagno, nel sonno, cominciò a sentire un po’ di freddo e si decise a svegliarsi.
Quando focalizzò la vista, alzò la testa dal cuscino e notò davanti a sé il Caposcuola, aggrottando la fronte.
- Sono in ritardo per le lezioni, forse? – chiese pigramente.
- No, sono venuto qui per parlare.
Blaise  si ricoprì e richiuse gli occhi.
- Parleremo domattina…
- No! Invece, parliamo adesso! Che ci facevi con la Granger stasera? – domandò il ragazzo.
- Non hai appena finito la ronda con la McDougal? Non sei stanco, Draco? – chiese lui di rimando, con la voce impastata dal sonno.
- Non riesco a dormire se non mi dici che cosa ci facevi tu stasera in giro per i corridoi mano nella mano con la Granger! La McDougal vi ha visti! E non solo lei…
Blaise scattò a sedere.
- Cosa?! – quasi urlò il moro.
- Ssshhh! Piano! – lo avvertì Draco cercando di non svegliare Theo.
- Hhn… - sentirono i due dal letto di Theo.
Blaise sbuffò irritato.
- Allora? Cos’è questa storia? – gli chiese il Caposcuola.
- Le ho solo chiesto una spiegazione su una fiaba…
- Potevi chiedere a me! Conosco le fiabe di Beda il Bardo a memoria!
- Non una di quelle fiabe, ma una fiaba babbana… - spiegò Blaise.
- Oh… e quale sarebbe sentiamo? – disse l’amico, incrociando le braccia incredulo.
- Tanto non la conosci… - gli rispose.
- Tu mettimi alla prova! – lo incitò il biondo.
- La Sirenetta.
E Draco annuì – Ma certo! La Sirenetta!
Blaise gli lanciò un’occhiataccia.
- Ok, è vero: non la conosco… ma si può sapere a te che serve sapere di questa fiaba?
- Non credo siano affari tuoi. Ora, se permetti, vorrei dormire! – e, irritato, si ributtò sotto le coperte.
- Ma se…
- Buona notte, Draco! – gli disse l’amico liquidandolo.
Quest’ultimo, un po’ contrariato, si rassegnò.
- ‘Notte, Blaise – e se ne tornò, un po’ scocciato, nella sua camera da Caposcuola.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Blaise Zabini, il mattino dopo, constatò il senso letterale dell’espressione Il buongiorno si vede dal mattino.
Lui odiava essere svegliato. Soprattutto, odiava ancora di più essere svegliato nel bel mezzo della notte.
Quando andò a fare colazione, si sedette di fianco a Draco, ma lo guardò comunque in malo modo.
- Mi dispiace, ok? – gli disse questi – Non volevo svegliarti…
- Ah no? – disse Blaise, ironico – Allora chi è che mi ha tirato giù dal letto solo per sapere cosa mi ero detto con un’altra studentessa?
Draco distolse lo sguardo, con aria scocciata.
- Ok, sì, volevo svegliarti. Ma solo perché volevo sapere!
Blaise sospirò rassegnato ed esasperato.
- Senti, perché non ti decidi una buona volta e vai da lei per parlarle?
Il ragazzo sbiancò.
- E perché dovrei?
- Perché così la smetterai di rompere le pluffe a me!
- Io non rompo le pluffe!
- Ma se ti comporti da uno del terzo anno in preda agli ormoni!
Draco boccheggiò sconvolto e oltraggiato.
- Non sono certo io che vado a chiedere informazioni sulle fiabe sdolcinate!
Blaise alzò gli occhi al cielo.
- L’ho fatto per Pansy!
- Sì, certo… per Pansy!
- Vuoi smetterla di comportarti da fidanzatino geloso o devo affatturare quel bel visino che ti ritrovi?
L’amico espirò pesantemente e irrigidì la mascella.
- Io non sono affatto geloso! – sibilò.
Blaise rise davanti a quel tentativo del suo amico di arrampicarsi sugli specchi.
- Sì, certo… e io, allora, sono mezzo francese.
E il loro amorevole scambio di complimenti venne interrotto dall’arrivo di Theo e Daphne, che si tenevano per mano.
- Buongiorno, ragazzi! – li salutò la bionda, ricevendo un saluto un po’ meno caloroso, mentre si sedeva insieme al suo ragazzo.
- Ehi, che sono quelle facce? – chiese ingenuamente Theo.
Draco sorrise forzatamente - Nulla! Vero, Blaise?
A quel punto, Blaise prese Draco per il braccio e lo portò via.
- Scusateci! – disse rivolgendosi alla coppia di fronte a loro.
- Blaise, che c’è adesso? – gli chiese annoiato l’amico biondo, mentre si allontanavano.
- C’è che devi sentire una cosa. Forza, muoviti e sta zitto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nel frattempo, al tavolo del Grifondoro, Lavanda Brown corse per sedersi di fianco a Ginny e ad Hermione.
- Hermione, ieri sera ti hanno vista appartarti con Zabini… cos’è questa storia? Com’è che io non ne sapevo nulla?
La ragazza sbuffò e chiese scocciata - Chi l’ha detto?
- Perché ti sei appartata con Zabini? – chiese Ginny curiosa.
- Chi l’ha detto? – richiese la bruna con lo stesso tono di prima.
- C’è qualcosa tra te e Zabini! – insinuò Lavanda incredula.
- Chi l’ha detto? – insisté Hermione.
La bionda si arrese e sospirò.
- Me l’ha detto Calì, che l’ha saputo da sua sorella Padma, che l’ha saputo dalla McDougal, che vi ha visti insieme, ieri sera.
Hermione fece spallucce.
- Allora?! È vero o no? – sbottò Ginny.
- No! Mi ha solo chiesto un’informazione su una cosa babbana – spiegò.
- Oh… - mormorò la Brown – scusatemi, vado ad insegnare alla McDougal come essere delle brave pettegole…
E le lasciò ridacchiare divertite.
- Che c’è? – chiese Hermione a Ginny, quando vide che cominciava a ridere seriamente.
- Ti immagini quelle due a litigare per stabilire chi è più brava come pettegola? – le chiese Ginny ridendo.
Hermione si mise a ridere ancora di più.
- Andiamo ad assistere alla litigata, ingozzandoci di caramelle TuttiGusti+1? – le chiese poi la piccola Weasley.
- Sì! – accettò la bruna senza esitare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Blaise, vuoi spiegarmi perché stiamo andando in camera tua? Ti ricordo che tra venti minuti dovremo essere da Vitious per la lezione!
Ma l’amico lo ignorò completamente. Anzi, lo invitò al silenzio.
- Ora sta zitto e ascolta.
Draco sbuffò, alzando gli occhi al cielo e ascoltò.
 
Maybe he's right. Maybe there is something the matter with me.
I just don't see how a world that makes such wonderful things could be bad.

Look at this stuff
Isn't it neat?
Wouldn't you think my collection's complete?
Wouldn't you think I'm the girl
The girl who has everything?

- Che cos’è? – sbottò.
- Ssshhh! Ascolta! – lo riprese l’amico.
 
Look at this trove
Treasures untold
How many wonders can one cavern hold?
Looking around here you think
Sure, she's got everything


- Merlino, cosa dovrei ascoltare?! Che una ragazza ha una collezione completa in una caverna, Blaise?! – chiese esasperato.
Ma Blaise, alzando gli occhi al cielo, sbuffando e passando le mani tra i capelli neri.
- Tu non ascolti! – si lamentò.
- No! Sei tu che non capisci! – ribatté il biondo.
Blaise, a quel punto, imprecò sottovoce e girò una delle valvole per andare un po’ avanti, arrivando ad un punto in cui il suo migliore amico non poteva non capire.
 
What would I give if I could live out of these waters?
What would I pay to spend a day warm on the sand?
Bet'cha on land they understand
That they don't reprimand their daughters
Proper women sick of swimmin'
Ready to stand

 
- Ma cosa… ?
- Zitto e ascolta!

And ready to know what the people know
Ask 'em my questions and get some answers
What's a fire and why does it - what's the word?
Burn?

When's it my turn?
Wouldn't I love, love to explore that world up above?
Out of the sea
Wish I could be
Part of that world

 
E, davanti alle ultime frasi, Draco sbiancò.
- Ero io a non capire, Draco? O eri tu? – gli chiese Blaise.
Il biondo era rimasto a bocca aperta.
- Lei… - iniziò.
- … non si sente del tutto parte di questo mondo. Un mondo che è anche tuo – finì Blaise per lui.
- E indovina chi ha contribuito a farla sentire così… - gli disse, dopo un attimo di pausa.
Draco sentì il bisogno di sedersi, e lo fece: si sedette sul letto di Theo.
Blaise spense la radio stregata da Hermione.
- Ho origliato involontariamente una conversazione tra lei e la Weasley, ieri mattina. E non posso fare a meno di pensare che siamo state delle vere merde con lei. Perciò, vedi di accettare il prima possibile il fatto che ti piaccia e fa qualcosa perché lei stia con te, perché lei sarebbe anche capace di abbandonare il mondo magico e tornare definitivamente in quello babbano.
Draco lo sguardò colpito.
- Sei ancora in tempo per salvare te stesso, l’ha detto anche lei. Perché, dopotutto, fate parte dello stesso mondo, voi due.
 
 
 
   
 
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