Personaggi:
Tom O.
Riddle,
Merope Gaunt
Tipo di coppia:
Nessuna
Contesto: Generico
Genere: Triste,
malinconico
Rating: Giallo
NdA:
Un piccolo
scorcio di ciò che, a parer mio, Tom può pensare di una madre che si è
lasciata
morire, nonostante avesse il suo bambino a cui badare.
E, nella seconda Drabble, i pensieri
di Merope sulla sua
creatura.
Titolo: “Debole”
[110
parole]
Debole
Tom
Riddle odiava le donne.
Non le riteneva solo inutili, un gingillo da letto nel migliore dei
casi.
No, lui le detestava.
Per quella natura incostante che sempre le caratterizzava, per quella
lascivia
di fondo.
Perché, quando una di loro s’avvicinava per trascinarlo nel suo letto,
Tom non
provava soltanto indifferenza, ma repulsione.
Era disgustato dalla passionalità e dalla veemenza che albergavano nel
cuore di
ogni donna.
Tranne che, forse, in colei che l’aveva messo al mondo.
Si
era lasciata morire.
“Era
così spaventata, molto
debole...”
Già,
debole.
Dannata
zingara. Stupida
sgualdrina.
E
così non valevo quanto
il mio sudicio padre babbano, madre?
II.
Non
lo amavi, Merope.
Anche
se era la tua
creatura, carne della tua carne.
Dannato sangue del tuo sangue.
Anche se era il vostro bambino, anche se portava il
suo nome.
Non
sarebbe mai stato
come te.
Negli
ultimi istanti, te
l’avevano messo in braccio.
L’avevi tenuto, troppo debole per scostarti.
Era un neonato, era bellissimo. Ed era tuo.
Ti
ripugnava, Merope.
Tu
sapevi che non era
innocente, che quelle fossette erano soltanto inganno, che quegli occhi
blu non
avrebbero mai amato.
Il filtro ti aveva corrotta. Aveva spezzato il volere di Tom.
E aveva creato il suo demone.
Lo
odiasti, Merope.
E ti
lasciasti morire, pur
di non vedere.