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Autore: RedHair    02/05/2013    7 recensioni
Sakura e Naruto sono due fratellastri inseparabili, nati e cresciuti in una grande metropoli e ora costretti a trasferirsi in un piccolo paese di periferia.
Lei è una ragazza complicata e dal passato un po' travagliato, ne ha fatte di cotte e di crude ed è reduce da una storia finita male. Ma ora è decisa a ricominciare tutto da capo.
Lui è un ragazzo vivace e solare. Sembra un po' ingenuo ma ha più intuito di quel che sembra.
Sasuke e Hinata sono due liceali, migliori amici da sempre.
Lei ha un carattere eccessivamente timido e introverso, un padre opprimente e nessun amico, a parte Sasuke.
Lui è un ragazzo freddo e distaccato, all'apparenza poco interessato alle relazioni con gli altri e al mondo che lo circonda.
Le loro strade si incontreranno.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ciao a tutti.
Sono contentadi essere riuscita a pubblicare questo capitolo prima del previsto, spero sarà di vostro gradimento.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli, quanti hanno messo la storia fra le seguite/preferite/ricordate e tutti quelli che l'hanno semplicemente letta.
Grazie infinite.

RedHair












“Sakura, non sbattere le porte! Quante volte te lo devo dire?!” Urlò Misaki dalla lavanderia, giù al pianterreno.
“FANCULO!” Rispose Sakura in preda alla rabbia, chiudendosi in camera sua prima di poter udire altri rimproveri da parte della madre.
 
Si gettò sopra il letto e prese a mordere il cuscino, cercando di cacciare dentro le lacrime.
 
Stupido Naruto…
Perché tutti ce l’avevano a morte con lei per quello che era successo ad Hinata?
Le aveva solamente offerto qualcosa da bere – qualcosa di leggero, tra l’altro – e la ragazza aveva accettato. Punto.
Non le aveva mica buttato del veleno di nascosto nel bicchiere!
 
Ma poi lei aveva detto quelle brutte cose a Naruto sulla sorella…
Non avrebbe mai voluto farlo, ma era talmente contrariata che le parole le erano uscite di bocca prima che potesse fermarle.
Stupida! Stupida! Stupida!
 
 
Qualcuno bussò alla sua porta.
La ragazza si mise a sedere e si ricompose.
“Avanti!” Esclamò, sperando che si trattasse di Naruto venuto a parlarle.
La porta si aprì lentamente.
 
“Ah, sei tu vecchio.” Disse delusa vedendo Minato entrare.
L’uomo sospirò.
“Sakura, te l’avrò già detto mille volte: ho solo 38 anni…”
“Sì, certo, come vuoi. Sei giovane e bla bla bla.” Lo liquidò la rosa.
 
Minato non replicò e si sedette ai piedi del letto, reggendo un grande piatto tra le mani.
“Ho preparato le cialde questa mattina, ma tua madre è di nuovo a dieta e tuo fratello è in uno stato comatoso, perciò queste sono tutte per te.”
Sakura sbuffò.
“Non ho fame.”
“Sakura Haruno che rifiuta le mie cialde? Cavoli, deve esserti successo qualcosa di veramente brutto, ecco perché prima ti ho sentita urlare.”
La ragazza raccolse le ginocchia al petto e vi appoggiò sopra la fronte.
“Lasciamo perdere.” Borbottò.
“Scommetto che la festa ieri sera non è andata molto bene” dedusse Minato. “È successo qualcosa di grave?”
“Dipende da cosa intendi per grave.”
“Intendo qualcosa che potrebbe richiedere l’intervento della polizia.”
Sakura alzò il volto verso il patrigno sgranando gli occhi.
“Santo cielo, no! Non questa volta, almeno…”
Sospirò appoggiando il mento sulle ginocchia.
 
Sakura detestava doversi tenere tutto dentro, soprattutto quando succedeva qualcosa che la faceva arrabbiare o che la rendeva triste.
Doveva sempre sfogarsi con qualcuno, altrimenti la frustrazione e la rabbia represse la facevano impazzire.
Peccato che il “qualcuno” solitamente addetto a quell’ingrato compito si trovasse ora rintanato in camera sua con l’intenzione di non rivolgerle più la parola e che fosse egli stesso parte dei suoi problemi.
 
Così optò per confidarsi con il vecchio, visto che non aveva nient’altro di meglio.
 
“Ho fatto un piccolo pasticcio, niente di che…ma ora tutti mi odiano.”
Minato sorrise e le scompigliò i capelli.
“Ma che problema c’è? Basterà scusarsi e vedrai che tutto si risolverà.”
La ragazza sospirò.
“La fai facile tu! Credi che non ci abbia già provato? Nessuno mi ascolta, mi trattano tutti come se fossi un mostro.
Non capisco cosa ho di sbagliato: tutte le persone che entrano a far parte della mia vita prima o poi si stancano di me e finiscono per allontanarmi od odiarmi: il papà, la mamma, gli amici…e ora anche Naruto.”
L’uomo smise di sorridere e la scrutò con serietà.
“Non dire queste cose Sakura. Tua madre non ti odia, anzi: se litiga in continuazione con te è proprio perché ti vuole bene.
Lo stesso vale per Naruto, che ha praticamente una venerazione per te sin da quando era un marmocchio puzzolente.
Ricordo ancora quando tornava a casa dalle scuole materne e non faceva altro che parlare di te: Sakura ha fatto così… Sakura ha detto che… Sakura mi ha insegnato questo… Sakura ha picchiato quest’altro… una palla infinita!
 
Ci sono un sacco di persone che ti vogliono bene, io compreso.
È vero, hai un carattere un po’ particolare, sei irruenta, emotiva e un po’ troppo esplicita, ma questo fa parte di te, non lo puoi cambiare più di tanto.
 
Ora tendi a vedere tutto nero, ma è normale: sei un’adolescente!
Vedrai che il prossimo anno, quando comincerai ad andare al college  e assaporerai un po’ di indipendenza, le cose cominceranno ad andare meglio.
Troverai nuovi amici, maturerai e quando ti guarderai indietro riderai ripensando ai tuoi vecchi problemi.”
 
Sulle labbra di Sakura fece capolino un timido sorriso.
Allungò un braccio e afferrò  una cialda, dandole un grosso morso.
“Cazzo! È buonissima!” Bofonchiò a bocca piena.
“Grazie, Miss Finezza.”
“Hai mai pensato di fare il cuoco, invece dello scrittore?”
Minato sospirò alzando gli occhi al cielo.
“Non sarebbe una cattiva idea. Almeno così non avrei più gli editori con il fiato sul collo!
È già la terza volta che Jiraya mi telefona questa settimana…dice che se non gli faccio arrivare nulla entro il prossimo mese viene qui di persona per fustigarmi con un gatto a nove code.”
“Fa bene! Lo farei io stessa se potessi, ma sei il mio patrigno, così sono obbligata a portarti un minimo di rispetto.”
“Wow! Gentile come sempre. Lo sai? Certe volte mi ricordi vagamente Kushina. Aveva un temperamento simile al tuo…”
Sakura a momenti si strozzò con un boccone di cialda.
Minato non parlava quasi mai della sua defunta moglie.
Lo guardò in tralice.
“Non è che ci stai provando con me? Perché in questo caso, lo dico subito alla mamma.”
L’uomo scoppiò  a ridere, scompigliandole di nuovo i capelli, incurante delle sue proteste.
“Se questo potesse essere utile per farvi andare finalmente d’accordo, forse lo farei anche.” Scherzò.  
Sakura si fece triste, allontanando dolcemente la mano del patrigno.
“Senti Minato…mi dispiace molto per la situazione che c’è tra me e mia madre. Deve essere dura per te assistere ai nostri continui litigi.” Bisbigliò arrossendo.
“Non ti preoccupare, sono sicuro che le cose prima o poi andranno meglio fra di voi” la consolò accarezzandole la schiena.
“E poi, dovrò pazientare ancora per poco: il prossimo anno voi ragazzi andrete finalmente all’università e io e Misaki avremo la casa tutta per noi, grazie al cielo!”
Si alzò dal letto di Sakura e si diresse verso la porta.
“È quasi mezzogiorno, vado a preparare qualcosa per il pranzo. Vedi di svegliare quell’orso di tuo fratello.”
“Ma mi ascolti quando parlo? Ti ho detto che Naruto è arrabbiato con me: non mi vuole vedere né parlare.”
“Tu digli che ti manda suo padre e che faccia meno il prezioso!  Approfittane per fare la pace con lui…nessuno può permettersi di tenere il broncio e far soffrire la mia principessa. Tantomeno un plebeo come Naruto.”
Sakura sorrise.
“Grazie mille vecchio! Ti voglio bene.”
“Anche io piccola.” Le rispose uscendo.
 
 
 
 
 
 
 
Hinata uscì nella veranda di casa sua reggendo un vassoio con due bicchieri di aranciata, posandolo sopra un basso tavolino in vimini.
“Allora, come è andata oggi?” Le chiese Sasuke afferrando uno dei bicchieri e portandoselo alla bocca.
La ragazza si lasciò cadere con grazia su una poltroncina.
“Stai parlando del mio saggio o del mio risveglio post-sbronza?” Domandò a bassa voce.
“Di entrambe le cose.”
“Beh, questa mattina mi sono svegliata con un mal di testa da paura e con una fame da lupi, ma mi sono bastate una buona colazione e un’aspirina per farmi ritornare come nuova.
Il saggio è filato liscio, ho solo steccato qualche nota, ma niente di che, tutto come al solito.
I miei, comunque, non si sono accorti di nulla.”
“Beh, questo è l’importante.”
Hinata sospirò.
“Loro non si sono accorti di nulla, ma qualcun altro sì invece…”
Sasuke le rivolse uno sguardo curioso.
“Hanabi ha scoperto tutto quanto.” Spiegò in poche parole.
“Non avrà mica intenzione di fare la spia?”
“Non proprio…diciamo che mi ha ricattata, più o meno.”
“Di  cosa si tratta?” Sasuke avvertì una sensazione di disagio, come se il suo istinto lo stesse mettendo in guardia.
Hinata distolse lo sguardo da lui.
“Ecco…io…le ho promesso che…ti avrei convinto ad uscire con lei!”
Il ragazzo si strozzò con un sorso di aranciata.
Cominciò a tossire, rosso come un pomodoro, mentre l’amica gli batteva dei colpetti sulla schiena, preoccupata.
“T-ti senti bene Sasuke?”
“NO!” Urlò non appena ebbe ripreso fiato.
“Non esiste che io esca con tua sorella!”
“Ma perché?”
“Perché ha dodici anni!”
 
Hinata chinò tristemente il capo, lasciando che la sua folta frangetta le coprisse gli occhi.
A Sasuke parve di vedere il suo sottile labbro inferiore tremare.
Non doveva cedere. Assolutamente. Non doveva cedere. Non poteva…
 
“Va bene, accetto questa pazzia. Ma il quando e il dove lo decido io. Non voglio che qualcuno mi veda in giro con una bambina!
E sia chiaro: questa è l’ultima volta che ti do una mano per andare ad una festa all’insaputa dei tuoi.”
 
Hinata alzò lo sguardo raggiante.
“Grazie mille Sasuke. Se non ci fossi tu, non so come farei! Pensa che quella peste  vuole anche che io le faccia i compiti di matematica per i prossimi due mesi; solo che io sono un’imbranata in matematica, anche se si tratta di esercizi da seconda media…”
Il moro sospirò.
“Ok, ho capito. Mi occuperò io anche di questo.”
 
E pensare che a scuola aveva la fama di essere un tipo duro e distaccato.
Cosa  avrebbero pensato i suoi compagni vedendo il gelido Sasuke Uchiha mentre veniva elegantemente incastrato dalla dolce ed ingenua Hinata Hyuga?
 
 
 
 
 
 
 
Sakura aprì con delicatezza la porta della camera di Naruto, cercando di fare meno rumore possibile.
Strizzò due o tre volte gli occhi, per abituarsi al buio.
Il fratellastro aveva infatti chiuso la finestra e tirato la tenda, così ora solo un timido fascio di luce riusciva ad entrare nella stanza, illuminando la sua figura avvolta tra le lenzuola mentre le dava le spalle.
Capì subito che fingeva di dormire quando non sentì né il suo tipico russare, né il suo respiro lento e pesante.
 
“Naruto?...” Lo chiamò in un bisbiglio.
Il ragazzo non si mosse.
“So che non mi vuoi tra i piedi, ma tuo padre mi ha detto di venire a chiamarti…”
Nessuna reazione.
 
“Ha detto anche che sei un plebeo!”
Ancora niente.
 
Si avvicinò un po’ di più, fermandosi ai piedi del letto.
“Ti avverto, Naruto, sto per infilarmi fra le tue lenzuola.”
 
Dato che quello zuccone continuava a non dare segni di vita, con un sospiro Sakura si distese accanto a lui, badando bene a non entrare in contatto con il suo corpo.
 
Restò per qualche secondo a fissargli la schiena, sperando che si decidesse a voltarsi verso di lei e a degnarla di un po’ di attenzione, ma non successe nulla.
Forse stava veramente dormendo?
Beh, problema suo.
Lei aveva assolutamente bisogno di parlargli e non aveva di certo intenzione di rimandare il suo discorso, non proprio ora che credeva finalmente di aver capito perché Naruto se l’era presa tanto.
Non era solo per la faccenda di Hinata, quella era stata solamente la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
 
“Ascoltami Naruto” esordì incerta. “Hai ragione, sono una stupida. Ti prendo sempre in giro dandoti dello sciocco e dell’infantile, ma la realtà è che sei tu il più maturo fra noi due.
Continuo a combinare un pasticcio dietro l’altro e non penso mai al fatto che potrei far soffrire le persone che mi circondano.
Continuo a dire che cambierò, che metterò la testa a posto ma ogni volta ricado sempre negli stessi errori.
Mi comporto da egoista con tutti, soprattutto con te.
Tu ci sei stato sempre, in ogni momento bello o brutto della mia vita, mi hai sempre aiutato e protetto.
Io invece per te non ho mai fatto nulla, non mi sono mai soffermata a pensare al fatto che probabilmente anche tu hai i tuoi problemi, che soffri e che hai bisogno di qualcuno con cui sfogarti.
Ci sono sempre e solo io e i miei casini, ogni volta.
Posso solo immaginare quanto tu ti possa sentire trascurato.
 
Ora non voglio dirti per l’ennesima volta che mi dispiace e che cambierò, perché non so se sarò in grado di mantenere le mie parole;  voglio solo che tu sappia che non faccio tutto questo con cattiveria e che ti voglio bene per davvero.
 
Se non sono una pazza depressa e drogata lo devo solo a te.”
Allungò timidamente un braccio, arrivando a toccare la schiena calda e nuda del fratellastro.
Si avvicinò un po’ di più.
“Vorrei tanto prendermi a calci da sola per quello che ti ho detto ieri prima di lasciare la festa. Ero arrabbiata e fuori di me.
Non penso affatto quelle cose: ti considero il miglior fratello che una ragazza possa desiderare e sono contenta di averti al mio fianco.
 
So che probabilmente ora mi odierai, ma volevo fartelo sapere…”
Il ragazzo si mosse, voltandosi finalmente verso Sakura.
La guardò negli occhi, con espressione seria.
“Sakura-chan, io non ti odio! Sono solo un po’ arrabbiato con te.”
A quelle parole il volto della rosa si illuminò di gioia.
Abbracciò forte Naruto, schiacciando il viso contro il suo petto.
“Scusa!” Gracchiò.
“Cosa hai detto? Potresti ripetere?” la provocò.
“Scusa.” Disse più forte.
“Cavoli, vorrei avere un registratore in questo momento, perché mi sa che questa è la prima e l’ultima volta in cui sentirò queste parole uscire dalla bocca di Sakura Haruno.”
La rosa borbottò qualcosa di incomprensibile, continuando a tenere il volto premuto contro il suo torace.
“E smettila di starmi appiccicata! Sono ancora arrabbiato con te!”
Sakura si staccò da Naruto e lo guardò contrariata.
“Cosa? E che devo fare ancora? Mettermi in ginocchio?”
Il ragazzo si grattò il mento riflettendoci su.
“Mmmmh…direi di sì, se lo fai per farmi un pompino.”
Sakura gli mollò un pugno sull’avanbraccio.
“Te lo scordi! Stupido.”
“Ahi! Non c’è bisogno di reagire in questo modo! Che ne dici di una sega?”
“No!”
“Neanche una toccatina alle tette o al culo? Posso vederti mentre ti fai la doccia?”
“Piantala di dire queste cose da maiale, altrimenti lo dico a Minato.” Protestò Sakura furibonda.
Si mise a sedere sul letto incrociando le braccia al petto.
“Stavo solo scherzando! Non fare l’antipatic…” Il biondo non riuscì a terminare la frase a causa di una raffica di starnuti.
 
“Metti la mano davanti almeno.” Lo rimproverò Sakura.
“Scusami.” Rispose tirando su col naso.
“Devo essermi preso un colpo di freddo ieri sera, nella piscina  di Ino.”
“Piscina di Ino?!”
“Ehm…sì” si grattò il capo ridacchiando. Vedendolo compiere quel gesto, i sensi di Sakura si misero subito sull’attenti. Quella posa infatti, nel linguaggio non-verbale di Naruto, voleva dire una cosa sola: ho combinato un pasticcio.
“Ho fatto un piccolo bagno e non solo quello…” continuò nervoso il ragazzo.
“Mi sono fatto anche Karin, l’amica rossa di Ino.”
“Cosa?!” Sakura si portò d’istinto le mani fra i capelli. “Ma sei impazzito?!”
Naruto arrossì leggermente e cominciò a balbettare.
“Ecco…io…volevo…ero nervoso dopo aver litigato con te…e…”
“Non dare la colpa a me e alla nostra lite! È mai possibile che tu non riesca ad andare ad una festa senza finire con l’infilare il tuo pisello da qualche parte?!” Urlò esasperata.
“Calmati Sakura-chan! Ci siamo solamente baciati! Ino ci ha interrotti prima che potessimo spingerci oltre.” La tranquillizzò.
Evitò di dirle che in realtà era stata Karin a respingerlo, altrimenti lei lo avrebbe preso in giro per l’eternità.
 
Sakura si sentì abbastanza sollevata  nel sentire quelle parole e tirò un bel sospiro di sollievo.
“E dopo  che Ino vi ha interrotti, cos’è successo? Avete parlato?”
L’altro scosse la testa.
“No. Lei è rientrata in casa con Ino e io me ne sono andato.”
Sakura sbuffò tornando a distendersi sul letto.
“Sai che significa questo? Che lunedì a scuola dovrai parlare con lei.”
“Cosa?” Naruto si girò verso la sorellastra, guardandola confuso. “Ma perché? Che le devo dire?”
“Questo è un problema tuo. Così impari a divertirti con una tipa che è anche una nostra compagna di scuola.”
Il biondo gemette coprendosi il volto con il lenzuolo.
“Spero mi salga la febbre, così lunedì potrò starmene a casa da scuola ed evitare questa tortura!”
“Te lo scordi.” La rosa si levò di nuovo a sedere.
“Forza, alzati adesso.”
“Ma io ho ancora voglia di dormire.”
“È  quasi mezzogiorno!”
“Appunto! Quando mai tu, di domenica mattina, ti sei alzata prima delle due di pomeriggio?”
“Questa è la prima volta, credo. Ma è anche la prima volta che rientro da un sabato sera prima  delle quattro del mattino.” Lo informò.
Fece per mettersi in piedi, ma il fratellastro l’afferrò per un braccio e la tirò di nuovo giù, sopra di sé.
“Avanti, Sakura-chan! Rimani ancora un po’ qui con me.” La implorò avvinghiandosi intorno al suo corpo minuto.
La ragazza provò a divincolarsi senza risultati.
“Lasciami, stupido, altrimenti mi attacchi  l’influenza!” Protestò.
In realtà non le sarebbe dispiaciuto poi così tanto.
Avrebbe potuto saltare la scuola anche lei ed evitare in questo modo di  dover vedere Sasuke.
 
“Se resti qui con me ti perdono! A te la scelta: o questo oppure un pompino.”
“Va bene, rompi palle che non sei altro.” Sbuffò rilassandosi fra le sue braccia. “Ma solo per dieci minuti.”
Naruto non protestò.
 
“Secondo te dovremmo andare a trovare Hinata per vedere come sta?” Chiese dopo un po’.
“Meglio di no” sospirò Sakura. “Se Sasuke mi vede gironzolarle intorno si arrabbierà ancora di più.”
“Potrei andarci solo io…”
“Sai almeno dove abita?”
Il ragazzo scosse la testa contro la sua spalla.
“Allora  porta pazienza fino a lunedì.” Gli suggerì.
“Secondo te si è ripresa?”
“Ma certo che si è ripresa! Se le fosse successo qualcosa di grave, Sasuke sarebbe già  venuto a cercarmi per farmi fuori!”
Sentì Naruto tremare contro di lei.
“Quell’Uchiha bastardo! Come si è permesso di trattarti in quel modo?” Ringhiò nervoso.
Sakura lo fissò negli occhi, perplessa.
“Ma se anche tu te la sei presa con me!”
“Ma io non ti ho messo le mani addosso! Non lo farei mai.”
“Mi ha solo dato una piccola spinta, sono sicura che non…”
“Non lo giustificare!” La interruppe brusco.
Sakura, premuta contro il petto del ragazzo, poté sentire il suo cuore cominciare a battere più forte, per via della rabbia crescente.
“Gli avrei volentieri spaccato la faccia contro il muro…”
La rosa decise di non dire altro, non voleva far innervosire Naruto per nulla.
Appoggiò il viso contro il suo collo e chiuse gli occhi, con l’intento di dormire un po’.
 
 
 
 
Si svegliò all’improvviso, poco più tardi.
Una mano grande e calda  teneva stretta nella sua solida presa la povera chiappa sinistra della ragazza.
 
Con un ringhio disumano Sakura tirò un pugno in testa al fratellastro, il quale si svegliò completamente disorientato.
“C-cosa ti prende Sakura-chan? Perché mi hai  colpito?” Chiese confuso.
“Non fare il finto  tonto!” Urlò alzandosi dal letto. “Mi stavi toccando il culo, depravato!”
 
Naruto si alzò in piedi e si avvicinò alla ragazza, per cercare di calmarla.
Ma fu una pessima mossa, perché lo sguardo di Sakura cadde irrimediabilmente sul rigonfiamento dei suoi boxer.
Urlò disgustata.
“Ti odio, porco!”
“S-Sakura-chan…non è come pensi! È normale alla mattina, appena ci si sveglia…” balbettò disperato, totalmente in imbarazzo.
 
Ma la rosa si era già fiondata fuori dalla stanza.
 
Percorse il corridoio a testa bassa, furibonda, finendo con lo scontrarsi con Minato, il quale aveva abbandonato la  cucina e si era fiondato al piano superiore, sentendo le sue grida.
“Sakura, ma che hai? Ti senti male?” Le chiese preoccupato.
La rosa lo fissò dritto negli occhi, fulminandolo con un’occhiataccia.
“Voi uomini siete tutti dei maledetti maiali!” Gridò, prima di scappare in camera sua.
 
“Sakura-chan, lasciami spiegare! Non è colpa mia.”
Naruto uscì dalla sua stanza in mutande, con l’intento di raggiungere la sorellastra, ma si fermò alla vista di suo  padre, fermo nel bel mezzo del corridoio.
Teneva stretto in mano il coltello con cui stava tagliando delle scaloppine fino a pochi minuti prima e lo fissava con sguardo tutt’altro che amichevole.
Puntò l’arma nella sua direzione.
Naruto deglutì e indietreggiò lentamente, fino a ritornare in camera sua.
Dopodiché si chiuse  dentro a chiave.
 
 
 
 
 
 
 
 
Il lunedì seguente, alle sette e mezza del mattino, Ino se ne stava tranquillamente seduta sui gradini davanti all’entrata della scuola, giocherellando con il cellulare mentre aspettava l’arrivo di Karin e TenTen.
 
All’improvviso, qualcuno le si sedette di fianco.
“Ino. Stavo cercando proprio te.”
La ragazza alzò lo sguardo verso Sasuke Uchiha e gli rivolse un caldo sorriso.
 
Ma poi, riflettendo meglio sulle sue parole, capì subito quali erano le intenzioni del ragazzo e il sorriso le morì sulle labbra.
“Fammi indovinare” esordì con tono piatto “sei venuto qui per dirmi di non tormentare Hinata per quello che è successo sabato alla festa, giusto?”
Sasuke non rispose, ma nemmeno provò a negare.
 
La bionda sbuffò.
“Lo immaginavo…almeno potrebbe venire qui e scusarsi di persona!”
“Lei vorrebbe farlo, ma è spaventata da te.”
“Oh, poverina!” Commentò sarcastica. “Sasuke, lo capisci che quella ragazza si deve dare una svegliata? Questo è il nostro ultimo anno di liceo, poi tutti noi andremo al college o a lavorare: cosa farai allora? Andrai a chiedere ai professori dell’università di non essere troppo duri con lei? Farai i colloqui di lavoro al posto suo?
Devi smettere di proteggerla, non è una marmocchia.”
Si alzò in piedi prima che il ragazzo potesse aggiungere altro.
“Per questa volta chiuderò un occhio con lei. Ma la prossima farà bene a stare più attenta, perché non basteranno le tue parole a rabbonirmi.”
Detto ciò gli voltò le spalle ed  entrò nell’edificio, facendo ondeggiare la chioma bionda ai lati della schiena.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La mattinata trascorse abbastanza tranquilla per Sakura.
Prima di entrare in classe aveva incrociato Sasuke in corridoio, ma il ragazzo l’aveva totalmente ignorata, continuando per la sua strada come se nulla fosse.
Meglio così, pensò.
 
Durante la ricreazione, decise di appartarsi fra gli alberi del giardino, con l’intento di fumare un po’ in santa pace.
 
Si sedette fra l’erba fresca e si accese una sigaretta, lasciandosi cullare dai suoi pensieri.
 
Ad un tratto sentì qualcosa colpirla alla nuca.
Si voltò di scatto, nervosa, e si bloccò alla vista di Sasuke intento ad avanzare verso di lei con una manciata di piccole pigne fra le mani.
 
“Perché mi hai colpito?” Chiese perplessa.
“Per lo stesso motivo per cui mi hai colpito tu la scorsa settimana.” Spiegò sedendosi vicino a lei.
“Hai fatto qualche buona azione?”
“No, ma sto per farne una adesso.”
La ragazza lo guardò curiosa, inarcando le sopracciglia.
“Ti perdono per quello che hai fatto ad Hinata. Anche perché non è stata tutta colpa tua: mi ha confessato di aver bevuto altro, oltre al drink preparato da te.”
Sakura sbuffò.
“Scusa se non salto dalla gioia, ma se le cose stanno così non dovresti perdonarmi, casomai scusarti con me per come mi hai trattata.”
“Tu pretendi troppo, Haruno.” Tirò fuori un pacchetto di sigarette dalle tasche dei pantaloni e ne accese una.
“Comunque, avevi ragione tu: Hinata non è una bambina. Forse sono stato un po’ troppo protettivo nei suoi confronti e sicuramente troppo aggressivo nei tuoi…”
La ragazza sorrise soddisfatta: non aveva ricevuto delle scuse, ma sentirsi dare ragione le dava una sensazione altrettanto piacevole.
 
“Oh, già. Prima che me ne dimentichi…” Sasuke tirò fuori il suo cellulare, un po’ imbarazzato. “Itachi mi ha detto di darti il suo numero, per mettervi d’accordo per questo sabato.”
“Chi?”
“Itachi.”
Sakura continuò a fissarlo confusa.
“Mio fratello! Devi uscire con lui questo week-end!” Esclamò esasperato.
Finalmente il volto della ragazza si illuminò.
“Oh, ma certo! Sasuke Grande!”
Il moro scosse la testa, alzando gli occhi al cielo: quella ragazza era davvero un caso senza speranza.
 
 
 
 
 
 
 
Hinata osservava Ino e le sue amiche intente a scherzare in cortile da alcuni minuti, ormai, senza trovare il coraggio di muovere un passo avanti.
Sasuke le aveva detto che Ino non era arrabbiata, perciò non doveva far altro che andare lì, prenderla in disparte e scusarsi.
Peccato fosse più facile a dirsi che a farsi.
“Buongiorno Hinata! Che guardi di bello?”
Naruto le si avvicinò, facendola sobbalzare.
“Hem…nulla…nulla di interessante.” Pigolò arrossendo come un peperone.
“Sono contento di vedere che ti sei ripresa alla grande dalla festa di sabato. Sai, ero un po’ preoccupato e mi sarebbe piaciuto venire a trovarti ieri, ma poi mi sono ricordato che non so dove abiti.” Le spiegò sorridendo.
Hinata ebbe un tuffo al cuore.
Era contenta che Naruto non si fosse presentato a casa sua. Lui non era a conoscenza del fatto che lei era andata alla festa senza chiedere il permesso ai suoi genitori: e se si fosse lasciato sfuggire qualche dettaglio compromettente con suo padre o sua madre?
Sarebbe stato un disastro.
 
Però era felice di sapere che il ragazzo si preoccupava per lei.
Era davvero molto dolce.
 
“N-Naruto-kun, mi dispiace davvero molto per quello che è successo da Ino. M-mi sono comportata da sciocca. Spero di non aver fatto niente di stupido con te o con Kiba-kun…sai, ho i ricordi un po’ confusi.” Balbettò imbarazzata.
Il biondo le sorrise amichevole, posandole una mano sulla spalla.
“Tranquilla. Incidente con Ino a parte, non hai fatto davvero nulla di male. Anzi, se non fosse stato per te, la festa sarebbe stata molto più noiosa.
Se sapessi quante ne ho combinate io da sbronzo!”
La ragazza abbozzò un  timido sorriso.
“D-davvero?”
“Certo! Pensa che una volta mi sono risvegliato dentro un cassonetto delle immondizie. Sakura mi è stata alla larga per quasi una settimana!”
La Hyuuga scoppiò a ridere, coprendosi la bocca con una mano.
 
 
 
Intanto, poco distante dai due ragazzi, qualcuno li osservava con un certo interesse.
Ino Yamanaka era una ragazza furba e molto sveglia, certe cose erano fin troppo facili da intuire per una come lei.
Ad Hinata Hyuuga piaceva quel Naruto.
 
Interessante.
 
Aveva detto di non voler prendersela con quella ragazzina, ma una piccola ed innocente punizione per averle rovinato la festa non avrebbe fatto male a nessuno.
 
  
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