La porta sbattè violentemente, la terza volta in quella lunga sera. Sirius fiutò l’aria, proprio come un segugio, poi si alzò in piedi e sfoderò la bacchetta, pronto a battersi con l’intruso.
-Lumos- sibilò e il buio intorno a lui scomparve.
-Chi è?- chiese James alle sue spalle, alzandosi a sua volta.
-James?- domandò una voce in fondo al corridoio.
-Lily...?!- esclamò lui, a metà tra il felice e l’arrabbiato. Fece cenno a Sirius di abbassare la bacchetta. Il male che la ragazza gli aveva fatto non si poteva combattere con un incantesimo.
-Io vado. Sono qui in giro, se hai bisogno. Mi basta un fischio.-
James annuì e Sirius uscì dalla casa, passando accanto a una Lily infreddolita e impaurita. Non la salutò nemmeno, ma lei capì e abbassò gli occhi. Al suo posto avrebbe fatto esattamente la stessa cosa.
-Allora?- chiese James, appoggiandosi allo stipite  e passandosi una mano tra i capelli, ostentando una sicurezza che di certo non aveva.
-Ciao- sussurrò lei, scostandosi i capelli fradici dalla fronte. Mai come in quel momento James avrebbe voluto prenderla tra le sue braccia e baciarla, ma non poteva. Ogni volta che ci pensava, la risata di lei di poco prima gli tornava in mente, scacciando tutto il resto.
-Ciao- fece lui, freddo. Il tempo delle lacrime era finito e ringraziò mentalmente la penombra che nascondeva i suoi occhi arrossati.
-Io volevo... scusarmi- cominciò lei incerta, cercando in James un cenno di incoraggiamento, che però non arrivò.
-Pensavo che a venti anni l’avremmo smessa con i giochini e le bambinate. Speravo avessimo superato quella fase anni fa. Invece mi hai brutalmente riportato indietro negli anni questa sera. Credo che tu non abbia riso così forte nemmeno la centesima volta che ti ho chiesto di uscire.-
-Te l’ho già detto, scusami. Sono una stupida...-
-Sì- confermò lui.
-Una cretina...-
-Assolutamente.-
-Ho avuto paura.-
-Cert... Cosa?-
-Mi hai sentito. È per quello che ho riso. Mi hai preso alla sprovvista, pensavo scherzassi.-
-Pensavo che questi tre anni insieme ti avessero dimostrato il contrario. Non ho mai scherzato con te, nemmeno prima. Mai.-
-Lo so, adesso lo so- continuò lei, allungando una mano e sperando che James la stringesse. Lui avanzò di qualche passo, ma non fece altro.
-Che posso fare per farmi perdonare? Lo sai che ti amo, lo so anche io. E voglio passare la mia vita con te, invecchiare insieme a te... quando sono uscita da quella porta, volevo subito tornare indietro...-
-E perché non l’hai fatto?-
-Ma ora sono qui.-
-Sì, ora sei qui- disse James, sciogliendosi finalmente.