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Autore: frosticle    04/05/2013    19 recensioni
A causa di diversi avvenimenti un gruppo di adolescenti si ritrova senza volerlo in un giro d'affari clandestino, e mentre due di loro cercano di scappare dai fantasmi del loro passato, la trama si intreccia tra triangoli d'amore, incomprensioni, colpi di scena e magari alcuni "incidenti" mortali.
["drago?" chiamo nel vuoto. Nessuna risposta. Muovo una decina di passi verso il bosco, verso quello che mi sembra l'albero dell'altra volta. Per orientarmi guardo in alto, perchè pur essendo in mezzo al bosco, dal posto dove eravamo l'ultima volta si poteva vedere un bellissimo squarcio di cielo. Ma non è facile, perchè a piedi nudi continuo a schiacciare sassi e ramoscelli appuntiti.]
[“tutti o nessuno” gli dico io, spingendo via le lacrime. Per un secondo la foschia nera ritorna nella mia mente. Negli occhi di drago vedo i ricordi riaffiorare per alcuni secondi. “già, tutti o nessuno” risponde muovendo le labbra lentamente.]
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Uno e un altro

CAPITOLO 2
Ondina

 

Tra tutti i ricordi che so si affolleranno nella mia mente stanotte, il meno doloroso è quello di come tutto è cominciato. Quasi così, per caso, circa sette anni e mezzo fa.

Tutti o nessuno” dice Zayn rimanendo in piedi davanti all'entrata del tunnel. “Se non possono venire loro non vengo più neanche io.”
Il ragazzino con gli occhi blu ci squadra un attimo, poi sbuffa e si sposta, lasciandoci entrare tutti e tre.
     Prima di varcare l'entrata, mi giro e lancio uno sguardo verso il bosco alle nostre spalle, come per controllare che nessuno ci veda. Per un attimo incrocio lo sguardo di Liam che sembra piuttosto intimidito dal buco in cui stiamo per entrare. Ci credo, dovremmo essere a ricreazione con i nostri compagni di scuola a quest'ora. Poi si infila nel tunnel.
    “Ei, Ondina. Ti dai una mossa?” il ragazzino mi rivolge la parola per la prima volta, e oltretutto dandomi un soprannome piuttosto strano. Lo ignoro e mi infilo nel tunnel di malavoglia.
    “Comunque mi chiamo Louis, piacere... Ondina!” dice da dietro alle mie spalle, ridendo tra sè e sè.
    Dopo aver percorso in fila indiana lo stretto tunnel circolare, sbuchiamo in una specie di stanza con le pareti di cemento e un canale in mezzo, che tempo fa serviva come scarico. Ora il canale è vuoto, ma il posto sembra ancora una fogna, se non fosse per alcuni segni di civiltà lasciati dal ragazzino che ha deciso di chiamarmi in quel modo strano.

Mi risveglio con la testa tra le mani quando è ancora buio. La luce non filtra dalle tapparelle come alla mattina presto, e continuo a rigirarmi nel letto insonne, chiedendomi che ora sia. I ricordi continuano a riaffiorare nella mia mente in questo periodo, soprattutto quando dormo. La maggior parte delle volte non cerco neanche di combattere la mia mente e mi abbandono al libero arbitrio che quest'ultima sembra avere sui miei sentimenti. Perchè credo che anche se ci provi con tutte le tue forze, non puoi scappare dal tuo passato.
    I ricordi sono qualcosa che non puoi toccare, non puoi rivivere, eppure sono così vividi a volte, che non li puoi neanche cancellare.

Quando la sveglia del telefono suona alle sette del mattino, ho già gli occhi aperti da molto prima. Una canzone dei Fall Out Boy risuona da qualche parte sotto le coperte, e una volta trovato il telefono fermo la sveglia e lo rilancio sul letto, assieme ai vestiti che mi tolgo prima di infilarmi sotto alla doccia.
    Una volta uscita, decido di saltare le prime ore di scuola e di andare invece a fare un doloroso salto nel passato. Ho ancora le chiavi della porta sul retro dell'officina del padre adottivo di Louis, Ace. Nessuno ci è più entrato da quella sera, o da quando Louis e Ace l'hanno chiusa per l'ultima volta, prima di andarsene senza farsi più sentire. Come da accordo, d'altronde.

* * *

Seppure l'officina sia un edificio ormai dimesso, ben fuori dal paese - a metà di una delle strade che porta nell'entroterra - faccio attenzione che nessuno sia nei paraggi prima di inserire la chiave nella serratura. La porta fa un po' di resistenza, ma si apre comunque, cigolando leggermente. Dopo i sei mesi che sono passati, mi aspettavo di trovare polvere e il disordine che abbiamo lasciato, invece la stanza è relativamente pulita, e i mobili sono stati spostati e riorganizzati.
    Una sensazione di disagio comincia a diffondersi per tutto il mio corpo, ma non riesco a smettere di continuare ad avanzare nella stanza sul retro. Passo dopo passo, un groppo in gola sempre più grande quasi mi impedisce di respirare. L'idea che lui non se ne sia mai andato comincia a farsi spazio nella mia testa. L'idea che Louis, dopo quello che è successo sia ancora qua mi fa provare sensazioni contrastanti.
    “Louis..?” la voce mi esce tremolante dal fondo dei polmoni.
    “Lou?” cerco di ripetere, ma invece che parlare normalmente mi si spezza in gola il suo nome. Non fa niente, lo aspetterò fino a quando non torna, per chiedergli come mai non si è mai fatto sentire. Perchè te ne sei andato?

    “Che ci fai qua?” una voce mi fa sussultare. Indietreggio, inciampando in un cavo che trascina a terra con me una scatola piena di bulloni. Non è Louis che ha parlato e che sta in piedi a pochi metri da me.
    “...Drago!?”
    “Come sei entrata?” la preoccupazione nella sua voce mi spinge a rispondere.
    “Le chiavi, avevo le chiavi”
    “Quante volte sei venuta qua?”
    “È-è la prima, perchè?” c'è qualcosa nel suo comportamento, che mi spinge a credere che stia cercando di nascondere qualcosa.
    “....Avevamo promesso di non tornare mai più qua” gli dico mentre mi alzo da terra.
    “Anche tu lo hai promesso se non sbaglio.” mi mordo le labbra e mi avvicino a Drago, che indossa solo i pantaloni, e ha i capelli spettinati come quando è appena sveglio.
    “Olivia devi andartene subito” comincia a camminare nervosamente in giro per la stanza, poi mi prende per un braccio e mi trascina gentilmente fino alla porta da cui sono entrata.
    “Prima dimmi cosa sta succedendo!” strattono indietro il braccio. Drago sembra riluttante.
    “...Non c'è tempo, Olivia ti prometto che-” non fa nemmeno in tempo a finire la frase che si sentono dei colpi alla porta principale e delle voci ovattate. Drago si rizza sull'attenti, poi mi trascina indietro, al centro della stanza. Si guarda in giro, come se stesse cercando un posto per nascondersi. D'un tratto le voci si fanno ancora più ovattate, come se si stessero allontanando.
O come se stessero girando attorno all'edificio.

    “Hai chiuso la porta?” Drago mi guarda con gli occhi spalancati. “Olivia hai chiuso la porta quando sei entrata?” guardo verso il basso e poi nello spazio vuoto davanti a me.
    “No”
    Drago mi prende e mi trascina vicino all'armadio a muro, per aprirlo e spingermici dentro. Lo guardo in attesa che entri pure lui. Invece prende solo una maglietta.
    “Non uscire!” il suoi occhi sembrano ancora più scuri del solito, e il suo tono di voce mi convince a restare nascosta tra le tute che ci sono nell'armadio. Le ante si chiudono. E Drago si allontana con il suo solito passo felpato.

Passi di più persone risuonano per la stanza. Passi pesanti, e le voci sono profonde e roche. Come mai Drago era qua? Non riesco a vedere attraverso le ante dell'armadio, ma le voci si sentono perfettamente. Stanno cercando qualcosa. Anzi, uno di loro sembra sapere esattamente dove sia.
    “Qua, tieni sollevato” sento un rumore metallico e poi dei sacchetti di plastica che vengono spostati. Dov'è Drago?
    Il mio cuore comincia a battere forte quando dei passi si avvicinano al mio nascondiglio. Le ante dell'armadio si piegano verso l'interno, come se qualcuno stesse cercando di sfondarle.
    Cosa faccio se mi trovano?
    Sembra che le ante stiano per cedere, un centimetro alla volta.
    “Morris, Aiutaci! Non ti pago per non fare nulla!” le ante tornano al loro posto, e realizzo che nessuno cercava di aprire l'armadio, era solo quel tizio di nome – o cognome – Morris che si era appoggiato. E che peso.
    Le voci, che credo appartenere a tre uomini diversi, compreso Morris, si allontanano fino a sparire. Per il momento non ho intenzione di uscire, e rimango a riflettere sull'accaduto nell'armadio.
    Poi sento i passi felpati che riconosco bene.
Drago apre la porta dell'armadio, e si affaccia tenendo una mano sull'anta come appoggio. Mi fissa con un'aria quasi dispiaciuta per alcuni secondi, prima che lo afferro per la maglietta e lo tiro nell'armadio, che è abbastanza spazioso per contenerci entrambi.
    “Che sta succedendo?” gli chiedo mentre l'anta si richiude e ci lascia in penombra.
    “Non saresti dovuta essere qua, ecco tutto.” sento un ombra di tremore nella sua voce. “Ho tutto sotto controllo, Olivia.”
    “A me non sembra. ” la mia voce comincia a tremare e stento a respingere indietro le lacrime. Oltre ad essere preoccupata sono anche arrabbiata, per il fatto che non mi abbia detto nulla.
    “Da quanto va avanti questa storia? Come facevi a sapere che sarebbero venuti?!”
    “L'ho sentito! Senti... da come ti sei comportata ultimamente, era meglio se non ti dicevo nulla.”
    “Meglio così? Ah! Sbaglio o eri tu quello che diceva Tutti o nessuno?” mi si spezza la voce a ricordare il sogno di stanotte.
    “Tutti o nessuno, Zayn!” so che è infantile, ma non riesco ad evitare di scoppiare a piangere in quello stupido armadio, con Drago che sta di fronte a me. Forse ha ragione, forse era meglio che ne stavo fuori, forse non sono abbastanza forte per questo.
    Quando lui allunga una mano e mi sfiora il braccio sussulto e mi sposto indietro, andando a sbattere conto ad una cassettiera nascosta dietro le tute appese.
    “Non mi toccare!” giro la testa da una parte ed evito di guardarlo in faccia. Subito dopo smetto di piangere come una bambina isterica, mi blocco di colpo e sul mio viso appare un espressione seria e distaccata.
    Sollevo lo sguardo e incrocio gli occhi di Drago, a metà tra la sofferenza e i sensi di colpa. La voce che esce dalla mia bocca è ghiacciata.
    “Non mi toccare.”

Di nuovo, sento dentro al petto la sensazione che non avrei dovuto farlo. So che lui ha solo cercato di proteggermi. Ma non posso fare a meno di fissarlo con uno sguardo freddo e pieno di tensione.
    Lui sta in piedi davanti a me, con le braccia lungo i fianchi e la testa piegata leggermente da un lato, con le occhiaie leggermente marcate.
    Mi aspetto qualsiasi reazione da quello che ho fatto. Tutte tranne Drago che si sporge in avanti e mi bacia. Ogni muscolo del mio corpo si irrgidisce.
    Senza neanche pensare metto le mani sul petto di Drago e lo spingo via. Lui mi guarda con le sopracciglia inarcate e la testa inclinata da un lato.
    Ci sono ancora dei residui di lacrime sul mio volto, che mi fanno provare una sensazione strana a contatto con l'ara, quando mi butto in avanti e afferro drago per la maglietta e ricambio quel bacio rubato di pochi secondi fa. Sentimenti, rabbia, sfoghi repressi che finalmente vengono a galla, più che un bacio sembra il discorso che avremmo dovuto fare tempo fa. Ogni respiro uno scusami, ogni contatto un non andartene, e i graffi causati dalla foga sono la rabbia che sfoghiamo tra di noi.
Quando mi accorgo che non sarà solo un bacio, che ci sarà molto di più, è tardi per fermarsi. Con la schiena appoggiata al muro, sento che Drago comincia a spostare le mani più in basso della mia pancia, dentro di me so che è tutto sbagliato, che non dovremmo, ma lui mi fa sentire qualcosa che non sentivo da tempo, e non voglio dire no.
O non riesco. Poi mi tira su, e l'ultima cosa che mi ricordo è una bellissima sensazione, una specie di calore dentro al petto, un abbraccio caldo che mi è mancato da molto tempo.
Perchè quando hai un vuoto come il nostro dentro di te, ci sono solo due possibilità: o lo riempi spingendoti ancora più oltre, o lasci che ti distrugga dall'interno.

 

capitolo aggiornato in revisione n. 1
PER CHI HA APPENA COMINCIATO A LEGGERE LA STORIA È ALTAMENTE CONSIGLIATO DI FERMARSI A QUESTO CAPITOLO IN QUANTO GLI ALTRI NON SONO REVISIONATI E QUINDI NON SONO LINEARI RISPETTO ALLA STORIA! SE SCRIVETE UN EMAIL AD AMFRAYN@GMAIL.COM VERRETE AVVISATE NON APPENA SARÀ AGGIORNATO! SCUSATE PER L'INCONVENIENTE!
 
  
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