La pistola puntata
ancora addosso. Il suo sguardo che tentava di essere forte, ma che
svelava
angoscia, quasi… paura. Il tempo che passava, e tutte le mie
cellule che non
rispondevano a neanche un comando da parte mia.
“Reagisci!”
mi
dicevo, ma il mio corpo non mi ascoltava. Ero immobilizzata. Mi avrebbe
davvero
sparato?
«Sparale.»
disse una voce dietro di me. Doveva essere
l’uomo che mi ha parlato poco fa.
Rachel
strinse
l’arma nel suo pugno. Tremava come una foglia, se avrebbe
sparato c’erano molte
probabilità che non mi prendesse, ma continuavo a non avere
un collegamento
corpo-cervello, in modo che io continuavo ad aspettare
chissà cosa. Ogni
ricordo mi passò davanti agli occhi. Tutta la mia vita.
Le
rapine che avevo
fatto, le sbarre, i discorsi con gli altri detenuti, il fatto che
volevo
tornare in prigione per rivedere Niall, la piscina dove avevo baciato
sia Niall
che Louis, quando avevo capito che mi ero innamorata anche di Louis, il
doppio
appuntamento sotto consiglio di Sophie, il sapere della malattia di
Sophie…
tutto, era tutto così nitido, mentre in sfondo
c’era ancora impressa l’immagine
della ragazza che mi punta la pistola addosso.
«Sei
una cacasotto, Rachel!»
Dopo
quella frase
dell’uomo tutto intorno diventò bianco,
così bianco che mi accecò. Mi sentii
mancare, caddi a terra, e senza nemmeno rendermene conto chiusi gli
occhi e da
lì iniziò il mio incubo.
*Louis’s
POV*
Vidi
tutto a
rallentatore… Meg che cercava di fermare quella gente, la
ragazza che le puntava
la pistola contro. Quanto tempo sarà passato? Un minuto
massimo, ma sembravano
secoli.
«Sparale.»
disse l’uomo col passamontagna per non farsi
riconoscere.
Vidi
la ragazza che
esitò alle sue parole, e strinse l’arma
più forte nelle sue mani.
“No…
Megan!”
«Sei
una cacasotto, Rachel!»
“Rachel
si chiama…”
Di
punto in bianco
l’uomo si muove velocemente verso Megan e con un colpo dritto
alla base del
collo, la fa svenire all’istante.
La
vidi accasciarsi
sul pavimento subito dopo il colpo.
Ogni
secondo erano
secoli. Vidi quella scena, mi rimarrà sempre impressa nella
retina.
Mi
mossi di un solo
millimetro, ma a quanto pare non sono stato bravo nel
movimento… perché subito
– come si chiamava? – Rachel mi puntò la
pistola contro.
«Non
ti muovere.»
sibilò a denti stretti.
Stetti
fermo,
voltai la testa a guardare l’uomo di fianco a Meg che intanto
era sdraiata a
terra.
Lui
piegò la testa
di lato scrutandomi con quello che sembrava… interesse.
L’angolo della sua
bocca si alzò in un sorriso perfido. Poi tornò a
fissare Meg e avvicinò il suo
– lurido – piede vicino a lei, poco più
in alto del fianco, facendola girare da
sdraiata a pancia in giù, fino a stenderla supina.
Poi
si accovacciò
mettendosi seduto sui talloni e fissandola in viso.
«Immagino
che questa ragazza ti interessi…»
sussurrò l’uomo tornando a guardarmi con il solito
sorrisetto
stampato sulla sua faccia. «Mmh…»
mugolò riponendo l’attenzione a Meg.
Prese
il suo viso
tra la mano, stringendo le dita attorno le sue guance e le mosse il
viso per
esaminarla meglio.
«Lasciala
andare, brutto bastardo.» La
mia voce
era incredibilmente ferma e sicura di sé, tutto il contrario
di ciò che sentivo
dentro…
«Credo
che potremmo divertirci con lei, vero, Rachel?» Mi
ignorò totalmente, rivolgendosi poi alla sua complice. Si
stava
riferendo a Megan?
“Non
toccarla, stronzo!”
La
ragazza non
disse niente, ma mi fissò senza espressioni.
«Capo…
qui non c’è nient’altro.»
disse
l’altra persona che, mentre i suoi complici si occupavano di
Megan, stava
continuando a svaligiare il negozio mettendo tutti i gioielli che
trovava in un
sacco che teneva in mano.
«Bene.»
disse
solamente, e poi si rivolse a Rachel: «Non
possiamo permetterci di perderti… ti
sei fatta vedere in faccia, quindi…» mi
scrutò attentamente prima di
continuare a parlare senza togliermi gli occhi di dosso. «credo
che questi due debbano venire con noi.»
Guardò
Megan
continuando a sorridere in modo crudele.
“Che
diavolo vuole farle?”
«Ehi,
bimbo.» si
rivolgeva a me. «Questa
è la tua femmina?»
“La
mia femmina?”
Che
diavolo aveva
in mente quello squilibrato mentale? Cosa voleva fare a Megan?
«Sì.» Lo
guardai truce, ma non sembrava gli desse
timore, anzi, il suo sorriso si allargò ancora di
più.
“Figlio
di puttana,
se tocchi Megan ti uccido!”
«Perfetto.»
Fece un segno ai suoi complici e loro si
avvicinarono insieme a Megan.
«Che
state facendo?»
chiesi esasperato,
e il mio terrore era palpabile ormai, e la mia voce non mi aiutava in
quel
momento.
«La
stiamo portando via.» Si
avvicinò a me e
continuò a parlarmi. «Come ostaggio.»
Tutto
in quel
momento era terribilmente opprimente, sentivo la rabbia salirmi per
ogni
singola cellula del mio corpo. “Ostaggio?”
Senza
rendermene
conto trattenni il respiro.
«Non.
Toccare. Megan.»
Per
un millesimo di
secondo, in qualche angolo oscuro nella mia mente, vidi lo smorzarsi
del
sorriso di quello stronzo, ma questa impressione non durò a
lungo.
«Che
strano… era proprio quello che volevo fare.»
A
quel punto non ci
vidi più dalla rabbia. Mi scagliai contro di lui.
“Megan
non si
tocca!”
Lo
presi per il
maglione nero che stava portando, e con tutta la rabbia che avevo in
corpo, lo
colpii con un pugno dritto in faccia.
Cadde
all’indietro
portandosi la mano al mento, dove l’avevo colpito. Mi
avvicinai velocemente per
continuare a sfogare la mia rabbia, ma lui fu più veloce di
me. Prese dalla
cintura la sua pistola e sparò un colpo che
superò di pochi centimetri la mia
spalla. Cosa che mi fece fermare all’istante. Subito dopo
sentii un calcio
arrivarmi dietro alla schiena che mi face cadere a terra. Il complice
era
andato in soccorso dell’uomo.
Puntai
le braccia
al pavimento per rialzarmi, ma, prontamente, l’uomo mi spinse
la schiena a
terra con un piede, quindi mi prese le mani e me le legò con
una fascetta stringicavo.
Cercai di liberarmi, ma più tiravo verso
l’esterno, più le fascette solcavano
la carne… facevano male.
«Brutto
stronzo, la pagherai per quello che hai fatto.»
disse l’uomo che avevo colpito poco prima che si stava
pulendo con il
dorso della mano il sangue che sgorgava dal suo labbro spaccato. «Credo che quella non sia
pericolosa…»
disse osservando la commessa che era svenuta dietro il balcone dove
c’era la
cassa. Non c’era nessun’altro di
cliente… «Questa
va nel furgone. Rachel, tu stai con il bamboccio» fece
un segno all’uomo e
lui sollevò Megan solo per le spalle, la fece strisciare
fino all’esterno, poi
dentro il furgone.
“Che
cosa vogliono farle?”
L’uomo
insanguinante prese il sacco che il suo complice aveva lasciato vicino
alla
cassa prima di legarmi, ed uscì.
“Megan!”
Rachel
mi fece
alzare e, a forza di spintoni, mi fece uscire.
Rimanemmo
nel retro
del furgoncino color grigio fumo. Adagiarono Megan sdraiata nella parte
posteriore del veicolo e io non potevo far altro che fissarla e far
accrescere
la mia ira verso quegli uomini.
Quello
che doveva
essere il capo si sedette vicino a lei, su uno sgabello già
presente nel mezzo
di trasporto.
«Voglio
cinquantamila dollari.» disse semplicemente
accendendosi una sigaretta.
Sgranai
gli occhi.
Cinquantamila dollari? «Non
voglio sapere da dove li prenderai, come li
prenderai; ma li voglio.»
Estrasse
la pistola
dalle cinghie dei pantaloni. Abbassò l’arma vicino
al corpo di Meg, passandole
la canna della pistola su tutto il ventre, tra i seni, sul petto, sul
collo…
“Fermati!”
«Hai capito?
Cinquantamila dollari.» La pistola
arrivò fino alla sua tempia. «Altrimenti la
uccido.» la guardò con un sorriso
perverso che mi fece venire quasi dei conati
di vomito. «Rispondimi.»
ringhiò.
«Ho capito.
Cinquantamila dollari.» gli risposi.
Vidi
che sorrise…
il solito sorriso mesto, avevo davvero voglia di prenderlo a pugni fino
a
fargli perdere i sensi… se non ucciderlo. “Non
toccare Megan!”
«Bene, bamboccio.
Rachel verrà con te, passereste più inosservati.
Noi abbiamo un dispositivo che
rileva ogni suo movimento. Dovrete far finta di essere fidanzati. Per
di più,
nella sua collana c’è una telecamera e un
microfono. Sentiremo tutto. Voglio
cinquantamila dollari. Hai tre ore.»
spiegò tutto continuando a consumare la
sua sigaretta.
«Tre ore? Come
faccio a procurarmi tutti quei soldi in così poco
tempo?» cercai di
controbattere.
«Non lo
so…» mi
schernì semplicemente. «E
non mi interessa. Ma portami quei soldi, oppure»
tornò a guardare Megan. Si alzò dallo sgabello e
le girò intorno. Dopo aver
fatto un giro completo si accovacciò all’altezza
della sua testa accarezzandole
il volto, ma subito dopo afferrò il suo collo. Le sue mani
minacciavano di
strozzarla. Poi tornò a guardarmi: «oppure prima di
ucciderla me la scopo.»
Crawling
Buon pomeriggio/sera/giorno (dipende quando leggerete questo capitolo ahahha) GENTEEE c:
So che il capitolo è relativamente corto, ma ho aggiornato
presto rispetto alle altre volte, quindi credo che dovrete
accontentarvi ahah.
Okay... il capitolo, non è di passaggio, ma quasi. Sto facendo solo un po' di "suspence", spero che non mi odierete... lol.
Ultimamente ho più ispirazione delle altre volte, per questo
ho aggiornato presto, ma l'ispirazione ce l'ho solo per questa storia.
L'altra mia long (se non sapete quale sia, cliccate qui.)
non la continuo più quasi da un mese, e un po' mi dispiace,
perché avevo (e ho tutt'ora) grandissime idee per quella
storia, ma non riesco a metterle per iscritto. Un po' per la mancanza
di tempo e un po' perché non mi viene la forza di scrivere,
e so che se soltanto ci mettessi dell'impegno, verrebbe comunque una
schifezzuola, quindi è meglio evitare.
Per
chi segue la storia:
METTERO'
L'ULTIMO CAPITOLO SABATO, POI SOSPENDERO' LA STORIA FINO A INIZIO
LUGLIO, non è l'ultimo capitolo della storia, ma solo per
adesso visto che devo studiare davvero troppo.
quindi...
aspetto le vostre recensioni :)
Se avete domande da
farmi, voler chiarire qualcosa della storia, o solamente chiacchierare
con me potete trovarmi su twitter (@niallersbreath) o su ask (dontbetamed). Alla prossima bellissimi! :)
PS: se cliccate sul
titolo dello spazio autrice vi esce una canzone c: