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Autore: Ginger01    03/05/2013    2 recensioni
[Dal Prologo]
Mi chiamo Victorie Weasley.
Sono per un quarto veela e, nonostante il mio aspetto, non ho mai avuto un ragazzo.
Durante la mia vita ho ricevuto milioni di lettere d'amore, dichiarazioni e fiori, ma io pensavo sempre e comunque ad una sola persona dagli strambi capelli blu e occhi color nocciola.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Salve bella gente :3
Come avete visto, sono stata di parola: ho pubblicato in tre giorni circa. Yeeeeeeee!
Son proprio contenta, e questo capitolo mi piace molto. L'unica cosa è che mi sembra più corto, ma stavo pensando di farli più corti, cosi che ci metto meno tempo a scrivere e quindi a pubblicare...Che ne dite? 
Ci devo un attimo pensare mhmh...
Bé, intanto vi lascio al capitolo tanto atteso c:
Un bacione, ci vediamo in fondo!
Gryfferine

 



»Capitolo 14«


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POV Teddy

Quella ragazza mi avrebbe fatto ammattire. Avevo passato ore a trovare il bouquet perfetto, e poi, il giorno stesso del ballo, si era decisa a dirmi che era rosso. Rosso. Mi passai una mano tra i capelli blu, passeggiando avanti e indietro davanti al portone della Sala Grande, aspettandola.
Passarono i minuti, e già me la immaginai a correre giù per le scale della torre, converse ai piedi, Le sua amate scarpe da ginnastica. Mi girai sbuffando, osservando i ragazzi che entravano a fiumi nella Sala. Mi immaginai con Victorie, là, come loro, a volteggiare tra le colonne. Se non si fosse sbrigata sarebbe stata solo un'immaginazione.
Accanto a me, un ragazzo Corvonero lasciò cadere il bicchiere di burro birra – Che mi venga un colpo! – esclamò, fissando qualcosa dietro le mie spalle. Mi girai, preoccupato di vedermi spuntare un dissennatore o che so io, quando vidi una bellissima ragazza dai capelli biondi, occhi azzurro ghiaccio e un fisico da modella, sbucare da dietro il muro, intimidita, alla ricerca di qualcuno. Aveva i capelli raccolti dietro la nuca e due morbide ciocche le incorniciavano il viso perfetto.
Mi vide, sorrise – mi sciolsi al suo sorriso - e cominciò a scendere la gradinata, tirando un po' su l'orlo del magnifico abito rosso amaranto. Mi raggiunse, sorridendo dolcemente – Ciao. – mi disse, e il bianco dei suoi denti accentuò il rosso del rossetto che portava. – Sei bellissima. – le sussurrai, sorridendole dolcemente. Le porsi il braccio che lei prese con gentilezza. Si lisciò la gonna dell'abito rosso, poi riportò lo sguardo su di me, gli occhi dal colore freddo che mi trasmettevano dolcezza.
Rosso. Il mio nuovo colore preferito.

POV Victorie

Il ballo non poteva essere più perfetto. Mi stavo divertendo un mondo, non solo perché il mio ragazzo era perfetto, ma anche perché le mie amiche, dopo tutto ciò che avevano passato, erano più felici che mai, e ciò non poteva che rendermi ancora più allegra.
Dominique aveva uno splendido abito argentato, simile a quello che vidi in una vecchia foto di mia madre, a sirena, senza spalline, con la scollatura a cuore. Si era portata due boccoli ramati dietro la nuca e aveva lasciato la sua chioma sulle spalle. Era splendida, e il ragazzo che la accompagnava sembrava davvero carino, e , da come lo guardava, sembrava anche che le avesse rubato il cuore.
Probabilmente non mi accorsi del mio sorriso ebete finché Teddy non me lo fece notare – Ehi, come mai quel sorrisetto? – mi chiese cingendomi la vita da dietro. Gli accarezzai una guancia, continuando a fissare Minnie che arrossì quando il suo ragazzo le chiese di ballare.
– Perché sono la persona più felice del mondo. – sussurrai, girandomi e baciandolo con estrema dolcezza. Conoscete il detto “Ci si accorge delle cose belle che si hanno solo quando le si è perse”? Penso che era un po' da rivisitare. Visto che, fortunatamente, me ne ero accorta prima di averle perdute. Eccole là, le mie cose belle: il mio ragazzo, le mie migliori amiche e la mia sorellina.
Teddy mi accarezzò una guancia, sorridendomi, e mi beai di quei suoi magnifici occhi nocciola.
Poi, accadde.
Sinceramente non ne sapevo niente, come invece poteva trasparire. Cominciò tutto con un rumore di passi veloci, che si fermarono dietro Juliette. Claire assunse un'espressione attonita e cercò di dire qualcosa, ma fu preceduta da una voce. Una voce nota – Ehi. – sussurrò lo sconosciuto nell'orecchio di Juliette. Quella voce. Quella voce colpì Juliette come una freccia al cuore e, già traballante sui tacchi alti, sembrò stare per cadere. Si girò lentamente e gli occhioni smeraldo cominciarono a luccicare – Tu.. – sussurrò, portandosi le mani alla bocca. Mi girai anch'io, preoccupata, ma mi trovai davanti Michael Poesy. Sorrisi compiaciuta “Ecco una bella entrata, e bravo Mickey!”. Elegante, e con un piccolo bouquet in mano, il mio migliore amico sorrideva e e fissava dolcemente con i suoi occhi grigi la mia amica. Si avvicinò un po' di più a Juliette, ancora senza parole, e le sfilò dal polso il bouquet che il povero Paul le aveva rimediato.
– Solo io posso accompagnarti ad un ballo.. – sussurrò, accarezzandole i boccoli ramati che le ricadevano su una spalla. Notai che anche gli occhi di Mike si erano inumiditi e sorrisi dolcemente quando si abbracciarono stretti.
– Non puoi immaginare quanto tu mi sia mancata... – le sussurrò.
Mi girai verso Claire che però guardava in giro, cercando qualcuno – Hai perso Brandon? – le domandai, avvicinandomi.
– No, io pensavo che... – le parole le si smorzarono in gola.
– Pensavi che con me fosse venuto anche Rich, vero? – domandò Mike, staccandosi da Julie, un po' a malincuore. Claire abbassò lo sguardo, deglutendo e annuì mestamente. Notai due rivolini luccicanti scenderle dalle guance.
– Sono davvero così prevedibile? –
Una testa rossa spuntò da dietro una colonna e per un attimo pensai che fosse zio Ron, o persino Hugo. Ma gli occhi verdi mi assicurarono il contrario. Richard Thompson era tornato dalla sua bella.
– Richard, che ci fai qui? – domandò Claire, asciugandosi le lacrime e fissandolo torva. Per un attimo pensai che lo stesse per prendere a schiaffi.
– So di averti fatta soffrire, Claire, ma io ti amo ancora, nonostante tu non lo faccia..Sono venuto anche solo per sperare nel tuo perdono..E basta. –
Claire non lo lasciò finire perché gli saltò al collo e lo baciò con passione.
Proprio in quel momento si sentì un rumore di vetri infranti. Mi girai e trovai Brandon con le mani ancora per aria, le scarpe sporche di whisky incendiario e vetri rotti.
Mi avvicinai – Mi dispiace, ma penso che vi siate lasciati. – gli sussurrai, alzando un sopracciglio e provando pena per lui.
Annuì – Lo sapevo, era sempre stata strana. – si allontanò sconsolato.
Tornai da Teddy, posandogli un braccio su una spalla. Con i tacchi ero arrivata finalmente alla sua altezza e ,almeno per quella sera, non mi avrebbe presa in giro per la mia bassezza.
Osservammo i nostri amici baciarsi con passione. Ero felice per Juliette e Claire.
– Bè, finalmente, eh? – mi disse Teddy, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni. – Già...Certo che spettacolo. – commentai, mentre Claire si avvinghiava ancor di più al suo ragazzo.
– Si ma...Non manca una coppia? –
Sorrisi – Mh, intendi quella con il tipo strambo dai capelli blu e la matta? –
Lui sorrise di rimando, attirandomi a sé – Si, proprio quella. – allacciai le mani dietro il suo collo – Mh, non i pare di ricordarli... – dissi, sorridendo maliziosamente.
– Lascia che ti rinfreschi la memoria.. – mi sussurrò lui, a fior di labbra, prima di baciarmi con passione.
Un tossicchio ci fece staccare. Imbarazzata, incrociai gli occhi della McGranitt – Ehm, mi dispiace interrompervi ma è vietato pomiciare nei corridoi... – disse, scrutandoci uno per uno con fare severo. Abbassai lo sguardo, prendendo per la mano Teddy che ridacchiava sotto i baffi e trascinandomelo nella Sala Grande dove ormai le danze si erano aperte.
Sapevo che anche le mie amiche avevano fatto lo stesso, perché sentii i loro tacchi sul pavimento di pietra.
Appena entrati Teddy cominciò a ridere di cuore, sicuro che la musica non lo avrebbe tradito.
Gli diedi un pugno sul petto, rimproverandolo – E' tutta colpa tua! – gli dissi, con un mezzo sorriso.
Lui soffocò la risatina – Mh, certo, mi sono baciato da solo... – rispose, e gli feci la linguaccia.
Questo lo fece ridere ancora di più, provocandomi un sorriso: amavo la sua risata.
Con la coda dell'occhio vidi Claire e Richard danzare, le mani di lei allacciate dietro il collo di lui

, i nasi che si sfioravano. Ogni tanto si dicevano qualcosa, ed ero sicura che stessero discutendo della loro relazione. Meglio non interferire. Juliette e Mike invece erano ai lati della Sala, seduti, lei in braccio a lui e, con le mani strette, parlavano. Ogni tanto ,con la mano libera, Juliette scompigliava i capelli corvini del ragazzo che sorrideva dolcemente.
– Ehi, che hai? – mi domandò Teddy, vedendo che mi guardavo in giro.
Mi girai verso di lui, i nostri visi a pochi centimetri, i suoi penetranti occhi nocciola che scrutavano i miei. Gli accarezzai le guance – Nulla, va tutto benissimo. – gli risposi, sussurrando. Quindi posai la testa sulla sua spalla, e ballammo cosi, stretti l'uno all'altro.

Non ricordo granché del resto della serata, un po' per la sbornia da risate...e poi forse troppo whisky incendiario. Ma diamine se quella bevanda è buona!
Comunque, ricordo bene che dopo essere usciti dalla Sala, Teddy dovette portarmi in braccio perché, non molto abituata a portare i tacchi e leggermente ubriaca, non riuscivo a tenermi in piedi. Ma fu un tragitto piuttosto bello. Con le mani al suo collo, lo fissavo fare gli scalini sorridendo, senza staccare gli occhi da lui.
– Che c'è? – mi chiese, sorridendo un po' imbarazzato.
Feci spallucce – Mmh...Sai che sei bellissimo Teddino? Eh si...Ehi, quello è il figlio di Pix o cosa? – domandai, osservando uno del primo anno accovacciato davanti ad una finestra. Cosi accucciato sembrava ancora più piccolo e minuto di quanto non lo fosse già, cosi lo scambiai per un poltergheize (NdA: scritto male, ma insomma, sappiamo tutti chi sia Pix u.u).
Teddy rise – Sei senza speranze, Victorilla... –
Buttai la testa nell'incavo della sua spalla – Non chiamarmi Victorilla... – brontolai, prima di addormentarmi tra le sue calde e forti braccia.


Sentii un botto, e aprii gli occhi. Ero stesa su un letto nel dormitorio e sperai fosse il mio. Mi alzai sui gomiti, strizzando gli occhi. Il riflesso blu dei capelli di Teddy risplendette alla luce della luna.
Il baule di Juliette era stato spostato e, a giudicare dall'espressione e dalla gamba alzata di Teds, capii che vi aveva intruppato. Mi stropicciai un occhio – Ehi... – sussurrai, mezza addormentata.
Riuscii ad alzarmi e a raggiungerlo. Nel mentre, capitai orribilmente davanti ad uno specchio, quello stesso che avevo appeso per potermi truccare. – OH PER TUTTE LE STREGHE! – gridai, vedendo il mio viso nel riflesso. Avevo tutto l'eyeliner e mascara colato, il rossetto sbavato e la bellissima acconciatura di Juliette rovinata. Cercai la mia bacchetta nella pochette rossa di raso che avevo portato al Ballo. Con un semplice colpetto riuscii a struccarmi e a farmi una coda.
Sentii un risolino nel fondo della stanza. E mi ricordai di Teddy – Oh, Teddino! – intruppai nei miei stessi piedi, ma Teddy fu tanto veloce da riuscire a prendermi prima che potessi cadere – Ehi, mi sa che non ti è ancora passata la sbornia... – mi sussurrò, fissandomi con estrema dolcezza.
Mi morsi un labbro, sorridendo appena – Già... – gli risposi, a fior di labbra.
Mica si può resistere a una cosi piccola distanza. Cosi mi buttai – letteralmente perché alla fine caddi – su di lui, baciandolo con passione.
Mi adagiò sul letto a baldacchino rosso, accarezzandomi la schiena nuda, fino a toccare il tessuto dell'abito. Trovò la cerniera e, con un po' di difficoltà che mi fece sorridere, riuscì ad aprirla, sfilandomi il vestito. Per tutta risposta io gli cominciai a sbottonare la camicia – giacca e papillon se li era tolti alla festa - , finché non fu totalmente a torso nudo. Gli accarezzai gli addominali fino a raggiungere le sua guance che accarezzai. Calò di nuovo su di me, baciandomi. I suoi pantaloni volarono sul pavimento, senza che me accorgessi.
E, prima che diventassimo un tutt'uno, riuscì a dirgli – Ti amo. – lui sorrise, baciandomi la punta del naso – Ti amo anch'io. –


La mattina dopo mi svegliai dal CRACRA della sveglia a rana di Juliette che aveva impostato lo stesso anche se in vista del ballo. Mi stiracchiai, allungando le mani come facevo ogni mattina.
Solo che tastai un qualcosa di caldo che si alzava come se stesse respirando. Aprii gli occhi di scatto, mettendomi seduta. Accanto a me, ancora addormentato come un bambino, i capelli blu sparsi sul mio cuscino. Il mio cuscino. Realizzai troppo tardi.
– Morgana, Merlino, e per tutti i maghi e le streghe! – ero fermamente convinta che Juliette e Claire fossero...Entrate in camera nel, ehm, momento clou.
Ma, per fortuna, la stanza era vuota. Una civetta, la mia Jenna, era appollaiata sulla testiera del letto di Claire, gli occhietti chiusi, tra le zampe un pezzo di pergamena scarabocchiato.
Lo afferrai, e cercai di decifrarne la scrittura, che infine riconobbi come quella di Juliette “Cara Vicky, sono nella stanza delle necessità con Mike...Claire ha seguito Richard penso nella loro vecchia camera, tanto i nuovi coinquilini di Teddy non ci sono...Sono cosi felice! Un bacione, ti voglio bene, tua Julie.” sorrisi dolcemente: ow, la mia Julie! Due braccia calde mi sorpresero, abbracciandomi da dietro – Mh...Che succede? – mi domandò nelle orecchie un Teddy piuttosto assonnato. Cominciò a baciarmi l'incavo del collo, scostandomi i capelli biondi che erano sparsi lungo la mia schiena, facendomi ridere.
Mi portò sul letto, dove lui si sedette, e io mi sedetti sulle sue gambe – Un biglietto di Juliette. – spiegai, ripiegando il foglio e posandolo sul mio comodino. – Stanotte si sono date da fare... – commentai, sorridendo maliziosamente a Teddy che rise.
– Anche loro hanno il diritto di essere felici, no? – mi rispose Teddy, tra una risata e l'altra.
Non potevo amare una persona cosi tanto. Insomma, era normale, alla mia età? Era possibile? Mi facevo queste domande ormai da mesi, forse da quando ci eravamo messi insieme.
Forse solo in quel momento capii la risposta, mentre lui mi faceva il solletico alla pancia mi baciava numerose volte sul collo e sul naso.
Si, era possibile. E noi ne eravamo la prova vivente.


 

Le vacanze Natalizie mi erano sempre piaciute. Quell'anno erano, se possibile le mie preferite. Certo, facevano a gara con quelle passate, durante le quali mi erano messa con Teddy.
Ma quell'anno avremmo fatto il nostro primo anniversario. E lui mi aveva chiesto una cosa un po'...improbabile.
– E secondo te i miei me lo permetterebbero? Sono minorenne, Teds! – esclamai, rossa d'imbarazzo.
Il mio ragazzo era seduto accanto a me su una panchina di ferro battuto di Hogsmade. Era il primo giorno delle vacanze, ed eravamo usciti per una passeggiata e magari una cioccolata calda.
Lui si passò una mano tra i capelli blu – Non ci avevo pensato ma... – abbassò lo sguardo, arrossendo.
Alzai il naso al cielo limpido, soffiando. Mi piaceva tanto vedere le nuvolette che venivano soffiando quando faceva freddo.
– Ok, faremo cosi. – cominciai, esponendogli il mio piano – Dirò che starò da Juliette. Insomma, non sanno neanche dove abiti, quindi non sospetteranno di nulla... –
– No, aspetta non voglio che tu menta... – mi fermò subito Teddy, prendendomi le mani.
Risi – Ma hai paura di mio padre, Teddy? – gli domandai, sorridendo divertita.
Lui invece assunse un sorriso dolce – Al contrario, lo stimo molto, sai, per ciò che gli è successo. – abbassò la voce sulle ultime parole.
Mi rabbuiai, pensando al destino crudele che Greyback aveva destinato a mio padre. Ma per fortuna l'avevano salvato in tempo. Anche Teddy aveva subito, indirettamente, parte della crudeltà di quel lupo mannaro. Le notti di luna piena ne erano la prova dolorosa. Delle volte anche mio padre si svegliava durante quelle notti, scosso da tremiti alla spina dorsale e sudando freddo, o spesso solo con una forte emicrania.
Strinsi le mani di Teddy – Bè, però vuoi passare la settimana dell'anniversario insieme...No? – domandai, cambiando discorso.
Teddy mi aveva proposto di stare una settimana, o anche solo quattro giorni mi aveva detto, a casa sua, nel suo nuovo appartamento a Londra. Tra quei quattro giorni c'era quello del nostro anniversario, il 24 dicembre. Certo sarebbe stato difficile passarlo solo noi, ma in qualche modo ce l'avremmo fatta.
Solo che non sapevo ancora cosa rispondere.

– Rispondigli di si! C'è anche da chiederlo?! – Claire mi tirò una cuscinata, riempiendomi la bocca di piume rosa. Eravamo nella sua camera, io, lei e Juliette, e stavo raccontando della richiesta di Teddy.
– Sai, quando ci hai detto “Teddy mi ha proposto una cosa...” abbassando lo sguardo, arrossendo e coprendoti le mani, pensavo che ti avesse chiesto di sposarlo. – commentò Juliette, affondando la mano nel vassoio di gelatine tutti i gusti più uno.
Arrossii ancora di più, pensando a quello che aveva detto la mia amica – Ma no, ma che vai a pensare... – borbottai, abbassando lo sguardo.
Ricevetti un'altra cuscinata, poi scoppiammo tutte e tre a ridere.
– Insomma, che faccio? – riuscii a domandare di nuovo, tra una risata e l'altra.
Tornarono serie. Considerando il significato di serie per noi, riuscirono a stento a trattenere la risata.

– Io sono d'accordo con Claire, dovresti dirgli di si. –
– Ma come farei con i miei genitori? – domandai, mordendomi un labbro.
– Fai come avevi pensato, dì che stai da me. Ti coprirò. – mi rispose pronta Julie, dandomi una pacca sulla spalla.
Sorrisi – Ok, mi fido del vostro giudizio. – conclusi, sorridendo.
Questa volta furono due cuscini piumati a colpirmi in faccia.
– E vorrei vedere! – dissero in coro le mie migliori amiche.

Ero più che nervosa. Dovevo mentire, per la prima volta, ai miei genitori. Ok, non era la prima volta. Ma era la prima grossa bugia, ovvero dire che ero da una parte invece che in un'altra. Soprattutto visto che da quella parte sarei stata con il mio ragazzo.
Mi stropicciai le mani non so quante volte, aspettando che mia madre rientrasse nel salone dove io e mio padre eravamo seduti in silenzio.
– Allora, cheriè, che è successo? – domandò la donna di casa, sedendosi vicino a papà e posandogli un braccio su una spalla. Lui la fissò con dolcezza, accarezzandole la mano. Lei gli sorrise, poi tornò a me.
– Ehm, volevo solo chiedervi il permesso di... – presi un bel respiro, scrutandoli. Diamine, in quel momento desiderai di ritrovarmi cosi dopo vent'anni, seduta nel salotto di casa mia, con mio marito, e nostra figlia che voleva chiederci qualcosa. E mia figlia aveva dolcissimi occhi nocciola.
– Di stare da Juliette Springs, la mia migliore amica, per quattro giorni, fino alla vigilia. – dissi, tutto d'un fiato.
Inizialmente non dissero nulla. Si fissarono a lungo, come se stessero parlando telepaticamente.
Poi mio padre mi fissò – Quindi dal 20 al 24? – domandò, inarcando un sopracciglio.
– Si, esatto. Verrei direttamente a casa dei nonni se fanno qualcosa la vigilia. – risposi, deglutendo.
Mio padre tornò sugli occhi di mia madre, cosi uguali ai miei. Storse la bocca, e mia madre fece spallucce.
Poi fu lei a rivolgermi la parola – Vais bien. Mais dovrai essere puntuale per la vigilia, compries? –
Li abbracciai stretti: erano i migliori genitori del mondo, e mi sentivo male per ciò che li stavo facendo, mentirli.
Ma sorrisi: si, era un anno fantastico.

 


~Angolo Autrice
Alloooora? Che ne pensate? :3 Spero vi sia piaciuto <3
A me paice molto la scena del ballo...La richiesta di Teddy verso la fine del capitolo, all'inzio sembrava tipo di matrimonio, eh? :') L'ho fatto apposta LOL Ehehehe...c'erano anche certi indizi, tipo la fantasia di Victorie su un suo possibile futuro...
Ok, ah, poi volevo approfittarne per augurare alla nostra cara protagonista buon compleanno, visto che ieri ha compiuto ben 15 anni (è un anno più piccola di me o.O) ed era tra l'altro il compleanno della mia migliore amica, Giulia <3
Ok, ora non sofrerò :')
Spero recensiate presto!
Un bacione;
Gryfferine



 

  
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