Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: nevaeh    03/05/2013    6 recensioni
Currently on hiatus
Quando Louis Tomlinson chiede alla sua fidanzata Eleanor Calder di sposarlo, non può minimamente immaginare il caos e gli eventi che si scateneranno nella monotona - ma è davvero così? - vita degli invitati. Tra cene di prova, finte relazioni e litigi generazionali, siete tutti invitati a quello che sarà il matrimonio più esclusivo e strambo della vostra vita!
***
«Puoi dirmi a chi pensi, quando sei con lei?»
«A te. Ogni secondo.» rispose Louis, ormai completamente soggiogato da quelle labbra e da tutte le loro promesse.
«Puoi dirmi che non la sposerai, Louis?»
E Louis non rispose. Semplicemente rimase in silenzio e abbassò nuovamente lo sguardo, colpevole. E Harry capì che, nonostante tutto, forse non lo amava abbastanza da affrontare tutto.
«Era quello che volevo sentirmi dire.»
[Harry/Louis, Niall/Eleanor]
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

#7

 

 

 

Mentre Eleanor toglieva la canotta corallo e i pantaloncini di jeans, Niall pensò che fosse un grandissimo stupido. Davvero, in tutta la sua vita, poteva mai aspettarsi che una così potesse innamorarsi di lui? Aveva un fisico perfetto, era alta, i capelli scuri che aveva lasciato sciolti e fermati da un frontino in tinta col bikini; e poi era intelligente, spiritosa, arguta. Niall si gettò per un istante nello sconforto, ma poi lei gli sorrise, e tutto tornò a splendere. Louis e Harry, seduti l'uno accanto all'altro su un telo da mare, si godevano la brezza del lago senza rivolgersi la parola. In realtà, nelle ore in cui aveva avuto a che fare con Harry, Niall si accorse che raramente il londinese si era preso il disturbo di pronunciare più di un paio di parole di cortesia e mai aveva iniziato un discorso, quella mattina a colazione o poco più tardi in auto. Intanto il nuovo venuto aveva preso un telo e si era allontanato dal resto del gruppo, stendendosi quasi a riva con gli auricolari dell'iPod nelle orecchie e Niall si guardò intorno: Charlie, sbarazzina nel suo costume a pois gialli, teneva d'occhio sua figlia che giocava poco distante, Eleanor faceva un bagno di sole, anche se si vedeva che stava beatamente dormendo e Louis e Zayn fumavano tranquillamente una sigaretta sotto l'ombrellone, chiacchierando pigramente. Gli piaceva quella compagnia e, per quanto detestasse cordialmente Louis, si rendeva conto di che bravo ragazzo fosse: attento a ogni bisogno della sua fidanzata, premuroso e sempre sorridente, con gli occhi azzurri e l'accento della provincia che rendeva buffo tutto ciò che diceva. Praticamente era come Ken, ma più vivo e più problematico di lui; non gli sfuggivano le occhiate che continuava a rivolgere al suo migliore amico, e per un secondo si chiese quale segreto nascondessero quei due. In fondo l'improvvisa comparsa dello scontroso londinese non era del tutto passata sotto silenzio, e anche il taciturno Zayn, la sera precedente dopo cena, aveva avanzato delle perplessità circa il nuovo venuto. Niall però aveva altro a cui pensare, come al modo di sabotare delle nozze – per quanto l'essere rimasto solo con lei fosse stata una mossa azzeccata – e convincere la ragazza che amava che la meritava più di Louis. In quel preciso momento, però, la necessità primaria era rappresentata dal bisogno di nicotina, e così si avvicinò agli altri ragazzi.

- Andiamo, nemmeno zio Zayn? - stava ridendo Louis, mentre Zayn continuava a fumare senza guardarlo in faccia. Era strano vedere come due ragazzi che sembrano non avere assolutamente nulla in comune – bastava pensare alla logorrea di Louis e alla riservatezza di Zayn – andassero poi così d'accordo.

Zayn sbuffò, – mi stai mettendo in imbarazzo, amico. Nemmeno zio. - a quanto pare, considerò l'irlandese mentre faceva scattare il meccanismo dell'accendino, l'argomento di conversazione era la piccola Sophie, e Louis ne stava approfittando per prendere bonariamente in giro l'altro ragazzo. Rimase in silenzio lì vicino a fumare, godendosi la vista della schiena nuda di Eleanor a pochi centimetri di distanza. Pensò che avrebbe potuto accarezzarla, ma subito cambiò idea e rivolse l'attenzione ai due accanto a sé.

- Ma lei vuole che sua figlia ti chiami papà? Andiamo, siete una coppia stabile, no? - Louis intanto insisteva con un tatto che avrebbe fatto saltare di gioia un elefante, e Zayn cercava con sempre meno forza di evitare di scoppiare a ridere. Niall non aveva mai speso troppa attenzione con il timido compagno della piccola Charlie, un po' perché non ce ne era stato mai il tempo necessario e un po' perché difficilmente era solito stare attento a tipi così tranquilli e taciturni. Anche in quel momento, per esempio, Zayn seguiva Charlie e Sophie con lo sguardo mentre finiva di fumare e si liberava del filtro; era esattamente l'immagine della tranquillità: un uomo innamorato – perché non poteva che essere innamorato il suo sguardo che non si muoveva dal bagnasciuga – che viveva tranquillamente con la donna che amava. Solo Charlie, in quel perfetto connubio, sembrava stonare. Difficilmente si avvicinava al ragazzo di sua iniziativa, e la maggior parte delle volte che lui la toccava arrossiva o si voltava di scatto, come se il tocco del giovane la sorprendesse ogni volta. Ad ogni modo, rifletté Niall mentre a sua volta finiva di fumare e schiacciava il filtro nel posacenere, lui sembrava pronto a fare qualsiasi cosa per lei, e questo era abbastanza.

- Andiamo, non dire che non ti piacerebbe che lei ti chiamasse papà! - continuò Louis.

Zayn sbuffò con un sorriso – stiamo cercando di andare con calma e Sophie è molto piccola. Non ci abbiamo mai pensato.

Niall scoppiò a ridere – non hai risposto alla domanda, amico! - esclamò inserendosi nel discorso per la prima volta. Zayn gli stava relativamente simpatico, quindi non si pentì dell'intervento. Il povero malcapitato, invece, cominciò a guardarsi intorno con l'aria di un cane braccato, e fu ben contento di correre verso la bambina che era caduta col sedere per terra non appena ne ebbe l'occasione.

- Oh, si! Corri corri, paparino! - continuò a ridere Louis, mentre per ultimo finiva la sua sigaretta e si guardava intorno, come alla ricerca di qualcuno; – hai visto Harry? - chiese infatti a Niall pochi secondi dopo, quando notò che il telo era sparito dal bagnasciuga e il ragazzo con esso. Niall fece segno di no con la testa, poi prese a sua volta un telo dalla sacca e due Corona, e andò a raggiungere Eleanor che arrostiva al sole. Quando si diede un'occhiata intorno, mentre si stendeva accanto al corpo perfetto della ragazza, si accorse che Louis era sparito a sua volta e non riuscì a reprimere un sorriso. Eleanor, invece, aprì un occhio e non appena lo mise a fuoco si alzò a sedere abbastanza spaventata. Non avevano più parlato, dopo la sera precedente, e sicuramente un posto affollato da amici e parenti non era l'ideale.

- Dovresti mettere la crema solare sulla schiena. - disse Niall con un sorriso

- E tu dovresti allontanarti da qui, Niall. Sul serio, non voglio rendere le cose ancora più difficili.

Il biondo sorrise, senza tuttavia allontanarsi dalla sua postazione nemmeno di un millimetro – non dicevi così, ieri sera.

- Non mi hai dato modo di farlo. - fu la risposta piccata della ragazza, che poi si ristese col la schiena al sole e voltò la testa verso il lago.

Niall si guardò per la seconda volta intorno, poi si chinò fino a raggiungere l'orecchio di Eleanor – non mi è sembrato un atto non consenziente. - le fece notare, ridendo sottovoce.

La ragazza si voltò verso di lui, dimenticando per un istante la paura di essere vista – ero sconvolta.

- Bugiarda.

- Approfittatore.

Niall represse un mezzo sorriso, – è così difficile ammettere che volevi stare con me?

Eleanor socchiuse gli occhi, – sì.

- E per quale motivo?

- Te ne serve ancora un altro oltre tutti quelli già noti? - non si riusciva a capire se il tono fosse sarcastico, ma Niall scosse la testa e disteso accanto a lei sul suo telo. Rimasero in silenzio per un po', poi Eleanor disse: - devi andartene, Niall.

- Va bene, se vieni con me.

La ragazza scoppiò a ridere, forse tentata sul serio da quella proposta, – e allora cosa dovremmo fare?

- La prima volta che abbiamo parlato, quando ancora ero in Spagna, - rispose in un sussurro Niall – mi dicesti che non avevo coraggio perché preferivo fuggire le scelte difficili, preferendo partire e lasciarmi tutto alle spalle. Ora sto provando a non avere paura; ma devi provarci anche tu.

Eleanor guardò fissa il ragazzo che le stava di fronte, probabilmente già intuendo quello che stava per chiederle – paura di... far cosa? - si arrischiò lo stesso a chiedergli, però.

Niall sospirò prima di rispondere, come se avesse bisogno di quante più energie possibile. Poi disse solo: - annulla il matrimonio.

*** 


Il problema di quella giornata praticamente perfetta stava soprattutto in Louis. Non aveva praticamente ricolto la parola ad Eleanor e scattava persino se Zayn, seduto al suo fianco, lo chiamava per chiedergli se volesse della birra. Continuava a guardare Harry che, ormai tranquillo, sorrideva a Charlie e a sua figlia mentre mangiava un pezzo di pane. Gli piaceva vederlo così, senza nessun pensiero; in effetti non ricordava nemmeno l'ultima volta in cui lo aveva visto così tranquillo, dal momento che anche quando erano solo loro due, da soli, Harry era sempre teso e gli sembrava impossibile invece che in quel momento fosse lì, in costume con dei perfetti estranei a mangiare panini stesi al sole scherzando e sorridendo come se non avesse un problema al mondo. Era felice anche lui, si rese conto Louis, semplicemente sapendo che Harry era felice. Forse era quello che significava essere innamorati, anche se lo aveva capito quasi troppo tardi. Come poteva non pensare alla sua famiglia, agli invitati del matrimonio, ad Eleanor e a tutto il resto, quando c'era il ragazzo che amava a qualche metro da lui che finalmente rideva e alzava lo sguardo e gli diceva – non vuoi un altro panino, Lou? - con voce limpida e con sguardo innamorato? Come aveva fatto Louis, poi, a vivere fino a quel momento senza quello sguardo addosso?

- Louis? Lou? - Eleanor gli stava sventolando una mano davanti al viso, richiamando rumorosamente la sua attenzione.

- Ella, dimmi.

- E' il tuo cellulare, sta squillando. - gli fece presente lei, indicandogli il telefono che effettivamente vibrava e lampeggiava una molto poco promettente foto di sua madre. Lanciò uno sguardo ad Harry, che proprio in quel momento lo stava guardando; in un secondo entrambi erano in piedi e il più grande stava sfiorando lo schermo per aprire la telefonata. Harry senza parlare si allontanò dalla comitiva che continuava a chiacchierare, e Louis lo seguì verso le scale di pietra che portavano al parcheggio.

- Mamma?

Dall'altra parte del telefono ci fu rumore per un paio di secondi, poi il ragazzo riuscì a scandire la voce di sua madre che lo salutava con un allegro – e meno male che almeno io ogni tanto mi ricordo della tua esistenza, figlio degenerato che non sei altro! - Louis rise a quelle parole, rendendosi conto che effettivamente negli ultimi tempi, tra tutti i problemi e il lavoro, non aveva avuto tempo per telefonare a casa nonostante sentisse ogni tanto per sms la sua sorellina adolescente.

- Andiamo mamma, vuoi sul serio rovinare una bella conversazione madre-figlio? - chiese ridendo.

- E cosa ti dice che sarà una bella conversazione madre-figlio?

- Il fatto che stia parlando con la mamma migliore del mondo...? - tentò il ragazzo, guadagnandosi un “ruffiano!” dall'altra parte della cornetta. Poi continuò – come state a casa? Le gemelle?

- Benissimo, potrai vederlo da te Sabato. Mi dispiace che non possiamo venire prima ma sai, tra il lavoro di tuo padre e la scuola...

Louis deglutì abbastanza spaventato, tanto da guadagnarsi un'occhiata preoccupata da parte di Harry; - ah, sì. Il matrimonio. Mamma io... - cominciò abbastanza incerto, bloccandosi poi a metà della frase non sapendo bene come continuare. Certo era che Eleanor, a quel punto, non l'avrebbe più sposata. E nemmeno lei avrebbe mai accettato di presentarsi in abito bianco davanti all'altare, non se il suo futuro marito era corso dietro a un altro ragazzo per proclamargli il suo amore. A proposito, pensò per un istante, doveva ancora trovare un modo per parlare con Eleanor, anche se sarebbe stata solo una chiacchierata pro forma.

- Lou? - sua madre richiese la sua attenzione, Louis guardò il suo ragazzo allarmato, il quale decise appena in tempo di prendere in mano la situazione – Jay?

Il tono della donna fu abbastanza sorpreso quando rispose un – Harry, caro? Sei tu? - non troppo convinto.

- Sì, io... Louis mi ha detto che era lei al telefono, volevo salutarla. - imbastendo la prima scusa che gli venne in mente, Harry si guadagnò uno sguardo grato dell'altro ragazzo, che poi gli fece cenno di continuare.

- Meno male che almeno tu sei educato, mica come Louis! Come stai? Tua madre?

Harry per poco non scoppiò a ridere, rispondendo tuttavia – Cerco di insegnargli l'educazione, signora, ma è un caso perso in partenza! Mia madre sta benissimo, comunque, la ringrazio. Ci vedremo tutti sabato, vero?

Jay scoppiò a ridere – Suppongo di sì. Saluta tutti, mi ripassi Louis?

Il diretto interessato, che nella tragedia che si stava consumando aveva anche trovato il tempo per mettere il broncio per le parole del suo ragazzo, cominciò a scuotere freneticamente la testa facendo anche ampi segni di diniego con le braccia (e buona parte del corpo, anche) quando Harry borbottò un incerto – Che le ripassi Louis, dice? -

- No, Harry. No! - mormorò quasi senza emettere suono il più (solo anagraficamente) grande. L'altro, sebbene tentando per un secondo di metterlo in difficoltà solo per il gusto di vederlo contrariato, decise all'ultimo secondo di schiarirsi la voce, dicendo solo – mi dispiace, Jay, ma è tornato al lago. E' una giornata bellissima, è in acqua a fare il bagno. Ti faccio richiamare, comunque, eh? Va bene, saluta le gemelle, e anche l'altra. E quell’altra ancora. Te lo ha mai detto nessuno che hai fatto decisamente troppi figli? Ciao! - e mise giù, senza dare l'opportunità alla donna di risponde. O anche solo capirci qualcosa.

Louis, a un passo di distanza da lui, incrociò le braccia al petto abbastanza arrabbiato – ti pare il modo? - chiese retoricamente, anche se si vedeva che stava trattenendo una risata – ha fatto troppi figli, dici? - aggiunse poi, avvicinandosi pericolosamente all'altro ragazzo, che sorrideva col cellulare in mano e i capelli sconvolti come sempre.

- Decisamente troppi. - confermò quello, mentre Louis si avvicinava annullando le distanze tra loro. Fu quando i petti si sfiorarono, che Harry aprì la bocca e disse – il primogenito se lo poteva anche risparmiare. - con un sorriso talmente innocente e talmente falso che fece ridere il suo ragazzo.

- Lo credo anche io, visto che deve passare l'esistenza a combattere con un tipo impossibile come te. - lo disse con un tono scocciato mentre gli passava le braccia intorno alla vita.

Harry scoppiò a ridere, - addirittura l'esistenza! Non ci staremo sbilanciando un po' troppo? - chiese fintamente ingenuo, posandogli le braccia intorno al collo per accarezzargli i ciuffi più scuri con la punta delle dita.

Louis colse la provocazione in quelle parole, tuttavia rispose – solo se vuoi che mi sbilanci. - mentre faceva aderire il bacino contro quello dell'altro, mozzandogli il respiro per un secondo.

- Mi piace quando ti sbilanci così. - e questo Harry glielo sussurrò all'orecchio, con un sorriso sul volto e il suo odore che gli faceva girare la testa. Quante volte lo aveva sentito? Eppure lo faceva ancora impazzire.

Louis rise,avvicinandosi maggiormente al più piccolo. Erano vicini, molto vicini, ma quando si scambiarono un bacio sembrò che persino le loro pelli fossero l'impiccio. Si poteva essere tanto vicini ad una persona e non averne comunque abbastanza? Louis pensava di no, ma in quel momento, abbracciando più forte Harry, fino quasi a fargli male, dovette ricredersi. In quell'abbraccio ci mise tutte le sue mancanze, tutte le volte in cui non c'era stato. In quel bacio ci mise tutte le loro liti, tutte le parole che aveva detto e quelle che non aveva avuto mai il coraggio di pronunciare. Ed Harry ci mise tutto il perdono, tutta la devozione e tutto l'amore che troppe volte non aveva potuto dimostrargli. Ci mise ogni singola volta in cui lo aveva forzato, ogni singola lacrima che aveva versato per lui e per loro. Quel bacio era peccato e redenzione; era il ricordo di tutto quello che erano stati, la promessa di tutto quello che avevano intenzione di diventare. Una sola persona, un abbraccio stretto come quello in cui si stavano stringendo in quel momento. La fine e l'inizio di tutte le cose.

- Mi dispiace così tanto. - mormorò Louis senza staccare le labbra da quelle di Harry.

- Lo hai già detto stanotte. Tante volte. - gli ricordò l'altro. Ed era vero, aveva pianto e lo aveva baciato e si era scusato non ricordava nemmeno quante volte. Ed Harry lo aveva accolto, lo aveva cullato; lo aveva perdonato.

Louis scosse la testa, – non sono abbastanza.

- In tal caso abbiamo un sacco di tempo davanti a noi. - rispose con un mezzo sorriso il più piccolo, tornando poi a baciarlo. Louis annuì, e poi di nuovo nulla tornò ad avere importante al di fuori della pelle di Harry, delle sue mani e delle sue labbra.

- No pulce! Non puoi andare da quella parte! - fu la voce di Zayn ad interromperli, costringendoli a dividersi con un gemito.

- Oh guarda – disse con la voce roca Harry – la bambina di Zayn e Charlie! -. Harry adorava i bambini, era il genere di ragazzo che poteva guardare Palyhouse Disney per ore canticchiando le canzoncine con in braccio un numero sconsiderato di neonati per il puro gusto di farlo. Prese in braccio la bambina, che si era avventurata nel parcheggio ed andò incontro al ragazzo che stava arrivando in quel momento correndo, in costume e senza ciabatte.

- Perso qualcosa? - chiese con un sorriso a Zayn, che scosse la testa e si passò una mano tra i capelli.

- Dicono che sia l'età in cui sono curiosi e vogliono scoprire le cose. Dico io, proprio quando tocca a me tenerla d'occhio deve giocare a fare Indiana Jones? - borbottò abbastanza contrariato, sorridendo tuttavia alla bambina tutta presa dai capelli di Harry.

Harry si limitò a ridacchiare imitato da Louis che era rimasto un passi indietro, poi i tre tornarono verso gli altri ragazzi, trovando Niall placidamente addormentato sullo stesso telo su cui Eleanor, a gambe incrociate e con una sigaretta tra le labbra, giocava a carte con sua sorella. Charlie diede un'occhiata a sua figlia e ritenendo fosse in mani più o meno sicure tornò a concentrarsi sulla partita.

Zayn si stese sul telo della ragazza, con la testa al riparo dal sole e il naso praticamente infossato nella sua schiena bianchissima. Charlie si irrigidì un istante, poi sorrise scartando un re di picche.

- Harry non preoccuparti per Sophie, se vuoi la tengo io. - Charlie guardò il londinese apprensiva, nonostante tutto quello si limitò a scuotere la testa e si sedette all'ombra con la bambina tra le braccia. Louis, rimasto praticamente solo come un idiota in mezzo al groviglio di teli mare e borse da spiaggia, prese la saggia decisione di recuperare un po' del sonno che aveva perso quella notte e si mise steso sul suo telo all'ombra, lo sguardo al suo ragazzo che faceva smorfie e cantava canzoncine per far ridere la bambina. Sorrise, un secondo prima di addormentarsi.

***


C’era qualcosa, nell’aria inglese, che faceva venire voglia a Liam di scoppiare a ridere. Probabilmente stava nell’umidità, sicuramente c’entrava qualcosa con le nuvole che minacciavano pioggia un minuto si e l’altro anche. Persino lo smog che usciva dagli scarichi delle auto lo metteva di buon umore. Non tornava a casa da quasi due anni e la verità era che gli era mancata incredibilmente.

- Papà? - Tommaso aveva i capelli chiarissimi come i suoi e gli occhi grigi. Da chi li avesse presi risultava tutt’ora un mistero, ma l’espressione sempre malinconica che gli davano lo rendevano adorabile.

- Cosa?

Il bambino gli tirava la stoffa del jeans con la mano libera, dal momento che Liam lo teneva stretto a sé da quando erano atterrati.

- Ho fame, perché non mangiamo? – Liam annuì, sospirando. Aveva decisamente troppe valige, una giacca per sé e una per suo figlio, il cellulare che squillava nella tasca, Tommaso che lo tirava verso il primo punto ristoro al ritiro bagagli.

- Devi avere un po’ di pazienza, va bene? – gli parlava in italiano, perché lui l’inglese non lo capiva tanto bene, e cercando di stare calmo. Alla fine riuscì a recuperare il trolley, a fissarci sopra il borsone di cuoio che aveva usato come bagaglio a mano, a mettere la giacca di jeans a suo figlio e nascondere il suo maglione in valigia. Prese il telefono e notò le due chiamate perse, mentre accompagnava Tommaso a prendere qualcosa da mangiare.

- Lou.

Louis, dall’altra parte, sospirò. – Meno male, Liam! Sono due ore che ti chiamo! – Liam sbuffò una risata al tono dell’amico mentre indicava all’impiegato le ciambelle da mettere in busta – sei atterrato?

- Sto per prendere il treno. Vieni tu a prendermi?

Dall’altra parte sentì qualcuno che rideva, poi Louis disse: - Certo. Avvisami quando ti manca una stazione così parto.

- Va bene.

- Bea è con te?

Liam, fermo poco distante dall’aria fumatori, si passò una mano tra i capelli. Tommaso si guardava intorno interessato dallo strano accento che sembrano avere tutti, lì, e prestava poca attenzione a suo padre, che poté così rispondere – No, ma lo sapevo già – senza essere sentito.

- Merda.

Liam, tuttavia, non riuscì a soffocare una risata. Louis era l’unico ad essergli rimasto vicino quando aveva accettato il lavoro in Italia, il suo testimone di matrimonio, l’unico vero amico che gli rimaneva dalla giovinezza.

- Non è così grave. Non l’ho fatta funzionare. – Liam avvistò il tram, afferrò senza troppi complimenti una mano di suo figlio e incastrò il telefono tra guancia e spalla per poter prendere anche le valige; - sono stato uno stupido e l’ho persa. – continuò. Trovò un posto a sedere, fece accomodare Tommaso e lasciò il trolley.

- Non è troppo tardi, Liam. Puoi riprendertela, ancora.

- Non credo, ma grazie lo stesso. – di nuovo ci fu una risata dall’altra parte della cornetta – Louis, ma dove sei?

La risposta non arrivò immediatamente. La voce di Harry Styles mentre diceva “dai, amore, smettila!2 seguita da quella del suo migliore amico che rideva arrivò indistintamente all’orecchio di Liam. Poi Louis rispose, ansimando – abbiamo appena finito in spiaggia, veramente.

- E c’è qualcosa che devi dirmi?

Sentì Louis sospirare, poi disse solo – le cose hanno presa una piega inaspettata.

E Liam, di tutto cuore, non riuscì a fare a meno di sorridere. – Quella giusta, mi auguro.

***


- Se vuoi posso cucinare io, stasera. – Harry si era avvicinato ad Eleanor con un sorriso che era tutto fossette e che faceva ben capire il perché lavorasse come modello. Be’, oltre al corpo statuario.

Si ritrovò ad annuire senza nemmeno rendersene conto, un sottile velo di imbarazzo era sceso tra loro ma nessuno dei due aveva voglia di aprire la bocca. Fu Louis, stranamente, a risolvere la situazione.

- Potremmo andare noi a fare la spesa, se fai la lista. – guardava Harry col sorriso sul volto che non riusciva a mascherare l’agitazione, eppure era lì, a cercare di mettere a posto le cose.

Le parlerà, si ritrovò a realizzare Harry. Le parlerà, finalmente.

Annuì e si sedette al tavolo della cucina, Charlie entrò in quel momento e si avvicinò al piano cottura già vestita e con i capelli umidi legati in una treccia disordinata come sempre. Harry scribacchiò pochi ingredienti, si alzò per controllare in dispensa che ci fossero almeno la farina, il sale e le fragole, tornò a scrivere qualche altra cosa e passò il foglio ad Eleanor.

Fu solo quando furono entrambi in auto, da soli, lei si permise a guardarlo in faccia.

- Come lo hai capito?

Louis capì subito a cos si riferisse, mise in moto l’auto e strinse le mani al volante; - avevo quattro anni, andavo all’asilo. Un giorno mia zia continuava a chiedermi se avessi la fidanzatina e io non volevo risponder perché mi vergognavo da morire. – fece una pausa, sorrise amaro – che stupido che ero, mi vergognavo perché non volevo dire il suo nome. Ero così ingenuo.

Eleanor prese un respiro profondo, - perché, qual’era il suo nome, Louis?

- Andrew. Era il mio compagno di banco.

Rimasero in silenzio per un po’, allora, Eleanor si mordeva un labbro guardando fuori dal finestrino mentre Louis raggiungeva il supermercato più vicino e parcheggiava l’auto.

- Ed Harry?

Fu il turno di Louis, di sospirare. Sorrideva, comunque, e non riusciva ad impedirselo. – Ho combattuto contro me stesso per tutta la vita. Avevo un piano perfetto: conoscere una donna, uscirci insieme, sposarla, avere dei figli. Harry non era calcolato.

- Ma?

- Ma è entrato nella mia vita. Lui è un bambino, Ella, è il mio bambino. – si fermò un attimo, le guance rosse per l’imbarazzo e lo sguardo basso – devo tagliargli la bistecca e sbucciare la mela. Non riesce a dormire se c’è anche uno spiraglio di luce nella camera, indossa sempre gli occhiali da sole perché se no gli lacrimano gli occhi. Lui è… non mi fa sentire speciale, perché non è speciale che voglio sentirmi. Mi fa sentire amato, se mi guarda allora ho un senso, perché se una persona come lui ti sorride allora sai che non sei completamente sbagliato.

Eleanor rimase in silenzio, le braccia incrociate intorno al busto e gli occhi lucidi; - sono andata a letto con Niall.

Louis annuì soltanto, nemmeno lei la guardava. Sospirò, tolse gli occhiali da sole e li mise a posto in modo che penzolassero dalla t-shirt: - cosa facciamo adesso?

- Non lo so, ma ho paura.

E Louis, semplicemente, abbracciò Eleanor forte, con il mento sulla sua testa e le lacrime sulla maglietta. Non gli importava, però, perché amava davvero quella ragazza e lo avrebbe fatto nonostante tutto.

- Dobbiamo annullare il matrimonio.

Eleanor annuì, il naso contro la stoffa ruvida di Louis, - mia madre mi ucciderà. Louis… - fece una pausa, si asciugò una lacrima – come facciamo con il bambino?

- Ce la faremo in qualche modo, va bene? – le prese le spalle minute, la guardò negli occhi tentando addirittura di sorriderle. – Ella, io ti amo davvero, nonostante Harry e Niall e tutte le gravidanze di questo mondo. E noi ce la faremo insieme.

Eleanor rispose al sorriso, lo abbracciò di nuovo, - sei il mio migliore amico, Louis.

- E tu la mia.

***

  

Liam vide Louis immediatamente. Stringeva la mano di Harry come se ne dipendesse la sua vita e gli faceva contemporaneamente ampi cenni. Non poté fare a meno di sorridere, vedendo come era felice. Era quello che significa essere innamorati?

Pensò per un attimo a Bea, a tutte le volte che era stato lontano, a tutte quelle in cui i regali non erano stati abbastanza. O forse era lui, a non ritenersi abbastanza?

- Zio Lou! – Tommaso sciolse la presa della sua mano e cominciò a correre verso l’uomo, che si era abbassato sulle ginocchia per prenderlo. Non riuscì nemmeno ad arrabbiarsi con suo figlio, dal momento che era già tra le braccia del suo padrino di battesimo.

- Tommy quante volte devo…

Louis rise, interrompendolo – Eddai, Liam! Neanche sei arrivato e già fai il pesante! – lo prese in giro.

Harry rimase in silenzio, accennando soltanto un sorriso timido ai nuovi venuti. Liam considerò che era davvero bellissimo, e guardava Louis con l’amore negli occhi. E questo, comunque, era abbastanza.

 

***

 

Il ragionamento, in un modo o nell'altro, è stato: prima o poi dovrò aggiornare, perché non farlo adesso con un scco da sudiare, la casa in disordine, i miei via e un mal di testa martellante? Così ecco il capitolo! Grazie mille per le recensione e per le bellissime parole che continuano ad arrivarmi un po' a casaccio da web, non sapete quanto piacere possa farmi! Perdonate, intanto, anche gli eventuali errori, ma ho i pallini davanti agli occhi e quindi in caso fatemi notare e sistemerò tutto!
Alla prossima! ♥ 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: nevaeh