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Autore: WhiteEskimo_    02/05/2013    1 recensioni
“Ciao” sussurro, anche se lui ormai se n’è andato. Possibile che mi sia trovato un amico? Sorrido ancora di più e poi ricomincio a fare quello che stavo facendo, ma nel cuore avevo conservato il suo sorriso.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3,
Se è scritto che due pesci debbano incontrarsi, non servirà al mare essere cento volte più grande.
#Evelyn Pdv.
“Ehi Evelyn, vieni giù!” mi urla Niall dal soggiorno. Mi alzo e guardo fuori dalla finestra. Scende un po’ di neve, ma il cielo è sereno. Poi mi ricordo di che giorno è e mi catapulto di sotto ancora in pigiama. Vedo Niall vicino l’albero e lo corro ad abbracciare. “Aaah, è Natalee!” urlo, mentre lo abbraccio. Lui ride. “Bene, vedo che oggi sei sveglia eh?” dice, mentre ricambia l’abbraccio. “Stai zitto, fratello dei miei stivali.” Ribatto. Lui ride. “Sorellina, puzzi lo sai?” dice, quando ci stacchiamo dall’abbraccio. Lo fulmino con lo sguardo. “Non sei simpatico” ribatto ancora, mentre sorrido. “Oh, ma quanto amore a Natale!” esclama lui, arruffandomi i capelli, che già erano arruffati, visto che mi sono appena svegliata. “Si, caro, tanto amore solo per te.” Ribatto, poi guardo anche io l’albero. E’ un albero bellissimo, con tante decorazioni, tante lucine che brillano allegramente e sotto ci sono i regali, di ogni forma e dimensione. “Ehi, ma mamma e papà?” Chiedo. Niall scrolla le spalle. “Ancora non si sono svegliati” risponde. Io faccio una faccia malefica, mentre un’idea mi salta in testa. “Per ora…” dico, lanciando uno sguardo complice a Niall. Lui afferra al volo quello che intendo, poi sorride anche lui in modo malefico e annuisce. “Parte la missione –Svegliamo i genitori-. Go sorella,go.” Mi risponde. Iniziamo a fare finta di essere 2 agenti segreti della CIA, proprio come 2 coglioni. Camminiamo piano e ad ogni porta guardiamo dentro per vedere se ci sono “Elementi sospetti”.
Arriviamo alla camera dei nostri genitori e la apriamo silenziosamente. Stanno ancora dormendo beati nei loro letti. Ottimo.
Io e Niall ci guardiamo, poi corriamo verso il letto urlando “La casa va a fuoco! Aiuto! Aiuto!” saltiamo sul letto, mentre i nostri genitori si alzano con un sobbalzo, con la faccia assonnata. “Uh.. cosa? Che?” inizia a mormorare mia madre. Io e Niall scoppiamo a ridere, tanto da cadere dal letto, mentre mamma e papà iniziano a capire la situazione. “Oh.. adesso siete nei guai eh!” esclama mio padre. Io e Niall smettiamo di ridere e ci guardiamo impauriti. “Oh, si. Ce la pagherete!” continua mia madre, con tono scherzoso. “Oh cavolo.. Niall, scappiamo!” sussurro a Niall. Lui annuisce e poi cominciamo a scappare per casa ridendo, con i nostri genitori alle calcagna. “Tanto vi prendiamo!” esclamano loro. Noi ridiamo. “Non penso proprio!” ribattiamo noi. Ci chiudiamo in bagno a ridere come 2 matti, mentre i nostri genitori cercano di aprire la porta. “Non ci avrete mai vivi!” esclamo con tono melodrammatico, mentre Niall ride. “Ah no? Bene, allora immagino che i regali a questo punto non vi…” inizia a dire mia madre. Io e Niall sgraniamo gli occhi e poi usciamo subito dal bagno. “Ripensandoci, eccoci qui.” Esclama Niall mentre io annuisco vigorosamente.  I miei genitori ridono e poi scuotono la testa. “Vabbene, ragazzi trasgressivi, andate a vestirvi e poi vi chiamiamo per la colazione.” Dice dolcemente mia madre. Noi annuiamo e poi corriamo nelle nostre camere, facendo a gara, come sempre. E come sempre, arriva prima lui e si stende sul mio letto. Mi stendo vicino a lui e chiudo gli occhi. Sono felice? Si. Non potete capire quanto.
Riapro gli occhi, e scopro di non essere più nella mia stanza. Guardo a destra, ma Niall non c’è. Al suo posto, vedo un piccolo comodino pieno di polvere. Mi alzo di scatto dal letto e guardo intorno. Sono in una camera grigia, con una piccola finestra, da cui entra la luce dell’alba. Strizzo gli occhi e poi realizzo. “Era solo un sogno” mormoro. Il sogno del mio ultimo Natale con loro.
 Mi risiedo sul letto, sospiro e mi metto le mani nei capelli. E’ come se sentissi ancora mia madre. “Evelyn piccola mia, stai bene?” sento la sua voce nella testa. Chiudo gli occhi e mi ricordo di quando caddi dalla bici. Delle lacrime iniziano a rigarmi il viso. “No, Evelyn, non ci pensare” mi ripeto. “Ma poi perché diamine piango?” Mi chiedo. Devo smettere, perché piangere è da deboli. E mia madre non vorrebbe mai sapere che sua figlia è una debole.
Mi tiro su dal letto, e apro la finestra. Respiro a fondo quell’aria fredda. “Su Evelyn, oggi è un altro giorno.” Mi dico. Già, in effetti oggi Zayn sarebbe venuto alla mensa! Sorrido.
Sono curiosa, che succederà? No, perché sono sicura che sia stato il destino a volere che ci incontrassimo, perché cavolo, uno che ti piomba in una mensa giocando a Nascondino può portare solo del buono.
 Sono sicura che Zayn piacerebbe anche a Niall, ne sono certa. Sento di aver finalmente trovato qualcuno che lo possa, non dico sostituire, ma almeno riempire quella voragine che oramai ha risucchiato il mio cuore.
Guardo l’alba. E’ sempre bella, felice. Porta speranza, non credete anche voi? Penso che mi piacerebbe essere l’alba. Appena appare, porta gioia. Riesce a vedere cose che nessuno riesce a vedere, a creare emozioni che nessuno riesce a creare, e tutto questo lo fa essendo se stessa.
Sorrido e poi scuoto la testa. Guardo l’orologio, sono le 7 di mattina. Mi vesto e poi esco dalla camera e vado giù alla mensa. Naturalmente, alle 7 di mattina uno si aspetterebbe di non trovare nessuno. E invece no. chi trovo? Lei, l’arpia. La odio, con tutta l’anima. Subito, il mio umore cala a fitto, la mia faccia si incupisce, come ogni volta. Resto ferma davanti a lei e stringo i pugni, per evitare di seguire quell’impulso che mi suggerisce di prenderla a pugni.
Mi guarda anche lei e rimane sorpresa. “Evelyn che ci fai alzata a quest’ora?” chiede. Stringo di più i pugni, fino a farmi male, sentendo quella voce che tanto odio. Resto in silenzio e faccio dietrofront. Sinceramente, non voglio rovinarmi la giornata. Ma quella mi blocca. “Evelyn, mi odi ancora?” chiede. Mi irrigidisco e la guardo negli occhi. Non vedo ne tristezza, ne rimpianto. Vedo solo freddezza. Come sempre. L’avrei anche potuta perdonare, se mi avesse chiesto scusa. Ma non lo farà mai, lo so.
Mi limito ad annuire. Lei sospira. “Magari verrà un giorno in cui la smetterai di fare la bambina e mi perdonerai eh?” dice. La tentazione di darle un pugno è davvero grande. “O magari verrà il giorno in cui lei capirà quanto è stata stronza e mi chiederà scusa.” Ringhio, e poi me ne vado, perché già vedo le sue labbra rispondermi a tono. Non voglio sapere che cosa ha da dirmi quell’arpia. Io meno la vedo, meglio sto, così esco da quella prigione e mi incammino per le vie, sovrappensiero. Grazie a Dio, l’aria fresca e il sole ormai alto me la fanno dimenticare. Prendo un cornetto e lo mangio mentre cammino.
Guardo per un attimo l’orologio, ma non faccio nemmeno in tempo a vedere che ora sia che vado a sbattere contro qualcuno e cado. “Ahi, che male.” mormoro, tenendomi la testa. Ho dato una brutta capocciata. Alzo lo sguardo per vedere come sta l’altro e… indovinate chi mi ritrovo? Bè si, proprio Zayn. “Cavolo, noi due non ci sappiamo incontrare in un modo normale eh?” esclamo, mentre mi aiuta a tirarmi su. Lui sorride. “Sarà il destino a volerlo?” chiede. Ecco, non sono l’unica a pensarlo allora! Annuisco. “Si. Ma il destino fa male.” dico toccandomi la testa, dove si era creato un piccolo bozzo.  “Uh, mi dispiace. Quando cammino ho la testa tra le nuvole” dice con sguardo mortificato. “Vuoi che ti cerca un po’ di ghiaccio?” mi chiede. Rido “Tranquillo, non morirò nelle prossime 24 ore.” Rispondo. Ride anche lui, poi rimaniamo un po’ in silenzio. “Ehm.. quindi che facciamo?” chiedo imbarazzata. Lui sorride. “Hai qualcosa da fare oggi?” chiede. Ci penso un po’. “Bè, avrei la mensa, ma posso sempre saltare..” Zayn sorride, poi mi prende per mano. “Bene, oggi la salti eh? Vieni con me.” Mi dice. Rido, mentre lui inizia a correre con me dietro. “Ho scelta?” chiedo divertita. Lui si gira e mi guarda. “No, non ce l’hai.” Ribatte e poi si rigira. Sorrido e scuoto la testa. Anche se in effetti, l’avrei seguito comunque. 
  
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