30/04/2013
0 recensioni100 Drabble-Flash fic su Severus, regolati da una mia tabella di prompt. Il suo rapporto con Lily, con Albus, con i genitori, con i Death Eaters, con i Marauders, gli studenti e con Harry. Ma, soprattutto, il rapporto con se stesso.
Era in una stanza, una nebbiolina luminosa lo circondava.
Il pavimento su cui era seduto era del colore dell'erba: a Severus ricordò il prato delle altalene dove le piccole Evans passavano i pomeriggi.
Si alzò per percorrere in lungo la stanza, quasi immensa, come nell’attesa di qualcosa.
Qualcosa che arrivò.
-Severus.-
Erano vent'anni che non sentiva quella voce, tuttavia l'aveva riconosciuta immediatamente.
Non avrebbe potuto dimenticarla.
Si voltò lentamente. Voleva assaporare quel momento, renderlo suo.
Era certo che poi l'avrebbe vista, che non sarebbe sparita.
Quando se la ritrovò davanti, il suo cuore mancò un battito.
[Tratto dal capitolo 67-Il prato delle altalene]
Era in una stanza, una nebbiolina luminosa lo circondava.
Il pavimento su cui era seduto era del colore dell'erba: a Severus ricordò il prato delle altalene dove le piccole Evans passavano i pomeriggi.
Si alzò per percorrere in lungo la stanza, quasi immensa, come nell’attesa di qualcosa.
Qualcosa che arrivò.
-Severus.-
Erano vent'anni che non sentiva quella voce, tuttavia l'aveva riconosciuta immediatamente.
Non avrebbe potuto dimenticarla.
Si voltò lentamente. Voleva assaporare quel momento, renderlo suo.
Era certo che poi l'avrebbe vista, che non sarebbe sparita.
Quando se la ritrovò davanti, il suo cuore mancò un battito.
[Tratto dal capitolo 67-Il prato delle altalene]
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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-Mangia, Severus.
-No.
-Severus, tu devi...
La voce di Eileen si incrinò quanto bastava per permettere ad una lacrima di rigare silenziosa la guancia, già levigata e martoriata da già molte altre.
-No, mamma. Non devo. Non voglio.
Il ragazzo restò impassibile, nonostante l'universo si stesse distruggendo dentro di lui.
Non gli importò nulla della madre, preso dal suo egoismo di disperazione.
Eileen, stanca e dolorante, decise di insistere, e si alzò.
Arrancò fino alla cucina trascinandosi sulle gambe, gli occhi socchiusi dal peso delle occhiaie.
Il piatto con le uova restava sul tavolo, gli albumi come due occhi rabbiosi.
Con un gesto solo, manata secca, Severus lo scaraventò per terra.
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