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Autore: hexleviosa    05/05/2013    2 recensioni
Cosa accadrebbe se durante "Harry Potter e il principe Mezzosangue" Draco e Hermione si fossero segretamente fidanzati e ora fosse giunto il momento di separarsi per la ricerca degli horcrux?
Dal capitolo 16:
“Grifondoro, culla di coraggiosi e nobili di cuore”? Pf, avrebbero fatto meglio chiamarla “Grifondoro, culla di masochisti e pazzi suicida”!
RIELABORAZIONE IN CORSO! RIELABORATO CAPITOLO 1!
Genere: Fluff, Guerra, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Per la Vita che Verrà'
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PER LA VITA CHE VERRÀ

21. IL DIADEMA PERDUTO DI PRISCILLA CORVONERO

 

 

-Oh ragazzi, non sapete come sono felice di vedervi.-

-Sì, per fortuna state tutti bene.-

-Ci avete fatto prendere di quelli spaventi.-

-Sì, da quello che diceva la Gazzetta del Profeta sembrava doveste morire da un giorno all'altro.-

Il mormorio si diffuse velocemente per tutta la stanza, gli studenti si erano avvicinati a loro e gli accerchiavano complimentandosi e lodandosi per le loro imprese. I quattro però si guardavano intorno non riuscendo neanche a distinguere una frase dall'altra per quanto i ragazzi si parlassero sopra.

-Già, ma per fortuna ora sono tornati ad Hogwarts.- esclamò Neville felice, facendo sorridere anche il resto del gruppo alle sue spalle.

-Ben detto, Nev. Ora ci aiuteranno a....- Seamus non riuscì neanche a terminare la frase perché fu interrotto da Harry.

-No, frena un attimo.- tutti si girarono verso di lui -Noi siamo qui per fare... una cosa. Non siamo sicuri di poter restare.-

-Cosa? Ma...-

-Mi dispiace, ma dobbiamo andare avanti con la nostra missione.- si scusò il moro.

-Quindi non ci aiuterete?- chiese qualcuno con l'aria delusa.

-Noi...- intervenne Hermione -Stiamo facendo questa cosa per conto di Silente e se ci riusciremo sarà utile per tutti.-

-Ha a che fare con lo sconfiggere Voldemort?- domandò Neville.

-Sì.- annuì il bambino-che-è-sopravvissuto.

-Bene. Vi aiutiamo.- decise soddisfatto il Grifone.

-No, Neville. Penso di non essere stato sufficientemente chiaro: è una cosa che dobbiamo fare da soli.- s'impuntò il ragazzo con la cicatrice a forma di saetta.

-Ma... Harry! Noi siamo l'Esercito di Silente, ricordi? Ti puoi fidare di noi!- protestò ancora colui che una volta era un timido ed impacciato bambino.

-Io mi fido di voi... davvero! Ma non possiamo dirvelo.-

-E' così allora. Io, Luna e Ginny ci siamo impegnati così tanto durante quest'anno, per continuare l'esercitazione dell'Esercito di Silente, per mandarlo avanti, per aiutarti a sconfiggere tu-sai-chi. Abbiamo persino creato un radio! Una radio che speravamo tu ascoltassi, per tenerti aggiornato con quello che accadeva nel resto del mondo. Abbiamo fatto tutto questo, sopportato tutte queste torture per continuare a sostenerti! Tu non sai cosa vuol dire, Harry. Siamo diventati dei ricercati persino qui, ad Hogwarts, quella che è stata la nostra casa da quando abbiamo compiuto undici anni, da quando per la prima volta abbiamo messo piede qui dentro. Non puoi escluderci così, non puoi farci questo.- Neville aveva quasi urlato per tutto il suo monologo ma la sua voce si era terribilmente abbassata nelle ultime frasi, si era rotta, incrinata dall'emozione. E fu allora che Harry lo vide, vide veramente, per la prima volta nella sua vita, il vero Neville Paciock. Nei suoi occhi brillava la forza, la determinazione. E in quel momento tutti dubbi che lo avevano assalito durante gli anni di scuola erano scomparsi. Il Cappello Parlante non si sbaglia mai, non aveva sbagliato neanche con quel ragazzo che ora stava in piedi davanti a lui. Neville era un degno figlio di Godric Grifondoro, in quell'istante aveva dimostrato molto più coraggio di tutti gli altri studenti presenti messi assieme.

Venne interrotto dai suoi pensieri riguardanti il compagno da una mano che lo tirava per la manica della felpa.

-Harry.- il moro si voltò verso Hermione, dando le spalle al resto dei ragazzi.

-Cosa faccio?- chiese in modo che solo lei, Ron e Malfoy potessero sentirlo.

-Penso che Neville abbia ragione, Harry.- mormorò il rosso passandosi una mano fra i capelli -Insomma, hanno sopportato tutto questo...-

-Glielo dobbiamo, Harry. Non possiamo andarcene come se niente fosse.- concordò la riccia.

-Il punto è questo...- s'intromise Draco -Noi dobbiamo cercare questa cosa e, ammettiamolo Potter, qualche mano in più ci farebbe veramente comodo, basta solo omettere il motivo, Silente non voleva che si sapesse, be' noi non diciamoglielo.-

-Draco, sei un genio!- sorrise Hermione stampandogli un bacio sulla guancia e arrossendo subito dopo poiché si era accorta che tutti li stavano fissando.

-Be' modestamente.- gongolò Draco.

-Ok, sì... penso sia una buona idea.- annuì Harry girandosi di nuovo verso gli altri studenti.

 

Intanto, qualche chilometro più a sud, Malfoy Manor era in fermento. Il Signore Oscuro aveva riunito lì tutti i suoi più fedeli 'collaboratori'. A Narcissa sembrava un paradosso quell'appellativo, loro non avevano niente di neanche lontanamente comparabile a dei 'collaboratori', loro erano solo degli schiavi, dei servitori di un pazzo furioso, Mezzosangue per giunta! Aveva mosso mari e monti affinché la magia si preservasse, affinché quelli che lui chiamava "Mezzosangue" e "Sangue-sporco" non entrassero a far parte del loro mondo, ne fossero banditi. Tutto ciò era un'enorme pagliacciata! In quel momento odiava profondamente tutta la sua famiglia. Oh, il vecchio Cygnus non avrebbe mai permesso una cosa del genere! Certo, anche lui credeva nella superiorità dei Purosangue ma non avrebbe mai permesso che avvenissero omicidi nella sua stessa famiglia. Ormai si uccidevano tra cognati, cugini... sorelle. Al solo pensare a come Bellatrix aveva tolto la vita a Sirius poco tempo prima le veniva il voltastomaco. E ora, se la Lestrange avesse potuto, avrebbe ucciso volentieri anche Andromeda. I suoi genitori l'avevano allontanata per aver sposato un Mezzosangue, l'avevano ripudiata, cancellata dal loro albero genealogico, ma non poteva credere che l'avrebbero uccisa. No, Cignus e Druella non avrebbero mai fatto una cosa del genere, uccidere il sangue del proprio sangue.

Il ticchettio dei tacchi sul pavimento in marmo fece destare la donna dalle sue elucubrazioni mentali. Cercò di apparire il più tranquilla possibile mentre sorseggiava un tè nel salotto privato.

-Oh, sei qua.- sbottò Bella.

-Tè?- chiese l'altra con finta gentilezza, ignorando volontariamente il tono di rimprovero della sorella.

-Non sembri agitata.-

-Non vedo motivo di esserlo.- la sua voce rimaneva piatta, distaccata.

-Il momento è vicino.- sibilò la maggiore -Lo scontro finale ormai è alle porte. Il Nostro Oscuro ci vuole pronti.-

-Cosa desidera il VOSTRO Signore non m'interessa. Forse non lo rammenti, ma io non faccio parte di questa ridicola combriccola.- replicò acida.

-Non osare parlare così! Se non fossi mia sorella ti avrei già messo a tacere a suon di Cruciatus.- Bella fece per andarsene.

-Perché non lo fai? Non fai certo mistero della tua voglia di vendetta nei confronti di nostra sorella, tu stessi hai detti più volte che certe... "vergogne"... è meglio eliminarle per preservare il buon nome della famiglia.- la sua voce ora esprimeva risentimento e Bellatrix la stette ad ascoltare ma continuava a darle le spalle -Chissà, magari prima ti vuoi allenare con me!-

-Non osare provocarmi!- urlò girandosi di scatto. -Se avessi voluto, l'avrei già fatto. E credimi, avrei avuto anche un valido motivo.-

-Spiegati meglio.- lady Malfoy ora aveva riacquistato la calma ma non si tratteneva a sfidarla apertamente.

-So benissimo che hai aiutato Draco a fuggire. Ti ho vista, non aspettavi altro che lui prendesse le bacchette dalle tue mani e hai solamente finto di duellare contro Weasley e Potter.- ci fu una breve pausa -Ma tu non ne hai colpa, sorellina. Sei sempre stata più... debole, e questo tuo amore materno ti ha solo che rammollita. Ho sempre saputo che non avresti mai avuto la forza per metterti contro tuo figlio.- un'altra pausa -Ma non temere... ci penserò io a castigarlo per bene.- sussurrò andandosene.

Una volta rimasta sola Narcissa si lasciò andare contro lo schienale della poltrona. Era agitata e preoccupata per quello che sarebbe successo. Sperava solo che il figlio fosse attento e non facesse passi falsi. Di una cosa era certa: non avrebbe mai più permesso che Bellatrix le portasse via qualcuno a cui voleva bene, glielo aveva già lasciati fare una volta, ma la seconda non ci sarebbe stata, a costo di macchiare la propria anima di un omicidio.

 

-Dunque, noi... stiamo cercando una cosa, un oggetto.- disse il moro mentre tutta la Stanza delle Necessità era nel più profondo silenzio e lo ascoltava attentamente.

-Di cosa si tratta, Harry?- chiese Neville.

-Non lo sappiamo. Ma dev'essere molto piccolo e facile da nascondere. Se i miei calcoli sono esatti dovrebbe avere a che fare con Priscilla Corvonero.-

Nella sala era calato il più assoluto silenzio.

-Ci aiuterete a cercarlo?- chiese speranzoso.

-Che forma ha?- chiese qualcuno dal fondo della sala.

-Non lo sappiamo.-

-Dove si trova?- questa volta la voce arrivava dalla sua sinistra.

-Non sappiamo neanche questo.-

-Be' direi che è un po' poco su cui basarsi.- constatò Seamus.

-Allora, corvi, qualche idea?- urlò Draco sperando che qualcuno si facesse avanti.

-C'è il diadema perduto di Priscilla Corvonero.- intervenne Luna con la sua solita aria sognante.

-Miseriaccia, ecco che ci risiamo.- mormorò Ron.

-Il cosa?- chiese Harry ignorando il rosso.

-Il diadema di Priscilla Corvonero.- ripeté pacata -Nessuno ne ha mai sentito parlare? Starno, è alquanto famoso.-

Il moro si voltò verso l'amico.

-Non chiederlo a me.- sbottò Ron.

-Scommetto che Hermione ha letto qualcosa a riguardo, non è vero? In uno dei tuoi libri dev'esserci scritto qualcosa a riguardo.- concluse la Loovegod.

Tutti si voltarono verso la riccia.

-Allora?- chiesero in coro i tre ragazzi.

-Be', a dire la verità sì, però...- iniziò titubante la riccia.

-Il fatto, Harry,...- intervenne Cho, che come membro della casa di Corvonero ne doveva essere sicuramente informata -... è che è perduto.-

-In che senso perduto?- chiese Ron.

-Che c'è, lenticchia, ora non capisci neanche più la tua lingua?- lo schermì Draco.

-Che fai, Malfoy, sfotti?- ribatté risentito il rosso.

-Smettetela voi due!- li riprese Hermione.

-Stavi dicendo, Cho...- la incalzò Harry interessato.

-Che è perduto. Sono decenni che è scomparso, non c'è anima viva che l'abbia visto.- spiegò la ragazza.

Il biondo Serpeverde si voltò verso la riccia, e così fecero anche il rosso e il moro, come a chiedere conferma di ciò che avevano appena sentito. Non che non si fidassero della compagna, anzi, ma sapevano bene che Hermione era una miniera d'oro, magari aveva letto qualcosa di più a riguardo e ne era maggiormente informata. Almeno questo è quello che speravano. Già sarebbe stata un'impresa difficile cercare un oggetto che poteva trovarsi in qualsiasi parte di Hogwarts, ma se poi era addirittura perduto e nessuno l'aveva visto sarebbe stato praticamente impossibile. Avrebbero avuto più possibilità a cercare un ago in un pagliaio, come dicono i babbani, anche se per i maghi in effetti basterebbe un semplice incantesimo d'appello. Ma ovviamente questo non serviva se si trattava di magia nera, sarebbe stato troppo bello!

La stanza era caduta nel più profondo silenzio. Quello strano quartetto stava riflettendo sul da farsi mentre gli altri studenti stavano fermi aspettando che questi dicessero qualcosa.

In quel momento la porta della stanza iniziò ad aprirsi lentamente e con un cigolio sinistro e lo stendardo di Serpeverde iniziò ad oscillare come se fosse mosso dal vento, o da qualche strana presenza. Per un momento Hermione pensò che si trattasse dell'ennesimo scherzo di Pix, il poltergeist, ma non riusciva a scorgere la sua minuta figura da nessuna parte, tanto meno ad udire la sua fastidiosa risata. Harry e Ron sfoderarono le bacchette, così come fecero gli altri. Con la mano libera dal magico bastoncino di legno Draco afferrò il braccio di Hermione, tirandola leggermente dietro di sé. I loro cuori battevano all'impazzata, mancava poco che gli uscissero dai petti, tutto sembrava andare a rallentatore come se si fossero trovati in uno di quei film d'azione che tanto piacevano al padre di Hermione. C'era qualcosa che non andava. La ragazza stava giusto per esporre i suoi pensieri al biondo quando il grande portone si spalancò completamente e lasciò entrare due figure per poi richiudersi alle loro spalle.

 

 

 



 

**SPAZIO AUTRICE**

E ancora una volta sono in ritardo!

Spero mi perdoniate comunque e che il capitolo vi sia piaciuto.

Ormai siamo quasi alla fine della storia, ho calcolato che mancano ancora 4 capitoli.

L'epilogo non ci sarà perché sperava di riuscire a scrivere un prequel, magari quest'estate così ho più tempo.

Sto cercando di seguire un po' la trama del libro e un po' quella del film, come avrete notato, aggiungendo anche qualcosa di mio.

Spero che alla fine ne esca fuori qualcosa di piacevole =)

Ringrazio come sempre tutte le persone che seguono questa storia e che la recensiscono.

E naturalmente anche chi la segue in silenzio.

Se volete potete contattarmi sul mio profilo facebook: http://www.facebook.com/hexleviosa.efp

e su queste pagine:

http://www.facebook.com/pages/Always%CF%9F/175282829285644

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P.S.:

cerco un amministratore/amministratrice per la seconda pagina, che è dedicata ad Emma Watson, se siete disponibili contattatemi pure tramite efp con un messaggio, oppure sul mio profilo di facebook, o anche sulla pagina stessa, non ci sono problemi!

 

Grazie ancora a tutti,

un bacio <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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