Salve!! Ecco il terzo Capitolo, buona lettura.


Capitolo terzo


I giorni passavano velocemente, e oggi, il 24 ottobre sarebbe dovuto essere il compleanno di mio fratello ed era quello il motivo per cui quel giorno a scuola ero totalmente persa tra i miei pensieri.

‘’White!’’ gridò la prof facendomi sobbalzare ‘’uhm... si?’’ ‘’stai attenta alla lezione!!’’ lei riprese a spiegare e io tornai ai miei pensieri. Le lezioni sembravano non finire mai e quando la campanella suonò io non me ne accorsi e rimasi immobile al mio banco ‘’Miki, ehi! ‘’ erano Jordan e Giada che mi stavano chiamando ma io non me ne accorsi fino a quando Giada non mi bagnò con una bottiglietta d’ acqua ‘’Ma che succede?!’’ esclamai balzando in piedi. «Finalmente! Ma si può sapere che ti prende oggi?» disse Jordan ‘’ora andiamo, sono già usciti tutti!’’ continuò Giada, raggiungemmo gli altri he erano ancora nel cortile della scuola e mentre camminavamo gli altri parlavano ma io rimasi in silenzio, quando arrivai a casa mamma mi chiese cercando di nascondere la sua tristezza con un sorriso e un tono allegro ‘’Miki, è venerdì! Che ne dici di andare al cinema o al luna park con degli amici, o che ne dici di invitare Giada così ci mettiamo lo smalto a vicenda, o di andare in bici, oppure di…’’ e altre diecimila idee.

Era chiaro come il Sole che voleva che in quel giorno mi divertissi, anche se mi era difficile. Dissi che non ne avevo  voglia e mi chiusi in camera mia ad ascoltare musica per tutto il pomeriggi, dopo la cena mi affacciai alla finestra e fissai le stelle, il mio sguardo era perso nel vuoto, venni interrotta dal telefono che squillava, mi voltai verso il telefono appoggiato sul letto e ci pensai più volte se rispondere o no, alla fine mi decisi di rispondere, era Xavier ma quando risposi sentii la voce di Torch e poi quella di Xavier, poi Jude e Celia e di altri miei compagni di classe, avevano sicuramente attivato il vivavoce.
‘’ma che succede?’’ risposi ‘’ma che ci fai lì alla finestra come una cretina? Vieni con noi!’’ ‘’Grazie Torch, gentile come sempre’’ Risposi ironica, ‘’Miki, se vuoi raggiungerci stiamo andando nella piazza vicino alla pasticceria!’’ era Celia ‘’Ok..’’ risposi ma la linea cadde.

Mia mamma aveva sentito la conversazione e entrando in camera mia mi chiese ‘’allora esci’’ risposi dicendo di no, lei si arrabbiò e disse ‘’No, tu DEVI uscire! Ora cambiati ed esci!’’ a quelle parole tornò in cucina, non avevo scelta, mi cambiai e quando uscii da camera mia mamma mi trascinò fuori casa , salutò e chiuse la porta, mi diressi verso la piazza dove incontrai gli altri  erano in nove : Torch, Gazel, Nathan, Giada, Xavier , Jude, Celia, Silvia e Cammy.  Mi avvicinai salutando con la mano e fingendo un sorriso con cui cercai di nascondere la tristezza,  mi salutarono tutti e Giada mi disse ‘’sei venuta! Pensavo che te ne saresti restata a casa!’’ il tulipano vantandosi disse ‘’Visto? Merito del mio carisma’’ e io risposi sorridendo ‘’o forse di una madre infuriata’’ ‘’ ok, lasciamo stare, l’importante è che sei venuta anche tu. Che ne dite di andare a fare una passeggiata?’’ disse Nathan e tutti annuirono.

Nel mentre che camminavamo io ero rimasta un’ po’ indietro e si avvicinò a me Gazel che mi disse ‘’Qualcosa non va’? ‘’sembrava quasi un affermazione ‘’è una domanda o un affermazione?’’ chiesi ‘’forse un’ po’ entrambe’’ ‘’va tutto bene’’ risposi sorridendo ‘’vabbè, ma io continuo a non crederti, i tuoi occhi dicono il contrario, lasciamo stare un giorno mi spiegherai.’’ Disse e mi trascinò per un braccio verso il resto del gruppo, questa volta seguii le conversazioni cercando di non perdermi nei miei pensieri dopo poco tempo anch’io ridevo e scherzavo con loro, pur senza sapere il motivo della mia tristezza riuscirono a farmi sorridere. Ero felice di avere degli amici così.

Il giorno dopo ero di buon umore, era sabato e quindi non andavo a scuola, la mattina uscii in bici con Silvia, Cammy e Celia e andammo a vedere gli allenamenti  di calcio di gran parte dei nostri compagni di classe, erano davvero bravi! Sebbene non mi avessero mai detto esplicitamente che giocavano a calcio lo avevo intuito da qualche piccolo particolare: parlavano sempre e solo di quello, come quasi tutti i ragazzi del resto.

Tornando a casa passai vicino ad un bar da cui sentivo una voce familiare, mi avvicinai, era mia madre, lei si accorse subito di me e disse ‘’Oh, Miki vieni!’’ mi avvicinai, stava parlando con il suo datore di lavoro e la segretaria da quanto ho capito, me li presentò e restarono lì a parlare per una manciata di minuti, poi io e mamma tornammo a casa e una volta arrivate mi disse ‘’Sai Miki,  mi hanno promossa a lavoro’’ risposi con un ‘’Bene!’’ e lei continuò ‘’…ma in una città lontana’’ a quelle parole mi paralizzai, il mio cuore cominciò a battere forte per la paura al pensiero che dovessimo trasferirci e con un tono di voce basso e gli occhi umidi dissi: ‘’e allora? Ci dobbiamo trasferire? ‘’ lei sorrise e disse ‘’no, ho rifiutato e spiegato loro i perché della mia scelta, non se lo aspettavano proprio, me lo avevano chiesto da un po’ ma ieri quando ho visto come i tuoi amici siano riusciti a tirarti su di morale mi sono convinta che trasferirci sarebbe stata una cattiva idea’’ corsi verso mia mamma e la abbracciai ‘’però spesso dovrò spostarmi da qui in qualche città vicina e tu i fine settimana dovrai venire con me.’’ Io annuii. Chissà come sarebbe stato andare con mia madre, lei lavorava negli uffici di un’agenzia commerciale…sarei dovuta stare tutto il tempo in ufficio con lei? Vabbè non era il momento di pensarci, l’importante è che non ci trasferivamo. Cavolo che spavento!