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Autore: Lem    04/05/2013    0 recensioni
Quando un' artista di strada decide di essere qualcosa di più,
Quando un ragazzo le ruba il cuore,
Quando l' amore non è che un inseguimento su una strada piena di ostacoli,
Allora nasce questa storia.
Una storia di amore, delusione, speranza.
Perchè non sempre l' amore è una cosa facile e certe volte ti fa girare il mondo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La mattina dopo, mi presentai con un enorme zaino da campeggio e vestita con una lunga giacca che mi sfiorava le caviglie, un top e dei pantaloni larghi, un cappellino con visiera, messo al lato, i capelli legati da una coda bassa.
"Perchè ti sei vestita così?"
"Hai scelto sempre tu dove andare, stavolta tocca a me”
“E dove mi vuoi portare?” mi chiese con voce curiosa
“Ti voglio far sentire dal vivo il respiro del deserto”
La tenda che avevo portato era molto grande e ci stavamo benissimo anche in due, eravamo nel bel mezzo del deserto, con l' ombra di una roccia, ci eravamo messi a cucinare per il pranzo.
Per tutto il pomeriggio avevo parlato delle mie origini, familiari e adolescenza, Sam faceva tante domande, e e io cercavo di fargli dire qualcosa, ma su di lui era vago, sempre. 
Alla prima ventata, mi zittii e con un sorriso beato chiusi gli occhi, “Senti, il respito di questo deserto”
lui mi imitò, non penso sentisse quello che sentivo io, per me il deserto era un rifugio, quando mi arrivava una folata di vento mi sentivo piena dentro. Siamo stati così per molto, fino a che lui non si avvicinò e mi baciò, io ricambiai e restammo avvinghiati l' uno all' altra.
Per tutto il pomeriggio andò così, lui aveva una chitarra acustica e mi cantava delle canzoni stupende, 
Suonò Wish you were here, You're not alone, un pezzo di Stairway to heaven e Wake me up when september ends, Sam suonava alla grande, poi mi cantò una canzone stupenda, mi fece venire la pelle d' oca, mi succede sempre quando sento dei pezzi che mi rimangono nel cuore, la canzone si chiamava “Wonderwall” e non la avevo mai sentita, ma era la più bella di tutte.
La sera dopo aver mangiato, guardammo le stelle, rilassati dalla giornata di riposo, sporgendo la testa dalla tenda, alla fine lui fece il primo passo, mi tolse la giacca, poi iniziò a giocare con il nodo del mio top, me lo allentava, mentre io tornavo a stringerlo, lo guadai, il suo sguardo era quello di sempre, ma da subito iniziai a capire l' idea del ragazzo, mi irrigidii di colpo spaventata, Sam se ne accorse
"Non vuoi?" mi chiese
"Io non lo so...ci conosciamo da dieci giorni"
"Non lo so non è una risposta, o sì o no. E poi a me sono bastati queste poche giornate per capire che sei speciale" Sam con un sorriso sincero la guardó dritta negli occhi, poi li strizzó
"Tu hai le lenti a contatto?" mi domandò cercando di sdrammatizzare la situazione, resa tesa dal mio silenzio, non ero convinta di lui, di niente; erano stati dieci giorni speciali ma era assolutamente troppo presto, non volevo, oppure sì... poteva essere una cosa bella e niente di più, ma scartai l' idea, non me la sentivo
"Beh sì, senza non vedo quasi niente, solo contorni sfocati" risposi
Lui mi porse un fazzoletto e mi disse di toglierle, obbedii
"Non avrai bisogno di vedere, solo di sentire, fidati di me" tolsi anche dall' altro occhio la lente e mi vide sorridere al vuoto, si mise sopra di me, il cuore mi batteva forte, cambiai idea, tornando al mio pensiero che sarebbe stata solo una bella esperienza "Guidami tu allora" sospirai
Sam mi spostó dentro la tenda e inizió a togliermi i pantaloni, allungai un braccio, cercandolo, allora Sam prese la mia mano e la poggió sul suo petto, infilai le mani sotto la maglia e dopo ci misi la testa, guardando il nulla, dopo poco Sam spostó delicamente il mio corpo sdraiato sulla coperta, poi si slacció i pantaloni.
Le parole di Sam mi risuonarono tutto il tempo: "Non avrai bisogno di vedere..."
"solo di sentire..."
"fidati di me..."
Mentre mi sentivo inondata di piacere, sospirai il suo nome e lui si fermó guardandomi (credo) "Va tutto bene?" Chiese 
"Dove sei?" ribattei
"Sono qui, davanti a te, proprio dove voglio essere" e mi bació, carezzó il mio viso e scherzosamente  sventoló la mano davanti alla mia faccia, ma non reagii subito, anche se lo avevo notato, allora lui rise
"Non ti prendere gioco di me, stupido!" mi lamentai, "I colori li distinguo!"
Poi ridemmo insieme, e dopo un attimo, sbuffai nuovamente con piacere.
Dopo un po' decidemmo di ritornare in città, mentre camminavamo dopo aver lasciato la jeep che avevamo noleggiato, vicini alla città, Sam inizió a parlare
"Liza, senti, è vero che io e te abbiamo forzato i tempi, ma quello che provo con te è sincero...insomma, tu sei speciale..."
Mi spaventai subito, quei discorsi non portavano mai a niente di buono
"Stringi, arriva al sodo" conclusi con lo sguardo fisso nel vuoto,
"Liza io ho forzato le tappe perchè domani riparto"
Mi fermai di colpo e cominciai subito a piangere, senza singhiozzare, in silenzio, era peggio di quanto mi aspettassi, avevo gli occhi appannati dalle lacrime, mi girai e feci per allontanarmi ma lui mi prese il braccio, "Parto domani mattina tardi! Prima di andarmene voglio stare con te, ci troviamo davanti al -Respiro del deserto- alla solita ora, alle sette e un quarto"
lo strattonai ma lui non molló
"Ti prego, vedi di esserci, ti aspetteró" implorava con voce insicura, sembrava davvero dispiaciuto.
Mi lasció, e io urlai di rabbia con tutta l' aria che avevo prima di andarmene correndo nella sabbia; a Sam scese una lacrima fino alla guancia, poi lanció un calcio alla terra, arrabbiato con sè stesso e se ne andó.
 
Alle 6,45 della mattina dopo, stavo disegnando seduta sulla scrivania della mia stanza, ma ogni volta buttavo all' aria tutto, i disegni erano impregnati di lacrime, avevo le occhiaie dato che avevo dormito poco o niente,  caddi addormentata con la faccia sul tavolo dopo poco.
Il campanello suonó circa alle 7,45 e mi sveglió di colpo.
"Chi è!?" Urlai con voce strozzata ed irritata
"Sono Bianca" disse una voce femminile, mi alzai ed andai ad aprire. Alla porta c' era una ragazza alta, pelle scura, con i capelli neri e mossi che le cadevano sulle spalle, occhi marroni allegri, salutò con la mano ed un sorriso cordiale: “Liza tutto a posto? Al “Palazzo Reale” non ti ho visto, sono passata davanti al respiro del deserto e allora ho pensato di venire qui”
Il padre di Bianca era il proprietario dell' hotel, e lei era la mia migliore amica, una ragazza cordiale e simpatica.
Iniziai a mordere le mie unghie perfette, un segno di nervosismo che lei capì al volo “Che è successo?” chiese la mia amica.
Le raccontai tutto con voce neutra “Mi ha rubato il cuore, insomma, come ho fatto a fidarmi di un ragazzo così tanto dopo dieci fottuti giorni?” conclusi alla fine
“Ti ha rubato il cuore dopotutto no?”
“Sì, però poi l' ha buttato via”
“Ma perchè non sei da lui? Sono le 8,00! Sbrigati! Ho notato che c' era un ragazzo biondo venendo! È ancora là!”
“Non voglio vederlo partire”
“Non può farti più male di così, non ti ho mai visto in questo stato, insomma lui non ti ha scaricata, ha detto che ti voleva rivedere, e tu vai!”
“é tardi e non voglio”
“Guarda che ti ci porto a forza nana! Vestiti!” e Bianca mi tirò addosso dei vestiti presi alla bell' e meglio dall' armadio.
Iniziai a vestirmi a malavoglia, con calma ma Bianca mi spronò con un' altro quesito
“Alla fine che cosa ti aveva ispirato il suo viso?”
“Non l' ho capito, ma volevo scoprirlo insieme a lui” risposi con aria sognante
“Glielo hai detto?” chiese, scossi la testa “Allora sbrigati cretina!”
Uscii fulminea con in mano il ritratto del ragazzo, fino a che i polmoni mi andarono in fiamme corsi e mi ritrovai davanti al “Respiro del deserto” ma lui non c' era più, mi aveva aspettata fino a che aveva potuto, poi, triste se n' era andato, con un pezzo di scotch, attaccato al murales, c' era un biglietto aereo, oggi era una giornata senza vento e non era volato.
Era per Firenze, “Mi voleva portare con lui...mi voleva portare con lui...mi voleva portare con lui...” Guardai fisso il biglietto piangendo, lo raccolsi e lo strinsi, avevo fatto la cazzata più grande della mia vita.
 
Era tutto sbagliato, Sam guardó il murales del "respiro del deserto" perchè gli doveva andare così? Lui era un giramondo, per lui era così normale scaricare ragazze, era un tipo a cui una notte di passione bastava, al diavolo i sentimenti si diceva, almeno fino a pochi giorni prima, Liza era diversa, lei era così pura, non aveva dubitato nemmeno un secondo di lui, e con lei stava così bene... Ma aveva sbagliato tutto, ora lei era arrabbiata, giustamente;
"Ma perchè glielo ho detto ieri sera? Perchè non stamattina?" Disse al vuoto, ma la risposta la conosceva: con Liza voleva essere sincero, e non era riuscito a stare zitto, a lasciarla allo scuro.
Erano le 7,50 quando il ragazzo nel taxi chiamó Sam
"Dobbiamo andare o perderemo l' aereo! Sbrigati!" Lui prese il biglietto che aveva comprato per Liza, con adesivo che aveva in tasca lo attaccó sul muro, lo guardó un ultima volta, poi si giró ed entró nel taxi, arrabbiato con se stesso.
 
Rimasi tutto il giorno sul letto, a disperarmi, stavo veramente male, mi sentivo sola e assolutamente stupida, quella giornata era stata vuota, senza di lui.
 
Il giorno dopo mi decisi a prendere il telefono, 2 messaggi e 2 chiamate perse, da Laureen e Lucy, le mie sorelle, i messaggi erano ansiosi di risposta, solitamente ci sentivamo tutti i giorni, ma i giorni che ero stata con Sam non avevo voglia di rispondere, bloccai lo schermo, ma subito dopo lo riaprii, rilessi i messaggi, iniziando da quello della mia sorella minore:
Da: Lau
 
Ciao, è tutto a posto? Non rispondi più al telefono e mi sto preoccupando, io tutto bene, Lou tra poco mi viene a trovare, non vedo l' ora ^.^ è tanto che non ci incontriamo!
Ci sono novità? Se tu venissi qui a Montrèal con qualche tuo schizzo di sicuro ti piazzeresti in qualche mostra! Ho conosciuto la proprietaria di una galleria d' arte! Pensaci!
Lau <3 
 
Lessi il tutto sorridendo, entrambe le mie sorelle, erano impegnate sentimentalmente e con un aspirazione, Laureen, la tirocinante biologa e Lucy, la mia gemella, beh, lei l' aspirazione l' aveva già bella e realizzata, era la seconda chitarra solista di una band rock di successo.
Il suo messaggio mi fece pensare: 
 
Da: Lucy 
 
Ma sei morta? Perchè non rispondi? Volevo parlarti, tra poco vorrei iniziare un viaggio con Andrew e tutta la band, non per suonare, ma ci va di andarcene da Los Angeles, vorrei fare tappa da te, dimmi se tu parti in questo periodo,
bacioni <3
Lucy.
 
Partire...guardai il biglietto per Firenze sulla scrivania e mi alzai per andarlo a prendere, mi fermai davanti allo specchio, guardandomi a fondo, indossavo una t-shirt sproporzionatamente grande nera con stampato il logo dei famosi “ACDC” avevo poi dei pantaloncini corti di jeans, nonostante fossi vestita così brutta, non stavo male, anzi mi trovai bella. 
I capelli mi arrivano a metà schiena e la luce del sole dava alla mia chioma un riflesso innaturale quasi porpora, eppure non mi sono mai tinta, i miei occhi azzurro chiarissimo, color del ghiaccio, il mio corpo minuto, sono alta 1,62 che dire, una nana; però proporzionata, il mio seno non era esagerato ma neanche piccolo, i fianchi non ingrossavano la mia figura, anzi la slanciavano, sì, mi trovai molto bella, avevo 22 anni senza ancora aver combinato nulla nella vita, io volevo diventare famosa con la mia arte, con i miei disegni a matita o carboncino, senza colore, ma non ne ho mai avuta abbastanza di ambizione, né di voglia, eppure ero stata la prima ad andarsene di casa, da una città vicino Las Vegas, a 18 anni mi stabilii a Sharm el Sheik, eppure sono rimasta a fare la ritrattista per strada, la cameriera, o qualunque cosa capitasse, per 4 anni nonostante i miei sogni.
“Fanculo tutto, io me ne vado a Firenze!” urlai facendo un mezzo sorriso.
Grazie per aver letto, lasciate una piccola recensione <3 Lem_e_Nym Chiara_Lem_Tomaiuolo's Story
  
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