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Autore: KcherryB    30/04/2013    4 recensioni
Questa ff è il seguito di "Noi siamo per sempre..." .
Non ho idea di come proseguirà, di quanti capitoli avrà... so solo che dovevo scriverla...
E poi... Kate it's ready ....
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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IMPOSSIBILE



Era il 2 giugno: il grande giorno.
Nelle due settimane di attesa Kate e Castle avevano preparato tutto il necessario per la piccola Jasmine, con l’aiuto prezioso dei loro amici e familiari.
Lanie, Jenny, Martha, Alexis e la Gates si erano lanciate in una maratona di shopping, svaligiando tutti i negozi per bambini di New York.
Jim, Ryan, Esposito ed il piccolo Robin, invece, si erano occupati della culla. Rick aveva dato in beneficienza quella di Alexis molti anni prima e così invece di comprarla Jim aveva proposto di usare quella di Kate.
Era sembrata subito una grande idea e così avevano passato giorni e giorni a montarla e riverniciarla.
Kate e Rick invece si erano occupati della cameretta.
Avevano scelto una delle due camere per gli ospiti, quella adiacente alla stanza di Alexis. L’avevano svuotata e dipinta di blu.
Kate aveva immediatamente bocciato l’idea di una cameretta rosa con fiocchetti e coniglietti inquietanti sparsi ovunque.
Così ne avevano parlato ed erano stati d’accordo nello scegliere il blu oceano.
Si erano divertiti molto a dipingere la stanza. All’inizio era tutto filato liscio, avevano acceso la radio, ognuno si era preso una parete e chiacchierando tranquillamente avevano dipinto le prime due pareti.
Soddisfatti del loro lavoro Castle aveva proposto una pausa ed era corso a preparare due cappuccini, peccato che nell’istante in cui lui stava entrando nella camera con le tazze in mano Kate stesse uscendo e così il contenuto di entrambe le tazze si era versato sulla canottiera bianca della detective.
“Caaaaaaaaaastle!!!!!!!!” aveva gridato la detective fulminandolo.
Lo scrittore era sbiancato : “ehm .. io … ecco .. non volevo ..” . Mentre balbettava guardando intimorito la moglie qualcosa di bagnato gli colpì la faccia.
Si toccò confuso il naso : vernice blu.
“Kate .. l’hai davvero fatto??!” chiese guardando la moglie che aveva le lacrime agli occhi dalle risate.
“Mm.. credo proprio di sì mr Castle ..” rispose la detective, sporcando di blu con un pennello anche la fronte del marito .
“Oh mrs Castle non avresti mai dovuto osare !!” le disse, afferrandola per la vita, iniziando a farle il solletico.
“Oh .. a fare cosa mr Castle? Questo??” chiese innocentemente, infilando una mano nel vaso di vernice per poi passarla sul collo dello scrittore.
“Allora vuole la guerra mrs Castle??!” esclamò lo scrittore mentre afferrava un altro pennello e la inseguiva per la stanza, tra le risate.
La battaglia con la vernice si era conclusa con loro due che si rotolavano sul telo bianco che proteggeva il pavimento, baciandosi.
A fine giornata Martha ed Alexis avevano trovato la cameretta dipinta e loro addormentati abbracciati sul pavimento, coperti di blu da testa a piedi.
Nei giorni successivi avevano messo la culla nella stanza, insieme ad una piccola libreria piena di libri per bambini.
Martha e la Gates si erano lanciate alla ricerca di un peluche che sarebbe diventato il fedele amico di Jasmine “Tutti i bambini ne hanno uno, Darling!” aveva detto Martha “Ricordi Alexis? Non si separava mai dal pinguino che le comprai quando aveva un anno ..”.
Così dopo giorni di ricerche erano tornate trionfanti con un piccolo koala di peluche, che era stato accuratamente messo all’interno della culla, in attesa della piccola Jasmine.
Quelle settimane erano state sfiancanti, Kate e Rick si addormentavano appena poggiavano la testa sul cuscino.
Le paure di Kate si erano placate, per il momento almeno.
Jenny le aveva raccontato di com’era essere madre, che era normale essere preoccupate per tutto, preoccupate di non fare mai abbastanza per il bambino.
Le aveva detto che l’unico modo era di affrontare giorno per giorno, problema per problema. “Non esiste un manuale per essere madre, Kate .. bisogna imparare, giorno dopo giorno .. vedrai andrà tutto bene” l’aveva rassicurata.
E comunque non aveva avuto modo di pensare troppo ,con tutto quello che aveva da fare: nove mesi concentrati in due settimane!!
Ed infine il grande giorno era arrivato. Erano tutti lì, all’aeroporto in attesa dell’arrivo di Jasmine.
Kate stava torturando la mano di Castle, ed entrambi avevano un sorriso ebete sul volto.
Stavano diventando genitori. Wow!!
Accanto a loro c’era un’assistente sociale che li aveva riempiti di domande e che per fortuna sembrava molto soddisfatta delle loro risposte.
La sala d’aspetto iniziò a riempirsi di persone: l’aereo era atterrato.
Kate e Castle si alzarono in piedi, stringendo forte le loro mani intrecciate.
Stavano per diventare genitori..
Una donna sulla trentina con lunghi capelli biondi avanzava con passo stanco verso di loro.
Kate la individuò subito: teneva tra le braccia un fagottino rosa, da cui spuntavano due piccole manine che si agitavano verso il cielo.
“R-rick ..” mormorò indicandola.
“Siete i signori Castle?” chiese la donna avvicinandosi al gruppo.
“Sì” rispose lo scrittore, visto che Kate non riusciva ad aprire bocca.
“Sono la dottoressa Reed .. e sono davvero davvero contenta di potervi presentare questa piccola, bellissima principessina.. Jasmine ..” disse, facendo in modo che entrambi potessero vedere il visino della piccola.
Il visino tondo, delicato, i capelli ricci e neri come la pece, le manine che sembravano voler afferrare il mondo, il nasino piccolo, le labbra minuscoli ma piene e .. gli occhi.
Due bellissimi occhi color del cioccolato fondente, incorniciati da lunghe ciglia. Spalancati verso il mondo, brillavano.
“Vuole prenderla in braccio?” chiese la dottoressa a Kate.
La detective sembrò riprendersi: “S-sì, ovviamente!” sussurrò, ricacciando indietro le lacrime che le pungevano gli occhi.
Era così bella. Perfetta.
La dottoressa le poggiò la piccola tra le braccia. Kate venne attraversata da un brivido.
Gli occhi verdi della detective incrociarono quelli color cioccolato della piccola. Si fissarono per alcuni secondi, in silenzio.
Poi la bambina iniziò a lanciare dei piccoli urletti di felicità, afferrando una ciocca dei capelli di Beckett.
La detective scoppiò a ridere, mentre lacrime di felicità le rigavano le guance.
“Ciao.. ciao piccolina .. oh ma quanto sei bella ..” mormorò Kate, cullando la piccola.
“Guarda Rick .. è così perfetta ..” disse al marito, che l’abbracciava.
“S-sì..” rispose Castle, commosso.
Entrambi sapevano che la loro vita era cambiata per sempre. Amavano già Jasmine, entrambi avrebbero dato la loro vita per lei, anche in quel preciso istante, dopo averla conosciuta da appena due minuti.
Kate poggiò la testa sulla spalla del marito. “E’ perfetta ..” sussurrò.
Quella bambina era già entrata nelle loro vene, nel loro cuore.
“Che ti avevo detto, bro? Guarda le loro facce: sono fregati .. quella bambina è già diventata il loro mondo..” disse Ryan ad Esposito.
 
“Amico siamo tutti fregati ..” rispose Esposito “Jasmine ci ha già stregati tutti..”.
Kate mise la piccola tra le braccia di Rick, che fissava Jasmine estasiato.
Sì, decisamente la piccola era già il loro mondo.
“Ehi piccolina .. benvenuta in questa pazza famiglia ..” sussurrò Castle, baciando la fronte della bambina.
Ben presto tutti reclamarono Jasmine, che passò tra le braccia di tutti, sotto lo sguardo attento di Kate e Castle, che stavano firmando alcune carte con l’assistente sociale.
Il naso di Esposito sembrava attrarre tutti i bambini, perché anche Jasmine l’afferrò con una manina ed iniziò a scuoterlo, mentre faceva i gorgheggi.
Lanie e Martha non riuscivano a smettere di piangere e di accarezzare i piedini della piccola, mentre Jim Beckett cercava di non piangere mentre cullava la nipotina.
Infine arrivò il turno di Alexis che si mise a raccontare alla sorellina tutto sulla loro famiglia. Jasmine la guardava interessata, rispondendo con qualche urletto entusiasta.
La rossa riportò la bambina tra le braccia di Kate, che non vedeva l’ora di stringere al petto quel frugoletto di appena quattro mesi.
Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Era sua figlia. La sua piccola Jasmine.
Tutte le paure le sembravano stupide adesso.. qualunque cosa fosse successa l’avrebbero superata insieme. Era impossibile non amare quel frugoletto.
 
Arrivati al loft diedero da mangiare alla bambina e poi la misero a letto.
Kate e Rick restarono a lungo a guardarla dormire, con accanto il suo piccolo koala. Il petto si alzava un po’, seguendo il ritmo del respiro dolce della piccola.
Il pigiamino con i cuoricini che le ragazze le aveva comprato le stava benissimo, sembrava un angelo.
Verso mezzanotte decisero che era ora di andare a dormire anche per loro ed a malincuore lasciarono la cameretta, dopo essersi assicurati che il baby monitor fosse acceso.
“Rick è normale amarla già così tanto ?” chiese Kate, infilandosi sotto le coperte.
“Non lo so amore, ma non mi importa se sia normale o no.. adoro quella piccola bambina e farei di tutto per lei ..” .
“Quel nasino piccolo piccolo ..” “E quei capelli neri ..” “ Le manine minuscole.. “ E quegli occhi ..”
“E’ perfetta ..”.
Kate non riusciva a prendere sonno, si rigirava e rigirava nel letto.
E se la bambina si fosse svegliata e si fosse sentita sola? E se avesse avuto fame? E se lei non l’avesse sentita, perché il baby monitor aveva qualche problema?
Dopo un’ora decise di alzarsi e di andare a controllare Jasmine.
La piccola dormiva tranquilla nella sua culla. Ok ,tutto apposto poteva tornare a letto da Castle.
Ma le sue gambe non le rispondevano: voleva solo stare lì, con sua figlia.
Oh al diavolo! Pensò la detective, afferrando un cuscino dalla poltroncina e sdraiandosi sul pavimento, accanto alla culla.
Infilò l’indice tra le barre di protezione. Jasmine glielo afferrò inconsciamente nel sonno, con le sue dita minuscole.
Ora stava bene, e poteva dormire.
“Buonanotte tesoro mio” sussurrò, prima di lasciarsi avvolgere dalle braccia di Morfeo.
Il mattino dopo Castle si sveglio in un letto vuoto e capì subito dove fosse andata Kate.
Salì a due a due le scale arrivando alla cameretta di Jasmine.
Lei era lì, stesa a pancia in già sul pavimento accanto alla culla, con un dito nella culla, che la piccola stava stritolando nel sonno.
Erano bellissime.
Nemmeno nei suoi sogni più belli si sarebbe mai immaginato una cosa del genere.
Era l’uomo più fortunato del mondo. Senza dubbio.
La bambina iniziò a fare dei gorgheggi eccitanti, svegliandosi.
Kate scattò in piedi di colpo, guardando subito nella culla. La piccola tendeva le manine verso di lei.
“Buongiorno tesoro ..” disse la detective, prendendola in braccio e sorridendole.
“Hai dormito bene??” le chiese, accarezzandole i capelli.
La bambina lanciò un urletto, facendo un sorriso sdentato alla sua mamma.
“Lo prendo come un sì .. vuoi fare colazione? Vieni andiamo in cucina ..”.
Kate si voltò e notò il marito che le fissava, appoggiato allo stipite della porta.
“Ehi, non ti ho sentito entrare ..” lo salutò , baciandolo.
“Il letto non è più di tuo gradimento?” la prese in giro, baciandola un’altra volta.
“Bè .. avevo paura le mancasse qualcosa .. e .. non riuscivo a dormire, così sono venuta a controllare e.. mi sono addormentata sul pavimento ..” spiegò, stringendo forte la piccola al petto.
“Ti amo ..” disse Castle.
“Ti amo anch’io ..” rispose Beckett sorridendogli.
“Dai andiamo a fare colazione.. dobbiamo nutrire questo pancino!!” esclamò, accarezzando la pancia di Jasmine, che rise divertita.
Kate sorrise. Sì, tutto sarebbe andato bene.
 
Purtroppo le notti successive non furono calme come la prima.
La piccolina durante il viaggio aveva preso un’influenza intestinale.
Jasmine si svegliava più volte nella notte, affamata o aveva bisogno di essere cambiata o semplicemente di essere cullata.
Kate e Castle avevano deciso di portare la culla nella loro camera per averla più vicina.
L’assistente sociale gli aveva fatto visita per assicurarsi che tutto fosse apposto e li aveva rassicurati sul fatto che non ci sarebbero stati problemi per l’adozione, se tutto fosse continuato così.
Kate si alzava due o tre volte per notte, svegliata da Jasmine.
Non si arrabbiava, amava troppo quella bambina e capiva benissimo che essere portata dall’altra parte del mondo, con un diverso fuso orario, vivere con altre persone, per quanto queste ti possano amare, sconvolge tutti, specialmente un neonato.
Però era sfinita. Castle le ripeteva sempre che potevano fare a turno, ma ormai Kate si svegliava al minimo rumore e così si ritrovavano tutti e tre sul lettone, abbracciati.
Di giorno non riusciva a dormire, per recuperare le ore di sonno perse.
La piccola piangeva spesso, a causa della febbre alta e del mal di stomaco.
Il medico aveva detto che aveva preso una brutta influenza, ma che nel giro di una settimana sarebbe passata.
E così dopo tre giorni in cui aveva dormito circa tre ore per notte il corpo della detective aveva iniziato a cedere.
Aveva perso peso, a causa dello stress e anche perché con quella vita frenetica non riusciva ad avere un pasto decente.
Sorrideva sempre, comunque. Jasmine era il suo sole personale, insieme a Castle.
Non era mai stata più felice di così.
 
“Buongiorno ..” mormorò Kate, svegliandosi il quinto giorno da quando Jasmine si era ammalata.
“Buongiorno” rispose Castle, baciandola.
“Per fortuna Jasmine si è svegliata solo una volta questa notte..”
“Sì.. sembra che le sia passata l’influenza finalmente..” disse Kate, voltandosi verso la culla.
Sentì uno strappo all’altezza dello stomaco. Oh no!
Si alzò e corse verso il bagno, arrivando appena in tempo per riversare il contenuto del suo stomaco nel water.
Sentì Castle arrivare dietro di lei a scostarle i capelli dalla faccia.
“Oh cavolo ..” mormorò Kate, alzandosi e lavandosi i denti.
“La bambina ti ha attaccato l’influenza..” ridacchiò Castle, cingendole la vita.
“Uff .. non ci voleva proprio..” borbottò la detective, tornando sotto le coperte.
“Almeno ti prenderai una pausa.. non hai avuto un momento di pace questa settimana ..” le disse Castle, aiutandola a sdraiarsi.
“Mmm..” borbottò la detective.
“Vuoi che ti porti qualcosa?”. “ No, non mi va di mangiare niente.. però va a preparare la colazione a Jasmine, fra poco si sveglierà affamata ..”.
“Ok amore.. chiama se hai bisogno di qualcosa..” disse Castle, baciandola sulla fronte ed andando in cucina.
Kate prese una rivista sul suo comodino ed iniziò a sfogliarla.
Uff, proprio adesso doveva venirle l’influenza??
Adesso che aveva una bambina a cui badare?
Iniziò a leggere la trama del nuovo episodio di Temptation Lane, che sarebbe uscito il dieci giugno.
Il … dieci?
Aspetta … era già passato così tanto tempo? Più di un mese da quando erano stati negli Hamptons..
Ripetè il conto mentalmente. Eh sì, più di un mese …
Uscì dal letto ed aprì le ante dell’armadio. Rovistò dietro i suoi abiti, trovando la borsa che cercava.
Dentro c’era il kit di pronto soccorso che i medici dell’ospedale le avevano dato il giorno in cui aveva scoperto di avere il cancro.
Garze, cerotti .. spesso i pazienti che facevano la chemio si facevano male in casa e quindi le sarebbe servito, le avevano detto.
Rovistò nella borsetta .. eccolo! Ne era rimasto uno in più, come ricordava.
Le avevano fatto fare quel test, anche se lei gli aveva ripetuto mille volte che non serviva.
Afferrò lo stick e si chiuse in bagno.
Prese un bel respiro.
Non era possibile, no? Ma era passato più di un mese .. e non era la prima volta che stava male la mattina, anche se Castle non lo sapeva.
Anche quando avevano detto ai loro amici che avrebbero adottato Jasmine era stata male.
Non era corsa in bagno perché stava per scoppiare in lacrime, ma perché doveva vomitare.
Ma .. non poteva essere vero .. era solo stress o un’influenza no??!
Fece il test e lo poggiò sul lavandino, impostando il timer sul suo cellulare. Doveva aspettare tre minuti.
Tre lunghi minuti.
Era impossibile.
Impossibile.
Impossibile.
Impos .. il cellulare suonò.
Kate prese lo stick con mani tremanti, tenendo gli occhi ben chiusi.
Oh avanti Kate .. è impossibile! Non essere codarda!
La detective rise. Che stupida che era stata! Come le era saltato in mente??
Aprì gli occhi e guardò lo stick.
La risata le morì in gola.
Un più verde era lì, davanti ai suoi occhi.
Scosse lo stick, come se la sentenza potesse cambiare.
Il più verde era sempre lì.
Incinta.
Era incinta.
 
Angolo dell'autrice:
Et voilà!!
Ve l'aspettavate???? xP Fatemi sapere che ve ne pare!! :D
avete visto Still?
STUPENDAAAAAAA!!!!!!!!!
 
Un bacione
S,

 
 
 
 
 
 
  
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