Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ramona55    23/11/2007    1 recensioni
Ron ed Hermione raccontati in un missing moment a capitoli di HBP, quando tutto sembrava procedere proprio come al solito e la guerra un fatto lontano, quando ancora non c'erano stati nè Lavanda nè McLaggen e avvicinarsi sembrava solo questione di tempo.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccomi con la terza parte di In the following days, missing moment del Principe Mezzosangue dedicato a quei due testoni di Ron ed Hermione.
Negli scorsi capitoli si è fatto cenno ad una scena del libro che per la durata di poche pagine ha fatto sperare tutti i kicker, l'invito di Hermione a Ron alla festa di Natale di Lumacorno.
La mia storia prende le mosse da lì.

Nel primo capitolo Hermione ha affrontato le conseguenze del troppo pensare, che certe volte non conduce a risultati apprezzabili, soprattutto in questioni di cuore, mentre nel secondo Ron si è trovato suo malgrado a riflettere sulla situazione strana, insicura eppure fintamente normale, che si respira ad Hogwarts in quei primi mesi di scuola e questo riflettere ha portato inevitabilmente i suoi pensieri su Hermione e sull'inaspettato invito alla festa.
Ora i due stanno per vedersi, a cena. Potrebbe essere l'occasione per chiarire un pò di cose dopo quello strano invito. Potrebbe essere, ma non lo sarà e per una volta non per colpa dei caratterini un po' troppo suscettibili dei nostri due...
A voi scoprire di cosa si tratta.

Approfitto di questo spazio per ringraziare coloro che hanno letto il secondo capitolo e ancora di più chi ha avuto la gentilezza di commentare.
Vi avviso che quello che state per leggere potrebbe lasciarvi spiazzati, forse più della piega che hanno preso i pensieri di Ron nel capitolo precendente.
Fidatevi. So dove voglio arrivare.
Datemi fiducia e lo scoprirete capitolo dopo capitolo. ^_-





_____________________________________________



3. Hermione



Senza ragione apparente






Hermione era seduta già da un po’ al tavolo dei Grifondoro in Sala Grande e sfogliava la sua copia della Gazzetta del Profeta ricevuta quella mattina via gufo. Era stata impegnata tutto il giorno e non aveva ancora avuto occasione di leggerla, così utilizzava il breve lasso di tempo prima dell’inizio della cena per tenersi aggiornata sulle ultime notizie.

La sua attenzione, tuttavia, era piuttosto scarsa, un po’ per la stanchezza di una giornata passata tra lezioni e studio, un po’ perché, per quanto la cosa cominciasse ad irritarla, non riusciva a smettere di lanciare occhiate furtive all’entrata, in attesa dell’arrivo di una certa testa rossa di sua conoscenza.

Stizzita, voltò pagina un po’ troppo bruscamente e finì per strappare il foglio che aveva in mano, quello dedicato alla cronaca nazionale.

Possibile che il solo pensiero di rivederlo la agitasse così tanto?

Hermione fece un piccolo sospiro e lisciò con una mano il foglio di giornale strappato, tirando fuori la bacchetta per sistemarlo con un Reparo. Puntò la bacchetta verso il foglio e si bloccò.

La sua attenzione era stata attirata dal titolo di un trafiletto stampato in fondo alla pagina.




Famiglia babbana massacrata nello Yorkshire

Non si esclude la responsabilità dei seguaci dell’Oscuro Signore noti come Mangiamorte



Hermione scorse velocemente l’articolo. Il giornalista – tale Jimmy Maffet – raccontava come i corpi senza vita di cinque persone erano stati ritrovati nella loro abitazione nella mattinata del giorno precedente. I vicini di casa avevano sentito dei rumori e avevano avvertito le forze dell’ordine. Tuttavia la polizia babbana non sapeva dare ragione di quelle morti apparentemente inspiegabili visto che non c’erano segni evidenti sui corpi, ma gli Auror presenti sul posto avevano supposto che i Babbani fossero morti a causa di qualche Maledizione Senza Perdono. L’articolo proseguiva dicendo che questo era il terzo caso di Babbani uccisi senza ragione apparente nel giro degli ultimi due mesi nello Yorkshire.

Ragione apparente.

Come se Voldemort e i suoi Mangiamorte avessero bisogno di qualche ragione per uccidere dei Babbani.

Hermione lesse di nuovo l’articolo, colpita dal fatto che bastassero così poche parole per raccontare una tale atrocità.

Improvvisamente non ebbe più fame e quando dinanzi a lei apparve un piatto pieno di zuppa fumante, lo spinse via quasi infastidita.

“Non dirmi che non hai fame, Hermione, io mangerei un cinghiale intero stasera!” squillò da dietro la sua spalla la voce di Harry.

L’amico prese posto accanto a lei, sospirando felice alla vista del proprio piatto che si riempiva di stufato caldo.

Hermione si voltò verso di lui, senza sapere cosa dire.

Non riusciva a levarsi dalla mente l’immagine di un gruppo di Mangiamorte che entra in piena notte in casa di qualcuno e lo uccide per puro divertimento.

“Come... cosa hai detto?”

Harry la fissò, la fronte corrucciata.

“Ho detto che ho una fame da lupi... Ma, Hermione... è successo qualcosa?” chiese preoccupato adocchiando la Gazzetta del Profeta ancora aperta sul tavolo.

Hermione rimase un po’ incerta, poi chiuse il giornale e lo piegò. Scosse la testa.

“No... no... niente. Credo di essere solo un po’ stanca...” mentì.

“Secondo me è il troppo studio” intervenne qualcun altro al suo fianco. “Oggi te ne sei stata tutto il pomeriggio rinchiusa in biblioteca... Non dovresti stancarti tanto, la scuola è appena iniziata, dopotutto.”

Hermione voltò la testa di scatto.

Ron, seduto accanto a lei, le rivolgeva un sorriso timido.

Quand’era arrivato?

Immediatamente si ritrovò ad arrossire.

Distolse lo sguardo senza rispondere, fissando il giornale che teneva ancora in mano. Poi prese la borsa che aveva poggiato a terra accanto a sé e ve lo ripose.

Si sentiva strana. Faceva fatica a prestare attenzione a quello che le succedeva intorno. Diede un’occhiata ad Harry che mangiava tranquillo il suo stufato lanciando di tanto in tanto delle occhiate sospettose al tavolo dei Serpeverde dall’altro lato della sala.

Poi guardò Ron. Lo osservò per un po’, ma lui continuò a mangiare dal suo piatto con la solita voracità, apparentemente ignaro del fatto che lei lo stesse fissando, anche se Hermione notò che aveva le punte delle orecchie un po’ arrossate.

Tornò a guardare la sua zuppa. Il fumo continuava a salire dal piatto in leggere spirali.

“Sicura di stare bene?” sussurrò poi la voce di Ron.

Hermione quasi sussultò. Lo guardò di nuovo, in silenzio.

“Ehi?” chiese ancora Ron, un po’ preoccupato, visto che lei non rispondeva, “tutto a posto?”

Nel farlo si avvicinò inconsapevolmente ad Hermione che d’istinto, invece, si allontanò.

Ron la fissò, stupito, e poi spostò la mano che aveva sul tavolo e che teneva vicina a quella di lei.

Hermione si sentì mancare il fiato a quel gesto.

Non voleva fuggire da lui, solo che non si aspettava quel movimento e soprattutto non riusciva a capire cosa le stesse succedendo.

“Ron...” sussurrò.

L’amico non diede segno di averla sentita, continuando a prestare cocciutamente attenzione al piatto che aveva dinanzi a sé.

Hermione inghiottì e fece un piccolo sorriso tirato. Non voleva che tra loro ci fossero delle incomprensioni proprio adesso che le cose sembravano andare un po’ meglio del solito.

“Ron... senti... è... è tutto a posto, davvero” disse con tutta la convinzione che riuscì a racimolare. “Grazie per avermelo chiesto...”

Ron la guardò per un istante, scrutandola come indeciso, ma poi le sorrise e i battiti del cuore di Hermione accellerarono di colpo. Si ritrovò a guardare le loro mani sul tavolo, ancora piuttosto vicine, e pensò a quanto avrebbe voluto che si toccassero, solo per una volta. Poi alzò di nuovo lo sguardo su di lui e si sorprese di scoprire che Ron la stava ancora osservando. Non appena i loro occhi si incrociarono, però, lui distolse lo sguardo e arrossì un po’ tornando a guardare nel proprio piatto.

Hermione rilasciò piano il respiro, accorgendosi solo allora di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo.

Avvicinò a sé la zuppa ormai tiepida ed iniziò a rimescolarla.

Continuò a compiere quel movimento quasi ipnotico per qualche minuto, mentre accanto a lei tutti proseguivano allegri il loro pasto e i piatti si riempivano di nuove, appetitose pietanze.

A lei, invece, la fame era totalmente passata. Buttò giù un paio di cucchiai, giusto per non restare del tutto a digiuno, ma il senso di chiusura alla bocca dello stomaco non voleva andar via.

Per giunta le parole lette in quell’articolo continuavano a tornarle in mente.

Ma poi... perché? Non era la prima volta che leggeva di morti sospette in quei mesi...

Sì, però...

Erano solo poche righe senza nessuna enfasi, in fondo.

Poche parole stampate su un foglio... come se si trattasse di una cosa insignificante.

Una cosa insignificante...

Decise di lasciar perdere la zuppa e allontanò da sé il piatto con un gesto deciso, cercando di concentrarsi su altro. Attorno a lei tutti sembravano impegnati in qualche conversazione interessante.



“... sì insomma, mia nonna all’inizio non era molto d’accordo, ma pare che una lettera della McGranitt le abbia fatto cambiare idea, anche se non so in che modo” stava dicendo Neville ad un Harry piuttosto distratto. “Comunque non trovi anche tu che le lezioni di Incantesimi di quest’anno non siano poi così terribili come ci si potrebbe aspettare? Penso che se mi impegno un po’ potrei anche farcela...”



“Per carità, non mi vestirei mai di arancione!” squittì all’improvviso una ragazzetta del quarto anno di cui Hermione non conosceva il nome. “E’ talmente fuori moda!”



“Quindi abbiamo passeggiato per ore sotto le stelle e dovevi vedere com’era tutto tenero e gentile...” raccontava Demelza Robins ad una sua compagna di corso che la guardava adorante qualche posto più in là.

“E poi cos’è che avete fatto?” chiese curiosa l’amica.

“Devo davvero dirtelo? I miei non erano a casa quella sera e perciò...” Demelza sorrise maliziosa senza completare la frase e poi entrambe scoppiarono a ridere.



All’improvviso Hermione sentì il bisogno di stare da un’altra parte.

Si alzò bruscamente dal tavolo e afferrò la sua borsa, mentre Harry si voltava stupito a guardarla, assieme a Ron e ad un buon numero di studenti del Grifondoro.

“Te ne vai di già?” chiese Harry lanciando un’occhiata al suo piatto ancora pieno.

Hermione annuì.

“Devo finire il compito di Trasfigurazione ed è già piuttosto tardi.”

“Ma non è per lunedì quel compito?” si intromise Neville, una nota preoccupata nella voce.

“Sì che è per lunedì, ma sai che Hermione ama tenersi sempre un passo avanti agli altri” rispose per lei Ron, con un breve sorriso.

Hermione sorrise a sua volta, un po’ imbarazzata e distolse subito lo sguardo. Poi salutò i ragazzi con un cenno della mano e si avviò in fretta verso l’uscita della Sala Grande.

Percorse quasi di corsa i corridoi vuoti del castello, incontrando soltanto Nick-Quasi-Senza-Testa che le fece un piccolo inchino trattenendo con la mano la testa ancora in parte attaccata al collo.

Hermione lo salutò a sua volta e rallentò la corsa.

Non era da lei fuggire in questo modo, lo sapeva, ma non riusciva più a starsene seduta in quella stanza piena di ragazzi che vivevano come se fuori tutto proseguisse nel migliore dei modi.

Dannazione, non era così! Mentre loro se ne stavano a scuola come se niente fosse, fuori da quelle mura si scatenava una guerra. Una guerra che coinvolgeva anche chi non c’entrava niente!

Il terzo caso di babbani in due mesi.

Babbani.

Hermione sentì la rabbia montarle nel petto.

Come poteva quella gente essere così crudele da decidere di uccidere qualcuno solo perché non era in grado di eseguire degli incantesimi? Come era possibile che esistessero persone del genere?

Perché nessuno faceva niente per fermarli?

Hermione accellerò di nuovo il passo e imboccò l’ennesimo corridoio deserto. Ad un tratto si fermò.

Davanti a sé c’era una vecchia porta di legno scuro.

Sorrise, un po’ sollevata.

Si guardò attorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno, poi mise la mano sulla maniglia ed entrò.




Continua...


________________________________




Nota al capitolo:

Come ho già scritto prima del capitolo, fidatevi, la storia non mi è sfuggita di mano. E' la stessa atmosfera di quei primi capitoli del sesto libro a portarmi su questa strada e i nostri due, soprattutto Hermione, dovevano in qualche modo farci i conti.
Per quanto riguarda il titolo del capitolo, come al solito, non è scelto a caso.
Senza ragione apparente si riferisce all’omicidio – ai molti omicidi – commesso dai Mangiamorte e di cui Hermione legge sul giornale, ma si riferisce anche al comportamento di Hermione, che, senza capire perché, rimane turbata da questa notizia più di quanto le sembri necessario. E' questo che dovete tenere presente nei capitoli successivi. Hermione non riesce a capire perchè rimane così turbata da una notizia che, tutto sommato, non è una novità. Quanta gente hanno assassinato i Mangiamorte fino a quel momento? Quanta gente è scomparsa nel nulla? Eppure, qualcosa l'ha turbata più del solito. C'è un motivo, anche se ancora non lo sa neanche lei, almeno non a livello cosciente.
Ma lo scoprirà e noi con lei. Grazie a Ron.

Ma il titolo ha anche un altro significato. Il comportamento di Hermione durante la cena, il mutismo nel quale cade e la sua ‘fuga’ dalla Sala Grande possono esser sembrati (sono sembrati) senza ragione apparente anche ai suoi amici che appaiono non poco stupiti – e preoccupati – dal suo strano modo d’agire. Qualcuno si darà da fare e non c'è bisogno che vi dica di chi si tratta...


Infine i ringraziamenti:

daniel14: Lo so, lo so, anche la mia beta è rimasta stranita dai pensieri di Ron. Era la cosa più ovvia, che anche lui riflettesse su quell'invito, almeno in una ff. Non in questa, a quanto pare, dove la realtà può anche entrare, come uno spiffero freddo, a scombinare le aspettative, anche quelle di chi la scrive, te lo assicuro. Spero che questo non ti scoraggi dal proseguire con la lettura. Arriveremo al romanticismo, vedrai, ma a piccoli passi.
Sannyna: Mi ha fatto veramente piacere ricevere la tua recensione. E ancora di più il fatto che ritorni a scriverne una dopo un bel po'. Sono cntenta che pensi che 'ne valga la pena'. E mi fa piacere che tu abbia colto atmosfera e particolari. Ecco, è questo la storia che racconto. Atmosfera e particolari, che, poco a poco, si ricollegano l'uno all'altro. Se continuerai a leggere (e lo spero vivamente) ti renderai conto che i Ron ed Hermione che metto il scena sono forse più 'pacati' di quelli vivaci e ironici dei libri. Non credo siano OOC, però. E' lo stato d'animo che, in certe occasioni, si accompagna alla sera. E avrai notato che finora la storia si svolge sul far della sera. Il sole è appena tramontato e fuori ormai è buio. Tieni presente questo nella lettura. Dà la giusta prospettiva.


Grazie ancora a tutti, a alla prossima settimana,
patsan



  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ramona55