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Autore: Chanel483    04/05/2013    3 recensioni
Sono passati quattro anni dalla notte che cambiò le loro vite.
Sono passati quattro anni dalla caduta di Hogwarts.
Ora, Harry, Ron ed Hermione fanno parte della S.A.S.C.O. (Squadra di Auror Specializzati Contro l'Oscuro), un gruppo di auror, ricercatori ed infermieri tra i migliori del mondo, impegnato nella lotta contro Voldemort che, piano piano, prende sempre più potere.
Nel frattempo Hermione si ritrova ad affrontare i fantasmi del suo passato per poter accettare ciò che è diventata e ritrovare un amore che forse non ha mai veramente perduto.
Dalla storia:
"Sono vuota, Harry" sussurrò la ragazza, mentre lui le asciugava i capelli con un incantesimo. Il moro non rispose, ma rimase ad ascoltarla:"è per questo che non so voler bene, perché voler bene vuol dire donare qualcosa di sé agli altri e … e io non ho più niente".
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Il trio protagonista, Un po' tutti, Voldemort | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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-Due ragazze per Ronald
Ron sussultò appena, quando il panno imbevuto di pozione disinfettante entrò a contatto con il taglio che aveva sulla guancia.
<< Scusa. >> sussurrò Juny, prima di ricominciare a sfregare con più delicatezza:<< È proprio un bel taglio, se avesse voluto avrebbe potuto lasciarti una cicatrice profonda e indelebile. Fortunatamente in un paio di giorni non avrai più neanche un segno >>.
Il rosso sbuffò, alzando gli occhi al cielo:<< Ma che grande consolazione… >> borbottò:<< e poi tu non dovresti consolarmi invece che lodare le doti di Hermione? >> chiese, guardandola di traverso.
La ragazza sorrise, senza smettere di fare ciò che stava facendo:<< Non fare la lagna, Ronald Weasley, non perderai la guancia né rimarrai invalido a vita. Nonostante tutto, devi ammettere anche tu che Hermione è una strega straordinaria >>.
<< Sé… >> commentò il ragazzo, un po’ infastidito, rimanendo poi in silenzio mentre lei finiva di medicarlo.
Ron trovava ancora strano passare tutto quel tempo con Juny, considerando che fino a pochi giorni prima la vedeva a malapena come un’amica, poco più che una conoscente. Erano usciti qualche sera in compagnia insieme ai membri più giovani della S.A.S.C.O., ma non avevano mai avuto l’occasione per passare del tempo da soli o avere una vera e propria conversazione.
La prima occasione si era presentata quando – circa una settimana prima – si erano ritrovati nell’infermeria dell’accademia, dopo l’attacco a Durmstrang. Ron aveva bisogno di cambiare la medicazione alla testa e Kara era impegnata, così ci aveva pensato Juny. Dopo dieci minuti passati insieme, la ragazza gli aveva chiesto di uscire un sera a bere qualcosa e la sera dopo erano andati insieme in un locale di Diagon Alley. Due giorni dopo l’aveva portata a pranzo alla Tana. Solo quella mattina, lei aveva ammesso di avere una cotta per lui da molto tempo.
Charlie, proprio la sera prima, gli aveva chiesto, cercando di essere il meno invadente possibile, se non gli sembrasse di aver affrettato un pochino le cose: “E perché mai?” aveva chiesto Ron, perplesso: “La conosco da un sacco di tempo…”.
Peccato che Hermione non l’avesse presa esattamente nel migliore dei modi…
Ma d’altronde lui cosa ci poteva fare? Cioè, alla fine tra di loro c’erano stati forse due baci – se si contavano uno per uno quelli che si erano dati nella sua camera da letto anche di più – e una delle due volte Hermione era ubriaca fradicia e gli era praticamente saltata addosso senza alcun motivo. Non si poteva certo dire che avessero una storia!
E con Juny allora? Si poteva dire che loro due avessero una storia? Sicuramente a lui lei piaceva, era una ragazza simpatica, carina, dolce e gentile. Non era certo la donna dei suoi sogni, ma stavano bene quando erano insieme e infondo non era quello l’importante? Cosa importava che lei non fosse abbastanza intelligente o combattiva o forte o scontrosa o riccia… cosa importava che lei non fosse abbastanza uguale ad Hermione?
Spostò gli occhi azzurri e li puntò sul suo viso, che controllava il lavoro appena terminato a pochi centimetri di distanza dalla sua pelle:<< Ecco fatto, >> annunciò lei, scostandosi una ciocca di capelli lisci e biondi dal viso:<< entro domani sarai come nuovo >>.
<< Grazie mille >> le rispose Ron, prima di prenderle il viso tra le mani e unire le loro labbra in un bacio veloce.
Juny si tirò appena indietro e gli sorrise mordendosi il labbro inferiore:<< Quindi adesso che cosa farai con Hermione? >> gli domandò, allungando due dita a sfiorare la medicazione che gli copriva la guancia.
Il rosso si strinse nelle spalle e, quasi senza rendersene conto, distolse lo sguardo dal suo:<< Non lo so >> ammise:<< io ed Hermione non stavamo insieme né avevamo mai parlato di qualcosa di simile, quindi… non ne ho idea, però dovrei parlarle… >>.
La bionda annuì, nonostante sentendo quelle parole sul suo viso si fosse dipinto uno sguardo dispiaciuto:<< Hai ragione, dovete parlare >> concordò.
Ron le sorrise:<< Sei una ragazza gelosa? >> volle informarsi, ostentando un’aria divertita.
Lei lo imitò e si allontanò di qualche passo, facendogli una linguaccia:<< Per niente, Ronnie. >> rispose, utilizzando quell’imbarazzante soprannome con cui la signora Weasley continuava a chiamarlo:<< Tu invece? >>.
Il ragazzo si alzò e con un movimento rapido l’afferrò per la vita, iniziando a farle il solletico:<< Ti ho detto che non devi chiamarmi così, altrimenti… >> la minacciò, prima di scoppiare a ridere insieme a lei, che si dimenava tra le sue mani.
 
*****
 
Hermione si dovette bloccare di nuovo ed attendere che le sue mani smettessero di tremare, prima di ricominciare a sistemare le poche cose di Nadiya nel borsone che aveva appoggiato sul letto.
<< Ne sei sicura? >> domandò la bambina per l’ennesima volta, osservandola dalla parte opposta del letto, su cui era seduta a gambe incrociate.
La ragazza annuì, piegando con cura la sua camicia da notte bianca, quella che in quei giorni aveva utilizzato Nadiya:<< Assolutamente sì >> rispose.
<< Ma noi ci vedremo ancora, vero? >> insistette l’altra, osservandola attentamente, con gli occhi anche un po’ lucidi:<< Perché io non voglio non vederti più… >> aggiunse in un sussurro appena udibile.
Hermione sollevò gli occhi di scatto e la osservò attentamente, senza riuscire per diversi secondi a trovare le parole giuste. Non era mai stata brava con le parole, non quando si parlava di emozioni e sentimenti e, a livello emotivo, quella ragazzina la frastornava non poco, rendendo la situazione ancora più critica:<< Non ho mai detto che non ci saremmo più viste. >> sottolineò, cercando di parlare lentamente e con calma:<< Se lo vorrai, verrò a trovarti ogni giorno >>.
Nadiya sgranò gli occhi scuri, adesso colmi di aspettative:<< Davvero? >> chiese contenta:<< Me lo prometti? >>.
Da quanto tempo era che Hermione non faceva una promessa? Non se lo ricordava neanche lei. Probabilmente tanto, troppo. In ogni caso, annuì e le tese la mano:<< Lo prometto >>.
La ragazzina gliela strinse con forza, rivolgendole un grande sorriso:<< Grazie >> sussurrò.
Anche l’altra sorrise, ma un istante dopo tornò a concentrarsi sul borsone:<< Adesso sta tranquilla un attimo che devo finire qui! >>.
Cercò di aggiungere al bagaglio un paio di cose sue che anche la bambina potesse usare, come  un maglioncino di pesante lana verde acqua ed un paio di libri che pensava potessero interessarle.
<< Bene, è tutto pronto! >> annunciò qualche minuto dopo, prima di chiudere la cerniera, senza usare la magia per paura che poi lei non sarebbe riuscita ad aprirlo.
Nadiya annuì, con sguardo estremamente serio per essere una ragazzina della sua età:<< Posso chiederti un favore? >> domandò.
<< Certamente >>.
<< Tu le… le sai fare le trecce? La mia mamma me le faceva tutte le mattine… >>.
Sì, Hermione sapeva fare le trecce, ma poche volte le era capitato di farle a qualcun altro e sicuramente mai negli ultimi quattro anni. Guardò la bambina ed ebbe un istante di esitazione, per la prima volta non dovuto dall’idea del contatto, ma dalla paura di poterla deludere.
<< Non sono sicura di essere brava >> ammise.
<< Non importa. >> rispose Nadiya, stringendosi nelle spalle:<< Basta che me le fai… >>.
E a quel punto la riccia non seppe dire di no.
Recuperò una spazzola dal bagno e, facendo sedere la bambina sul letto e sistemandosi alle sue spalle, le divise i capelli con una riga nel mezzo e le fece due trecce alla francese che le ricadevano sulle spalle.
<< Grazie! >> esclamò contenta la bambina, prima ancora di essersi vista allo specchio.
<< Ma figurati >>.
Era tanto che Hermione non faceva qualcosa per qualcuno, per il semplice gusto di vederlo contento, ed era davvero una bella sensazione. E fu proprio questo, il sorriso riconoscente di lei, a convincerla che portarla alla Tana era la scelta giusta, forse la più dolorosa e difficile, ma sicuramente quella migliore per Nadiya:<< Andiamo >> disse semplicemente, caricandosi il borsone in spalla.
 
*****
 
Dopo un paio di settimane dall’attacco a Durmstrang, si poteva dire che alla S.A.S.C.O. tutto era nuovamente nella norma.
Una manciata di studenti erano ancora accampati in accademia, ma erano stati spostati dall’aula di incantesimi in un luogo più consono. L’infermeria si stava svuotando velocemente e anche i feriti gravi si stavano riprendendo. Per lo più le lezioni avevano ricominciato regolarmente e nessuno si faceva scandalizzare da qualche nuova cicatrice.
Masha aveva iniziato, da pochissimi giorni, a seguire i corsi insieme ad un gruppo di matricole. Era stato un po’ difficile convincere tutti che una ragazza così giovane potesse diventare un auror – a livello di età era, dopo Harry, Ron ed Hermione, la più giovane mai reclutata – ma alla fine la sua forza di volontà aveva convinto i capi a darle una possibilità. Ora alloggiava con Dobrova, la sua sorellina, in accademia, in attesa di trovare un alloggio migliore.
Hermione era tornata il prima possibile a frequentare le lezioni e, nonostante fosse costretta a stare attenta ai movimenti e dovesse spalmarsi una volta al un giorno un unguento – che teoricamente avrebbe dovuto far sparire la cicatrice – non si tirava indietro durante gli allenamenti né voleva le venissero fatti dei favoritismi. Come promesso a Nadiya, ogni sera, uscita dall’accademia, andava a cenare alla Tana.
Ron continuava a frequentare Juny e non parlare con Hermione, nonostante lei fosse tutte le sere a casa sua. Sapeva che, dopo l’incantesimo che lei gli aveva lanciato contro trovandolo appartato con Juny, avrebbe dovuto parlarle, ma si era davvero stancato di fare sempre il primo e il secondo e anche il terzo passo; era proprio ora che Hermione si decidesse.
C’era però una questione importante che riguardava l’intera S.A.S.C.O. – e forse addirittura l’intera comunità magica – ma era rimasta in sospeso tutto quel tempo; questa questione aveva un nome e un cognome: si chiamava Draco Malfoy.
<< È giunto il tuo momento! >> annunciò Hermione esattamente diciassette giorni dopo l’attacco a Durmstrang, irrompendo nella cella di Draco.
Peccato che il suddetto non fosse né da solo né in atteggiamenti consoni ad un prigioniero. Dal canto suo Kara – in ginocchio davanti a lui – sembrava più che contenta di tenergli compagnia.
Sentendola entrare, i due scattarono in piedi e si allontanarono di almeno un paio di metri:<< Hermione! >> strillò la ragazza mentre lui si riallacciava i pantaloni, entrambi rossissimi in viso.
La riccia alzò uno mano, prima che uno dei due potesse dire qualsiasi cosa:<< Facciamo che ora esco e riproviamo l’entrata >> disse prima di lasciare la stanza.
Contò fino a tre, poi bussò alla porta che pochi istanti prima si era chiusa alle spalle:<< A-avanti… >> balbettò la voce incerta ed imbarazzata di Draco Malfoy.
Hermione entrò e li trovò completamente vestiti, l’uno seduto sul suo letto e l’altra su una delle sedie:<< Decisamente molto meglio. >> commentò tra sé:<< Kara, >> aggiunse dopo un istante:<< potresti per favore lasciarci soli? >>.
<< Certamente! >> esclamò lei, prima di scattare in piedi e dirigersi a lunghi passi verso la porta.
<< E sottolineerei >> disse Hermione un istante dopo, bloccandola appena prima che potesse aprire la porta:<< che tutto ciò non è per nulla professionale da parte tua e se fosse entrato qualcun altro, saresti stata in grossi guai >>.
Kara annuì freneticamente e lasciò la stanza, biascicando qualcosa di incomprensibile.
<< Da che pulpito! >> commentò Draco, appena se ne fu andata:<< Kara mi ha raccontato dei vostri venerdì sera… >> aggiunse in risposta all’occhiata interrogativa di Hermione.
Lei alzò gli occhi al cielo:<< Togliendo che non sono fatti tuoi, io non ho mai fatto un bocc… >>.
<< Granger, come sei volgare! >> la interruppe il biondo, ghignando.
Hermione lo guardò male e sbuffò:<< Guarda che è una cosa seria! >> lo riprese:<< Se fosse entrato… che so, Hugo Holmes, il capo dell’Infermeria, sarebbe stata licenziata su due piedi! >>.
Malfoy si strinse nelle spalle, alzandosi dal letto per prendere posto al tavolo:<< Questo non toglie che sei la solita guastafeste di sempre… >>.
La ragazza scoppiò quasi a ridere: se anche solo qualche mese prima le avessero detto che si sarebbe ritrovata a chiacchierare amabilmente con Draco Malfoy, per lo più di temi sessuali, probabilmente non ci avrebbe creduto o peggio, avrebbe affatturato chiunque avesse insinuato quella stupidaggine.
<< Oh, basta Malfoy! >> esclamò Hermione, fingendosi infastidita:<< Sono venuta qui per parlarti di una cosa seria >>.
<< E allora parla! >>.
<< Le questioni burocratiche sono andate un po’ per le lunghe, anche perché abbiamo avuto un inconveniente, per così dire… >>.
<< Lo so >> la interruppe Draco:<< Kara mi ha detto dell’attacco a Durmstrang… >>.
Hermione si mollò una manata in faccia e si lasciò cadere sulla sedia davanti a lui:<< Non ci credo… >> sussurrò tra sé:<< quella ragazza è una tale rincretinita! Le basta vedere un bel ragazzo che… e non ti montare la testa, non ti considero affatto un bel ragazzo >> aggiunse lanciandogli un’occhiata.
Il biondo alzò gli occhi al cielo:<< Ovviamente… >> commentò tra sé.
La riccia cercò di riscuotersi dai suoi pensieri e tornare in sé:<< In ogni caso, Kara non avrebbe dovuto parlarne con te. >> riprese in tono più professionale:<< Comunque non ha importanza, sono sicura che tu non abbia nulla da nascondere e anche se non tutti la pensano così, la tua occasione per convincerli si presenterà presto: tra tre giorni sarai interrogato sotto Veritaserum davanti all’intero Wizengamot >>.
Draco annuì, sinceramente sollevato dalla notizia:<< Era anche ora! >> esclamò, senza però riuscire a nascondere un mezzo sorriso:<< Questo vorrà dire che, una volta che avranno appurato che non sono un pericoloso assassino, potrò andarmene? >> domandò.
<< Non ne sono sicura. >> ammise Hermione:<< La tua scarcerazione dipende da mille fattori diversi ma, se ti può aiutare, posso assicurarti che, se risulti innocente, farò di tutto per farti liberare >> promise.
Il ragazzo, riconoscente, cercò il suo sguardo:<< Grazie >> sussurrò piano, quasi si vergognasse di pronunciare quelle sei lettere.
La ragazza gli sorrise, alzandosi in piedi:<< Non c’è nessun problema. Ora devo scappare, mi aspettano per cena. Comunque, in caso avessi domande o volessi sapere qualcosa, noi ci vediamo domani >>.
Draco annuì:<< Va bene. Buona serata, Hermione >>.
Lei si voltò, giunta davanti alla porta:<< Buona serata anche a te >>.
Hermione si maledisse mentre infilava la giacca nera e attraversava i corridoi quasi del tutto deserti dell’accademia in tutta fretta; era come al solito in ritardo e, molto probabilmente, Nadiya l’aspettava da diversi minuti.
Uscì nel giardino dopo aver rivolto un frettoloso saluto a Jeff che, dalla portineria, l’aveva guardata accigliato, e si materializzò appena fuori dai confini della Tana, come aveva fatto tutte le sere da più di una settimana a quella parte.
Aprì il cancelletto e percorse velocemente il tratto di giardino che la divideva dalla casa, rendendosi conto solo in quel momento di indossare ancora gli abiti rovinati e sudati della divisa che aveva addosso da quella mattina; i giorni prima aveva avuto per lo meno la decenza di cambiarsi…
Decise che faceva prima a far finta di niente e bussò alla porta:<< Sono Hermione >> avvisò sentendo dei passi all’interno della casa.
La porta venne spalancata un attimo dopo da Nadiya che, vedendola, le rivolse un sorrisone:<< Hermione! >> esclamò felice, evitando di abbracciarla solo perché aveva velocemente imparato che non era molto per il contatto fisico.
La riccia si chinò appena:<< Ciao, Nadiya >> le rispose, sforzandosi non poco per allungare una mano e posarle una veloce carezza sui capelli.
<< No, Nadiya! >> esclamò Arthur, raggiungendo di corsa il corridoio:<< Ti ho già detto che non devi aprire la porta senza fare la domanda… >> le ricordò, senza la minima traccia di rimprovero nella voce.
<< Ma era Hermione… >> disse la bambina in sua difesa.
Il signor Weasley scosse comunque la testa:<< Non importa, la domanda va fatta in ogni caso. Ne va della nostra sicurezza. >>.
<< Ok, Arthur >> rispose lei, tenendo lo sguardo basso.
L’uomo le accarezzo la testa:<< Non ti preoccupare, ricordatene la prossima volta >>.
Nadiya subito alzò la testa e prese ad annuire sorridendo. Poi si voltò verso Hermione:<< Vieni a vedere cosa mi ha insegnato oggi Molly! >> esclamò correndo verso la cucina, senza neanche dare il tempo alla ragazza di togliersi la giacca e seguirla.
Quando, mezzo minuto dopo, Hermione entrò in cucina, trovò la bambina in ginocchio su una sedia del tavolo, a sventolare tutta soddisfatta due ferri a cui era attaccato un lavoro a maglia non ancora terminato:<< Molly dice che sono brava >> spiegò lei:<< e che tra un paio di giorni la sciarpa sarà finita. È un regalo per te! >>.
La riccia sorrise un po’ commossa e si avvicinò per guardare meglio il lavoro:<< Sì, è un talento naturale! >> commentò Molly, senza staccare lo sguardo dalle pentole.
Ginny, che nel frattempo stava apparecchiando tavola, posò un bacio sulla fronte di Nadiya:<< E non è brava solo in quello >> disse ad Hermione:<< dovresti vederla lavorare in giardino e nell’orto, io nemmeno con la magia riuscirei ad essere così brava! >>.
Prima che la riccia potesse commentare, nella cucina entrò Ron, che però non era da solo, al contrario, teneva Juny per mano:<< Ciao a tutti! >> salutò appena, prima che il suo sguardo si posasse qualche secondo su Hermione, senza che nessuno dei due dicesse una parola:<< Mamma, è un problema se Juny rimane a cena? >> chiese qualche istante dopo, voltandosi.
<< Per me assolutamente no, Ronnie. >> rispose prima di rivolgere un sorriso alla bionda:<< Sei sempre la benvenuta, cara >>.
Juny sorrise riconoscente, ma automaticamente il suo sguardo si posò su Hermione, che aveva ricominciato a chiacchierare con Nadiya come se niente fosse:<< Hermione… >> chiamò la ragazza un po’ insicura, ignorando Ron che le aveva stretto una mano, cercando di farla stare zitta:<< per te va bene, vero? >> domandò.
La riccia sollevò lo sguardo e lo fissò su di lei, non mostrava la minima traccia di odio o simpatia, era semplicemente impassibile:<< Assolutamente sì, Juny. >> rispose:<< Non pensavo nemmeno di fermarmi >>.
<< Come no? >> chiese la bambina, subito allarmata.
<< Stasera ho un impegno. >> le spiegò Hermione:<< Ma domani prometto che mi fermerò di più >>.
<< Ah, va bene… >> commentò Nadiya, nonostante fosse palese che ci stava male.
Hermione le accarezzò appena una spalla, cercando di consolarla. Escludendo il fatto che non si sarebbe comunque fermata a cenare insieme ai piccioncini, quella sera aveva veramente un appuntamento a cui non voleva mancare.
 
*****
 
Hermione si guardò per l’ennesima volta allo specchio a figura intera, con sguardo critico.
Aveva deciso di indossare un abito corto ed aderente, di un bel rosso scuro che metteva decisamente in risalto le sue forme. Ci aveva abbinato un paio di alti tacchi neri, una giacca dello stesso colore dal taglio maschile ed una pochette anch’essa nera.
Lo scopo era quello di sembrare “elegante ma sensuale” anche se non era proprio sicura di esserci riuscita. In ogni caso era già tardi e se non si fosse sbrigata sarebbe arrivata in ritardo all’appuntamento.
Si fermò velocemente i capelli in un mezzo raccolto con qualche forcina e si passò un secondo strato di rossetto rosso, per poi smaterializzarsi.
Ricomparve in una vialetto accanto ad una grande strada, illuminata dalle luci di decine di vetrine, negozi, bar e ristoranti. Il posto era palesemente babbano, ma sembrava il centro di una città abbastanza grande. La ragazza dovette fare solo pochi passi prima che un uomo in giacca e cravatta le andasse incontro.
<< Sei meravigliosa >> si complimentò lui, chinandosi per baciarle il palmo della mano.
<< Grazie. >> rispose Hermione rivolgendogli un veloce sorriso, prima di ricominciare a guardarsi intorno:<< Però continuo a non capire perché tu mi abbia dovuta portare qui… insomma, la Londra babbana non era abbastanza lontana? >>.
L’uomo scosse la testa mentre la prendeva sotto braccio e cominciava a camminare con lei affianco:<< Mi scuso tantissimo per il luogo ma ho delle conoscenze anche nella Londra babbana, non ho voluto rischiare >>.
La ragazza si lasciò sfuggire un sorrisino, mentre lui la conduceva verso una strada secondaria:<< Paura che tua moglie possa scoprirci? >> gli domandò divertita.
<< Non è lei che temo, ma i giornalisti >> spiegò lui con pazienza.
<< Mi vedo già i titoli. >> commentò tra sé Hermione, sollevando un sopracciglio:<< Ma non ti preoccupare Albert, con me il tuo matrimonio è al sicuro, così come la tua immagine >>.
Lui le rivolse un sorriso un po’ sgrembo, mentre si avvicinava all’entrata di un ristorante che sembrava molto elegante, anche se era un po’ nascosto:<< Grazie Hermione, apprezzo la tua comprensione >>.
<< Figurati, >> gli rispose lei, entrando nel ristorante e godendo dell’aria calda che veniva a contatto con le sua pelle infreddolita:<< per qualcuno con un lavoro importante come il tuo al Ministero deve essere davvero dura… sempre sotto al centro dell’attenzione, senza un po’ di privacy… >>.
<< Oh, tu si che mi capisci! >> esclamò Albert, prima di avvicinarsi ad un cameriere:<< Ho prenotato un tavolo per due, a nome Styson >> disse.
<< Oh certo, >> rispose il ragazzo:<< se volete seguirmi… >>.
Lì portò ad un piccolo tavolo rotondo, ricoperto da una tovaglia color crema, con una rosa al centro. Sì, sarebbe stato un posto molto carino, se il loro tavolo non si fosse trovato nel punto più isolato del ristorante, lontano dalle finestre e dietro un separé.
Hermione prese posto a sedere senza fare commenti, anche se la cosa le aveva dato parecchio fastidio. Un conto era andare lontani dalla città, un altro era doversi nascondere fino a quel punto solo per una cena.
Ordinarono da bere e da mangiare ed attesero di essere serviti chiacchierando del più e del meno e sorseggiando un ottimo vino rosso.
Nonostante tutto, ad Hermione piaceva l’idea di essere un po’ “coccolata” da qualcuno. Anche se aveva avuto molti uomini, le era capitato veramente di rado di essere portata fuori a cena in un ristorante di lusso come quello.
Il vino era veramente buono e il cibo, dopo che glielo ebbero portato, si rivelò ottimo e probabilmente molto costoso, anche se ad Hermione importava ben poco poiché non sarebbe stata certo lei a pagare.
<< Presenzierai anche tu all’interrogatorio di Draco Malfoy? >> buttò lì la ragazza con finta noncuranza, mentre inforchettava un pezzo di pesce spada.
Albert annuì, bevendo l’ennesimo sorso di vino:<< Certamente. Non penso ci sarà l’intero Wizengamot ma tutti vogliono partecipare! Ho paura che possano arrivare a picchiarsi per un posto in prima fila! >> rispose sghignazzando, con l’aria di uno non proprio del tutto sobrio.
Hermione annuì tra sé, masticando il pesce per prendere tempo, mentre nella sua mente pensava a quale potesse essere il modo migliore per dire ciò a cui stava pensando senza sembrare sospetta anche se, con ogni probabilità, l’uomo ci aveva dato troppo dentro con il vino per insospettirsi:<< E quale pensi possa essere il verdetto? >>.
Lui si strinse nelle spalle:<< Sinceramente non lo so. >> ammise parlando a bocca piena e schifando non poco la ragazza:<< Ma beh… è Draco Malfoy insomma, non ti aspetterai che tutti lo giudichino oggettivamente dopo tutto ciò che hanno fatto lui e la sua famiglia… >>.
La riccia, dopo aver preso un bel respiro, allungò una mano per prendere quella di lui sul tavolo e si passò la lingua sulle labbra.
A mali estremi…
<< Beh, personalmente penso che non ne sappia davvero nulla dei mangiamorte. Ho avuto modo di parlarci ed è innocente >> spiegò, creando con il pollice cerchi immaginari sul dorso della sua mano.
<< Ne sei… >>.
<< Ne sono sicurissima >> sussurrò Hermione, sorridendo.
Albert tentennò:<< Ma non sarebbe molto… come dire… giusto… >>.
La riccia, alzando interiormente gli occhi al cielo, allungò un piede sotto il tavolo e lo sfregò contro la sua gamba, mentre si sporgeva in avanti con il busto:<< Potresti fare un’eccezione. Se ti dico queste cose è perché ne sono sicura. E io sono Hermione Granger, no? Ho sempre ragione >>.
L’uomo inghiottì rumorosamente un po’ di saliva ed annuì:<< Sì, hai assolutamente ragione tu. Vedrò di parlarne anche con gli altri… >>.
La ragazza sorrise tra sé e tornò al suo posto soddisfatta.
Finirono di mangiare – Albert, senza alcun motivo apparente, si ingozzò rapidamente – e, dopo che lui ebbe pagato, lasciarono il ristorante.
<< Ho un appartamentino qui vicino, >> la informò subito l’uomo:<< cinque minuti a piedi. Se ti va potremmo… >>.
Hermione annuì, stringendosi nella giacca per combattere il freddo della sera:<< Assolutamente >>.
Si incamminarono per le strade secondarie di quella città, senza quasi dirsi una parola, per poi ritrovarsi davanti ad un grande condominio con almeno una decina di piani.
<< È qui >> la informò Albert, cercando le chiavi in tasca.
La condusse all’interno dell’edificio e poi in ascensore, scesero al quinto piano ed entrarono in un bell’appartamento spazioso, dall’arredamento moderno e palesemente babbano.
<< Bevi qualcosa? >> le chiese l’uomo, dopo essersi tolto la giacca ed aver preso anche la sua, dirigendosi verso quella che doveva essere la cucina.
Hermione annuì:<< Sì, grazie. Prima posso usare un istante il bagno? >>.
 << Certo, >> le rispose lui:<< è la seconda porta a destra del corridoio >>.
Hermione seguì le indicazioni e si ritrovò in un bagno luminoso e dai colori chiari. Andò al lavabo e si sciacquò il viso, attenta a non rovinare il trucco. Alzò la testa e si guardò allo specchio. Quella sera c’era qualcosa che non andava, non si sentiva la stessa Hermione di sempre, non si sentiva disinibita e leggera come succedeva di solito quando usciva con un uomo.
Scosse la testa, cercando di allontanare quelle idee assurde dalla sua mente.
Tornò in salotto, dove trovò Albert ad attenderla con in mano due bicchieri di spumante, gliene porse uno e si affrettò a brindare:<< A te e a questa bella serata >>.
La ragazza annuì e bevve tutto d’un fiato. Non fece in tempo a posare il bicchiere sul tavolino che si ritrovò seduta sul divano, con le mani di Albert sui fianchi e la sua bocca sulla sua.
Hermione ricambiò il bacio, senza però riuscire ad essere tranquilla o naturale. C’era qualcosa che non andava, qualcosa che la faceva sentire fuori posto e non c’entrava nulla con il fatto che Albert fosse sposato o che quello fosse solo un rapporto occasionale.
Mentre lui la faceva sdraiare e si metteva sopra di lei, Hermione si ritrovò a chiedersi se anche Ron facesse così con Juny, se anche Ron avrebbe fatto così con lei.
Spalancò gli occhi per quel pensiero, proprio mentre Albert le sollevava il vestito.
<< No! >> urlò.
<< Cosa…? >> domandò lui, colto del tutto alla sprovvista.
Non sapeva cos’era, forse la colpa era della cicatrice, o forse del nome di Ron che continuava a girarle per la testa:<< Non posso  >> sussurrò quasi tra sé, scattando in piedi e risistemandosi il vestito.
Senza ascoltare la voce di Albert che la richiamava indietro e chiedeva spiegazioni, agguantò la giacca e lasciò l’appartamento.
Scese le scale a piedi, senza lasciarsi intralciare dai tacchi altri e, una volta in strada, si mise a correre.
Corse per qualche minuto senza capire nulla, per poi rendersi conto che praticamente non sapeva dov’era né dove andare. Voleva tornare a casa e, come al solito, l’unico posto che riusciva a collegare a quella parola era la Tana.
Non aveva neanche idea di che ora fosse, ma le sembrava di non avere altre possibilità. Così si smaterializzo e ricomparve esattamente dove si era materializzata poche ore prima per andare a trovare Nadiya.
Percorse il giardino ed arrivata alla porta d’entrata la trovò fortunatamente aperta. La luce del salotto era accesa e quindi andò lì, dove trovò Harry e Ginny seduti sul divano, abbracciati.
Non doveva avere una faccia troppo normale perché, quando la vide, Harry si staccò dalla sua ragazza e fece un paio di passi nella sua direzione:<< Hermione, tutto bene? >> le domandò, con un po’ di preoccupazione nella voce.
Lei annuì:<< Sì, io… sto… sapete dov’è Ron? >>.
I due si lanciarono un’occhiata che non lei comprese, ma dopo un secondo Ginny le rispose:<< È in camera sua ed è da solo. >> la informò:<< Ma, Hermione, >> aggiunse un attimo dopo:<< sta’ attenta a quello che fai, mio fratello non è un giocattolo… >>.
Hermione non perse nemmeno tempo a rispondere. Si limitò a salire di corsa le scale che conducevano alle camere ed infilarsi in quella di Ron.
Il ragazzo se ne stava sdraiato sul suo letto con un braccio dietro la testa e l’altra mano a sfogliare la rivista di quidditch che aveva sulle gambe. Sentendo la porta aprirsi, si voltò per vedere chi fosse entrato e strabuzzò gli occhi all’inverosimile:<< Hermione… >> sussurrò, quasi fosse una domanda.
Lei fece un passo in avanti un po’ spaesata, chiedendosi d’un tratto cosa diavolo le fosse saltato in mente per farla arrivare lì:<< Sì, io… avevo… avevo bisogno di una faccia amica >>.
Ron avvertiva un leggero senso di deja vu. L’ultima volta che Hermione era entrata in camera sua ad un orario improbabile, con indosso un vestito da sera, gli era praticamente saltata indosso. Questa volta però non sembrava ubriaca né intenzionata a fare chissà che quindi, ignorando il fatto che non si parlassero da giorni, si alzò in piedi e le andò vicino:<< Hermione, è tutto a posto? >> le chiese.
La ragazza si strinse nelle spalle, guardandolo con sguardo vuoto:<< Io credo… credo di sì. Ma… penso di avere un problema con gli uomini… >> ammise.
Un istante dopo si stava maledicendo in ogni modo possibile ed immaginabile, domandandosi da dove diavolo avesse tirato fuori quella confessione. Se avesse potuto, si sarebbe sotterrata.
Il rosso scosse la testa, leggermente divertito da quell’affermazione:<< Non puoi avere dei problemi con gli uomini. Tu sei… sei intelligente e coraggiosa e… Hermione tu sei… sei bellissima >>.
Quell’unica frase ebbe la forza di cancellare tutto l’imbarazzo che Hermione aveva provato pochi istanti prima. Puntò lo sguardo negli occhi dell’altro e trattenne a stento una risata per niente divertita:<< Davvero? >> domandò con tono sarcastico:<< Io? Bellissima? Ti prego, dimmi che stai scherzando! Forse devi farti insegnare da Harry quell’incantesimo per la vista… >>.
Ron la guardò male e fece un passo in avanti:<< Non sto scherzando, lo penso davvero >> sottolineò, domandandosi perché diavolo quella ragazza non poteva accettare un complimento come facevano tutte le altre, senza fare tutti questi problemi.
Questa volta Hermione scoppiò veramente a ridere, una risata decisamente amara e sarcastica, ma comunque sincera:<< Ti prego, non prendermi in giro! Basta guardare i miei capelli crespi, le mie mani ricoperte di calli o gli occhi di un banale color merda… per non parlare poi delle cicatrici… sai, non sono esattamente sexy… >>.
Il rosso scosse la testa, infastidito ed arreso in egual misura dal suo modo di fare:<< Sei proprio una cretina. Saresti tu ad aver bisogno di degli occhiali >>.
Sentendosi offesa, la ragazza fece un passo avanti con aria di sfida:<< Ah sì!? >> domandò puntandogli un dito al petto, abbandonando l’aria leggermente divertita che aveva ostentato fino a pochi istanti prima:<< Ed è per  questo che te la fai con quella biondina dagli occhi verdi e il culo a mandolino, vero? >> chiese.
Le orecchie di Ron presero istantaneamente fuoco e lui si domandò furtivamente se esistesse un incantesimo in grado di farlo inghiottire dal pavimento sotto ai suoi piedi:<< Questo non c’entra nulla… tutti gli uomini che… che… >>.
Hermione sbuffò:<< Stai parlando di tutto gli uomini con cui sono stata? >> domandò inarcando un sopracciglio ed incrociando le braccia:<< Non sono certo venuti a letto con me perché sono bella; lo hanno fatto perché sono disponibile e penso di poter dire, senza peccare di superbia, di saperci abbastanza fare. Conosco uomini – e non solo – che andrebbero a letto pure con Voldemort, se avesse un buco… >>.
<< Hermione, smettila! Stai diventando volgare! >> la riprese Ron, che si sentiva spiazzato ogni volta che lei parlava in certi termini.
<< Ah sì!? >> domandò lei, facendo un passo in avanti con aria di sfida:<< Adesso sto diventando volgare, vero!? Perché tu pensi di poter dirmi certe cosa senza che io abbia un minimo di reazione! >>.
<< Mi sembrava di averti fatto solo un complimento per tirarti su! >>.
<< Un complimento! >> esclamò lei mettendosi quasi ad urlare per poi fare un altro paio di passi nella sua direzione, fino ad arrivare a meno di una cinquantina di centimetri di distanza da lui:<< Guarda… >> sussurrò, appena prima di sfilarsi la giacca nera e scendere con le mani fino al lembo del vestito rosso.
Con un movimento rapido se le levò di dosso, rimanendo con un completo intimo di pizzo viola. Prima che lui potesse soffermarsi a guardarla, lei gli diede le spalle e con una mano si sollevò i capelli, mostrandogli una cicatrice lineale e sottile che le attraversava la spalla ed un’altra più in basso, lunga ed irregolare, che percorreva tutta la parte bassa della schiena, per poi continuare oltre al bordo della brasiliana che indossava.
Si voltò nuovamente e gli mostrò le braccia, ricoperte quasi per intero di minuscole cicatrici bianche. Poi si indicò lo sterno, seguendo con l’indice il percorso dell’ennesimo segno che partiva dalla clavicola sinistra e terminava appena prima della stoffa del reggiseno, sul seno destro.
Hermione cercò gli occhi di Ron, ma lui la fissava senza muovere un muscolo, le iridi azzurre palesemente turbate. Imperterrita scese con la mano a sfiorarsi la pancia, dove svettava – sulla pelle quasi diafana – lo sfregio che si era procurata pochi giorni prima.
<< Sono bellissima… >> sussurrò quasi tra sé, scendendo con le mani verso le cosce ed indicandosi i segni che le ricoprivano le gambe.
Ron non si lasciò sfuggire un solo fiato per diversi minuti, continuando a far vagare lo sguardo su tutte quelle cicatrici che le deturpavano la pelle, rendendola una specie di mosaico di dolore e sofferenza.
<< Come… come te le sei fatte? >> domandò infine il ragazzo.
Hermione si strinse nelle spalle:<< Quasi tutte in battaglia. >> rispose prima di girare su se stessa:<< Queste no però… diciamo che dopo queste ho deciso che uomini e fruste insieme non mi piacciono per nulla >> aggiunse indicando due linee chiare e regolari che le segnavano una natica.
Il rosso sapeva benissimo che quando diceva certe cose lo faceva con l’unico scopo di ferirlo ma, come al solito, ci rimase comunque male:<< Non sei divertente >> si limitò a risponderle.
<< Invece sì. >> lo contraddisse lei. Tornò dritta davanti a lui ed allungò i polsi:<< Queste invece erano manette >> spiegò:<< e non sono stata rapita da nessuno >>.
<< Vuoi farmela pagare per averti fatto un complimento? >> chiese Ron, arrabbiato:<< Per tanto così facevi prima a non venire. >> aggiunse prima di chinarsi a terra e raccogliere la sua giacca nera per poi lanciargliela addosso:<< Pensavo fossi venuta qui per… scusarti o quantomeno per parlare, ma se non è così… avanti, dimmi qual è il vero motivo per cui sei venuta qui a quest’ora. E non inventare balle, sono davvero stufo delle tue storie. Se non hai niente da dire invece puoi anche andartene >>.
Hermione fece un passo indietro, ferita da quelle parole. Ron non le aveva mai risposto, non si era mai arrabbiato per nulla, aveva sempre accettato il suo assurdo ed altalenante modo di fare mentre adesso… adesso la aggrediva così. E lei non sapeva come reagire.
I pensieri che le giravano per la mente erano tanti e confusi, si accavallavano l’uno sull’altro senza darle tregua. Non sapeva cosa rispondere né cosa pensare, era rimasta più che spiazzata e non trovava nulla di sensato da dire. Sapeva che in parte lui aveva ragione, che avrebbero davvero dovuto parlare, ma questo non l’aiutava a fare ordine nella sua testa.
Così rimase diversi secondi senza dire nulla, per poi optare, forse per la prima volta negli ultimi anni, per la verità:<< Un giorno mi hai chiesto come tutta questa storia fosse cominciata. >> sussurrò:<< Io non ti ho mai risposto ma… la notte della battaglia di Hogwarts, quando mi sono allontanata da voi per aiutare Dennis Canon… un mangiamorte mi ha stuprato. E io l’ho ucciso. >>.

'Sera a tutti :D
Per prima  cosa scusate se ci ho messo un po' più di tempo del solito, ma stavo aspettando che elys leggesse il capitolo, purtroppo non lo ha fatto, io non volevo farvi aspettare altro tempo è l'ho comunque pubblicato, ma il fatto che non lo abbia ancora visto nessuno mi mette un po' ansia.

Ebbene sì, Hermione ha sganciato la bomba. Come la prenderà Ron? Harry verrà tirato in mezzo? Si accettano scommesse.
Chiedo venia per quell'obrobrio di scena tra Draco e Kara ma proprio non sono riuscita a non metterla. So che è... boh, non so neanche come descriverla! Perdonatemi comunque.
Per quanto riguarda Nadiya invece? Non penso che molti di voi si aspettassero il suo "trasferimento", ma ho pensato che fosse la scelta migliore e, in parte, anche un piccolo passo verso il riscatto per Hermione.

Ho davvero poco tempo quindi sarò sintetica, però ci tengo tanto tanto a farvi una domanda. Io non sono il tipo di scrittore che "elemosina" recensioni, ma con circa 200 visite a capitolo, 46 persone che l'hanno messa tra le storie seguite e 10 tra le preferite, perché questa povera fanfiction riceve solo due recensioni a capitolo? Cioè, proprio non me ne capacito! Se c'è qualcosa che non vi piace vi prego di farmelo sapere, mi aiutereste davvero molto.

Escluso questo ringrazio tantissimo le due personcine che continuano a recensire ed anche voi lettori muti anche se, ripeto, mi piacerebbe sapere il vostro parere(:
Ci si becca (yooo!) al prossimo capitolo, un bacio
Chanel
  
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