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Autore: Cara_Sconosciuta    04/05/2013    1 recensioni
A volte serve qualcosa di davvero sconvolgente per cambiare una situazione orma in stallo da tempo.
Siamo dopo la terza stagione: Elliot non parla più a JD dal matrimonio di Carla e Turk e lui non ha idea di come aggiustare le cose.
Finché, improvviso come un lampo, in ospedale non arriva Toby, giovane artista in attesa di qualcosa che possa salvargli la vita, di un cuore che possa ridargli i suoi ventitré anni.
E chissà che non sia proprio il giovane malato la cura per i problemi dei giovani medici del Sacro Cuore...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Elliott Reid, John 'J.D.' Dorian
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Piiiiccola introduzione a questa long, la mia prima su scrubs, che spero davvero possa essere di vostro gusto.

Anticipo che ci saranno delle variazioni, rispetto alla serie originale e, in particolar modo, riguardo alla famiglia di Elliot... ma se vi dicessi altro finirei col rovinarvi la sorpresa, no? :)

Vi lascio quindi alla lettura, ricordando che i personaggi di Scrubs non mi appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.

Me lo lasciate qualche commentino?

Cara Sconosciuta

Il mio paziente multicolore


Quando le porte del Sacro Cuore si spalancarono davanti a lui, quel giorno, John Dorian era davvero convinto di andare incontro a una giornata come le altre, una qualsiasi giornata di quarto anno di tirocinio ospedaliero.

Era tutto così rassicurante, lì dentro... l'Inserviente gli avrebbe giocato qualche tiro mancino e lui ci sarebbe cascato, più per gusto che per ingenuità; il dottor Cox gli avrebbe impartito qualche nuova, entusiasmante lezione senza volerlo realmente fare e i pazienti avrebbero continuato ad arrivare, sempre per lo stesso motivo.

E poi c'era Elliot, naturalmente.

Elliot che dal matrimonio di Carla e Turk non gli rivolgeva la parola nemmeno sotto tortura.

Elliot, che si era reso conto di non amare, ma che era tornata ad esercitare su di lui quel fascino che, forse, non derivava da nulla che non fosse l'impossibilità di averlo.

Per quanto fosse duro da accettare, Danni aveva avuto ragione su tutta la linea fin dall'inizio.

Clarice, hai finito?”

Lo sguardo del dottor Cox, davanti a lui, era carico di fintissima aspettativa.

Finito di...”

Lascia perdere, Barbara. Stanza centotredici. Marsch!”

Ciò detto, Cox gli lanciò la solita cartellina grigia, che rovinò in terra, seguita dal giovane dottore che aveva cercato maldestramente di afferrarla.

Alzando gli occhi al cielo, Cox scosse il capo e, un attimo dopo, scomparve dietro all'angolo del corriodio.


Quindi questo l'hai fatto tu?”

Questo e quasi tutti gli altri, tranne quelli sulla schiena ovviamente.”

Mh. Ne hai mai fatto uno a qualcuno contro la sua volontà?”

Ehm... no, no... è un'esperienza che mi manca.”

La conversazione proveniente dall'interno della stanza centotredici suonava parecchio inquietante e J.D. decise che doveva essere interrotta immediatamente.

La vista, se possibile, superò il terrore suscitato dall'udito.

Sul letto di destra, quello più vicino alla porta, sedeva un giovane grosso modo della sua età, con una lunga coda di lisci capelli corvini, due occhi di un verde intenso e la pelle quasi completamente ricoperta di tatuaggi.

Nell'altro letto, invece -e fu questo ad inquietarlo-, avvolto in un candido camice da paziente ed infilato sotto alle coperte immacolate, non c'era quella buon'anima del signor Emerson, ma l'Inserviente.

Che ne hai fatto di Emerson?” Domandò J.D., ignorando il giovane e passando direttamente alla causa di tutti i suoi problemi.

È morto.” Replicò, serafico, l'Inserviente.

Non può essere morto per una gastroscopia.”

Ne sei certo?”

J.D. strinse gli occhi in un'espressione indagatrice, mentre al ragazzo tatuato sfuggiva una risatina.

Decidendo che era giunto il momento di ricominciare ad ignorare J.D., l'inserviente tornò a rivolgersi al suo precedente interlocutore.

È a lui che voglio farlo. Quanto ti devo per tatuargli qualcosa di umiliante?”

ehm... Inserviente!” Esordì J.D., come sempre in imbarazzo quando si trattava di chiamare per nome il suo acerrimo nemico. “Perché sei a letto? Non sei malato.”

Sì che lo sono.” A riprova della propria affermazione, l'uomo starnutì sonoramente. “Ho la leshmaniosi.”

È una malattia canina.”

Quindi? Sei razzista? Discrimini chi si ammala di un morbo animale?”

No, io...”

Senta, John, perché non lascia per un momento che il dottore parli con me? Dopo discuteremo di questo tatuaggio che vuole tanto farmi eseguire...”

John?” Domandò J.D., perplesso.

Certo. John Dorian. È il mio nome.” Affermò l'Inserviente, picchiettando con il dito un badge che portava attaccato al camice.
“Come l'hai... Lasciamo perdere.” Con un sospiro, il medico si rivolse al suo vero paziente. “Perdona il siparietto. Io sono John Dorian, quello vero, a cui lui ha rubato badge e identità. E lei è il signor...”

Reid, Toby Reid,” Rispose il giovane, senza dargli il tempo di controllare la cartella.

Reid, davvero? Si chiama come una mia collega.”

Elliot, sì, lo so. La conosco da un po'.”

Oh. Quindi le avrà parlato di...”

Delle notti di sesso rovente con tale John Dorian? Sì, lo ha fatto diverse volte, e mi sembrava strano, in effetti, che John Dorian fosse lui.” Sentenziò, indicando l'Inserviente.

Ah. Siete parecchio intimi, quindi...”
“Non saprei... lei quanto si riterrebbe intimo con sua sorella?”


Continua...



   
 
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