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Autore: felpa_fan    04/05/2013    9 recensioni
[Che Dio ci aiuti]
Che Dio ci aiuti 2 è finito. Ma la storia continua e la nostra fantasia non si accontenta certo di un bacio (seppure molto romantico) tra i due protagonisti.
Adesso Azzurra Guido e Davide formeranno una famiglia felice?
Il percorso di Chiara sarà finalmente sicuro e gli ostacoli superati?
Margherita ed Emilio riusciranno a coronare il loro sogno d'amore?
E cosa riserverà il destino alla giovane Nina?
Scopritelo!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Caro Angelo Custode,
oggi sarebbe stato il compleanno della mia mamma. Lei non c’è più, adesso è in cielo insieme a te, ma se fosse stata con me le avrei fatto spegnere le candeline. Mi manca tanto, anche se cerco di non essere triste perché mi dispiace far stare male Azzurra e Guido; ma in giorni speciali come il compleanno della mamma, non posso non pensare a lei. Perché gli angeli custodi hanno proprio  voluto chiamare vicino a loro la mia mamma?
 
7 giugno
 
Il giudice si alzò in piedi per decretare la sentenza riguardo l’affidamento di un giovane ragazzo che aspettava inquieto e preoccupato. Quando le parole del magistrato dichiararono che il minore sarebbe stato affidato alla nuova famiglia che sedeva dall’altro lato della stanza, il ragazzo chiuse immediatamente gli occhi e si sedette nuovamente al suo posto, stavolta rassegnato e deluso. Neanche un anno lo separava dalla maggiore età e si ritrovava di nuovo a dover condividere la sua vita con quella di altre persone, di altri estranei. Poteva vivere tranquillamente la sua vita senza bisogno di genitori fittizi. Sua madre non era morta, e lui aveva le capacità per occuparsi da solo della sua vita. 
 
***
Le lodi mattutine erano terminate ma ancora suor Angela non era completamente sveglia quando le si presentò davanti agli occhi il sorriso di Nina che scendeva dalla sua camera.
- Buongiorno suor Angela. – le volteggiò attorno più dolcemente del solito. 
- Oh buongiorno, devo aspettarmi un guaio? – pronunciò la suora intervallando le sue parole con un innocente sbadiglio.
- No
- Ah, mi sembrava strano che fossi cambiata così radicalmente anche tu. 
- Cioè, in realtà si. Dovrei parlare con Chiara, mi potrebbe dire dove posso trovarla o diventerà una monaca di clausura? – dichiarò pungente come sempre. 
- Nina, Chiara in questo momento ha bisogno di raccoglimento e tranquillità; ormai ha fatto la sua scelta e mi sembrava che l’avessi accettata anche tu.
- Ma stavolta non si tratta di lei! Devo parlarle e basta. – e se ne andò indispettita. 
Suor Angela la guardò allontanarsi finché non riuscì più a scorgerla: “Sono riuscita a raggiungere qualcosa anche con questa ragazza; quando Nina è arrivata nelle nostre poche conversazioni i suoi contributi erano soltanto delle secche sillabe di dissenso, oggi si sono trasformati in conversazioni.”
 
Azzurra fece il suo ingresso nel bar seguita da Davide. Guido frettolosamente si diresse senza prendere il suo caffè verso l’uscita. 
- Se Davide va a letto tardi è colpa mia, se non fa i compiti è colpa mia, se tu non ti svegli la mattina è colpa mia; hai mai pensato che forse dovresti guardare le cose da una diversa prospettiva? 
Corsi non poté far altro che tornare sui suoi passi e ribattere: - Davide deve essere educato con delle regole, e se abbiamo stabilito un orario, non puoi trasgredirlo tu per prima; visto che anche tu ti occupi di lui è presumibile che i suoi compiti scolastici ti debbano interessare; non posso certo indovinare che cambi l’orario alla sveglia che io avevo precedentemente predisposto; inoltre si, mi hai anche fatto fare tardi, ed è colpa tua! – questa volta uscì seriamente dall’Angolo Divino per andare all’università. 
Davide stava facendo silenziosamente colazione e suor Angela assisteva divertita alla scenetta che vedeva come protagonisti Azzurra e Guido. 
- È il suo modo per augurarmi una buona giornata. – scherzò teneramente Azzurra – tanto lo sa anche lui che ho ragione io. Andiamo nano, altrimenti faccio fare tardi anche a te.
Il bambino guardò tristemente il suo bicchiere di latte e poi fissò la sua tata. 
- Che hai qualche interrogazione per la quale non sei preparato? Coraggio, è uno degli ultimi giorni, poi quest’incubo sarà finito. – la ragazza accettò di buon grado l’occhiataccia che le aveva rivolto suor Angela. – Nano, mi stai facendo preoccupare, la vicinanza con Guido ti deve aver fatto proprio male: non sarai mica triste per la fine dell’incubo chiamato dai più ingenui scuola? 
L’espressione di Davide cambiò per un momento, illuminandosi alle parole della tata, poi si rabbuiò e tornò nella tempesta dove si trovava prima. Qualcosa lo angosciava e intristiva e Azzurra non riusciva a percepirlo. 
Pensò alla sua mamma, a quanto era bella e dolce, ai momenti trascorsi con lei, alle giornate al mare, ai castelli di sabbia, alle maschere di Carnevale, al suo sorriso. 
Azzurra lo prese per mano ed insieme si avviarono verso scuola. Durante il tragitto il bambino restò in silenzio. 
- Davide che cos’hai? Stai male sul serio? – solitamente aveva sempre la battuta pronta, rideva,scherzava; invece quel giorno era serio e taciturno e lei, così estroversa ed apparentemente frivola, riusciva a capirlo profondamente.
- Sto bene… è soltanto il compleanno della mia mamma. – rispose con voce flebile.
Azzurra realizzò soltanto in quel momento quanto fosse stata inopportuna e superficiale. Quello era uno dei giorni che per tutta la vita avrebbero ricordato al bambino l’assenza della madre. Lei che lo poteva capire più di chiunque altro, lei che per anni aveva negato la mancanza di affetto che la circondava, per cercare di dimenticare che gli altri bambini avevano la loro mamma per giocare, ridere, piangere, per essere aiutati senza il bisogno di chiedere niente mentre lei doveva farcela da sola. Adesso non sapeva cosa dire, cosa rispondere; semplicemente si ricordò il modo in cui suo padre la trattava quando lei chiedeva dei ricordi che aveva dimenticato. Pensò a Davide: probabilmente si sentiva in colpa per essere felice, per essere andato avanti e giorno per giorno dimenticarsi dei ricordi e dei giorni trascorsi con la sua mamma, forse il timbro di voce di Manuela si stava sbiadendo tra i suoi ricordi fino a perdersi nei meandri del suo cuore. 
Lei non aveva conosciuto Manuela, non sapeva che tipo di persona fosse, non era in grado di soddisfare quello di cui aveva bisogno Davide. Ma era arrivato il momento di affrontare il problema. 
Erano giunti all’entrata della scuola elementare ma Azzurra si fermò e si abbassò per essere all’altezza del bambino: - Ti prometto che stasera saluterai la mamma, ti ci porterò io… o Guido. Qualunque cosa succeda, la mamma è davvero fiera di te. – la ragazza notò che la frase che aveva appena pronunciato sembrava tanto un modo di dire senza vero significato, così aggiunse – So come ti senti, ti manca tua mamma, oggi più che mai. Ma lei vorrebbe che tu fossi felice, che ti divertissi. Lei è lontana, ma la lontananza non è mai stata un problema per il vero amore, per la vera amicizia, no? – abbracciò Davide che le restituì l’abbraccio e corse fino all’ingresso della scuola, si voltò un’ultima volta per farle un cenno della mano.
“Adesso mi sente!” La vena guerriera e vendicativa non si era placata in lei. 
 
Azzurra arrivò all’università di Modena e chiese al punto informazioni della sede della facoltà di giurisprudenza in quale aula stesse tenendo la lezione il professor Corsi; così si incamminò spedita verso l’aula 2. 
La sua entrata non passò assolutamente inosservata: - Buongiorno, scusate futuri avvocati, notai etc., per oggi la vostra lezione è terminata, il professore ha un grave problema familiare. – si avvicinò a Guido con un’espressione mista tra l’essere sconvolta e arrabbiata.
Il sexy prof, imbarazzato per la situazione, si scusò con i suoi studenti e chiese sottovoce: - È successo qualcosa a Davide? 
- Si! – rispose Azzurra sbrigativa ed indispettita.
I ragazzi del corso di diritto penale tenuto dal professore furono colpiti dal fascino e dalla bellezza della ragazza appena entrata: il tanto amato sexy prof aveva una tanto sexy ragazza che lo superava, una piccola rivincita della studentesca maschile che doveva sopportare ogni giorno i commenti sdolcinati delle studentesse adoranti il professore. 
I due uscirono dall’aula; lei non attese neanche le domande dell’uomo che lo travolse arrivando subito al cuore del problema: - Hai vagamente ricordo di che giorno è oggi? 
- Mi hai detto che si trattava di Davide! – rispose Guido irritato. 
- Si tratta di Davide! Se lasciassi di parte i tuoi rancori riusciresti a comprendere che Davide è un bambino e che non sta attraversando un periodo facile. 
Guido rimase in silenzio per qualche secondo ma subito dopo ricollegò i vari frammenti che formavano il problema: - Il 7 giugno…
- Me lo dovevi dire, me lo dovevi. Davide non si merita il silenzio, si merita di potersi ricordare la sua mamma e l’unica persona che lo può aiutare sei tu. Non si tratta più di te, di perdonarla, si tratta del bene di un bambino, del nostro bambino. – lo disse decisa, convinta. Quasi non credeva alle sue parole; a volte si stupiva di essere così cresciuta da quando abitava in convento. 
Guido la guardò intensamente: - Hai ragione. Dobbiamo accompagnarlo da Manuela.
 
***
Suor Angela stava aiutando a smistare tutti i vestiti usati che erano arrivati al convento quella settimana quando di sentì chiamare da una voce stranamente familiare: - Angela, quanto tempo che non ci vediamo! – la suora si voltò verso quella donna che aveva pronunciato il suo nome e riconobbe in quella fisionomia, un volto che era rimasto legato ai suoi primi anni di noviziato. Ludovica era una ragazza che Angela aveva cresciuto quando svolgeva servizio in una casa famiglia. I genitori erano morti in un incidente d’auto e purtroppo la bimba non aveva parenti che si potessero occupare di lei. Tra le due si era subito instaurato un rapporto speciale e mai dimenticato: Angela era diventata la sorella maggiore che Ludovica non aveva mai avuto. 
- Ludovica, ma guardati, sei uno splendore. Come stai?
La donna, una signora sorridente sulla quarantina, rispose: - Tutto benissimo. Io e mio marito siamo tornati a vivere a Modena dopo una lunga trasferta negli Stati Uniti e finalmente, proprio oggi, abbiamo ottenuto l’affidamento di un ragazzo, Edoardo. 
[to be continued]
 
{Spazio Autrice}
Buonasera a tutti, e scusate il grande ritardo, ma a mia discolpa posso soltanto utilizzare la realtà dei fatti: quest’anno ho la maturità e sinceramente mi sta portando via parecchio tempo (oltre che tantissimi anni di vita per la preoccupazione) ma tralasciando questo che non interessa a nessuno…
Ancora una volta 8 recensioni? E tantissimi preferiti/seguiti? Volete farmi impazzire? Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!
Grazie infinite! 
Spero che si sia capito tutto in questo capitolo… L’inizio e la conclusione del capitolo sono una nuova story-line, di mia invenzione, che spero vi abbia incuriosito! 
A voi i commenti, 
baci 
Barbara
  
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