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Autore: LaRose    01/05/2013    1 recensioni
La guerra contro l'Oscuro Signore è finita: è solo passato ormai, solo un ricordo. Ma Voldemort è davvero 'solo un ricordo'? Harry è davvero riuscito a sconfiggerlo? Forse c'è qualcosa che lo mantiene ancora in vita,qualcosa di più malvagio degli Horcrux, qualcosa che persino Silente non aveva previsto ...
E' una fanfic che comprende sia la nuova che la vecchia generazione, mirata a continuare l'Opera della Rowling discostandosi il meno possibile tanto dalla trama originaria quanto dal suo stile. Spero di essere all'altezza e soprattutto che vi piaccia ^.^
Commentate se non volete incorrere nella MIA Maledizione!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Professori e Mezzosangue


Rose passò ad Al una fetta di pane tostato su cui aveva appena spalmato un generoso strato di marmellata d’arance. Lui la prese senza dire nulla e iniziò a mangiarla, mentre sua cugina cominciava a prepararne un’altra, questa destinata invece a Jane. Ormai quella era diventata pressappoco la loro routine quotidiana, e Al, passate tre settimane a Hogwarts, non ci faceva più molto caso. I primi giorni, invece, era rimasto sorpreso da quanto fosse sviluppato l’istinto da chioccia di Rose, istinto che di certo aveva ereditato da nonna Molly: ogni mattina, prima di avventarsi sulla sua abbondante colazione – l’appetito, infatti, l’aveva senza dubbio ereditato da suo padre – si assicurava che anche i due amici mangiassero abbastanza.
“Grazie Rose,” disse Jane, assorta, mentre afferrava distrattamente la fetta di pane tostato che Rose le stava porgendo, continuando a leggere il libro che teneva appoggiato alla zuccheriera. Albus si piegò per dare una sbirciatina alla copertina:‘teoria della magia difensiva, volume I’.
“Perché ripassi a quest’ora?” chiese curioso, sebbene credesse di conoscere già la risposta. “Non c’è nessun test di Difesa Contro le Arti Oscure oggi, no?”
Rose alzò di scatto la testa dai suoi cereali, fissando Jane con gli occhi sbarrati, pieni di terrore. Non sarebbe stata la prima volta che si scordava che c’era un test, sebbene non le fosse mai capitato di scoprirlo proprio la mattina stessa.
“No, no, tranquilla” rispose Jane, tentando di tranquillizzarla. Rose si rilassò nuovamente sulla sedia, riprendendo allegra la sua colazione. “E’ solo che Difesa Contro le Arti Oscure mi piace moltissimo. E’ una materia così affascinante che non vorrei mai smettere di studiarla …” continuò Jane rivolgendosi nuovamente ad Albus. Le sue guance, tuttavia, si erano improvvisamente tinte di una pericolosa sfumatura di fucsia. Senza volerlo, lanciò un’occhiata al tavolo degli insegnanti prima di abbassare nuovamente lo sguardo confuso sul suo libro.
Anche Al guardò nella stessa direzione, per incontrare due occhi, verdi come i suoi ma di una sfumatura più cupa, che risposero al suo sguardo con un’espressione amichevole. Ricambiò il gesto di saluto del professor Andersen e tornò alla sua colazione, mal celando un sorrisetto. Le ragazze a volte erano così prevedibili.
*
“Chi di voi sa cos’è un fuoco magico?”
Molte mani si alzarono quasi contemporaneamente. Jane tuttavia fu la prima a levare in alto la sua, ostentando il suo solito, irrefrenabile entusiasmo. Al e Rose si scambiarono di sottecchi uno sguardo divertito, mentre Scorpius Malfoy sbuffò apertamente. Il professor Andersen finse di non farci caso e indicò Jane con un sorriso che quasi la fece sospirare: “Avanti, signorina Lawrence.”
Jane snocciolò la risposta, la voce che le tremava un po’, continuando a guardare il professore senza poter smettere di sorridere: quell’uomo metteva allegria, neppure Al avrebbe potuto negarlo. In realtà, più che di un uomo sarebbe stato più corretto parlare di un ragazzo, visto che Adrian Andersen, a soli diciannove anni, era il professore più giovane che Hogwarts avesse mai avuto. Ed era anche il migliore, avrebbero detto alcuni, nonostante quello appena iniziato fosse il suo primo anno di insegnamento. Fino ad allora, comunque, si era guadagnato la stima e l’ammirazione di quasi tutti i suoi studenti con le sue lezioni che – diametralmente opposte a quelle di qualunque altro professore nella scuola – riuscivano a coinvolgerli e a lasciarli incantati. C’è da dire, per amor di verità, che la sua bravura come insegnante non era l’unico aspetto del professor Andersen ad attrarre gli sguardi d’ammirazione del corpo studentesco. Era alto e ben piazzato, dai capelli nerissimi e la pelle candida. Il suo viso era affilato come quello di Malfoy, ma al contrario di quello di Scorpius il viso del professor Andersen era perennemente allegro e sorridente e sembrava infondere la stessa allegria in tutti quelli incrociavano il suo sguardo. Metà delle ragazze della Scuola si dicevano già innamorate di lui e qualcuna dell’ultimo anno si diceva ci avesse persino provato col professore … con l’unico risultato di essersi beccate una ramanzina di quelle che solo la McGranitt sapeva fare e le perenni prese in giro dei loro compagni.
La lezione di quel giorno verteva sugli Ashwinder, esseri non particolarmente interessanti che si creano quando un fuoco magico viene lasciato incustodito per troppo tempo. Albus e Rose, come alcuni altri nella classe, ne avevano già sentito parlare dai loro genitori, che avevano insegnato loro a star sempre attenti a non lasciare che gli Ashwinder non depositassero delle uova, che avrebbero mandato a fuoco la casa in qualche minuto. Anche se non sentirono nulla di nuovo per loro, però, rimasero soddisfatti della lezione quasi quanto Jane – l’espressione del professore mentre imitava un mago che si vedeva mandare a fuoco la casa dalle uova di Ashwinder li aveva fatti ridere fino alle lacrime. Stavano appunto commentando la lezione avviandosi a quella dopo (Storia della Magia, col morto ma immortale Professor Ruf), quando sentirono qualcuno sbuffare alle loro spalle. Al, Rose e Jane non ebbero bisogno di voltarsi per capire di chi si trattasse: lo sbuffo di Scorpius Malfoy era pian piano diventato la sua firma in quei dieci giorni. Rose e Jane si voltarono comunque a salutare il ragazzo, mentre camminavano accanto ad Albus che continuò a guardare davanti, indurendo impercettibilmente la mascella.
“Cos’hai da sbuffare tanto, razza di brontolone?” lo apostrofò Jane, “è impossibile che le lezioni del professor Andersen non ti piacciano a qualcuno, neppure se si tratta di uno strano come te.”
Malfoy sbuffò di nuovo prima di rispondere.
“Stai davvero dando dello strambo a me, Lawrence?” chiese sgomento.
“Puoi chiamarmi Jane se ti va, Scorpius, non c’è bisogno di tutta questa formalità” rispose la ragazza, con un’espressione di così ostentata calma da far scoppiare a ridere tanto Rose quanto Albus.
“Come ti pare,” sbuffò Scorpius.
“Ma davvero non ti piacciono le lezioni di Andersen?” chiese questa volta Rose, lanciando un’occhiata al ragazzo.
“Perché, a voi si?”
“Certo!” risposero in coro le due ragazze.
“Fatemi ripetere la domanda: vi piacciono davvero le lezioni di quel bellimbusto?” specificò Scorpius sarcastico. “Voglio dire, vi piacerebbero comunque se a tenerle fosse un mago pancione coi capelli paglierini e grossi porri sparsi su tutta la faccia?”
Albus non poté trattenersi dal sorridere, ma fece di tutto per non farsi vedere da Malfoy: non voleva dargli questa soddisfazione.
“Certo!” ripeterono a una voce Rose e Jane.
“Adrian è molto più che incredibilmente affascinante, è soprattutto straordinariamente geniale, divertente …” continuò con veemenza Jane, difendendo il professore dei suoi sogni a spada tratta.
“Divertente? E’ solo ridicolo.” La interruppe Scorpius, “ e poi da quando in qua lo chiami Adrian? Cos’è, è diventato la tua nuova amichetta del cuore perché siete entrambi Mezzos …”
“Non ti conviene continuare, Malfoy” Albus si era deciso a voltarsi e a guardare in faccia Scoprius, ma aveva fatto di più: si era fermato e aveva estratto la bacchetta e ora la teneva puntata contro la faccia pallida dell’altro ragazzo. Scorpius fu altrettanto pronto nel tirare fuori la sua e nel puntarla contro il figlio di Harry Potter. Erano sul punto di scagliarsi un incantesimo a vicenda, restava solo da vedere chi sarebbe stato il più veloce a colpire. Jane e Rose si pararono tra i due nello stesso momento; la prima guardando Scorpius negli occhi con espressione dura e offesa, l’altra fissando il cugino con un cipiglio decisamente infuriato.
“Smettetela di comportarvi come bambini, voi due” ordinò Rose. “Albus, sei impazzito a iniziare un duello così? A tirar fuori la bacchetta senza pensarci due volte? Cosa direbbe tuo padre?”
“Probabilmente che ho ragione”
“Al!”
“Hai sentito cosa ha detto! Stava per chiamare Jane in quel modo!” si difese Al, digrignando i denti.
“Non è una buona scusa per essere violenti! Basta solo che mi chieda scusa,” replicò Jane, guardando Malfoy dritto negli occhi chiari.
“Puoi scordartelo, nanetta” replicò Scorpius, ma rimise la bacchetta al suo posto e si voltò per andarsene. Era già a qualche passo da loro quando …
“Ora non metterti a piangere, Malfoy!” sbottò Al con un ghigno cattivo. “Sei così solo che accettavi di stare anche con un Mezzosan … ”
Fu un attimo, Rose non ebbe neppure il tempo di voltarsi verso suo cugino e guardarlo sconvolta e arrabbiata.
Il pugno di Malfoy arrivò dritto in faccia, così forte da far perdere ad Al l’equilibrio. Mentre lei e Jane si piegavano su Albus, Rose alzò lo sguardo al di sopra della spalla per vedere Malfoy percorrere in silenzio il corridoio e sparire dietro l’angolo. 
   
 
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