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Autore: JiuJiu91    21/11/2007    10 recensioni
Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. Quando guardi a lungo nell'abisso, anche l'abisso guarda dentro di te. [Friedrich Nietzsche]
Le gemelle Spencer vivono su binari paralleli: Maggie è esuberante, goffa e maldestra, perennemente intenta a collezionare figuracce, mentre la riservata Therese è una studentessa modello, saggia dispensatrice di consigli e ottima strega. Destinate a non incontrarsi mai, se non si fossero trovate intrappolate, assieme, in un piano molto più grande di loro, divise tra Bene e Male. Sempre che Bene e Male esistano ancora, quando i Buoni sono pronti a tutto pur di vincere la guerra e i Cattivi non sembrano poi così cattivi.
In un Mondo Magico in cui non è più tutto bianco o tutto nero si intrecciano storie d'amore e di guerra, d'amicizia e di fratellanza, di alleanze e di tradimenti. In tutte le sfumature che preferite.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Nuovo, personaggio, Serpeverde, Tom, Riddle/Voldermort
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Ciao belle bestiole

vi preannuncio che questo è uno dei capitoli più tristi della prima parte di "Una Storia Troppo Babbana". Prima parte che tendo a individuare come tutti i capitoli fino al quarantadue, che secondo me segna una svolta epocale.

naturalmente in seguito ce ne saranno di più tristi, ma per trovare capitoli davvero da portar via ogni briciolo di speranza dovrete aspettare il sesto anno.

uhm, se vi sembro particolarmente pessimista, cinica e crudele, è perchè ho il raffreddore e ho studiato cinque ore e altre tre me ne aspettano adesso.

quindi fuggo, buona lettura...

COME FARSI MOLLARE IN CINQUE GIORNI

Zia Tracie stava sistemando la camera di Bernie in modo da trasformarla in un centro di prima accoglienza per i bambini non appena fossero nati. Aveva deciso che avrebbero dormito in due grosse ceste imbottite.

- Come gli Aristogatti – precisò, dando una sbattuta a uno dei due cuscini – Ora dovrebbe mancare davvero poco – soggiunse – Il medico dice che entro il 20 del mese prossimo li avremo in giro per casa! –

- Magnifico! – sorrisi

- Solo che in questi giorni mi annoio – ammise lei, accasciandosi sul divano – Non so davvero che fare –

- Potresti metterti il cappotto lungo, la sciarpona e farti un bel giro per Londra – proposi

- Mi stanco subito, fin troppo presto anche per fare shopping – sospirò lei, apparendo avvero abbattuta – Sai, avere il pancione è divertente ma dopo un po’ devo ammettere che ti stufi e anche io preferirei finalmente rimettermi i miei jeans comodissimi e le miei adorate T-shirt senza dover comprare abiti di quattro taglie più grandi –

Mi sedetti accanto a lei sul divano.

- Remus ancora non ha chiamato – sussurrò zia Tracie, stringendo tra le mani la cornetta del telefono come se temesse di vederla fuggire da un momento all’altro

- Immagino sia all’Ordine della Fenice – completai, un po’ amareggiata

- Logico. Che poi, che cosa facciano in quel posto, non lo so proprio. Non mi ci ha mai portata, a dire il vero – lo ripeteva spesso ma non gliel’aveva mai chiesto espressamente di essere portata all’Ordine

Stavo per dirle che secondo me Lupin avrebbe dovuto rimanerle più accanto in queste ultime settimane, quando sentii suonare il campanello. Corsi ad aprire.

- Ciao! – salutò Tom, con due buste di stoffa con lo stemma di una costosa ditta d’asporto tra le mani

- Ciao! – aggiunse Cissie, da dietro, che ne teneva una terza

- Che cos’avete portato? – domandai, trattendomi a stento dal rubargli le buste di mano e rovesciarle sul tavolino del salotto

- La cena per zia Tracie. Non sapevamo ci fossi qui anche tu – rispose Cissie, sorridendo

- Ma dovrebbe bastare anche per te. Mi sono ripromesso che d’ora in poi le porterò la cena ogni sera, signora Spellman. Si comincia questa sera con menu francese – soggiunse Tom

- Non dovresti, Tom, posso ancora cucinare! – protestò la zia, quasi commuovendosi

- Non hai mai saputo cucinare! – le ricordai – Direi che la cena di Tom è perfetta! –

Riuscimmo a mangiare anche noi tre, oltre a zia Tracie, nonostante poi fui praticamente costretta a fare delle crepes alla Nutella perché, per non rubare del cibo ai cuccioli, ci eravamo decisamente sacrificati.

Quella sera, rientrata nella Sala Comune di Grifondoro, trovai Pansy ad aspettarmi.

- Andiamo, Maggie, devo farti vedere l’articolo che volevo scrivere sulle ricette che mi hanno suggerito gli elfi domestici per Natale – spiegò Pansy, prendendomi sottobraccio – E poi qui io non sono molto desiderata –

Indicò il folto gruppo di Grifondoro che le lanciavano sguardi schifati. Anche Hermione e le altre due non sembravano molto contente di vedere Pansy.

- Chiamami quando avrai fatto cambiare aria al dormitorio – sussurrò Hermione, andandosene con una pila di libri e Calì e Lavanda la seguirono a ruota, parlottando tra loro e ridacchiando stupidamente come al solito

- Non dargli retta. Sono Grifondoro, è normale che ti guardino male – osservai

- Anche tu sei una Grifondoro – ribattè Pansy

- Lo so ma io non ho mai dato eccessivo peso a questa storia delle Case – decretai, lanciandomi sul letto e tirando a Pansy una tavoletta di cioccolata – Allora, sentiamo! –

- Ti interessa davvero quello che gli elfi domestici dicono sulle ricette Natalizie? – rise lei

- Se devo proprio essere sincera non è che muio dalla voglia di saperlo, ma visto che tu sembri esaltata per questo… - sorrisi

- Una semplice scusa. Volevo parlare un po’ – ridacchiò, sedendosi sul letto anche lei

- E di cosa? – le domandai, aprendo la cioccolata e mettendomene un grosso quadrato in bocca

- Un po’ di tutto. Come fanno le amiche – disse Pansy, un po’ tristemente

- Bene. Allora guarda un po’ se mi è arrivato qualche messaggio di Mark – le indicai la scrivania e lei corse a recuperare il mio telefono

- Due. Li leggo? – chiese, assaporando il momento

- Non ci sarà nulla di emozionante, probabilmente mi chiede che fine ho fatto. È il terzo giorno che non mi faccio sentire – aggiunsi, orgogliosa

- Ah, no? E perché? – fece lei, sorpresa

- Therese suppone che così capirò se sono innamorata di lui – spiegai brevemente

- Sarà anche la ragazza più stronza della Terra, ma talvolta tua sorella ha delle idee davvero interessanti – ammise Pansy

- Forse – sussurrai – Ma io quantomeno ci sto provando, sperando che funzioni –

Improvvisamente la vidi rabbuiarsi.

- Ti metterai con Draco se dovessi mollare Mark? – mi chiese

- No! certo che no! – scoppiai a ridere, disgustata

- A Draco piaci da morire – sospirò, succhiando un quadratino di cioccolata – credo che lui non ti dimenticherà mai –

- Probabile, ma io non voglio più avere a che fare con lui. Come ti ho già detto, ad Halloween ho fatto la più grande cazzata della mia vita – decretai – E ne ho pagate le conseguenze – soggiunsi, sorridendole

Pagate le conseguenze. Sì, ma non ancora del tutto…

Per tutto il Sabato tenni il cellulare spento, in modo da non dover ignorare i messaggi e gli squilli di Mark, ma di non sentirli proprio. Io e JJ ci comprammo un bel po’ di trucchi in un negozio che faceva delle svendite fuori stagione e poi rimasi a dormire da lei. Tornai ad Hogwarts la Domenica mattina presto, e la tensione era al massimo in vista della prima partita di Quidditch della stagione.

- Devi scrivere tu l’articolo! – mentre scendevo al campo da Quidditch in compagnia di JJ mi sentii puntellare su una spalla

Pansy era alle nostre spalle, con la sciarpa di Serpeverde intorno alla gola e i capelli stretti in una coda alta.

- Giochi? – le domandò JJ, interessata

JJ era l’unica che non ostentava alcuna spilla o distintivo. Aveva una giacca a vento argentata e gli occhiali da sole di Dior rosa shocking che le coprivano mezzo viso, una felpa a righe argento e rosa e una grossa molletta di plastica rosa con brillantini argentati nei capelli.

- Uh, ciao, Jessica non ti avevo visto! – Pansy le rivolse un sorriso – Io devo dirigere il coro dei Serpeverde, mi dispiace ma dovrai occupartene tu –

- E Canon? – chiesi

- Chi, Colin o suo fratello? – volle sapere lei

- Dennis. Colin è l’addetto alle foto, non può anche scrivere la cronaca – risposi

- Non faremo in tempo a beccarlo – spiegò Pansy – Non mi fido –

- Di me ti fidi? – presi il block notes – Se proprio devo… -

- Si può registrare la partita! – propose JJ

- Jessica Treford sei una ragazza molto intelligente! – Pansy corse a cercare un registratore e io spinsi la mia amica verso il campo prima che mi raggiungesse di nuovo

Sicuramente Ron Weasley aveva bisogno di un po’ di incitamento da parte el pubblico.

Lee Jordan aveva appena annunciato l’inizio della partita che dagli spalti di Serpverde si levarono dei canti non molto incoraggianti per Ron.

- Perché Weasley è il nostro re, ogni due ne manca tre, così noi cantiam perché, perché Weasley è il nostro re – Pansy Parkinson stava dirigendo il coro con le spalle al campo e saltellava allegramente

- Non è divertentissimo? – JJ mi diede una gomitata, indicandola

- Weasley è nato in un bidon, ha la testa nel pallon, vinceremo noi perché, perché weasley è il nostro re – cantavano imperterriti i Serpeverde

- Vado a dire a Pansy di smetterla – decisi e mi avviai giù dagli spalti, subito seguita da JJ - Pansy, forse dovreste, uhm…Non mi sembra una cosa molto educata da fare – decretai

- Infatti, vedi, Maggie, noi non volevamo essere educati – sorrise lei

- Ciao, Babbana, sei venuta a fare da spalla alla tua amica Spencer? – Malfoy mi sfrecciò a due centrimetri di distanza guardandomi sprezzante

- No, Malfoy, in realtà io ero troppo curiosa di vedere se i tuoi capelli sembravano meno paglia dell’anno scorso ora che hai iniziato a farti le canne, ma a quanto pare non hai rinunciato a farti leccare da una vacca tutte le mattine – replicò JJ, accarezzandogli i capelli

- Tieni le tue sudicie mani da Babbana a posto! – sbottò Draco

- E poi lo sapevi che le canne fanno ammosciare il cazzo? – soggiunse

Draco avvampò e tirò fuori la bacchetta dalla tasca, puntandogliela contro.

- Il boccino! – strillai, credibilissima e indicai un punto abbastanza lontano

Draco si voltò e virò in quella direzione. Io e JJ ci lanciammo un’occhiata divertita e scoppiammo a ridere.

- Perché Weasley è il nostro re, perché Weasley è il nostro re, ogni due ne manca tre, perché Weasley è il nostro re! – Serpeverde aveva segnato

Mi guardai attorno affranta.

- Non smetto di cantare, se è questo che volevi chiedermi – Pansy sorrise candidamente

- Oh, avanti, non sarà il coro che rovinerà la partita – mi fece notare intelligentemente JJ

Infatti prima che potessimo risederci ai nostri posti dalla parte dei Grifondoro, Serpeverde segnò ancora.

Entro cinque minuti, Grifondoro aveva finalmente segnato, ma i punti da recuperare erano diventati trenta, visto che Ron aveva fatto passare altre due pluffe.

- Posso dirti una cosa? – mi sussurrò piano JJ in un orecchio. Io annuii – Il rosso gioca di merda –

- Non è vero! – protestò Hermione, che probabilmente l’aveva sentita – Soltanto è molto nervoso. Non credo che la tua prima sfilata sia andata divinamente –

JJ la guardò interrogativa.

- Io non…ehm…io non sfilo – ammise

- Ecco! Appunto! – osservò Hermione, e ci voltò le spalle

- Non ho capito una virgola del ragionamento di quella ragazza – borbottò JJ

- Neanche io. È troppo intelligente per noi – la rincuorai

- Già – la mia amica sembrava rassicurata e scrutava il campo con attenzione – Ehi! Guardalo là quel bastardo d’un boccino! – indicò un punto vicino agli spalti di Serpverde

- Dove? – le domandai, sforzando la vista

- Lì! Lì! Si muove! – JJ lo indicava con la mano, spostandola ogni mezzo secondo

Finalmente, quando fu sullo sfondo blu del cielo limpido, lo vidi anche io.

JJ sorrise sollevata e finalmente Harry si gettò all’inseguimento del boccino.

- Prendilo! – JJ battè le mani allegramente, scatenando la sarcastica risata di Malfoy che stava planando verso terra con la scopa

- Ciao, foca! – le gridò, mentre raggiungeva Harry

- Ficcati quel manico di scopa di merda nel tuo culo pallido! – gli urlò JJ in risposta – Lo so, è umiliantemente umiliante tifare per Potter, ma odio quella capra bionda –

Mentre Draco sembrava sul punto di superare Harry e acciuffare il boccino, dalle gradinate di Serpeverde si levò ancora più forte il solito canto.

- Malfoy ce l’ha moscio! Malfoy ce l’ha moscio! – strillò JJ accompagnandosi con il tintinnio che i suoi braccialetti facevano quando batteva le mani.

Prima che potessimo allestire un vero e proprio coro, Harry prese il boccino e Madama Bumb fischiò la fine della partita.

- Abbiamo vinto? – domandò JJ, girandosi verso di me

- Certo! – risposi, allegra

- Uh, ottimo! – mi saltò al collo stringendomi in un abbraccio soffocante – Che si fa per festeggiare? Un bagno nel lago tutti vestiti? –

- Penso semplicemente qualcosa in Sala Comune – ammisi

- Una festa è sempre una festa. Specialmente con l’allettante prospettiva del pranzo dai Pursers che mi tocca alle 12.30 – JJ si rabbuiò ma fu solo un attimo

- Vieni, scendiamo – proposi – devo intervistare le squadre

Prima che potessimo arrivare nel campo, però, ci rendemmo conto di quello che stava succedendo. Malfoy era in piedi davanti a Harry, Fred e George Weasley e sembrava che non si stesse esattamente complimentando per la vittoria, visto che Angelina teneva per un braccio fred e Harry teneva George.

- Ohi-ohi. La vedo brutta – fece JJ, mantenendosi in disparte nella speranza comunque di sentire qualcosa

Non sentimmo niente. In un attimo, Harry e George si avventarono su Malfoy e cominciarono a prenderlo a pugni e a calci.

- Da sotto, da sotto! – strillammo io e JJ, lanciandoci un’occhiata divertita

Sentii una mano spingermi lontana dalla mia amica. In mezzo a noi passò velocemente Madama Bumb e fece un incantesimo ai tre, perché smettessero di darsele di santa ragione.

- Accidenti, proprio ora che veniva il bello – protestò JJ, meritandosi l’occhiataccia di Hermione che ci aveva raggiunte, preoccupata

- Dal direttore della vostra Casa! Subito! – strillò Madama Bumb, diventando di un simpatico color porpora e Harry e George si affrettarono verso il castello, seguiti da Malfoy che barcollava e piagnucolava teatralmente

- Spencer – sussurrò una vocetta alle mie spalle. La Umbridge mi fissava come se la mia presenza lì giustificasse quello che stava succedendo – Non mi stupisce che tu sia qui. Mi hanno parlato delle risse che hai scatenato in passato –

- Risse?!? – ripetei, sgranando gli occhi – Un pugno a Malfoy. Una volta. E perché lui mi aveva fatto una Cruciatus! – precisai

- Al di là delle allevianti, mi sembra che tu e la tua amica stavate proprio gradendo lo spettacolo! – replicò la Umbridge

- E le sembra un crimine, questo? Almeno la metà delle persone in questo stadio avrebbe volentieri pestato a sangue Malfoy – le rispose JJ, sgarbatamente

La Umbridge la studiò per un lungo minuto. Poi fissò me.

- Non mi pare che tu sia una mia alunna – disse, lentamente

- Infatti non lo sono – convenne JJ

- Cosa significa? – chiese la Umbridge

- Può avere un solo significato: io non sono una sua alunna – ripetè JJ, scandendo le parole come se stesse parlando ad una ritardata

- Andrò più a fondo in questa faccenda un’altra volta – decise – Adesso ho altro da sbrigare – e si diresse a grandi passi verso il castello

- Penso che le farò saltare quel fiocco di merda dalla testa a furia di sputi – annunciò Fred Weasley, in sala comune

- Qualche problema? – domanda superflua

- Squalificati – sospirò Harry

- A tempo indeterminato – puntualizzò George

- Ma dai…la McGranitt! E quest’anno, che sembrava così gentile…mi ha anche chiesto se avevo bisogno d’aiuto per recuperare in Trasfigurazione, è per questo che settimana scorsa stavo studiando, voglio che sia soddisfatta di me – ero basita

- Non la McGranitt, la Umbridge – mi corresse Fred

- La Umbridge? Ma come ha potuto? – domandai, irritata

- Decreto diddattico numero venticinque – disse brevemente George

- Un altro? – feci io

- La stessa precisa reazione della McGranitt – osservò Fred – Un altro. E all’Inquisitore Supremo è consentita la massima autorità su tutte le sanzioni, punizioni eccetera –

- In poche parole può cambiare le punizioni di tutti come cazzo preferisce – conclusi

- Ma noi non ci lasciamo abbattere da queste stupidate, non è vero, fratello? – rise George

- Altrochè! E per prima cosa, cara la nostra Maggie, visto che le nostre scope sono sotto chiave nell’ufficio della Umbridge, tocca a te darti da fare per la squadra – aggiunse Fred

- Significherebbe? – domandai

- Presto si faranno degli altri provini per sostituirci e sarebbe figo se fossi tu a rimpiazzarci – spiegò George – Insomma, magari poi gli altri si incantano a guardarti il culo e dimenticano di inseguire la pluffa! Sarebbe meraviglioso, visto che le nostre Cacciatrici sono femmine! –

- Non fa una grinza – ammisi – Ma io sono forte in attacco, non potete mettermi in battuta –

- Molto meglio come Cercatrice – riprese Fred – Sei veloce, hai un buon equilibrio… -

- L’unica cosa che ti chiediamo è di distrarre tutti con il tuo savoir faire – precisò George

- State facendo molte supposizioni – osservai – Non è detto che io venga presa –

- Maggie, diciamoci la verità – sorrise George e poi lanciò un’occiata di sbieco a Harry affondato in una poltrona – Tu in questa scuola hai un potere illimitato. Scommetto che ci metti un attimo a entrare in squadra –

- Esagerati! Quanti complimenti – sorrisi, lusingata

La sera scese presto su Hogwarts, quel 27 Novembre. Nonostante la mattina durante la partita fosse stato sereno, poco dopo cena iniziò a nevicare. La neve cadeva così fitta che in meno di mezz’ora aveva già ricoperto tutti i punti del prato e, guardando dalla finestra, non si vedeva più nemmeno una angolo che non fosse bianco. Rimasi a guardare i fiocchi che danzavano come incantata, finchè non sentii la porta sbattere contro il muro. Qualcuno l’aveva aperta con una foga da film western.

- Ti ho mai vietato di dirmi quello che ti passava per la testa? – sentii il sangue gelarsi nelle vene. Ora, probabilmente, la neve che batteva sul vetro doveva essere molto più calda della mia pelle.

Mi voltai. Mark era stravolto. Aveva i capelli bagnati appiccicati alla fronte, la neve sulle spalle e sulla punta del naso, le guance rosse come pomodori maturi e il fiatone. Si chiuse la porta alle spalle e mi prese per le mani.

- A che gioco stai giocando, Maggie? – mi domandò

- Io…nulla, Mark – balbettai

- Nulla? Beh, è carino da parte tua fingere che vada tutto bene! – sbottò lui, con gli occhi che luccicavano – Perché non mi pare proprio che sia come dici tu –

- Che cosa…? – iniziai, preoccupata nel vedere quelle lacrime

- Chiedilo al tuo amichetto Potter, “che cosa” – sibilò Mark, passandosi una manica della felpa sulla guancia

- Potter?!? – lo fissai senza capire – Vuoi dire quel ragazzo con gli occhiali che… -

- Cosa credevi, che non sarei venuto a cercarti? Sono cinque giorni che non ti fai sentire. Non potevo aspettare ancora, ho chiesto a JJ. L’ho chiamata ma non rispondeva, sono andata a casa sua e la sua cameriera mi ha detto che era a mangiare dai Pursers. Forse è una stronzata, ho pensato, ma sono andato lo stesso a cercarla dai Pursers e l’ho costretta a darmi la Passaporta perché sarei venuto a vedere che cosa avevi. Lei mi ha detto che non sapeva nulla, ma figurarsi! Proprio JJ, la tua migliore amica…e quando sono arrivato qui ho incontrato in corridoio quel Potter e gli ho chiesto se ti avesse vista negli ultimi giorni. Mi ha detto che ti aveva vista solo poche ore fa e quando gli ho chiesto dove potevi essere lui mi ha risposto che magari eri andata a farti un giro da Malfoy. Da Malfo?...e perché mai da Draco Malfoy? Gliel’ho chiesto e lui sai cosa mi ha risposto “beh, dopo quello che è successo la notte di Halloween” – Mark finì il racconto e rimase un attimo in silenzio – E indovina un po’, la notte di Halloween io ero a Liverpool! E tu ti sei scopata quel pezzo di merda, immagino. Pensavi che anche io ti avrei tradita con qualcuna di lassù ma no…io non l’ho fatto! Perché forse sono un tantino più fedele di te –

- Lascia che ti spieghi… - cominciai, pensando a una scusa plausibile

- Non hai niente da spiegarmi, Maggie. È andata così – decretò lui

- Sì, è andata così – ammisi

Vidi la sua faccia contrarsi in una nuova smorfia. Forse si era aspettato che gli dicessi che Harry si era inventato tutto o che era uno scherzo per metterlo alla prova o che in un modo o nell’altro riuscissi a rigirare la frittata.

- Se volevi mollarmi potevi dirmelo – sussurrò

- Io non volevo mollarti – replicai, sentendo un groppo in gola – Hai frainteso –

- Frainteso, eh? – Mark sospirò pesantemente – Non credo proprio, Maggie. Se tu hai voglia di tradirmi significa anche che hai voglia di mollarmi – rimase qualche secondo a fissarmi negli occhi – Se è questo che vuoi, per me va bene –

Si girò e corse via lungo il corridoio buio, lasciandomi lì, nella mia camera buia con un grande buio dentro.

Ecco com’era essere mollati. Mi gettai sul letto e scoppiai in lacrime. La zia diceva che piangere aiuta a sentirsi meglio. Ma non servì proprio a nulla, così mi misi a cercare la cioccolata che tenevo per le emergenze nella libreria ma una volta che l’ebbi a pochi centimetri dalla bocca, mi resi conto di non avere fame. Il mio stomaco sembrava essere ripieno di pietre, non sarei riuscita neanche a darne un piccolo morso.

Accesi lo stereo ma mi resi conto di non avere voglia di ascoltare la musica.

Leggere un libro era fuori questione. Li avevo comprati tutti con Mark o ne avevo letto a Mark qualche pezzetto. Guardarmi in giro era da escludersi, metà delle foto sull’armadio raffiguravano Mark e l’altra metà dei posti in cui eravamo stati assieme e, spesso, avevamo anche scopato. Persino i libri di scuola erano pieni di scritte riferite a Mark. Tutto, in quella camera, in quella scuola, in questo mondo, mi ricordava Mark.

Ripensai alla tecnica di Glenda e presi un foglio colorato (che avevo comprato con Mark) e una penna dall’astuccio di jeans (entrambi regalati da Mark) e cominciai a scrivere “Io non amo Mark White”.

Ma vederlo scritto non mi aiutò a sentirmi meglio, anzi, mi fece sentire un’ipocrita al pari di Glenda e lo trovai decisamente corrosivo per la mia salute mentale, perciò decisi di andare a Casa Riddle, dove Mark non era mai entrato.

Arrivai come al solito nel giardino e corsi verso la porta, picchiando come una forsennata.

- Maggie, che diavolo c’è? – mi aggredì Bellatrix, aprendo la porta scocciata – Siamo in riunione – soggiunse – Dobbiamo parlare di un piano particolarmente importante –

- Non me ne frega un cazzo – replicai, sentendo che stavo per ricominciare a piangere disperata

Bella mi fissò sconcertata e fece un passo indietro, senza proferire verbo. Mi tuffai su per le scale, spalancai la porta della camera e mi gettai al collo di Tom, in lacrime.

- Fuori – disse freddamente lui ai Mangiamorte riuniti nella camera - Maggie? – chiese, preoccupato

Non riuscii a rispondere in alcun modo, continuavo a respirare affannosamente.

- Sembra essere un problema grave – sussurrò Bellatrix, rimanendo prudentemente vicino alla porta – Visto che Mark non ha saputo risolverlo –

Tom le lanciò un’occhiata sbigottita. Ma quando comprese che il ritmo dei miei singhiozzi era aumentato a quella frase, le idee gli si fecero subito molto più chiare.

- Non dirmi che… - cominciò

Non ci fu bisogno che finisse la frase o che io mi degnassi di rispondere perché sapesse che avevo finalmente messo in pratica il consiglio di Therese. Poteva tranquillamente leggermelo nella mente e questa volta la sua scomoda dote non guastava.

- Posso sapere…? – si intromise Bella

- No, vai via – rispose Tom e lei uscì mestamente, chiudendosi la porta alle spalle

Mi lasciai cadere sul divano. Tom mi versò un bicchiere di vodka, poi andò a rovesciarlo nel lavandino in bagno e ritornò con un bicchiere d’acqua fredda.

- Smetti di piangere o ti verrà un gran mal di testa – mi suggerì

- Tu non puoi capire… - singhiozzai

- Ah, questa è buona! La mia frase preferita quando Glenda fa qualcuna delle sue bastardate – sorrise lui

- Che cazzo ti ridi, stronzo? Io soffro e tu ridi – sbottai

- Non sto ridendo. Sorrido, è diverso – si giustificò Tom

- Non mi sei d’aiuto se sorridi – sussurrai

- Allora, come posso esserti d’aiuto? – mi chiese, sedendosi accanto a me sul divano

- Boh…probabilmente in questo momento non puoi essermi d’aiuto – ammisi

- Magari posso farti sentire meglio – osservò Tom

- Se hai un piano perché Mark ritorni in ginocchio da me allora forse potrei sentirmi meglio – piagnucolai

- Smetti di recitare la parte di Cissie la lagna, però, è abbastanza snervante – decretò lui

- Per te è facile! Tu non sei stato incastrato da uno sfigato! – protestai

- Cos’è successo, esattamente? – domandò, piano

- Non lo sai già cos’è successo? – replicai

- Voglio sentirlo da te – fece Tom, rimettendomi il bicchiere d’acqua tra le mani

- Non ho sete! – sbattei il bicchiere sul tavolino e incrociai le braccia sul petto – Non ho fame e non ho voglia di raccontarti come quello stronzo di Potter è andato a dire a Mark che mi ero scopata Malfoy –

- Potter? – sospirò Tom – Non avrei fatto bene ad ucciderlo prima? -

- Domani ci parlo io, con quello là – decretai

- Perché aspettare domani? Vacci a parlare ora – sorrise Tom - magari ha qualcosa da dirti -

- Posso sapere cosa significa quell’espressione da io-so-perfettamente-come-sono-andate-le-cose-e-per-quanto-tu-possa-non-credermi-ne-conosco-anche-il-motivo?- domandai spazientita

- Esattamente questo. Io so perfettamente come sono andate le cose e per quanto tu possa non credermi ne conosco anche il motivo – rispose lui

- E illuminami, allora – feci io

- Ti arrabbieresti – replicò Tom

- Mi arrabbio di più se non me lo dici – ribattei

- E poi diresti che mi faccio condizionare da Therese – soggiunse

- Come vedi, non sei l’unico – mormorai, amareggiata

- E infine scoppieresti a ridere sostenendo che sono paranoico – riprese Tom

- Uff…muoviti! – sbuffai, asciugandomi le lacrime con un fazzoletto che avevo ritrovato in tasca

- Parla prima con tua sorella. Poi parla con Potter. Se nessuno dei due ti darà una risposta, ti dirò quello che penso –si alzò in piedi e mi allungò la mano – Non che io voglia mandarti via, Maggie, figurati…è solo che la questione di cui stavamo parlando è davvero importante e purtroppo avevo appena cominciato –

- Mi stai più o meno liquidando – osservai, Tom aprì la bocca per replicare – Sì, lo so che non è che tu vuoi liberarti di me…lo so. Data l’importanza del discorso potrebbe esserci di mezzo quella merdosissima profezia? –

- E pensare che è grazie a te se ora so anche la stanza precisa nella quale si trova – sorrise

- Cioè? – rimasi ferma sulla porta

- Tu mi hai raccontato della tua scopata al Ministero e da come lo raccontavi sembrava una potenziale Sala delle Profezie, mi è bastato mezzo secondo di legilimanzia per capire che i miei sospetti erano fondati – spiegò Tom

- Non tromberò più al Ministero – mi vergognavo di essere stata d’aiuto a quel modo e me ne andai velocemente, incrociando Bellatrix e Codaliscia sulle scale con aria fintamente indifferente – E voi cosa stavate facendo di bello qui? – chiesi, sarcastica

- Noi? – Codaliscia guardò Bellatrix

- Noi? – Bellatrix guardò Codaliscia

- Spolveravamo le scale – disse Coda

- Parlavamo del piano dell’Oscuro Signore – rispose invece Bella

- Ehm…sì, parlavamo del piano dell’Oscuro Signore – annuì Coda, vigorosamente

- Spolverando le scale – precisò Bella

Per la prima volta in vita mia, in quasi quindici anni, avevo voglia di parlare con Therese.

L’aspettai fino alle 21.30 seduta sul letto con lo sguardo fisso sulla neve che vorticava fuori dalla finestra.

- Guai in vista… - sussurrò Therese, lanciandomi un’occhiata di puro terrore

- Non ci vuole la laurea in sociologia per capirlo – ironizzai

- Prima o poi sarebbe successo, Maggie. Faceva parte del piano – osservò lei

- Di un piano del cazzo! – strillai e improvvisamente ricominciai a piangere, mentre lo sguardo mi si posava sulla foto che io e Mark avevamo scattato solo la settimana prima

- Scusa – sussurrò Therese, abbracciandomi

- Scusa?!? – ripetei, allontanandomi un attimo per guardarla meglio

- Ho sbagliato a suggerirti quel piano. Tu con Mark eri felice e ora ti disperi. E questi quattro o cinque giorni di silenzio ti sono costati più di quattro o cinque giorni di digiuno. Perdonami, sorellina, lo sai che sono una stronza – ammise

- Non è colpa tua – singhiozzai

Ecco a voi, signori e signori, il Mondo Alla Rovescia: Therese che consola Maggie. Maggie che decolpevolizza Therese. Therese che chiede scusa a Maggie. La prima e probabilmente ultima puntata di “il Mondo Alla Rovescia”.

- Avrei dovuto pensarci prima di darti retta che era una stronzata colossale quella che stavo per fare – osservai

- Ma come…che cosa…cioè…alla fin fine oggi…fino a questo pomeriggio sembrava che…insomma voi non vi eravate…beh…- Therese stava cercando il modo giusto per chiedermi com’era successo che Mark mi aveva mollata

- È venuto a cercarmi. Si è fatto dare la Passaporta di JJ, è andato a pescarla dai Pursers pur di farsi dare la Passaporta ed è venuto qui. Per un tremendo colpo di sfiga la prima persona che ha incontrato in corridoio è stato Potter e sai cosa gli ha detto quello sfigato? Che se non mi trovava magari ero da Malfoy! – raccontai

- Oh, no…e gli ha anche detto che…? – cominciò Therese

- Della notte di Halloween? – lei annuì – Sì, certo! Vuoi vedere che dimenticava questo succulento particolare? –

- Oh, no… - sospirò mia sorella

- Oh, sì – replicai io

- Quel ragazzo è così stupido – ammise Therese

- Già – concordai – E ora? –

- Tu vuoi ritornare assieme a Mark, immagino – iniziò mia sorella

- Il più presto possibile – precisai

- Quindi ora potresti chiamarlo e dirgli che ti dispiace! – propose lei

- Non credo che funzionerebbe – cominciai a mordicchiare una penna che avevo sul comodino – Insomma, forse conviene almeno lasciargli il tempo di abituarsi all’idea che io gli abbia fatto le corna. Voglio dire, magari tra un paio di giorni… -

- Non so quanto possa essere una buona idea rimanadare – borbottò Therese

- Non si tratta semplicemente di rimandare – replicai – Si tratta di pensarci. Voglio pensarci – puntualizzai

- Tu? Tu vuoi pensarci? Io pensavo che tu pensassi che volessi rimettertici insieme – mia sorella sgranò gli occhi dietro i suo riccioli che le ricadevano sulla fronte disordinatamente

- Infatti è quello che voglio – osservai

- E allora a cosa devi pensare? – domandò lei

- Voglio capire se sono pronta a ritornare con Mark e a non tradirlo mai più. E poi voglio che sappia di Cedric, e di tutte le volte che ho pensato al tradimento come a un semplice passatempo. Voglio che tra noi non ci siano più segreti – spiegai

- Quindi a questo punto cosa farai? – mi chiese Therese

- Credo che per prima cosa andrò a parlare con Harry. Per ora, mi sembra la soluzione migliore. Devo chiedergli chiarimenti – risposi

Non me lo impedì. Non disse che forse era meglio lasciar perdere e che io e Potter avremmo finito per scannarci. Infilai la testa nell’armadio alla ricerca di una felpa da mettermi sopra alla maglietta perché la sola idea di raggiungere il dormitorio dei maschi mi faceva rabbrividire.

Sweet_witch: innanzitutto, benvenuta tra le recensitrici di questa fanfiction! Sei nuova quindi devi ancora renderti conto di quanto questa storia sia altamente lontana da tutto ciò che è sano e costruttivo. Comunque non preoccuparti, adoro la beata innocenza di chi scrive che se non aggiorno subito andrà in crisi d’astinenza. Sì, a un certo punto le stronzate rischiano di diventare una droga ma, credimi, una crisi d’astinenza non può fare che bene: per smaltire le stronzate che escono in un capitolo ci vuole almeno una settimana lontani da qui…! (a parte tutto, sono lusingata…)

Fex: figurati, io adoro le faccine! Solo che quando scrivo non ho mai il tempo e la lucidità per inserirle e così metto solo un’orrida e inguardabile serie di puntini puntini…come diceva Therese in qualche capitolo antico “se i puntini puntini avessero un loro sindacato sicuramente sciopererebbero perché abusi di loro”. Comunque sì, Maggie si fa un sacco di viaggi mentali su qualsiasi cosa. E adesso è ancora nulla! Il culmine lo raggiungerà al sesto anno, in un capitolo che si chiama proprio “La Deviazione Mentale Di Maggie”

Mony_Riddle: sono contenta che Kathy ti abbia fatto conoscere la mia fanfiction (cioè no, è decisamente sconveniente per la tua salute mentale, ma io adoro le recensioni e quindi…) e sono contentissima che ti stia dando da fare per arrivare al capitolo 41 (ovviamente, ci vuole una vita…io lo so benissimo e ti aspetterò!). volevo solo rispondere alla tua domanda “tornerà Miss Klane?” che mi è sembrata interessantissima. Ebbene sì, tra non molto la riavrete… Magari non si chiamerà così, ma…aspetta e vedrai

Schumi95: Pansy è uno di quei personaggi che è nato a immagine e somiglianza di una certa persona e poi, andando avanti con gli anni, ha preso un pezzettino di altri. All’inizio era semplicemente Martina, una ragazza che mi stava alquanto antipatica con la quale pubblicavo un giornalino alle medie (eravamo caporedattrici) poi man mano è andata a comprendere piccoli “pezzettini” di Ele, Stefania e Ska. In quanto alla tecnica usata da Maggie, sì, l’ho fatto. E in effetti ha fallito. Non farlo mai, la maggior parte delle volte rovina tutto.

Lady_slytherin: come hai visto, JJ stava inveendo contro Draco. O meglio, è solo una delle parti in cui inveisce contro di lui. Naturalmente conosciamo tutti il detto “chi disprezza…”. Comunque anche per Draco arriverà il riscatto e, se ti può far piacere, da questo momento in poi sarà sempre più presente nella storia anche se non in versione “principe azzuro”. Non di Maggie, almeno…hehe…Beh, come avevi previsto, Mark ha sofferto alquanto. Credo abbia sofferto specialmente perché Maggie si è dimostrata una vigliacca decidendo di non parlare con lui e far parlare le azioni. Diciamo che Mark non se l’aspettava.

Pikky91: la maggior parte delle volte che l’amore è corrisposto, l’amato non se ne accorge e finisce per ferire l’amante. Fidati, l’unica volta che sono stata con uno serio (serio forse è un po’ esagerato, diciamo serio rispetto agli altri) ho usato una sottospecie di strategia simile per scoprire se mi tradiva e lui si è sentito ferito perché credeva che io non mi fidassi di lui e poi…beh, quella serie catastrofica di eventi che si susseguono quando sbagli qualcosa di apparentemente microscopico. Cissie è, per ora, l’unica che non ha problemi d’amore e quindi l’unica che ha ancora un briciolo di razionalità. Piccola peste paffosa…

Maggie Addicted: questo capitolo, se il trentanove ti faceva fare grrrr (volevo trovare questo verso ma non so come definirlo: grufolare?) e lo scorso ti ha fatto venire un peso allo stomaco, probabilmente ti ha ucciso psicologicamente e ora sei circa come Tom con Glenda, te ne vai in giro senza meta per la casa riguardandoti le foto degli scorsi capitoli e mugolando “oddio, capitolo 41, hai rovinato la mia vita”, comunque non deprimerti, il mondo è pieno di ragazzine stupide ma generalmente le ragazzine stupide riescono a sistemare le loro stronzate. Io sono una di quelle!

*****

L’Angolino Delle Anticipazioni

- No che non va bene! Ora Mark è convinto che io lo abbia tradito ed è tutta colpa tua – protestai

- Ma tu effettivamente lo hai tradito – mi corresse Harry

***

- Allora, Spencer, è vero che il Babbano ti ha mollato? – disse, invece, una voce ben conosciuta

***

- Io non ci trovo nulla da ridere – sbottai

- Tu…ma io! – mi ignorò completamente – Questa sì che è una notiziona da giornalino…quello sfigato che ti viene dietro! E io che te lo ripeto da due mesi e tu che non mi vuoi dare retta! –

***

- Ti ho invitato qui per parlare – mi mise un dito sulla bocca – Per parlare seriamente –

- Per parlare della notte di Halloween? O di Cedric? O di Harry? Beh, ne avremo per un anno intero, allora – biascicai

  
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