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Autore: bells swan    05/05/2013    2 recensioni
Bella Swan, ragazza carismatica, è fidanzata con Jacob Black.
Edward Cullen, stimato uomo d'affari, è sposato con Tanya Denali.
Cos'hanno in comune Bella e Edward? Niente, a parte poche ore di sesso settimanali...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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L’abbraccio stretta a me, non avendone mai abbastanza. “Mi sei mancata così tanto” sussurro.
“Anche tu mi sei mancata, Bella. Tantissimo, amica mia” mormora Alice, comprendendo ciò che voglio dirle.
Mi è mancata quando è partita per New York, mi è mancata quando mi sono pentita delle mie azioni, mi è mancata quando ho passato un anno a mentirle perché troppo codarda per affrontarla. Tra amiche non ci dovrebbero essere segreti, e io le ho mentito per un anno.
Dio mio, quanto posso fare schifo? Me lo chiedo mentre le prime lacrime iniziano a scivolare sulle mie guance, prorompendo in un singhiozzo disperato. “Mi dispiace.”
Alice mi stringe più forte, iniziando a dondolarci sul posto. “Ssh, ssh, non fa niente. È tutto apposto” risponde dolcemente.
“Non è vero... sono stata una cretina!” esclamo, riprendendo a piangere più forte.
Quanto può essere liberatorio un pianto fra le braccia della mia migliore amica? Ho sempre pianto per me stessa, nel buio della mia camera, fra le pagine dei miei diari aperti. Con Jacob, ho pianto perché avevo paura di una qualsiasi sua reazione. Adesso, con Alice vicino a me, piango perché voglio piangere, per sfogarmi, e la sensazione è più bella.
Se prima mi sembrava di camminare sull’acqua, adesso mi sembra di volare sulle nuvole.
“Non sei stata una cretina... Eri solo troppo innamorata di un uomo che non merita niente da te, nemmeno queste tue preziose lacrime” continua, la sua voce un calmo e dolce sussurro.
“Sì ma... cosa ho fatto? Ho fatto soffrire Jacob, Tanya... ho mentito a te!” esclamo, sfogandomi per la prima volta dopo tanto tempo. Mi fa bene piangere fra le sue braccia, mi fa bene ammettere ad alta voce, non solo attraverso i miei pensieri, ciò che ho fatto. “Sono una persona orribile” ammetto, stringendo gli occhi.
“No!” esordisce immediatamente con voce dura, scostandomi da sè e fissandomi con serietà. “Ascoltami attentamente, Bella: non sei tu la persona orribile. Quando ti sei innamorata di Edward avevi diciassette anni, sei stata innamorata di lui per due interi anni prima che lui si facesse avanti. E nonostante tutto, eri così innamorata di lui da non renderti conto che non aveva la minima intenzione di lasciare Tanya. È mio fratello colui che dovrebbe vergognarsi delle sue azioni, che dovrebbe sentirsi in colpa nei confronti di Jacob, di Tanya, verso di te. Tu hai sbagliato Bella, questo non lo metto in dubbio, ma hai saputo renderti conto dei tuoi errori e chiedere scusa, e questo è già un passo enorme.” Mi asciuga una lacrima, accarezzandomi una guancia. “Basta angosciarti, tutti facciamo degli errori, nessuno è perfetto, e l’importante è saper porre loro fine.”
Sul mio volto spunta un sorriso tremulo, gli occhi ancora pieni di lacrime represse. “Grazie” sussurro.
Alice mi sorride entusiasta, commossa anche lei. “Vuoi vedere la mia casetta?” chiede.
Mi scappa un singhiozzo mentre rido, continuano a ringraziarla con lo sguardo anche mentre ride. “Okay” rispondo, prendendo in mano il mio unico bagaglio, seguendola e uscendo dall’aeroporto.
“Bella, io ho dimenticato di dirti una cosa molto importante: ti dispiace se qualche volta viene a farmi visita un amico?” chiede Alice, mortificata.
Il monolocale è suo, certo che non mi da fastidio, tutt’altro. No so nemmeno come ringraziarla per la sua ospitalità. “Ma certo che no, Alice. Chi è? È davvero un semplice amico?” chiedo, maliziosa, ritornando la sua amica di sempre.
Alice ride, una risata allegra e gioiosa, ciò di cui ho bisogno. “Be’… Si chiama Jasper, è davvero carino. E sai, al momento ci stiamo frequentando, anche se non è nulla di impegnativo.”
So bene cosa vuole dire: la cosa non è ancora ufficiale, ma ci stanno provando. Alice non è la donna di una botta e via, è splendida dentro e fuori e sa perfettamente che merita l’amore vero. Lei dice che lo merito anche io, ma dopo le mie azioni inizio a non crederlo più anche dopo aver chiesto scusa a Jacob. A Tanya non ho detto niente, ho pensato l’avrei umiliata più di quanto non ho fatto scopandomi il marito. Se Edward vorrà dirle chi è la donna con la quale l’ha tradita, ben venga, ma non sarò io, non se questo la farà stare più male.
“Se vuoi posso dire a Jasper di portare un amico” mormora, scoccandomi un’occhiata divertita.
La mia occhiata basta a farle capire che spero stai scherzando. Lo capisce, scoppiando a ridere, contagiandomi.
Il monolocale di Alice è molto vicino all’università, così da poter avere la sua privacy senza il rischio di far tardi a lezione. Contrariamente a ciò che mi aspettavo, è davvero carinissimo, con pareti bianche e una in arancio mattone, ma l’effetto è davvero bello. Non stonano i colori, Alice potrebbe perfettamente fare l’arredatrice d’interni, e invece ha preferito seguire le orme della sua famiglia.
“Allora, Bella,” mormora Alice “questa è la mia casetta. Bella, vero?” domanda.
“È bellissima” rispondo sincera. Mi piace un sacco.
C’è una piccola porta-finestra, sul lato destro, vicino la cucina, separata da una piccola parete a giorno dall’ingresso. Il divano letto è lì, pronto ad accogliere oltre Alice anche me, stanotte, fino a tempo indeterminato. Vicino al divano letto, la scrivania con un computer, la stampante, vari libri e una cartella. La scrivania è ordinata, chiaro segno della presenza di Alice.
“Il tavolo è lungo quanto il divano, così se vogliamo possiamo mangiare stando belle comode appoggiate lì, e i nostri fondoschiena non risentiranno della superficie dura delle sedie” spiega Alice, ridendo.
“Ottima scelta” approvo.
“Qui puoi riporre gli abiti. Ovviamente, se hai bisogno di alcuni miei abiti puoi prenderli senza problemi, così ricaveremo altro spazio” continua, indicandomi il guardaroba con anta scorrevole che si trova nell’ingresso. “Io ci metto solo gli abiti della stagione, riponendone alcuni nello spazio apposito per quelli della prossima stagione. Quando devo preparare i vestiti per la stagione seguente vado dai miei a prenderli, tu puoi fare lo stesso.”
“Alice, non rimarrò qui per un anno intero, mi serve solo una specie di vacanza” spiego. Sto invadendo il suo spazio a malincuore, ma ho bisogno di Alice in questo delicato momento.
“No! Cambieremo casa, magari ne cercheremo una più grande ma non puoi andartene!” esclama improvvisamente, facendomi aggrottare le sopracciglia. “È la prima volta che abitiamo insieme, non puoi rifiutarti di passare del tempo con me” continua, offendendosi.
“Passare del tempo con te è la cosa che mi piace fare di più al mondo” mormoro, prendendole le mani fra le mie.
“E allora rimani qui. E se poi lo spazio si rivela troppo piccolo a lungo andare cercheremo un piccolo appartamento due vani. Ci riusciremo, Bella” annuncia Alice, convinta.
Le sorrido, abbracciandola. Ce la faremo, sì, e ce la farò anche da sola.
 
Edward’s pov
 
“Come sarebbe a dire che è già partita?” domando, sull’orlo dell’isteria.
Emmett sospira dall’altro lato del telefono. “Edward, mi hai chiesto di tenere Bella sott’occhio nel limite del possibile, io l’ho fatto. Ma è tre ore che suono, e nessuno mi ha aperto. Considerando che ti ha detto che sarebbe partita oggi, sono convinta sia già andata via. Altro non ti so dire.”
Chiudo la telefonata con un gemito d’esasperazione, pensando a ciò che potrei fare. Se Bella è partita senza dire nulla a nessuno, sono fottuto. Dove diavolo può essere andata? Ha ricominciato questa sua nuova vita da sola o con qualcuno?
I suoi pochi amici abitano a Forks; mia sorella Alice, che è anche la sua migliore amica, abita a New York; i suoi genitori lo stesso, non ha nessun’altro. Quindi, l’unica città dove può essere andata è New York, o a casa dei suoi oppure da Alice.
Ma c’è un problema: e se avesse deciso di andare lontano, da sola? Ricominciare da zero nel vero senso della parola, dimenticandosi di tutto e tutti, escluso i suoi genitori?
L’America è enorme, e chi mi dice che non sia andata all’estero? Ricordo che Londra era la città che più voleva visitare, insieme a Parigi e Bucarest. Insieme a me. Me l’aveva detto un giorno, ma come al solito ho lasciato perdere.
Sono stato più stupido di quanto sia possibile esserlo.
Non ho la più pallida idea di dove andare a cercarla.
Il mio sguardo si posa sull’agenda piena di numeri telefonici, familiari e non. Un pensiero si fa strada in me: Jacob.
Con Bella si è lasciato, ma magari, per qualche miracolo divino, lui sa dove si trova Bella! E se non lo sa? Be’, devo pur provarci!
Avendo lavorato per me, ho il suo numero di cellulare, sperando non abbia cambiato SIM visto che ce l’ho da cinque anni.
Immediatamente, apro l’agendo, cercando il suo nome nell’elenco telefonico. Quando lo trovo, mi sembra di sentire il coro dell’Alleluja. Prendo il mio cellulare, notando quanto mi trema la mano e come batte forte il mio cuore, nell’ansia di sapere se il numero è ancora questo e se lui sa la destinazione di Bella.
Il telefono squilla. “Pronto?”
È lui, riconosco la voce. “Jacob.”
Per un attimo, il silenzio. “Cos’altro vuoi?” sbotta.
“Ho bisogno di sapere se sai dove si trova Bella in questo momento” spiego, agitato.
“È partita stamattina alle sei e mezza, non la trovi più a Forks” comunica freddamente.
“Lo so! Ma non ho idea di dove si trovi. Ho bisogno del tuo aiuto, Jacob” supplico, sperando che non decida di riattaccarmi il telefono in faccia.
“Per dirle cosa? Quanto sei stato testa di cazzo e figlio di puttana, senza offesa a tua madre per la quale porto un enorme rispetto?”
Chiudo gli occhi, esasperato. “Le voglio dire quanto sono stato testa di cazzo e figlio di puttana, sì Jacob. Ma non posso farlo per telefono, ha cambiato scheda e adesso non so nemmeno dove cazzo è andata!” esclamo, scoppiando.
“Senti Edward, io non so dove sia Bella.” Per un attimo, mi sembra di aver sentito il mio cuore battere per l’ultima volta, il mio corpo rabbrividire e la mia mente evaporare ogni pensiero. Per un attimo, mi sono sentito morto. Almeno fino a quando non ha continuato. “Però posso darti il numero di cellulare di sua madre, lei saprà certamente dove sta Bella.”
 
Renèe non ha mai saputo nulla di noi. Nessuno sapeva nulla di noi, a causa della mia relazione con Tanya. E questo, sebbene so di non doverlo nemmeno pensare, è un bene: se Renèe avesse saputo la verità non avrebbe nemmeno preso la chiamata.
“Pronto?” La sua voce è allegra, buon segno.
“Signora Swan?”
“Edward, sei proprio tu? Ah, che piacere risentirti! Va tutto bene?”
Le nostre famiglie si conoscono da poco, eppure hanno già familiarizzato parecchio. Dal mio ritorno da Londra, ho potuto conoscere i coniugi Swan insieme alla figlia, quest’ultima molto più a fondo. E intimamente.
“Sì, signora Swan, la ringrazio. Spero che anche in famiglia le cose vadano bene” rispondo, temporeggiando senza nemmeno sapere perché. L’ansia gioca brutti scherzi.
“Sì, grazie. Va tutto benissimo.” La sento molto allegra. “Edward, perdona la mia domanda ineducata, ma… Come mai mi hai chiamato?”
È una domanda più che giusta visto che non la chiamo quasi mai, non ho tutta questa confidenza. “Sì, signora Swan. L’ho chiamata perché, ecco… Vede, so che sua figlia è partita, è andata via da Forks, e mi chiedevo dove fosse…” spiego, abbassando leggermente la voce, timoroso di una sua risposta.
Renèe rimane in silenzio per un secondo. “Come mai non te l’ha detto? E, scusa la domanda, Edward,” mormora subito dopo “ma da quando tu e mia figlia vi frequentate?”
I battiti del mio cuore accelerano subito quando sento l’ultima frase. Mi tranquillizzo quando penso che sì, agli occhi del mondo sono ancora sposato – ed è una cosa che presto si risolverà, noiose pratiche legali – ma posso anche frequentare un’amica. “Non è da molto, in effetti, e credo che proprio per questo Bella non me l’abbia detto. Probabilmente pensava non fosse necessario” chiarisco, sperando che mi creda.
“E adesso è necessario?” domanda, una strana nota nella sua voce.
“Adesso sì.” Adesso è necessario.
Renèe sospira. “Ascoltami, Edward. Io non sono stupida. Credi non sappia che cinque anni fa, quando sei tornato da Londra, mia figlia stravedeva per te? E anche tu eri molto interessato, si vedeva da come eri lusingato dalle sue attenzioni. Adesso, entrambi siete adulti e vaccinati, perciò non avete bisogno delle mie rassicurazioni. Sta di fatto che voi due vi siete sempre odiate, e tu sei pure sposato, ma da un giorno all’altro telefoni chiedendomi dove sta mia figlia. Secondo te, cosa dovrei pensare?”
Il ragionamento di Renèe non fa una piega, purtroppo per me, e non ho il coraggio di rispondere.
“Posso fidarmi?” continua dopo, la voce incerta.
E la mia non può essere che un’unica risposta, mentre mi sento come se stessi toccando il cielo con un dito: “Assolutamente.”
 
“Perché diavolo non mi hai detto che Bella sta da te?” urlo al telefono a mia sorella. Cazzo, Bella sta da lei e non mi dice nulla? Okay che lei non sa nulla di noi due, ma chiamarmi per dirmi anche solo ‘Sai, Bella starà da me’!
“Sai che fai, Edward?” domanda invece Alice. Mi sembra stranamente arrabbiata. “Alza il viso verso il cielo, chiudi gli occhi, sputa in alto e aspetta che ti arrivi in faccia. Fallo tre volte: uno da parte mia, una da parte di Bella, e uno anche da parte tua se sei riuscito a capire la gravità dei tuoi errori da diciottenne arrapato quando dovresti essere molto più maturo!”
Alice non mi da il tempo di rispondere; riattacca semplicemente.
Rimango senza capire nulla per almeno qualche secondo prima di collegare le sue parole agli avvenimenti di cui si riferiva: sa tutto, Bella le deve aver raccontato ogni cosa.
Perfetto, mi sono giocato la possibilità di aiutarmi. Ma non può finire così: ho avuto Bella quando stavo con Tanya, e adesso che ho capito fino a che punto sono stato un idiota e lascio mia moglie, perdo la ragazza che amo? Perché sì, cazzo, amo Bella! Ma ci sto andando fottuto perché lei sembra irremovibile nel non volermi perdonare.
Sbuffo, tentando di calmarmi e riavviando i miei capelli con entrambe le mani. Pensa, Edward, pensa. Emmett. Devo chiamare Emmett. Compongo subito il suo numero.
“Pronto?”
“Emmett, ti supplico, devi chiamare Alice e dirle di aiutarmi” mormoro subito. “Quando le ho chiamato non mi ha dato il tempo di spiegarle ogni cosa e ha riattaccato, se lei non mi aiuta non avrò nessuna speranza di poter riconquistare Bella” spiego, disperato.
“Edward, ti aiuterei volentieri però ho il bambino e…”
“Te lo tengo io il bambino, per tutto il tempo che vorrai e ti farò pure il baby-sitter per gli anni a seguire, ma ti supplico, mi devi aiutare a convincere Alice.” Mia sorella è la mia unica speranza.
Lo sento sospirare. “Sei proprio disperato” sussurra.
Non rispondo, ma è chiaro che è un sì.
“Va bene” accetta. “Ti aiuterò, ma ricordati che devi farmi da baby-sitter per tutti gli anni a venire, Edward!” esclama subito dopo con tono d’avvertimento.
“Sicuro, grazie Emmett!” esclamo io di rimando, chiudendo la chiamata. Prendo portafoglio e chiavi, e sono fuori da casa mia.
 
Un’ora; un’ora è passata da quando Emmett mi ha rivelato che Bella non c’era sotto casa quando ha suonato. Lancio un’occhiata all’orologio, sono le undici. Jacob mi ha detto che Bella è partita alle sei di mattina, io ho sprecato cinque ore della mia vita senza sapere nulla. Quattro, escludendo l’ultima ora in cui ne ero venuto a conoscenza.
Mezz’ora dopo, navigo in Internet tenendo sott’occhio Tommy mentre Emmett, nell’altra stanza, parla animatamente con Alice. È dura, Alice, non vuole rischiare di far soffrire Bella ancora una volta a causa mia.
E io non riesco a trovare uno straccio di volo entro breve. Dire che sono nervoso è un eufemismo.
“Allora,” annuncia Emmett, comparendo in stanza “Alice ha detto che hai una sola possibilità per riconquistare Bella dopo il casino che hai fatto. Ti aiuterà, sperando tu non faccia più danno di quanto non ne hai già fatto, ma mi ha detto di dirti, testuali parole: ‘Di’ a quella testa di cazzo che se non si sbriga a fare pace con Bella gliela faccio fare io a forza di calci in culo, a quel cretino’.”
Sorrido, sentendo quelle parole. Sempre la testa Alice. È ancora arrabbiata con me, ma almeno mi aiuterà a riconquistare Bella, costi quel che costi. ‘Non si sbriga a fare pace con Bella gliela faccio fare io’, e poco importa il modo.
“Non se ne pentirà” rispondo, sicuro.
Il pianto improvviso di Tommy ci fa sussultare, mentre Emmett prende in braccio il bambino. È davvero adorabile, e non lo dico perché è mio nipote, ma perché è vero. Purtroppo, non ha la mamma, non quando quella sgualdrina se n’è andata lasciando mio fratello a crescere un bambino di un anno da solo. Emmett è riuscito a cavarsela magnificamente, il bambino cresce sano e forte, anche se purtroppo l’amore di una mamma non può essere sostituito.
Vedendo che fisso il bambino soprapensiero, Emmett mi fa una strana domanda. “Come mai non hai avuto bambini con Tanya?”
Nessuno mi aveva mai fatto questa domanda. Però è vero, perché non ne ho avuti? Considerando come si sono messe le cose, meglio così. E poi... non sento quel desiderio paterno di tanti uomini, semplicemente non mi sento ancora in grado di crescere un bambino.
 
“A me piacerebbe avere dei bambini.”
Mi volto verso Bella, guardandola interrogativo. “Parli seriamente?”
“Sì,” afferma “mi piacerebbe averne due, o anche tre. Adoro i bambini, e non ho dubbi che un giorno ne avrò anche io."
Stiamo guardando un film dove c’è la solita coppia che affronta una gravidanza, fra le altre cose. Bella è distesa sul divano, la sua testa sulle mie gambe, e la mia mano accarezza i suoi capelli. Adesso, questa stessa mano si è fermata.
“Tu ci hai mai pensato?” chiede, rivolgendosi a me.
“Mmh...” Come dirle che non voglio bambini senza offendere il suo essere donna con un istinto materno? “No, non credo di essere portato per fare il padre.”
Bella ride, quella risata tanto bella quanto contagiosa che le illumina i tratti giovanili del viso. “Tutti sono portati per fare i genitori, semplicemente c’è chi impara in fretta e chi no. Ma anche io, pur desiderandone, dovrò chiedere aiuto ai miei. Ed è normale, sarà la prima volta e avrò bisogno del loro appoggio quando inizierò a credere di non essere una buona madre, così come avrò bisogno in special modo dell’appoggio di mio marito. È così che vanno le cose, non si smette mai d’imparare.”
Forse ha ragione, o forse no. Sta di fatto, che ho captato anche un’altra cosa durante il suo discorso. “Vuoi sposarti?” domando, fissandola intensamente.
Bella annuisce convinta. “Assolutamente sì. Vorrei prima sposarmi, abituarmi alla mia nuova condizione, e poi dopo un anno o due avere il primo bambino. Ma devo esserne assolutamente sicura. Però sì, voglio sposarmi.”
“E hai anche un’ideale della tua proposta di matrimonio perfetta?” chiedo.
“Oh sì!” esclama, sedendosi a cavalcioni su di me. Bella non è la solita ragazzina facile, ogni suoi gesto non è caratterizzato anche solo da un pizzico di malizia. No, Bella le cose le fa ingenuamente. Anche in questo caso, mentre lei si siede a cavalcioni su di me e mi risponde, non sa che sto pensando di chiuderle la bocca e fare l’amore con lei fino a farle dimenticare persino il suo nome. “Vorrei una proposta di matrimonio originale... Niente cene a lume di candela, in smoking lui e in abito da sera lei. Probabilmente potrei accettare maggiormente una proposta di matrimonio mentre sto in pigiama, senza che io possa immaginare nulla, che una proposta dove ci sono degli indizi che mi facciano pensare alla cosa.”
Annuisco, divertito. “Capisco. Vuoi originalità o niente.”
“Be’, se la si vuole mettere in questi termini... sì” annuncia soddisfatta, il sorrisino divertito ma per nulla malizioso e allo stesso tempo affascinante che ho sempre adorato.
E mentre il film continua, decido di passare ad azioni ben più piacevoli che sentire parlare di matrimoni e bambini.
 
Mi risveglio dai miei pensieri, come se un fulmine mi avesse colpito in pieno petto.
“Che c’è?” chiede confuso Emmett, osservando la mia espressione.
“Credo di aver capito come riconquistare Bella” spiego, pensando a quella sera.
Bella vuole originalità? Bene, l’avrà.
 
 

Spazio autrice

 
(il monolocale di Alice: http://www.casaetrend.it/articles/soluzioni/1010/arredare-un-monolocale-dal-progetto-alla-realizzazione/)
Chiarisco subito, per chi avesse avuto il dubbio, che Edward non vuole riconquistare Bella chiedendole di sposarlo xD Ma ha pensato a qualcosa, e spera possa convincerla a dargli una seconda possibilità :)
Dunque, non ho nulla da spiegarvi, per questo capitolo, ma sapete benissimo che se aveste bisogno di un chiarimento potete perfettamente parlare con me.
A presto!
 
 
 
 
   
 
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