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Autore: _Rebs    02/05/2013    1 recensioni
Vanessa, soprannominata Vans, non si fida più dei ragazzi a causa di brutti episodi vissuti solo un anno prima, appena si trasferì a New York. Sempre spensierata e curiosa, incontra Drew, un nuovo ragazzo che le farà vedere il mondo da un'altra prospettiva.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Quant’è brutta quella sensazione di consapevolezza del fatto che ormai è domenica sera e che domani inizierà un’altra straziante settimana di scuola? Mmh, tanto direi.
Ma farei meglio ad addormentarmi, visto che domani devo alzarmi presto.
Ripensando alla sera precedente trascorsa con Vale e Juls, cado quasi subito in un sonno profondo, dovuto alla stanchezza credo.
 
“Alzati tesoro, non vorrai mica far tardi come quella volta che sei dovuta rimanere per mezz’ora sotto la pioggia senza l’ombrello che ti avevano rubato...” inizia a parlottare mia madre, prestando non curanza al fatto che è ancora mattina presto e che il mio cervello non è ancora lucido e pronto per sorbirmi i suoi discorsi mattutini.
“Okay mamma okay okay okay, mi alzo. Ma capiscimi, non ho seguito nemmeno una parola di ciò che hai detto, ho sonno...” dico interrompendola.
Forse sono stata troppo brusca, così, mi alzo sorridendo e vado ad aprire le tende color turchese. Un raggio di sole mi acceca per qualche secondo la vista, ma niente di che. E’ un buon segno. Ha smesso di piovere finalmente, e il sole è bello alto nel cielo.
Spero che sia così per tutta la settimana, veramente.
“Visto che bella giornata, tesoro?” dice mamma avvicinandosi.
“Eh sì, proprio bella” rispondo sospirando.
“Lavati e vestiti, fai presto. Ti preparo la colazione intanto.”
“Va bene” dico osservandola varcare la soglia della porta di camera mia.
“Mamma?”
“Sì?”
“Potresti farmi dei toast con la marmellata? E magari da bere un succo alla pesca?”
“Ai suoi ordini signorina” risponde mamma ormai in lontananza.
Realizzo che devo sbrigarmi, ho venti minuti in tutto.
 
 
Ho appena fatto la doccia, esco dal bagno avvolta nell’asciugamano e scelgo una t-shirt viola e dei jeans stretti. Le scarpe? Ovviamente le mie fedeli Vans viola abbinate alla maglietta.
Asciugo i capelli, li pettino, mi metto un po’ di crema idratante, matita, mascara, burrocacao, prendo la borsa e via di corsa verso la cucina.
Appena arrivata, divoro letteralmente la mia colazione.
“Austin!” dico afferrando mio fratello per un braccio.
“Lasciami indovinare, vuoi un passaggio?” dice in tono malizioso.
“Ehm... sì, perfavore” rispondo.
“Vieni”
Salutiamo mamma e andiamo verso la macchina malconcia di Austin.
“Aus, devi dare una lavata a questo rottame” dico in tono serio.
Austin ridacchia.
“Insulti e vuoi pure un passaggio?” dice aprendomi la portiera.
“Beh...” rispondo sedendomi e allacciandomi la cintura.
“Ho diciotto anni tesoro, faccio quel che voglio” dice girando le chiavi e partendo.
“Basta che per oggi la destinazione sia la scuola e non l’ospedale”.
“Parli come una brava ragazza”
“Lo sono”
“Responsabile...”
“Lo sono”
“Obbediente”
“Lo sono”
“Gentile”
“Sono pure quello”
“Metti la radio, Vans”
Premo con cautela il pulsante che fa partire la radio.
“Cambia stazione, questa canzone non mi piace” dice Austin storcendo il naso.
Premo l’altro pulsante e vado avanti di una stazione.
“Lascia questa” dice senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Mi corico sul sedile senza addormentarmi e chiudo gli occhi, facendomi trasportare dalle note di Turn Around, di Conor Maynard.
 
Siamo arrivati.
Austin parcheggia il rottame ed io sguizzo subito fuori.
Gli stampo un bacio sulla guancia ringraziandolo, lo saluto e mi avvio verso l’ingresso, dove incontro Juls e Vale.
“Buondì amica” dicono in coro con un sorrisone stampato in faccia.
“Ciao cretine” rispondo ridacchiando.
“Non ho fatto la ricerca di biologia” dice Vale tutto d’un fiato.
“Copia la mia” intervine Juls.
“Basta che cambi qualche parola”
All’improvviso qualcosa mi colpisce la spalla, o meglio dire, qualcuno.
Ma chi sarà mai il deficiente che osa interrompere la nostra animata conversazione?
“Dobbiamo smetterla di incontrarci così, dolcezza”
Sussulto al suono di quella voce particolarmente familiare, già sentita.
E’ lui. Drew.
“In realtà speravo di non incontrarti proprio” dico inarcando il sopracciglio.
“E’ il destino, dolcezza”
“E’ casualità, cretino. E non chiamarmi in quel modo”
“Ma che ti ho fatto di male?”
Che ci fa qui Drew? Spero non sia come penso.
“Che ci fai qui?”
“Questa è la ‘George Washington High School’, giusto?”
“Sì”
Do una rapida occhiata alle mie amiche, hanno la bocca aperta e paiono sorprese.
“Sono nuovo”
Mi pietrifico all’istante. Addio mondo. No! Non può essere. Non voglio che sia così. Quasi mi risale la colazione.
Gli mostro uno sguardo serio e cammino oltre, trascinando con me anche Juls e Vans.
“Magari è simpatico...” cerca di tranquillizzarmi Vale, ma senza risultato.
“Devi calmarti Vans” interviene Juls.
Sono troppo furiosa per rispondere. Affretto il passo e apro il mio armadietto, prendo il libro e il quaderno di biologia, ed infine lo chiuso sbattendo l’anta con tutta la forza che ho, giusto per sfogarmi. Riesco a percepire gli occhi di alcuni studenti su di me.
Come mi ha chiamata? Dolcezza? Ma ‘sti cazzi.
Ho ancora male al fondoschiena per colpa della botta che ho preso cadendo per colpa di quel coglione.
Le mie amiche mi seguono continuando a dire frasi per calmarmi, ma io nemmeno le sento. Non sento proprio nulla. E non voglio sentire nulla.
“Voglio stare sola” dico a Vale e Juls, che non dicono una parola in più e si allontanano subito, capendo il mio stato di confusione e rabbia.
Decido di passare al bagno, giusto per fare pipì e riprendermi prima della campanella.
Lentamente mi avvio verso la classe di biologia. Noto Julie e Vale già sedute, hanno tenuto un posto per me.
Appena mi avvicino al posto, Bethany piomba davanti a me e si siede per prima.
Faccio finta di nulla ed evito il suo sguardo, non ho tempo per litigare con lei ora.
Mi siedo in un posto libero due file dietro le mie amiche.
Cerco di ripassare mentalmente l’argomento di biologia che c’era da studiare per oggi, anche se ciò equivale ad una missione impossibile, visto che la classe sta creando un caos assurdo. Ma tutti prendono posto e si zittiscono appena entra la professoressa Carrie, seguita da un ragazzo. Quel ragazzo. Drew. Non è possibile.
E’ veramente lui il ragazzo nuovo. Il mio corpo assume di nuovo la consistenza di una pietra in men che non si dica. Drew consegna dei documenti alla professoressa.
“Un po’ di attenzione per favore” interviene la prof, placando le ultime chiacchierate.
“Vi presento Drew Evans, sarà vostro compagno di classe fino alla fine dell’anno. Drew puoi andare a sederti nel banco vuoto accanto alla signorina Tisdale. Se hai qualche dubbio o informazione da chiedere, Vanessa sarà felice di aiutarti. Non è vero, signorina Tisdale?”
Sgrano gli occhi. Non ci credo. Ma non è possibile!
Drew si avvicina al suo banco e si siede con un sorrisetto. Sento di nuovo tutti gli occhi puntati su di me. Le mie guance stanno bollendo dal rossore provocato.
La professoressa Carrie inizia a spiegare l’argomento nuovo.
Sento una voce che dice qualcosa. Non riesco a capire bene chi sia, sta sussurrando.
Mi guardo attorno e incrocio involontariamente gli occhi di Drew, ma scrollo le spalle e mi rigiro. E’ accanto a me, e con la coda dell’occhio riesco a vedere la sua espressione divertita.
“Ciao dolcezza”
  
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