Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: milly92    04/05/2013    9 recensioni
Mentre Louis commentava con uno "tsk!" per essere stato escluso e Dominique era nello sconforto più totale, Lucy commentò il tutto con una risata sarcastica.
"Perchè ridi?" chiese Rose, non riuscendo a spiegarsi quel gesto.
"Perchè, giustamente, Molly già se lo aspettava, pur sapendo che ora farà da testimone alla cugina a cui ha sempre invidiato il ragazzo e di cui ne è stata segretamente ossessionata per anni ed anni..." esclamò, scuotendo il capo con disapprovazione.
Benvenuti nel mondo dei segreti e delle 'cose non dette' della Nuova Generazione.
Nell'estate in cui Victoire e Teddy decidono di sposarsi, strani eventi avranno luogo nelle vite di Lucy, Molly, Rose&Co.
Perchè Rose diventa strana ogni volta che sente il cognome Paciock?
Il passato di Molly è davvero immacolato come sembra?
E Lucy? E' davvero così dura e impenetrabile come sembra o è solo gelosa della sorella?
Perchè Roxanne è così altruista? Cambierà?
Dominique è solo un semplice maschiaccio o ha altro che le passa per la testa?
E Victoire ce la farà a tenersi il suo Teddy tutto per sè?
Se volete trovare la risposta a questi ed altri enigmi, non vi rimane che leggere!
milly92
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominique Weasley, Lucy Weasley, Molly Weasley Jr, Rose Weasley, Roxanne Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
epilogosecret
Epilogo

Image and video hosting by TinyPic





Why do you smile
like you have told a secret?
Now you're telling lies
'Cause you have sworn to keep it.
But no one keeps a secret,
no one keeps a secret...
Why when we do our darkest deeds
do we tell?
They burn in our brains,
become a living hell.
'Cause everybody tells,
everybody tells...

"Secret", The Pierces




"Zia, posso prendere altro cioccolato?".
La bambina guardò la donna che le stava di fronte con il suo solito sguardo da cucciolotta indifesa, che comprendeva sbattere numerose volte le ciglia e piegare la testolina di lato, facendo sì che i lunghi capelli rossi e ricci le rimbalzassero sulle spalle.
"Cassie, ne hai mangiato fin troppo, per oggi" rispose pazientemente sua zia Lucy, facendo ben attenzione a non guardarla mentre e a non distrarsi mentre compilava la lista della spesa.
Sapeva che una sola occhiata l'avrebbe fatta intenerire e cedere in pochi istanti.
"Ma zia Catherine dice che non fa nulla, te l'ha detto anche ieri, vi ho sentite! Ha detto che quando Penny vuole qualcosa glielo dà perchè ha fatto così con te quando eri piccola e sei cresciuta bene!" ribattè innocentemente la bambina, per poi avvicinarsi e iniziarle a tirare la maglia con insistenza.
Lucy alzò gli occhi al cielo e si decise a guardarla con aria di rimprovero. "Tu sei troppo intelligente" constatò, sospirando. "Ma se hai fame ti dò qualche altra cosa, troppo cioccolato fa male" le disse pazientemente, con il tono di chi ha ripetuto la stessa frase milioni di volte.
"Ma io voglio quello! E poi oggi pranzerò con papino, e lui di sicuro mi farà mangiare tutte quelle cose verdi che non mi piacciono...".
"Sei più cocciuta di me, Cassie!".
Cassandra sorrise candidamente e le si gettò addosso, abbracciandole le gambe e una porzione di vita.
"Da grande voglio essere come te, zia. E voglio anche un fidanzato come zio Bart" aggiunse, facendola ridere di cuore.
"Va bene, va bene, sei un'adulatrice nata! In questo somigli più a tua madre... Ok, ti darò il cioccolato, ma solo un altro pezzo!" acconsentì Lucy, maledicendosi perchè non riusciva mai a dire di no a quella adulatrice dolce ed energica di sua nipote.
A volte si ritrovava a pensare a quanto fosse cresciuta in fretta, perchè i giorni in cui quella bambina identica a sua sorella era un batuffolino le sembravano vicini più che mai.
Cassandra era nata un giorno di luglio di circa sei anni e mezzo prima, e senza nessuno sforzo era riuscita a portare in famiglia una gioia immensa, che aveva fatto dimenticare per qualche tempo a tutti - specialmente a Percy ed Audrey - le angosce che sarebbero sopraggiunte con il processo che aveva avuto luogo quattro mesi dopo e che aveva visto Molly accusata e rinchiusa ad Hostron, la prigione per i reati minori.
Molly e David si erano sposati a febbraio, ed erano andati a vivere in un monolocale a Diagon Alley, quindi Cassandra era cresciuta con suo padre e con Lucy e i nonni.
Le era consentito vedere la madre quattro volte all'anno, e, mano a mano che gli anni passavano, le era stata raccontata una sorta di verità riguardo il motivo per cui Molly si trovasse in prigione.
"Grazie, zia! Sei bellissima, bravissima e...".
"Sì, sì, certo, proprio come sarei bruttissima e cattivissima se non ti avessi accontentato" ridacchiò Lucy, avvicinandosi alla credenza e prendendo una barretta di cioccolato a latte.
Ne prese un pezzo e glielo porse, guadagnandosi un bacio come ricompensa.
Cassandra aveva appena finito di mangiare che la porta dell'appartamento si aprì, rivelando la figura di Bart.
"Zio Baaaart! Sei venuto, finalmente!" esclamò gioiosa Cassandra, correndogli incontro e circondandogli le gambe con le braccia.
Bart sorrise e la prese in braccio al volo, ricevendo a sua volta un sonoro bacio. "Sì, sono tornato a casa solo per te appena ho saputo che fossi qui" le rispose, accarezzandole i capelli. "E ti ho portato anche una sorpresa!".
"Cosa, cosa?".
Entusiasta com'era, la bambina non si risparmiò nel macchiargli la camicia immacolata con le mani sporche di cioccolato.
Bart estrasse un oggetto dalla tasca della giacca e glielo porse, guadagnandosi un'occhiata di rimprovero da parte della sua fidanzata.
"Un Boccino al cioccolato, seriamente?" sbottò Lucy, incrociando le braccia.
"Sì, evvaaaaaai!" urlò Cassandra, agitando le manine in aria prima di afferrare il Boccino, come una piccola e promettente Cercatrice.
"Ma il cioccolato le piace..." obiettò Bart, scrollando le spalle.
"A me piacerebbe farti una faccia di schiaffi quando diventi così scemo, ma mica lo faccio" obiettò Lucy, facendo tuttavia ridere la bambina.
"Lo sai che adoro i bambini, e Cassie in particolare" si difese Bart, dando un bacio a Cassandra.
"Quindi vuoi più bene a me che a Penny e Remus?".
"Sì, piccolina, però non dirglielo che altrimenti si arrabbiano...".
"Ma no! Zia Nicky mi ha detto che vuole più bene a Remus che a me, quindi non fa niente".
"Scendi che pulisco la camicia allo zio, anche se si meriterebbe di andare in giro tutto sporco di cioccolato" disse Lucy, estraendo la bacchetta.
Sospirando, Bart fece scendere Cassandra dalle sue braccia e lasciò che Lucy pulisse la camicia con un incantesimo smacchiante.
"Ti sembrerà strano, Lu, ma mi piace tornare a casa e trovarti qui che badi a Cassie... E anche questi gesti, tu che mi smacchi la camicia, che mi rimproveri... E' come essere una famiglia, una vera famiglia" sussurrò l'uomo in un modo quasi impercettibile madeciso, accarezzandole i capelli come aveva fatto poco prima con Cassie.
Tuttavia, di certo non si aspettava di vedere lo sguardo di Lucy diventare improvvisamente severo e impenetrabile.
"E' inutile, non lo pensi sul serio" sbottò lei in risposta, riponendo la bacchetta dopo aver terminato di smacchiare la camicia.
"Co-Cosa? Ma sei impazzita?".
"No, non sono impazzita, sono realista!".
"Ma che ti prende?".
Sbuffando, Lucy lo guardò di sbieco e incrociò le braccia.
"Mi prende che non sopporto questi tuoi discorsi, Bart Davies, perchè non sono affatto sinceri" esclamò, improvvisamente incollerita, come se il suo ragazzo le avesse detto chissà quale offesa.
"Ti senti bene, Lucy?" l'apostrofò lui, iniziando ad arrabbiarsi a sua volta per quell'atteggiamento così assurdo e privo di alcun senso, viste le circostanze.
"Sì, mi sento bene, è quello il problema! Vorrei essere scema per non capire tante cose, invece... Invece più passa il tempo e più non capisco cos'ho che non va! Dici di amarmi, stiamo insieme da sette anni, conviviamo da tre, giochiamo con Cassie come se fossimo i suoi genitori, ma... Non abbiamo nulla di concreto. Ho quasi venticinque anni, tu ventinove, e ci comportiamo come gli eterni adolescenti! Mi vedi come un'irresponsabile, forse? So di essere un po' bisbetica quando mi ci metto, ma pensavo ti andasse bene, invece... Invece mi sembra che...".
"Aspetta, fammi capire, stai dicendo che...".
"... Che tu non vuoi impegnarti con me per tutta la vita! L'ho capito, sai? So che mi vedi come una pazza che non sarebbe in grado di darti dei figli e...".
Mentre continuava ad inveire e a sfogarsi, liberandosi della miriade di pensieri che l'assalivano da fin troppo tempo, per tutta risposta vide Bart fare un passo indietro e correre nella loro camera, per poi tornare un minuto dopo, serio più che mai.
"Ma cosa...?" sbottò Lucy, senza capire, ancora infastidita. "Sei andato in camera nostra per fare le valige?" lo sfidò.
"No. Per prendere questo" rispose seriamente lui, mostrandole una scatola di velluto blu, che ricordava decisamente i suoi occhi.
Lucy si sentì mancare il fiato, e, di conseguenza, si portò una mano alla bocca.
"No! Non devi farlo perchè te lo sto...".
"E' l'anello di famiglia, apparteneva a mia nonna Elisabeth, l'ha lasciato a me. L'ho preso l'anno scorso e mi ero ripromesso di chiedertelo tra sei mesi, quando Molly sarebbe uscita di prigione, così saresti stata più spensierata visto che non avresti dovuto fare sempre da baby sitter alla bambina... E, sì, avevo un po' paura, perchè sei la donna più forte che conosca e non ho mai capito bene come la pensi riguardo un'eventuale famiglia, ma non ho mai messo in dubbio che tu possa essere una madre fantastica, visto il modo in cui hai cresciuto Cassie. Sono mesi che mi preparo un discorso perfetto, e tu, per l'ennesima volta, hai stravolto i miei piani... Senza di te la mia vita sarebbe di una monotonia assurda, e per fortuna ci pensi tu a farmi vivere emozioni nuove e inaspettate, Lucy Weasley. Per questo" si inginocchiò, aprendo la scatolina e rivelando un anello con un diamante blu che brillva grazie ad un fascio di luce proveniente dalla finestra, "Vuoi sposarmi, Lucy, e rendermi l'uomo più felice del mondo?".
Ancora con la mano che le copriva la bocca e con numerose lacrime di commozione, Lucy faticò molto per riuscire a dire quel "Sì" che tanto aveva sperato di dire a quell'uomo da anni ed anni.
Raggiante, Bart fece qualche sforzo per riuscire ad infilarle l'anello all'anulare visto le mani che gli tremavano, e poi, senza sapere come, si rirovarono abbracciati, persi in un bacio colmo d'emozione e felicità.
Si separarono solo quando la vocina entusiasta di Cassandra disse: "Evvai, vi sposate! La torta la scelgo io, posso?".
Ancora con le lacrime agli occhi, Lucy rise, e le fece segno di andarle incontro, così la bambina si ritrovò tra le braccia di entrambi. "Certo piccola... E porterai le fedi sull'altare, ti va?".
"Sìììì!".


°§°§°§

Sette mesi dopo

"La vuoi smettere di sovegliarmi, Dominique? Sto solo scrivendo una lettera, non...".
"Mancano poche ore al matrimonio di tua sorella, e  anche quando la mia si è sposata hai passato i giorni precedenti a scrivere lettere e a complottare, Molly. Te lo ricordi? Forse il cibo della prigione ti ha oscurato la memoria, ma la sottoscritta ricorda tutto...".
In un modo che ricordava fin troppo i vecchi dibattiti, Molly e Dominique si guardarono un po' in cagnesco, prima che la prima scoppiasse a ridere.
La bionda la guardò dal divano su cui era seduta mentre mangiava i pasticcini che aveva preparato nonna Molly, e non smise di fissarla per svariati secondi.
"Sei impazzita? A questo punto, tu dovresti ribattere in un modo acido e inappropriato" le ricordò, prima di dare un generoso morso al pasticcino malcapitato.
Dal canto suo, Molly si tolse una ciocca rossa dalle spalle e scosse il capo, senza smettere di sorridere.
"Una delle cose che più mi è mancata in questi anni sono le tue idiozie e le tue smorfie mentre mangi. Avrai pure ventitrè anni, ma rimani sempre una bambina golosa e sfacciata" disse, ridacchiando.
"Invece tu non mi sei mancata proprio. Comunque, non cambiare discorso... A chi scrivi?" insistè Dominique, senza smetterla di fissarla con l'aria di vuole dire "Ah, ti ho beccato!".
"Al mio editore" rispose semplicemente Molly, scrollando le spalle.
"Il tuo cosa?!".
"Il mio editore. In prigione ho scritto un libro perchè durante gli incontri con il terapeuta mi è stato detto che scrivere aiuta a liberarsi, e così...".
Scioccata, Dominique lasciò cadere il pasticcino per terra, e si tappo' la bocca con una mano, incredula.
"Hai scritto un libro" sentenziò, falsamente disinvolta.
"Esatto".
"Un libro...?".
"Un libro autobiografico".
La bionda scoppiò a ridere e scosse il capo, sospirando. "Lo sapevo! Un libro autobiografico in cui tu sei l'eroina e noi siamo gli stronzi di turno che ti hanno fatta sbattere in prigione!" provò ad indovinare, sicura delle sue parole. "Il Mondo Magico non ha bisogno di una nuova Rita Skeeter" dichiarò, ancora incredula.
Molly, pacata, fece un cenno di dinego.
"No. Un libro in cui io commetto i miei errori... Ma, sì, tu sei un po' stronza" rivelò, ripensandoci.
"Non ci credo..." biascicò Dominique. "E come si chiama?".
"Can you keep a secret?".
"No che non manterrò il segreto! Come si chiama, su, dimmelo!".
Molly rise di cuore e tornò a guardare la lettera a cui si stava dedicando. "Si chiama proprio "Can you keep a secret?", Dominique. Verte attorno ad un unico messaggio: mantenere un segreto spesso non è utile, visto che se Lucy non avesse detto nulla a Rose le cose non sarebbero finite bene...".
"Naomi avrebbe comunque fermato tutto" sentenziò Dominique, decisa. "E non riesco a credere con quanta disinvoltura tu riesca a parlare dei tuoi errori!" aggiunse, senza celare la sua incredulità.
Molly scrollò le spalle, come se la cosa non fosse nulla di che, e la guardò negli occhi. "Ci ho lavorato su. Ho avuto sette anni per elaborare cosa avevo fatto e perchè l'ho fatto" spiegò con calma. "E la consapevolezza di essere una madre mi ha aiutato, ho capito di aver già dato fin troppo il cattivo esempio a mia figlia".
Dominique si lasciò scappare uno sbuffo scettico, guadagnandosi l'ennesimo sorrisino compiaciuto da parte di Molly, ma poi la scena le fu rubata da Cassie che era appena arrivata a casa con David.
"Mamma, mamma! Mi aiuti a mettere il vestito da damigella?" chiese, abbracciandola e riempendola di baci.
Nel vederle insieme, accanto a David che le guardava intenerito e contento, Dominique pensò che, dopotutto, i figli possono avere un grande effetto sui genitori e possono aiutarli nell'andare avanti.
Inizialmente, come tutti gli altri in famiglia, aveva creduto che Molly e David si sarebbero lasciati perchè lei aveva lo convinto a diagnosticarle la bipolarità in chissà quale modo, invece, anno dopo anno, si era dovuta ricredere: le uniche due bugie che Molly non aveva detto, riguardavano l'amare David e non aver progettato la nascita di Cassandra.
"Certo, tesoro. E ti sistemerò anche i capelli, contenta?" rispose Molly, riempendo di baci e carezze la sua bambina.
"Sììì!".
"Allora... Allora vado, Lucy ci aspetta per prepararci con lei..." ammise, un po' a disagio visto che lei, Rose, Roxanne e Lily erano le damigelle, Naomi era la damigella d'onore e Victoire la testimone, mentre Cassie, Penny e Remus erano le altre damigelle e il paggetto.
Molly annuì e le sorrise suo malgrado. "Grazie per avermi sorvegliato" disse, facendole l'occhiolino.
"E' un piacere farti da babysitter" ribadì Dominique. "Ciao, David, ciao, piccolina! A dopo".
David ricambiò il saluto con un sorriso e Cassie le mandò un bacio, così Dominique si smaterializzò a casa di Percy ed Audrey, pronta per il caos che vi avrebbe trovato.


Percy camminava nervosamente per tutto il primo piano della sua villa, mentre Charlie cercava invano di farlo calmare e Catherine correva a destra e a manca alla ricerca di qualche fermaglio o di qualsiasi altra quisquilia.
"Oh, sei arrivata, Nicky! Le altre sono già di sopra" l'accolse, con le mani che le tremavano visibilmente.
"Sorvegliavo Molly. Tutto bene, sì?".
"No! Sono emozionatissima, è come se si stesse per sposare  la mia Penny, capisci?".
"Nah, impossibile, ha solo sette anni".
"Oh, hai capito cosa voglio dire" si spazientì la donna, prendendo numerosi lunghi respiri per provare a calmarsi, anche se invano. "Lucy è cresciuta con me, e vederla mentre si sposa sarà... Assurdo! E' ancora una ragazzina!".
Dominique cercò di trattenere una risata, e non riuscì a non dire: "Se la caverà, Catherine! E poi, scusa, mica devono sposarsi tutte a quarant'anni come te, eh".
Catherine era così presa che non l'ascoltò nemmeno, e corse chissà dove alla ricerca di chissà cosa.
Così, la ragazza salì nella camera che era stata di Lucy per diciotto anni prima che si trasferisse nella zona dove abitava Bart e per poi stablirsi definitivamente a casa sua.
C'erano Rose, Roxanne e Lily che emettevano urla eccitate per qualsiasi cosa, Naomi che sorrideva in direzione della sua migliore amica ed Audrey che, commossa, sistemava i capelli della figlia cercando di non creare caos.
Incrociò lo sguardo della futura sposa attraverso lo specchio, e constatò che le stava sorridendo.
"Come va, sposina?" chiese, seguita da un coro di saluti in sua direzione.
"Diciamo... E' difficile mantenere la calma con tutto questo caos" ammise la ragazza, che indossava una sottoveste bianca ed era già perfettamente truccata.
"Sarà uno spasso vederti emozionata" ridacchiò Dominique, meritandosi un'occhiata di rimprovero. "Comunque, ho appena controllato tua sorella, è tutto ok".
"Ma non dovevi! Cosa c'era da controllare?".
"Stai per sposare il suo ex" rispose Lily al posto suo. "Ha combinato quel caos per Teddy che non è mai stato suo, figuriamoci per il suo vero ex".
"Ma come siete cattive!" ridacchiò Rose, seguita da Roxanne.
"Ragazze, su, basta ricordare il passato, per oggi. Pensiamo solo al futuro di Lucy e Bart, e a tutti i bei nipotini che mi regaleranno" l'interruppe Audrey, con gli occhi che le brillavano per l'emozione.
"Dovrei ricordarti cosa pensavi di noi, all'inizio?" la punzecchiò la figlia.
"L'importante è quello che penso ora" rispose la madre, e, senza trattenersi, le diede un bacio sulla fronte, sotto gli sguardi attoniti e inteneriti delle ragazze, che mai si sarebbero aspettate qualcosa di simile dalla dura e fredda Audrey Cavendish in Weasley.


La cerimonia si sarebbe svolta in una lussuosa tenuta, la stessa in cui si erano sposati Percy ed Audrey e tutti gli altri Cavendish a partire dal diciottesimo secolo.
Nessuno si sarebbe aspettato una scelta simile qualche anno prima, ma, stranamente, i rapporti tra Lucy e i suoi genitori, in particolar modo sua madre, erano migliorati tantissimo, perchè ognuno aveva imparato ad apprezzare l'altro nonostante i difetti.
Si era capito sin da subito che quello non sarebbe stato il solito matrimonio Weasley, e nonna Molly ci aveva messo un po' per capacitarsene, ma alla fine aveva acconsentito nell'occuparsi della sua specialità - la torta - e della scelta del catering.
Rispetto ai Weasley-Potter, i Davies erano molto meno numerosi, e tutti si guardavano attorno un po' intimoriti visto che solo i genitori di Bart conoscevano quelli di Lucy.
"Devo dire che le cugine Davies sono niente male" constatò Fred con aria esperta, mentre cercava di alleviare in tutti i modi la tortura causatagli dal nodo della cravatta.
"Albus non è d'accordo. Le Delacour-Vidal non le batte nessuno, vero?" ridacchiò Hugo che, ormai ventidueenne, era innamorato pazzo della sua Annie, ex compagna di scuola con cui era sempre stato in disputa per ottenere il titolo di miglior studente del loro anno. La loro battaglia era terminata con un bacio il giorno del diploma, dopo aver constatato di aver ottenuto gli stessi identici voti - tutte "E" ovviamente - dopo aver studiato insieme.
"Per favore, Hugo, va già male senza le tue frecciatine" sospirò Albus, guardando di malavoglia l'orologio.
Erano quasi due anni che lui ed Angèlique avevano iniziato la loro storia dopo anni ed anni di tira e molla e difficoltà dovute alla lontananza e la volontà di entrambi di riuscire ad avere successo nel loro ambito lavorativo, e nel momento in cui Albus aveva incontrato Guille, l'affascinante capo di lei nel reparto Pozioni Sperimentali di Parigi, era diventato abbastanza geloso.
"Sei ancora convinto che Angèlique ti tradisca con quello scemo con la erre moscia del suo capo?" chiese incredulo Fred.
"Ma no, io...".
"Sì, ne è convinto" rispose per lui Hugo, dandogli una pacca sulla spalla. "Amico, se così fosse, perchè diamine si trasferirà qui tra due mesi?".
Albus non rispose, poi si illuminò per un breve istante quando vide la figura aggraziata di Angèlique andargli incontro, mozzafiato come al solito con il suo abito da cerimonia rosso fuoco.
Salutò i ragazzi con un bacio sulla guancia e poi gli circondò il collo con le braccia, baciandolo senza lasciargli il tempo di dire nulla.
"Scusami, la Passaporta mi ha dato problemi. Non vedo l'ora di vivere qui, così non dovrò correre da una naziòn all'altra per vedorti" disse candidamente.
"E diglielo che non lo tradisci!" s'intromise Fred, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del cugino, prima di fuggirsene con Hugo onde evitare l'ira di Albus.
Senza volerlo, si ritrovarono proprio vicino James ed Alice, che parlottavano tra loro con la massima complicità.
"Stanotte ho sognato che ci sposavamo noi ed io non riuscivo a raggiungerti perchè inciampavo continuamente a causa delle scarpe altissime" stava dicendo la ragazza, ridacchiando.
"So che sposare James Potter sia il tuo sogno, ma almeno fallo bene, Ali! Noi ci sposeremo su una spiaggia, quindi non avremo bisogno di scarpe" rispose James, ammiccante.
"E chi ti dice che io sia d'accordo? Io voglio sposarmi in una chiesa!".
"Ti ho beccata! Sogni così tanto di sposarmi che hai già pensato a tutto vero? Cosa mi dici della luna di miele, allora?".
"Sei uno scemo! Niente luna di miele, per punizione...".
James annuì, fingendosi pensieroso. "Giusto! Ci basterà la nostra camera da letto, comunque non avrei passato il mio tempo con te in giro per musei e strade...".
Alice arrossì e gli tappò la bocca con uno scatto, imbarazzata al massimo, e lui, per ripicca, si fiondò a baciarla.
"Prendetevi una stanza!" intimò loro Fred, ridendo, e si beccò un educatissimo gesto della mano di James per tutta risposta.
"Sei tremendo! Perchè non pensi a trovarti una ragazza anche tu, invece di infastidire gli altri?" gli chiese Hugo, mentre si avvicinavano alla zona del giardino in cui si sarebbe svolta la cerimonia.
"Io sono il Charlie della nostra generazione, mi impegnerò sul serio tra trent'anni... Ma con una giovane" rispose lui.
Hugo ridacchiò, mentre la folla di invitati aumentava sempre di più.


"Mi spieghi perchè mi hai detto di dire a Scorpius che sei indaffarata? Non stai facendo un tubo" sbottò Roxanne, rientrando nella sala dove c'erano tutte le damigelle e la sposa, quando mancavano circa venti minuti all'inizio della cerimonia.
"Sono seduta, quindi sono impegnata a tenere il mio sedere qui sopra e a riposarmi vista dovrò passare la giornata con delle scarpe scomodissime. E poi non lo voglio vedere".
"E' il tuo ragazzo, Nicky" le ricordò Rose, più paziente che mai, abituata com'era ai suoi litigi con Scorpius. "Anche se avete litigato, ricorda che non siete più dei ragazzini che si insultano per il parco di Hogwarts".
Il ricordo di Scorpius e Dominique che si insultavano per il parco di Hogwarts e poi correvano a fare pace nella Torre di Astronomia di sicuro sarebbe rimasto nella storia scuola nei secoli dei secoli.
"Non abbiamo litigato!".
"E allora dov'è il problema?" chiese subito Lily.
"Tu pensa al tuo, di ragazzo, che in quanto a idiozia stiamo lì... Devono essere i capelli biondi, sì" ragionò Dominique, cercando di targiversare ma senza esito, visto che Lily non se la prese nemmeno.
"Stiamo parlando di te, non di Lorcan. E poi lui va benissimo così, abbiamo risolto i nostri problemi ora che è tornato dall'Asia e siamo felicissimi!".
"Ma...".
"Che diavolo è successo, Nicky?" sbottò Naomi, che non ce la faceva più a sopportare i momenti no di quella che, nonostante tutto, era la sua cugina Weasley preferita.
Arrendendosi, la ragazza sbuffò e si poggiò contro lo schienale della sedia, in una posa non proprio femminile che contrastava con l'elegante abito azzurro.
"Ho notato che Astoria non ha più al dito l'anello di famiglia dei Malfoy da un mesetto... E ieri Scorpius ha nascosto una scatolina nel suo cassetto in fretta e furia, quando sono entrato in camera sua. E' strano, più del solito, e...".
"E...?" chiese Rose, senza capire.
"E lei teme che le stia per farle la proposta, ho indovinato?" spiegò subito Naomi, con la sua arguzia da agente segreto.
Dominique annuì, con aria alquanto grave, come se stesse parlando di una guerra appena scoppiate e delle sue vittime.
"Vi rendete conto? Io lo amo, sì, ma... Sposarsi, dai! Siamo giovani, e io non sono come mia sorella... Sposarsi, fare figli, sistemare la casa e...".
"Grazie, eh, non mi offendo mica" disse sarcastica Lucy, mentre la madre le sistemava l'abito e nonna Molly si commuoveva.
Dominique fece un verso scettico, prima di tornare a parlare. "Dall'altra parte, non riuscirei a dirgli di no, perchè ci tengo troppo a lui e...".
"Ragazze, mi dispiace interrompervi ma dovete sistemarvi, manca poco" disse un emozionato Percy, che era appena entrato e aveva mandato un bacio in direzione della figlia. "Bart è già all'altare".
Gli occhi di Lucy si illuminarono e, senza volerlo, iniziò a vedere davanti agli occhi tutti i momenti passati con  lui.
Lui che l'accompagnava il primo giorno di lavoro, lei che cucinava per lui, il loro primo Natale insieme, loro che badavano a Cassie, che andavano in vacanza insieme, che si dividevano un frullato, che litigavano per poi fare pace nel giro di poco...
Benedì il giorno di più di sette anni prima in cui l'aveva conosciuto, e si sentì felice nel constatare che l'averlo in famiglia nonostante fosse l'ex di Molly non avrebbe comportato nulla, perchè sua sorella era sposata e il tempo aveva permesso loro di andare avanti.
Alle spalle di suo padre, vide entrare un Neville emozionato più che mai, e gli sorrise candidamente.
"La mia alunna prediletta si sposa!" dichiarò, avvicinandosi e baciandole una guancia con delicatezza.
"Ricorda che tu sei il mio secondo testimone" sussurrò Lucy. "Se oggi sono qui, decisa nel seguire la strada giusta per me, lo devo soprattutto a te" ammise.
"Ti ho solo aiutato a capirlo e a renderti conto delle tue capacità. Ti auguro tutta la felicità del mondo" disse l'uomo, sincero più che mai, stringendo le sue mani con fare paterno e sorridendo, gioioso.
Lucy annuì e ricambiò la stretta e, prendendo un bel respiro, si avvicinò al padre, sistemando il suo braccio coperto da guanti eleganti sotto il suo, proprio mentre le damigelle in miniatura e il paggetto entravano, accompagnate dalle madri.
Una splendente Vic ormai trentenne guardò la sposa con emozione, e si portò una mano alla bocca. "Sei bellissima, Lu! Mi dispiace non essere venuta prima, ma dovevo badare a Remus, altrimenti si sarebbe ridotto uno schifo il vestito prima di iniziare...".
Lucy le sorrise. "Tranquilla. E poi sei la mia testimone, ti avrò tra i piedi tutta la giornata" sdrammatizzò.
"Teddy è già con Bart. Ti sei scelta proprio un bel marito, lo smocking gli dona" disse Vic, ammiccante.
"Non ci provare, Bart vuole e vorrà solo Lucy".
L'aria si raggelò nel momento in cui entrò Molly, e la battuta non fu una delle migliori visto che Vic si irrigidì all'istante.
"Io non ci ho provato e non ci proverei mai a sottrarre il marito ad altre, e, per favore, per il bene di Lucy non mi rivolgere la parola, oggi, e, se possibilmente, nemmeno in futuro, visto che in sette anni non ti sei degnata di scrivermi nemmeno una sillaba" ribattè prontamente Vic, a cui non piaceva ricordare i brutti momenti passati a pensare all'amicizia tra lei e Molly che si era rivelata solo una brutta illusione, visto che la cugina non aveva mai provato a scusarsi fino al mese precedente.
Dal canto suo, Molly sbiancò ed annuì, abbassando il capo. "Era una battuta, evidentemente non ho nemmeno più il senso dell'umorisimo, scusa".
"Su, ragazze, è tardi, dobbiamo andare" intervenne nonna Molly, accarezzando il braccio di Vic.
Senza aggiungere altro, le ragazze si sistemarono in una fila che vedeva Naomi per prima e Lucy e Percy per ultimi.


La cerimonia fu tranquilla e serena, baciata da un sole abbastanza tiepido e caratterizzata dall'allegria di Cassie, Penny e Remus che facevano un po' di confusione.
Lucy e Bart non riuscivano a distaccare i loro sguardi, e quando Cassie portò loro le fedi si sorrisero come avevano fatto poche altre volte.
Tutti scoppiarono in un applauso fragoroso mentre si scambiavano il loro primo bacio da marito e moglie, e nel giro di poco si ritrovarono nell'ampia sala allestita appositamente per i festeggiamenti.
"Ti vedo proprio radiosa, Rox".
"Sì, sono così felice per Lucy e Bart e... E mi sono ricordata, da buona Medimaga, che ci sono ferite che solo il vero amore può guarire" rispose lei.
"Già, e tu ne sai qualcosa, vero, amore?".
"Certo che sì...".
Roxanne si strinse al suo ragazzo, sentendosi serena come non mai, e poi allacciò la sua mano alla sua. "Sei la mia medicina preferita, e oggi ho bisogno di un dosaggio extra" aggiunse, baciandolo.
"Sono a tua disposizione...".
"Per favore, smettila di slinguazzarti con mia sorella davanti a me, abbi un po' di decenza, Thomas!" disse Fred alle loro spalle, con finta aria di disapprovazione.
Thomas si voltò e lo guardò con aria di sfida. "Altrimenti che mi fai?".
"Non ti farà nulla, è un moscerino fastidioso che prima o poi ammetterà di essere cotto perso della commessa del negozio di suo padre" replicò James, che era appena arrivato nella sala.
"Ti piace Judy! Ah! Devo fare un po' lo spione, allora...".
"Cosa?! Ma che... James, miseriaccia, non dire baggianate!" esclamò Fred, infervorandosi e assumendo un colore più intenso.
Thomas e James si guardarono con aria d'intesa. "Ecco. E' cotto!" continuò James, battendo il cinque con il suo migliore amico.
Roxanne li guardò, e si ritrovò a pensare a quando, un anno prima, Thomas era piombato nella sua vita in seguito ad una ferita al braccio, e dopo che lo aveva medicato, una serie di coincidenze li avevano fatti ritrovare spesso nello stesso posto, finchè non iniziarono ad uscire.
La storia con Stephen non era mai iniziata visto che lui, alla fine, dopo il suo diploma aveva accettato un lavoro in Germania ben pagato, e da quel momento in poi lei aveva pensato solo a studiare per diventare Medimaga, delusa come non mai.
Thomas l'aveva aiutata a ricredere nei sentimenti, e aveva scoperto il vero amore, quello che va oltre la pura attrazione fisica.
Lei gli aveva curato una ferita, lui, in compenso, le aveva curato il cuore.
"State zitti che inizia il ballo degli sposi!" disse Lily, guardando con emozione gli sposi al centro della pista che iniziavano a ballare, seguiti dai genitori e poi da tutti gli altri.
Lei prese Lorcan per mano e lo condusse verso la pista, raggiante come non mai.
"So che odi queste cose..." sussurrò, poggiandogli le braccia esili sulle spalle.
"Ma le ami tu, ed io amo te, quindi non dirò nulla" disse Lorcan in risposta, sorridendole.
"E poi hai tanto da farti perdonare...".
"Certo! Due anni passati a considerarti un'amica e cinque in giro per il mondo... Sono proprio scemo!".
"Finalmente l'hai capito!" sussurrò Lily, ammiccante, prima di alzarsi sulle punte e baciarlo delicatamente, fregandosene degli sguardi ancora gelosi dei fratelli, nonostante fosse una donna di ventidue anni, una giornalista con un bel fegato che la portava sempre più lontano.
Rose e Frank li guardavano con uno sguardo puro di dolcezza, finchè Rose non pestò il piede di lui.
"Oh, scusami, sbaglio sempre..." disse, mortificata, ma, tuttavia, facendolo ridere.
"Sono qui per insegnartelo quando vuoi, l'hai capito che non mi separerò mai da te, no?" mormorò lui nel suo orecchio, facendole venire la pelle d'oca.
"Sì, e me lo merito, visto che ho rischiato di non essere così felice quando facevo di tutto per starti lontana perchè eri il figlio del prof".
"Eri proprio scema!".
Rose rise di cuore ed annuì, scuotendo il capo. "Se ci penso ora... Cavoli, quando siamo adolescenti viviamo in un mondo assurdo, con idee idiote e tante paure" constatò, anche se un po' malinconica.
"Adolescenti? Tu sarai sempre un po' pazza, Rose Weasley!" ribadì Frank.
"Ed è solo colpa tua" asserì Rose, colpendolo lievemente sulla spalla.
Ai loro lati, Louis e Miya ballavano in un modo un po' scoordinato, proprio come James ed Alice.


Mentre tutti ballavano, Scorpius prese Dominique per mano, e lei, rassegnata, lo seguì.
Durante la cerimonia, aveva pensato di dirgli di sì, ad eccezione di sposarsi tra minimo tre anni, così, esitante, lo fissò, mentre lui cercava le parole adatte per parlare.
"Vedi, Nicky, stiamo insieme da tanto, ormai, ed io ho pensato che... Beh, è un po' difficile, sai ma...".
Dominique sospirò e poi fece un cenno affermativo, incrociando le braccia.
"Non c'è bisogno che ci giri intorno, ho capito tutto" disse lentamente.
Lui, un po' confuso, sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta, con la sua aria da "pesce lesso", come la chiamava lei.
"Cosa? Ma...".
"Non sono scema, ho colto tutti i segnali e... Oh, mi ero ripromessa di dirti di sì ma... Siamo giovani, Scorpius, e non siamo come le altre coppie, non dobbiamo per forza imitarli, andiamo bene così!".
"Imitarli...?".
"Sì! Non dobbiamo imitare mia sorella, o Lucy, o addirittura Molly! Siamo giovani, dobbiamo ancora fare tante esperienze e non ti arrabbiare se ti dico che non mi sento ancora pronta a diventare la signora Malfoy! Io non mi sento ancora una vera e propria ragazza, figuriamoci una signora!".
Ormai il viso di Scorpius era passato dal bianco al rosso, dal rosso al violaceo, e solo dopo qualche istante ebbe la forza di scoppiare a ridere come non aveva mai fatto prima, meritandosi un'occhiataccia da parte di Dominique colma di incredulità e biasimo.
Poi, senza farsi alcun problema, estrasse una scatolina di velluto dalla tasca dei pantaloni, e cercò di non ridere nel momento in cui vide la faccia della ragazza diventare ancora più timorosa.
"Scorpius, ti ho...".
"Se solo mi avessi dato il tempo di parlare" l'interruppe lui pazientemente, continuando a sorridere, "Avresti capito le mie vere intenzioni".
Aprì la scatola con uno scatto e gliela porse, facendo sì che a Dominique mancasse il fiato per mezzo istante per poi spalancare gli occhi per la sorpresa.
"Quelle sono... Delle chiavi?" chiese incerta, sentendo il volto andare a fuoco.
"Sì. Volevo semplicemente chiederti di venire a vivere con me in un appartamento che affitterò se mi dirai di sì" spiegò lui, porgendole le chiavi.
Si sentì un peso scivolare via dallo stomaco quando lei le afferrò e annuì, abbracciandolo di slancio e stringendolo forte come sapeva fare solo lei. "Mi hai sorpeso!" urlò.
"E' la mia specialità, ormai. Allora, cosa mi rispondi...?".
"Sì, ovvio! Certo che voglio vivere con te!".
"Ti conosco troppo bene, ormai, ed io stesso non me la sentirei di sposarmi, per ora" spiegò lui, improvvisamente serio, quando si separarono.
Lei annuì, con le lacrime agli occhi. "Sei l'unico che mi capisce al cento per cento...".
"E ne sono onorato" rispose lui, prima di stringerla di nuovo a sè e baciarla, gettando quella scatolina ormai vuota chissà dove.


Dopo il discorso dei testimoni, con grande sorpresa di tutti, Molly si alzò, guadagnandosi una serie di occhiate curiose e,  in alcuni casi, un po' timorose.
Nonostante fosse esteticamente diversa dalla ventenne che era solita essere stata, visto che era più in carne e aveva i capelli corti, tutti avevano paura di scoprire un suo sguardo irato dovuto agli di prigione e isolamento dal resto della famiglia.
Invece, lei sorrise timidamente a causa del silenzio profondo che era calato in sala.
"Salve a tutti. Ovviamente rinnovo i miei auguri a mia sorella e Bart per le loro nozze e... Volevo dirvi, prima che lo veniate a sapere dalla stampa, che ho scritto un libro che verrà pubblicato tra due settimane. Si chiama "Can you keep a secret?" e l'ho scritto negli ultimi due anni di prigione, quando ho trovato il coraggio di ammettere i miei errori e di capire perchè ho fatto quel che ho fatto. Se me lo permettete, vorrei leggervi solo un paragrafo che ritengo significativo" disse, con la voce un po' incerta.
Nessuno rispose, finchè Percy annuì per accordarle il permesso, così lei si schiarì la voce e iniziò a leggere.
"Arrivata a diciotto anni, ero convinta di poter riuscire in tutto con impegno e dedizione, ma, nel profondo, sentivo una grande paura dovuta al fatto che, ormai diplomata, le cose non funzionavano più come a scuola: non avrei più avuto modo di conoscere i miei eventuali avversari come succedeva in classe, e, quindi, non mi sarei potuta difendere bene e vincere ogni sfida. Ora che ci penso, fu questo a spingermi a liberarmi della domanda di ammissione di Naomi.
Lei era brava, e risultava molto simpatica agli occhi degli altri, molto più di me, quindi, nella mia mente, era diventata un ostacolo nella strada che mi avrebbe portata al successo. La stessa cosa accadde con mia sorella.
Credevo di volerla vedere lavorare al Ministero, forse perchè mi illudevo che l'avrebbero licenziata a breve, ma nel momento in cui annunciò di voler fare il test, in me scattò la stessa molla di due anni prima, sempre per paura di rimanere all'ombra nel caso in cui ce l'avesse fatta.
E, mano a mano, incattivita ancora di più dalla mia relazione fallita con Bart - semplicemente perchè lo credevo oggettivamente perfetto per me e quindi adatto a rendere la mia vita come la volevo - mi ritrovai ad annullare anche la sua domanda e a sentire di nuovo, sempre più forte, l'ossessione che avevo nutrito per Teddy.
Nella mia mente, non ero felice io, quindi non doveva esserlo nessuno, specialmente una come Vic che aveva tutto dalla vita.
Ero piena di rabbia repressa a furia di lottare per vincere qualsiasi battaglia, e non mi ero resa conto di essere sempre più sola, cosa che si realizzò effettivamente la sera in cui fui scoperta, visto che la squadra di cui credevo di fare parte esisteva solo nella mia mente.
E, ora, nonostante tutto, mi viene da dirvi di valutare bene i segreti che custodite, perchè alcuni devono essere condivisi per evitare che succeda qualcosa di veramente brutto, come Lucy ha fatto quel caldo giorno di fine giugno alla festa di fidanzamento di Vic e Teddy" terminò, sedendosi.
David applaudì e, dopo un po', anche Percy ed Audrey lo imitarono, seguiti dai quattro nonni della ragazza e da Cassie.
Lucy strinse la mano di Bart per poi alzarsi e avvicinarsi alla sorella con calma, sotto lo sguardo attonito di tutti.
"Leggerò il libro e se mi dimostrerai di essere sul serio cambiata ti perdonerò. Sono felice, non ho mai avuto bisogno del Ministero e penso che sette anni in prigione lontano da tua figlia siano stati sufficienti" disse.
Molly non riuscì a trattenere le lacrime e, con uno slancio mai visto prima, l'abbracciò.
"Grazie per essere stata vicina a Cassie" disse solo, sentendo la voce rotta dall'emozione. Poi, quando vide che Bart le aveva raggiunte, gli sorrise. "Benvenuto in famiglia" sussurrò.
Lui annuì, lasciandosi scappare un sorriso, e, visto che era calato un gran silenzio per la seconda volta, Lucy si voltò verso gli invitati.
"Che dite, torniamo a ballare?".
La stanza si riempì di una serie di svariate canzoni, e i bambini furono i primi a correre in pista, seguiti dagli altri.
Seduti ai lati della pista, i nonni li guardavano, felici come non mai, ed Arthur accarezzò il braccio di Molly.
"Hanno spiccato tutti il volo, vero?" constatò.
Lei annuì, guardandolo con commozione e senza riuscire a dire nulla, perchè i matrimoni dei nipoti avevano degli effetti devastanti su di lei, ancora di più di quelli che avevano avuto quelli dei suoi figli.
"Secondo me i prossimi saranno Rose e Frank" disse il marito, pensieroso.
"Per me rimarranno sempre dei bambini" replicò lei, lasciandosi sfuggire un sospiro malinconico.
"Dei bambini capaci di generare più caos di un esercito di Auror!".

Fine

*°*°*°*

Eccoci qui, dopo otto mesi, con l'epilogo di questa fan fiction che mi ha tenuto compagnia anche nei momenti più difficili.
Ormai i personaggi sono nella mia testa da più di un anno, quindi è difficile dir loro "Addio".
Spero - con tanta presunzione xD - che non vi dimentichiate molto in fretta di loro, e che vi abbiano trasmesso qualcosa.
Comunque, tornando all'epilogo... Vi è piaciuto?
Spero di non avervi scocciato facendovi trovare un altro matrimonio, ma mi piaceva l'idea di un epilogo ambientato anni dopo ma con un'ambientazione simile a quella che ha regnato per tutta la storia.
E poi, mi sono divertita troppo nel descrivere lo sclero di Lucy nella prima parte! xD
Passando a Molly, che dire: lei si è sul serio innamorata di David, perchè, essendo abituata ad essere accettata dagli altri solo dopo aver ottenuto tanti successi, si è sentita sul serio apprezzata nel momento in cui lui ha voluto provare ad aiutarla nonostante conoscesse tutti i suoi difetti. E, sì, Cassie non è stata "programmata".
Spero che non ve la siate presa visto che alla fine Lucy decide di provare a perdonarla definitivamente, alla fine ha sposato Bart, lavora nel settore che ama, ha cresciuto sua figlia, ed è riuscita a lasciarsi alle spalle tutti i problemi che l'affliggevano anni prima.
Per quanto riguarda gli altri... Spero di avervi stupito con la coppia Rox/Thomas! ;)
Quello che c'era tra lei e Stephen alla fine era prevalentemente attrazione fisica, e le cose sono peggiorate quando lui ha preferito accettare il lavoro in un altro paese.
Thomas per me è perfetto per lei *.*
Dominique e Scorpius sono sempre i soliti, mi sono divertita mentre scrivevo la loro piccola parentesi, proprio come per quanto riguarda la parte in cui Fred infastidisce tutte le altre coppie.

>Ancora GRAZIE a tutti! <3

milly92
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: milly92