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Autore: Acinorev    01/05/2013    24 recensioni
«Hai pianto?» mi chiede, distraendomi e mettendomi in imbarazzo: evidentemente è palese quello che ho fatto fino ad un minuto fa.
Per qualche secondo mi limito a fissarlo, facendomi consolare dalla sua espressione preoccupata, ma poi scuoto la testa e mento. «No.»
Mentre abbasso lo sguardo, per impedirgli di scorgere altre verità così semplicemente, il silenzio piomba su di noi: io, nella mia testa, lo sto riempendo di tutte le cose che vorrei dire, di tutti i “mi manchi” che vorrei confessare. Chissà lui con cosa lo sta rimpiazzando, dentro di sé.
Posso provare a chiederglielo, però.
Racimolo un po’ di coraggio e torno a guardarlo. «Zayn…»
«Ho bisogno di te», mi interrompe lui tutto d’un fiato, prima che io possa dire qualcos’altro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Do you care about me?
 

Guardo Becka ancora una volta, sperando di suscitarle un po’ di pietà.
«Dannazione, cosa devo dirti per fartelo capire?» sbotta dopo qualche secondo, picchiettando un piede a terra ed appoggiando le mani sui suoi fianchi.
«Becka, non puoi saperlo», le ripeto stancamente.
«Be’, nemmeno tu puoi!» replica con decisione. «A questo punto penso di avere dei motivi più che validi per pensare che Zayn Malik non sia la persona più affidabile su questo mondo!»
Ormai devo arrendermi all'evidenza: la mia migliore amica non ha mai digerito la mia decisione di aspettarlo, né vede di buon occhio il rapporto che si è creato tra me e lui, qualunque esso sia, e non sembra non esserci alcun modo per cambiare le carte in tavola.
«Mel, non guardarmi così», mi riprende, puntandomi l’indice al petto. «Sai che dico queste cose per te. Ti conosco, so che il suo bel faccino ti sta ingarbugliando il cervello, ma non voglio che questo ti impedisca di pensare razionalmente».
«Io sto pensando razionalmente…» borbotto, un po’ insicura. In realtà non credo ci sia mai stato un momento razionale nel mio rapporto con Zayn, che sia un bene o un male.
La mia amica solleva un sopracciglio, aspettando che mi renda conto della menzogna che le ho riservato consapevolmente.
«Senti, io… Lo conosco. Lo conosco meglio di te e posso assicurarti che non mi sta prendendo in giro», riprovo, forse cercando di convincere anche me stessa. La verità, però, è che non ho nessuna prova che me ne dia la conferma.
Becka, come pensavo, non si lascia scappare l’occasione di farmelo notare.
«Ah, lo conosci?» chiede con tono provocatorio. «Allora dimmi, cosa sai del suo passato? E non sto parlando degli anni delle elementari o del suo primo bacio, ma del perché se ne sia andato da qui. Del perché tutti, e ripeto tutti, sappiano che è stato lui a picchiare quell’uomo per pochi soldi, per della droga. Come mai non ti ha ancora raccontato la verità, dato che ha negato quella che conoscono tutti? Ti ha detto che sta con quell’Andrea perché lei ha non so quali problemi famigliari, ma chi ti dice che sia la verità? Che non si stia divertendo a prenderti in giro, dicendoti un mucchio di cazzate per tenerti buona? Senza parlare del fatto che ieri non ha detto una sola parola al suo caro amichetto, che potesse fargli capire che doveva stare alla larga da te. Mel, ci sono troppe cose che non sai, troppe cose che non tornano».
Torno a respirare solo quando Becka smette di parlare, mentre qualcosa dentro di me si agita: non posso negare che le sue parole corrispondano alla verità, che ci siano davvero troppe cose senza una risposta. Tutti questi interrogativi sono rimasti sepolti nella parte più profonda di me fino ad ora, ora che mi sono stati rovesciati contro in una volta sola, sconvolgendomi.
«Hey, cosa sono queste facce?» esordisce la voce allegra di Aaron, interrompendo i miei pensieri.
«Stavo cercando di far entrare alcune cose in questa testolina», risponde Becka, scompigliandomi i capelli.
«Zayn», spiego meglio, dopo aver notato l’espressione confusa del mio amico.
«Ah, questo Zayn... Da quando è arrivato non ha fatto altro che creare problemi, eh?» chiede ironico, mettendomi un braccio intorno alle spalle.
Sì, problemi. Moltissimi anche. E quello che fa più ridere - o piangere - è che sono talmente masochista da sentirmi pronta ad affrontarne altri mille al suo fianco. Il fatto è che non importa quante volte i miei amici mi sbattano in faccia la verità, per quanto preoccupante essa sia, perché io non riesco a dubitare di Zayn: o meglio, tutti i dubbi che mi sorgono spontanei combattono continuamente con la mia fiducia nei suoi confronti. Sono convinta che quello che sento mentre sto con lui non sia una bugia, così come sono sicura che anche lui senta qualcosa quando è con me. Non saprei spiegarlo, ma qualcosa c’è ed è un qualcosa che non può essere semplicemente finto, come in una recita.
Per distrarmi, alzo il viso verso quello di Aaron e mi godo i suoi occhi allegri mentre rido per una delle sue solite battute: tutti e tre insieme usciamo dalla scuola, imbattendoci in una leggera brezza che per un attimo sembra volermi schiarire le idee.
«Allora, oggi tutti a casa tua?» domanda il mio amico, spostando la sua attenzione su di me. Deve essersi ricordato che i miei genitori rimarranno fuori per tutto il giorno, lasciandomi casa libera: Emma è da una sua amica e Fanny resterà dai nonni, quindi avrò la casa tutta per me. Perché non sfruttare l’occasione?
«Posso venire anche io?» si intromette una voce a me familiare, prima che io abbia il tempo di rispondere. Sposto lo sguardo davanti a noi e, ad un paio di metri di distanza, appoggiato al cancello d’entrata, Louis mi sta osservando con i suoi occhi divertiti: alla luce del sole i suoi lineamenti risplendono, mai, però, quanto le sue iridi chiare.
Spalanco gli occhi, stupita dalla sua presenza e «Ehm… Louis, ciao», lo saluto, mentre sento il braccio di Aaron lasciare le mie spalle.
«Splendore, già mi tradisci?» chiede Louis, facendo un cenno del capo in direzione del mio amico e giocherellando con il piercing alla lingua.
«No. Lui… Lui è il mio migliore amico, Aaron», dico imbarazzata. Louis gli porge una mano, presentandosi con la sua solita spontaneità.
«E tu chi sei?» domanda poi, rivolgendosi a Becka. Lei reagisce esattamente come mi aspettavo: «Ma chi sei tu!» ribatte, incrociando le braccia al petto. Il punto è che non le piacciono affatto le persone troppo sfrontate, troppo dirette, nonostante questo fastidio la porti a comportarsi esattamente allo stesso modo nei loro confronti; inoltre, non le piacciono nemmeno quelle che ci provano con la ragazza che interessa ad un loro amico.
«Hey, hey, hey. Come ci scaldiamo in fretta!» constata Louis, mettendo le mani avanti e facendo una piccola pausa pensierosa prima di riprendere. «Mi piaci, credo che andremo d’accordo», afferma subito dopo.
«Dovremmo?» chiede lei, visibilmente scocciata, suscitando in lui un sorriso divertito.
«Questa è Becka», la presento io, immaginando che la mia amica non abbia alcuna intenzione di farlo da sé.
Lui annuisce e non perde occasione per tornare a parlare. «Allora, si parlava di andare da te, oggi».
«Sì, ma-»
«Sono sicuro che a Zayn non dispiacerà questa idea. E poi mi avevi promesso che ci saremmo rivisti presto: quale migliore occasione?» domanda, sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi.
In questo momento gli occhi insistenti di Becka non mi fanno alcuno effetto, soprattutto perché ho un unico pensiero in testa e sul quale riesco a concentrarmi: ho l’opportunità di vedere Zayn fuori da questa scuola, senza Andrea.
«V-va bene», mormoro, completamente arresa alla mia volontà così persuasiva.
«Cosa?!» chiede incredula la mia amica, spalancando gli occhi.
«Davvero?» esclama Louis in contemporanea. «Fantastico! A che ora?»
«Cinque… E mezza?» rispondo, correggendomi dopo aver pensato che sarebbe meglio riordinare casa prima di ricevere ospiti.
«Ci sto. Ed ora scusatemi, ma devo andare a recuperare Zayn. Non so dove cazzo sia finito. A più tardi!» ci saluta, superandoci e mischiandosi con gli studenti che stanno uscendo per tornare a casa.
Io ed i miei due amici lo seguiamo con lo sguardo, ancora sconvolti dalla sua estrema vitalità.
«Lo chiamavano finezza…» borbotta Becka, e subito dopo è Aaron ad interrompere il nostro silenzio. «Mel», mi chiama, con lo sguardo ancora puntato su Louis. Solo ora mi rendo conto del fatto che non ha spiccicato parola per tutto tempo. «Mel, credo di essermi innamorato», continua, facendomi ridere.
«Ah, no. Non ci provare nemmeno», interviene Becka, posizionandosi davanti a noi e facendo oscillare i suoi capelli ramati, per poi rivolgersi a me. «Mel, a che diavolo stavi pensando? Voglio dire, dovremo passare il pomeriggio con una sottospecie di drogato ed il suo amico strambo?»
«Becka, falla finita», la ammonisco, seriamente irritata dalle sue parole dure, soprattutto nei confronti di Zayn. «Dagli una possibilità, ok? Passa la giornata con noi e poi sarai libera di pensarla ancora come vuoi, o chissà, magari di ricrederti. Però ti prego, non partire prevenuta e non fare la… La stronza».
Lei sbuffa, probabilmente valutando la mia offerta, e poi «Tanto ha già perso in partenza», commenta, incrociando le braccia al petto. Io sorrido e la abbraccio, ringraziandola per l’opportunità.
«Vedrai che non sarà così male», le assicuro, sciogliendo la presa. «Puoi portare anche Liam, se vuoi: lui e Zayn sono amici, no? Magari potrebbe farti da sostegno morale se ti venisse voglia di scappare», scherzo.
«Mi sembra una buona idea», acconsente.
«No, davvero, io lo amo», ripete Aaron, con un'espressione a dir poco inimitabile.
Mi lascio scappare una risata e «Andiamo, dai», esclamo, trascinandolo via per un braccio.
 


Sono passate da poco le sei e di Zayn e Louis non c’è ancora traccia. Intanto la mia agitazione è cresciuta a dismisura, senza un apparente motivo: forse, l’unica spiegazione plausibile è che voglio a tutti i costi far cambiare idea ai miei amici su Zayn, voglio che qualcuno, oltre me, si fidi di lui. O forse voglio solo che i miei dubbi vengano abbattuti una volta per tutte.
Proprio mentre mi perdo tra questi pensieri, il campanello di casa suona meccanicamente, facendomi sussultare sul divano. Mi alzo rapidamente e lancio un’occhiata ad Aaron, che si sta aggiustando i capelli – troppo corti per essere modellati – davanti allo specchio: credo si sia preso una bella sbandata per Louis, nonostante il breve incontro.
Mi sistemo il maglioncino beige prima di aprire la porta e trovarmi davanti un Louis sorridente. «Eccoti qui!» mi saluta, abbracciandomi all’improvviso. «Da quanto tempo!» scherza, mentre io resto immobile tra le sue braccia, stupita per l’ennesima volta dai suoi modi di fare. In un batter d’occhio, senza aspettare una mia risposta, scioglie la presa e mi supera, dirigendosi verso il salotto.
Mi lascia quindi sola con Zayn, con il suo viso illuminato dalla luce pomeridiana e con i suoi occhi, intensi come pochi su questo mondo. «Ciao», mi saluta, regalandomi un sorriso sghembo.
«Hey», ricambio, un po’ impacciata.
«Scusa per il ritardo0», esclama, passandosi una mano dietro al collo. «Louis è molto… Lento, nel prepararsi».
Sorrido e «Non fa niente, non preoccuparti», lo rassicuro. Ormai non importa a che ora siano arrivati, l'importante è averlo di fronte a me.
«E scusa se si è auto-invitato. Lo fa sempre, con chiunque», continua, alzando le spalle come un padre che conosce sin troppo bene suo figlio.
«Vuoi continuare a scusarti o…?» lo prendo in giro, aprendo di più la porta e consigliandogli con un cenno del capo di entrare in casa.
Lui alza gli occhi al cielo e mi dà ascolto, lasciando dietro di sé il suo profumo un po’ troppo forte che mi dà sempre alla testa. Dopo aver chiuso la porta, mi volto per seguirlo, anche se il suo corpo mi impedisce il passaggio ad una vicinanza che non avevo previsto.
I suoi occhi studiano ogni particolare del mio volto, mentre i miei si perdono in ogni dettaglio delle sue iridi scure. Non ho il tempo di dire qualcosa, però, perché Zayn si avvicina fino a premere le sue labbra sulle mie in un bacio leggero e delicato, alzandomi il mento con due dita.
«Mi serve un portafortuna per affrontare i tuoi amici», confessa a pochi millimetri dalla mia bocca, conoscendo le loro idee su di lui.
Io rido e «Non ti basterà la fortuna», gli faccio presente.
 
Non va bene.
Non va assolutamente bene.
È passata circa un'ora da quando Zayn e Louis sono arrivati, ma le mie mani non smettono di torturarsi mentre Becka mi guarda con evidente disapprovazione. Non che i ragazzi si stiano comportando in modo strano o sconveniente, semplicemente lei si aspettava qualcosa di più, soprattutto da Zayn. Lui non ha sbagliato in niente, a dir la verità: ha ascoltato i nostri discorsi, è intervenuto quando l’ha ritenuto necessario, ha scherzato quando è stato il momento, mi ha accarezzata quando sul divano nessuno ci stava guardando, ma non è intervenuto mentre Louis si divertiva di nuovo con me. Ed io non so perché faccia così, non so perché non gli dia alcun fastidio o perché sia più distante del solito. So solo che questa tensione che mi attanaglia lo stomaco sta diventando insopportabile.
Do un’occhiata a Louis, impegnato a raccontare qualcosa ad Aaron – che pende dalle sue labbra – nonostante non sembri molto a suo agio con lui; poi mi soffermo su Liam e Zayn, concentrati su una sfida di calcio che hanno intrapreso dopo essersi complimentati per i gusti di mia sorella Emma in fatto di videogiochi. Sospiro profondamente e decido di cambiare aria. «Ragazzi, vado un attimo in camera. Torno… Torno subito», mi congedo, alzandomi velocemente dal divano. Camminando verso le scale incrocio gli occhi di Zayn, che mi guardano allontanarmi quasi con preoccupazione, ma io non posso farmi abbindolare da loro, non di nuovo, quindi continuo per la mia strada senza esitazioni.
Camera mia sembra più accogliente del solito mentre ci entro passandomi le mani tra i capelli: sono terribilmente confusa, terribilmente insicura. Ammetto di essere estremamente timorosa delle altre persone, della possibilità che mi possano prendere in giro – a causa del mio passato, immagino -, ma mi dispiace che io debba avere paura proprio di Zayn.
«Melanie?»
Chiudo gli occhi nel sentire la sua voce e, facendomi forza, mi volto senza alcuna sorpresa: lo trovo sull’uscio della porta, con uno sguardo confuso. Avrei dovuto immaginare che, come sempre, avrebbe capito che qualcosa in me non va. «Tutto bene?» domanda cautamente, facendo qualche passo verso di me e chiudendo la porta dietro di sé dopo avermi chiesto il consenso silenziosamente. La sua concentrazione è tutta su di me, non ha perso nemmeno un secondo per guardarsi intorno o cogliere qualche particolare della mia stanza, e questo in un certo senso mi tranquillizza.
Indietreggio, quando lui si avvicina lentamente, e vedo la sua espressione assumere una sfumatura di vago risentimento per quel mio gesto. «Che succede?» indaga, corrugando la fronte.
Il mio silenzio non è altro che un modo per accumulare un po’ di forze, perché non posso lamentarmi di non capire Zayn se poi non faccio niente per avere dei chiarimenti. «Zayn, tu…» provo a mormorare, ma le mie labbra si serrano in protesta. Non capisco perché, quando ne ho bisogno, la mia capacità di formulare una frase vada completamente persa.
Ritento solo dopo qualche secondo. «Tu tieni a me?» domando, dando voce a quella domanda che vorrei tanto avesse una risposta chiara ed inequivocabile. E non può scappare, perché può rispondere solo con un sì o con un no, niente di più e niente di meno.
I suoi occhi sembrano delusi mentre ribatte.  «Perché me lo chiedi?»
Io stringo i pugni e «Rispondi… Per favore», lo prego.
Fa un altro passo verso di me.«Pensavo di avertelo già detto», dice.
«Non basta dirmelo», replico, mordendomi il labbro inferiore. «Zayn… Perché non sei geloso?» chiedo, non sicura di volere davvero sapere la risposta.
«Geloso?» ripete lui, alzando un sopracciglio con scetticismo.
«Sì», confermo. «Perché lasci che Louis mi faccia tutti quei complimenti? Perchè non ti importa se qualcuno… Se qualcuno si interessa a me?» Il pensiero di avere ragione è fastidioso, quasi doloroso, e non so se io debba lasciargli altro tempo per rispondere, ma so che ho bisogno di sfogare le mie preoccupazioni.
«Io… Io sono qui, Zayn. Sono qui ad aspettarti, nonostante sia dannatamente difficile. Non ti chiedo niente sul motivo che ti ha portato a lasciare Bradford, non mi lamento quando ti vedo con Andrea, e cerco di fidarmi di te: mi affido ai tuoi comportamenti, perché sono tutto quello che ho. Ma tu… Ci sono delle volte che sei così… Distante, delle volte in cui mi è impossibile starti dietro».
Ancora nessuna reazione da parte sua.
«Io devo avere qualcosa  a cui aggrapparmi, per stare con te. Se non posso sapere la verità, se non posso essere la tua ragazza, devo avere qualcosa che mi faccia dire che sì, magari… Magari ci tieni a me. Non mi basta il messaggio in cui mi dici che ti manco, se quando mi vedi non fai niente per dimostrarmelo, perché alla fine della giornata non so… Non so a quale Zayn credere. E lo so, so che ti potrà sembrare un discorso senza senso o… O esagerato, ma io sono così, sono insicura. Molto. Quindi credimi, so che tu non sei affettuoso o cose del genere, però…» Mi interrompo per qualche secondo con un sospiro profondo, accorgendomi di avere le idee troppo ingarbugliate per poter essere espresse.
«Zayn, se mi sto illudendo e per te non significo niente, per-»
Mi blocco di nuovo nel bel mezzo della frase quando vedo Zayn sorridere. E no, non me lo sto immaginando: mi sta guardando con la fronte aggrottata e sta sorridendo, come se io gli avessi appena detto che mi piacciono i girasoli.
«Melanie, che diavolo stai blaterando?» domanda, avvicinandosi ancora. Mi sfiora una guancia con la mano e mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mentre mi osserva con un’espressione quasi divertita. Poi mi tira a sé lentamente, circondandomi con le sue braccia e facendo accelerare il battito del mio cuore: possibile che questo stupido organo dia più ascolto a lui che a me?
Lascia un bacio leggero tra i miei capelli, prima di ristabilire una certa distanza tra noi, e le sue mani si spostano sul mio collo per alzarmi il viso e potermi guardare meglio negli occhi.
«Vuoi sapere perché non sai il motivo per cui me ne sono andato da qui?» chiede, aspettando che io risponda con un cenno del capo per andare avanti. «Perché non riesco a dirlo, non ancora almeno, ma questo non significa che non lo saprai mai o che io non voglia parlarne perché ho qualcosa da nascondere».
Le sue parole mi consolano, in un certo senso: purtroppo non posso farci niente, ogni parola che esce dalla bocca di Zayn per me è la verità, è più forte di ogni mia briciola di razionalità. Non credo sia una cosa positiva, ma è così.
Dopo qualche secondo parla di nuovo, accarezzando la mia pelle con un pollice. «Vuoi sapere perché non ti bacio davanti ai tuoi amici o davanti ai miei?» domanda, questa volta senza aspettare una mia risposta. «Perché non è da me: non mi piace… Dare spettacolo. In realtà, anche perché se ti baciassi, sarebbe difficile smettere e questo... Be’, sì, questo potrebbe essere un problema», ride, incantandomi con le sue labbra inclinate a scoprire i denti bianchi e costringendomi ad imitarlo, con le guance leggermente più rosse. Non saprei nemmeno spiegare come mi sento: la verità è che queste cose le ho sempre credute, nel profondo, ma la mia insicurezza è riuscita a togliere loro la fiducia che meritano. Perché io dovevo immaginarlo, che Zayn fosse ancora meno affettuoso in presenza di altri.
Quando la sua risata si affievolisce in un sorriso, continua. «E vuoi sapere  perché lascio che Louis ti faccia tutti quei complimenti?» chiede, spostando per un attimo lo sguardo sulle mie labbra. «Perché è un mio amico, mi fido di lui. E perché lui… È gay. Fino al midollo».
Spalanco gli occhi a quelle parole, provocando un’altra risata in Zayn. «Gay?» ripeto, shockata dalla notizia.
«Più di Aaron, se vuoi saperlo», risponde lui, annuendo divertito. «Quindi sì, lo lascio fare, anche perché a lui piace essere diretto, sincero. Anzi, dovresti essere tu a preoccuparti per me».
Alzo gli occhi al cielo e sorrido di nuovo, pensando ancora a quanto Louis sembri tutt’altro che omosessuale. Improvvisamente capisco che gli “ovvi motivi” di cui parlava ieri e che gli impediscono di provarci seriamente con me non sono Zayn o il nostro rapporto, ma ben altri.
«Melanie, io sono geloso di te. Sono dannatamente geloso di te», riprende, spiazzandomi con la sua serietà e con l’intensità dei suoi occhi. «Lo sono quando i ragazzi nei corridoi si voltano a guardarti, e lo fanno in tanti, e lo sono anche quando c’è Louis ed io non posso stare con te come vorrei. Sono geloso, ma non sempre lo do a vedere, e mi dispiace di-»
Non gli permetto di terminare il pensiero. Sono arrivata al limite ed il mio autocontrollo mi ha ormai abbandonata, così lo interrompo premendo le labbra sulle sue, più volte, come se volessi scusarmi di aver dubitato di lui.
«Mi dispiace di averti fatto pensare che per me non significhi niente, perché non è affatto così», continua, finendo la frase lasciata in sospeso. Questa volta è lui a cercare la mia bocca, con più passione, con più urgenza, mentre le sue mani mi circondano i fianchi per stringermi a sé e le mie si intrecciano nei suoi capelli.
Non so se ne avrò mai abbastanza, di Zayn, se riuscirò mai ad esserne sazia: il fatto è che sento di avere bisogno di lui, più di quanto dovrei, di lui e delle sue mani a sfiorarmi, dei suoi occhi su di me e delle sue labbra sulle mie.
RR Cautamente mi fa indietreggiare, fino a quando non sento qualcosa di duro dietro di me, probabilmente il mio comò. Non interrompiamo il nostro bacio, nemmeno quando le mani di Zayn scendono sui miei fianchi per sollevarmi e farmi sedere sul ripiano, posizionandosi poi tra le mie gambe.
Non possiamo fare a meno di cercarci, di bramarci, con una dolcezza che sfiora l’avidità.
«Zayn», sospiro, quando sento la sua bocca percorrere il mio collo con una scia di baci delicati. Inclino il capo da un lato, per permettergli una maggiore libertà di movimento, e sento una serie di brividi percorrermi tutto il corpo quando percepisco la sua lingua sulla mia pelle.
«Credi che sia facile per me?» sussurra, tornando a baciare le mie labbra. «Starti lontano?»
Se riuscissi ad articolare una frase di senso compiuto, sono sicura che gli direi che di certo per me è più difficile, stargli lontana. Eppure non sono in grado di farlo, quindi mi limito a stringermi un po’ di più a lui, a concentrarmi sulla morbidezza delle sue labbra e sulla sua mano, che, lentamente e quasi con timore, è arrivata al mio seno per stringerlo appena.
«Non lo è per niente», si risponde.
Spontaneamente allaccio le gambe intorno alle sue, non per malizia o altro, ma semplicemente per averlo più vicino, per avere di più, nonostante io non sappia ancora a cosa corrisponda esattamente ciò che cerco. Sento Zayn sorridere mentre si allontana leggermente dal mio volto. «Melanie…» mi avverte, spingendosi leggermente verso di me con il bacino per farmi comprendere il motivo del suo ammonimento. Deglutisco a vuoto quando sento la sua eccitazione tramite i pantaloni, e torno a baciarlo solo per nascondere le guance in fiamme.
Sentire Zayn respirare più velocemente del solito, sentire le sue mani su di me, mi fa stare bene: mi invoglia a fargli provare le stesse cose, a fargli provare piacere. Per questo, imbarazzata dai miei stessi pensieri, continuo a baciarlo mentre la mia mano accarezza il suo petto, per poi passare sul suo addome piatto ed arrivare al bordo dei suoi jeans chiari. Con l’altra mano cerco di sbottonarli, ma senza successo.
Quando Zayn si accorge delle mie intenzioni, interrompe il bacio e mi guarda negli occhi come se stesse cercando nei miei una conferma; io sostengo il suo sguardo provando a dargliene una, catturata dalla sfumatura più scura che le sue iridi hanno assunto. Torna alla ricerca delle mie labbra dolcemente, mentre armeggia con i suoi bottoni per poi tirare giù i pantaloni, quel poco che basta.
Le sue mani tornano sui miei fianchi, anche se io le sento ovunque, e la mia sfiora timidamente e quasi tremando la sua eccitazione, sentendola premere contro la stoffa dei boxer. Zayn mugola qualcosa a denti stretti per quel contatto ed io percorro la sua mascella con dei baci leggeri, fino ad arrivare al suo collo.
Il suo respiro nelle orecchie mi dà coraggio e supero i boxer per avvolgere timorosamente la sua erezione con la mia mano.
«Dio…» mormora lui, stringendomi di più a sé mentre mi morde con cura la spalla, forse cercando di impedire a qualsiasi altro suono di lasciare la sua gola. Io inizio a muovermi, cercando di non stringere troppo e di regolarmi in base alle sue reazioni.
Mi lascio sfuggire un gemito, quando sento le dita fredde di Zayn intrufolarsi sotto il mio maglioncino per accarezzarmi la pancia, e ne lascio sfuggire un altro quando la sua mano stringe il mio fianco con un po’ più di forza, probabilmente a causa di qualcosa che ho fatto.
«Zayn, io non…»
Non ne sono capace, vorrei dirgli, presa dalla paura di non esserlo davvero. Lui cerca il mio viso, i miei occhi e «Tranquilla», sussurra, mantenendo il contatto visivo. Per qualche secondo rimango sconvolta dal suo sguardo: è così pieno di eccitazione, di passione, così pieno di me, che mi toglie il fiato. Avvolgendo la mano intorno alla mia, mi mostra i movimenti giusti, delicatamente e lentamente, permettendo a piccoli gemiti di uscire dalla sua bocca.
Riuscire a vedere i suoi occhi socchiusi per il piacere, sentire il suo respiro caldo sul mio viso, è qualcosa che semplicemente non avrei mai potuto immaginare, così come non avrei potuto farlo con l’intimità che stiamo condividendo.
«Così…» dice, quando inizio a muovermi da sola, più decisa. Torno a baciare la pelle del suo collo, attenta a non lasciare alcun segno, mentre la sua mano riprende il suo percorso risalendo fino al mio seno per accarezzarlo.
Sono completamente sopraffatta da lui, in questo momento. Sono sopraffatta dalla sua lingua, che disegna piccoli cerchi sulla mia clavicola; dalle sue carezze, dal suo respiro. Dalla sua pelle, che continuo a torturare e che ha il suo profumo. Sono completamente ed irrimediabilmente sopraffatta da Zayn Malik.
Non credo nemmeno che esista un nome per definire quello che sto provando, perché dovrebbe racchiudere troppe cose, troppe piccole sensazioni e piccoli gesti che mi stanno rendendo inerme tra le sue braccia.
«Di più», ansima al mio orecchio, invitandomi a velocizzare i movimenti. Ed io lo accontento, perché è come se la mia priorità fosse lui in questo momento: quello che stiamo condividendo è così intenso che mi chiedo come io abbia fatto a dare retta a quegli stupidi dubbi, alla razionalità che avrei già dovuto aver capito che non serve a niente tra di noi.
Non importa quanto sia il mio imbarazzo, non importa che io abbia le guance in fiamme, perché non riesco nemmeno a preoccuparmene mentre sento Zayn irrigidirsi sotto il mio tocco, tra le mie braccia. Né ci penso quando raggiunge l'orgasmo, gemendo sommessamente e stringendosi a me per qualche secondo, con la testa incastrata nell’incavo del mio collo, come se si stesse tenendo aggrappato alla realtà. Sorrido, non per la soddisfazione, ma per la felicità: perché sentirlo provare piacere, grazie a me, sentirlo così abbandonato a me, è una sensazione irripetibile.
Premo un’ultima volta le mie labbra sul suo collo, sfilando lentamente la mano dai suoi boxer, e bacio la sua mascella, la sua guancia, fino ad arrivare all’angolo della sua bocca, aspettando che il suo respiro torni regolare. Poi lui si volta e per un attimo mi guarda dritto negli occhi, o forse nell’anima, prima di avvicinarsi alle mie labbra con un mezzo sorriso sulle sue.
Appoggia la fronte sulla mia, mentre porta le sue mani sul mio collo. «Tu sei mia, Melanie Clarke», sussurra.

 

 


 



 
Surpriiiiiiiiiiiise!
Anche se alcune di voi sapevano che avrei aggiornato oggi! E sanno anche che ho dovuto riscrivere tutto il capitolo l’altro giorno perché la mia testolina bacata ha pensato bene di sovrascriverlo con un altro capitolo -.- Ma comunque, eccolo qui e… boh, credo che mi andrò a nascondere da qualche parte hahaha Lo so che non c’è niente di scandaloso, però sono timida e mi imbarazzo! Ma ne parliamo dopo!
Allora, partiamo dall’inizio :) Becka: so che a molte di voi piace e ne sono felice :) Solo, non vorrei che pensaste sia una rompicoglioni un po’ acida ahahha Alla fine credo che qualsiasi altra amica sarebbe pronta a fare un discorso del genere in una situazione simile: Mel si fida di Zayn, ma obiettivamente non ha niente su cui basare la sua fiducia. E se io non conoscessi il mio Zayn, avrei gli stessi suoi dubbi!
Poooi, Louis che si autoinvita a casa di Mel (avete visto che si è fatto un altro tatuaggio?! Cioè, io sto morendo hahah) E Aaron si è praticamente innamorato di lui hahah
Eeee niente, passiamo allo Zelanie va :) Non so se sono riuscita a descrivere bene come si senta lei: voglio dire, è insicura da morire e i comportamenti di Zayn, così distanti, non la aiutano per niente. Effettivamente lei deve “accontentarsi” di questo e se lui è un attimo più distante, Mel va in panico. Comunque gliene parla e lui le dà le sue motivazioni :) E Louis è gay ahahah Allora, vorrei spendere due parole riguardo questo: da quando ho iniziato la storia, Louis l’ho sempre immaginato omosessuale, con tutti i suoi tatuaggi e piercing. So che magari sono caduta un po’ nel banale e me ne scuso, ma il personaggio è nato così! Inoltre, non è… Vabbè, con l’andare avanti della storia capirete anche Louis :)) Ah, so già che ora qualcuna di voi inizierà a shippare Aaron e Louis, ma non ne siate così sicure :)
Quiiiindi abbiamo scoperto perché Zayn era così distante e perché non era geloso del suo amico, cosa ne pensate? Niente di che alla fine, pensavate ci fosse qualcosa sotto? :) In realtà è tutto dovuto al carattere di Malik: come vedete se ne scopre sempre un pezzo. E posso già dirvi che c’è ancora un pezzo da scoprire eheheh abbastanza importante anche!
Infiiiiiiiiiiiine la parte a “rating rosso”: ora, io ho una paura fottuta di aver rovinato tutto hahaha Non so,  magari voi pensate che non era ancora il momento, o che so io… Io mi sono ritrovata a scriverlo senza nemmeno pensarci, a dir la verità… Quindi, VI PREGO, VI SCONGIURO: se fa schifo, se vi è sembrato fuori luogo, se ho sbagliato qualcosa DITEMELO. Siate proprio spietate!
 
E niente, io vi ringrazio per aver letto e recensito o anche solo letto. Siete sempre di più a seguire questa storia e io ne sono felicissima. Un grazie particolare anche alla mia Mad (RealMudblood), lei sa per cosa hahaha 
Vi chiedo di farmi sapere cosa pensate di questo capitolo, perché sono un po’ complessata a riguardo ahhah
Ps. nel prossimo, o forse in quello ancora dopo (dipende), ci sarà un altro BOOOOOM, diverso dai precedenti, soooooo, STAY TUNED :)
Pps. vorrei scusarmi con chi segue anche “Unless you show me how” per il ritardo :/
Sono di nuovo in crisi ma cercherò di pubblicare entro la fine di questa settimana!
 
Vi lascio definitivamente :) Un bacione.


  
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