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Autore: NonViDiroIlMioNome    01/05/2013    0 recensioni
Ogni notte andava da lei, la sua amata, perché LEI desiderava degli orecchini viola e lui DOVEVA donarglieli, trovandola anche nella notte più buia...
Genere: Dark, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Orecchini Viola


La sua Eleonor desiderava degli orecchini viola.
Lei ne aveva di tutti i tipi, in realtà: d’oro bianco e turchesi, tempestati di gemme brillanti, d’argento e smeraldi… Ma non aveva degli orecchini viola. Lei adorava il viola…
Quindi decise: lui avrebbe regalato degli orecchini viola alla sua Eleonor.
Cercò e cercò per settimane dei gioielli alla sua altezza, ma niente sembrava essere mai abbastanza per la sua adorata fidanzata, così leggiadra, meravigliosa… Alla fine, però, li trovò gli orecchini viola, quelli perfetti per lei. Ed era così felice all’immaginarsi lo stupore della sua Eleonor nell’aprire quell’elegante scatolina di velluto! Ora era riposta al sicuro nella tasca interna della sua giacca, mentre si avviava da lei. Il cuore gli si scaldava alla visione dolce dello stupore sul viso grazioso di lei, dovuto solo in parte all’inaspettata, ma ovviamente gradita, visita.
Certo non s’immaginava che, arrivato a casa di lei, quello più stupito sarebbe stato lui, non trovandola sola.

 

***

 

Ogni notte andava da lei, la sua amata, perché LEI desiderava degli orecchini viola e lui DOVEVA donarglieli, trovandola anche nella notte più buia e lasciandole per sempre impressa sul volto la sorpresa per il suo dono, una “sorpresa” gemella di quella che aveva invaso lui quella sera.
Ed infatti, accadeva sempre. Ogni volta le sue gambe erano mosse dal pensiero di lei e lo portavano dove di certo si sarebbe trovata. Dove poteva essere, in fondo, se non nei “loro luoghi”? I posti che avevano visto il loro amore nascere e poi crescere sempre, sempre più?
Ed ogni notte, infatti, “Eccola lì!” pensava, scorgendo la sua figura nell’ombra. Ed una sera aveva lunghi capelli neri, e quella dopo ordinate trecce bionde, e quella dopo ancora corte ciocche del colore del sangue… Come quello che trovava inspiegabilmente sulle sue stesse mani una volta tornato a casa dal consegnare i begl’orecchini viola, che un giorno erano lunghi e sobri pendenti, quello dopo grandi scudi argentati e quello dopo ancora leggere gocce brillanti…
Ma quelli più preziosi di tutti, i primi, quelli “veri”, erano ancora lì, ad attendere i lobi delicati della loro unica proprietaria, seppelliti in camera da letto, sotto un’asse del pavimento, da quella sera. Attesa vana, la loro, in quella che sarebbe stata la loro tomba eterna, mai più scoperchiata nemmeno dal becchino che aveva scavato la fossa. Perché lei non sarebbe mai venuta a reclamarli, ignara della loro esistenza ed, ormai, ignara anche dell’esistenza, da tempo dimenticata, di chi lì li aveva posti: il Donatore di Orecchini Viola.
Ed anche quella notte lui uscì in cerca di lei, accompagnato come sempre da una elegante scatolina di velluto poggiata sul suo cuore. E quella notte percorse la via del parco, lì, vicino al laghetto dove, con lei, aveva passato assolati pomeriggi estivi sotto le fronde di un albero. E salì sul ponticello di legno chiaro che attraversava lo specchio d’acqua dal quale, tante volte, aveva dato da mangiare alle anatre, con lei. E si affacciò, poggiandosi alla solida ringhiera, per vedere se anche quegli uccelli erano lì, in attesa di lei. Ciò che vide, però, fu molto più gradito, perché lei era lì, sul fondo del laghetto. E lo chiamava, lo chiamava a sé, sorridente, tendendo la mano. E lui non poté far altro che esclamare «Attendimi! Attendimi, Amore mio!», tirando fuori dalla tasca sul cuore l’elegante scatolina, e da essa i begl’orecchini viola, per poi tornare a guardare la sua amata.
Ma dov’era finita, la sua bella Eleonor? Oh! Ma certo! Si nascondeva! Voleva giocare! Ma lui sapeva dove si era nascosta: lui lo sentiva, era in fondo al lago!
E, così, stringendo i begl’orecchini, si tuffò per rincorrerla sulla terra bagnata, tra l’acqua calma rischiarata dalla luce della luna. E cercò, cercò, ma lei si nascondeva bene! Com’era furba, la sua Eleonor!
E l’aria nei suoi polmoni finì, ma non se ne accorse né tanto meno si arrese, perché, di certo, quel bruciore nel petto altro non era che l’amore per lei. E prese a chiamare il suo nome, impaziente di tenerla fra le braccia, ma l’unica risposta fu quella dell’acqua gelida, che iniziò a colmare quella mancanza riempiendo la sua bocca e scendendo per la gola, mentre lui si dibatteva per scorgere tra i flutti il riflesso di lei.
Ed ancora continua a cercarla, la sua Eleonor, sul fondo del laghetto.
Niente è servito a distoglierlo dal suo vagare. Nemmeno il fatto che, già da molto tempo, il suo corpo fosse stato trovato tra le acque, nel centro del parco, con impresso sul volto il sorriso che il gioco con lei aveva fatto scaturire sulle sue labbra schiuse a chiamarla e degli orecchini viola stretti nel pugno. Orecchini viola, gioielli simili a quelli trovati sui corpi di alcune giovani, scoperte, ormai fredde, per la città. Non l’ha distratto neanche che, quel giorno, il commissario abbia parlato in piazza, rassicurando i cittadini, perché il Donatore di Orecchini Viola aveva consegnato il suo ultimo paio.
No, a lui, tutto questo, non importava, troppo impegnato ad inseguire la sua Eleonor sul fondo del lago.
  

  
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