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Autore: CUCCIOLA_83    24/11/2007    4 recensioni
Avete presente quelle persone che cercano d'intromettersi nella vita degli altri? Ecco questa storia parla proprio di questo, di come una storia d'amore possa dare fastidio ad alcune persone con la mente incanalata nelle loro più assurde idee.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo. E' giunto il mimento di conoscere un nuovo personaggio, secondo le mie le cavie di lettura (hihihi), questo personaggio sta antipatico a tutte, vedremo se riuscirà a redimersi in futuro.

Buona lettura ;)



Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo. E' giunto il mimento di conoscere un nuovo personaggio, secondo le mie le cavie di lettura (hihihi), questo personaggio sta antipatico a tutte, vedremo se riuscirà a redimersi in futuro.

Buona lettura ;)

La battaglia che li aveva visti fronteggiarsi per l’ennesima volta contro i Mangiamorte, terminò con la fuga di quest’ultimi. Quando la situazione si fu calmata del tutto arrivò il momento dei bilanci, due Mangiamorte schiantati e pronti per Azkaban, un morto, e sei membri dell’Ordine feriti più o meno gravemente.

Tra questi si trovava anche Tonks, la quale se ne stava seduta con la schiena appoggiata al muro mentre con il braccio sinistro sosteneva quello destro chiaramente rotto, risultato di una brutta caduta per evitare una maledizione Cruciatus, più svariati tagli sul volto e sulle gambe. Remus le si avvicinò visibilmente preoccupato

«Dora come ti senti?» le chiese, esaminandole il braccio,

«Sono stata meglio, ma tutto sommato sto bene. E gli altri? » domandò a sua volta, guardandosi in torno

«Tutti bene, ma ora vi portiamo al San Mungo per sicurezza,» disse aiutandola ad alzarsi,

«Non c’è bisogno di portarmi al San Mungo, è solo un braccio rotto, si sistema in pochi minuti... Ahi! » urlò appena poggiò la gamba destra a terra. Avrebbe rischiato di cadere se Remus non fosse stato pronto a prenderla al volo,

«Sei ancora della stessa idea? » le chiese sorridendo,

«Tutto sommato una visitina al San Mungo sarebbe utile,» concordò alla fine. v La prognosi del San Mungo fu due giorni sott’osservazione per Tonks, a causa delle ferite alla gamba, mentre il braccio era tornato a posto in pochi minuti.

«Non mi va di rimanere qui, voglio tornare a casa con te,» disse,

«Non fare i capricci, è solo per due giorni. Considerala una mini vacanza,» disse dandole un bacio.

«Io le vacanze le intendo in un altro modo,» protestò sbuffando.

In quel momento qualcuno bussò alla porta, subito dopo entrò un’infermiera «Scusate, ma la paziente dovrebbe riposare, ora. Può tornare domani,» lo informò, spostandosi un poco dalla porta per permettere a Remus di uscire,

«Va bene. Ciao piccola, ci vediamo domani,» disse baciandola.

«Ok, però domani ti voglio qui per tutto il giorno,» piagnucolò lei, facendo la sua tipica faccia da bambina che usava solo per convincere Remus a fare qualcosa che non voleva fare,

«Vedremo,» e così dicendo se ne andò, lasciandola nelle grinfie dell’infermiera.

*****

Nel quartier generale regnava un insolito silenzio. Harry, Hermione e Ron, erano partiti ormai da diverse settimane per cercare gli Horcrux mancanti, Ginny era tornata a Hogwarts mentre i gemelli erano indaffarati col loro negozio. Remus si stava godendo quella tranquillità seduto in soggiorno con un libro in mano quando qualcuno entrò

«Ciao Remus, come sta Tonks? » chiese Molly, sedendosi vicino a lui,

«Si lamenta perché non vuole stare in ospedale, ma per il resto sta abbastanza bene, domani se tutto va bene tornerà a casa.»

«Mi fa piacere. Ah, dimenticavo, questa sera Moody ci vuole tutti qui, ha detto che ha qualcosa d’importante da dirci. Ora sarà meglio che vada a preparare la cena. A dopo,» disse alzandosi e dirigendosi verso la porta,

«Va bene. A dopo,» la salutò, tornando a leggere il suo libro, ma una strana inquietudine, che non riusciva a spiegarsi, gli salì dallo stomaco.

*****

Nel frattempo Tonks se ne stava seduta a letto fissando il soffitto, *uffi mi annoio! Potevano almeno lasciarmi qualche rivista *, all’improvviso una strana inquietudine si fece strada in lei, ma non riuscì a spiegarsene il motivo.

*****

La cena venne consumata in cucina i pochi membri dell’Ordine presenti erano agitati per le novità che di lì a poco Moody avrebbe comunicato.

«Remus, secondo te cos’ha in mente Moody?» chiese Kingsley,

«Non ne ho idea, ma ho un brutto presentimento,» rispose Remus giocherellando con il cibo che aveva nel piatto,

«Come mai?» Chiese ancora l’auror,

«Non so, in ogni modo tra poco lo sapremo».

Quasi come se gli avesse letto nel pensiero Moody entrò in cucina.

«Bentrovati a tutti. Spero che abbiate finito tutti di mangiare, abbiamo molte cose di cui discutere,» annunciò sedendosi a capotavola.

«Qual è la cosa importante che dovevi dirci?» domandò l’Auror.

«Va bene, vedo che siete tutti molto curiosi. Ho trovato un nuovo membro per l’Ordine, in verità qualcuno di voi lo conosce già. Appena ha sentito della scomparsa di Silente, si è subito messa in contatto con me. Entra pure,» chiamò rivolto alla porta, la quale si aprì subito dopo, una donna abbastanza alta dai lunghi capelli corvini e dagli occhi neri si presentò nella piccola cucina.

«Vi presento..» esordì Moody.

«Kaelee» esclamò Remus, non credendo ai propri occhi.

«Ciao Remus, vedo che ti ricordi ancora di me,» disse la nuova arrivata.

«Ciao Kaelee, mi fa piacere averti tra noi,» s’intromise Kingsley.

«Ehi! Che bello rivederti, sono passati un sacco d’anni,» disse lei distogliendo lo sguardo da Remus.

«Già, dopo i M.A.G.O. ci siamo persi di vista,» confermò l’Auror, «E’ vero, sembrano passati secoli,» concordò ridendo.

«Vedo che conosci già qualcuno. Bene, ora passiamo alle presentazioni degli altri membri.»

Mentre Moody presentava a Kaelee tutti gli altri membri dell’Ordine, Remus aveva lo sguardo fisso nel vuoto e ricordi di un passato lontano affiorarono nella sua mente.

«Remus, tutto bene?» chiese Molly,

«Cosa? Oh, sì, certo. Moody, hai altre cose da dirci? O mi potete aggiornare domani? Ho promesso a Tonks che sarei passato questa sera,» disse alzandosi di colpo. Moody borbottò qualcosa sul fatto che l’amore rende stupidi e poco vigili, ma poi gli diede il permesso di andare.

Appena Remus se fu andato Moody ricominciò a borbottare.

«Oh, Alastor, smettila, sono giovani, lasciali divertirsi,» lo rimproverò Molly.

«Anche se si è innamorati, bisogna sempre avere vigilanza costante,» replicò lesto il vecchio Auror.

«Innamorati? Chi è questa Tonia» chiese incuriosita Kaelee.

«Non Tonia, ma Tonks. Non è il suo nome, ma lei vuole essere chiamata così; è una giovane Auror, che si è unita a noi circa due anni fa e da qualche mese sta con Remus.»

Kaelee rimase molto sorpresa dalle parole di Molly.

«Bene, mettiamoci al lavoro, ci sono alcune cose da pianificare,» si intromise Moody, mettendo fine alla conversazione e si misero tutti all’opera.

*****

«Mi sei mancato oggi, non vedo l’ora di poter tornare a casa» commentò Tonks tra le braccia di Remus, il quale si era seduto sul letto di fianco a lei. «Mi mancano soprattutto i pranzetti e le cene di Molly, qui non si mangia molto bene. Remus mi senti? A cosa pensi? Remus? » disse ancora lei.

«Sì, scusa. Così domani esci, sarà bello riaverti a casa, è sempre così silenziosa,» mormorò Remus.

«E’ successo qualcosa? Oggi non eri così pensieroso,» chiese incuriosita,

«Niente di così importante, ma Moody ci ha presentato un nuovo membro dell’Ordine» spiegò.

«E com’è? Carino?» domandò sempre più curiosa,

«Veramente è una lei,» la corresse.

«Allora spero che non sia carina. Non voglio che magari t’innamori di lei.»

Il respiro di Remus si bloccò per qualche istante. Venne salvato dal dover rispondere da un’infermiera che annunciava la fine dell’orario di visita,.

«Ciao piccola, ci vediamo domani, così non dovrai tornare a casa da sola,» la salutò Remus baciandola.

«Va bene, non vedo l’ora. A domani,» concordò rispondendo al bacio con entusiasmo.

Durante la notte si svegliò di colpo.

«Non mi ha poi detto se quella nuova è carina o no! »

*****

Come promesso l’indomani Remus si recò di nuovo al San Mungo dove trovò una Tonks vestita di tutto punto che non vedeva l’ora di uscire da quella stanza d’ospedale.

«Ciao amore!» lo accolse, saltandogli tra le braccia.

«Ciao Dora, vedo che sei decisamente ansiosa di uscire da qui,» osservò lui, ridendo.

«Certo, sono due giorni che sono chiusa qui. Andiamo!» lo esortò, trascinandolo fuori dalla stanza.

I Guaritori avevano consigliato a Tonks di evitare la Smaterializzazione a causa della botta che si era procurata con la caduta, quindi lei e Remus si diressero al Quartier Generale con mezzi babbani.

«Remus, non mi hai più detto com’è quella nuova,» incalzò la giovane mentre cercavano posto sulla metropolitana.

«Davvero? Pensavo di avertelo detto,» rispose vago,

«Invece non lo hai fatto. Sputa il rospo,» disse Tonks fissandolo negli occhi.

«E’ una vecchia conoscenza, mia e Kingsley. Era a Hogwarts con noi, nella nostra stesa casa. Si chiama Kaelee,» raccontò.

Tonks cominciò a pensare, quel nome le ricordava qualcosa.

«Non mi è nuovo quel nome. Ho come la sensazione di averlo già sentito, ma non ricordo dove,» disse.

«L’avrai sentita nominare da Sirius. C’è stato un periodo in cui la nominava spesso,» mentì Remus, abbassando lo sguardo. «Stavano insieme? Non pensavo che mio cugino potesse intrattenere una relazione seria,» commentò Tonks stupita.

«Infatti, non stavano insieme. Lei stava con un altro,» continuò, con un tono di voce sempre più basso.

«Ho capito, Sirius era geloso di quest’altro,», Remus stava per risponderle, ma non trovò le parole giuste, o il coraggio, per dire quello che sapeva di doverle dire. Rimase in silenzio, fissando il vuoto, fino alla loro fermata.

Arrivati al Quartier Generale, vennero accolti da Molly, la quale tentò di stritolare Tonks in uno dei suoi famigerati abbracci alla Weasley,

«Ciao Tonks! Mi sono così preoccupata quando mi hanno detto che ti avevano ricoverato in ospedale. Hai fame? O preferisci riposare? Ma certo che hai fame, dopo due giorni al San Mungo avrai fame di sicuro,» fece, senza lasciarle il tempo di rispondere, e trascinandola in cucina.

Rimasto solo, Remus, si pentì di non aver detto a Tonks la verità su Kaelee, *devo parlarle, prima che lo scopra da qualcun’altro* disse tra sé e sé.

Nel frattempo in cucina Molly, stava aggiornando Tonks sugl’avvenimenti della sera precedente.

«Quando è entrata siamo rimasti tutti di sasso,» raccontò Molly, mentre spadellava di qua e di là.

«Me la puoi descrivere? Remus è stato molto vago,» disse Tonks incuriosita.

«E’ abbastanza alta, più o meno come Remus, ha i capelli lunghi fino alle spalle ma li tiene legati, o almeno ieri sera erano legati con un fermacapelli. Sembra d’origini nobili, o benestanti, i vestiti che indossava, erano, come dire, raffinati» disse la donna, portando alla giovane un piatto di zuppa.

«Raffinati? Se vuole davvero far parte dell’ordine dovrà cambiare tipo d’abbigliamento,» osservò Tonks cominciando a mangiare. «Ad ogni modo questa sera potrai farti un’opinione tutta tua su di lei. Verrà a cena con tutti gli altri. Una sorta di cena di benvenuto, » disse, infine, Molly.

«Bene, sono davvero curiosa di conoscerla,» commentò Tonks, sorridendo.

Terminato di mangiare, Tonks, decise di andare raggiungere Remus in salotto. Lo trovò seduto sulla poltrona intento a leggere la gazzetta del profeta, gli si avvicino e gli circondò le spalle con le braccia.

«Ciao,» gli sussurrò all’orecchio, facendogli scorrere i brividi per tutta la spina dorsale.

«Ciao anche a te» rispose.

«I guaritori mi hanno consigliato di stare a riposo almeno per un altro giorno, ti va farmi compagnia? Non mi va di stare sola,» gli sussurrò ancora.

«Ma così non ti riposi,» disse sorridendo per la proposta.

«Eddai, vieni su con me. Sono appena uscita dall’ospedale, mi merito un po’ di coccole, non credi? » protestò facendo finta di essere imbronciata.

«Se la metti così, andiamo,» cedette, alzandosi dalla poltrona e dirigendosi con lei verso la sua camera.

Sdraiati sul letto al baldacchino, Tonks, se ne stava tra le braccia di Remus, il quale le accarezzava delicatamente la schiena nuda,

«Remus, perché non vieni a stare nel mio appartamento? Così avremmo più libertà, senza Molly che controlla,» propose Tonks, all’improvviso; Remus si spostò per guardarla in viso.

«Non ti sembra un poco presto per andare a vivere insieme? » chiese stupito,

«Beh, forse. Ma praticamente viviamo qui da almeno due anni, se stessimo nel mio appartamento non cambierebbe molto. Non credi?» replicò lei tranquillamente,

«Sì, forse è vero. Ma prima dovrei dirti una cosa importante,» esordì, facendo un gran respiro. «Devo parlarti di Ka..», cominciò, ma venne interrotto bruscamente dalla voce esasperata di Molly.

«Remus! Tonks! Stanno per arrivare gli altri, scendete immediatamente,» urlò la donna dal fondo del corridoio in cui si trovava la stanza di Tonks. I due saltarono in piedi di colpo, rivestendosi alla velocità della luce, e nel giro di dieci minuti erano già in salotto in attesa degli altri membri dell’Ordine della Fenice.

La cena si consumò in salotto. Per l’occasione anche Minerva McGranitt aveva lasciato Hogwarts, non capitava spesso di festeggiare un nuovo membro dell’Ordine. Tutti cercavano di apparire sereni, nonostante fossero tutti preoccupati per i tre ragazzi, partiti ormai da diverse settimane.

I commensali parlarono del più e del meno, Kaelee sembrava essersi ambientata benissimo, forse anche grazie al fatto di conoscere già alcuni membri. Al momento del dolce Molly, con l’aiuto di Minerva andò in cucina per prendere i vassoi, Tonks le seguì,

«Devo ammettere che Kaelee si sta ambientando velocemente. È sempre stata molto socievole, anche a scuola,» commentò Minerva.

«Remus mi ha detto che era a scuola con lui e con tutti gli altri,» disse Tonks,

«E’ vero, erano un bel gruppetto, James e Lily, Sirius e la ragazza di turno, Remus e Kaelee...» continuò la professoressa. Tonks sgranò gli occhi.

«Remus e Kaelee?? » fece sbalordita.

«Sì, Remus non te ne ha parlato? Sono stati insieme quasi tre anni. Dal quinto anno in poi sono stati inseparabili,» disse ancora. Tonks aprì la bocca ma non ne uscì nessun suono. Si alzò di colpo e corse fuori dalla cucina e si diresse verso la sua camera.

A tavola Kaelee, seduta vicino a Remus, cominciò a parlare con lui, «Mi hanno detto che tu e quella ragazza state insieme» iniziò, con fare indagatore.

«Sì, è così,» rispose freddamente.

«E’ molto giovane, quanti anni ha?» chiese ancora.

«Venticinque.»

«Ti piacciono giovani,» commentò sarcastica, Kaelee.

«Non credo siano affari tuoi» disse lapidario.

«Sei più permaloso di quanto mi ricordassi.»

«Probabile, ma mi va bene così,» sbottò, ponendo fine alla discussione. Poco dopo Molly e Minerva rientrarono con i vassoi dei dolci,

«Dov’è Tonks?» chiese Remus non vedendola rientrare,

«Forse ho combinato un mezzo pasticcio, le ho raccontato qualcosa che non dovevo raccontarle, su..» disse Minerva guardando Kaelee, Remus scattò in piedi e corse fuori dal salone, lasciando tutti i presenti sconcertati.

Arrivato davanti alla porta della sua camera cominciò a bussare, con sempre più insistenza. «Tonks, apri, sono io,» la chiamò, ma dall’interno della stanza non ebbe nessuna risposta.

«So che sei lì. Apri, devo spiegarti!» disse, colpendo ancora la porta.

«Non c’è niente da dire! Mi hai mentito, Vattene!» gridò Tonks.

«No, non me ne vado! Apri la porta, o lo farò io,» minacciò, afferrando la bacchetta magica. In quel momento la serratura scattò e Tonks aprì la porta spostandosi quel tanto da farlo entrare.

«Dì quello che devi dire e poi vattene,» mormorò. Aveva gli occhi arrossati e gonfi, mentre i capelli continuavano a cambiarle colore passando dal nero a rosso a verde.

«Scusami,» cominciò Remus, «So che avrei dovuto parlartene, è solo che non trovavo mai il momento giusto,» spiegò. «E’ successo tanto tempo fa, andavamo ancora a scuola,» tentò di giustificarsi.

«Non è quello che mi ha fatto male. Quello che mi ha ferito è che tu non me ne abbia parlato, hai avuto molte occasioni. Invece no, hai preferito tacere, facendomi fare la figura della stupida,» disse Tonks guardandolo negli occhi. «Non ho la pretesa di essere l’unica donna che tu abbia amato. Ma avrei preferito sapere che la donna che in questo momento è di sotto, seduta al tavolo con gli altri membri dell’Ordine, è stata una persona importante nella tua vita.»

«Lo so, e hai tutti i motivi di questo mondo per essere arrabbiata con me. Ma voglio che tu sappia che per me ora ci sei soltanto tu,» sussurrò, avvicinandosi e cercando di abbracciarla. La ragazza però si scostò.

«Scusa, sono molto stanca, vorrei andare a dormire. Da sola,» terminò, sottolineando in particolare le ultime due parole. Remus sia allontanò da lei.

«Capisco, domani. Ti amo,» mormorò prima di chiudersi la porta alle spalle.

Si era appena avviato lungo il corridoio, per tornare dagli altri, quando si sentì chiamare

«Tutto bene, Remus? La ragazzina fa i capricci?» chiese Kaelee avvicinandosi a lui.

«Non è una ragazzina, e poi è stata colpa mia, avrei dovuto raccontarle di te,» disse riavviandosi.

«E come mai non le hai raccontato niente? Forse perché dentro di te sai che mi ami ancora?» chiese avvicinandosi sempre di più a lui.

«No, semplicemente non la ritenevo una cosa importante. Diciotto anni fa mi hai fatto capire piuttosto chiaramente che non volevi più avere niente a che fare con me. Ora posso dire la stessa cosa,» spiegò lui glaciale.

Kaelee si sentì particolarmente offesa dalle sue parole, ma non perse la calma.

«Diciotto anni fa ero giovane ed ingenua, mi facevo comandare a bacchetta dai miei. Ma ora sono cresciuta, e devo ammettere che non ho mai smesso di pensare a te. Ti amo ancora, e so che anche una parte di te mi ama ancora,» affermò, abbracciandolo. Remus s’irrigidì, per poi liberarsi dalla presa di lei.

«Ti sbagli, ho smesso d’amarti molto tempo fa. Ed il male che mi hai fatto non si cancellerà. Quindi ora fammi un favore, sta lontano da me, e soprattutto da Lei!» disse allontanandosi e salendo le scale verso la sua stanza.

«Non pensare che mi arrenda tanto facilmente. Ti riconquisterò! » urlò Kaelee, poi tornò di sotto dagli altri.

*****

Quella notte nessuno dei due riuscì a chiudere occhio. Remus, chiuso nella sua stanza non fece che passeggiare avanti e in dietro dalla finestra al letto e viceversa; voleva andare da lei, ma sapeva bene che non era la cosa giusta da fare, prima doveva farle sbollire la rabbia.

Dal canto suo, Tonks, non fece che ripensare alle parole di Minerva, e a quelle di Remus. Non sapeva se credergli o no, non era del tutto sicura che Remus non provasse più niente per Kaelee. Fino ad ora non le aveva mai mentito, forse era proprio per questo che ci stava così male. Dopo questi dubbi altri si fecero strada nella sua mente, cominciò a fare dei paragoni tra lei e la nuova arrivata.

Kaelee era molto elegante, dall’aria sofisticata, mentre lei era un completo disastro. Di sicuro anche Remus in un futuro non troppo lontano avrebbe cominciato a fare dei paragoni e, Tonks ne era certa, di sicuro non avrebbe scelto lei.

*****

Nel buio della notte, qualcuno bussò alla porta della stanza di Remus. L’uomo, che ormai aveva rinunciato a dormire e si era messo a leggere un libro, si alzò dal letto e andò ad aprire sperando di trovare Tonks dall’altra parte.

Le sue speranze furono vane. Non c’era Tonks, bensì Kaelee,

«Cosa ci fa qui?» chiese.

«Ciao anche a te Remus. Stando con quella ragazzina hai dimenticato le buone maniere,» disse la donna, cercando di entrare, ma trovando una forte opposizione da parte di Remus.

«Non intendi farmi entrare?» chiese stupita.

«Esatto. Torna nella tua stanza e lasciami in pace,» la cacciò Remus, cercando di chiuderle la porta in faccia.

«Non me ne vado di qui, se prima non parliamo,» insistette lei, cercando di tenerla aperta.

«Ci siamo già detti tutto. Non intendo avere niente a che fare con te più del necessario. Buonanotte,» disse chiudendo con un tonfo.

«Remus, apri immediatamente questa porta,» lo chiamò Kaelee, battendo con i pugni contro la barriera di legno. Dall’interno nessuna risposta.

«Non vorrai che svegli tutti la casa, guarda che lo faccio se non apri immediatamente!» Ancora nessuna risposta.

«Remus!» gridò.

In quel momento la porta si aprì.

«Se vuoi far subito scoprire a tutti come sei fatta realmente, fai pure. Ma non davanti alla mia porta!» urlò Remus, e sbatté di nuovo la porta.




Vedo che le opinioni sul primo capitolo si sono divise, c’è chi adoro la Umbridge e chi invece la odia.

Grazie a tutte le persone che hanno commentato, sono commossa!

Per quanto riguarda il capitolo che ho appena postato ringrazio in particolare Nonna Minerva per le varie puntualizzazioni che mi ha fatto, per migliorare il mio stile di scrittura.

   
 
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