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Autore: bells swan    04/05/2013    3 recensioni
[La storia non ha niente a che vedere con il film]
Bella è fidanzata con James, James è il migliore amico di Edward, Edward prova attrazione per Bella. E se un giorno Bella cedesse? E se Edward la ricattasse per un’ultima notte d’amore?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Sono passati ben cinque giorni e ancora non ho detto nulla a Edward. Sono incinta. Non ne ho il coraggio, è troppo presto, troppo!
Neanche due mesi che stiamo insieme e già devo dirgli che aspetto un bambino?
Ho fatto un altro test di gravidanza, non mi fido molto di certe cose, e di nuovo il risultato è stato positivo. Temendo, comunque, un responso errato, sono andata al Consultorio e domani, a mezzogiorno, avrò la risposta definitiva.
Se sono davvero incinta, non ho la più pallida idea di come Edward potrebbe prenderla, ed è questo che più di tutto mi spaventa: che Edward possa rifiutare me e il bambino, rendendosi conto che è ancora giovane e ha tutta una vita davanti per diventare genitore, in seguito. So perfettamente che Edward non è così, ciononostante non riesco a vedere null’altro se non me con la valigia in mano davanti il portico di casa di Edward.
Sento la porta di casa aprirsi e chiudersi, segno che Edward ha finito di lavorare ed è tornato a casa.
Quando entra in cucina, sono pronta a sorridergli ma vedo che non è dell’umore giusto. È nero, in volto.
“Amore, cosa è successo?” domando avvicinandomi a lui.
Si siede senza neanche aspettarmi. “Niente Bella, assolutamente niente.”
So che è successo qualcosa di veramente importante, non si sarebbe mai comportato così. “Su Edward, cosa è successo? Sai che puoi dirmelo” continuo, sedendomi vicino a lui ed accarezzandogli i capelli.
Ha lo sguardo perso nel vuoto, tuttavia risponde. “I ragazzi hanno scoperto tutto.” Sgancia la bomba con naturalezza.
La mia mano si blocca mentre lo fisso, le sopracciglia aggrottate. “C-come? Cosa hanno scoperto?”
“Che stiamo insieme. L’hanno scoperto, ci hanno visti. E, se ti interessa saperlo, sono andati a raccontarlo a James. Finalmente sa tutto, Bella, contenta? Niente più sensi di colpa, va bene?” chiede, senza nemmeno fissarmi.
Apro bocca, voglio chiedergli perché adesso mi tratta così, ma Edward si alza e se ne va in camera da letto, sbattendo la porta rumorosamente.
Sospiro, rendendomi conto che questa è la nostra prima litigata come coppia. I miei occhi si sono riempiti di lacrime ma non voglio piangere, primo perché non ho fatto nulla a Edward e quindi non merito di sprecare energie; secondo, e cosa più importante, l’agitazione potrebbe far male al bambino. Perché, nonostante abbia bisogno di una conferma, io so di essere incinta.
Mi alzo, sparecchiando la tavola. Sono ormai le dieci di sera, oggi Edward ha lavorato fino a tardi ma comunque è giusto che lo aspetti. Quando finisco il tutto, predo dei cracker e mi siedo sul divano.
Nessuno dei due ha mangiato la cena che ho preparato e, sebbene non abbia nessuna voglia di mangiare, devo mettere qualcosa sotto ai denti. Per mio figlio.
Edward è ancora in camera da letto e io non voglio certo andare da lui. Non per orgoglio o altro, solo perché so che gli uomini, quando hanno bisogno di sbollire la rabbia, devono stare da soli. Il fatto che abbia provato, poco fa, e la risposta di Edward, mi fa capire che ho ragione.
Accendo la televisione, prendendo una coperta e stendendomi sul divano. Non mi interessa neanche il programma che ho messo e i cracker finiscono per terra. Non ho voglia di nulla, non dopo che Edward mi ha trattato così male. Perché io volevo solo aiutarlo… Mi sento tanto sciocca per starci così male, ma non sopporto quando qualcuno che amo si arrabbia con me. Mi è capitato con James, adesso con Edward. Sarà che sono troppo sensibile, ma è così. E vorrei solo piangere per la rabbia e la frustrazione…
 
“Bella? Amore, ti porto a letto, che dici?”
Non mi sono resa conto di essermi addormentata ma dev’essere così: Edward è in ginocchio davanti a me, l’espressione amorevole che gli ho visto sempre nei giorni passati insieme, e la televisione è spenta.
Alzo il volto, ancora assonnata. “Edward…” mormoro, la voglia di stendermi nuovamente sul divano che aumenta di secondo in secondo.
Edward mi prende in braccio come se fossi una sposa, mentre appoggio il volto contro la sua spalla. Le coperte nel letto sono già scostate e Edward mi ci poggia senza neanche spogliarmi. Mi copre immediatamente, mentre chiudo gli occhi, protetta dal calore delle coperte.
Lo sento immediatamente dietro di me, la mia schiena contro il mio petto, un suo braccio che mi circonda la vita.
Sin quando non mi addormento, lo sento lasciarmi teneri baci sulla testa e sul collo, continuando ad accarezzarmi.
 
Quando mi sveglio, sento ancora la presenza di Edward vicino a me. Non si è mosso, il suo braccio è ancorato alla mia vita, come se non volesse lasciarmi andare neanche nel mondo nei sogni.
Non posso che sorridere, rabbuiandomi però quando ripenso alla serata precedente. Mi alzo per potermi fare una doccia. L’acqua calda riesce a rilassare i muscoli del mio corpo facendomi stare un po’ meglio. Esco, coprendomi il corpo con un telo e decidendo di andare a trovare mia madre.
Adesso, anche Jasper e Emmett sanno la realtà delle cose, non posso permettere che mia madre venga a scoprire che non sto più con James tramite voci. Non gliel’ho ancora detto, è vero, ma volevo rimandare il momento in cui l’avrei sentita gridarmi contro. Adesso, non posso più rimandare.
Vado in cucina, preparando del caffè. Non dovrei berne per non rendermi ancora più nervosa ma devo pur fare qualcosa per tenere le mani occupate o scoppierò.
“Ehi.”
Mi volto di scatto, spaventandomi. Ero soprappensiero e non avevo sentito i passi di Edward avvicinarsi. “Ehi” mormoro, rilassandomi subito dopo.
“Bella, io volevo scusarmi per ieri sera, sono stato davvero uno scemo, ma non ce l’avevo con te, davvero.”
“Edward, so che non ce l’avevi con me…”
Mi interrompe. “Sì, ma ti ho trattato comunque male e non te lo meriti. Ieri Emmett e Jasper mi hanno rotto, non ho potuto sfogare e mi sentivo troppo male. Me la sono presa con te che non c’entravi niente…” spiega, facendomi capire cosa l’ha portato a comportarsi in quel modo.
“Cosa ti hanno detto?” chiedo, sedendomi sul divano.
Si siede sul tavolino davanti il divano, il suo viso di fronte al mio. “Niente, solo che sono stato un figlio di puttana per aver tradito James quando lui non se lo meritava”. Sbuffa, abbassando il tono della voce, come se parlasse fra sé e sé. “Come se non avessi riflettuto più e più volte sul da farsi, come se ammettere di provare desiderio per te fosse stato una passeggiata! Loro non sanno quante volte, in quest’ultimo anno, ho tentato di ignorarti ma che alla fine ho rinunciato non sapendo più resistere. Che ne sanno, loro? Sanno che i sensi di colpa che provo non mi hanno fatto dormire la notte per chissà quante notti? Sanno che mi sono maledetto giorno dopo giorno sapendo di volermi scopare la ragazza del mio migliore amico? No, non lo sanno, non sanno nulla. Se fosse stato un gioco non ti avrei mai sedotto ma non è solo questo, è amore e mi sono giocato l’amicizia con James per te. La verità è che sono tutti bravi a giudicare ma senza sapere in realtà le cose come stanno!”
Lo lascio sfogare riflettendo sulle sue parole: ho sempre pensato ai miei sentimenti, ai miei sensi di colpa, ma a Edward? A ciò che prova lui davanti la consapevolezza di aver tradito il suo migliore amico? No, a questo non ho pensato.
“Mi dispiace” sussurro, abbassando il capo.
“Non fa niente” minimizza la cosa, sedendosi vicino a me e prendendomi fra le sue braccia. “Non dovevo alzare la voce, ieri sera, ma Emmett e Jasper mi hanno fatto incazzare. Bella non sei mai stata una sfida per me” rivela, la bocca premuta sulla mia fronte. “Non avrei mai potuto considerarti tale sapendo che eri la fidanzata del mio migliore amico. Ho tentato di resisterti ma non è stato facile, alla fine ho ceduto. E per quanto mi odi per l’aver tradito colui che ho sempre considerato un fratello, non posso dispiacermi delle decisioni che mi hanno portato dove sono adesso: qui, con te fra le mie braccia” sussurra ancora.
Lo stringo a me, brividi che mi increspano la pelle per le parole di Edward intrise d’amore. Ho le mie braccia che lo stringono per la vita, la mia guancia contro il suo petto. Edward poggia entrambe le gambe sul tavolino, tenendomi stretta a sé, la sua guancia sulla mia testa.
Spesso mi viene voglia di gridargli che sono incinta, immaginandomi il suo viso stravolto dalla gioia e momenti simili a questo che si riempiono di più amore del normale. Ma, come spesso accade, il coraggio mi viene meno.
“Edward…” mormoro dopo un attimo di silenzio.
Mi lascia un bacio sulla testa, dolce e pieno d’amore come lui, facendomi capire che ha tutta la mia attenzione.
“Oggi avevo pensato di andare da mia madre” spiego. Avevo chiesto a Edward del tempo per poter dire tutta la verità ai miei genitori, spiegandogli le motivazione della mia scelta, la paura di deluderli prima fra tutto, e Edward aveva accettato. D’altronde, non vivevo con i miei, potevo aspettare quanto volevo prima di dir loro la verità.
“Sei sicura?” chiede dolcemente.
“Sì. Ho già aspettato fin troppo” mormoro.
“Vuoi che venga con te?”
Rimango un attimo in silenzio. Voglio o no? Alzo il viso per guardarlo in quei suoi occhi così verdi da sembrare dei veri smeraldi. Rimango sconvolta per l’intensità del suo sguardo, dai suoi occhi trapela così tanto amore da bloccarmi il respiro. “Puoi venire ma aspettare comunque in macchina? Prometto che non ci metterò molto.” Ho bisogno di lui, della sua presenza in un momento del genere – ricordo ancora il desiderio di averlo vicino quando ho affrontato James − ma è pur vero che devo parlare con i miei genitori da sola.
“Certo. Tutto quello che vuoi, amore” risponde, baciandomi velocemente.
Poggio la mia testa nuovamente sul suo petto. “Grazie.”
Non risponde, si limita a stringermi mentre con una mano prende la tazza di caffè che ho posato sul tavolino, bevendola al posto mio. Io non ne voglio più.
 
“Se hai bisogno di me, mi trovi qua.” Edward spezza il silenzio parlandomi, facendomi girare verso di lui.
Annuisco, scendendo dall’auto e lanciandogli un’occhiata. È preoccupato, lo vedo, perché sa perfettamente quanto io abbia paura di affrontare i miei genitori. Ma devo farlo, poi mi lascerò tutto alle spalle e dirò a Edward del bambino. Niente più segreti, per nessuno.
Quando mia madre mi apre, sul suo volto spunta un enorme sorriso. “Amore mio, che fai qui? Non ti aspettavamo!” esclama abbracciandomi.
Io e mie madre abbiamo sempre avuto un rapporto meraviglioso: io mi confidavo con lei, lei con me, eravamo migliore amiche quasi. No, lo siamo. È stata la lontananza a dividerci fisicamente, ma so di poter contare sempre e in qualunque momento su di lei. È adesso che ho paura che tutto si sgretoli.
“Tesoro, tutto bene?” chiede immediatamente, facendomi entrare. Mia madre mi conosce fin troppo bene.
“Papà dov’è?” domando, senza rispondere alla sua domanda. Voglio dir loro la verità adesso, prima che qualcosa mi faccia cambiare idea. Poi, qualunque sarà la loro reazione, andrò via con Edward.
“In cucina… che succede?” continua Renèe.
“Devo parlarvi” risponde semplicemente, dirigendomi in cucina.
Trovo mio padre seduto sulla sedia, a leggere un giornale. Sono felice che non sia a lavoro.
Quando mi vede, sorride estasiato. “Tesoro!” Mi abbraccia come solo un padre può abbracciare la figlia, ma non riesco a godere del calore delle braccia di Charlie, non al momento. “Vieni, siediti”
“Bella, di cosa devi parlarci?” domanda mia madre, guardandomi attentamente.
Ora o mai più. “Sono incinta” annuncio decisa. Non devo dare spiegazioni a nessuno per il mio comportamento, ma non riesco a non agitarmi. Comunque andrà, avrò Edward, solo questo pensiero conta.
I miei genitori hanno la faccia sconvolta, ma alla fine sul volto di mia madre spunta un sorriso felice. “Oh Dio, tesoro… Ah, sono così contenta per te e James!” esclama, preparandosi ad abbracciarmi ma la fermo.
“Il padre non è James. L’ho lasciato.” Non balbetto, non esito, la voce non trema: è ferma e decisa. Anche se dentro tremo…
Mia madre ricade sul posto. “Come?”
“Ci siamo lasciati. Non lo amo più” spiego con calma.
“E allora di chi sei incinta?!” domanda sconvolto mio padre.
“Di Edward.”
“EDWARD?” chiedono all’unisono. Sanno chi è.
“Ma…” Mia madre vorrebbe dire qualcosa ma non sa cosa. È una situazione del tutto nuova, non sa come prenderla, come gestirla. Ma nemmeno io. “Beh, ma… Lui lo sa?” chiede piano, ancora scioccata.
“No!” Alzo la voce di scatto, sorprendendoli. “Edward non sa ancora nulla. Se lo vedete, mantenete il segreto” li supplico.
“Perché? Non vuole prendersi le sue responsabilità?” chiede duro mio padre.
“No, Edward mi ama. Tantissimo, papà, credimi. Voglio solo aspettare un poco” mormoro, improvvisamente stanca. Troppo segreti, troppi…
“Ma anche James ti amava, tesoro. Cosa ha Edward che James non ti ha dato?” chiede mia madre cercando di capirmi.
“Mamma, ho amato James. Ma non era lui la persona giusta per me. È Edward” dichiaro, fissando poi mio padre, cercando di fargli capire che sono sincera.
Sembra preso alla sprovvista mentre lancia uno sguardo a mia madre. “Ma tu sei felice, almeno?” chiede lei, scrutandomi in volto.
“Sì. Lo sono” rispondo senza esitazione.
Scrolla le spalle. “Be’… mi hai quasi ucciso con questa rivelazione ma… se tu sei felice non vedo perché non dovrei esserlo.” Mi sorride, alzandomi e voltandomi le spalle per dirigersi verso il frigorifero quando si volta di scatto. “Oh mio Dio, sei incinta!” esclama correndo ad abbracciarmi.
Scoppio a ridere, molto più tranquilla, mentre anche mio padre sembra rendersi conto solo in quel momento che sua figlia è incinta.
“Oh mio Dio…” sussurra, sedendosi sconvolto su una sedia.”Oh tesoro mio, fatti abbracciare!” esclama, riprendendosi un tantino.
“Quindi Edward non sa nulla?” chiede mia madre dopo un po’.
“No. L’ho scoperto da qualche giorno e… è troppo presto, non posso dirgli di essere incinta!” esclamo, dando voce ai miei pensieri.
“Quando tua madre era incinta, io ne ero molto felice. L’amavo e mi avrebbe reso padre. Perché, secondo te, Edward potrebbe reagire male?” chiede confuso mio padre.
“No, non reagire male”, difendo Edward. “Non lo so… non penso che reagirà male però… ho paura” mormoro, scrollando le spalle e abbassando lo sguardo.
“Avere paura è normale. Proprio per questo dovresti dire immediatamente a Edward la verità, in modo tale che, invece di affrontare la cosa da sola, l’uomo che ami stia vicino a te durante la gravidanza” spiega dolcemente mia madre accarezzandomi i capelli.
Faccio una smorfia, ponderando la cosa. Di cosa ho paura, precisamente? Se so che Edward non reagirà male, cosa temo? “Sì, magari glielo dirò entro breve…” Do voce ai miei pensieri.
“Ma lui dov’è?” domanda mio padre.
“È fuori, non sapevo…” Lascio la frase a metà, lanciando un’occhiata eloquente ad entrambi.
“Non posso negare che la cosa ci abbia lasciati perplessi, amore mio, ma l’importante per noi è che tu sia felice. Con chiunque tu scelga di vivere la tua vita” mormora mio padre, abbracciandomi.
“Grazie” sussurro.
“Perché non lo chiami?” chiede mia madre.
Annuisco. “Adesso vado a chiamarlo, soltanto vi chiedo di non offendervi perchè poi vorrei andare a casa a risposarmi. Ho un po’ di nausea.” L’ansia non mi fa stare mai bene, mai. Incinta o meno, mi causa mal di pancia o senso di nausea.
“Tranquilla, amore mio, adesso devi riposarti ogni volta che ti senti stanca, non arrivare mai al limite” mi avvisa mia madre.
Sorrido. “Vado” annuncio, uscendo dalla cucina e, in seguito, dalla casa dei miei.
Edward ha il volto appoggiato al sedile, il mento verso l’alto, gli occhi chiusi. Ogni volta mi perdo a guardarlo, è talmente bello che mi sembra impossibile che sia vero. E mio.
“Edward?” Apro lo sportello, scuotendolo per una spalla.
“Ehi” mormora lui. Stava dormendo? “Come è andata a finire?” chiede.
“Bene, bene” dico subito. “Vorrebbero conoscerti ufficialmente.”
Sgrana gli occhi. “Che?”
“Sì, be’… è normale per i genitori conoscere il fidanzato della figlia, no?” chiedo ironica.
Edward scende dalla macchina, passandosi la mano sui capelli in un gesto sensuale quanto inconsapevole, spettinandoli. “Non mi vogliono ammazzare, vero?” domanda, lanciandomi un’occhiata preoccupata.
Sorrido leggermente, prendendolo per mano. “No.”
Quando entriamo, Edward non apre bocca, talmente è imbarazzato. Ma fortunatamente, i miei capiscono e cercano di metterlo a suo agio. Restiamo seduti sul divano dei miei per circa mezz’ora e prima che la stanchezza mi colga di sorpresa decido che è arrivato il momento di andare via. In quel lasso di tempo, ho potuto notare con piacere che Edward si è rilassato sempre di più.
“Tutto sommato non è andata male” mormora mentre guida, lanciandomi una veloce occhiata.
Sorrido. “Non possiamo lamentarci” rispondo distratta.
‘Digli tutto.’Mia madre mi ha detto solo questo, salutandomi. Ma, per quanto il desiderio di dirgli che sono incinta sia vivo in me, non ne ho il coraggio.
 
Sono passate due settimane e ancora non gli ho detto nulla. Purtroppo, però, non posso più rimandare: non appena Edward entrerà da quella porta, dovrò dirgli tutto. Ho paura che si accorga che il mio corpo pian piano va cambiando, meglio che scopra da me la verità piuttosto che dagli indizi. Se ancora non si è accorto che ho saltato il ciclo, si accorgerà ben presto di quelli a venire.
Quando sento il rumore della porta che viene aperta, mi alzo immediatamente dal divano, agitata.
Edward mi raggiunge subito, un sorriso a trentadue denti sul volto.
Rimango un attimo interdetta, non capendo tutta questa felicità.
“Ciao amore!” esclama baciandomi dolcemente.
“Ehi…” mormoro facendo un mezzo sorriso. Di più non riesco a fare, almeno fino a quando non tolgo questo peso dal cuore.
“Qualcosa non va?” domanda piano, fissandomi preoccupato.
Mi gratto la testa, voltando il volto. “Edward, puoi sederti?” chiedo, ritornando a fissarlo.
Per un attimo non fa nulla se non limitarsi a guardarmi preoccupato, ma poi mi accontenta sedendosi. “Che c’è?”
“Edward, so perfettamente che stiamo insieme da pochissimo. Che ancora dobbiamo abituarci alla presenza costante dell’altro, che magari è troppo presto per certe cose però…” Non so più come continuare e, benché una parte di me desideri urlargli in faccia la realtà, l’altra parte vorrebbe correre a gambe levate.
“Bella, vuoi spiegarmi, per piacere, cosa vuoi dirmi?” chiede Edward al limite della pazienza.
“Sono incinta.” Le parole escono spontaneamente dalle mie labbra, quasi dicendogliele con così poco preavviso per dispetto alla sua impazienza. Volevi sapere che succede? Ecco cosa succede.
Il suo volto è una maschera d’orrore, mentre mi fissa con gli occhi sbarrati e la bocca aperta.
Sospirando, mi siedo sul tavolino posto davanti al divano, fissandolo.
Non mi guarda più, fissa il pavimento, la stessa espressione di poco fa sul volto: sta metabolizzando la cosa. O cerca in tutti i modi di dimenticare le mie parole, una delle due è l’opzione.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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