Ciao belle bestiole
vi preannuncio che questo è uno dei capitoli più tristi della prima parte di "Una Storia Troppo Babbana". Prima parte che tendo a individuare come tutti i capitoli fino al quarantadue, che secondo me segna una svolta epocale.
naturalmente in seguito ce ne saranno di più tristi, ma per trovare capitoli davvero da portar via ogni briciolo di speranza dovrete aspettare il sesto anno.
uhm, se vi sembro particolarmente pessimista, cinica e crudele, è perchè ho il raffreddore e ho studiato cinque ore e altre tre me ne aspettano adesso.
quindi fuggo, buona lettura...
COME FARSI
MOLLARE IN CINQUE GIORNI
Zia Tracie stava
sistemando la camera di Bernie in modo da trasformarla in un centro di
prima
accoglienza per i bambini non appena fossero nati. Aveva deciso che
avrebbero
dormito in due grosse ceste imbottite.
- Come gli
Aristogatti – precisò, dando una sbattuta a uno
dei due cuscini – Ora dovrebbe
mancare davvero poco – soggiunse – Il medico dice
che entro il 20 del mese
prossimo li avremo in giro per casa! –
- Magnifico! –
sorrisi
- Solo che in
questi giorni mi annoio – ammise lei, accasciandosi sul
divano – Non so davvero
che fare –
- Potresti metterti
il cappotto lungo, la sciarpona e farti un bel giro per Londra
– proposi
- Mi stanco subito,
fin troppo presto anche per fare shopping –
sospirò lei, apparendo avvero
abbattuta – Sai, avere il pancione è divertente ma
dopo un po’ devo ammettere
che ti stufi e anche io preferirei finalmente rimettermi i miei jeans
comodissimi e le miei adorate T-shirt senza dover comprare abiti di
quattro
taglie più grandi –
Mi sedetti accanto
a lei sul divano.
- Remus ancora non
ha chiamato – sussurrò zia Tracie, stringendo tra
le mani la cornetta del
telefono come se temesse di vederla fuggire da un momento
all’altro
- Immagino sia
all’Ordine della Fenice – completai, un
po’ amareggiata
- Logico. Che poi,
che cosa facciano in quel posto, non lo so proprio. Non mi ci ha mai
portata, a
dire il vero – lo ripeteva spesso ma non
gliel’aveva mai chiesto espressamente
di essere portata all’Ordine
Stavo per dirle che
secondo me Lupin avrebbe dovuto rimanerle più accanto in
queste ultime
settimane, quando sentii suonare il campanello. Corsi ad aprire.
- Ciao! –
salutò
Tom, con due buste di stoffa con lo stemma di una costosa ditta
d’asporto tra
le mani
- Ciao! –
aggiunse
Cissie, da dietro, che ne teneva una terza
- Che cos’avete
portato? – domandai, trattendomi a stento dal rubargli le
buste di mano e
rovesciarle sul tavolino del salotto
- La cena per zia
Tracie. Non sapevamo ci fossi qui anche tu – rispose Cissie,
sorridendo
- Ma dovrebbe
bastare anche per te. Mi sono ripromesso che d’ora in poi le
porterò la cena
ogni sera, signora Spellman. Si comincia questa sera con menu francese
–
soggiunse Tom
- Non dovresti,
Tom, posso ancora cucinare! – protestò la zia,
quasi commuovendosi
- Non hai mai
saputo cucinare! – le ricordai – Direi che la cena
di Tom è perfetta! –
Riuscimmo a
mangiare anche noi tre, oltre a zia Tracie, nonostante poi fui
praticamente
costretta a fare delle crepes alla Nutella perché, per non
rubare del cibo ai
cuccioli, ci eravamo decisamente sacrificati.
Quella sera,
rientrata nella Sala Comune di Grifondoro, trovai Pansy ad aspettarmi.
- Andiamo, Maggie,
devo farti vedere l’articolo che volevo scrivere sulle
ricette che mi hanno
suggerito gli elfi domestici per Natale – spiegò
Pansy, prendendomi
sottobraccio – E poi qui io non sono molto desiderata
–
Indicò il folto
gruppo di Grifondoro che le lanciavano sguardi schifati. Anche Hermione
e le
altre due non sembravano molto contente di vedere Pansy.
- Chiamami quando
avrai fatto cambiare aria al dormitorio – sussurrò
Hermione, andandosene con
una pila di libri e Calì e Lavanda la seguirono a ruota,
parlottando tra loro e
ridacchiando stupidamente come al solito
- Non dargli retta.
Sono Grifondoro, è normale che ti guardino male –
osservai
- Anche tu sei una
Grifondoro – ribattè Pansy
- Lo so ma io non
ho mai dato eccessivo peso a questa storia delle Case –
decretai, lanciandomi
sul letto e tirando a Pansy una tavoletta di cioccolata –
Allora, sentiamo! –
- Ti interessa
davvero quello che gli elfi domestici dicono sulle ricette Natalizie?
– rise
lei
- Se devo proprio
essere sincera non è che muio dalla voglia di saperlo, ma
visto che tu sembri
esaltata per questo… - sorrisi
- Una semplice
scusa. Volevo parlare un po’ –
ridacchiò, sedendosi sul letto anche lei
- E di cosa? –
le
domandai, aprendo la cioccolata e mettendomene un grosso quadrato in
bocca
- Un po’ di
tutto.
Come fanno le amiche – disse Pansy, un po’
tristemente
- Bene. Allora
guarda un po’ se mi è arrivato qualche messaggio
di Mark – le indicai la
scrivania e lei corse a recuperare il mio telefono
- Due. Li leggo?
–
chiese, assaporando il momento
- Non ci sarà
nulla
di emozionante, probabilmente mi chiede che fine ho fatto. È
il terzo giorno
che non mi faccio sentire – aggiunsi, orgogliosa
- Ah, no? E
perché?
– fece lei, sorpresa
- Therese suppone
che così capirò se sono innamorata di lui
– spiegai brevemente
- Sarà anche la
ragazza più stronza della Terra, ma talvolta tua sorella ha
delle idee davvero
interessanti – ammise Pansy
- Forse –
sussurrai
– Ma io quantomeno ci sto provando, sperando che funzioni
–
Improvvisamente la
vidi rabbuiarsi.
- Ti metterai con
Draco se dovessi mollare Mark? – mi chiese
- No! certo che no!
– scoppiai a ridere, disgustata
- A Draco piaci da
morire – sospirò, succhiando un quadratino di
cioccolata – credo che lui non ti
dimenticherà mai –
- Probabile, ma io
non voglio più avere a che fare con lui. Come ti ho
già detto, ad Halloween ho
fatto la più grande cazzata della mia vita –
decretai – E ne ho pagate le
conseguenze – soggiunsi, sorridendole
Pagate le
conseguenze. Sì, ma non ancora del tutto…
Per tutto il Sabato
tenni il cellulare spento, in modo da non dover ignorare i messaggi e
gli
squilli di Mark, ma di non sentirli proprio. Io e JJ ci comprammo un
bel po’ di
trucchi in un negozio che faceva delle svendite fuori stagione e poi
rimasi a
dormire da lei. Tornai ad Hogwarts
- Devi scrivere tu
l’articolo! – mentre scendevo al campo da Quidditch
in compagnia di JJ mi
sentii puntellare su una spalla
Pansy era alle
nostre spalle, con la sciarpa di Serpeverde intorno alla gola e i
capelli
stretti in una coda alta.
- Giochi? – le
domandò JJ, interessata
JJ era l’unica
che
non ostentava alcuna spilla o distintivo. Aveva una giacca a vento
argentata e
gli occhiali da sole di Dior rosa shocking che le coprivano mezzo viso,
una
felpa a righe argento e rosa e una grossa molletta di plastica rosa con
brillantini argentati nei capelli.
- Uh, ciao, Jessica
non ti avevo visto! – Pansy le rivolse un sorriso –
Io devo dirigere il coro
dei Serpeverde, mi dispiace ma dovrai occupartene tu –
- E Canon? –
chiesi
- Chi, Colin o suo
fratello? – volle sapere lei
- Dennis. Colin
è
l’addetto alle foto, non può anche scrivere la
cronaca – risposi
- Non faremo in
tempo a beccarlo – spiegò Pansy – Non mi
fido –
- Di me ti fidi?
–
presi il block notes – Se proprio devo… -
- Si può
registrare
la partita! – propose JJ
- Jessica Treford
sei una ragazza molto intelligente! – Pansy corse a cercare
un registratore e
io spinsi la mia amica verso il campo prima che mi raggiungesse di nuovo
Sicuramente Ron
Weasley aveva bisogno di un po’ di incitamento da parte el
pubblico.
Lee Jordan aveva
appena annunciato l’inizio della partita che dagli spalti di
Serpverde si
levarono dei canti non molto incoraggianti per Ron.
- Perché
Weasley è
il nostro re, ogni due ne manca tre, così noi cantiam
perché, perché Weasley è
il nostro re – Pansy Parkinson stava dirigendo il coro con le
spalle al campo e
saltellava allegramente
- Non è
divertentissimo? –
JJ mi diede una
gomitata, indicandola
- Weasley è
nato in
un bidon, ha la testa nel pallon, vinceremo noi perché,
perché weasley è il
nostro re – cantavano imperterriti i Serpeverde
- Vado a dire a
Pansy di smetterla – decisi e mi avviai giù dagli
spalti, subito seguita da
JJ - Pansy, forse
dovreste, uhm…Non mi
sembra una cosa molto educata da fare – decretai
- Infatti, vedi,
Maggie, noi non volevamo essere educati – sorrise lei
- Ciao, Babbana,
sei venuta a fare da spalla alla tua amica Spencer? – Malfoy
mi sfrecciò a due
centrimetri di distanza guardandomi sprezzante
- No, Malfoy, in
realtà io ero troppo curiosa di vedere se i tuoi capelli
sembravano meno paglia
dell’anno scorso ora che hai iniziato a farti le canne, ma a
quanto pare non
hai rinunciato a farti leccare da una vacca tutte le mattine
– replicò JJ,
accarezzandogli i capelli
- Tieni le tue
sudicie mani da Babbana a posto! – sbottò Draco
- E poi lo sapevi
che le canne fanno ammosciare il cazzo? – soggiunse
Draco avvampò e
tirò fuori la bacchetta dalla tasca, puntandogliela contro.
- Il boccino! –
strillai, credibilissima e indicai un punto abbastanza lontano
Draco si voltò
e
virò in quella direzione. Io e JJ ci lanciammo
un’occhiata divertita e
scoppiammo a ridere.
- Perché
Weasley è
il nostro re, perché Weasley è il nostro re, ogni
due ne manca tre, perché
Weasley è il nostro re! – Serpeverde aveva segnato
Mi guardai attorno
affranta.
- Non smetto di
cantare, se è questo che volevi chiedermi – Pansy
sorrise candidamente
- Oh, avanti, non
sarà il coro che rovinerà la partita –
mi fece notare intelligentemente JJ
Infatti prima che
potessimo risederci ai nostri posti dalla parte dei Grifondoro,
Serpeverde
segnò ancora.
Entro cinque
minuti, Grifondoro aveva finalmente segnato, ma i punti da recuperare
erano
diventati trenta, visto che Ron aveva fatto passare altre due pluffe.
- Posso dirti una
cosa? – mi sussurrò piano JJ in un orecchio. Io
annuii – Il rosso gioca di
merda –
- Non è vero!
–
protestò Hermione, che probabilmente l’aveva
sentita – Soltanto è molto
nervoso. Non credo che la tua prima sfilata sia andata divinamente
–
JJ la guardò
interrogativa.
- Io
non…ehm…io non
sfilo – ammise
- Ecco! Appunto!
–
osservò Hermione, e ci voltò le spalle
- Non ho capito una
virgola del ragionamento di quella ragazza –
borbottò JJ
- Neanche io. È
troppo intelligente per noi – la rincuorai
- Già
– la mia
amica sembrava rassicurata e scrutava il campo con attenzione
– Ehi! Guardalo
là quel bastardo d’un boccino! –
indicò un punto vicino agli spalti di
Serpverde
- Dove? – le
domandai, sforzando la vista
- Lì!
Lì! Si muove!
– JJ lo indicava con la mano, spostandola ogni mezzo secondo
Finalmente, quando
fu sullo sfondo blu del cielo limpido, lo vidi anche io.
JJ sorrise
sollevata e finalmente Harry si gettò
all’inseguimento del boccino.
- Prendilo! – JJ
battè le mani allegramente, scatenando la sarcastica risata
di Malfoy che stava
planando verso terra con la scopa
- Ciao, foca! –
le
gridò, mentre raggiungeva Harry
- Ficcati quel
manico di scopa di merda nel tuo culo pallido! – gli
urlò JJ in risposta – Lo
so, è umiliantemente umiliante tifare per Potter, ma odio
quella capra bionda –
Mentre Draco
sembrava sul punto di superare Harry e acciuffare il boccino, dalle
gradinate
di Serpeverde si levò ancora più forte il solito
canto.
- Malfoy ce l’ha
moscio! Malfoy ce l’ha moscio! – strillò
JJ accompagnandosi con il tintinnio
che i suoi braccialetti facevano quando batteva le mani.
Prima che potessimo
allestire un vero e proprio coro, Harry prese il boccino e Madama Bumb
fischiò
la fine della partita.
- Abbiamo vinto?
–
domandò JJ, girandosi verso di me
- Certo! –
risposi,
allegra
- Uh, ottimo! –
mi
saltò al collo stringendomi in un abbraccio soffocante
– Che si fa per
festeggiare? Un bagno nel lago tutti vestiti? –
- Penso
semplicemente qualcosa in Sala Comune – ammisi
- Una festa è
sempre una festa. Specialmente con l’allettante prospettiva
del pranzo dai
Pursers che mi tocca alle 12.30 – JJ si rabbuiò ma
fu solo un attimo
- Vieni, scendiamo
– proposi – devo intervistare le squadre
–
Prima che potessimo
arrivare nel campo, però, ci rendemmo conto di quello che
stava succedendo.
Malfoy era in piedi davanti a Harry, Fred e George Weasley e sembrava
che non
si stesse esattamente complimentando per la vittoria, visto che
Angelina teneva
per un braccio fred e Harry teneva George.
- Ohi-ohi. La vedo
brutta – fece JJ, mantenendosi in disparte nella speranza
comunque di sentire
qualcosa
Non sentimmo
niente. In un attimo, Harry e George si avventarono su Malfoy e
cominciarono a
prenderlo a pugni e a calci.
- Da sotto, da
sotto! – strillammo
io e JJ, lanciandoci un’occhiata divertita
Sentii una mano
spingermi lontana dalla mia amica. In mezzo a noi passò
velocemente Madama Bumb
e fece un incantesimo ai tre, perché smettessero di darsele
di santa ragione.
- Accidenti,
proprio ora che veniva il bello – protestò JJ,
meritandosi l’occhiataccia di
Hermione che ci aveva raggiunte, preoccupata
- Dal direttore
della vostra Casa! Subito! – strillò Madama Bumb,
diventando di un simpatico
color porpora e Harry e George si affrettarono verso il castello,
seguiti da
Malfoy che barcollava e piagnucolava teatralmente
- Spencer –
sussurrò una vocetta alle mie spalle.
- Risse?!? –
ripetei, sgranando gli occhi – Un pugno a Malfoy. Una volta.
E perché lui mi
aveva fatto una Cruciatus! – precisai
- Al di là
delle
allevianti, mi sembra che tu e la tua amica stavate proprio gradendo lo
spettacolo! – replicò
- E le sembra un
crimine, questo? Almeno la metà delle persone in questo
stadio avrebbe
volentieri pestato a sangue Malfoy – le rispose JJ,
sgarbatamente
- Non mi pare che
tu sia una mia alunna – disse, lentamente
- Infatti non lo
sono – convenne JJ
- Cosa significa?
–
chiese
- Può avere un
solo
significato: io non sono una sua alunna – ripetè
JJ, scandendo le parole come
se stesse parlando ad una ritardata
- Andrò
più a fondo
in questa faccenda un’altra volta – decise
– Adesso ho altro da sbrigare – e si
diresse a grandi passi verso il castello
- Penso che le
farò
saltare quel fiocco di merda dalla testa a furia di sputi –
annunciò Fred
Weasley, in sala comune
- Qualche problema?
– domanda superflua
- Squalificati –
sospirò
Harry
- A tempo
indeterminato – puntualizzò George
- Ma dai…
- Non
-
- Decreto
diddattico numero venticinque – disse brevemente George
- Un altro? –
feci
io
- La stessa precisa
reazione della McGranitt – osservò Fred
– Un altro. E all’Inquisitore Supremo è
consentita la massima autorità su tutte le sanzioni,
punizioni eccetera –
- In poche parole
può cambiare le punizioni di tutti come cazzo preferisce
– conclusi
- Ma noi non ci
lasciamo abbattere da queste stupidate, non è vero,
fratello? – rise George
- Altrochè! E
per
prima cosa, cara la nostra Maggie, visto che le nostre scope sono sotto
chiave
nell’ufficio della Umbridge, tocca a te darti da fare per la
squadra – aggiunse
Fred
- Significherebbe?
– domandai
- Presto si faranno
degli altri provini per sostituirci e sarebbe figo se fossi tu a
rimpiazzarci –
spiegò George – Insomma, magari poi gli altri si
incantano a guardarti il culo
e dimenticano di inseguire la pluffa! Sarebbe meraviglioso, visto che
le nostre
Cacciatrici sono femmine! –
- Non fa una grinza
– ammisi – Ma io sono forte in attacco, non potete
mettermi in battuta –
- Molto meglio come
Cercatrice – riprese Fred – Sei veloce, hai un buon
equilibrio… -
- L’unica cosa
che
ti chiediamo è di distrarre tutti con il tuo savoir faire
– precisò George
- State facendo
molte supposizioni – osservai – Non è
detto che io venga presa –
- Maggie, diciamoci
la verità – sorrise George e poi lanciò
un’occiata di sbieco a Harry affondato
in una poltrona – Tu in questa scuola hai un potere
illimitato. Scommetto che
ci metti un attimo a entrare in squadra –
- Esagerati! Quanti
complimenti – sorrisi, lusingata
La sera scese
presto su Hogwarts, quel 27 Novembre. Nonostante la mattina durante la
partita
fosse stato sereno, poco dopo cena iniziò a nevicare. La
neve cadeva così fitta
che in meno di mezz’ora aveva già ricoperto tutti
i punti del prato e,
guardando dalla finestra, non si vedeva più nemmeno una
angolo che non fosse
bianco. Rimasi a guardare i fiocchi che danzavano come incantata,
finchè non
sentii la porta sbattere contro il muro. Qualcuno l’aveva
aperta con una foga
da film western.
- Ti ho mai vietato
di dirmi quello che ti passava per la testa? – sentii il
sangue gelarsi nelle
vene. Ora, probabilmente, la neve che batteva sul vetro doveva essere
molto più
calda della mia pelle.
Mi voltai. Mark era
stravolto. Aveva i capelli bagnati appiccicati alla fronte, la neve
sulle
spalle e sulla punta del naso, le guance rosse come pomodori maturi e
il
fiatone. Si chiuse la porta alle spalle e mi prese per le mani.
- A che gioco stai
giocando, Maggie? – mi domandò
- Io…nulla,
Mark –
balbettai
- Nulla? Beh, è
carino da parte tua fingere che vada tutto bene! –
sbottò lui, con gli occhi
che luccicavano – Perché non mi pare proprio che
sia come dici tu –
- Che cosa…?
–
iniziai, preoccupata nel vedere quelle lacrime
- Chiedilo al tuo
amichetto Potter, “che cosa” –
sibilò Mark, passandosi una manica della felpa
sulla guancia
- Potter?!? – lo
fissai senza capire – Vuoi dire quel ragazzo con gli occhiali
che… -
- Cosa credevi, che
non sarei venuto a cercarti? Sono cinque giorni che non ti fai sentire.
Non
potevo aspettare ancora, ho chiesto a JJ. L’ho chiamata ma
non rispondeva, sono
andata a casa sua e la sua cameriera mi ha detto che era a mangiare dai
Pursers. Forse è una stronzata, ho pensato, ma sono andato
lo stesso a cercarla
dai Pursers e l’ho costretta a darmi
- Lascia che ti
spieghi… - cominciai, pensando a una scusa plausibile
- Non hai niente da
spiegarmi, Maggie. È andata così –
decretò lui
- Sì,
è andata così
– ammisi
Vidi la sua faccia
contrarsi in una nuova smorfia. Forse si era aspettato che gli dicessi
che
Harry si era inventato tutto o che era uno scherzo per metterlo alla
prova o
che in un modo o nell’altro riuscissi a rigirare la frittata.
- Se volevi
mollarmi potevi dirmelo – sussurrò
- Io non volevo
mollarti – replicai, sentendo un groppo in gola –
Hai frainteso –
- Frainteso, eh?
–
Mark sospirò pesantemente – Non credo proprio,
Maggie. Se tu hai voglia di
tradirmi significa anche che hai voglia di mollarmi – rimase
qualche secondo a
fissarmi negli occhi – Se è questo che vuoi, per
me va bene –
Si girò e corse
via
lungo il corridoio buio, lasciandomi lì, nella mia camera
buia con un grande
buio dentro.
Ecco com’era
essere
mollati. Mi gettai sul letto e scoppiai in lacrime. La zia diceva che
piangere
aiuta a sentirsi meglio. Ma non servì proprio a nulla,
così mi misi a cercare
la cioccolata che tenevo per le emergenze nella libreria ma una volta
che
l’ebbi a pochi centimetri dalla bocca, mi resi conto di non
avere fame. Il mio
stomaco sembrava essere ripieno di pietre, non sarei riuscita neanche a
darne
un piccolo morso.
Accesi lo stereo ma
mi resi conto di non avere voglia di ascoltare la musica.
Leggere un libro
era fuori questione. Li avevo comprati tutti con Mark o ne avevo letto
a Mark
qualche pezzetto. Guardarmi in giro era da escludersi, metà
delle foto
sull’armadio raffiguravano Mark e l’altra
metà dei posti in cui eravamo stati
assieme e, spesso, avevamo anche scopato. Persino i libri di scuola
erano pieni
di scritte riferite a Mark. Tutto, in quella camera, in quella scuola,
in
questo mondo, mi ricordava Mark.
Ripensai alla
tecnica di Glenda e presi un foglio colorato (che avevo comprato con
Mark) e
una penna dall’astuccio di jeans (entrambi regalati da Mark)
e cominciai a
scrivere “Io
non amo Mark White”.
Ma vederlo
scritto non mi aiutò a sentirmi meglio, anzi, mi fece
sentire un’ipocrita al
pari di Glenda e lo trovai decisamente corrosivo per la mia salute
mentale,
perciò decisi di andare a Casa Riddle, dove Mark non era mai
entrato.
Arrivai come al
solito nel giardino e corsi verso la porta, picchiando come una
forsennata.
- Maggie, che
diavolo c’è? – mi aggredì
Bellatrix, aprendo la porta scocciata – Siamo in
riunione – soggiunse – Dobbiamo parlare di un piano
particolarmente importante
–
- Non me ne frega
un cazzo – replicai, sentendo che stavo per ricominciare a
piangere disperata
Bella mi fissò
sconcertata e fece un passo indietro, senza proferire verbo. Mi tuffai
su per
le scale, spalancai la porta della camera e mi gettai al collo di Tom,
in
lacrime.
- Fuori – disse
freddamente lui ai Mangiamorte riuniti nella camera - Maggie?
– chiese,
preoccupato
Non riuscii a
rispondere in alcun modo, continuavo a respirare affannosamente.
- Sembra essere un
problema grave – sussurrò Bellatrix, rimanendo
prudentemente vicino alla porta
– Visto che Mark non ha saputo risolverlo –
Tom le lanciò
un’occhiata sbigottita. Ma quando comprese che il ritmo dei
miei singhiozzi era
aumentato a quella frase, le idee gli si fecero subito molto
più chiare.
- Non dirmi
che… -
cominciò
Non ci fu bisogno
che finisse la frase o che io mi degnassi di rispondere
perché sapesse che
avevo finalmente messo in pratica il consiglio di Therese. Poteva
tranquillamente leggermelo nella mente e questa volta la sua scomoda
dote non
guastava.
- Posso
sapere…? –
si intromise Bella
- No, vai via –
rispose Tom e lei uscì mestamente, chiudendosi la porta alle
spalle
Mi lasciai cadere
sul divano. Tom mi versò un bicchiere di vodka, poi
andò a rovesciarlo nel
lavandino in bagno e ritornò con un bicchiere
d’acqua fredda.
- Smetti di
piangere o ti verrà un gran mal di testa – mi
suggerì
- Tu non puoi
capire… - singhiozzai
- Ah, questa è
buona! La mia frase preferita quando Glenda fa qualcuna delle sue
bastardate –
sorrise lui
- Che cazzo ti
ridi, stronzo? Io soffro e tu ridi – sbottai
- Non sto ridendo.
Sorrido, è diverso – si giustificò Tom
- Non mi sei
d’aiuto se sorridi – sussurrai
- Allora, come
posso esserti d’aiuto? – mi chiese, sedendosi
accanto a me sul divano
-
Boh…probabilmente
in questo momento non puoi essermi d’aiuto – ammisi
- Magari posso
farti sentire meglio – osservò Tom
- Se hai un piano
perché Mark ritorni in ginocchio da me allora forse potrei
sentirmi meglio –
piagnucolai
- Smetti di
recitare la parte di Cissie la lagna, però, è
abbastanza snervante – decretò
lui
- Per te è
facile!
Tu non sei stato incastrato da uno sfigato! – protestai
-
Cos’è successo,
esattamente? – domandò, piano
- Non lo sai
già
cos’è successo? – replicai
- Voglio sentirlo
da te – fece Tom, rimettendomi il bicchiere d’acqua
tra le mani
- Non ho sete! –
sbattei il bicchiere sul tavolino e incrociai le braccia sul petto
– Non ho
fame e non ho voglia di raccontarti come quello stronzo di Potter
è andato a
dire a Mark che mi ero scopata Malfoy –
- Potter? –
sospirò
Tom – Non avrei fatto bene ad ucciderlo prima? -
- Domani ci parlo
io, con quello là – decretai
- Perché
aspettare
domani? Vacci a parlare ora – sorrise Tom - magari ha
qualcosa da dirti -
- Posso sapere cosa
significa quell’espressione da
io-so-perfettamente-come-sono-andate-le-cose-e-per-quanto-tu-possa-non-credermi-ne-conosco-anche-il-motivo?-
domandai spazientita
- Esattamente
questo. Io so perfettamente come sono andate le cose e per quanto tu
possa non
credermi ne conosco anche il motivo – rispose lui
- E illuminami,
allora – feci io
- Ti arrabbieresti
– replicò Tom
- Mi arrabbio di
più
se non me lo dici – ribattei
- E poi diresti che
mi faccio condizionare da Therese – soggiunse
- Come vedi, non
sei l’unico – mormorai, amareggiata
- E infine
scoppieresti a ridere sostenendo che sono paranoico – riprese
Tom
- Uff…muoviti!
– sbuffai,
asciugandomi le lacrime con un fazzoletto che avevo ritrovato in tasca
- Parla prima con
tua sorella. Poi parla con Potter. Se nessuno dei due ti
darà una risposta, ti
dirò quello che penso –si alzò in piedi
e mi allungò la mano – Non che io voglia
mandarti via, Maggie, figurati…è solo che la
questione di cui stavamo parlando
è davvero importante e
purtroppo
avevo appena cominciato –
- Mi stai più o
meno liquidando – osservai, Tom aprì la bocca per
replicare – Sì, lo so che non
è che tu vuoi liberarti di me…lo so. Data
l’importanza del discorso potrebbe
esserci di mezzo quella merdosissima profezia? –
- E pensare che
è
grazie a te se ora so anche la stanza precisa nella quale si trova
– sorrise
- Cioè?
– rimasi
ferma sulla porta
- Tu mi hai
raccontato della tua scopata al Ministero e da come lo raccontavi
sembrava una
potenziale Sala delle Profezie, mi è bastato mezzo secondo
di legilimanzia per
capire che i miei sospetti erano fondati – spiegò
Tom
- Non tromberò
più
al Ministero – mi vergognavo di essere stata
d’aiuto a quel modo e me ne andai
velocemente, incrociando Bellatrix e Codaliscia sulle scale con aria
fintamente
indifferente – E voi cosa stavate facendo di bello qui?
– chiesi, sarcastica
- Noi? –
Codaliscia
guardò Bellatrix
- Noi? –
Bellatrix
guardò Codaliscia
- Spolveravamo le
scale – disse Coda
- Parlavamo del
piano dell’Oscuro Signore – rispose invece Bella
-
Ehm…sì, parlavamo
del piano dell’Oscuro Signore – annuì
Coda, vigorosamente
- Spolverando le
scale – precisò Bella
Per la prima volta
in vita mia, in quasi quindici anni, avevo voglia di parlare con
Therese.
L’aspettai fino
alle 21.30 seduta sul letto con lo sguardo fisso sulla neve che
vorticava fuori
dalla finestra.
- Guai in
vista… -
sussurrò Therese, lanciandomi un’occhiata di puro
terrore
- Non ci vuole la
laurea in sociologia per capirlo – ironizzai
- Prima o poi
sarebbe successo, Maggie. Faceva parte del piano –
osservò lei
- Di un piano del
cazzo! – strillai e improvvisamente ricominciai a piangere,
mentre lo sguardo
mi si posava sulla foto che io e Mark avevamo scattato solo la
settimana prima
- Scusa –
sussurrò
Therese, abbracciandomi
- Scusa?!? –
ripetei, allontanandomi un attimo per guardarla meglio
- Ho sbagliato a
suggerirti quel piano. Tu con Mark eri felice e ora ti disperi. E
questi
quattro o cinque giorni di silenzio ti sono costati più di
quattro o cinque
giorni di digiuno. Perdonami, sorellina, lo sai che sono una stronza
– ammise
- Non è colpa
tua –
singhiozzai
Ecco a voi, signori
e signori, il Mondo Alla Rovescia: Therese che consola Maggie. Maggie
che
decolpevolizza Therese. Therese che chiede scusa a Maggie. La prima e
probabilmente ultima puntata di “il Mondo Alla
Rovescia”.
- Avrei dovuto
pensarci prima di darti retta che era una stronzata colossale quella
che stavo
per fare – osservai
- Ma come…che
cosa…cioè…alla fin fine
oggi…fino a questo pomeriggio sembrava
che…insomma voi
non vi eravate…beh…- Therese stava cercando il
modo giusto per chiedermi
com’era successo che Mark mi aveva mollata
- È venuto a
cercarmi. Si è fatto dare
- Oh, no…e gli
ha
anche detto che…? – cominciò Therese
- Della notte di
Halloween? – lei annuì – Sì,
certo! Vuoi vedere che dimenticava questo
succulento particolare? –
- Oh, no… -
sospirò
mia sorella
- Oh, sì
– replicai
io
- Quel ragazzo
è
così stupido – ammise Therese
- Già
– concordai –
E ora? –
- Tu vuoi ritornare
assieme a Mark, immagino – iniziò mia sorella
- Il più presto
possibile – precisai
- Quindi ora
potresti chiamarlo e dirgli che ti dispiace! – propose lei
- Non credo che
funzionerebbe – cominciai a mordicchiare una penna che avevo
sul comodino –
Insomma, forse conviene almeno lasciargli il tempo di abituarsi
all’idea che io
gli abbia fatto le corna. Voglio dire, magari tra un paio di
giorni… -
- Non so quanto
possa essere una buona idea rimanadare – borbottò
Therese
- Non si tratta
semplicemente di rimandare – replicai – Si tratta
di pensarci. Voglio pensarci
– puntualizzai
- Tu? Tu vuoi
pensarci? Io pensavo che tu pensassi che volessi rimettertici insieme
– mia
sorella sgranò gli occhi dietro i suo riccioli che le
ricadevano sulla fronte
disordinatamente
- Infatti è
quello
che voglio – osservai
- E allora a cosa
devi pensare? – domandò lei
- Voglio capire se
sono pronta a ritornare con Mark e a non tradirlo mai più. E
poi voglio che
sappia di Cedric, e di tutte le volte che ho pensato al tradimento come
a un
semplice passatempo. Voglio che tra noi non ci siano più
segreti – spiegai
- Quindi a questo
punto cosa farai? – mi chiese Therese
- Credo che per
prima cosa andrò a parlare con Harry. Per ora, mi sembra la
soluzione migliore.
Devo chiedergli chiarimenti – risposi
Non me lo
impedì. Non
disse che forse era meglio lasciar perdere e che io e Potter avremmo
finito per
scannarci. Infilai la testa nell’armadio alla ricerca di una
felpa da mettermi
sopra alla maglietta perché la sola idea di raggiungere il
dormitorio dei
maschi mi faceva rabbrividire.
Sweet_witch:
innanzitutto,
benvenuta tra le recensitrici di questa fanfiction! Sei nuova quindi
devi
ancora renderti conto di quanto questa storia sia altamente lontana da
tutto
ciò che è sano e costruttivo. Comunque non
preoccuparti, adoro la beata
innocenza di chi scrive che se non aggiorno subito andrà in
crisi d’astinenza.
Sì, a un certo punto le stronzate rischiano di diventare una
droga ma, credimi,
una crisi d’astinenza non può fare che bene: per
smaltire le stronzate che
escono in un capitolo ci vuole almeno una settimana lontani da
qui…! (a parte
tutto, sono lusingata…)
Fex: figurati,
io
adoro le faccine! Solo che quando scrivo non ho mai il tempo e la
lucidità per
inserirle e così metto solo un’orrida e
inguardabile serie di puntini puntini…come
diceva Therese in qualche capitolo antico “se i puntini
puntini avessero un
loro sindacato sicuramente sciopererebbero perché abusi di
loro”. Comunque sì,
Maggie si fa un sacco di viaggi mentali su qualsiasi cosa. E adesso
è ancora
nulla! Il culmine lo raggiungerà al sesto anno, in un
capitolo che si chiama
proprio “
Mony_Riddle:
sono
contenta che Kathy ti abbia fatto conoscere la mia fanfiction
(cioè no, è
decisamente sconveniente per la tua salute mentale, ma io adoro le
recensioni e
quindi…) e sono contentissima che ti stia dando da fare per
arrivare al
capitolo 41 (ovviamente, ci vuole una vita…io lo so
benissimo e ti aspetterò!).
volevo solo rispondere alla tua domanda “tornerà
Miss Klane?” che mi è sembrata
interessantissima. Ebbene sì, tra non molto la
riavrete… Magari non si chiamerà
così, ma…aspetta e vedrai
Schumi95:
Pansy è uno
di quei personaggi che è nato a immagine e somiglianza di
una certa persona e
poi, andando avanti con gli anni, ha preso un pezzettino di altri.
All’inizio
era semplicemente Martina, una ragazza che mi stava alquanto antipatica
con la
quale pubblicavo un giornalino alle medie (eravamo caporedattrici) poi
man mano
è andata a comprendere piccoli
“pezzettini” di Ele, Stefania e Ska. In quanto
alla tecnica usata da Maggie, sì, l’ho fatto. E in
effetti ha fallito. Non
farlo mai, la maggior parte delle volte rovina tutto.
Lady_slytherin:
come
hai visto, JJ stava inveendo contro Draco. O meglio, è solo
una delle parti in
cui inveisce contro di lui. Naturalmente conosciamo tutti il detto
“chi
disprezza…”. Comunque anche per Draco
arriverà il riscatto e, se ti può far
piacere, da questo momento in poi sarà sempre più
presente nella storia anche
se non in versione “principe azzuro”. Non di
Maggie, almeno…hehe…Beh, come
avevi previsto, Mark ha sofferto alquanto. Credo abbia sofferto
specialmente
perché Maggie si è dimostrata una vigliacca
decidendo di non parlare con lui e
far parlare le azioni. Diciamo che Mark non se l’aspettava.
Pikky91: la
maggior
parte delle volte che l’amore è corrisposto,
l’amato non se ne accorge e
finisce per ferire l’amante. Fidati, l’unica volta
che sono stata con uno serio
(serio forse è un po’ esagerato, diciamo serio
rispetto agli altri) ho usato
una sottospecie di strategia simile per scoprire se mi tradiva e lui si
è
sentito ferito perché credeva che io non mi fidassi di lui e
poi…beh, quella
serie catastrofica di eventi che si susseguono quando sbagli qualcosa
di
apparentemente microscopico. Cissie è, per ora,
l’unica che non ha problemi
d’amore e quindi l’unica che ha ancora un briciolo
di razionalità. Piccola
peste paffosa…
Maggie Addicted: questo
capitolo, se il trentanove ti faceva fare grrrr (volevo trovare questo
verso ma
non so come definirlo: grufolare?) e lo scorso ti ha fatto venire un
peso allo
stomaco, probabilmente ti ha ucciso psicologicamente e ora sei circa
come Tom
con Glenda, te ne vai in giro senza meta per la casa riguardandoti le
foto
degli scorsi capitoli e mugolando “oddio, capitolo 41, hai
rovinato la mia
vita”, comunque non deprimerti, il mondo è pieno
di ragazzine stupide ma
generalmente le ragazzine stupide riescono a sistemare le loro
stronzate. Io
sono una di quelle!
*****
L’Angolino
Delle
Anticipazioni
- No che non va
bene! Ora Mark è convinto che io lo abbia tradito ed
è tutta colpa tua –
protestai
- Ma tu
effettivamente lo hai tradito – mi corresse Harry
***
- Allora, Spencer,
è vero che il Babbano ti ha mollato? – disse,
invece, una voce ben conosciuta
***
- Io non ci trovo
nulla da ridere – sbottai
- Tu…ma io!
– mi
ignorò completamente – Questa sì che
è una notiziona da giornalino…quello
sfigato che ti viene dietro! E io che te lo ripeto da due mesi e tu che
non mi
vuoi dare retta! –
***
- Ti ho invitato qui
per parlare – mi mise un dito sulla bocca – Per
parlare seriamente –
- Per parlare
della
notte di Halloween? O di Cedric? O di Harry? Beh, ne avremo per un anno
intero,
allora – biascicai