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Autore: Noir93    02/05/2013    5 recensioni
"Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, Malfoy dannazione! Mi stai ascoltando?" Gli gridò dietro la Mezzosangue. Lui ghignò nella sua direzione, le mani affondate nelle tasche, la mente che gli intimava di andarsene, il desiderio che gli ribolliva nelle vene invece, di prenderla e farla stare zitta in qualche modo. Ma non è questo d'altronde, quello contro cui lottiamo una vita intera? L'eterna lotta tra cuore e ragione?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Dato il numero sorprendente di visite ricevute nel primo capitolo, e grazie
all'ausilio di una strana ispirazione, ho deciso di aggiornare con il secondo
capitolo. Spero che vi piaccia, e se vi va di lasciarmi una recensione per
dirmi cosa ne pensate mi farebbe piacere. Buona lettura :) 

Noir


Un tonfo, uno scoppio di risatine e poi un'imprecazione. Ecco la sveglia di quel soleggiato due settembre per Hermione Grenger. 
Confusa, spalanca gli occhi, alla ricerca della fonte di tutto quel baccano mattutino, la guancia appiccicata alle pagine di Trasfigurazione Avanzata, sopra il quale deve essersi addormentata la sera prima.
Lavanda esce dal bagno, l'arricciacapelli saldamente avvolto intorno ad alcune ciocche ondulate, l'orlo della gonna della divisa oltraggiosamente ridotto, grazie all'ausilio della magia.  "Oh Hermione scusami, ti abbiamo svegliata?" 
Le chiede, un po' dispiaciuta ma non troppo, d'altronde Lavanda non le ha mai perdonato di essere da sempre il grande amore di Ronald. 
Ma in situazioni come queste non ci sono vittime nè colpevoli, non esiste un potere decisionale sui sentimenti, nessun raziocinio, ed è un dato di fatto. 
Hermione sbadiglia e si tira su lentamente, liquidando Lavanda con un gesto rilassato, comunicandole che non è un problema. 
Nessuna vittima, nessun colpevole.
Non ha voglia di fomentare una rivalità che ormai non ha più alcuna ragion d'essere, dato che tra lei e Ron, eccetto in una notte d'inizio estate all'insegna della pura follia, non è più accaduto nulla .
Al ricordo sorride: non si è mai pentita di aver donato la propria prima volta al Rosso. 
Quella notte, nel suo modo un po' impacciato e  spontaneo, l'aveva resa una donna, regalandole una delle notti che avrebbe ricordato con infinita dolcezza per tutta la vita. 
Al mattino purtroppo entrambi avevano dovuto far i conti con la realtà: lei e Ron non sarebbero durati. 
Erano amici da troppi anni, ed erano incompatibili sotto moltissimi punti di vista, il che li avrebbe intrappolati in una rete di litigi continui ed interminabili, che simili a un cancro, avrebbero lentamente massacrato il loro rapporto. 
E l'ultima cosa al mondo che Hermione desiderava era perdere una delle due persone più importanti della sua vita. 
Perciò avevano scelto di porre fine alla cosa, con un sorriso amaro sulle labbra, ma pur sempre un sorriso. 
Se in un rapporto appena nato si lascia che il raziocinio si metta in mezzo, vuol dire che quel rapporto non è destinato ad arrivare da nessuna parte.
Nell'amore non si deve sprecare un solo attimo a ragionare, si deve agire in preda ai deliri febbrili della passione, della necessità reciproca,  del desiderio più sfrenato..
 
Hermione si riscuote di botto, stupita dalla piega improvvisa dei suoi pensieri. 
Non è mai stata una di quelle ragazze che anela le passioni forti e i sospiri; immaginandosi nel futuro vede se stessa impegnata in un lavoro che le piace, la soddisfa e le permette di vivere dignitosamente. 
Immagina figli, una bella casa e tonnellate di libri a tenerle compagnia nelle giornate di pioggia. 
Eppure questo è il suo ultimo anno a Hogwarts. 
Una triste consapevolezza si fa strada nella sua mente, una consapevolezza che fino all'anno precedente non la disturbava minimamente, ma che adesso, alla luce della disfatta di Voldemort, della guerra combattuta, la tortura come un insistente tarlo. 
A parte i successi scolastici, nei suoi diciassette anni di vita, non ha mai preso una sola egoistica decisione. 
Non si è mai preoccupata del proprio benessere, di prendere una decisione per ottenere solo un po' di felicità o di vivere come una normale adolescente. 
C'era sempre qualcosa di più importante da fare, aiutare Harry, salvare il mondo magico e cose così. 
Ma adesso, dopo che tutto l'orrore portato da Voldermort si era finalmente estinto, non prima di aver raggiunto la propria apoteosi, che cosa le restava? 
Niente.
 
No! Si disse. Voglio che questo ultimo anno sia speciale. 
Lo studio era stato suo fedele amico e compagno in quei sei anni, e lo sarebbe stato anche nel settimo. 
Ma adesso qualcosa doveva cambiare. Era tempo di vivere anche per se stessa, di prendere decisioni avventate, fare qualche sciocchezza. 
Era sempre stata Hermione Grenger, la so- tutto-io, Grifondoro fino al midollo, la mente del trio dei miracoli (come amava definirli Malfoy)..ma adesso? 
 Nn le basta. Lei vuole di più. Molto di più. 
  
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