I
giorni passano così come le settimane e i mesi.
Passano
uguali l’un l’altro, ma io ne vivo
l’intensa
sofferenza di ogni momento.
Il
piano è muto, la sua stanza vuota.
I
miei pensieri sono un mistero per tutti.
Attorno
a noi si è creato un assurdo silenzio.
Mi
massaggio il collo e focalizzando meglio i volti dei miei
figli e di Esme, vedo le loro labbra muoversi: stanno parlando. Eppure
io non
li sento.
Mi
rendo conto allora che il silenzio non è tanto attorno a
me, quanto in me.
Il
silenzio non è mancanza di voce o di suoni ma presenza
costante di qualcuno che non c’è più.
E
in ogni posto in cui dovrebbe essere, non c’è; e
il notare
la sua assenza, lo rende sempre più presente.