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Autore: Ilenia69    04/05/2013    1 recensioni
Cos'è che fa cambiare veramente le persone?
Cos'è che ci segna così tanto da renderci estremamente fragili oppure costruire una barriera intorno a noi?
Siamo esseri umani, facciamo scelte, sbagliamo e viviamo comunque a pieno la nostra vita?
A volte un semplice litigio potrebbe cambiare un'intera esistenza, o magari si ha solo bisogno di amore.
Ma cos'è che ci spinge a cambiare?
Sam lo scoprirà, lei lo scoprirà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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Capitolo sesto.
-Domande.

Chiesi a Liam di portami nel mio parco.
Probabilmente non era una grande idea ritornare in quel posto, ma avevo bisogno di quella serenità.

“Chi era quel ragazzo?”
Si era appena seduto accanto a me distraendomi dai miei schifosi pensieri su ciò che Harry avrebbe fatto a quelle ragazze.
“Un idiota.”
Risposi scacciando via una pietruzza con la punta del piede.
Sentì il sospiro preoccupato di mio fratello.
Forse avrei dovuto confessargli tutto.

Ma ero troppo arrabbiata per rimuginare sulla ferita.

Lui non disse niente, lo stavo amando tanto per questo.
Mi conosceva.
E sapeva che se non ero io a parlare non cercava di insistere.
Restò lì.
Accanto a me, ad ammirare quel prato verde abbandonato.

“Non ho mai visto un posto più sereno di questo Sam.”
Mi confessò con ammirazione.
“A me ricorda casa.”
Sentì una curva formarsi sul mio viso.
Scorsi Liam guardare il mio profilo con una certa fierezza.
“Mi sei mancata.”
Mi sussurrò dolcemente.
Incrociai le sue iridi lucide.
“Mi sei mancato anche tu Liam.”
Ci stringemmo in un fraterno abbraccio.
Quasi riuscì a non pensare a quello che era appena successo, ma non riuscivo a dimenticare.
Avevo solo capito una cosa; Harry non era lo stesso ragazzo che mi aveva salvato la vita.
Non era lo stesso che si era preso cura di me con tanto amore.
Non era la persona che mi aveva abbagliata, lui era qualcun altro.
Avevo quasi come l’impressione che volesse nascondermelo.

***
Ciò che mi aiutava sempre in situazioni difficili come queste era la biblioteca in centro.
L’avevo scoperta il primo giorno che arrivai a Londra, fu l’insegna a catturarmi immediatamente.

C’era un odore di antichità che riecheggiava nell’aria.
L’unico rumore era il ticchettio del vecchio orologio a pendolo in fondo al primo corridoio.

La signorina delle informazioni aveva ormai compreso quanto amassi leggere.
Sapeva che almeno una volta al giorno mi sarei trovata lì, un po’ timida un po’ emozionata, a salutarla con un semplice cenno di denti.

Mi sedetti come ogni giorno al grande tavolo trovatosi nella sezione dei libri drammatici.
Si. Era quello il mio genere.
Storie difficili che non hanno mai una via d’uscita.
Storie vere o solo inventate che riuscivano a portami in un’altra dimensione dimenticandomi di tutto.
Leggere era la mia più grande passione.
Non avevo un autore preferito anche se per la Austen avevo una certa influenza.

Avevo preso un suo libro per l’appunto.
‘Persuasione’ era il suo unico libro che ancora mi mancava.

Le prime righe sembravano già portarmi nella mente di Anne, la protagonista.
Qualcosa mi disturbò.

La mia mente si contorse e i miei occhi non volevano togliere l’attenzione dalle righe appena iniziate.
La mia visuale inquadrò seppur di mala voglia una figura docile e magra.

“Scusa non volevo disturbarti.”
La sua bellezza fu quasi accecante.
Era una bellissima ragazza dai lunghi capelli neri e boccolati, grandi occhi verde smeraldo.
Sentì come un’aria familiare.

“Oh ehm, tranquilla non mi hai disturbato.”

Non l’avevo mai vista, nonostante fossi ormai una cliente abituale.

Il suo corpicino esile e goffo si spostò dall’altra parte del tavolo, accomodandosi di fronte a me.
“E’ strano incontrare ancora qualcuno in questa vecchia biblioteca.”
M’informò la timida ragazza.
“Si è vero.”
Annuì.
“E’ completamente isolata.”
Aggiunsi curiosa.

Gli occhi verdi della ragazza fecero su e giù per tutto lo scaffale alle mie spalle, quasi come cercasse qualcosa.

“Stai leggendo Persuasione vero?”
La curva appena formatosi sul suo viso fu accompagnata da timide fossette laterali.
Quel sorriso mi era familiare.

Avevo tolto la copertina dal libro, non mi piaceva che la gente sapesse cosa stessi leggendo.
Ma quella strana ragazza doveva conoscere la biblioteca a memoria.

“C-come fai a saperlo?”
Le domandi aggrottando la fronte.

Lei alzò il piccolo indice indicando un punto ben preciso poi aggiunse:
“E’ l’unico libro che manca in quel posto.”

Mi voltai come lei mi suggerì.
Il mio stupore si dipinse sul mio viso.

Ci avevo messo un po’ per trovarlo.
Benchè quello fosse lo scaffale più grande della biblioteca.

“Conosco come le mie tasche questo scaffale ed è bello che qualcuno legga uno di quei libri.”
Mi confessò guardandomi negli occhi.
“Oh beh. E’ bello che ci sia qualcuno che ami leggere in questo modo.”
Risposi abbozzando una piccola curva di compiacenza.

“Io sono Sienna.”
Disse mostrandomi un gioioso sorriso.
“Samantha, ma tutti mi chiamano Sam.”
Era come se l’avessi già conosciuta.

Restammo a parlare per qualche ora sui nostri libri preferiti.
Sienna era più simile a me di quanto avessi mai immaginato.
Leggere era esattamente la sua vita proprio come me.
Quella nuova conoscenza mi aveva rasserenato.
Tutto venne interrotto quando ricevette una strana telefonata.
Si limitava solo a mugugnare e poi concluse con un ‘arrivo subito’.
“Adesso devo scappare Sam.” Si alzò rapidamente spostando indietro la sedia.
“Spero ci rincontreremo presto.” Mi sorrise nuovamente e ancora una volta ebbi quella sensazione di averla già conosciuta.

“E’ stato un vero piacere Sienna.”
Mi congedò con un sorriso e poi corse via con il libro stretto nel petto.

Sienna doveva essere un tipo piuttosto misterioso.

***
Era la seconda settimana di scuola da quando ero arrivata a Londra e Niall, come tutte le mattine, passò a prendermi alle otto precise.

Scorsi la tendina e lo vidi sostare davanti l’ingresso del giardino.
“Ci vediamo stasera.”
Li informai mettendo la giacca di jeans.
“Con chi stai andando?”
Mi chiese Liam sorseggiando un caffè.
“E’ Niall, il bel biondino che l’ha baciata l’altra sera.”
L’affermazione di mia zia fece andare di traverso il caffè a Liam.
Non riuscì a non ridere.

“E’ solo un amico comunque.”
Confessai lanciando un’occhiata di rimprovero a mia zia.
Una volta pronta mi avvicinai a Liam porgendogli un bacio sulla guancia, lo stesso feci con mia zia.

“Sta attenta!”
Mi gridò Liam poco prima che chiudessi il portone d’uscita.

Lo vidi spiarmi dalla tendina della finestra mentre raggiungevo la macchina di Niall.

“Buongiorno!”
Dissi energica una volta aver chiuso la portiera.
“Giorno Sam.”
Niall mi rivolse un sorriso e poi mise in moto.

In poco tempo raggiungemmo Cloe e Julien; i nostri unici amici.
Avevo sperato sin da quando lo avevo visto arrivare che non avrebbe parlato di quello che era successo sabato sera.
L’unica cosa che non volevo era perdere il mio migliore amico.

Niall mi comunicò che aveva bisogno di ripassare biologia poiché non aveva studiato abbastanza.
Così andò poco prima in classe, Cloe e Julien lo seguirono.

Io raggiunsi il mio armadietto preparando i libri per la lezione di storia.

“Anche tu qui?!”
Sentì una voce esile alle mie spalle.
Mi voltai immediatamente.
Una curva sul mio viso si disegnò non appena la mia visuale inquadrò Sienna.
“Sienna!”
Esclamai felice di rincontrarla.
“Questo era l’unico posto che avevo eliminato dalla mia lista per rincontrarti.”
Confessò Sienna.
“E’ vero.” Annuì. “Non ci avevo pensato neanch’io.”
Ridacchiammo inaspettate.
“Sei nuova vero?”
Mi domandò curiosa.
“Sono del Tennessee ma credo di amare Londra.”
Confessai entusiasta.
“Ora capisco perché stavi leggendo Austen!”
Ironizzò rendendosi conto che tenevo ancora quel libro in mano.
“Oh, già.”
Lo strinsi nel petto.
Chiusi l’armadietto mentre lei apriva il suo, proprio accanto al mio.
Mi ero messa di spalle pronta ad aspettarla.

La mia attenzione fu immediatamente colpita da colui che non avrei mai più voluto incontrare.
Mi voltai di scatto evitando che potesse vedermi.
“Oh mio dio.”
Esclamai a voce alta senza neanche rendermene conto.
“Cosa?”
Sienna seguì il mio sguardo inquadrando anche lei l’oggetto che mi stava provocato tanta rabbia.

Harry camminava per il corridoio con due libri sotto il braccio mentre era preso da quello che stava raccontando l’altro ragazzo accanto a lui.

“Conosci Edward?”
Sienna mi distrasse.
“Scusa?”
Replicai confusa.
“Ti ho chiesto se conosci Edward?”
Mi ripeté curiosa.
“No, non conoscono Edward.” La informai pensando si stesse riferendo all’altro ragazzo moro.
“Harry piuttosto.” Aggiunsi. “E’ un gran figlio di puttana!” Esclamai con tutta la rabbia che avevo in cuor mio.

Sienna sbatté le ciglia più volte quasi incredula.
“So cosa penserai!”
La anticipai.
“Probabilmente lui sarà uno dei ragazzi più gettonati di questo liceo come in ogni stupidissima scuola del mondo.
E magari avrà portato a letto anche te dato che è una delle doti più promettenti di quella grande testa di cazzo ma io sono del parere che è solo un idiota pallone gonfiato.”
Sienna aveva cercato durante tutto il mio monologo di interrompermi ma non c’era riuscita.
“Già. E’ solo un grandissimo pallone gonfiato!”
Ribattei mentre lo guardavo atteggiarsi.
Sienna chiuse lo sportellino dell’armadietto lentamente, mentre il suo sguardo era ancora scioccato e fisso su di me.
“Sam io …”
“Sienna hai fatto quel che ti ho chiesto?”
Fu come un attacco di cuore sentire quella voce.

La mia bocca si spalancò leggermente e i miei occhi altrettanto.
Mi girai di colpo inquadrando i suoi occhi.
Feci un passo indietro.
“Sam?!”
Harry aggrottò la fronte con aria estremamente sorpresa.

“V-voi vi conoscete?”
Guardò Sienna e poi me, io tenevo lo sguardo chino sul pavimento.
“Ehm, si. Ci siamo conosciuti ieri pomeriggio.”
Rispose Sienna confusa.
“Suppongo che anche voi vi conosciate.”
Aggiunse fissandomi.

“Ed avresti potuto dirmi che avevi conosciuto una ragazza!”
Affermò Sienna dandogli una paccata.
Harry continuava a tenere il suo pericoloso sguardo su di me, mentre io mi sentivo così stupida.
“Ed?!”
Replicai sorpresa.
“Edward è il mio secondo nome.”
M’informò Harry.

Incrociai i suoi iridi verdi e compresi che quei occhi erano la cosa più bella che avessi mai visto.
“Ehm, sono leggermente confusa ragazzi.”
Sienna si portò le mani alla nuca.
“Potreste spiegarmi?”
Ci chiese mentre continuavamo a guardarci negli occhi.

“Sei un fottuto bastardo!” Sputai con un nodo alla gola. “Chiunque tu sia.”

Scappai via imboccando il corridoio che portava alla mia classe.
Mi sentivo stupida come non mai.
Le lacrime calde si miscelavano con il mascara creando delle macchie scure sulla mia pelle.
Sostai un secondo in bagno, cercai di calmarmi ricomponendomi.

Poi raggiunsi quella fottuta classe.

Odiavo quel ragazzo.
Mi aveva mentito su tutto, Mi aveva preso in giro e doveva andare a farsi fottere!









 
   
 
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