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Autore: BlackLily    30/04/2013    6 recensioni
[..] -“Ho bisogno che tu sia la mia ragazza per questa sera”- Sgrano gli occhi stupefatta e non riesco neanche a replicare che subito si avvicina una tipa a noi. [..]
Mi allontano e lui urla: -“Dai sul serio, come ti chiami?”- curioso il ragazzo.
Mi volto, alzo le spalle e le mani come a dire ‘Boh, chi lo sa’. Lui ride ed io gli sorrido a mia volta per poi sparire tra la folla e raggiungere i miei compagni. Ma non sapevo che di lì a poco i nostri destini si sarebbero incrociati.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il cucchiaino continuava a mescolare quella brodaglia scura ed amara. Qualcuno la chiamava caffè, ma non era altro che acqua sporca. La responsabile d’ufficio non era mai stata brava a fare un caffè espresso ed a volte lo si beveva per il piacere di dire di aver bevuto del caffè. Non riusciva neanche a dare la carica giusta per affrontare una giornata, e nonostante i chili di zucchero che vi versavo all’interno restava amaro, un po’ come la mia vita. Non era altro che sporca ed amara  nonostante le grandi sfumature che una vita da cantante possa dare. Guardai oltre la finestra ammirando il cielo azzurro attraversato da grandi nuvole bianche.
Mi ero sempre chiesta che sensazioni desse poter saltare su una soffice nuvola bianca, nonostante non fosse possibile.
A catturare la mia attenzione e a distrarmi dai miei pensieri strambi fu una rondine poggiata sui fili del bucato della mia vicina. Se ne stava tranquilla e scrutava il cielo cinguettando di tanto in tanto. Si puliva le ali e poi tornava a scrutare il cielo. Se avessi avuto la mia Canon avrei catturato quel momento, avrei conservato la foto e l’avrei osservata nei giorni più bui della mia vita così da bearmi della libertà di quella piccola rondine.
Il promemoria del cellulare apparve sul monitor improvvisamente destandomi così dai miei pensieri. Mi alzai da quella comoda poltrona bianca posta sotto la finestra per scegliere qualche vestito da indossare per l’incontro importante di quella giornata. Mi avevano proposto di registrare un duetto con un cantante ed io, senza farmelo ripetere due volte, avevo accettato. Per questo impegno avrei dovuto rimandare le registrazioni che avevo da fare con Alan, e, ad essere onesti, avrei fatto qualsiasi cosa pur di non stare troppo accanto a lui. Senza dubbio era un bravo ragazzo ma le sue continue avance iniziavano seriamente a darmi fastidio, soprattutto nell’ultimo periodo. Aprii un anta e ne tirai fuori un paio di jeans, una canottiera poco scollata ed infine una giacca di pelle. Nello scostare il giubbotto avevo fatto cadere una scatola: la scatola.


«Cosa aspetti ad aprirla?» chiese il biondino carezzandomi una mano e sorridendo beato.
«No, nulla» dissi sorridendo tra me e me «E’ solo che ho paura che sia un regalo così bello da farmi piangere» aggiunsi guardandolo negli occhi. Quei suoi occhi così dannatamente azzurri.
«E’ soltanto una sciocchezza, non credo piangerai per questo» rispose ridendo e regalandomi un dolce bacio. Sfilai il nastro rosso che avvolgeva la scatola blu e quando alzai il coperchio rimasi a bocca aperta. Si era ricordato di quell’abito che tanto amavo ed era sicuramente il regalo più bello che avessi mai ricevuto.
«Dicevi che non avrei pianto, eh?» dissi alzandomi e posizionandomi sulle sue gambe avvolgendo le braccia intorno alle sue spalle. Col pollice mi asciugò una lacrima e poi mi regalo uno di quei baci che mi toglievano il respiro.

Chiusi le ante con violenza provando a scacciare quel ricordo amaro e triste. Non volevo ricadere di nuovo in quel baratro dei ricordi, ci ero già inciampata una volta e non l’avrei fatto ancora. Se avevamo deciso di lasciarci era per un motivo valido ed io sarei dovuta essere forte e avrei dovuto non pensarci più. Avevo fatto la mia scelta, avevo preso una strada totalmente diversa dalla sua e non c’era più possibilità che si incrociassero. Era stato meglio così, nessuno dei due avrebbe sofferto più, o almeno così volevamo credere.

«Aspetta qui, il cantante dovrebbe arrivare tra poco» mi avvisò il manager.
«Va bene, Chris» risposi sedendomi su uno sgabello girevole. Ero di fronte al microfono nella stanza insonorizzata e non vedevo l’ora di registrare la canzone. Chris chiuse la porta alle sue spalle lasciandomi totalmente sola in quella stanza tanto vuota. Presi il foglio che avevano lasciato su un davanzale così da perdere un po’ di tempo. Solo dopo qualche minuto mi resi conto che quello era il testo di una canzone, probabilmente quella che avremmo dovuto registrare. Lessi i primi versi con un groppo in gola. Era una canzone d’amore stupenda tanto che avrei pianto, se non fosse stato per il mio stupido orgoglio.
«A new dawn, a beautiful dawn..» canticchiai le prime parole provando ad intonare una traccia che ancora non avevo ascoltato.
«For you and me» quelle parole furono pronunciate con una dolcezza tale da farmi spuntare un lieve sorriso. Mi voltai per incontrare finalmente il viso del mio partner, fino a quella mattina sconosciuto.
Quando lo vidi non riuscii a spiccicare alcuna parola così come lui. Si accomodò su una sedia sfilandosi il cappello e arruffandosi i capelli biondi. Raccolse la chitarra e finalmente alzò lo sguardo puntando quei suoi occhi meravigliosamente azzurri nei miei, ormai, di un castano spento.
«Ciao» disse Niall abbozzando un lieve sorriso. Gli risposi flebilmente tanto che rischiai di non farmi sentire. Ero tanto in imbarazzo, ma soprattutto nervosa, che nei successivi cinque minuti non pronunciai alcuna parola. Lui si limitava ad accordare la sua chitarra e nel momento in cui trovai quel briciolo di coraggio per chiedergli anche una minima stupidaggine, entrarono nella stanza il resto dei musicisti che ci avrebbero accompagnato con la composizione del pezzo.
La registrazione fu perfetta, e quelle parole, in un modo o nell’altro, erano sentite emotivamente da entrambi. Di tanto in tanto mi aveva lanciato qualche sguardo che io avevo faticato a non ricambiare. Provavo a tenere duro ma la sua presenza distruggeva ogni mia sicurezza. Di nuovo eravamo rimasti da soli, così senza perdere tempo cominciai a raccattare le mie cose. Gli diedi le spalle così da riuscire a sostenere meglio il suo sguardo insistente.
«Sai..» parlò così improvvisamente che ebbi un colpo al cuore «questa canzone sembra essere stata scritta apposta per noi» concluse. Mi voltai verso di lui ed il suo sorriso fece scomparire tutto il mio nervosismo. Ricambiai quel sorriso e mi poggiai al muro.
«So che l’hai scritta tu» risposi sorridendo guardandolo dritto negli occhi. Lui scoppiò a ridere facendo rimbombare la sua risata su tutte le pareti. Non credevo che quella risata potesse ancora regalarmi emozioni del genere, non credevo che quegli occhi potessero ancora far nascere un uragano nel mio stomaco, non credevo di essere ancora innamorata di lui. Ci avevo messo un anno per dimenticarlo e neanche un giorno per innamorarmi nuovamente di lui.
Posò la chitarra sul cavalletto e si avvicinò a me. La distanza tra noi era ancora tanta ma potevo sentire il mio corpo comportarsi come una calamita. Lui era il polo positivo ed io quello negativo. Più si avvicinava, più mi sentivo attratta da lui e più quella frenetica voglia di riabbracciarlo veniva fuori.
«Riproviamoci» disse fermandosi a pochi centimetri da me. La mia testa diceva di rifiutare all’istante, che non avrebbe funzionato, che sarebbe stato un grosso errore, che sarebbe stata la rovina della mia carriera.
«Niall..» sussurrai ma lui m’interruppe bruscamente.
«Non voglio ora la risposta!» esclamò prendendomi una mano «puoi pensarci se ne hai bisogno» concluse guardandomi negli occhi ormai già lucidi. Scossi la testa velocemente, non solo per scacciare tutti i pensieri negativi, ma soprattutto per dargli una risposta.
«Non ho bisogno di pensarci» risposi abbassando la testa. Lui si abbassò un po’ per cercare il mio sguardo fin troppo commosso.
«Quindi?» chiese speranzoso e mi strinse la mano così forte da farmi male, ma in quel momento non sentivo dolore. Avrebbero potuto anche uccidermi e giuro, nulla avrebbe potuto farmi stare male.
«Non potrei mai dire di no, perché non è ciò che voglio» risposi alzando lo sguardo e intrecciando le mie dita con le sue.
«Mi sei mancato così tanto che..» m’interruppe posizionandomi l’indice sulle labbra.
Quel bacio fu malinconico, triste ma dolce e carico d’amore. Sarei rimasta così per l’eternità, a baciarlo per l’eternità, al suo fianco per l’eternità.
«This is a beautiful dawn for you and me» sussurrò appoggiando la fronte contro la mia.
Ed era tutto vero. Questo sarebbe stato un nuovo inizio.
Sarebbe stata una nuova rosea e splendida alba.

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Note d'autore: Cavoli, è finita ç-ç Non riesco a credere di aver concluso una storia, di aver messo una spunta alla domanda "Completa?". Mi sembra impossibile.. dopo tanti mesi ho terminato una storia, e ragazze cavoli, è una grossa soddisfazione!
Ringrazio chi mi ha seguita fino alla fine, chi ha preferito la mia storia, chi ha continuato a seguirmi nonostante avessi dei ritardi nella pubblicazione. Infatti colgo l'occasione per scusarmi ma ho avuto veramente tanto, tanto da fare :(
Se mai doveste sentire la mia mancanza c'è un'altra storia che sto pubblicando, questa qui: Plain Jane: Perfect for you.
Siete sempre le benvenute nella mia pagina, nelle mie storie ovunque! Grazie per tutto il supporto che mi avete dato, vi adoro! 
«3
Se volete chiedermi qualcosa, qualsiasi cosa ho twitter(lo trovate nella mia home di Efp), basta chiedere e vi seguo «3
   
 
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