CAPITOLO
TRE
“One
Who Shows the Way”
Cit.
“Non aveva altro scopo nella vita, era stato creato per
mostrare
la giusta via da seguire.”
La
misteriosa nave si stava avvicinando, il viaggiatore temeva in una
minaccia e
si mise davanti ad Aria e Moonflower in segno di protezione, poi,
l’altra nave
si fermò accanto alla loro. A prima vista sembrava non ci
fosse nessuno.
“Viaggiatore,
dove vai?” domandò Moonflower preoccupata.
“Bisogna controllare se ci sia
qualcuno all’interno della nave. Potrebbe esserci qualche
ferito che vaga ormai
da molto tempo!” esclamò il viaggiatore
avvicinandosi ad una macchina con delle
leve. “quelle cosa sono?” domandò Aria
curiosa. “ sono alcune strumentazioni
della nave. La leva verde, ad esempio, serve ad allungare un ponte di
collegamento
con un’altra nave. È così che scambiavo
le merci con altre navi!” spiegò il
viaggiatore, mentre il ponte, mediante un meccanismo di ingranaggi, si
allungava verso l’altra nave per collegarle. “ No,
viaggiatore! Non andare,
abbiamo paura!” commentò Moonflower.
“Tranquilla…andremo tutti insieme, non vi
lascio da sole!” esclamò il viaggiatore
sorridendole.
I
tre attraversarono il ponte e giunsero dall’altra parte. Il
viaggiatore iniziò
a fissare la bandiera posta sopra la nave; la guardava con leggero
timore. “Pirati!”
esclamò vedendo il disegno del teschio. “Sono
cattivi i pirati?” chiese Aria
vedendo la sua espressione. “ Dipende…ne ho
incontrati di amichevoli, ma non
sempre è così. Comunque sia, non dovete temere,
io vi proteggerò!” esclamò lui,
mentre Aria si sentiva già più al sicuro.
Improvvisamente, poi, nel silenzio di
quella nave misteriosa, si sentì una voce avvicinarsi.
“Ehilà!
Salve!” esclamò un tizio con la bandana in testa e
con un fisico robusto. “Allora
la nave non era disabitata. Dov’è
l’equipaggio?” chiese il viaggiatore. “
Siamo
solo in quattro, il resto dell’equipaggio è sceso
nelle isole Ripado!” esclamò
il pirata avvicinandosi a loro cordialmente. “Immagino il
perché! A nessuno
piace avventurarsi per l’oceano di Samara, soprattutto, se ci
si imbatte per le
Nebbie labirinto.” suppose
il
viaggiatore stringendoli la mano. “ Io sono Blugos, piacere
di conoscervi!” si
presentò il pirata. “lui, invece, è il
viaggiatore, il famoso viaggiatore!”
rise Aria presentandolo. “Aria, sei impazzita? Non devi
presentare il
viaggiatore a degli estranei, nessuno deve mai saperlo!” le
bisbigliò
Moonflower tirandole un pizzicotto. “Quindi lei è
il viaggiatore? Si sente
parlare di lei ovunque!” sorrise Blugos.
“Già! Allora…da quanto tempo siete
bloccati nelle Nebbie labirinto?” chiese il viaggiatore.
“Quasi due settimane.
Ormai stiamo esaurendo le provviste e presto saremo delle vittime. Ora,
conoscendo la sua fama e la sua gentilezza, mi chiedevo se potevate
darci una
parte dei vostri viveri per sopravvivere fino al diradarsi delle
Nebbie.
Prometto che alla prossima isola vi risarciremo!” chiese
aiuto quel pirata.
Subito dopo, arrivò un altro pirata; anche lui con la
bandana, ma più magro. “Mi
era sembrato di sentire delle voci, Chi sono questi, Blugos?”
chiese il pirata
appena arrivato. “ Vieni Flamming, ti presento il viaggiatore
e i suoi
compagni!” esclamò Blugos. “Salve! Che
fortuna incontrare il viaggiatore,
soprattutto, dove siamo adesso!” fu sorpreso Flamming
sorridendo. “Il suo
compagno, mi stava dicendo che siete a corto di provviste,
sarò felice di darvi
qualcosa. Seguitemi dall’altra parte!” gli
invitò il viaggiatore. “e noi che
facciamo?” domandò Aria al viaggiatore.
“Aspettate qui, non ci metteremo molto!”.
Erano
passati, ormai, dieci minuti da quando il viaggiatore e i due pirati
erano
passati nell’altra nave. Aria iniziava ad inspazientirsi, ma,
poi, udì come un
pianto provenire dalla stiva dei pirati. Moonflower si era incantata a
guardare
il pavimento sporco di quella nave, ma quando si accorse che Aria stava
scendendo nella stiva dei pirati, cercò di fermarla.
“Aria? Dove vai? Non hai
sentito cosa ha detto il viaggiatore? Dobbiamo aspettare
qui!” si agitò
Moonflower. “Rilassati, che vuoi che ci accada? E poi il
viaggiatore e quei
pirati sono via da minuti e io non riesco a stare seduta per
più di cinque
minuti!” scendeva Aria in quella stiva, con Moonflower alle
spalle. “sento che
sarà una pessima idea!” si preoccupava Moonflower.
“Senti anche tu questo
suono? Sembra qualcuno che piange!” Aria cercava di capire da
dove provenisse. “Io
sento solo la mia coscienza che mi dice di tornare sul ponte. Questa
non è la
nostra nave e non possiamo andarcene in giro come se ne fossimo i
padroni!” si
lamentava la piccola Moonflower.
La
loro conversazione, però, fu subito interrotta da un rumore
di passi. Qualcuno
si stava avvicinando a loro. “Oh no! Arriva qualcuno, te
l’avevo detto!” si
spaventò Moonflower, che fece uscire dalla sua tasca un
sacchetto con una
polvere scintillante. “Che cos’è
quella?” domandò Aria. “Polvere
dell’invisibilità!”
esclamò lanciandola su loro due. “Incredibile, non
vedo più i miei piedi e,
nemmeno, le mie mani! Sicura che dopo torneremo come prima?”
chiese Aria
preoccupata. “Shhhhh! Passa qualcuno, chiudi il becco,
Aria!” le tappò la bocca
con mano, mentre un altro dei pirati passava per il corridoio; aveva un
pugnale
nella sua cintura. “Hai visto anche tu?” le
bisbigliò Moonflower. “il suono del
pianto si sente di più, dev’essere dietro a questa
porta alle nostre spalle!”
si voltò Aria mettendo la mano sul pomello di quella porta.
“Aria, non lo fare!
Aria???” gridò Moonflower con voce bassa, ma Aria
era già dentro quella cabina.
“E
tu chi sei?” domandò Aria vedendo un bambino
dentro quella stanza; poi notò che
aveva i polsi e le le caviglie incatenate al muro. “Chi
parla?” domandò lui non
vedendo nessuno, mentre Aria cercava di staccare le sue catene dal
muro, poi l’effetto
dell’invisibilità finì. “Io
sono Aria e la mia amica si chiama Moonflower. Ora
ti stacchiamo queste catene, sono stati quei pirati, vero? Comunque tu
sei?”
Chiese Aria, mentre non si accorgeva di fare rumore tirando le catene.
“Aria,
fa piano o ci sentiranno!” la avvertiva Moonflower stando di
guardia accanto
alla porta. “Si, sono stati i pirati. Sono
Benjamin!” esclamò lui. “Niente, non
riesco a staccartele!” si arrese Aria, poi sulla sul palmo
della mano di
Benjamin notò un simbolo disegnato sopra. “Ehi, ma
io ho già visto quel
simbolo!” esclamò Aria tirando fuori il suo libro
dato a lei dal signor
Obelauwer prima di iniziare il viaggio. “Vi prego andatevene
o loro si
accorgeranno di voi e vi prenderanno come prigioniere! Non dovete
salvarmi, noi
siamo destinati a stare dove siamo!” si preoccupava Benjamin.
“Tu sei una
bussola umana, fai parte della stirpe dei Rosei ventis…qui
il libro dice che
siete creati per mostrare la strada a chi l’ha
smarrita!” lesse Aria sul suo
libro. “Sono stato rapito dal mio villaggio, ogni anno i
pirati ci prendono e
ci portano con loro!” spiegò Benjamin con volto
triste. “Ora capisco. Rappresentate
una garanzia per chi si avventura nell’oceano di
Samara!” esclamò Moonflower. “Esatto!
Non sono in molti, coloro, che riescono ad uscire dalle Nebbie
labirinto e l’unico
modo per uscirne e portare con se un Rosei ventis!”
continuò Benjamin, mentre
Aria non riusciva a concepire che un bambino sia portato via dalla sua
famiglia
e tenuto prigioniero in solitudine. “Bhè, noi non
ti lascieremo qui! Moonflower
aiutami a trovare qualcosa per rompere le catene!”.
Mentre
cercavano uno strumento per liberare il piccolo Benjamin, avvicinandosi
accanto
alla finestra di quella cabina, Moonflower vide i pirati
nell’altra nave che
portavano tutte le loro provviste alla loro nave. “Ma che
succede?” esclamò
Moonflower guardandoli attraversare il ponte di collegamento.
“A quanto pare ci
rubano tutte le provviste, non sono dei pirati amichevoli. Mi chiedo
dove sia
il viaggiatore!” si avvicinò anche Aria alla
finestra. “Credi che gli abbiano
fatto del male?” si chiedeva Moonflower preoccupata.
“Non lo so, ma dobbiamo
liberare Benjamin e tornare sulla nostra nave!”
escoamò Aria un po’ spaventata,
infondo era una ragazzina e non si era mai trovata in situazioni di
questo tipo…
CONTINUA
NEL QUARTO EPISODIO