DALLA TERRA.
George si asciuga il sudore dalla fronte, permettendosi di riposare un attimo sotto il sole cocente di un Agosto come non se ne vedono da anni. La buca è grande, profonda, agli occhi del piccolo Fred, accanto a lui, sembra quasi una voragine, un cratere, la bocca di un animale feroce.
«Papà» lo chiama, tirandolo per la stoffa dei pantaloni sgualciti, «perché scavi?»
George sorride e vorrebbe passargli una mano tra i capelli, ma non lo fa, non ora che ha le mani sporche di terra, non ora che, se le guarda troppo, troppo a lungo, sono ancora sporche di lacrime e sangue. Fred è ancora troppo innocente per questo.
Qualche giorno fa gli ha chiesto perché si chiama così. Né lui né Angelina sono riusciti a rispondergli. Perché? Perché Fred, e non Adrian, Marcus, Thomas? Perché Fred? Sanno che un giorno dovranno dirglielo, che George aveva un fratello – no, che George aveva un gemello – che aveva l'altra metà di stesso. Dovranno dirgli che una volta aveva un fratello uguale a se stesso, con le stesse ginocchia e le stesse mani callose e i capelli rosso fuoco – e che è scomparso in un posto che a loro non è ancora dato conoscere. Un giorno dovranno fare tutto questo, ma non oggi, non oggi che fa troppo caldo e il mondo brilla così tanto da non lasciare spazio per le ombre.
E George continua a scavare.
E Fred, il piccolo Fred dai capelli scuri e gli occhi di Angelina chiede ancora: «Papà, perché scavi?».
George tira fuori una vecchia foto dalla tasca. È in bianco e nero, e quelli nella foto sono lui e il suo gemello. Fred ride e gli fa l'occhiolino, urlando una battuta che George non può più sentire. Passa i polpastrelli sul suo volto, poi fa cadere la foto.
E comincia a ricoprirla di terra.
«Papà, cos'hai nascosto?» chiede ora Fred, incuriosito.
Ancora una volta, George non risponde. Almeno non subito. Poi dice: «Ho nascosto una foto».
«E perché?»
«Perché così saprò dove cercarla.»
«Perché non l'hai tenuta?»
George posa la vanga, sente gli occhi pungergli. «Per accettarne la perdita.»
Fred è troppo piccolo per capire, però non può fare a meno di chiedere: «Papà, perché non l'hai solo messa in un cassetto?»
George ride. Ride tanto. Ride fino a piangere. Mettere Fred in un cassetto, come se fosse possibile! L'esuberante, scoppiettante, imprevedibile Fred in un cassetto! George scuote la testa, alzando gli occhi al cielo, anche se bruciano e sa che si sta facendo del male. Adesso Fred non è più solo in una bara, ma è nei suoi ricordi, è nel cielo, è nella terra. Adesso Fred è ovunque, anche se George sa che non basterebbe l'universo intero per contenerlo.
E alla fine risponde: «Perché è dalla terra che ricomincia la vita».