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Autore: pikaendpichu98    01/05/2013    0 recensioni
una one-shot che ho lasciato in sospeso per un anno, sinceramente non ricordo che avessi in testa il giorno in cui l'ho scritta...
"“Forse questo mondo era proprio come lui: bello, delicato, fragile.
Forse troppo fragile per resistere alla violenta permanenza di quelli.”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto volando nel cielo grigio in una mattinata di dicembre, attraversando quello che un tempo era un centro abitato pieno di vitalità.
Mi poso qualche attimo su un palo della luce spezzato, per contemplare il paesaggio a cui non mi sono ancora abituato, a cui credo che non mi abituerò mai.
Un tempo questa città era bellissima.
Era colma di costruzioni moderne che coesistevano con altre enormi e antichissime, di cui però ora rimangono solo poche macerie, ne ho una davanti agli occhi.
È un alto muro in pietra molto spesso, anzi spessissimo,  con una spaccatura laterale che prosegue fino a terra diagonalmente,  degli archi disposti su tre file orizzontali con ai lati scolpite delle semicolonne che decorano interamente la facciata.
Doveva essere un monumento stupendo e maestoso.
La presenza di quel pilastro così antico e imponente stona con il paesaggio circostante.
Una volta questo pianeta doveva essere meraviglioso.
Mi piace immaginarlo come l’opposto di ciò che è adesso : con tanti alberi pieni di fiori colorati,  con gli uccellini che cinguettano la mattina, con esseri viventi che, pur essendo diversi, vivono fianco a fianco, con stagioni calde e stagioni fredde.
Come vorrei sapere se era davvero così.
Quanto vorrei chiederlo a qualcuno, ma a chi?
I pochi animali che ci sono qui non lo sanno e quegli altri non possono capirmi.
Vedo qualcosa cadere dolcemente al suolo, qualcosa di piccolo piccolo.
Salto giù dal palo e sento il vento contro la membrana delle ali attutire la mia discesa.
Eccolo lì.
Appena capisco di cosa si tratta mi si stringe il cuore.
Osservo il mio corpo squamoso passandomi la lingua tra i canini, e poi quello dell’esserino a terra, privo di vita.
Siamo così diversi, eppure io e quel batuffolo di piume grigie, dagli occhi dolci e dal becco minuto, apparteniamo alla stessa specie.
Mi fa un po’ pena quel poveretto, ma non riesco a non provare invidia per lui.
Mi fa pena perché l’evoluzione della specie lo ha ignorato, destinandolo a una breve e sofferente esistenza.
Come potrebbe sopravvivere a un clima tanto torrido, a cui a stento resiste la mia pelle da rettile, una creatura con delle piume ?  Morirebbe per il troppo calore.
Il suo fragile organismo non resisterebbe che qualche giorno con il cibo di cui  ogni essere vivente è costretto a nutrirsi.
Però quanto lo invidio, lui sta lasciando questo luogo orribile per dirigersi in un posto sicuramente migliore, mentre io sono destinato a vivere la mia vita in questo luogo grigio in attesa della mia ultima ora.
Forse questo mondo era proprio come lui: bello, delicato, fragile.
Forse troppo fragile per resistere alla violenta permanenza di quelli.
Eccone uno!
Dev’essere una femmina, perché sta rovistando tra cumuli di cibo andato a male e oggetti rotti, che una volta loro  usavano quotidianamente.
Sta cacciando.
Ha preso una buccia di banana annerita e un pezzo di pesce.
Ora solleva di scatto la testa  e corre via, ha visto un’altra femmina venire da questa parte e non vuole rischiare di perdere il bottino.
La seguo.
Dopo qualche minuto inizio a sentire i primi versi e grugniti ; poco dopo appare una capanna fatta con qualche asse di legno sgangherata e coperta con un telo, con davanti le femmine che allattano i loro piccoli e i maschi che accendono il fuoco sfregando una pietra contro un oggetto di metallo in attesa del pasto, e altri che si azzuffano schiamazzando.
Appena si accorgono della femmina con il cibo tutti ci si avventano tentando di strapparglielo dalle zampe, ma lei difende il suo tesoro graffiando con gli artigli bianchi e mordendo con i canini sporgenti.
Poi un ruggito interrompe la lotta e tutti si girano verso un maschio con dei ciuffi di pelo grigi in testa e la pelle rugosa coperta da un telo, dev’essere il maschio dominante di questo gruppo familiare.
Si alza dalla sedia su cui era seduto e si avvicina alla femmina col cibo.
Prende la buccia di banana e la da al gruppo di maschi adulti e il pezzo di pesce ai due maschi più giovani, poi rivolge lo sguardo alle femmine e indica loro il luogo da cui è venuta la cacciatrice.
Le femmine iniziano a lamentarsi urlando, e subito il maschio spazientito alza una zampa in aria con fare aggressivo, al che le femmine  sussultano istintivamente e corrono a eseguire l’ordine.  Dopo di che il più anziano torna a sedersi, addentando un’arancia che aveva nascosto sotto delle cianfrusaglie rotte.
Sapevo che il degrado di questa specie era altissimo, ma non immaginavo che avesse addirittura perso il linguaggio che la aveva sempre distinta da tutte le altre.
Eppure io so che prima erano tanto potenti da sovrastare ogni altro essere vivente, so che erano riusciti a conquistare ogni angolo del mondo, so che avevano una conoscenza sconfinata, che erano capaci adattare anche il luogo più selvaggio alle loro esigenze.
E come si sono ridotti adesso… a nutrirsi di quello che prima scartavano.
Forse la guerra di mille anni fa, fatta di bombardamenti dannosi per ogni singola creatura vivente, la stessa che a rase al suolo il nostro pianeta, ha alterato il loro codice genetico, facendoli regredire a uno stadio primitivo.
Oppure è semplicemente questa la loro natura, che sono riusciti a coprire da secoli sotto l’illusione della civiltà.
Forse hanno sepolto i loro istinti per troppo tempo e nel momento della difficoltà sono venuti a galla, senza che riuscissero a reprimerli.
Il vociare nella capanna si fa più rumoroso, probabilmente hanno di nuovo fame.
Meglio andarmene prima che si accorgano della mia presenza.
Un battito d’ali ed eccomi di nuovo in volo.
…Non sarebbe una cattiva idea passare tutto il resto della vita nel luogo più freddo che c’è, il Polo Nord.
Ora che ci penso, molti altri miei simili vi hanno migrato.
Spero solo che i ghiacci secolari non si siano sciolti....






  
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